Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Love_in_London_night    18/05/2015    4 recensioni
Jared, Jade, Jamaica. L’iniziale è la stessa, è la combinazione a essere disastrosa.
Perché?
Perché in realtà oltre a loro due ci sono altre 18 persone, un presentatore e una crew con le telecamere pronte a seguirli durante il loro soggiorno.
Già, perché Jared, a causa dell’insistenza di Constance, si è trovato a partecipare al programma di MTV “Are you the one?”. Un reality dove i concorrenti devono cercare la loro anima gemella: se formeranno le 10 coppie esatte si porteranno a casa un milione di dollari da dividere tra loro. Non è un reality rose e fiori però, perché per trovare i match giusti si sacrificano i sentimenti nati tra le persone sbagliate. Tutto pur di trovare le coppie perfette.
E in un simile scenario cosa succederà a Jared, Jade e gli altri?
E poi c’è l’America: Tomo e Vicki seguono le puntate settimanali, lo stesso fanno Constance e Shannon, anche se quest’ultimo vorrebbe che al gruppo intimo si aggiungesse la sua ragazza Kirstina, detestata dalla madre.
Dieci settimane per capire chi possa essere l’anima gemella e non innamorarsi della persona sbagliata, due mesi e mezzo per seguire il resto dei Mars accomodati sul divano davanti alla TV.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

Capitolo 6


Sesta puntata
 
Le tre coppie avevano portato un po’ di speranza, anche se non tante quante le quattro indovinate nella terza puntata. La cosa brutta era che l’unico match certo era formato da Spencer e Daisy. Se per Haylee e Dylan tutti erano convinti che fossero anime gemelle, purtroppo non ne avevano certezza. E poi c’era la nuova coppia: da chi era formata? Avevano messo a confronto i match che erano stati formati nelle rispettive puntate, ma erano tutti diversi, quindi forse era una coppia nuova, e sceglierne una su cui puntare diventava un’operazione impossibile.
Jade, dopo essere stata scelta da Jared, aveva mantenuto un distacco esteriore degno di nota. Se da fuori sembrava fosse disinteressata come al solito, se non peggio, dentro era una ferita senza via di rimarginazione: la scelta di Jared le aveva confuso le idee, e il fatto che lui potesse essersi finalmente accorto di lei la logorava nel profondo. Eppure lui si comportava nello stesso identico modo, quindi non doveva essere cambiato poi molto.
Anzi, a dire il vero Jared da quella sera, dopo la scelta, sembrava essere particolarmente solare e attivo, lontano dalla persona che sembrava tenersi in disparte per evitare che qualcuno potesse scoprire qualcosa su di lui che non era già sotto l’occhio di tutti. Mentre gli altri bevevano alcool, da buon salutista quale era, lui si era concentrato su centrifughe di frutta e – soprattutto – su Olivia e Leighton.
Aveva fatto fare delle giravolte a Leighton, scatenando il suo sorriso divertito e attirando su di sé l’occhiata accusatrice di Scott, mentre con Olivia si era appartato in qualche angolo della casa dopo che le luci si erano abbassate, scatenando qualche battuta da chi aveva bevuto un po’ di più.
Jade, che non voleva passare la serata a controllare ogni mossa di Jared o, peggio, ad aspettare che lui cambiasse e si accorgesse davvero di lei entro la fine del programma, si lasciò distrarre ben volentieri da Scott.
In un moto di intraprendenza l’aveva portata a bordo piscina e fatta accomodare sulla sdraio sulla quale si era seduto lui poco prima, di modo che Jade si rannicchiasse tra le sue gambe con la schiena che sfiorava il suo petto.
Le aveva scostato i capelli ed era sceso con voluta calma dall’orecchio fino alla spalla, lasciando che entrambi godessero e soffrissero delle sensazioni che il contatto tra le loro pelli provocava in loro.
Scott, arrivato alla scapola, trasse un sospiro arreso: Jade rispondeva al suo tocco con piccoli gemiti soddisfatti, eppure aveva la percezione che non riuscissero davvero ad abbandonarsi l’uno all’altra.
Lui, in effetti, stava imparando a conoscere anche Leighton e doveva ammettere che era una persona stimolante. Era una di quelle persone non per forza semplici, ma che faceva apparire tutto tremendamente facile, anche scalare una montagna a mani nude. Non era presuntuosa, ma si basava sulle proprie esperienze e su come riuscisse con un certo agio a far sembrare possibile l’impossibile. Leighton era una di quelle ragazze che sembrava essere così intraprendente da non farsi mai trovare impreparata.
Jade, invece, gli sembrava sempre distante, come se non fosse sicura di quello che stesse facendo, quasi il suo buttarsi fosse frutto di un tentativo e non del suo volere. Sotto quel punto di vista la accomunava a Jared: Scott li vedeva entrambi inarrivabili. Se per Jared era una questione di fama, talento e perfezione con cui l’aveva sempre conosciuto al di fuori del programma, per Jade invece era dettata da quello strato – seppur impalpabile – che riusciva a mettere tra sé e gli altri, lo stesso muro che sembrava ci fosse tra loro. Un qualcosa di indefinito che nemmeno il tatuatore riusciva a comprendere.
Sospirò di nuovo sulla pelle di lei, tanto da provocarle un brivido.
«Forse è meglio che mi fermi qui». Lo pensava davvero, perché era arrivato al limite: se avesse continuato a stuzzicarla poi avrebbe preteso di più. 
Sarebbe stato facile rubarle un bacio, ma non voleva che avvenisse come risposta a una stimolazione fisica, avrebbe voluto che fosse dovuto a un’attrazione mentale che sì c’era, ma non era ancora sufficiente perché si lasciassero andare a quel modo.
Scott poggiò la schiena contro il lettino per recuperare lucidità, ma Jade seguì il suo movimento, addossando la propria schiena al suo petto. Gli diede un bacio sulla guancia, soffermandosi più del dovuto, e gli accarezzò l’altra in un gesto tenero e intimo.
Fu grata a Scott per non aver passato mai il limite e per continuare a corteggiarla con rispetto e lentezza, l’aveva sempre trovato così diverso da… Jared, anche se non doveva essere il suo metro di paragone, che risultava irruente in ogni cosa che faceva, come l’entrare nella vita di lei alle sue condizioni.
«Mi è dispiaciuto non averti scelta durante la cerimonia, ma sono stato battuto sul tempo…» Scott provò a introdurre l’argomento scottante che aleggiava tra loro, perché voleva capire la mossa di Jared e scoprire cosa fosse successo a lei per indurre il cantante a sceglierla.
Jade si era confidata con lui, ed era venuto a conoscenza delle dinamiche che li aveva portati a essere amici, quindi Scott non riusciva a capire come mai Jared avesse messo temporaneamente fine al loro patto, soprattutto se la cosa partiva da lui.
Il tatuatore aveva il presentimento che se ad agire così fosse stata Jade, Jared non l’avrebbe presa serenamente come aveva fatto lei quella sera.
Jade espirò nel tentativo di allontanare da sé il fremito che l’importanza di quel gesto le suscitava ogni volta, sapere inoltre che non era l’unica a dare un certo peso all’azione la faceva sentire meno stupida, perché forse non era la sola a cercare un significato in tutto ciò.
«Immagino non ci sia fretta» disse lei con un sorriso per cercare di portare la conversazione su un livello neutrale. «C’è sempre la prossima volta».
E gli fece l’occhiolino. 
«Ah» la prese in giro lui, divertito dal suo atteggiamento. «Quindi vorresti rubarmi il ruolo da duro e scegliermi?»
«Oddio!» si batté una mano sulla fronte. «Non mi ricordavo che la scelta sarebbe spettata a noi ragazze».
Si era fregata da sola, non aveva calcolato che il turno fosse il loro, la prossima puntata. Non che ci fosse qualcosa di male, tanto il risultato sarebbe stato lo stesso, ma essere la prima a palesare quell’interesse rendeva tutto più concreto, soprattutto da parte sua, e non era convinta di essere pronta ad arrivare a tanto.
Maledetto Jared, se non fosse stato per lui non si sarebbe trovata in una situazione simile.
«Dici che il gloss mi dona o metto solo il mascara?! Giusto per essere presentabile la sera della scelta» Continuò a schernirla Scott, almeno finché lei non gli diede un pizzicotto sul braccio.
Si irrigidì solo quando vide passare un’iguana accanto al lettino sul quale erano stravaccati, quindi Jade si avvinghio ancora di più a Scott. Non che quelle specie di dinosauri in miniatura la spaventassero, però doveva ammettere che avevano la faccia perfida, e non la lasciavano tranquilla.
Scott le baciò la testa e iniziò ad accarezzarle un braccio, ricordando perché erano finiti in quelle posizioni.
«Perché Jared si è preoccupato al punto da sceglierti? Non vorrei sembrarti insistente, ma è un comportamento strano anche per lui…»
Jade alzò le spalle come se volesse discolparsi. «Non lo so, davvero. Settimana scorsa ho avuto un momento di debolezza, ma è stato un caso isolato, fine a se stesso. Si vede che mi ha vista più giù di quel che fossi veramente e si è preoccupato».
Era quello che si ripeteva da una settimana, perché era l’unica cosa che per lei avesse un senso logico. Non poteva lasciar spazio alle illusioni, non quando era tutto così dannatamente complicato e delicato, perché con Jared l’equilibrio era sempre precario, e lei in quelle settimane si era impegnata al massimo per far sì che le cose tra loro non cambiassero in peggio, non poteva cedere in quel momento, non dopo aver rinunciato alla propria sincerità per fargli capire quanto avrebbero potuto essere complementari.
«Sai che se hai bisogno io ci sono». La strinse tra le braccia in un gesto protettivo. «Non lo dico così, tanto per dare aria alla bocca. Lo penso davvero e sono qui per dimostrartelo».
Jade gli baciò di nuovo la guancia, pensando a quanto fosse facile lasciarsi andare con lui. Ma stare accanto a Scott era facile, soprattutto se paragonato a Jared. Scott non era sfuggente, né doveva trattenersi con lui, per quanto si trattenesse senza accorgersene davvero. Con Scott tutto era semplice, forse per questo mancava il brivido dell’incertezza e della conquista, per quanto non fosse da dare per scontato.
Eppure in Jade ogni volta il paragone nasceva spontaneo e, per quanto sapesse di non dover nemmeno pensare certe cose, la sua mente ci arrivava prima che lei potesse impedirglielo. 
«Grazie». Avrebbe voluto sdrammatizzare, ma sapeva che Scott l’avrebbe presa come una minimizzazione del suo gesto, e non voleva certo dirgli che non era importante, perché non era così. «Lo apprezzo. Spero non mi capiti più, ma so da chi andare nel caso dovesse succedere».
E, doveva ammetterlo, lo sapeva davvero, perché solo in un paio di braccia aveva trovato il calore famigliare di due posti diversi: quello di casa che provava solo su marte.


Da lontano, intanto, Jared osservava la scena dalla finestra preda di un misto di sentimenti diversi.
Vedeva come Jade era più spontanea nei gesti con Scott, e la cosa lo feriva. Non riusciva a capire come, dopo la scelta del giorno prima, lei non avesse chiesto spiegazioni o cambiato atteggiamento nei suoi confronti dimostrandosi, invece, più disponibile in quelli di Scott.
Era felice che Jade si stesse aprendo verso gli altri e non contasse su di lui per ogni cosa, ma dall’altra parte gli faceva male vedere come lei non avesse bisogno di lui, quando Jared sentiva il bisogno costante della presenza della sua amica.
La situazione iniziava a confonderlo al pari di Jade, e la cosa non gli piaceva per nulla: lui era sempre padrone di sé, anche con le donne, non lo faceva sentire a proprio agio pensare che una potesse aver avuto così tanto potere su di lui.
E non gli piaceva nemmeno essere lì alla finestra a sbirciare i fatti altrui perché a lui non andavano giù.«Jared, cosa guardi?»
Olivia si stava avvicinando a lui contenta, soprattutto che non ci fosse Jade nei paraggi. Jared, senza la sua amica, diventava molto più predisposto a flirtare e a passare del tempo solo con lei, e a Olivia la cosa piaceva molto.
«Stavo cercando la ragazza più bella della casa, ma alla fine è stata lei a trovare me».
Le sorrise grato, sentendosi più se stesso. 
Si era complimentato tra sé per la risposta pronta e per l’intraprendenza con cui si era avvicinato a lei per evitare che Olivia vedesse chi in realtà stava osservando.
La ringraziò mentalmente per averlo riportato al mondo e avergli ricordato chi fosse, perché Jared era tornato il cacciatore di sempre.
E, forse, era proprio quello il suo problema: essere bravo a scegliere una preda, ma non essere altrettanto capace nello scegliere una persona eguale a lui. Era bravo a inseguire, non a camminare qualcuno accanto e considerarlo un pari.


L’imbarazzo che la scelta di Jared aveva creato e i rispettivi comportamenti avevano lasciato il posto ai soliti atteggiamenti spontanei tra lui e Jade, anche se si erano ridotti i momenti che dividevano insieme: sembrava che entrambi si fossero resi conto di dover partecipare attivamente al programma per trovare la propria anima gemella, e non un amico. Così avevano deciso di concentrarsi sui propri interessi, l’unico argomento su cui non riuscivano a confrontarsi. Jade così era spesso in compagnia di Scott, e Jared era diviso tra Olivia e Leighton, persona che portava i due uomini in questione e confrontarsi, dato che lei rappresentava l’interesse comune.
Jade non era gelosa dell’interesse di Scott nei confronti dell’altra: sapeva di non avere la certezza di essere il suo match perfetto, per quanto molti – tra cui lei – ne fossero convinti, e trovava giusto che avesse un’altra persona con cui poter instaurare un rapporto sincero nel caso tra loro non avesse funzionato. Anche lei avrebbe dovuto agire allo stesso modo, ma era stato già abbastanza difficile interessarsi a un ragazzo, figurarsi due. Soprattutto perché era alquanto convinta che la sua scelta, tra tutti gli uomini della casa, sarebbe potuta ricadere su uno soltanto, ed era l’opzione che le era sempre stata negata dal diretto interessato.
Mercoledì era arrivato senza che sentissero particolari pressioni e nemmeno gli altri concorrenti erano stati vittima di qualche catastrofe preannunciata, tutti sembravano intenti a scoprirsi di nuovo e a guardare l’altro sotto diversi punti di vista.
Una calma che aveva bisogno di una scossa, cosa a cui pensò Ryan.
«Bene ragazzi, ho visto che vi state impegnando parecchio per trovare altri match perfetti, mi fa piacere, penso siate sulla buona strada» esordì dopo averli salutati. «Ma, sì, c’è un ma… penso sia giunta l’ora di dare una bella smossa a ognuno di voi. Siccome la puntata scorsa sono state le ragazze a faticare e a vincere la prova, questa volta toccherà ai ragazzi impegnarsi».
Le ragazze si mostrarono entusiaste, mentre tra gli uomini si alzò qualche lamentela contrariata. Qualcuno aveva detto che la volta scorsa era andata bene a entrambi, dato che le donne avevano ricevuto dei massaggi, non era giusto quel trattamento di favore.
«Io aspetterei a esprimermi, se fossi in voi». Ryan li guardò divertito. «Questa sfida fornirà delle informazioni che altrimenti non potreste mai ottenere».
Nel dire ciò un van nero si avvicinò al giardino antistante la casa, ora la location iniziava ad assumere un senso, ma la presenza di un furgoncino aveva reso nervosi i concorrenti: chi diavolo c’era lì dentro? Perché era ovvio che avessero portato qualcuno.
«Nove pezzi fondamentali per scoprire con chi avete davvero a che fare» continuò il conduttore mentre la portiera del van si apriva per mostrare altri nove ragazzi. Gli inquilini dello stesso sesso li guardarono con aria di sfida, mentre le ragazze si lasciarono andare a espressioni sorprese, soltanto poche in modo positivo.
«Proprio così ragazze, qui abbiamo i vostri ultimi ex. Questo darà l’occasione ai ragazzi di sapere come sono le donne con cui hanno avuto a che fare finora. Siccome vedo le ragazze alquanto agitate, sarà meglio rispedirle in casa. Voi» riprese riferendosi ai ragazzi. «avrete cinque minuti con ognuno di loro. Potrete fare tutte le domande che vi passano per la testa, ma non vi diranno di chi sono gli ex. Questo lo dovrete scoprire voi. I quattro ragazzi che riusciranno ad associare più ex alle ragazze vinceranno la fuga d’amore».
Ryan aveva continuato a parlare nonostante le ragazze stessero rientrando in casa. «Ovviamente le dirette interessate possono seguire gli interrogatori dallo schermo di casa».
Nel sentire ciò salutarono il conduttore e si precipitarono davanti alla televisione per non perdere nemmeno una domanda.
Jade era ancora scossa. Aveva partecipato a quel programma per fuggire da Travis, l’ultima persona che era riuscita a disintegrare la sua briciola di autostima, e ora se lo ritrovava lì. Se l’era trovato davanti, e l’aveva guardata negli occhi con l’aria compiaciuta. Era successo nello stesso posto in cui c’era Scott. E Jared.
Doveva essere un incubo.
«Perché vi siete lasciati?» Nick trovava divertente porre quella domanda a tutti, anche perché aveva parlato con molte ragazze dell’argomento e poteva essere la chiave per indovinare quanti più abbinamenti possibili.
«Perché mi ha tradito con un uomo più ricco di me». Era stato il primo ex a parlare, una risposta che causò in casa l’alzata di spalle di Olivia, quasi quella bastasse a giustificarla.
«Insomma, non giudicatemi, avevo conosciuto il responsabile del settore vendite di Ralph Lauren!»
Un modo per farsi trattare bene e avere prestigio, era la classica ragazza che cercava il vantaggio a discapito dei sentimenti, e le parole del suo ex dimostravano l’opinione che molti avevano di lei.
«È stata una storia strana la nostra, non siamo riusciti a prenderci nello stesso momento. Se avessi la possibilità di provarci di nuovo la coglierei al volo, è una ragazza fantastica e prima di rinunciarci vorrei poter dire di aver fatto di tutto».
Vedere tutto ciò dallo schermò era straziante, le ragazze avrebbero voluto interagire per spiegare la situazione, ma per loro sfortuna non era concesso, la produzione era stata lungimirante.
«E di chi è questo ex così carino?» Mia chiese alle proprie compagne, colpita dalla schiettezza con cui riusciva a parlare dei suoi sentimenti.
«Mio» sussurrò Leighton rossa in volto. «Non credevo la pensasse così. Però posso assicurare che per me la storia è chiusa, per quanto i rapporti tra noi non siano affatto burrascosi».
Jade, intanto, sudava freddo e non riusciva a credere alle proprie orecchie. Non riusciva a concepire che alcune di loro avessero degli ex normali, perché il suo era veramente il più perfido degli esseri umani ai suoi occhi, e avrebbe fatto di tutto pur di non averci nulla a che fare.
Si stava augurando che il turno di Travis arrivasse presto in modo da levarsi l’ansia e mettere fine il prima possibile a tutto quello, non vedeva l’ora che andassero via. Si sarebbe sentita tranquilla e in pace con se stessa solo quando l’avrebbe visto salire sullo stesso van con cui era arrivato.
«Non eravamo proprio compatibili, non badavamo all’altro per niente» fu la risposta di un altro, e Annah rise dicendo che aveva dannatamente ragione, la loro storia era stata un inferno.
«L’ho tradita» ammise Travis alla domanda di routine. «Ma non mi dava ciò che cercavo. Era abbastanza frigida, non si è mai impegnata nel tenere vivo il nostro rapporto»
«Brutto pezzo di merda» inveì contro lo schermò Jade, accaldata dalla rabbia.
La reazione fece voltare tutte le ragazze nella sua direzione, non l’avevamo mai sentita dire una parolaccia in cinque settimane di permanenza lì dentro, non pensavano di scoprire quel lato così poco puro di lei, una cosa in contrasto con l’immagine che si erano create di Jade.
«Devo dedurre che sia il tuo ex» le disse Olivia con un sorriso soddisfatto e sorpreso sulla faccia.
«Non è proprio esatto, è più un pezzo di merda» sottolineò la diretta interessata con lucida collera senza cogliere la lieve provocazione dell’altra.
«Davvero? Cioè, con che coraggio può dire una cosa simile e non avere la decenza di abbassare gli occhi o sentirsi in colpa? Io ho sputato sangue per il nostro rapporto e per essere all’altezza della situazione. È lui che non ha mai alzato un dito per noi. Per me. Sono io quella che ne è uscita a pezzi perché si è vista calpestata in ogni modo possibile, mentre lui quello che mi ha riso in faccia, divertito da tutto questo. E ora cerca di farmi passare per quella che non sono?!»
La voce era incrinata da un pianto imminente che non voleva lasciar andare a nessun costo. Travis non valeva più una sua lacrima, l’aveva capito da tempo. In realtà avrebbe voluto piangere per se stessa, per aver perso tempo con lui e per essere passata, ancora una volta, per la cattiva della situazione.
«Solo perché non assecondavo ogni sua stupida idea e non dicevo sempre sì. Questo è scorretto». Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nel palmo.
«Sono convinta che i ragazzi, una volta scoperto che è il tuo ex, riescano a capire quanto le sue parole possano essere false». Haylee la abbracciò e non l’avrebbe lasciata andare fino al momento in cui l’interrogatorio non fosse finito.
«Sì, certo, credici. Una con i miei modi di fare può passare per quella che non alza un dito per il proprio ragazzo. O una che è frigida. Non sono scema, so che è così»
«E allora perché non provi a cambiare?» A Mia dispiaceva vedere Jade così giù, e voleva provare a darle un po’ di grinta in quel momento di sconforto.
«Perché sono fatta così. Non ho detto che non mi piaccio, né che il mio modo di affrontare le cose non vada bene. Solo perché non sono una persona espansiva o che mostra apertamente interesse, beh… non vuol dire che non sia così. Non sono un automa, sono semplicemente una persona riservata. Il fatto che io non dimostri in pubblico certe cose non vuol dire che in privato mi comporti allo stesso modo. Tutt’altro».
Aveva confermato ciò che tutti nella casa avevano sempre pensato nonostante le apparenze. Forse era proprio quello lo scopo del programma: non fermarsi a ciò che si vedeva e alle prime impressioni, ma per alcuni sembrava ancora troppo presto per capirlo.
«Di’ un suo difetto e un pregio» Liam incalzò Travis.«È una perfezionista, quindi tende a rompere le palle sulle più piccole cazzate, ma è anche una abbastanza brava ad assecondarti pur di non creare problemi».
In salotto Jade era sempre più allibita, sperava che Ryan levasse presto la parola a quel pallone gonfiato perché se no sarebbe uscita e l’avrebbe preso a ceffoni finché gli ultimi due neuroni rimasti fossero entrati in contatto e avessero iniziato a funzionare.
«Bene, dunque ora sono anche una psicotica senzapalle. Vorrei davvero mettergli le mani addosso e fargli male, ma mi sono sempre ripromessa di non abbassarmi al suo livello»
«E fai benone, un tipo così non merita nulla. Nemmeno del risentimento». Taylor era convinta che quel tipo fosse il più idiota che avesse mai visto, sperava davvero che pure i ragazzi se ne rendessero conto perché Jade non meritava di essere trattata in quel modo.
Finalmente il turno di Travis finì per lasciare il posto all’ex di Dakota, un nerd con il pallino dei videogiochi.
Una volta che a tutte toccò quella sottospecie di inquisizione si sentirono stremate ma felici che tutto quello fosse finito. Sarebbe toccato ora ai ragazzi della casa associare un ex alle donne della casa.
Scott partì deciso e collegò la faccia di Travis accanto a quella di Jade e lo stesso fece con Leighton e il suo ex, questo perché conosceva le storie delle ragazze, ma associare alle altre il rispettivo partner si era rivelato più difficile del previsto. Ma l’impresa si era rivelata più complicata per Dylan, dato che conosceva al meglio solo Haylee e le altre erano un mistero o quasi, per lui.
CJ e Drew furono i primi a completare il proprio schema, ma il tempo non influiva sul risultato della prova perché avrebbero dovuto indovinare quanti più abbinamenti possibili.
Vinse CJ con sette coppie giuste, Liam con sei, e a pari merito con cinque coppie vinsero la fuga d’amore Drew e Nick. Sotto, con quattro abbinamenti giusti, si classificarono Jared e Scott, ma era inutile per loro dato che solo i primi quattro avevano diritto a un appuntamento.
CJ scelse convinto Annah, Liam chiamò Dakota, Drew volle Taylor e Nick scelse Mia.
«Ora che le coppie sono state formate posso dirvi in cosa consiste la fuga d’amore: fare zip lining nella giungla, poi vi potrete concedere un bagno in una laguna mozzafiato».
Gli interessati si guardarono sorpresi e felicissimi per quella esperienza, prometteva davvero bene.
Jade si ritrovò a invidiarli, un’uscita simile le avrebbe fatto proprio piacere. Se fosse stata al posto loro avrebbe sperato di andare via subito per non dovere guardare oltre la faccia di Travis. Per fortuna tutto quello stava per finire.
«Ma c’è di più, e questa volta la sorpresa è per tutti: stasera i ragazzi saranno vostri ospiti! Divertitevi e fate i perfetti padroni di casa».
No, stava scherzando, Ryan non poteva aver detto sul serio e poi andarsene come se nulla fosse, lasciandola nello sconforto più totale. Doveva essere un incubo.
«Stai bene?» Jared le mise una mano sulla guancia, preoccupato, approfittando delle reazioni degli altri. «Sei pallida».
La sentì tremare e, prontamente, la sorresse. Senza aspettare la sua risposta la guidò in casa, fino alla cucina, dove le diede una barretta di cioccolato da mangiare davanti a lui e una bevanda zuccherata.
L’aveva messa a sedere sul tavolo e l’aveva guardata sgranocchiare a fatica il cibo.
«Mi hai fatto spaventare. Già non sei molto colorita di tuo, ma eri diventata proprio bianca latte, perdendo quel poco di abbronzatura di queste ultime settimane. Ero convinto che potessi svenire da un momento all’altro».
Vederla in difficoltà l’aveva fatto correre in suo soccorso, noncurante di Olivia, Leighton o di quello che Scott avrebbe potuto pensare, problemi suoi se quando Jade aveva bisogno di lui non era mai nei paraggi; era una questione di attimi e se lui non era in grado di ritagliarseli non era certo una preoccupazione di Jared. Aveva lasciato spazio a lui e Jade perché sapeva quanto lei avesse bisogno di dedicarsi al gioco, almeno quanto ne aveva bisogno lui stesso, ma non era riuscito a farsi da parte quando lei aveva avuto necessità di una mano, non l’avrebbe lasciata sola per nulla al mondo.
«Ho rischiato di svenire in realtà». E, per sottolineare il concetto, gli sventolò la confezione ormai vuota del dolcetto. «Ma sei arrivato tu a salvare la situazione»
«Per fortuna mi hanno inventato». Sdrammatizzò Jared prima di scostarle i capelli all’indietro e far scorrere anche l’altra mano sulla guancia. Forse era stupido, ma stava cercando di sorreggerla e di trasmetterle un po’ di calore, perché in quel momento Jade gli sembrava fredda, soprattutto dentro. «Si può sapere cosa è successo? Dobbiamo chiamare un dottore per farti vedere?»
«No» rispose lei beandosi di quel contatto e delle dita sottili del cantante attorno alle guance. «Niente medico, grazie. Diciamo che bastano le cattive notizie a buttarmi giù, specialmente se hanno un nome e aprono bocca per sparare stronzate».
Per essere più chiara con un leggero cenno della testa indicò il patio antistante la casa e le persone che, con calma, iniziavano a rientrare, ignare di quello che era successo a Jade.
Lui rimase colpito dal linguaggio utilizzato dalla sua amica, ma non lo diede a vedere. In fondo vederla scomporsi qualche volta gli piaceva, iniziava a pensare che potesse essere più vicina alla perfezione di lui stesso, e un simile affronto non era pronto ad accettarlo.
«Certo che te li sai scegliere bene i ragazzi, tu». La prese in giro Jared. Non aveva bisogno di chiederle quale fosse il suo ex, sapeva fare le proprie valutazioni con attenzione. Senza contare che una volta Jade aveva accennato alla cicatrice sull’avambraccio del ragazzo, e a lui quel dettaglio non era sfuggito, non era stato difficile, dunque, rintracciarlo tra tutti.
Jade fece una smorfia con il naso per poi alzare gli occhi al cielo. Di certo non le serviva Jared Leto a ricordarle i propri pessimi gusti in fatto di uomini.
«La faccia da finto buono, l’espressione strafottente. Ti piace il cattivo ragazzo!» Continuò a schernirla nascondendo tra le proprie parole un velato riferimento a Scott, dato che sotto certi punti di vista – fisici e non – ricordava parecchio Travis.
«Non sai quanto». Sospirò esasperata e sconfitta Jade, pensando che a capo di quei cattivi ragazzi dall’aria buona e l’espressione strafottente poteva esserci tranquillamente Jared.
«Cosa è successo?» Dylan era entrato in cucina dopo averli visti fuggire e non tornare in mezzo al folto gruppo che si era spostato in casa.
«Un calo di pressione, ora sta meglio» rispose pronto Jared dopo averle scostato di nuovo i capelli e aver messo ancora le mani sulle guance di lei. «Le ho fatto assumere zuccheri in modo che si possa riprendere alla svelta»
«Una quantità da coma diabetico» aggiunse Jade mentre riprendeva colore.
«Niente di meno per il mio biscottino». Le diede un bacio sulla fronte dopo averla presa in giro con quel soprannome per l’ennesima volta e la lasciò libera di scendere dal tavolo con un permesso silenzioso, dettato dall’allontanamento del proprio corpo che le faceva da ostacolo. «A noi piaci dolce, sei acida la maggior parte delle volte».
Dylan sorrise divertito, anche se aveva l’impressione che quel noi fosse un modo inconsapevole di celare un io alquanto refrattario ad ammettere che c’erano eventi che non poteva controllare.
«Voi due non siete normali, lo sapete?»
«La normalità è pazzia» rispose Jade con passo sempre più sicuro mentre buttava la carta della cioccolata nella spazzatura, ora più tranquilla rispetto a prima. Sapere di avere qualcuno su cui contare era stata una bella rassicurazione, soprattutto se la persona in questione era Jared. Non si sarebbe aspettata tanto da lui, l’aveva colta di sorpresa e resa felice.
«Un po’ come ritrovarsi col culo per terra a causa della pressione bassa e volersi rifiutare di assumere zuccheri». Le fece notare Jared mentre la guardava uscire dalla cucina con quel fare da mamma preoccupata che lo rendeva maturo e inaspettatamente uomo.
Jared la sorvegliò a distanza ancora un po’, solo quando fu certo che avesse ripreso le forze rilassò i muscoli e abbassò le difese, soprattutto dopo aver controllato che Jade e il suo ex viaggiassero a una distanza di sicurezza.
Cosa che non era però avvenuta tutta sera, perché dopo poco la comparsa di Jade in salotto Travis l’aveva braccata per salutarla.
«Eccola qui la mia piccola zen. Con tutto quello che ho detto non si arrabbia nemmeno adesso!» le circondò le spalle e la scrollò come se fosse una bambola di pezza senza valore.
Jade chiuse gli occhi per cercare la pace interiore ed evitare di rispondere alle sue provocazioni di modo che Travis potesse controbattere.
«Questo perché arrabbiarmi avrebbe implicato un interesse nei tuoi confronti e, sinceramente, niente sarebbe stato più lontano dal vero in questo momento».
Giocò con il bicchiere rosso che aveva davanti prima di bere il cocktail alcolico e buonissimo preparato da Dylan qualche minuto prima. Si era ripromessa di non ubriacarsi in casa, perché sarebbe stato disdicevole e non doveva per forza ricorrere all’alcool per sciogliersi e divertirsi, ma ora l’alternativa di farsi tramortire dall’effetto etilico delle bevande era più appetibile di ogni contatto con il proprio ex.
«Allora hai imparato ad usare la lingua» le disse lui divertito prima di avvicinarsi al suo orecchio, senza però abbassare il tono di voce di modo che tutti potessero sentirlo. «In tutti i sensi, ovvio. Complimenti!»
«Sì, ho imparato, ma il merito non è di certo tuo. Ho avuto insegnanti decisamente validi. Sai, eri tu quello manchevole. In tutti i sensi, ovvio» rispose lei riferendosi sia alla sua scarsa dialettica sia ai suoi baci egoisti, scolandosi poi un generoso sorso del proprio cocktail. «Ora, se permetti, me ne vado prima di perdere tutto lo zen accumulato piazzando un pugno sulla tua faccia di bronzo».
Jade si allontanò senza attendere la risposta dell’ex, non ne aveva bisogno e non gliene importava nulla. Voleva solo lasciarsi alle spalle quello che per lei era uno spiacevole sbaglio del passato.
Jared, che aveva assistito da lontano alla scena, sperava che Scott potesse essere di qualche supporto per la sua amica, ma da quando quell’ultimo aveva scoperto che l’ex ragazzo desideroso di una seconda possibilità era quello di Leighton si era messo sull’attenti e li stava seguendo come un cagnolino cui veniva sventolato un osso sotto il naso, avido di informazioni sulla ragazza.
Jared trovò il suo comportamento stupido. Non aveva bisogno di conoscere il passato di una persona per capire come conquistarla, in particolar modo se la storia non era andata a buon fine. Avrebbe preferito approfondire il discorso il giorno dopo con la diretta interessata per carpire quanti più dettagli su di lei, non su una persona che non era stata all’altezza della situazione.
Ma Scott era ancora un bambino ai suoi occhi, non aveva l’esperienza adatta per arrivare a un simile ragionamento. Lui vedeva in quello che offriva la produzione l’unica via percorribile e quindi sfruttava al meglio ciò che gli capitava davanti.
Se solo Jade si fosse fermata ad analizzare i comportamenti di lui si sarebbe resa conto dei suoi enormi limiti, invece non riusciva a vederli, accecata dalla buona opinione che aveva del tatuatore. Jared non riusciva proprio a comprendere la cosa, era più forte di lui.
Si diresse da Olivia che, inaspettatamente, stava parlando con il proprio ex e con quello di Annah, un tipo per niente male con cui era facile parlare, poi aveva intrattenuto anche Leighton, ma solo dopo l’attacco di Scott, non voleva sembrare disperato quanto poteva sembrarlo l’altro, soprattutto perché Jared non lo era affatto.
Era desideroso di ritagliarsi uno spazio per sé, al di fuori dal caos del salotto dove c’erano più gruppi che creavano confusione a causa del loro vociare, ma prima di prendersi del tempo aveva controllato le condizioni di Jade: parlava con Haylee, il suo ex e Larissa, era sorridente, rilassata e aveva un colorito sano, quindi decise di poter abbandonare la sala con una certa tranquillità.
Uscì in giardino ma la sorpresa fu maggiore: non era solo.
Lì, seduto sui divanetti da esterno accanto a lui, c’era Travis intento a fumarsi una sigaretta.
L’interessato, quando lo vide, gli fece un cenno con la testa per invitarlo a sedersi accanto a lui, quasi fossero stati amici di vecchia data.
«Ecco uno dei tanti motivi che ha posto fine alla mia relazione. Avanti, siediti, parliamo un po’». Per sottolineare le proprie parole batté la mano sulla seduta di fianco alla sua.
Jared a pelle lo detestava. Non era da lui giudicare dalle apparenze, ma i modi di fare dell’ex di Jade urtavano il suo sistema nervoso, quel suo muoversi lì dentro come se fosse casa propria era del tutto fuori luogo.
«E io cosa c’entro?» chiese imponendosi un po’ di buone maniere. Per quanto lo ritenesse un cretino non era detto che dovesse trattarlo come tale, quindi accettò l’invito e lo raggiunse sul divano.
«Beh, Jade stravede per te» rispose tra una boccata e l’altra della sigaretta. «È dura reggere il confronto con una persona con cui sai perfettamente di perdere in partenza per il semplice fatto di non essere quella persona».
Travis lo guardò con la coda dell’occhio con un’aria soddisfatta. Era Jared Leto, ma era umano pure lui, voleva stuzzicarlo per vedere fino a che punto potesse mostrarsi perfetto e arrivare invece a rompere la maschera di patinata apparenza che secondo lui indossava.
«Si vede che è difficile offrire qualcosa di buono, no?» Una provocazione per una provocazione.
Quel tipo così presuntuoso pensava davvero che lui si facesse colpire dal primo arrivato? 
Erano state poche le persone a rimetterlo al suo posto, e di certo non erano entrate nella sua vita per sbaglio e  non ci erano riusciti dopo cinque minuti di conversazione.
«Diciamo che mi sono adattato allo standard con cui sono stato trattato»
«O, forse, la persona che stava con te si è adattata a quello che tu le davi» rispose pronto Jared. Se quello era un gioco era pronto a sferrare qualche colpo basso, era bravo a improvvisare risposte taglienti e non si sarebbe tirato certo indietro.
«Hai un’opinione così alta di Jade?» Travis era stupito. Doveva ammettere che Jade non era male, ma era troppo perbene per lui. Non aveva voglia di impegnarsi e lei aveva fatto di tutto per fargli cambiare idea, nonostante non ci fosse riuscita e lui gliel’avesse dimostrato nel peggior modo possibile.
Non la odiava, ma provava piacere nel vederla in difficoltà, soprattutto perché al posto di domandarsi quanto ci fosse di sbagliato in lui, Jade era solita farsi un esame di coscienza e credere di essere lo sbaglio di ogni situazione. Sotto quel punto di vista gli era sempre andata bene, almeno lei non aveva mai recriminato nulla.
«Sì e no. Diciamo che oltre ad avere un’alta considerazione di lei, ho una pessima opinione di te».
Jared si stava innervosendo, quel tizio iniziava a diventare fastidioso e non era così divertente rispondere a un minorato mentale simile, non c’era gusto.
«Sempre schietto, vero?» Travis non si lasciò scoraggiare, felice di quel minimo appiglio per arrivare dove voleva. Magari il percorso sarebbe stato più lungo, ma alla fine sarebbe giunto dove avrebbe preferito.
«Sai, per arrivare dove sono ho dovuto pestare qualche piede». Jared alzò un angolo della bocca in modo amaro. Un gesto che avrebbe fatto rabbrividire ogni persona che lo conoscesse almeno un po’, una cosa che invece aveva fatto rilassare Travis, convinto di aver preso possesso della situazione.
«E io che pensavo fosse merito del talento»
«Un po’ come il tuo per infastidire la gente? Magari è proprio per questo che vengo pagato, e tanto, per ogni cosa che faccio mentre tu sei ancora uno dei tanti». Evitò accuratamente la formula “stronzo qualunque” perché gli pareva brutto, non voleva perdere le staffe e la dignità davanti a una nullità simile.
«Sai, devo dire che però ti ammiro per la tua sincerità» rispose Travis accendendosi un’altra sigaretta, segno che con lui non aveva ancora finito. «Jade dovrebbe imparare da te»
«Non ne vedo il motivo». Era stato sincero, anche se aveva fatto di tutto per nascondere la sorpresa in risposta alla frase di lui. Era convinto che Jade fosse la persona più cristallina della casa, ecco perché si sentiva fortunato ad averla al proprio fianco, non era di certo lui l’esempio a cui la ragazza avrebbe dovuto rifarsi; non aveva un minimo della sua purezza e sincerità. Jared era bravo a provocare, ma Travis sembrava così limitato mentalmente da non riuscire a capirlo.
«Sai, è interessante tutto ciò. Ho visto la puntata riassuntiva della scorsa settimana prima di venire qui, e ho trovato uno spunto interessante, oltre che un discorso di Jade trito e ritrito che mi ha ricordato perché la trovassi una palla mortale, al punto da portarmi a rompere».
Jared non sapeva come prendere quelle parole, quindi decise di rimanere in silenzio affinché l’altro continuasse il proprio discorso.
Travis, con somma soddisfazione visto che aveva notato che Jared, per la prima volta, si trovava in difficoltà, continuò ad approfondire il discorso, cosa che all’improvviso gli stava davvero a cuore.
«C’è una cosa che Jade mi disse più volte, soprattutto al momento della rottura tra noi, un concetto che ha ripetuto anche a Scott. Ma non a te».
Jared iniziava a scocciarsi, soprattutto perché poteva sentire lo soddisfazione di Travis trasudare da ogni parola, e non gli piaceva per nulla che finalmente avesse trovato un punto in cui aveva potere su di lui.
«Ci siamo lasciati…»
«Perché l’hai tradita» rispose pronto Jared, cercando di mettere fine a quella situazione sgradevole, eppure era convinto che Travis avrebbe protratto l’agonia il più possibile.
«Già, ma il punto è tutto quello che c’è stato attorno alla rottura. A come io sono arrivato ad andare a letto con altre e lei mi abbia scoperto con una di queste, perché con lei non ero soddisfatto. Eppure Jade al posto di incazzarsi mi ha detto che non provava nulla per me, che anche in quel momento provava soltanto indifferenza, perché io non le davo ciò di cui aveva bisogno». 
Jared si rasserenò, allora Jade non era stupida, perché per essere stata con un tipo simile doveva iniziare a dubitare delle sue facoltà mentali, lui l’avrebbe liquidato dopo il secondo cocktail in un locale, perché aveva la netta sensazione che si fossero conosciuti in un posto squallido simile.
«Beh, le ho risposto che lei dava ancora meno, anzi, non dava proprio nell’ultimo periodo, ecco perché mi scopavo la prima troietta che mi capitava a tiro. E, devo dire, che l’appellativo mi è costato un ceffone dalla tipa con cui stavo scopando, tanto che mi ha fatto uscire subito, non concludendo l’opera».
Lo ammise senza il minimo imbarazzo o pentimento, come se la cosa facesse di lui un tipo giusto e non un coglione di prima categoria. Una bestia aveva più tatto di lui, e lo pensò per non offendere la bestia in questione.
«Sinceramente non capisco dopo questa storia possa portare, non c’è molto di cui vantarsi». Gli fece notare Jared. Aveva imparato che nelle cose in cui una persona si lodava da sola era perché, fondamentalmente, erano ridicole e non c’era niente di cui andare fieri nella maggior parte dei casi.
«Hai ragione, meglio non divagare. Diciamo che in uno scambio di opinioni tra la mia ex e me, dopo il mio spassionato parere, la diretta interessata ha ribadito più volte – fino allo sfinimento – che da una relazione voleva con tutto il cuore essere scelta, perché era stufa di scegliere e di rincorrere. Vuole essere la soluzione di qualcuno, non l’opzione come è sempre stata. Un qualcosa di speciale e straordinario. Un qualcosa ben lontano dall’essere amata». 
Travis lasciò che l’ultima frase fosse assorbita e facesse da collante per tutto il resto del discorso, sicuro di aver posto il giusto accento anche sulla questione dell’essere scelta. Un puzzle che per uno come Jared non doveva essere difficile da mettere in ordine.
E, a giudicare dalla sua espressione, Travis aveva fatto centro.
«Ecco perché dico che Jade, in sincerità, dovrebbe imparare da te. Con Scott la risposta è stata diversa. Ma la vera domanda è: perché?» disse l’ex spegnendo la sua sigaretta, pronto a rientrare dopo aver messo al tappeto nientedimeno che Jared Leto, ormai seduto sul divano in un rabbioso silenzio, fatto di nervosismo e orgoglio ferito.
Quanto c’era di vero nel discorso di Travis? Perché, in caso lui avesse avuto ragione, Jade aveva risposto in modo diverso? Certo, poteva avere più risposte, ma perché cambiare l’unica così… complementare alla sua?
Dio, non voleva pensarci, non in quel momento, non davanti a Travis e a causa sua. 
Travis si alzò, ma prima di lasciare Jared a rimuginare sui dubbi che aveva instillato in lui, decise di dare il colpo finale al suo monologo di poco prima.
«Comunque qualcosa di straordinario ce l’ha, chiariamo. Quelle labbra che sa muovere con una certa maestria attorno a un c…» 
«Finisci la frase e giuro che ti spacco i denti, telecamere o meno». Jared si alzò in piedi e strinse il collo della maglia nel pugno della propria mano, ormai al limite della calma. Era stufo di sentire parlare di Jade in quei termini. Poteva anche non essere perfetta come l’aveva idealizzata lui, ma non meritava di essere trattata come una persona senza valore al pari di una sgualdrina o una senza carattere. Jade aveva dimostrato tanto in quelle settimane, a lui soprattutto, e non era disposto ad ascoltare un’ulteriore stronzata sul suo conto.
«Tu una come Jade non l’hai mai meritata. Lei vale, e se non te ne sei mai accorto è un bene che tra voi sia finita. Per lei però, perché quello che ci ha perso sei tu».
Lasciò andare la maglia di Travis ma rimase con lo sguardo nel suo, con il preciso intento di comunicargli la sua rabbia e incutergli un certo timore. Ci riuscì, ma l’altro cercò di non darlo a vedere.
«Uh, come ci scaldiamo per la piccola Jade. Allora ti piace». Lo sguardo di Travis brillava di soddisfazione per aver torturato il nervo scoperto del cantante e averlo reso meno perfetto e padrone di se stesso di come voleva apparire.
«Certo che mi piace, se no non saremmo diventati amici» gli disse mentre si allontanava da lui prima di cedere all’istinto di prenderlo per il collo e non per la maglietta. Quello scambio di opinioni poteva finire lì, soprattutto perché era stanco di una persona che non sapeva dialogare senza provocare con meschinità e colpi bassi.
«È tutta qui la verità, Jared? Ti scaldi un po’ troppo per essere uno a cui non interessa davvero, perché arrabbiarsi implica un certo coinvolgimento. E mi è stato detto giusto prima, non è farina del mio sacco».
I cameramen erano pronti per dividerli, si vedeva quanto tra i due ci fosse una tensione pronta a esplodere, ma tutto scemò dopo una manciata di secondi.
Senza attendere risposta, quasi fosse la battuta finale del terzo atto, Travis rientrò e fu seguito a ruota da Jared, però i due intrapresero strade differenti. Non meritava risposta.
Jade, che aveva intercettato l’entrata in contemporanea dei due, si fregò un occhio con l’indice nello stesso momento in cui lo fece Jared, così si trovarono a metà strada, nel centro del salotto, dove tutti erano impegnati nelle loro conversazioni e quindi nessuno avrebbe badato a loro.
«Cosa è successo? Stai bene? Hai una faccia». Jade gli mise una mano sulla guancia, ma Jared non se ne accorse. 
La guardava ma non la vedeva. Travis era stato una parte di lei e più pensava quello più sentiva il bisogno di capire cosa si nascondesse davvero dietro Jade, perché non riusciva a comprendere come una simile ragazza potesse perdere tempo con uno come lui.
«Il tuo ex, l’ho conosciuto un po’ meglio. Ho capito perché è finita, ma quello di cui non mi capacito è come tu ci abbia anche perso del tempo». Era allibito e deluso, forse perché davvero da Jade si aspettava di meglio, non sapeva dire quale motivo lo spingesse a sentirsi in quel modo.
«Lo amavo. O, almeno, ho pensato di averlo amato. Errori di valutazione» disse Jade accarezzandogli la guancia un’altra volta per poi mettere fine al loro contatto, diventato troppo intimo per i suoi gusti per essere palesato davanti a tutti.
Jared alzò un angolo della bocca con fare amaro. Un errore di valutazione. Quanti ne aveva fatti, lui, nel corso della sua vita? Mia era stata l’ultimo di una lunga serie.
Eppure non era quello a preoccuparlo, quanto più il pensiero di essere il prossimo sulla lista di Jade, e la cosa non gli piaceva per nulla.
Rilassò le spalle, stanco di quella serata infinita, e ringraziò Leighton quando lo cercò per presentargli il proprio ex, fan dei Mars e della sua carriera di attore.
Poco dopo mezz’ora dalla conversazione con Travis gli ex vennero accompagnati al van e Jared, così come Jade, li salutò con somma gioia.
Una volta rientrati in casa le ragazze tirarono un sospiro di sollievo, e Jade propose un brindisi per la conclusione della serata: dopo la partenza del furgoncino sembrava avesse guadagnato in allegria e colorito, cosa che la fece sembrare una adolescente in piena fase esplosiva.
Jared, inaspettatamente, si ritrovò rinvigorito da quel buonumore, ma quando vide che lei andò a cercare Scott per poter farsi coccolare un po’ si sentì ferito, quasi il comportamento protettivo nei confronti di lei fosse stato vano.
Ferito, salì le scale per andare a dormire senza salutare o dare spiegazioni a qualcuno.
A malincuore dovette ammettere tra sé di voler essere lui il primo da cui Jade sarebbe corsa, perché pensava di meritarlo più di ogni altra persona lì dentro, soprattutto di Scott.


Durante la fuga d’amore i ragazzi rimasti in casa si dedicarono alla costruzione di un gioco simile a Taboo, dove ognuno scriveva una parola qualsiasi e prima doveva farla indovinare con altre parole, poi mimarla. Un modo come un altro per passare il tempo e per incrementare la loro sintonia.
Si scoprì, dunque, che Jade e Scott erano una grande squadra, cosa che fece storcere il naso di Jared, ma si era anche scoperto che il cantante aveva grande feeling con Leighton. Simon si era accaparrato Olivia prima del tempo e Jared non aveva potuto farci nulla.
Se all’inizio il gioco non l’aveva coinvolto, complice l’alchimia tra gli altri due, Leighton era riuscita a renderlo partecipe e a divertirlo tanto da stuzzicare la sua competitività, lato che aveva messo da parte sin dalla prima settimana, soprattutto durante le prove, perché non voleva trovarsi nella condizione di vincere un’altra fuga d’amore ed entrare nella cabina della verità, era sicuro che se gli fosse capitata un’altra occasione di poter essere scelto, i ragazzi l’avrebbero sfruttata a loro vantaggio.
Nonostante ormai avessero stabilito legami con le diverse ragazze, avevano il terrore che Jared potesse essere ancora considerato l’uomo più ambito della casa. Non solo vedevano quanto fosse bello, ma era anche pieno di talenti e abile con le donne, tutte caratteristiche che tendevano a offuscare gli altri ragazzi, cosa di cui erano gelosi, anche se ormai avevano instaurato rapporti alquanto intimi con qualche ragazza.
Olivia, conscia del terreno che Leighton stava guadagnando con Jared, cercava ogni volta di infilarsi e azzerare la distanza che vedeva formarsi tra lei e il cantante, il quale apprezzava tutte quelle attenzioni e lo sforzo profuso. Di solito, quelle che facevano di tutto per conquistare la sua dedizione, erano disposte a ogni cosa per lui per paura di vedere sfumare quello che avevano conquistato con molta fatica, non rendendosi conto che in realtà Jared non l’avevano mai avuto. 
Eppure con Olivia era diverso, c’era qualcosa di scaltro in lei che gli aveva fatto capire che era conscia di quell’equilibrio precario, e che non avrebbe fatto di tutto per averlo – almeno pubblicamente – per mantenere la sua dignità.
A Jared piaceva proprio perché pensava che sotto certi punti di vista fossero simili, al punto da poter essere compatibili.
Erano calcolatori, egoisti ma caparbi, pronti a ottenere quello che volevano, ed erano qualità che non era facile trovare in una donna.
Però sia a Leighton che a Olivia mancava qualcosa agli occhi di Jared. Era come se non riuscisse ad andare fino in fondo, come se fossero ottime nella teoria, ma poi in pratica ci fosse qualcosa che non andava.
Guardò prima una e poi l’altra, e fu ricambiato una volta con lussuria e l’altra con rispetto ed eleganza, ma niente di quello che avrebbe voluto trovare nello sguardo della persona che avrebbe voluto amare, perché ormai era chiaro: anche se Jared era poco convinto riguardo la storia dell’anima gemella scelta a tavolino, era lì per fare un tentativo e ormai aveva capito di volerci provare davvero, non solo per fare un favore alla madre. La verità era che aveva bisogno di credere che qualcosa di bello oltre alla musica e alla recitazione fosse possibile pure per lui. Aveva voglia di sentirsi di nuovo umano.
Fissò Jade, concentrata sul gioco, mentre si passava l’indice e il medio sul labbro inferiore, un gesto che faceva quando era concentrata o a disagio. Lo sguardo di Jared, però, la richiamò e lo ricambiò con una sincerità disarmante. Smise di muovere le dita sulla bocca, quasi quel piccolo gesto le avesse fatto dimenticare l’imbarazzo per un attimo, e gli sorrise genuina, un sorriso così solare che ricordava un riverbero che colpiva l’acqua cristallina.
Jared le sorrise di rimando, felice di aver fatto tanto nel suo piccolo, e di essere stato proprio lui a renderla a proprio agio. Fu contento di quel breve scambio perché si sentì a casa, quell’atmosfera intima in cui poteva lasciarsi andare per quello che era, come se ci fossero le persone di sempre, a cui voleva bene, a circondarlo.
Scacciò i propri pensieri nostalgici e si focalizzò sul gioco, ormai alla fine, sperando di poter applicare anche nella vita i diversi trucchi che un intrattenimento poteva offrire; sbagliando, come al solito, non la strategia, ma la filosofia con cui affrontava il tutto.


Le coppie che erano tornate dalla fuga d’amore erano parse alquanto affiatate, più che alla partenza, e la sensazione percepita aveva portato allegria in casa, al contrario della presenza degli ex.
Ryan si presentò da loro per annunciare la coppia destinata alla cabina della verità votata dai concorrenti rimasti in casa. «CJ e Annah».
I ragazzi applaudirono nervosi. Avevano notato un certo feeling tra i due, ed erano i più papabili tra le coppie che potevano essere votate, ma vivevano in un equilibrio strano che non riusciva a convincerli del tutto: erano caratteri forti che si assomigliavano per certi versi, mentre per altri erano totalmente agli antipodi; eppure, in un percorso lungo sei settimane, sembrava avessero trovato il modo di completarsi.
«Andate nella cabina per vedere se siete o meno un match perfetto».
La cosa che stupì tutti fu che CJ le offrì la mano da intrecciare alla sua, cosa alla quale lei non si tirò indietro, e si avviarono tranquilli verso la stanza, quasi non avessero avuto nulla da perdere. Non erano agitati come tutti gli altri prima di loro, avevano la calma di chi sapeva di essere nel bel mezzo della decisione giusta, una certezza che tutti quelli in casa, al momento, non sentivano di avere, escludendo Dylan e Haylee.
Dopo attimi che parvero infiniti comparì sullo schermo la scritta che decretava un loro passo avanti piuttosto che uno falso.
PERFECT MATCH.
Annah e CJ si coprirono le bocche con le mani, sconvolti e sorpresi, prima di scambiarsi un bacio.
Tra i vari festeggiamenti in casa, chi era rimasto a fissarli sullo schermo aveva notato una dolcezza smisurata nel loro gesto, capendo davvero che la passione non era tutto e dovevano cercare altro, soprattutto loro che in casa avevano la certezza di avere la persona più adatta per ognuno.
Jade, dopo aver abbracciato Scott per la gioia, si sedette accanto a Jared, intento a fissare con attenzione lo schermo, con una punta di commozione negli occhi chiari diventati ancora più lucidi per la strana sensazione che stava provando. Si era coperto la bocca spalancata con le mani, sorpreso per quanto il sentimento tra due persone estranee potesse toccarlo così a fondo, quasi provasse lui stesso quell’emozione. La possibilità che fosse davvero possibile.
«Ce la faremo» gli disse Jade con un sorriso luminoso sulle labbra e una mano sulla spalla di lui per consolarlo, dato che le sembrava scosso. «Te lo prometto».
Era sincera, cosa che portò Jared a interrogarsi sulle parole di Travis di qualche giorno prima. Jade era il suo unico punto di riferimento, non era sicuro di voler sapere la verità a riguardo e veder crollare le sue poche certezze in quel modo.
«Mi affido a te» rispose con un sorriso incerto e stupito nel ricambiare la schiettezza di lei, perché in quelle parole c’era più verità di quanta lui stesso riuscisse ad ammettere e comprendere. «Perché io più andiamo avanti meno capisco la direzione che stiamo prendendo».
Le accarezzò i capelli e iniziò a giocare con le punte, trovando nel gesto e in Jade un qualcosa che riusciva a placare ogni suo tumulto interiore, un senso di pace anche se si trovavano in mezzo ai festeggiamenti di altre sedici persone a causa del milione di dollari che si faceva più vicino.
Arrivarono alla cerimonia di accoppiamento con sorrisi splendenti e la speranza di avvicinarsi sempre più al premio, magari con la propria anima gemella al fianco.
Prima di far partire la registrazione della puntata Daisy salutò Drew con un bacio che ferì Spencer, per quanto ce la stesse mettendo tutta per farsi conoscere e fare capire alla propria metà che lui era più adatto per lei, e sembrava anche riuscirci in settimana, tutto veniva rovinato dalla puntata settimanale.
«Bentornati ragazzi, stasera toccherà alle donne scegliere le proprie metà» esordì Ryan allegro, contagiato dall’umore delle persone che gli stavano di fronte. «Ma prima facciamo accomodare la nuova coppia perfetta sul divanetto».
I concorrenti applaudirono e si godettero le espressione sorprese di Spencer e Daisy, felici che ci fossero stati dei progressi in casa e di aver finalmente un po’ di compagnia, avere qualcuno con cui condividere le giornate sarebbe stato più divertente, quasi come essere stati di nuovo in casa.
«Esatto ragazzi, non sarete più soli. Da domani dividerete lo spazio nel resort della luna di miele con CJ e Annah».
Spencer si congratulò con CJ dandogli vigorosi colpi sulla schiena e poi tirandolo a sé, mentre le ragazze ricorsero a un più delicato sorriso di comprensione e divertimento. Uscire dalla logica a volte crudele di quel gioco era una cosa positiva, per quanto si dovesse rinunciare al calore di tutto il gruppo.
«Bene, ora potete dare il via alle altre scelte. Vi aspetto qui per confermare la coppia da voi selezionata». Ryan si fregò le mani come se fosse stato pronto a iniziare un lavoro. «Dakota, prego, tocca a te».
Lei seguì il richiamo, si fermò davanti al presentatore per poi scegliere Simon.
Una decisione che stupì tutti, tranne Liam che aveva condiviso la fuga d’amore con lei. Aveva visto come lei non fosse presente con la testa e lui, quindi, avesse capito che Dakota non faceva per lui, il suo non arrabbiarsi riguardo l’andamento dell’appuntamento era stato fondamentale per fargli capire la realtà dei fatti, almeno per loro due.
Jade, la seconda a essere stata convocata, chiamò accanto a sé Scott, sfoggiando un sorriso sbarazzino che la faceva sembrare più donna. Jared, nonostante la scelta discutibile ai suoi occhi, era felice di vederla così splendente, anche se c’era un senso di insoddisfazione ad accompagnare quel momento.
«Voi due ormai siete parecchio legati, anche se Scott ha un buonissimo legame anche con un’altra ragazza».
Sorrisero entrambi imbarazzati alle parole di Ryan, nonostante si fossero aperti con i rispettivi gesti nei confronti dell’altro, non avevamo mai parlato apertamente di ciò che li coinvolgeva, quindi cercarono di rimanere sul vago.
Larissa nominò Mark, così Leighton, che aveva visto sfumare il suo piano B, scelse Jared anche se la cosa la terrorizzava. Sapeva che c’erano ragazze all’interno della casa che lo volevano per il prestigio che ne avrebbero tratto, ma lei non era così, a lei Jared interessava davvero. Era un uomo carismatico e affascinante con uno spiccato senso artistico, una dote per cui andava pazza. Olivia, dunque, scelse Liam, un po’ perché era la persona con cui aveva un buon rapporto, un po’ perché erano insieme nelle coppie della quinta puntata e avrebbero potuto essere una delle giuste, ma soprattutto perché le sue alternative erano già state prese dalle altre, come aveva appurato a malincuore.
Mia scelse Nick, Haylee Dylan e Taylor si ritrovò con Drew, la persona con uno dei caratteri più difficili della casa.
«Ora che avete il vostro partner e avete confermato la coppia vediamo quanti abbinamenti avete indovinato. Prima si accenderanno due fasci di luce, ormai fissi, che indicano i match perfetti che avete trovato, poi si accenderanno i fari delle coppie giuste della serata. In bocca al lupo, cominciamo!»
Le luci dello studio si spensero e si illuminarono i due fari che rappresentavano Daisy e Spencer e CJ e Annah, nell’attesa che se ne accendessero altri.
«Tre!» disse ad alta voce Ryan per sovrastare le urla di gioia dei concorrenti.
«Quattro!» Aggiunse il presentatore elettrizzato alla visione di un nuovo fascio di luce, quasi le invocazioni dei ragazzi avessero sortito qualche effetto.
«Cinque!» Continuò nella speranza di vedere altri fari illuminarsi.
«Cinque coppie» esordì con più calma quando i fari si spensero e le urla dei ragazzi si dispersero insieme all’adrenalina del momento. «Il vostro nuovo record. Avete ancora quattro possibilità per trovare tutte e dieci le coppie esatte, se vi giocate bene le puntate ce la potete fare. Io ve lo auguro!»
Li salutò così, ricordando che avevano passato da poco la metà del programma e che la fine si sarebbe avvicinata nonostante i loro tentativi falliti.
Rientrarono in casa confusi e felici, con alcune certezze e ancora più domande in testa.


 
*


Vicki sospirò attirando l’attenzione di Tomo.
«Cosa c’è?» Tomo si stiracchiò da sotto la coperta che aveva usato per scaldarsi, era metà Novembre ormai e a Detroit stava nevicando, era bello passare il tempo insieme con una tazza bollente accanto e un plaid a ripararli mentre fuori dalla finestra piccoli fiocchi ghiacciati danzavano senza sosta creando un panorama quasi surreale, soprattutto se paragonato ai paesaggi caraibici che la televisione stava ancora trasmettendo.
Era strano pensare a Jared al sole e in costume, quando a Detroit loro indossavano guanti, cappotti e cappelli.
Tomo si ritrovò a pensare che Jared, in quel momento, avrebbe indossato una felpa e il suo colbacco preferito, quello da cui negli ultimi periodi faticava a separarsi.
«È strano» esordì lei, rannicchiandosi sotto la coperta che si era sistemata addosso prima dell’inizio della trasmissione. «Ha un comportamento così… protettivo nei confronti di Jade che…»
«Non riesci a capire se la consideri un’amica o qualcosa di più» concluse per lei.
«Esatto. Si comporta in questo modo sia con Annabelle e Chloe, ma ha avuto lo stesso atteggiamento con Cameron. E le situazioni erano ben diverse». Vicki era preoccupata: se Jared non avesse preso una decisione riguardo i propri sentimenti avrebbe rischiato di perdere l’unica possibilità che si era concesso per essere felice.
«Anche io ho la stessa sensazione» replicò Tomo con tono affranto.
Per la prima volta dopo settimane si sentiva ferito da Jared, e di tutte le cose che avrebbe potuto dire del programma, era convinto che quella non potesse rientrare nella gamma di emozioni provocate da esso, ma doveva ricredersi.
Vicki, sentendo il tono di voce del marito, aspettò che questi continuasse il proprio discorso.
Tomo, attirato dal silenzio di lei, alzò il viso per incontrare due occhi pazienti pronti a dargli conforto. Sospirò arreso alla forza di quello sguardo e prese fiato per continuare.
«Non riesco a capirlo». Sapeva benissimo che Jared fosse una persona complicata da comprendere, ma lui era diventato bravo a interpretarlo, ed era felice della cosa, lo soddisfaceva poter dire di essere una delle poche persone con cui Jared si era lasciato andare, ma per la prima volta dopo anni si sentiva un estraneo in sua presenza. «Pensavo di conoscerlo».
Gli era costato ammettere una cosa simile, anche con Vicki.
Lei si avvicinò per consolarlo, gli passò una mano tra i capelli per spostarli dal viso e lasciarla poi scorrere sulla guancia irsuta.
Gli si rivolse con tenerezza, come una mamma avrebbe fatto con il proprio figlio per spiegargli qualcosa di delicato e importante.
«Credo che al momento tu non lo capisca perché è confuso, nemmeno lui riesce a comprendersi. È come se per la prima volta dopo tanto tempo si rendesse conto di essere insoddisfatto ma non sapesse il motivo».
Neanche Vicki, a dire il vero, riusciva a capire se Jared si fosse reso conto che nella sua vita gli mancava una persona con il quale dividere le piccole cose, o se invece avesse compreso che a renderlo così desideroso di condividere parte della propria vita con qualcuno fosse stata Jade, la stessa Jade che, conscia dei limiti imposti da Jared, si era messa d’impegno per andare oltre ed escluderlo da ogni sua possibile scelta.
«Mi dispiace vederlo così, vorrei dargli una mano». Tomo, felice per l’ennesima volta per essersi innamorato di Vicki, si aprì a lei senza remore, sapeva che lei aveva capito. «Anche se non lo dice so che c’è qualcosa che non lo rende felice, al momento».
Vicki appoggiò la guancia al proprio braccio prima di sorridergli nel modo più buono possibile. «Prima o poi affronterà la cosa, e ne potrà uscire in due modi».
Tomo la guardò confuso, tanto che si spiegò meglio.
«O con un’esperienza in più o più felice».
Il marito le rivolse un sorriso carico di significato. «Spero nella seconda opzione»
«Anche io Tomo, anche io». 
Per quanto Jared non fosse un suo amico stretto era una persona a cui aveva imparato a voler bene e, per quanto fosse un uomo dalla mente eclettica che non riusciva mai a riposare, Vicki era convinta che meritasse qualcuno con cui condividere il peso del suo estro creativo.


 
*


Era stata strana quella serata per lui. Non solo a causa della compagnia, ma anche per via dei contenuti che la puntata aveva mostrato.
Nonostante Shannon riconoscesse pienamente a Travis il titolo di coglione, doveva anche dargli atto che alcune cose che aveva detto fossero vere, perché la rabbia era la molla di tutto. Certo, il concetto era partito da Jade, ma era stato il suo ex a riportarlo a Jared e a far sì che, dunque, arrivasse anche al fratello maggiore.
Soprattutto se il comportamento del più piccolo era risultato così strano.
Shannon invidiava Jade e Jared. 
Il loro rapporto, di qualunque natura fosse, era elettrizzante, sincero, vissuto. Lei non era stata del tutto onesta, ma l’aveva fatto per tutelare Jared e la loro amicizia, era qualcosa di onorevole, un gesto che l’aveva portato a domandarsi se con Kirstina fosse mai stata così: importante a tal punto di sacrificare qualcosa per lui, per loro due, affinché non li scalfisse.
La rabbia dimostrata da Jared era stata preziosa per Shannon, perché era un’emozione forte, e se ci si arrabbiava per qualcosa voleva dire che era importante, valeva la pena di rovinarsi l’umore perché questa cosa veniva prima di tutto, perché era quella che rendeva una persona insensatamente felice, stupidamente appagata e inconsciamente soddisfatta.
Era come essersi reso conto all’improvviso di non avere tutto quello.
Lui e Kirstina si erano mentiti e ne erano a conoscenza, ma non avevano mai avuto il coraggio di incazzarsi tra loro. Forse perché entrambi sapevano che non sarebbero usciti integri da una cosa simile, perché non ne valeva la pena.
Si girò a guardarla, triste di come non erano riusciti nemmeno a scambiarsi opinioni a riguardo. Se con Constance era abituato a fare commenti costruttivi e alternarli ad altri sarcastici sulla puntata, con Kirstina era stato tutto diverso. Lei aveva passato il tempo a criticare ogni dettaglio di ogni ragazza della casa, quasi si fosse sentita minacciata da ognuna di loro. Una aveva le unghie orrende, l’altra aveva la brutta pelle perché era carnivora, una era troppo remissiva e l’altra ancora era volgare.
Un commento simile fece ridere Shannon, dato che Kirstina – il più delle volte – non si era dimostrata proprio una campionessa di buone maniere, né con le risposte sui social network né con video e foto in cui si atteggiava a porno star, una figura che non si avvicinava proprio a quella regale di una principessa.
«Perché stiamo insieme, secondo te?» le domandò a bruciapelo. Non seppe dire perché le avesse posto quella domanda, probabilmente era frutto dei suoi pensieri precedenti e il risultato di ciò che aveva visto prima, ma Shannon sentiva il bisogno di sapere.
Kirstina gli sorrise con fare furbo e seducente, gli occhi che lo osservavano con la coda dell’occhio e un solo angolo della bocca alzato. «Perché il sesso è fantastico».
Ed era vero. Pur di compiacere gli uomini e diventare indimenticabile per ognuno di quelli che aveva avuto, Kirstina aveva imparato ogni trucco possibile, così come conosceva al meglio i desideri dell’universo maschile in fatto di sesso. Sapeva muoversi, fare impazzire e rendere indelebile ogni singola cosa che faceva con il proprio corpo o con quello altrui.
Ma cosa c’era d’altro?
Era bella, bellissima, ma era come se fosse senz’anima.
Ogni dannata volta che facevano qualcosa insieme poteva vederla ragionare a mente fredda in dollari, quasi potesse capire o quantificare quanto le sue azioni le giovassero a livello di conto in banca o popolarità. Era così con lei, non faceva mai niente per niente, in modo spassionato.
L’esatto contrario di Jade, ecco perché aveva invidiato il rapporto che Jared aveva instaurato con lei. Jade faceva le cose perché se le sentiva, perché le voleva e non pensava alle conseguenze. C’era feeling tra lei e suo fratello, ma non era una cosa fisica, bensì più mentale. Gli piaceva il modo in cui riuscivano a parlare di quasi tutto perché li portava a confrontarsi e scambiarsi pareri ed esperienze diversi, come scherzavano e come si sfioravano; in ogni gesto c’era un rispetto che rasentava la venerazione, una cosa così intima da far risultare di troppo chi li osservava.
Riuscivano a essere loro stessi in presenza dell’altro.
Tra lui e Kirstina un simile atteggiamento non c’era, né c’era mai stato.
Non riuscivano a costruire un dialogo, per quanto Shannon ci avesse provato.
«E secondo te perché non parliamo molto?»
La sua ragazza aveva un corpo mozzafiato, ma aveva capito di volere anche altro da lei. Non era stupida, affatto, e gli sarebbe piaciuto avere un rapporto completo, non solo fisico.
Voleva tutto.
«Perché facciamo tanto sesso!» rispose Kirstina ridendo prima di avvicinarsi a lui per stampargli un bacio a fior di labbra. «Se sei Shannon Leto puoi permetterti di parlare poco e dimostrare chi sei con i fatti».
Per dare credito a quanto diceva fece scorrere la mano dal petto fino al bordo dei pantaloni, cercando negli occhi di lui il silenzioso consenso per continuare. No, non era stupida per niente, sapeva che quando Shannon diventava più ombroso ed ermetico del solito doveva dosare ogni mossa per non irritarlo.
Cosa che non funzionò, perché la provocazione servì solo a dargli fastidio. Voleva parlare, non fare sesso.
Shannon alzò gli occhi al cielo per dimostrare il suo disappunto.
«Però se vuoi ti parlo dello yoga. O di quanto sia meglio seguire una dieta vegana» aggiunse lei con un tono un po’ stizzito. Se avessero dovuto parlare forse era più congeniale muoversi in territori che conosceva, preferiva sentirsi a proprio agio e partire avvantaggiata, non voleva fare brutta figura.
Inoltre sapeva quanto simili temi avrebbero inibito Shannon, cosa che avrebbe potuto fargli passare la voglia di confrontarsi per dedicarsi ad attività più fisiche.
«Perché quando provo a instaurare un dialogo si deve sempre e solo parlare di te e dei tuoi interessi? Io non esisto? Come sto, cosa provo, non sono cose importanti?!»
Era esasperato. Essersi reso conto all’improvviso di quanto il suo rapporto con Kirstina fosse in bilico aveva fatto esplodere in lui sentimenti contrastanti quanto forti, e sentiva il bisogno di esternarli tutti.
Ora che aveva capito di non essere mai stato compreso voleva renderle chiaro il concetto di indifferenza a cui l’aveva sottoposto per tempo. Non gli importava cosa lei avesse da dire, lui non voleva ascoltare ma dire come stava e come lei l’aveva fatto sentire.
E, beh, si sentiva uno schifo.
«Shannon, perché non dici quello che vorresti senza pormi tutte queste domande e non la facciamo finita?!» Kirstina, sapendo quanto ci fosse in gioco per lei ogni volta che litigava con Shannon, cercava di mantenere un tono diplomatico, tentava dunque di mettere in pratica tutta la meditazione che aveva imparato con lo yoga, sapeva che sarebbe tornata utile nella vita.
Era pronta ad affrontare Shannon, tanto da mettersi con la schiena dritta e le gambe incrociate, girata verso di lui.
«Ecco, brava, hai centrato il punto: facciamola finita».
Era felice che lei gli avesse offerto un simile aggancio per poter essere il più diretto possibile, anche perché, detto in sincerità, se Kirstina non avesse risposto in quel modo non avrebbe saputo dire con esattezza cosa avrebbe voluto. Soprattutto perché non pensava di volere quello, ma ora che l’aveva detto ne era certo.
«Oh». Fu presa in contropiede, non si aspettava una posizione così netta, ma si disse che stava parlando in preda alla frenesia del momento, niente che pensasse davvero. «Io non intendevo questo…»
«Io invece sì. Intendo esattamente questo».
Lo voleva. Non per sua mamma, non per qualche desiderio improvviso; lo voleva per sé, perché pensava di meritare una persona che si interessasse a lui e a cui lui stesso avrebbe potuto interessarsi. Una donna che aveva più da offrirgli oltre al corpo, anche se pensava fino a quel momento di non volere di più. Ma lui era Shannon Leto, e accontentarsi non rientrava nel suo vocabolario.
«Dai, avanti… parliamone».
Kirstina stava vedendo scivolare via l’unica certezza della sua vita di quel momento, non riusciva a mostrarsi pacata, tanto che la voce aveva iniziato a incrinarsi. Vedere Shannon così serio e convinto, così lucido dal suo solito se stesso, la stava spaventando a morte, non sapeva come trattarlo, era abituata a una persona più conciliante e disposta al dialogo, non era mai stato così fermo sulle proprie posizioni.
«Oh, guarda un po’, ora ti va di parlare? Beh, c’è una novità: non ne ho voglia». Non più. Allargò le braccia per sottolineare il concetto, come se non fosse stato abbastanza chiaro. Aveva messo un punto alla situazione, e dopo un punto fermo simile non c’era un dialogo, nemmeno un nuovo capitolo; era pronto per scrivere una nuova storia di cui Kirstina non faceva parte.
«Dai Shan, scusa, non volevo urtare la tua sensibilità prima, sono pronta ad ascoltarti e ad aprirmi». La voce sempre più incrinata, le proprie speranze, sempre più flebili, vacillavano come un lampadario durante un terremoto. Kirstina si atteggiava a donna che sapeva irretire gli uomini, ma in verità era una ragazza avventata che poi non sapeva tenerseli. Nonostante avesse avuto un matrimonio fallito alle spalle da esso non aveva imparato nulla né aveva tratto una lezione dagli errori commessi, forse proprio perché era convinta di non averne fatti.
«Non ce n’è bisogno, sei sempre stata brava in quello, però adesso ho preteso di più. Ho sempre preteso di più da te, ma tu hai fatto finta di nulla. Ora è un po’ tardi, non credi?»
Shannon, invece, in quel momento sentiva tutti i suoi quarantaquattro anni, come se qualcuno glieli avesse gettati sulle spalle di colpo. Aveva provato ad affrontare i problemi ma lei non era stata disposta a vederli e, dunque, a risolverli, quindi ora si sentiva in dovere di farle un quadro della situazione, trarne le soluzioni e dirle ciò che non andava, decidendo per entrambi, scegliendo il meglio per se stesso. 
Quello era il risultato di tante esperienze e troppe bugie scoperte e sopportate a lungo, un po’ di cattiveria era il prezzo da pagare per la sensazione liberatoria che dava la sincerità. Shannon, sapendo di dover essere onesto fino in fondo, era conscio e pronto di passare per meschino, ma qualcuno doveva mettere fine a tutto, e non sarebbe mai stata Kirstina, aveva troppo da perdere.
«Che stronzo» disse lei con rancore mentre si rannicchiava sul divano barricandosi dietro il proprio astioso silenzio. Non ebbe nemmeno la dignità di andarsene, voleva rimanere perché sperava comunque di recuperare la situazione. Non le era ancora chiaro che non aveva alcun potere decisionale in merito. «Chi è stato a farti cambiare idea, tua madre? Travis? Wayne?»
«Perché nel momento in cui prendo una decisione pensi che mi sia stato fatto il lavaggio del cervello?» Era stato uno degli sbagli di lei, quello di trattarlo come un bambino capriccioso. Peccato che tra i due avesse proprio sbagliato persona a cui attribuire una simile caratteristica. «Mi dispiace dirtelo, ma è una decisione mia, tratta da alcuni fatti che ho notato in quest’ultimo periodo. Non ho bisogno dell’approvazione altrui per sentirmi realizzato, io».
Una frecciata infima quanto vera che la mandò su tutte le furie, tanto che scattò in piedi e, preda della rabbia, la fece iniziare a raccogliere le proprie cose sparse per la casa.
«Sai che c’è? Me ne vado, non sarai di certo tu a mandarmi via di qui e a troncare questa cosa. Non ho nemmeno intenzione di stare qui ad ascoltarti».
Al momento Kirstina non aveva certezze, ma sapeva una sola cosa: non voleva lasciargli l’ultima parola riguardo il loro rapporto, non avrebbe sopportato di essere lasciata di nuovo.
«Sai che novità». La rimbeccò Shannon mentre la seguiva. Al contrario di quello che pensava lei, però, non per tentare di fermarla, ma per aiutarla a raccogliere quante più cose possibili di modo che le portasse via tutte in una volta. «E comunque non vorrei contraddirti, soprattutto perché non vorrei trattenerti oltre, ma io ti ho già lasciata, ecco perché siamo qui a discuterne, proprio perché tu non sembravi d’accordo sulla cosa».
La battuta finale che avrebbe richiesto una estrema maturità da parte di entrambi o una risposta pronta.
Peccato che i diretti interessati non fossero pronti a fare i superiori.
Kirstina ficcò tutti i propri indumenti alla rinfusa nella sacca della palestra che aveva portato con sé, poi si diresse verso la porta. 
Con il palmo sulla maniglia e un tono grave e astioso, si girò verso il batterista: «Fottiti Shannon».
Lui sorrise amaro con la certezza di aver vinto il round e l’incontro, Kirstina aveva esaurito i colpi bassi a sua disposizione, la risposta ne era la dimostrazione lampante.
«Scommetto che sarà lo stesso per te tra qualche giorno. Dimmi dove pubblicherai le foto tue e del nuovo ragazzo: twitter o instagram? Non vorrei perdermi il lieto annuncio».
Ascoltò la porta sbattere e tremare dietro le spalle di lei e si sentì davvero sollevato dopo tanto tempo.
Gli sarebbe piaciuto avere tutto da un rapporto, avrebbe voluto tutto, ma per la prima volta si rese conto che non l’avrebbe voluto da lei.




 
Eccomi! Non sono sparita, ho solo avuto da fare prima e ho trovato solo ora tempo per aggiornare.
Ma veniamo a noi. Capitolo lungo, lo so, il più lungo che io abbia scritto finora, ma ne succedono di cose. Vi aspettavate quest'incursione in casa?
E il finale? Insomma, a quanto pare ciò che succede a Jared viene parafrasato da Shannon e applicato poi nel personale. Non male, no? È quasi come se anche lui stesse facendo un percorso.
Tomo mi fa una tenerezza assurda *si asciuga una lacrima di commozione e si scusa con le lettrici, ma si avvicina il periodo critico*
Se non mi vedete settimana prossima è a causa della scrittura dei capitoli. Con l'Otto non sono messa male, dato che sono a metà, ma ho paura che il nove non sarà altrettanto facile, quindi vedrò il da farsi in corso d'opera, purtroppo. Sappiate solo che se non ci si sente lunedì prossimo ricompaio sicuramente quello dopo, giusto per dare la continuità che serve ai capitoli 7/8/9. Non vi arrabbiate, lo faccio per voi.
Ora, siccome sono una persona lenta, vado a rispondere alle vostre recensioni meravigliose, che mi fanno capire quanto riusciate a comprendere la storia e i personaggi, e io non posso che esserne contentissima *w*
GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
Per le comunicazioni mi trovate qui: Love Doses.
A lunedi prossimo (SPERO), XO, Cris.


 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Love_in_London_night