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Autore: AlessiaOUAT96    18/05/2015    2 recensioni
Jadis cercava vendetta ma non poteva ottenerla nell'aldilà, non poteva nemmeno immaginare che uno scherzo verso colei che considerava solamente una figlia di Eva, l'avrebbe portata in mondi a lei sconosciuti.
Neanche un dio immaginava che qualcuno, specialmente una donna potesse catturare la sua attenzione.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jadis, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Loki, era sdraiato sul suo letto della prigione dove era rinchiuso. Guardava il soffitto annoiato, finchè qualcuno non catturò la sua attenzione. Una donna dai capelli biondo scuro ed il vestito argenteo, era di fronte a lui.
-Madre..- si alzò dal letto e la guardò.
-Loki, come va?-
-Come credete che vada? Sono in una cella mica nelle mie stanze..-
-Lo sai che è colpa tua se ti trovi qui-

Il dio dell’inganno camminò avanti e indietro per la cella da cui poteva vedere le altre similari alla sua attraverso la parete trasparente di fronte. L’unica differenza era che la sua era più ammobiliata, sua madre aveva insistito per qualche mobile e libro, lui ne era riconoscente, le voleva molto bene nonostante non fosse la sua vera madre. Durante la sua infanzia era stata l’unica che non lo paragonava a suo “fratello” Thor.
-Ho sentito da delle guardie che oggi ci sarà un ricevimento speciale.. di che si tratta?-
-Credo che lo scoprirai anche tu. Ho ragione di credere che Odino la voglia mandare nelle segrete per ciò si presume abbia fatto ovvero congelare un suo cittadino che, a dire il vero era un asgardiano..-
“Congelare?” pensò Loki.
***
Elsa riusciva a vedere una miriade di stelle attraverso la sottile scia arcobaleno che la stava trasportando, non sapeva cosa pensare, sperava di non essere troppo lontana da Arendelle.
In pochi istanti, una luce la costrinse a chiudere gli occhi.

Quando li riaprì si trovò quasi in ginocchio, era stordita dall’inusuale viaggio, guardò il pavimento dorato di fronte a sé e poi spostò lo sguardo sulle pareti dorate con incastrati degli ingranaggi giganteschi di quel edificio a forma di cupola. Si alzò e vide un uomo con la pelle scura, gli occhi ambrati e con indosso un’armatura dorata, osservarla. Aveva in mano una grande spada ed era sopra una specie di piedistallo, dove piantò la grande arma.

Elsa era spaesata e confusa, stava per parlare ma l’uomo la precedette:-Spero che il vostro viaggio per Asgard, non l’abbia indebolita troppo, regina Elsa di Arendelle-
-Cosa? Asgard? E dove sarebbe? È lontano da Arendelle?- furono le prime domande che le vennero in mente, era talmente confusa che si dimenticò di chiedere all’uomo come conoscesse il suo nome.
-Anni luce. Tra poco arriveranno i Tre Guerrieri, la scorteranno a palazzo, dove la famiglia reale intende conferire con voi-
Elsa non riusciva a capire se fosse tutto un sogno o se fosse la realtà. Sperava fosse la prima così che quando si sarebbe svegliata avrebbe trovato Anna a darle il buongiorno, inoltre il fatto dell’uomo congelato in mezzo alla piazza sarebbe stato solo uno scherzo della sua mente mentre dormiva.

Purtroppo le sue speranze si spezzarono quando arrivarono i guerrieri di cui parlava l’uomo. Uno disse di chiamarsi Fandral, le baciò la mano e si inchinò, chiamandola con l’appellativo regina. Aveva i capelli biondi, lo stesso valeva per la sua barba, i suoi occhi invece, erano di un azzurro cielo.
-Io invece sono Volstagg, altezza- si inchinò un uomo con la barba arancione, abbastanza lunga e folta.
-Mi presento io sono Hogun- anche quest’ultimo si inchinò ad Elsa, aveva gli occhi a mandorla, i capelli neri come la sua barba. Tutti avevano indosso delle armature.
-P..Piacere, io sono Elsa. Regina di Arendelle-
-Siete pregata di seguirci, altezza. La condurremo a palazzo, credo che Heimdall, il nostro guardiano, l’abbia già informata del colloquio con Odino, il padre degli dei- disse Fandrall, poi vedendo l’espressione stranita di Elsa, aggiunse: -Immagino che per voi sia strano, ma ci farete l’abitudine, ora se volete seguirci..-

La regina non sapeva come comportarsi, ma non voleva crearsi dei nemici subito, voleva tastare la situazione, anche se non si aspettava nulla di buono. Seguì i tre guerrieri che la condussero dove avevano lasciato i cavalli. Il guerriero con la barba bionda la fece salire in groppa con quello dalla barba arancione, Elsa cercò di tenersi in tutti i modi.

Durante la cavalcata, notò che il ponte su cui stava proseguendo era arcobaleno e, ad ogni loro passo si illuminava; l’altra cosa che la lasciò senza parole fu il cielo ricoperto di stelle e da cui poteva vedere qualche pianeta. Il suo mantello azzurro sventolava a causa del vento provocato dalla corsa e i suoi capelli si scompigliarono un po’.
La città era molto grande e c’era un tripudio di gente che camminava, ma la cosa che la stupì di più fu l’enorme palazzo dorato verso cui si stavano dirigendo.
Fermarono i cavalli e fecero scendere Elsa, ancora stupita da quel che aveva visto.
-Seguiteci-
-Va bene-
Le fecero attraversare dei lunghi corridoi dove la luce del sole li illuminava ancor di più grazie ai decori dorati e le enormi colonne dello stesso materiale.
“Ma qua è tutto in oro?” pensò.

Arrivarono di fronte a delle porti gigantesche dove uno di loro disse ad una guardia, di avvertire il sovrano che la regina di Arendelle era arrivata. La guardia obbedì e dopo pochi istanti le grandi porte si aprirono.
Il suo castello di ghiaccio le sembrava minuscolo di fronte alla magnificenza di quella sala del trono, il cui quest’ultimo enorme su una scalinata. In quella sala ci potevano stare tantissime persone. Si fermò davanti alla scalinata, dove alla fine di essa c’era un uomo anziano, con i capelli e la barba bianca. Aveva un occhio bendato, indossava anche lui un armatura e teneva in mano una lancia.

A un lato della scalinata si posizionarono i guerrieri che l’avevano scortata, affiancati da una donna guerriera dai capelli scuri; mentre dall’altro c’era un uomo alto, muscoloso con i capelli lunghi fino alle spalle biondi, aveva anche lui un’ armatura, un mantello rosso dietro la schiena ed un martello in mano, dall’aria molto pesante.

Pochi istanti dopo arrivò un’ altra donna, che Elsa identificò come la moglie del sovrano dato che si posizionò accanto a lui. Aveva i capelli biondo scuro ed indosso un abito argenteo. Tutti la guardavano e questo fece sì che si mettesse in soggezione tanto da farle brinare le mani, che nascose dietro la schiena. Non si sentiva così osservata da quando fu incoronata regina davanti a tutti.

Accennò un inchino in segno di rispetto, se era davvero il padre degli dei, doveva mostrare un po’ di deferenza.

-Io sono Odino, padre degli dei. Lei è mia moglie Frigga e lui è mio figlio Thor- disse indicandoli –Loro sono invece Lady Sif e i Tre Guerrieri-
-Penso lo sappiate già ma.. io sono Elsa, sovrana del regno di Arendelle-
Odino si sedette –Bene regina Elsa, sappiamo dei tuoi poteri, non c’è bisogno che nasconda le mani.. detto ciò vorrei porre la mia attenzione riguardo il cittadino asgardiano congelato nella piazza del vostro regno..-
-Asgardiano? –
-Sì, esatto-
“Come facevo a sapere che un abitante di questo regno era ad Arendelle? Oh no..” cominciò a pensare che la situazione era molto seria.
-Lo giuro sulla vita di mia sorella che io non c’entro…!-
-So quanto vogliate bene a vostra sorella e questo vi dà maggior credibilità ma ciò non toglie che siete l’unica ad Arendelle ad avere i poteri-

Elsa si spaventò e cominciò a congelare il pavimento sotto di sé. Cominciò a respirare affannosamente ma cercò di controllarsi, era una regina dopotutto.
-Lo so che sono l’unica ma dovete credermi! Perché mai avrei dovuto congelare un mio cittadino dopo aver ottenuto il riconoscimento come regina e non come strega o come mostro dal mio popolo?-
Non si aspettavano una domanda del genere. –So cosa avete passato ma so anche che in quest’ultimo periodo, uscivate di notte..-
-è vero, ma lo facevo solo per scoprire da dove venissero i miei poteri! Non ho mai fatto del male a nessuno!- con un gesto involontario delle mani, lanciò una scarica ghiacciata che colpì le colonne ai suoi lati e per poco non colpì una guardia. Si guardò le mani, pensava di essere riuscita a controllare il suo potere ma evidentemente le sue emozioni la tradirono.

Prese un respiro profondo e trattenendosi dal piangere per ciò di cui la stavano accusando, prese coraggio e disse: -Prima che mi rinchiudiate da qualche parte, e so che lo farete; vorrei parlare con mia sorella Anna, è il mio unico desiderio-
-Portate qui la ragazza in questione, dite a Heimdall di trasportarla con il Bifrost!-

Le guardie obbedirono e dopo qualche minuto, riusciva a sentire la voce di sua sorella a distanza. La portarono dentro la sala e quando si videro, corsero ad abbracciarsi.
-Elsa, per fortuna stai bene..-
-Anna..- la strinse ancora più forte –Non ho molto tempo, quindi ascoltami bene. Quando tornerai ad Arendelle, prendi il mio posto con Kristoff al tuo fianco, ti lascio il regno fino al mio ritorno-
Anna si staccò dall’abbraccio e la guardò negli occhi, colmi di preoccupazione. –Cosa? No Elsa, noi andremo via insieme!-
-No Anna..-
-Ma perché? Tu sei mia sorella..-
-è per quella storia del cittadino congelato..- spostò lo sguardo per terra –Mi raccomando, abbi cura del regno..-
Anna si rivolse ai sovrani di Asgard:- Credete che mia sorella abbia congelato qualcuno? Ma siete pazzi?!-
-Anna calmati..- le disse Elsa.
-Ve lo giuro sulla mia vita! Non è lei la colpevole! Lei mi ha salvato la vita!- si impuntò.
-Dopo averti quasi uccisa a causa del suo potere- disse Odino.
-Ma guardate solo il lato negativo delle cose?! Anche se stavo per morire, quello che è successo è stata per colpa mia.. lei però mi ha salvata!-
-Anna..- la abbracciò di nuovo –Non dare spiegazioni, non serve. La questione si risolverà, ma tu devi promettermi che sarai forte e che governerai Arendelle con saggezza. Promettimelo..- le disse con una voce quasi supplicante, prendendola per le mani e guardandola negli occhi.
-Te lo prometto Elsa.. non voglio lasciarti.. come farò ogni mattina senza di te? Senza i tuoi poteri che mi rallegravano la giornata, come farò a comportarmi come fai tu? Io ti voglio bene.. sei mia sorella..- le scese una lacrima che Elsa asciugò.
-Ce  la farai.. sei una ragazza forte. Poi ricordati che c’è Kristoff con te e Sven e Olaf! Sei circondata da persone fantastiche, non dimenticarlo..- si abbracciarono un’ultima volta prima che Odino diede l’ordine di riportarla nel suo regno. Prima che attraversò la porta verso l’uscita, Anna sorrise ad Elsa. Quest’ultima si stava trattenendo dal piangere.

-Portatela nelle segrete!-
Elsa fu scortata nelle segrete da alcune guardie, non oppose resistenza.

Le stanze si facevano più buie così come la scalinata che portava alle segrete, le guardie aprirono una delle celle che Elsa trovò molto strane: erano quadrate o rettangolari ed erano illuminate da una strana luce. Entrò e guardò le guardie richiudere il pannello di fronte a lei ed andarsene.
“Per fortuna c’è un letto, e non sono in catene come l’ultima volta” pensò prima di sdraiarsi sul letto e lasciare che le lacrime le rigassero il viso.
 


n.d.a: allora..!! eccomi di nuovo qua con questo capitolo! Spero come al solito che vi sia piaciuto e ringrazio tutti quelli che leggono la mia storia. Shi no hana, grazie per averla aggiunta tra le preferite!
Buona serata..
Alessia
   
 
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