Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |       
Autore: Anairim M    19/05/2015    2 recensioni
"Il sole era improvvisamente scomparso ed il cielo si era riempito di nuvole nere. Campi su campi, nessuno intorno, il silenzio più assoluto".
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era un giorno soleggiato, con qualche nuvola sparsa qua e la, ma in cui faceva un gran caldo. Mi trovavo a Neisberg, paesino campestre più stimato della città, Bisbent, per i suoi meravigliosi campi e alberi, per gita scolastica. Alunni di ogni età si mettevano in fila, per ammirare la bellezza di quel luogo, che fino a poco tempo fa neanche si trovava sulle cartine geografiche. Eppure come era possibile non essere a conoscenza dell'esistenza di questo paradiso terrestre?!. Alunni di scuola elementare si affrettavano, in fila indiana, dietro la maestra. Erano così euforici quei bambini!
Più avanti era presente un gruppetto di ragazzi e ragazze delle scuole medie, che chiacchieravano e scherzavano tra di loro. Sembravano i tipici alunni che vanno in gita tanto per perdere giorni di scuola e non per godersi ciò che essa può concedere.
E poi c'ero io, con le mie compagne, alunne del liceo. Non eravamo mai state una classe molto unita, perciò, anche in gita, si formarono dei gruppetti, e ognuno andò da una parte o dall'altra a seconda di quello che  voleva vedere. Ognuna di noi, fu accompagnata dal proprio genitore. Stavo camminando con mio padre quando ad un tratto notai in lontananza dei fiori grandi e lilla. Corsi a vederli, non potevo resistere. Solo dopo un po mi ricordai di aver lasciato in asso mio padre, allora corsi indietro per andarlo a salutare. Stavo quasi per raggiungerlo quando notai che stava parlando con il mio professore. Inutile dire che tornai indietro e decisi di non avvicinarmi a mio padre finchè egli non si fosse allontanato. Così non fu, a malincuore, decisi di mandare un messaggio a mio padre, almeno per fargli sapere che mi sarei divertita e che lo salutavo. In tutto questo, era molto tardi, tutti gli altri alunni di tutte le classi ed età si erano affrettati a raggiungere i campi Plembi, lontanissimi ma i più belli. Corsi come non mai, correre io! Io, che nell'ora di ginnastica, preferivo vedere gli altri correre! Erano le 10 di mattina eppure l'atmosfera non sembrava mattutina, anzi...
Il sole era improvvisamente scomparso ed il cielo si era riempito di nuvole nere. Campi su campi, nessuno intorno, il silenzio più assoluto.
Vidi una casa, a pochi passi da me, e decisi di andare a vedere chi ci fosse, o meglio se ci fosse qualcuno. Vista da fuori non era la classica casa accogliente.. e qualcosa mi fece pensare che non lo fosse nemmeno vista da dentro. Era una vecchia casa, nera e grigia, sul portone era presente la figura di uno strano mostriciattolo verdigno, con gli occhi rossi sporgenti. Bussai, nessuno rispose. Sperai almeno non fosse chiusa a chiave. La spinsi e quale fortuna... era aperta, perciò entrai.
Avevo ragione. Se da fuori sembrava poco accogliente da dentro sembrava spettrale. Ragnatele e polvere ovunque, vecchi mobili scoperti solo da un lato, coperti da vecchie e rovinate lenzuola bianche. Fui colta da un rumore improvviso, trasalì. Quello che sembrava una specie di schermo, ma in versione molto ma molto vecchia, che non avevo mai visto, iniziò a proiettare un video.
"Ecco cosa ti toccherà fare se vuoi unirti a noi".
Non era un semplice video, sembrava una sorta di videogioco o meglio di un tutorial di come affrontare un gioco. I protagonisti erano zombi verdi, deformati, grotteschi. Il loro compito era quello di annientare i nemici, zombi della squadra avversaria. "E' solo un gioco" pensai. In fin dei conti non avevo niente da fare.. certo non era proprio il luogo più bello del mondo per giocare ma mi accontentai lo stesso. Avevo accettato di giocare eppure non succedeva niente, la schermata era sempre la stessa. Ero ancora lì a fissare quel tutorial che veniva ripetuto all'infinito, quando sentì dei rumori provenire poco distanti da me. La casa era semibuia, l'ansia cresceva, poteva essere chiunque. Credetti di esser diventata folle quando vidi uno di quegli esseri che prima si trovavano nel videogioco, di fronte a me. Nei videogiochi,a confronto della realtà, sembravano dolci e gentili. In compenso però, erano molto bassi, come degli gnomi. Questo prese ad avventarsi su di me, con una grande forza nonostante la sua piccola corporatura. Con non poca fatica, lo afferrai da quel sudicioso corpolino e me lo scrollai di dosso, scaraventandolo a terra. Sarebbe stato fuori gioco per un po. Finalmente il videogioco cambiò schermata e apparse: "Congratulazioni, hai vinto!. Scegli un'altra sezione di gioco". Ero spaventata, sapevo che non era possibile che uno zombie di un videogioco si materializzasse nella realtà, eppure ne avevo combattuto uno. Decisi di verificare questa teoria, perciò scorsi le diverse sezioni. Una diceva "La resistenza", la scelsi.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Anairim M