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Autore: ItachiUchiha01    20/05/2015    2 recensioni
-Mi stai sfidando per caso? Mi sembri Gai!- sbottò Yamato, mettendosi seduto sul futon a gambe incrociate e braccia conserte. Kakashi, dal canto suo, non l'aveva mai visto così nervoso: ghignò da sotto la maschera, avvicinandosi all'amico.
-Voglio vedere se ci riesci... Tenzo.- eccolo, aveva iniziato a chiamarlo per nome; sapeva perfettamente che odiava assere chiamato per nome.
-E non mi chiamare così!!-
-Certo, Tenzo.-
-E VA BENE!! Lo farò, hai finito di rompermi?!-
-Probabilmente no...- Yamato sospirò, sollevato nel sentire che l'altro non lo chiamava più "Tenzo", limitandosi ad una frase. Ma subito dopo, Kakashi scattò veloce come un felino verso la porta, e nell'atto di scappare urlò:-...Tenzo!!-
Genere: Demenziale, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Un po' tutti, Yamato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Yamato.- disse solamente Kakashi, trattenendo le lacrime. Non doveva piangere. Non davanti a lui. -Quando ero piccolo, mia... mia madre morì. Io sono stato cresciuto da mio padre, che si uccise... qualche hanno dopo... chiamami pure coglione, chiamami come ti pare... ma quando mi guardo allo specchio non posso fare a meno di... di vedere lui nel riflesso... è per questo che porto la maschera... per non guardarmi... sembrerà banale, lo so... ma vedi, somiglio molto più a lui che a mia madre... lui... lui ha contribuito a rendermi così... lui...- ecco, aveva iniziato a piangere. Non voleva. Ma l'aveva fatto. Continuava a sognare la Zanna Bianca di Konoha, Obito, Rin, Minato e tutte le persone che aveva amato e che erano irrimediabilmente morte.
Ma allora... avrebbe perso anche Naruto, Sakura, Sasuke, Tsunade, Aoba, Gai, Rock Lee, Hinata, Neji, Sai...
Avrebbe perso anche lui... Tenzo...
No. No, non voleva perdere tutti. Non voleva perdere anche lui, no.
Non voleva.
Non se lo sarebbe mai perdonato altrimenti.
Tenzo notò le lacrime che scendevano dall'occhio nerissimo dell'Hatake e pensò subito di esserne stato lui l'artefice. Lo fece sedere sul muretto, da cui notavano benissimo il tramonto di quella sera perfetta, si mise accanto a lui e teneramente lo abbracciò, donandogli quel poco di sicurezza che riusciva a trovare dentro di lui.
-Kakashi, no, non... non piangere, io... scusami...- disse, con la stoffa della divisa da Jonin sulle labbra che attutiva un po' la sua voce. Kakashi appoggiò la testa sui capelli del Kohai, trovando il profumo del legno ad accoglierlo. Ben presto le lacrime finirono di scorrere, e quando nel volto dell'Hatake si dipinse un sorriso accennato, la presa di Tenzo si allentò. -Brutto manipolatore meschino...- iniziò Kakashi, continuando a sorridere dolcemente. Come lo sapeva, Tenzo, che stava sorridendo? Lo leggeva nei suoi occhi. Quando Kakashi provava una qualsiasi delle emozioni, almeno un quarto di questa gli si rifletteva nell'iride scura. -Lo sai che sei un bastardo, vero?- chiese Kakashi. -Prima mi riduci alle lacrime e dopo mi abbracci... pff, sadico.-
-Potrei dire lo stesso di te, testa di cazzo.-
-Ah, e così la testa di cazzo sono io, eh? Ma fottiti.-
Tenzo si lasciò andare in una risata sommessa, talmente bella che, secondo Kakashi, non poteva essere descritta. Talmente bella da far sentire in paradiso chiunque la ascoltasse. -Senpai...- mormorò, dopo essere tornato serio. A Kakashi piacque come l'aveva chiamato, Senpai. Era da molto che non lo chiamava così. -Scusa se prima ti ho offeso, ho agito d'istinto... lo sai, io... non penso molto se qualcuno mi provoca... rispondo quasi subito... davvero, mi dispiace, mi dispiace tanto... spero che mi perdonerai, e se non lo farai capirò, dopotutto... ti ho fatto piangere... ma... ti prego, anche se non volessi perdonarmi, non mi abbandonare mai...- non sapeva neanche cosa aveva detto. Gli erano venute così, tutto d'un botto, quelle parole, semplici sì, ma ce l'aveva fatta a dirlo. Finalmente.
Nell'iride nerissima dell'Hatake, Tenzo riuscì a scorgere un sorriso commosso. E negli occhi scuri di lui, Kakashi vide la sua anima e la lesse attentamente, come con le pagine di un libro. Perché ormai, il Kohai era diventato un libro aperto per lui. Sapeva tutto – o quasi – della sua infanzia e della sua vita, conosceva le sue abitudini, i punti deboli della sua arte, le combinazioni del suo chakra. Sapeva quanto poteva essere forte in battaglia, che non avrebbe mollato finché tutti i suoi compagni non fossero stati al sicuro. Perché, si sa, un ninja che non rispetta le regole e le leggi viene considerato feccia. Ma chi vede la vittima, ma non l'aiuta, è feccia della peggior specie. Condividevano lo stesso pensiero, eppure tra di loro c'era un abisso. Erano così diversi, eppure così vicini.
-Va tutto bene.- lo rassicurò Kakashi, portandogli un braccio al fianco e cingendogli così la vita. -Non ti lascio neanche un secondo stasera. Chiamami maniaco, non ti lascio andare facilmente.-
-Appunto, maniaco!-
Stare così, abbracciati, stretti in una dolce morsa a guardare l'ultimo raggio di sole andarsene lentamente, era qualcosa di magico. Ma tutte le magie sono destinate a finire.
Sennonché...
-HEY RAGAAAAAAZZII!!- urlò una voce da un punto remoto dietro di loro. Kakashi ebbe uno scossone e, senza ritrarre il braccio, cascò all'indietro, sbattendo la testa per terra, e Tenzo sopra di lui, di pancia. Quando l'albino alzò lo sguardo, incontrò quello di Gai Maito, l'eterno rivale che gli aveva rovinato il momento magico.
-Gai, vaffanculo. Tenzo, mi fai male.- disse solo, quando il Ninja Verde di Konoha scoppiò a ridere come un perfetto idiota.
-Pfahah, Kakashi, guardati un po' nei pantaloni!- lo sfotté Gai, additando al cavallo dei pantaloni dell'Hatake. -Eddai, non è il momento per cose simili!-Kakashi fece come Gai gli aveva detto, e si sentì morire. Una grossa erezione piuttosto evidente si notava da sotto la stoffa scura, proprio nel punto in cui era cascato il petto di Tenzo. -MA PORCA PUTTANAAAAAAAAAAAAAAA!!!- urlò Kakashi togliendosi Tenzo di dosso e scappando a gambe levate verso casa sua. Il Kohai lo seguì, accortosi anche lui di essere particolarmente eccitato, lasciando da solo il povero Gai, che non aveva ancora smesso di ridere.


Entrarono in casa di Kakashi, chiudendosi la porta alle spalle. L'erezione nei loro pantaloni si era placata e aveva smesso di pulsare, così tirarono entrambi un sospiro di sollievo e si guardarono per un po', poi fu Kakashi a parlare.
-E TU COSA CI FAI IN CASA MIA?!- urlò, sorpreso dalla presenza dell'amico. Ipotizzò – come poco tempo prima – un'altra interessante serie di pensieri sconci, che però si volatilizzarono quando vide l'espressione imbarazzata di Tenzo, che gli sorrideva, con le guancette rosse che gli donavano il viso di un bambino, nonostante avesse già passato la tenera età.
-Ve... Vedi, è che ho avuto il tuo stesso problema... e casa mia è troppo lontana da qui. Sì, lo so, sono un pigrone...- rise, mostrando la dentatura perfettamente bianca.
-Beh, tanto ti ho promesso che sarei rimasto con te per tutta la sera... se vuoi rimanere a dormire qui fai pure. Ho un matrimoniale.- e sparì nel bagno.
A Tenzo non parve vero: dormire con il suo Senpai, vederlo senza mascherina, vedere il suo fisico scolpito, e magari sentire le sue braccia cingergli di nuovo la vita, mentre dormiva... se lo immaginò perfettamente, il viso completamente scoperto, senza quel coprifronte fastidioso e quella maschera...
“No Tenzo, stai calmo o ti ecciti. Pacatezza. Pacatezza.” pensò, mentre si toglieva la divisa da Jonin e rimaneva in boxer e canottiera (ovvero quella che, se veniva alzato il colletto, diventava la mascherina). Si tolse quella specie di caschetto che usava al posto del coprifronte, appoggiandolo dove gli era stato indicato.
Quando Kakashi tornò dalla sua avventura nei meandri del lavandino, Tenzo per poco non svenne. Il fisico dell'Hatake, l'aveva immaginato molto diverso da com'era realmente: magro, slanciato, pettorali non troppo scolpiti, braccia mascoline, la tartaruga che si intravedeva oltre la stoffa nera, gambe muscolose quanto basta. Del suo viso, ancora dal naso in giù nascosto dalla mascherina, si vedevano solo gli occhi: uno nero e l'altro rosso, trapassato da una cicatrice di anni prima, la quale divideva la pelle pallidissima in due metà perfette. Aveva lo Sharingan, ecco il perché del soprannome associatogli da tutti, “Kakashi dello Sharingan”. -Ehm ehm...- tossicchiò Tenzo spostando lo sguardo in un punto remoto della stanza. -Do... dove andiamo a dormire...?-
-Oh, giusto. Vieni.-
Lo accompagnò sul suo letto, facendolo stendere dalla parte del muro, così da non farlo cascare la notte (sapeva, inoltre, che l'amico non aveva perso l'abitudine di cascare dal letto, per via degli incubi che faceva, legati tutti – o quasi – a quel verme di Orochimaru). Si sdraiò al suo fianco, di schiena, il Senpai, e Tenzo, appoggiando la fronte sulla sua spalla, sorrise. -Kakashi...- mormorò, abbracciandolo da dietro, dolcemente, e chiudendo gli occhi dalla stanchezza.
-Tenzo...- Kakashi si voltò dalla sua parte, cosicché la testa del ninja gli si adagiò al petto. Portò una mano sui suoi capelli castani e li strofinò per poco, attirandolo a sé. -Non posso lasciarti andare... non finché tutto si sarà sistemato... per ora non devi avere paura, ci sono io con te...-
-Senpai... devo dirti una cosa...- sussurrò la voce tenera di Tenzo, la cui bocca su muoveva sul capezzolo coperto di Kakashi, il quale si sforzava a trattenere i gemiti (la canottiera era piuttosto attillata...).
-Dimmi.-
-Chiamami un'altra volta Tenzo e ti uccido con le mie stesse mani.-
-Nah...- Kakashi lo strinse forte a sé, non potendo fare a meno di sorridere al contatto intimo che si era creato fra di loro, le gambe di Tenzo che si intrecciavano amabilmente alle sue come rami di un albero, i loro corpi avvinghiati, stretti insieme in una morsa dolce. -Non ne saresti capace.-
-Dici Hatake? Scommettiamo che nel giro di qualche minuto non lo dirai più?-
-Okay, avanti. Su cosa vuoi scommettere?-
-Se vinci tu, mi lascerò chiamare Tenzo senza discussioni. Se vinco io, obbedirai a ogni mio ordine per stanotte.-
-Proposta allettante. Accetto, Yamato.- sottolineò l'ultima parola.
-Ecco, vedi? Stai iniziando a fare progressi!- rise Tenzo, accomodandosi al meglio sull'altro che, in cuor suo, avrebbe voluto che quella notte non finisse mai. Chiamarla notte, erano le otto e mezza.
-Allora, cosa vorresti fare per cambiare la mia idea testarda?-
-Questo.- e Tenzo si spostò, in modo da far combaciare i loro nasi. Lentamente, quasi automaticamente, Kakashi si lasciò togliere la mascherina, accarezzare le guance, i capelli. Tenzo non aveva mai visto niente di così bello. E quelle labbra... avrebbe voluto possederle, avvinghiarcisi sopra, mordicchiarle, leccarle, tutto... avrebbe baciato quelle labbra eternamente... e il naso, quel naso dritto e senza nessuna imperfezione, e quella pelle pallidissima e invitante...
Chiudendo gli occhi si avvicinò alla bocca di Kakashi e appoggiò leggermente le labbra sulle sue, un contatto dolce e casto, che lasciò sorpreso l'albino. Dopo poco rispose al bacio, inizialmente con un gioco di labbra, semplice e banale, che si trasformò ben presto in una danza della lingua di uno nella bocca dell'altro, senza sfiorare sul sesso.
Almeno non ancora.
Si staccarono un secondo, per sorridersi teneramente entrambi, e continuarono a baciarsi con così tanta passione che quasi raggiunsero l'orgasmo. Le labbra dell'albino che passavano sul collo... il collo era il suo punto debole, e l'albino lo sapeva bene... Tenzo gemette di piacere, mentre sentiva la lingua di Kakashi leccarlo, morderlo, baciarlo e leccarlo di nuovo, una bellissima tremenda tortura.
-Kakashi...- oh, come suonava bene il suo nome, detto da quella bocca invitante!
E ufficialmente si staccarono, fissandosi negli occhi come a chiedersi se fosse giusto, tutto questo. Ed entrambi si risposero che sì, c'era amore ed era giustissimo.
E si fissarono un'altra volta, chiedendosi di nuovo se il loro bacio lungo e appassionato fosse scivolato in qualcosa di più profondo. Ed entrambi si risposero un'altra volta che sì, avrebbe potuto.
Avrebbe potuto.
Anzi.
Doveva succedere.
E in pochi secondi il bacio sfumò in sesso.
Non l'avrebbe mai pensato, Kakashi, di ritrovarsi a letto con Tenzo.
E invece sì, era successo. Era lì, con lui. E gli sorrideva. Gli sorrideva come non aveva mai fatto.
-T... Tenzo... mormorò gemendo sotto le mani esperte del Kohai.
Come si suol dire, quel sorriso gli mandava a puttane il battito cardiaco.
-Non ti piace, Kakashi?- chiese preoccupato l'altro, fermandosi un attimo e vedendo che nel volto dell'Hatake si era dipinta una smorfia poco convincente.
-Ten... Tenzo... sì che mi piace... continua...- e continuò a fare quel movimento, su e giù, per cinque buoni minuti finché Kakashi non venne sul membro dell'altro.
-Oddio, Tenzo, scusa, io...-
-Ma ti scusi pure? Mi è piaciuto, tranquillo...- si avvicinò sensualmente alla bocca dell'altro e lo baciò di nuovo, con passione, facendo danzare la sua lingua nella bocca di Kakashi, dolcemente, senza scavare a fondo. Piano, con calma.
Quando si staccò, automaticamente con una mano sfiorò il membro ancora caldo di Kakashi e gli chiese, ironico:-Vostra signoria desidera altri servigi?- aggiunse un ghigno divertito.
-Ma per Dio, Tenzo, lo sai cosa devi fare.-
E le labbra di Tenzo si spostarono dove prima c'era la mano, facendo urlare Kakashi dal piacere. Venne di nuovo, questa volta nella bocca di Tenzo, che non esitò a ingoiare quel liquido caldo e invitante. Si pulì un attimo la bocca per baciare di nuovo Kakashi, che invertì le posizioni in un secondo.
-Oh, adesso tocca a te sottostarmi, Tenzo...- gli baciò la nuca, dopodiché le sue orecchie si bearono dei mugolii di piacere di Tenzo, che gemeva incontrollatamente sotto le sue dita. -Shh, rilassati... sarò molto gentile, stai tranquillo...- e le sue dita lo penetrarono ancora di più, mentre Tenzo si mordeva il labbro inferiore, la testa piegata da una parte, una mano a reggere il cuscino, gli occhi chiusi, strizzati .Kakashi gli baciò il collo. -Posso entrare? Farà un po' male... ma non ti preoccupare, sei al sicuro con me...- tolse le dita e lasciò Tenzo libero di respirare per un minuto.
-Kakashi... ho paura...- mormorò il moro, evidentemente sottopressione.
-Shh, va tutto bene, ti sorreggerò io... mi fermerò se ti farà troppo male...- sussurrò Kakashi con voce suadente, gli occhi chiusi e gli angoli della bocca alzati in un sorriso. I loro respiri che si intrecciavano, le labbra che si toccavano, i denti che mordicchiavano pelle e capezzoli, il collo, le braccia, l'addome, le natiche.
-Tenzo... io... io entro...-
Tenzo annuì convinto, e gli sembrò che qualcosa lo perforasse all'improvviso, gli fece male. Urlò, in preda al dolore. Kakashi gli baciò una guancia teneramente, mentre andava più a fondo. Tenzo scoppiò, come se fosse scattato qualcosa dentro di lui, continuando a gemere, ma stavolta di piacere. -I... Ichimaru!- (C... cattivo!) balbettò sussurrando.
-Shh...- fece Kakashi per l'ennesima volta, sorridendo alla vista del sudore formatosi sulla fronte di Tenzo. Lo stava rendendo felice... e lo sapeva, lo sapeva bene. Provò a muoversi, e dopo un bel po' di tempo – che sembrò per entrambi troppo poco, si stavano divertendo – vennero entrambi, insieme, Tenzo sul lenzuolo e Kakashi dentro di lui, e risero entrambi, provando un'eccitazione tremenda, insieme, nello stesso istante.
-Oh Kakashi sì!!- urlò Tenzo sentendo che il Senpai aumentava l'intensità delle spinte. L'amplesso durò poco, forse pochissimo. Kakashi uscì dal suo corpo e si lasciò cadere al suo fianco, fissandolo nei suoi enormi occhi scuri. Tenzo gli accarezzò una guancia, e gli sorrise debolmente, con ancora il respiro affannoso, il petto che si alzava velocemente. Era sfinito, faceva fatica a muoversi, gli faceva male dappertutto, sapeva che il giorno dopo non sarebbe riuscito a sedersi, eppure aveva la forza di sorridere e mostrarsi contento della bellissima attività sessuale che avevano appena avuto – perché sì, gli era piaciuto tantissimo ed era felice come non mai -.
Kakashi gli prese la mano e gli baciò il palmo, senza mordere, solo baciando.
-Kakashi... quindi adesso... io e te...-
-Siamo fidanzati, sì... adesso sei il mio ragazzo...-
Sorrise. -Ho sonno...- bofonchiò Tenzo con la faccia sul cuscino. -Non voglio dormire nei miei residui però...-
Kakashi lo prese in braccio e lo appoggiò sulla sedia, mise a lavare il lenzuolo e tutto e cambiò il letto; si rivestirono tutti e due, lasciandosi solo i boxer, poi si infilarono sotto le coperte, al caldo. Qui Tenzo abbracciò Kakashi, addormentandosi sopra di lui, con la testa sul suo petto. Fece un verso carinissimo, mentre sognava chissà cosa, e una smorfia addolorata, forse perché Kakashi gli aveva fatto provare tanto piacere quanto dolore. Non ci pensò molto, in fondo...

Era felice.

 

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Angolino di Itachi:
EHM OK GENTE ACCLAMATEMI. HO QUASI FINITO LA TESI *Alleluiaaaa alleluia alleluiaaaa alleluia alleluuuuuiaaaa
Yamato: sai che ce ne frega a noi...
Io: Sempre simpatico eh .-.
Yamato: Ti odio!
Io: ma perchéé?! *confused*
Kakashi: LEGGITI QUELLO CHE HAI SCRITTO, IDIOTA! *blushes* O////O
Io: Oh... ehm... una bella attività dai :D
Yamato: ma quale bella attività! Mi hai fatto fare un...
Itachi: Ehm non credo sia il caso di parlarne >/.\< *appears out of NOWHERE!*
Kakashi: ma cosa vuoi tuuuu *angry lam... ehm angry Kakashi*
Itachi: povera siatele riconoscenti, lavora giorno e notte per scrivere cose decenti su di voi u/-\u *altruist Itachi*
Io: :D *happy lam... ergh happy*
Yamato: *scary face*
Io: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH *screaming at random*

Ahahaha okay... prima che il caro Tenzo mi uccida, alla prossimaaAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH TENZO RISPARMIAMIIIIIIIIIH
 
   
 
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