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Autore: Eresseie93    20/05/2015    5 recensioni
Per ora la mia mente viaggia inesorabile!! :D Salve a tutti.. doveva essere una Oneshot e invece si è prolungato, fa niente ;P
Cito dal testo e non voglio anticipare troppo:
Guardava il muro accanto a sé nell’attesa che il sonno arrivasse. Era una persona razionale, alle volte troppo, come diceva suo padre “ i sentimenti sono per i deboli e per le femmine ” però era anche una persona obiettiva. Non si scandalizzava a dire che un uomo era bello o piacente, se qualcosa era in un modo era inutile dire che non lo fosse.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Galvano, Lancillotto, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ecco qui il capitolo :D spero sia una piacevole lettura! Ci vediamo giù un bacio ;*

 

 

Il matrimonio.

Finalmente quel giorno tanto atteso era arrivato, la chiesa era addobbata con nastri di tulle bianchi che univano le varie panchine, un tappeto di petali di rose ricopriva la navata centrale della chiesa.

L’aria profumava d’incenso e gli scalini della chiesa erano ricoperti da un tappeto rosso.

Il sole era alto nel cielo, illuminava tutto quanto riscaldando quelle ultime giornate estive.

Gli invitati stavano cominciando ad arrivare, chi si soffermava fuori ancora un po’, chi occupava già posto, chi scattava foto.

Morgana e suo padre stavano fuori dalla chiesa salutando alcune persone importanti, sorridendo fintamente, quantomeno Uther.

- Papà potresti per favore comportarti bene per una volta? E’ importante per me – Morgana guardava suo padre negli occhi, voleva presentargli Gwein e non si fidava per niente del bruto caratteraccio di suo padre.

Uther la guardò sorridendole – Certo, Morgana, farei qualunque cosa per te – e le diede un bacio veloce sulla guancia.

Merlino e Artù sarebbero arrivati dopo essendo i testimoni dello sposo, e sarebbe andato anche Gwein con loro se non avesse dovuto conoscere il suo, forse, futuro suocero.

Si affrettò a vestirsi e sistemarsi e infilatosi in macchina corse per arrivare in chiesa.

Sia Gwein sia Lance provenivano da buone famiglie, meno rigide sicuramente del patriarca Pendragon, e quando parlò delle sue preoccupazioni con Morgana, lei gli aveva assicurato che avrebbe accettato il fidanzamento.

Scese dalla macchina e s’incamminò verso le scalinate della chiesa, dove vedeva Morgana e il padre intenti a parlare, si avvicinò in modo tale da farsi vedere dalla sua ragazza che appena lo vide gli sorrise presentandolo al padre – Papà ti presento Gwein – i due si strinsero la mano.

- Piacere di conoscerla Signor Pendragon – strinse la mano del vecchio in una morsa forte e autoritaria.

- Il piacere è mio – ricambiando quella forte stretta.

 

Merlin in quei giorni non era riuscito a dormire bene, pensava a quello che era successo con Elyan. Faceva parte del suo trascorso, un passato doloroso, una sua parte era conscia che provasse qualcosa nei suoi confronti nonostante tutto, ma l’altra l’aveva riposto lontano perchè nel suo presente esisteva solo Artù.

Sentiva che quel ragazzo era legato a lui da un filo invisibile.

Il moro si stava vestendo quando suonarono al citofono, sentì la madre rispondere e aprire – Merlino c’è il tuo ragazzo – urlò al figlio che fece capolino – Ma’ non è il mio ragazzo, smettila – arrossendo fino alle punte delle orecchie.

- Ciao caro – Unith abbracciò quel biondo ragazzo che appariva come un Dio greco davanti al suo uscio.

- Salve, signora – aveva stretto a disagio quella donna, guardando confuso e imbarazzato un Merlino seminudo davanti a lui.

Unith lì lasciò soli e andando nella propria camera per finire di prepararsi, una volta soli si guardarono per un secondo prima di baciarsi – Ciao – aveva sussurrato Merlino tra un bacio e un altro. Il biondo lo fece aderire al muro – ciao anche a te – gli aveva mormorato sulle labbra.

Mentre il moro finiva di sistemarsi, Artù lo abbracciò da dietro – Ho detto a mio padre che sono innamorato di uomo – respirava il dolce profumo della pelle del compagno. Merlino gli strinse le mani sorridendo, percepiva paura e incertezza nella voce del ragazzo alle sue spalle, non per i sentimenti che provava ma perché sapeva che Uther non era avvezzo a questo tipo di relazioni – Sei innamorato e non mi hai detto niente, pensavo fossimo amici Arthur – parlò sarcasticamente, per smorzare la tensione.

L’altro sbuffò a un sorriso – Idiota! – voltò Merlino e lo strinse di più tra le sue braccia, nascondendo il viso nell’incavo del collo – Non l’ha presa bene – aveva continuato in un sussurro, mentre il moro lo stringeva – Mi dispiace che stai soffrendo a causa mia – gli stava accarezzando i capelli.

Artù si staccò da quell’abbraccio, guardandolo dritto negli occhi – Non sei tu a farmi soffrire, non dirlo più neanche per scherzo, è mio padre il coglione – nel suo tono c’era una punta di collera e sconforto, si sedette nel letto seguito da un Merlino angustiato.

Il moro poggiò la guancia sulla spalla del biondo - Io non mi preoccupo di tuo padre, Arthur, non finché saprò che tu mi ami – soffiò le parole vicino all’orecchio dell’altro che sorrise mentre prendeva una mano del moro, stringendola, posandogli subito dopo un bacio.

 

Erano tutti in chiesa, ai loro posti, le famiglie nelle prime panchine. Elyan seduto in prima fila guardava Merlino sorridendogli, mentre il biondo voleva fulminarlo con lo sguardo e il moro tentava di provare a evitare di guardare il suo ex, tentando di far calmare Artù.

Non sarebbero stata una giornata facile per nessuno quel giorno, tra ansia e tensione, Merlino aveva paura che se Elyan non avesse smesso con quel comportamento provocatorio e ammiccante, Artù l’avrebbe seriamente sistemato, visto che ancora doveva presentargli il conto per ciò che era avvenuto alla festa di fidanzamento.

La celebrazione sembrò piuttosto veloce, il resto della giornata passò con i due sposini intenti nel farsi le foto e i testimoni non erano da meno.

Andarono vicino la sala da ricevimento, c’era uno spazio perfetto per immortale qualche foto e quando si fece sera il piccolo buffet organizzato per gli ospiti, era stato servito.

Arthur si teneva sempre accanto a Merlino, per gelosia nei confronti di Elyan e perché voleva sentirlo costantemente vicino. Non gli importava cosa gli altri potessero pensare o cosa suo padre avesse potuto dire, certo non esagerava con gli atteggiamenti perché non era un’esibizionista, ma scambiarsi di tanto in tanto qualche piccolo gesto con il proprio partner era una cosa che adorava.

Elyan si avvicinò al tavolo dei testimoni e amici stretti degli sposi, semivuoto poiché molti erano sulla pista a ballare. Vide i due ragazzi essere vicini, probabilmente si stavano scambiando qualche parola dolce, sentì avvampare la gelosia e con la sua solita faccia tosta li disturbò – Merlino, Artù – gli aveva sorriso sedendosi in un delle sedie vuote vicino al moro.

- Scusate ho interrotto qualcosa? – disse con un tono ironico.

Arthur sbuffò guardandolo male mentre Merlino si sentiva a disagio – Effettivamente sì. – gli rispose un po’ freddamente.

- Non l’avrai ancora con me per l’altro giorno Merlino – lo punzecchiò, vedendo l’espressione del biondo cambiare da arrabbiato a confuso, vedendo visibilmente il moro irrigidirsi.

Nello stesso tempo Elyan fu chiamato da una ragazza bella e slanciata – Eccoti Elyan, ti stavo cercando – disse la voce femminile avvicinandosi sempre di più.

- Che cosa è successo l’altro giorno? – gli aveva sussurrato contrariato Artù  ad un Merlino rigido.

Il moro stava per rispondere quando Elyan alzatosi per salutare la ragazza interruppe una seconda volta la coppia – Scusate ragazzi, vi presento Mithian, una mia carissima amica. –

Arthur si arrestò nel vedere quella ragazza, la conosceva ovviamente erano stati insieme qualche tempo prima che lui incontrasse Gwen.

- Bene, scusateci ora dobbiamo andare ci vediamo più tardi – così dicendo si allontanarono e la ragazza lanciò un’altra occhiata verso il biondo sorridendo.

- Chi era? – disse curioso il moro al ragazzo che gli stava accanto.

- Mithian? E’ stata la mia ragazza prima che conoscessi Gwen – si girò guardando il ragazzo esile accanto a lui – Che intendeva Elyan? – la sua espressione era cambiata.

Merlino si passò la mano tra i capelli – Nulla, mi ha aiutato a portare in casa la spesa e poi.. – non riusciva a continuare.

Artù lo esortò a continuare, stava perdendo le staffe, avrebbe voluto uccidere quel ragazzo, ridurlo in poltiglia, stava annegando in quei pensieri quando il moro continuò – Dice di amarmi ancora e ha provato a sedurmi – Merlino non riusciva a guardarlo, si sentiva troppo a disagio. Voleva scappare, ma ovunque andasse era legato ormai ad Arthur.

- Lo ami ancora? – il tono di Artù era basso, rauco.

Allora il moro alzò gli occhi per guardarlo “no ” avrebbe voluto rispondere, vide l’espressione di Arthur mutare, stava irrigidendo la macella, gli occhi gli si fecero languidi, le labbra strette – Bene, ho capito – si alzò e lasciò il tavolo, dirigendosi all’esterno del locale.

- Artù – aveva provato a chiamarlo più volte, ma l’altro non si girò.

Morgana, Gwein, Lance e Gwen assistettero afflitti a quella scena, mentre Uther da dietro una colonna sorrideva sornione, Elyan e Mithian si guardarono complici.

 

Mithian uscì dalla sala per cercare il ragazzo biondo e lo vide vicino al bar, posto dall’altra parte del piazzale, a bere bicchieri di whisky, non sapeva quanti ne avesse già bevuti.

- Ehi Pendragon – l’aveva sempre chiamato così, quello si girò a dare un’occhiata e continuò a bere.

- Mithian non è il momento – aveva quasi ruggito.

La ragazza si sedette accanto a lui ordinando da bere, lambendogli i capelli come faceva una volta. Il biondo non disse niente, era un tocco di cui aveva bisogno e trasformò quella mano in quella nivea di Merlino. Poteva sentire le dita affusolate del ragazzo passargli tra i capelli e ora la bocca vicino al suo orecchio sussurrargli parole dolci, baci caldi pizzicargli il collo fino ad appropriarsi della bocca, le sue mani erano scese sui fianchi morbidi della ragazza.

Contemporaneamente Elyan si era seduto accanto al moro – Tutto apposto? – domanda stupida ma doveva comunque attaccare discorso. L’altro lo guardò vacuo, era confuso e arrabbiato ma non riusciva in quel momento ad avercela con qualcuno. Pensava a quanto poteva star soffrendo Arthur e questo pensiero gli attanagliava il cuore – No, niente va bene – l’aveva detto flebilmente.

Elyan gli strinse una mano – Mi dispiace – sembrava essere sincero o almeno così appariva alle orecchie di Merlino che come risposta asserì con la testa.

Elyan si alzò con ancora la mano del moro stretta alla sua – vieni ti offro da bere – e gli aveva sorriso. Merlino era restio ad andare ovunque con quel ragazzo, a fidarsi o altro, ma aveva bisogno di lasciarsi andare un poco, di allontanarsi da quella folla.

Nel breve tragitto Elyan cercò di farlo sorridere un po’ riuscendo a strappare un sorriso seppur triste.

- Sai, stavo pensando a quando ti ho baciato la prima volta, non è stato un granché – aveva riso spingendo l’altro.

Merlino rise anche lui – No, considerato che un ubriaco è caduto su di noi – si strinse di più a sé, stropicciando la giacca che teneva tra le braccia, sorridendo mestamente.

Elyan aprì la porta del bar, chiudendola di colpo – Forse è meglio che andiamo da un’altra parte – lo disse con sguardo supplichevole.

L’altro lo guardò storto – Perché? – vedeva l’altro non rispondere – Spostati, fammi entrare – cercò di spostarlo ma l’altro era intenzionato a non muoversi.

- C’è Artù dentro – facendo cenno con la testa verso la porta.

- Meglio ancora, spostati – disse incrociando le braccia al petto.

- Non è una buona idea, Merlino – il suo tono era implorante.

Ma il moro non ascoltò e lo spinse dentro, cadde quasi e sentì di perdere la terra sotto i piedi quando assistette alla scena davanti a lui.

- Arthur – aveva balbettato quel nome, l’altro si arrestò di colpo dal baciare la ragazza e si voltò verso il moro che l’aveva chiamato. Non ebbe il tempo di reagire che Merlino era già scappato via lasciando cadere la giacca a terra,  Elyan gli sorrise maligno prima di pronunciare il nome del moro correndogli dietro.

- Mi dispiace Mithian, io non so cosa mi sia preso – era tornato lucido, aveva semplicemente pensato che fosse Merlino quello che stava baciando e quando si era reso conto che in realtà stava baciando la ragazza, non era riuscito a fermarsi, preso troppo dalla rabbia. Tra tutti i pensieri uno solo gli pulsava in maniera dolorosa: Merlino. L’angoscia crebbe in lui e corse via, dietro Merlino.

Quando raggiunse entrambi i ragazzi, erano vicino a un magazzino lontano da tutto il resto, vide Merlino litigare con Elyan, era ancora lontano per sentire cosa si stessero dicendo.

Il moro non si era accorto della presenza del biondo, poiché gli veniva alle spalle, mentre l’altro potendolo vedere si avventò su Merlino, baciandolo, ma il moro opponeva resistenza ma non riusciva a togliersi Elyan di sopra.

Ma di punto in bianco si sentì libero, si alzò e vide Artù che si era totalmente lanciato contro Elyan cadendo insieme a terra.

Arthur predominava sopra l’altro ragazzo minacciandolo con la sua imponenza – Cosa credi di fare? – aveva ringhiato più che parlato.

L’altro rideva – Tutto qui? – dandogli un pugno in faccia.

Cominciarono ad azzuffarsi, si rotolavano per terra, si strattonavano, incassavano colpi.

Merlino era sconvolto da tutta quella scena e cercò di mettersi in mezzo ma non riuscì comunque a fermarli e prima di farsi male si scansò. La festa era ormai giunta al termine e alcuni invitati assistevano da lontano a quella scena, Morgana si era stretta a Gwen mentre Lance e Gwein si fiondarono da loro cercando di dividerli fu arduo ma riuscirono a separarli.

- Sei un bastardo Elyan – Arthur ringhiava ancora.

- Che c’è ne vuoi ancora Pendragon? – e cercò di scagliarsi sul biondo, ma venne trattenuto.

Era arrivato anche Uther – Basta così. – il suo tono era sempre austero – Artù torna subito a casa, in quanto a te giovanotto faremo i conti dopo – gli fece un breve cenno.

Uther chiamò il figlio una seconda volta che non si decideva a seguirlo – Non sfidarmi figliolo – era diventato ancora più imponente il tono della voce.

Artù lo guardò, poi osservò Merlino – Mi dispiace, mi farò perdonare – e lo abbracciò baciandolo davanti a tutti, davanti suo padre che s’infuriò.

- Anch’io – gli mormorò quando il bacio finì.

Uther lo prese per il bavero – Come osi? – adesso la sua voce era collerica.

Artù lo sbeffeggiò sorridendogli – lo amo padre – poi si tolse dalla stretta prese Merlino e andarono via.

 

 

 

Nota dell’autrice:

wow è stata dura ma sono riuscita a scriverlo  :O

Perdonate se ho impiegato così tanto!

Spero che vi sia piaciuto :D ringrazio sempre ci Legge, chi recensisce, che ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate! Siete tutti importanti, un bacio ;*

  
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