Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: _Lillian_    21/05/2015    10 recensioni
"Sarà come se non fossi mai esistito".
Aveva detto così prima di scomparire e così sarebbe stato se dentro me non stesse crescendo qualcosa che mi lega ancora più inesorabilmente a lui.
"Quando non si ha più nulla a cui potersi aggrappare anche il pericolo diventa un'ancora di salvezza, e i Volturi per me, per loro... lo sono stati"
Mi chiamo Isabella Marie Swan e sono un'immortale.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter 18
 
POV BELLA
 

“Secondo voi perché ci stanno impiegando tutto questo tempo?” chiesi lanciando un’occhiata preoccupata all’orologio continuando a rendere il pavimento della sala, una pista infuocata.
“Forse perché hanno staccato la testa a qualcuno e non trovano un accendino” rispose Robert con espressione puramente annoiata.
Bloccai il mio andirivieni di scatto per fissarlo allibita.
“Ma che cosa vai blaterando?!” gli urlai contro indignata.
“Non farebbero mai una cosa del genere a loro padre, o alla loro nuova famiglia… Vero?” chiesi alla fine non essendone poi così tanto sicura.
“Bells secondo me ti stai agitando per niente, i ragazzi se la staranno cavando sicuramente alla grande e no non daranno fuoco a nessuno” disse Jake entrando in sala con un bicchiere d’acqua in una mano e il cellulare nell’altra, bloccando la mia ennesima paranoia.
“E se non riescono a considerarli come una famiglia e la rabbia ha il sopravvento su tutti i loro principi?” chiesi nuovamente sull’orlo di una crisi isterica.
Robert alzò gli occhi al cielo sicuramente esasperato, per poi lanciare sul divano la rivista che stava cercando, invano, di leggere da quella mattina.
“Stai diventando paranoica e grazie a te non saprò mai cosa ha fatto Lupo Alberto alla fine del giornale”.
“Sappi che non sei di alcun aiuto!” risposi piccata lasciandomi cadere a peso morto sul divano bianco al suo fianco.
“Perché non ti rilassi?” mi chiese mostrando uno dei suoi rari sorrisi amorevoli.
Gli carezzai la guancia perfetta e mi persi  temporaneamente in quell’oceano ghiacciato che i suoi occhi rappresentavano.
Sapevo quanto quei pozzi fossero pericolosi, ma ero anche consapevole che mai, li avrebbe utilizzati contro di me.
Inoltre, da quando avevo conosciuto Robert avevo anche trovato l’unica persona al mondo che dopo Jake e i miei figli, mi facesse sentire umana… normale, amata, unica.
“Ragazzi vi prego c’è una terza persona!” sbottò Jake con finto tono sdegnato.
Un cuscino lanciato prontamente da Robert, gli arrivò in pieno viso facendo rovesciare l’intero contenuto del bicchiere sui pantaloni di Jacob.
“Ehi cane ti sei appena fatto addosso, non c’è bisogno di marcare il territorio, tanto è casa tua” disse Robert accompagnando il tutto con un sorrisino bastardo.
“Ah, ah, ah! Estremamente divertente e maturo da parte tua Robert! Davvero!”.
Alzai gli occhi al cielo.
Infantili!
“Dove sono tutti i ragazzi?” chiesi cercando di tenere la mia mente lontana da quei pensieri angosciosi e da quei due.
Ovviamente tentativo più che patetico, ero una vampira, la mia mente era più grande del Kenya!
Accidenti!
“Sono sparpagliati tra le due ville di fianco, credo si stiano deprimendo per l’imminente riapertura della scuola” rise Jake sicuramente immaginando la scena.
“E pensare che ne erano così entusiasti” continuò poi ridendo ancora di più.
“A proposito di bestiacce, non per fare il pettegolo ma avete per caso notato anche voi come le cose tra Nicholas e Lilian siano diverse in queste ultime settimane?” chiese Robert entrando in modalità vecchietta ciarliera.
“Stai facendo il pettegolo Robert” gli feci notare ridendo.
“Oh andiamo bellezza, sono serio!” rimbeccò lui mettendomi una mano sulle labbra per farmi tacere, mano che ovviamente io gli morsi ‘delicatamente’.
“Ahi!”.
“Comunque io non ho notato nulla” disse Jacob facendo spallucce.
“Non me ne meraviglio di certo”.
“Piantatela voi due!” li ripresi sbuffando annoiata.
“In ogni caso, se anche fossero cambiati i loro rapporti, ce lo diranno se e quando vorranno” chiarii severa guardando prima l’uno e poi l’altro.
“Ritorno a Lupo Alberto, lui si che capisce l’umorismo!”.
Alzai gli occhi al cielo.
Con la coda dell’occhio riuscii a scorgere la porta principale aprirsi, ma al contrario di ciò che speravo, comparve Nassiri.
Tra le mani un grosso libro.
“Ciao mogliettina, qual buon vento ti porta qui dopo essere inspiegabilmente sparita da giorni? Ti manco forse?”.
“Non mi mancheresti neanche se fossi l’ultimo essere umano sulla faccia dell’intero universo” rispose calma non degnandolo nemmeno di uno sguardo.
“Ho trovato qualcosa che forse può spiegare la crisi subita da Lilian giorni fa” disse risoluta facendo arrivare la mia preoccupazione alle stelle con quelle poche semplici parole.
Robert si alzò di scatto tornando serio e in un batter d’occhio le si avvicinò.
“Parla”.
“Il giorno dopo la crisi, sono riuscita a mettermi in contatto con Aro spiegandogli l’accaduto su grandi linee e chiedendogli di indagare anche con i suoi mezzi”.
“Aspetta, quali sono i suoi mezzi?” chiesi io interrompendola.
La vidi inarcare un sopracciglio.
“Ok, non lo voglio sapere” dissi captando il messaggio.
Meglio non sapere, soprattutto se di mezzo c’erano i suoi adorati ‘nipotini’.
“Dopo parecchi giorni senza alcuna sua notizia mi è stato recapitato due giorni fa questo” disse mostrandoci il libro in questione.
Osservandolo da vicino uno strano senso d’inquietudine mi avvolse.
La copertina completamente nera faceva da sfondo ad un cerchio viola con degli strani disegni al suo interno, al centro esatto del dorso.
“Che strani segni… tu li hai mai visti Nassiri?” chiesi affascinata e inquieta allo stesso tempo.
“No mai. E purtroppo non sono neanche riuscita a risalire al loro significato consultando altri tomi” disse appoggiando il libro sul tavolino e sedendosi sull’unica poltrona libera.
“Hai provato con internet?” chiese Jake mostrandole il suo cellulare.
“Si, per quanto lo odi, ma non sono riuscita nemmeno in quel caso a trovare simboli simili a questi”.
“Non capisco allora come tu possa aver scoperto qualcosa su Lilian grazie a questo libro” disse Robert con tono ovvio guardando male l’oggetto.
“Ci sono troppi misteri avvoltigli intorno e proprio per tale motivo credo che per noi sia importante. Il problema e che solo le prime due pagine sono scritte, il resto sono tutte completamente bianche”.
“Ma che razza di libro è allora?!” sbottò Jake guardando male l’oggetto in questione.
“Quello che a te avrebbe fatto piacere studiare a scuola” rise bastardo Robert beccandosi un occhiataccia dal mio migliore amico.
Presi il tomo fra le mani e lo aprii alla prima pagina, dove un’unica frase, faceva bella mostra di se,
Scritta in un elegante color grigio la scritta decantava:
“Non cercate di fare gli eroi,  tutti gli eroi muoiono. Ma che cosa vuol dire?” chiesi stralunata più a me stessa che ai presenti.
“Quello che sta a significare per certo ancora lo so, ma per lo stesso motivo sono dell’idea che questo libro nasconda qualcosa che a noi potrebbe servire. Vai alla seconda pagina c’è un post-it  con la traduzione fatta da me” mi ordinò Nassiri guardando le mie mani sul tomo.
Feci come mi era stato detto e inizia a leggere.
 
“Il dolore strazia il corpo, il primo passo del non morto .
Fuoco l’animo depura, il secondo passo è la tortura .
Il sangue rovesciato sul corpo deturpato, il filo non si spezza nella persona poco avvezza.
Terzo passo porta al quarto nella notte del misfatto.
Pazzo l’uomo che mai morto, dalle ceneri risorto.
Quinto il buio lo trattiene, il nulla scorre nelle vene.
Se al sesto vuoi arrivare, sangue nero rovesciare.
Settimo passo dopo il suono, muore l’ibrido, il non morto e l’uomo.
Ottavo una cantilena, diciannove tombe e luna piena.
Tombe colme di dolore nella notte del terrore.
Nono passo, giacciono tetri, mille corvi sotto i cedri.
Rotto il male vuol dormire, donna deve sol subire.
Diecimo il nome di nessuno, alla fine solo uno.
Undicesimo resterà, nella terra al di là.
Dodicesimo cade in fossa, sotto l’acqua solo ossa.
Tre le ancore da slegare se quattordicesimo vuol restare
L’uomo pazzo è rinchiuso, stolto umano l’ha deluso.
Diavolo menti, spezzi pensieri, giochi con mente e artigli neri.
Quindicesimo rapisce, il cadavere a stelle e strisce.
Sedicesimo non vede, ciò che il male forte chiede.
Diciassette è follia, occhi e cuore in agonia.
Mille lame spezzan vite, diciottesimo è il prim che uccide.
Diciannovesimo resta in vita, non c’è altra via d’uscita…”.
 
“Ok, questo è macabro persino per me” disse Robert rompendo il silenzio agghiacciante che era calato nella stanza dopo che ebbi pronunciato l’ultima rima.
Non riuscivo a capacitarmi di come parole tanto tetre fossero confluite in così poche righe. Ripassai a mente ciò che avevo appena letto e un senso di forte angoscia avvolse il mio cuore, avrei voluto prendere quel libro e ridurlo in pezzi così piccoli da rendere una follia la possibile ricomposizione da parte di qualcuno.
Non volevo assolutamente che i miei bambini, come tutti gli altri, fossero legati ad una cosa simile e cercai in Nassiri la conferma alle mie preghiere, ma non ebbi ciò che avrei voluto.  
“È scritto in una lingua molto antica e conosciuta davvero da pochi, viene chiamata Nahairij” spiegò la donna ormai divenuta un membro della nostra grande famiglia allargata.
“Io non capisco comunque cosa ti abbia portato a collegare Lilian a tutto questo?” chiesi già preoccupata dall’eventuale risposta.
“È solo una teoria, nulla di certo, quindi spero non prendiate le mie parole per oro colato. Per un gioco di associazioni ho creduto possibile che la ‘notte del misfatto’, potesse essere la notte in cui gli uomini del mio villaggio riuscirono a dar vita alla creatura assassina e la frase ‘il sangue rovesciato sul corpo deturpato’ me ne ha dato in qualche modo una conferma. Magari davvero allude al cadavere utilizzato per l’esperimento” disse mostrandoci con l’indice i passi della filastrocca.
“Continua” mormorò Robert assorto.
“‘Pazzo l’uomo che mai morto, dalle ceneri risorto’ può essere l’ennesima allusione alla pazzia che la creatura, il ‘mai morto dalle ceneri risorto’, ha dimostrato sterminando l’intero villaggio. ‘Il dolore strazia il corpo, il primo passo del non morto’,  la ferita che è stata inferta dall’homunculus a Nicholas ha in un certo senso straziato la sua schiena, quindi il corpo. La natura di Nick non può essere definita semplicemente con l’aggettivo ‘umana’ e quindi tirando le somme lui è un non morto, come tutti voi”.
Nel mio essere vampiro, tante emozioni amplificate si stavano scontrando fra loro in una battaglia dove a vincere sembrava esser la paura.
Semmai mi fosse stato concesso di tremare e piangere, probabilmente sarei stata ora scossa da forti convulsioni.
I miei angeli…
“‘Fuoco l’animo depura, il secondo è la tortura’. Lilian stava male e avvertiva un forte dolore fisico pur non avendo nulla di reale, sentiva un fuoco bruciarle dentro e la schiena dolere. Un dolore che le dilaniava l’animo e la torturava. Guarda caso proprio nello stesso punto in cui Nicholas era stato ferito e da qui la frase ‘ il filo non si spezza nella persona poco avvezza’. In questo caso il filo può essere inteso come il legame che unisce Lilian a Nicholas. Lilian per amore del ragazzo soffrirebbe al posto suo ed è forse quello che è successo. Pensateci, Nicholas è guarito troppo in fretta anche per uno della sua natura e come sono legati loro, possono esserlo anche gli altri” disse lasciandoci completamente scioccati.
Il discorso in un modo assai perverso, filava come l’olio.
“E noi cosa dovremmo fare a questo punto? Ferirne uno a caso e vedere chi tra gli altri stramazza a terra?” chiese Robert serio.
Quasi non mi strozzai con il veleno.
Ma cosa diamine gli saltava per la testa!
Ciò che aveva detto, anche solo pensato sarebbe stato orribile!
Gli scoccai un occhiata assassina e lui di tutta risposta alzò le mani in avanti.
“Continua Nassiri” la esortò Jake.
“’L’uomo pazzo è rinchiuso, stolto umano l’ha deluso’, in questo caso la frase può essere diretta a Sheiva, colui che venne rinchiuso per decisione del capo villaggio solo per aver predetto la fine di tutti noi”.
“Fino ad ora non può fare una piega il tuo discorso, ma come possiamo esserne sicuri? Ci sono altri indizi?” chiese Robert con un aria alquanto preoccupata.
E quando Robert iniziava a preoccuparsi allora la situazione era davvero tragica.
Oh povero mio cuore morto.
“Non sono riuscita a dedurre nient’altro poiché ogni frase sembra il destino di una persona a sé” rispose la donna sedendosi meglio.
“E se così fosse allora le persone sarebbero?” chiese Jake confuso.
La deduzione non era mai stata il suo punto di forza.
“Diciannove… come i passi?” chiesi io quasi in un sussurro.
Vidi Nassiri annuire in mia direzione.
“Si Isabella, credo proprio di si”.
Merda.
“Ok, ammettiamo per assurdo che questa filastrocca parli dei ragazzi, loro sono solo dodici!”.
“Non dimenticare che all’inizio dovevano esserne solo quattro, i tuoi figli. Nessuno ha tuttavia impedito al tempo di fare il suo corso o di far incontrare quattordici cacciatori diversi” rispose mettendomi definitivamente a tacere.
“Quindi se così fosse, voglio dire, se tutto questo fosse vero, i cacciatori in tutto sarebbero diciannove e questa filastrocca potrebbe in qualche modo indicarci il proseguo della leggenda. Giusto?” dedusse Robert critico.
“Esattamente. Non riesco a far al meno di pensare che questo libro sia una chiave di volta per noi. Tutte queste parole, non possono essere solo frutto di coincidenze”.
“Resta il problema ‘come esserne sicuri?’” disse Jake ora anch’egli con un cipiglio preoccupato ad increspargli la fronte.
“Dobbiamo aspettare che il destino si compia e cercare di andargli contro è l’unica soluzione che ora vedo possibile”.
“Aspettare che il destino si compia!? Nassiri come puoi anche solo pensare una cosa del genere?! Se questa maledetta filastrocca ha ragione, quei numeri sono i miei figli! I nostri ragazzi moriranno uno dopo l’altro!” urlai avvilita e sull’orlo di una crisi isterica.
Le braccia protettive di Robert si strinsero intorno a me in una morsa accogliente e rassicurante, pur tuttavia nulla avrebbe impedito in quel momento ad un cuore di mamma, di sentire dolore.
 
Edward…
 
Il suo nome illuminò la mia mente come un fulmine a ciel sereno.
In quel momento avvertivo il bisogno di averlo accanto come non lo avevo mai avvertito prima. E non perché fosse il padre dei miei figli, ma perché ero più che certa, fosse l’unica persona in grado di dividere il dolore con me.
Del resto lo aveva sempre fatto.
Dammi la forza Edward…
“Ai ragazzi non deve esser detto nulla riguardo tutta questa storia finché noi non ne  saremmo completamente sicuri. È fuori discussione che sulle loro spalle gravino ulteriori preoccupazioni, già quelle che hanno sono ingiuste. Nessuno ne farà parola o se la vedrà direttamente con me. Sono stata chiara?!” chiesi categorica.
Li vidi annuire vigorosamente e almeno per ora fui sicura che non mi avrebbero delusa.
 
POV NICHOLAS
 
“Questa viene chiamata noia mortale!” sbottò Daisy rompendo l’innaturale silenzio caduto in quella casa.
Alzai lo sguardo sulla mia bionda amica, giusto in tempo per vederla alzarsi e stendere i muscoli, fin troppo atrofizzati quella mattina per una come lei.
Era da due intere ore che ce ne stavamo rinchiusi in casa senza far niente, o quasi.
Clara almeno utilizzava il tempo a disposizione per studiare.
“Perché non facciamo qualcosa o che so parliamo del tempo? Giusto per sentire la voce di uno di voi! Mi mancano” continuò sarcastica alludendo alla poca voglia che stavamo dimostrando nel fare qualsiasi cosa.
“Perché non prendi esempio da Clara e studi?” chiese annoiata Aria rimirandosi le unghie laccate di rosso.
“Ti prego, per quello ho un’eternità a disposizione”.
“E un compito domani” disse Clara rimbeccando l’amica.
Risi.
“Oh finalmente le labbra di qualcuno si piegano in un qualcosa, mi andava bene anche se iniziavi a piangere, purchè lo facessi”.
“Daisy dovresti seriamente trovarti un hobbie”.
“Nicholas ti preferivo zitto” scimmiottò lei incrociando le braccia sotto al seno.
“Chissà quando tornano i gemelli” mormorò Cameron guardando fuori dalla finestra.
“Spero stia andando tutto per il meglio” disse Kein alzandosi dalla sedie e stendendosi sul divano.
Grande attività fisica devo dire.
“Si anche io sono preoccupata per loro” gli diede man forte Aria giocando con uno dei suoi anelli.
“Ma che preoccupato per loro! Io sono preoccupato per noi! Hai idea di cosa potrebbe farci fare una Lilian incacchiata?!” inorridì Daniel facendo scoppiare una fragorosa risata da parte di tutti.
“Mi sono venuti i brividi ragazzi” fece Kein spaventato.
“Nicholas per carità, semmai dovessi vedere qualcosa di strano nel suo umore, trattienila!” mi ordinò Grace portandosi teatralmente una mano alla fronte.
“Ehi perché proprio io?!” chiesi sentendomi già incastrato fino al collo.
“Mi domando perché dopo tanti decenni è ancora qui a chiedercelo” sbottò Clara facendo annuire gli altri.
“È un caso perso lascialo perdere” rispose Daisy melliflua.
“Guardate che sono ancora qui e vi sento!” dissi irritato alzando gli occhi al cielo.
“Oh scusa cocco” risposero in coro ridendo.
Donne!
“Lasciale perdere amico è ormai risaputo che non sono normali. Io invece ho un’altra idea”.
“Oh beh allora siamo messe bene” lo interruppe Daisy.
“Continua Daniel” disse il gemello ignorando la bionda.
 “Si, dicevo perché non fuggiamo ora che siamo ancora in tempo?!” propose con occhi a cuore.
“Perché il vostro incubo personale è già qui!” disse Lilian entrando in sala da pranzo.
Il respiro mi si mozzò nell’esatto momento in cui il mio sguardo si posò su di lei.
I capelli azzurri erano raccolti in una crocchia alta, il busto era fasciato da una semplice maglia bianca e una giacca attillata di pelle nera, lo stesso tessuto che fasciava le belle gambe.
Non portava il trucco come suo solito e quel delizioso rossore naturale sulle guance mi fece venir voglia di mordergliele.
Il mio cuore fece una capriola, o forse dieci?
Ma che importava!
“Lilian! Dolce musa del mio cuore non ci eravamo accorti del tuo splendente arrivo!”.
“Non ci provare Daniel non attacca” lo fulminò lei alzando contrariata un sopracciglio.
“Buongiorno a tutti” disse Anthony sbucando alle spalle della sorella seguito dalle altre due.
Mi trovai involontariamente a trattenere il respiro e da quello che potei udire, lo fecero anche tutti gli altri.
La reazione di Anthony dopo quell’incontro era sicuramente la più temuta da tutti.
Lilian poteva anche sfogare in una stressante e infinita seduta di shopping, ma lui?
“Oh finalmente un po’ di gossip. Allora ragazzi come è andata?!” chiese Daisy con nuovo ardore ignorando il fattore ‘gemello incazzato cacciatore avvisato’.
“Daisy un po’ di tatto e che cavolo!” la riprese Grace esasperata.
“Ma insomma quale tatto! Stiamo tutti morendo dalla voglia di sapere! E si faccia avanti chi osa affermare il contrario! ” minacciò con l’indice ognuno di noi ottenendo il silenzio come risposta.
Beh chi tace acconsente no?
“Non c’è niente da sapere ragazzi” disse Nessi gettandosi tra le braccia di Kein, o meglio, tra le braccia del divano gettando Kein sul pavimento.
“Sei un terremoto Nessie!” urlò contrariato il nostro amico massaggiandosi il sedere e la testa.
“Come sarebbe a dire ‘non c’è niente da dire’! ci siam svegliati che voi già non c’eravate! Siete stati quasi una giornata intera in casa Cullen e sperate di cavarvela con un ‘non c’è niente da dire?!”.
“Daisy calmati, ti saltano le coronarie” borbottò Ness stiracchiandosi.
“Come è andata ragazzi?” provò a chiedere nuovamente Clara, gentilmente.
“È stato strano, ma intenso” rispose Deliah vaga facendo letteralmente morire la povera Daisy.
“Più dettagli prego” rise Cameron.
“Sono successe cose che di certo non ci aspettavamo succedessero. Sono gentili con noi, sono simpatici e sembrano davvero una bella famiglia” continuò la gemella più piccola sedendosi sul tavolo della sala.
Se Bella l’avesse vista in quel momento sarebbe inorridita.
“Beh è grandioso no?!” esultò Grace contenta.
“No” disse secca Lilian facendomi preoccupare.
“Eh?” chiese stralunata la rossa.
“No non lo è. Noi siamo sempre stati abituati a pensare a loro come una famiglia di vampiri menefreghisti, lavativi e irresponsabili. Invece ora che abbiam parlato con loro è tutto diverso e questa cosa mi manda letteralmente ai matti!” disse portandosi le mani sulle tempie.
“Ma Lilian! Al mio paese se le cose sono molto meglio di ciò che ci si aspetta si è felici non confusi!!” disse Aria non capendo l’amica.
“Ma io sono felice!”.
“Ok, mi sono persa” sussurrò Clara stranita.
“Buon Dio ragazza! Sei felice o no?!" chiese Daisy cercando di tagliar corto.
“Lo siamo, ma allo stesso tempo no” rispose Anthony al posto della sorella.
“Ancora non trovo la strada” fece Clara ancor più stranita, piegando la testa di lato come un cagnolino.
“Semplicemente ci serve un po’ di tempo per abituarci all’idea che nelle nostre vite da oggi in poi ci saranno anche loro” sentenziò Renesmee aiutando i fratelli in difficoltà.
“Quindi li avete accettati?” chiese Kein dubbioso.
“In un certo senso si” rispose Deliah con un leggero sorriso ad incresparle le labbra.
“Tutti?” sottolineai io guardando Anthony.
“Tutti” confermò lui facendo una smorfia.
Capii che con quella specie di perdono, lui non avesse comunque chiuso il conto in sospeso con suo padre, ma ne fui felice lo stesso.
“E ora sanno tutto di voi?” chiese Clara.
“Quello di importante che c’è da sapere per ora lo sanno” rispose Renesmee alludendo sicuramente anche alla leggenda che ci vedeva protagonisti.
“E sono tutti simpatici e dolci?” chiese Aria con fare innocente.
“Esme, nostra nonna, è dolcissima. Emmett, nostro zio, è uno scimmione fastidioso ma divertente. Rosalie e Jasper, i nostri zii, sinceramente ancora siamo riusciti ad inquadrarli. Così come nostro nonno, Carlisle. Alice, nostra zia, è una pazza come Lilian!” elencò Deliah lasciandoci piacevolmente sorpresi.
“Oh no! Un’altra Lilian no vi prego! Al mondo ne basta una!” commentò Daniel disperandosi e prendendosi una bella scarpa in fronte.
Fortuna che non era con il tacco.
“E vostro padre?” chiese Cameron tranquillo.
“Lui è… interessante” rispose Rensmee portandosi una mano al mento, sicuramente per cercare il termine adatto a descriverlo.
“Interessante… per oggi ve la abboniamo ma non sarete così fortunati la prossima volta carini! Borbottò Daisy felice di aver avuto quantomeno la sua dose giornaliera di gossip.
“Rompete le righe soldati!” scherzò Grace venendo ascoltata nonostante tutto. Ognuno di noi tornò a fare ciò che gli pareva sotto il suo sguardo sorpreso e in realtà come darle torto, nessuno qui dentro faceva ciò che gli veniva chiesto.
Fui riportato alla realtà quando una testolina azzurra entrò nel mio raggio visivo e istintivamente sorrisi.
“Ehi” dissi dolcemente sorridendole.
“Ehi” rispose lei arricciando il nasino in modo decisamente grazioso.
“Sei felice?” le chiesi di getto accarezzandole una guancia.
La vidi arrossire e me ne compiacqui anche più del dovuto.
“L’ho chiamato istintivamente papà” mi confessò lasciandomi senza parole.
“Wow” dissi dopo un po’ per non fare la figura del completo idiota.
“Già… e lui ne è rimasto così contento che io mi son sentita bene con me stessa” disse guardando fuori dalla finestra con un leggero sorriso sulle labbra.
Parte del corpo che mi stava attirando con la stessa forza con la quale la forza di gravità mi teneva in piedi sulla terra.
“E sei felice solo per averlo reso felice?” chiesi sicuro della risposta.
“In realtà no” disse portando i suoi occhi nocciola nei miei.
“Lo sono perché nell'istante in cui quella parola è uscita dalle mie labbra, il mio cuore si è sentito finalmente in pace. Nick finalmente posso davvero chiamare qualcuno papà e posso farlo con quello vero” continuò sorridendo più apertamente ma sempre in modo incredulo.
“Sono molto felice per te Sissy” sussurrai baciandole la fronte.
La vidi chiudere gli occhi forse per bearsi del contatto fra noi proprio come stavo facendo io.
Avrei tanto voluto stringerla forte a me e baciarla davvero, ma in presenza di tutti quei chiacchieroni ficcanaso, non mi sembrava il caso... purtroppo.
“Ragazzi!”.
La voce di Isabella irruppe nella grande villa facendo sussultare tutti.
“Mamma” disse Lilian sorridendole.
Bella bloccandosi sul posto, passò in rassegna i volti di tutti e quattro i figli per poi sospirare.
“Non avete dato fuoco ad uno dei Cullen vero?” chiese lasciandoci di stucco.
“Ma cosa vai dicendo mamma!” sbottò indignata Deliah incrociando le braccia al petto offesa.
“Oh sia ringraziato il cielo!” sussurrò Isabella guardando il soffitto.
Era forse impazzita?
Beh ma tanto in questa famiglia, chi era sano?
 
 
Angolo Autrice u.u
Visto che brava?
Capitolo arrivato prestissimo u.u
Non parlo, a voi i commenti :)
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: _Lillian_