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Autore: MargaretMadison    21/05/2015    1 recensioni
«Dov’è il tuo anello?» chiede improvvisamente prendendo la sua mano piccola nella sua grande e callosa.
Cara sposta lo sguardo sul suo anulare dove vede una sottile variazione di colore nel punto dove aveva tenuto l’anello in quegli ultimi cinque anni di matrimonio e poi si scosta subito, come se l’avesse scottata.
«Forse dovremmo parlare del perché siamo qui, non trovi?»
Luke annuisce «Riguardo al di… div…»
«Divorzio, sì» conclude Cara bruscamente.
(mini-long)
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(2)

 
 
 
 
Ho bisogno di vederti e parlare
 
Le scisse una sera.
Sono passati due giorni e Cara è ancora indecisa cosa rispondere a quel messaggio e a tutti gli altri che le ha mandato in quei giorni.
 

Firma le carte, Luke.

 
Risponde, ma Luke è cocciuto e continua a rifiutare.
 
Voglio parlare con te.
 

Sei mesi e adesso vuoi improvvisamente parlare con me? Sei patetico.

 
Ascoltami, vieni a pranzo da me domani, sistemiamo tutto lì.
 

Ok.

 
Arriva a casa di Luke – non riesce proprio a definirla casa “loro” – con mezz’ora di ritardo. L’ha fatto apposta, ovviamente.
Quando Luke le apre la porta Cara trattiene il respiro.
Ha i capelli più lunghi, gli occhi azzurri spenti e un filo di barba sotto il mento ‘che lui si rade solo se è Cara a ricordarglielo.
Non si vedono da tre mesi, l’ultima volta hanno fatto l’amore o, per lo meno, questo è ciò che pensa lei dal suo punto di vista, certa che per Luke era solo una cosa fisica senza più sentimenti.
E questo la ferisce.
«Ciao» la saluta abbozzando un sorriso.
Cara risponde fredda ed entra in casa sorpassandolo.
Il soggiorno è uno schifo: il televisore è rotto e per terra ci sono contenitori di pizza o di cibo cinese da asporto. Quando stavano assieme i primi mesi di matrimonio Cara lo viziava cucinandogli tutti i piatti che Luke preferiva.
«Dov’è il tuo anello?» chiede improvvisamente prendendo la sua mano piccola nella sua grande e callosa.
Cara sposta lo sguardo sul suo anulare dove vede una sottile variazione di colore nel punto dove aveva tenuto l’anello in quegli ultimi cinque anni di matrimonio e poi si scosta subito, come se l’avesse scottata.
«Forse dovremmo parlare del perché siamo qui, non trovi?»
Luke annuisce «Riguardo al di… div…»
«Divorzio, sì» conclude Cara bruscamente.
«Non ne capisco il bisogno»
«Certo, tu non ci sei mai stato!»
«Sono tour, perché non capis-» il flusso di parole viene interrotto da Cara che alza la voce.
«Ti capisco, invece. Capisco che hai un lavoro, un sogno e che devi partire spesso. Lo sapevo a cosa andavo incontro quando ho deciso di sposarti. Quello che non capisci, Luke, è che tu hai una famiglia. Io ho deciso di sposare un uomo, non un fantasma e tua figlia ha bisogno di un padre, non di uno sconosciuto. Capisci che il tuo lavoro non scusa il tuo comportamento? Ti chiedevo almeno una chiamata, un messaggio dove dicevi che nonostante la distanza tu c’eri, Dalia lo voleva.»
Luke abbassa lo sguardo «Lo capisco»
«No invece»
«Posso cambiare»
«No»
«Un tempo pensavi che potevo cambiare» ammette Luke malinconico.
«Prima che mi buttassi giù»
Sono fermi in soggiorno, Luke si è anche dimenticato il pollo nel forno ma quello è un problema secondario. Quella stanza che èstata lo sfondo del loro matrimonio ora èil set del loro divorzio e Luke non può non trattenere le lacrime.
«Così mi uccidi»
Cara si morde il labbro cercando di non scoppiare a piangere ancora, non davanti a lui.
«Allora io sono già morta» sussurra, spostando lo sguardo altrove perché non sopportava l’idea di vedere Luke piangere «potrai vedere Dalia tutte le volte che sei a Sidney, non è un problema per me»
«Non possiamo uscirne fuori indenni?» chiede cauto Luke.
«Non abbiamo niente su cui lavorare, non abbiamo più nulla»
«Quindi per te non era niente? Cosa provavi quando ti tenevo tra le mie braccia all’aeroporto? Come ti sentivi quando ti facevo mia, quando tu mi accettavi e mi accoglievi in te? A il giorno del matrimonio, quando ci siamo scambiati i voti? Non hai mai sentito nulla?»
«Per me eri tutto, e provavo amore. Ma è questo il problema, ora non provo più nulla»
Il silenzio tomba sulla stanza. L’unico rumore che si sente è il lavello della cucina che continua a perdere acqua.
Luke si fa forza, si avvicina a passo lento vero la castana facendo combaciare le loro fronti. Le mani di lui finiscono sulle guance di Cara e le accarezza perché nonostante gli anni le trova sempre morbide e lisce.
«Posso riparare tutto»
«Non siamo una macchina» tira su col naso ‘che Luke sta rendendo le cose più difficili.
«Dammi un’occasione, Cara. Un’ultima chance per sistemare tutto. Non ti deluderò più»
Cara sa che non dovrebbe farsi toccare così da Luke perché così cederebbe subito ma il suo tocco gli è mancato così tanto che si lascia accarezzare.
Luke le tocca la frangetta castana che si è fatta spuntare, le labbra sottili che Dalia ha ereditato da lei e poi scende fino alle mani, stringendole.
«Io…»
«Ti prego»
«Va bene» dice sospirando e sente la presa di Luke farsi più stretta sulle sue mani «Solo… non ferirmi più, ti prego»
«Te lo prometto» dice Luke specchiandosi negli occhi nocciola di Cara che tanto gli erano mancati «Grazie»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E piano piano iniziano a risentirsi, Luke le scrive il buongiorno e la buonanotte, le augura buona giornata e fa una smorfia quando vede che i primo giorni Candice non risponde.
 
Buongiorno, come stai?
 

Bene.

 
Com’è andata la tua giornata?
 

Sono sopravvissuta.

 
Lo sai che l'ossigeno e il magnesio ora escono assieme? OMG!
 

Sei patetico.

 
Sorride Luke prima di poggiare il cellulare affianco a sé sul divano e tornare a guardare la nuova puntata di How I met your mother, programma che un tempo guardava con Cara stretti nel loro piccolo divano.
Ed è ancora difficile per lui svegliarsi da solo, l’altra parte del letto ancora fresco e vedere gli armadi vuoti oppure non trovare Lex che gli salta addosso appena torna a casa e la vocina di Dalia chiamarlo “papà”.
Sono tutte piccole cose a cui non dai molta importanza finché non le hai perse.
Si stava impegnando a dimostrare a Cara – e soprattutto a se stesso – di essere in grado di fare il marito e il padre che lei e Dalia si meritano.
Lentamente le cose iniziano a cambiare e allora Cara comincia ad essere meno fredda e cerca di far durare di più le conversazioni con lui, interessandosi alla sua giornata.
Passa poco più di una settimana, Luke partecipa a qualche intervista e Cara è andata due volte dal medico, ora sono passate quasi sette settimane e non ha ancora detto a nessuno di essere incinta, oltre alla sorella, ovviamente.
Quando esce dalla sala medica riaccende il telefono dove trova una chiamata persa: Luke.
Sistema la borsa sulla spalla e lo richiama.
«Pronto?» risponde Luke, la voce roca come ogni mattina appena sveglio.
«Ti sei appena svegliato?» chiede mordendosi il labbro ‘che Luke è troppo bello di prima mattina con gli occhi socchiusi e i capelli scompigliati.
«Uhm, sì. Oggi è il giorno di riposo»
Cara si passa le mani sulle labbra e ci prova a non sorridere ma è davvero troppo per lei.
«Come mai mi hai chiamato?»
Luke si rituffa tra le coperte morbide e fresche, a volte riesce ancora a sentire l’odore di Cara che lo culla la sera «Avevo voglia di sentire la tua voce»
Entrambi arrossiscono, sembra quasi di essere tornati ai tempi del liceo quando era tutto nuovo e loro erano così inesperti che avevano paura di sbagliare qualcosa.
«Cara…?»
«Sì, Luke?»
Luke si mette a sedere sul letto, il lenzuolo cade scoprendo il petto nudo, da quanto non lo chiamava per nome? «Posso… posso vedere Dalia?»
Cara si porta una mano alla bocca e sente gli occhi inumidirsi mentre annuisce.
«Cara… sei ancora lì?»
«Oh sì, scusami io… niente. Comunque va benissimo, potremmo andare a prenderla all’asilo assieme, oggi la baby sitter non può» spiega velocemente, ricordandosi che Luke può solo sentirla ma non vederla.
«Perfetto. Allora… a dopo»
«A dopo»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cara giura che non si scorderà mai la faccia di Dalia quando vede Luke ad aspettarla a braccia aperte.
I suoi occhioni azzurri si sono spalancati e «Papà» ha urlato correndogli incontro, i boccoli biondi che svolazzavano nell’aria. Ricorderà sempre il modo in cui Luke l’ha stretta a sé, con gli occhi lucidi per la commozione.
«Sei qui pe restare?» chiede Dalia accarezzandogli il viso sbarbato con le sue manine.
Luke ne afferra una portandola alla bocca, lasciando un bacio sul palmo «Sì, principessa. E non me ne andrò più»
Dalia sorride ancora di più, mostrando le sue fossette.
Luke nemmeno ricordava quanto gli somigliasse.






































MY LITTLE TALK:
Holaaaaa :) ça va?
Ecco il capitolo 2 fndjfrdjn e mi spiace di avervi mentito ma i capitoli saranno tre non due, perché... Perché la storia mi piceva troppo e ho aggiunto un chapter in più but who cares?
Luke è un amore, lo dico.
Finalmente si é svegliato dentro e sta sistemando la cosa ma... Ci riuscirà?
Tutto nella prossima puntata (?) (che ho già scritto e penso di pubblicare martedì dopo la verfica di matematica)
Spero che vi sia piaciuto tanto quanto il primo e ora.... Pubblicità.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1 ANIMALES
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1 NO SOUNDS WITHOUT SILENCE

  
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