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Autore: livius    22/05/2015    1 recensioni
NOTA: Questa fan fiction è presente anche su Wattpad con ulteriori capitoli. Se volete qualche anticipazione, potete andarci a sbirciare e se vi va, seguirmi, sono @livius.
||Nuova generazione||
Hogwarts è cambiata.
Cambiata in meglio.
Oltre ai promettenti maghi, è in cerca di nuovi talenti.
Ragazzi con grandi passioni.
Quel genere di passioni che non hanno bisogno dell'interferenza della magia.
Quelle passioni come il canto, il ballo e la recitazione.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Ron Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Pochi minuti più tardi, un ciuffo moro fece capolino dalla porta.
«Posso unirmi a voi, ragazze? Il treno è pieno zeppo.»

Riconobbi quella voce tra mille e corsi incontro al mio cugino preferito abbracciandolo e stritolandolo, come era solito fare a casa Weasley.

«Albus! Non ti ho visto per niente in stazione, dove ti eri cacciato?»

«Tutta colpa di James! Eravamo già parecchio in ritardo perché la sveglia non è suonata e in più, appena arrivati in stazione, lui dice di aver dimenticato la valigia a casa! La valigia! Mamma si è dovuta smaterializzare..»

Mentre parlava si lasciò cadere con l'eleganza di un Troll sul posto accanto al mio, senza dare importanza ai bagagli lasciati con
noncuranza sul pavimento.

Mi infuriai a tale vista.

«Metti subito a posto le tue valigie! Sei peggio di Hugo!» esclamai imperterrita.

Sapevo che in quel momento sarei risultata pignola a tutti, ma i miei geni Granger si stavano attivando; costringendomi ad assumere il lato perfettino - e meno sopportato-  di me.

«Rose sei una vera rompiscatole! Alle valigie ci penso più tardi!» rispose scocciato mentre si toglieva la sua giacca dalle spalle.
Mi scandalizzai a sentire tale risposta.

Gli diedi un colpo sul braccio, facendolo passare per un vero pungo ma a quanto pare questo mio gesto non lo turbò minimamente, visto che scoppiò subito a ridere.

Solo in quell'istante mi accorsi di Mary, e di come si fosse improvvisamente ammutolita da quando era entrato Albus e da come guardava, seppur in modo impassibile, il panorama fuori dal finestrino.

Strano.

Con me si era rivelata subito affettuosa e simpatica, ma adesso?

Appena era entrato mio cugino nello scompartimento, sembrava aver perso ogni connessione con il mondo reale, chiudendosi in se stessa.

Forse gli era sembrato antipatico, maleducato o altro?

Non ci aveva degnati di uno sguardo, una parola...

Aveva il mento appoggiato sul palmo della mano e i suoi occhi azzurri si mescolavano con il cielo sereno e il verde pungente degli alberi che costeggiavano la foresta.

Decisi di prendere in mano e salvare l'imbarazzante situazione creatasi.

«Al, lei è Mary, la figlia di Luna Lovegood, nonché aspirante Corvonero, giusto?» chiesi con un sorriso a trentadue denti.

Sobbalzò al suono del suo nome, staccò gli occhi dal finestro e, girandosi verso di noi, soffiò un debole «ciao» in direzione di Albus e con mio grande stupore non accennò nulla sui Nargilli e quant'altro.

«Ciao! Come avrai capito io sono Albus, ma puoi tranquillamente chiamarmi Al. Quindi vorresti diventare una Corvonero?» chiese curioso.

Notai come le si arrossirono le guance, ma annuì ugualmente: «Sì, mi piacerebbe Corvonero, proprio come mia mamma. Tu invece?»

«Grifondoro, ovviamente. Anche se sono varie settimane che ho il terrore di finire in Serpeverde» mormorò Albus con voce sommessa.

Albus mi confessò questo suo timore il giorno del suo undicesimo compleanno (il 16 aprile) quando, appena sveglio, trovò un piccolo esemplare di serpente verde smeraldo che giaceva immobile sulla sua lettera di ammissione per Hogwarts.

Lo raccontò solo a me e a zio Harry, evitando così il terrore e l'ansia generale che sicuramente avrebbe scaturito l'apprendere di quella notizia.

Zio Harry provò a tranquillizzarlo in tutti i modi, affermando che non c'era nulla di sbagliato nel capitare in Serpeverde, che era una casa come tutte le altre e che se fosse accaduto, sarebbe stato ugualmente fiero di lui.

Io avevo contribuito a rassicurare il mio tenero cugino, anche se ero sicura che il timore non sarebbe mai svanito del tutto; non prima del verdetto.

«Oh, capisco. Ma non devi preoccuparti per questo. Certo, un po' di distacco rispetto alle altre case c'è, ma ad Hogwarts si cerca di andare oltre gli stupidi pregiudizi della gente.

Diventerai un ottimo mago anche in Serpeverde -Mary gli sorrise fiduciosa- e tu Rose?»

Ringraziai mentalmente Morgana per aver portato la mia amica sulla terra ferma e risposi raggiante:

«Tutta la mia famiglia è Grifondoro, non potrei aspirare ad altro.»

Rossi come il cuore più puro, dorati come le ricchezze più straordinarie della vita: gli abbracci, i sorrisi, le risate.
La casa dei nobili di cuore e forti nell'animo.

La casa dei coraggiosi, sempre pronti ad accettare una sfida.

Leali, pronti a farsi in quattro per tutti, allegri, spavaldi e determinati.

Questi erano i Grifondoro, questa era la casa in cui tutta la mia famiglia era stata smistata.

Era la casata che aveva abbellito i racconti di mamma e papà, facendomi sognare fuochi scoppiettanti nella sala comune, letti a baldacchino rossi con le tende dorate, sciarpe a righe e partite di Quidditch all'ultimo volo.

Era la casata che rendeva fiero chiunque solcasse la soglia della sala comune.

Era quello il mio posto, e io ne ero certa.

L'animo Grifondoro scorreva nelle mie vene: il sangue non mi avrebbe mai tradito.

Il viaggio proseguì con le varie battute di Albus, la visita del mio secondo cugino preferito James, varie cioccorane e diverse gelatine tuttigusti +1.
  
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