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Autore: EclipseOfHeart    22/05/2015    1 recensioni
E allora Riccardo capisce: non lo inviterà, esattamente come aveva previsto. Gode della veridicità delle sue previsioni ed esibisce un sorriso vittorioso che, però, si incrina leggermente quando si gira a guardarla e lei, inspiegabilmente, arrossisce.
Riccardo e Sofia: quando il corteggiarsi è una sfida al pari di un gioco e si lotta per essere vincitori, non pensando che, forse, in quel continuo giocare si finisce per essere degli eterni vinti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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How to be a heartbreaker

 

Rule #1

You gotta have fun, but baby when you're done, you gotta be the first to run.

 

Quando avvicina il viso al suo, manifestando chiaramente le sue intenzioni, sa già che otterrà ciò che vuole. Non sente neanche un brivido di aspettativa o di timore nei confronti di un desiderio che potrebbe rimanere tale, perché sa che lei resterà ferma, attendendo la sua mossa per godersi, dopo, il piacere di poter dire che è stato lui a fare il primo passo e Riccardo, semplicemente, le lascerà questa illusione, consapevole di quanto sia falsa in realtà.

Lui non ha fatto nessun passo, ma lasciarle credere ciò che anela è il modo migliore per portarla a fidarsi di lui, stringendo quelle dita affusolate dalle unghie corte e consumate e baciando la sua bocca rossa e leggermente screpolata, piena di lei e delle sue illusioni.

Dopo qualche bacio, la vede ridere piegando leggermente le labbra e riconoscendo nella curva di quel sorriso un sottile velo di vanità, perché sicuramente sta pensando che è riuscita a conquistarlo e che lo ha condotto dove voleva lei, ignara che la situazione sia esattamente l’opposto.

Quando i minuti diventano ore, Riccardo si offre di accompagnarla a casa, non per qualche forma di antica galanteria e neanche per un impellente desiderio di infilarsi nelle sue lenzuola – benché, sia chiaro, non gli dispiacerebbe affatto – quanto per una curiosa voglia di osservare il suo atteggiamento, di vedere quale sarà la sua prossima mossa e di sapere se lo inviterebbe davvero nel suo appartamento, perché lui è convinto che non lo farebbe se non la istigasse in altri modi.

Ma non gli interessa quello in quel momento, se il suo obiettivo fosse stato il sesso, sarebbero già nudi ed ansimanti; quella sera il suo divertimento e appagamento è costituito dalla prova che abbia capito tutto di quella ragazza, in poco più di un paio d’ore.

Escono da quella festa, ancora nel pieno della sua attività e il cammino verso l’auto di Riccardo è silenzioso, accompagnato solo dal ritmico rumore dei tacchi di lei.

Una breve discussione sul suo indirizzo di casa, il rombo della macchina che si accende e che s’inoltra silenziosamente nelle strade pugliesi e un cielo plumbeo, che promette pioggia e tuoni.

Riccardo non la tocca e non le parla e lei osserva sempre la strada, guardandolo di sfuggita solo per brevi istanti.

Arrivati di fronte al suo portone, le rivolge il più ammaliante dei suoi sorrisi e attende, curioso.

Nonostante lei si mostri sicura di sé e padrona della situazione, si può cogliere il suo leggero nervosismo dall’incontrollabile fremito che le anima le mani, quasi impercettibile ma visibile.

E allora Riccardo capisce: non lo inviterà, esattamente come aveva previsto. Gode della veridicità delle sue previsioni ed esibisce un sorriso vittorioso che, però, si incrina leggermente quando si gira a guardarla e lei, inspiegabilmente, arrossisce.

«Vorrei che parcheggiassi la macchina e salissi a casa mia.»

Riccardo è stupito e anche leggermente confuso, ma il risvolto della situazione non poteva essere migliore di questo.

«D’accordo.»

 

Pedone in E4.

 

Rule #2

Just don't get attached to somebody you could lose.

 

La cucina è piena degli aroma tipici di una colazione italiana: caffè, latte e biscotti impregnano le mura di quella piccolo stanza; le briciole delle fette biscottate sono sparse su una piccola porzione del tavolo e Riccardo sorseggia soddisfatto il suo caffè macchiato, che ha accettato solo per educazione in quanto non amante di quella bevanda che è invece una dipendenza per molti altri.

Lei beve il suo latte e biscotti all’altro capo del tavolo, mangiucchiando silenziosamente, senza sforzarsi di intavolare una discussione, per stemprare la tensione dettata dalla loro appassionata notte d’amore.

Riccardo non avverte minimamente del disagio, non gli interessa e non ha motivo di provarne, ma sa che le ragazze tendono a non vedere mai il sesso – dell’ottimo sesso aggiungerebbe – come qualcosa di chiuso e definito, ma come inizio di qualcos’altro.

Sa benissimo che lei sta fingendo un auto controllo che non ha e che, quando tra una ventina di minuti, se ne andrà da casa sua, sa che lei lo fermerà all’ultimo, probabilmente sull’uscio della porta e gli darà il suo numero, chiedendole di farsi sentire.

Sa che le assicurerà che lo farà, baciandole l’angolo della guancia e lasciandole desiderare un bacio tra le labbra, e sa che cancellerà il suo numero non appena salito in macchina.

Non gli interessa.

Il saluto va esattamente come lui l’ha previsto, osservando il lampo di desiderio che le legge negli occhi quando la bacia nella guancia, ma non gode dell’esattezza dell’altra previsione perché lei lo saluta, ma non accenna nessun desiderio di vederlo ancora e il suo numero nella sua rubrica non ci è entrato affatto.

Gli viene in mente, in quel momento, che non sa neanche il suo nome. Ma Riccardo fa spallucce e la saluta con il più smagliante dei sorrisi, considerando chiusa quell’avventura di Settembre.

Gli ci vorranno 12 giorni per aprire casualmente l’app Memo del suo smartphone e trovarvi una nota che lui, sicuramente, non ha scritto.

Mi sembrava troppo scontato scambiarci il numero al nostro saluto, per cui te lo lascio qui.

328614765033

Chiamami, Sofia.

Riccardo ride, tacciando quell’azione come stupida e insensata, e va immediatamente per cancellare quella nota. Eppure, anche se ha deciso che non la chiamerà, non preme quella piccola ‘x’ e la nota resta lì, in compagnia di altri inutili pensieri e di qualche fugace lista della spesa.

 

Alfiere in C4.

 

 

Rule #3

Wear your heart on your cheek, but never on your sleeve, unless you wanna taste defeat.

 

«Non mi hai chiamato.»

Riccardo non capisce subito e ascolta i suoi respiri, pensando che risposta darle.

«Dovevo chiamarti?»

«Avrei voluto che lo facessi.»

Riccardo tira giù il telefono ed osserva nuovamente il numero e un flash improvviso lo coglie, anche se non capisce bene come sia possibile che lo abbia lei il suo numero.

«Come avrei potuto chiamarti, se tu non mi hai dato il numero?»

La scusa perfetta gli esce fuori dalle labbra quasi istintivamente, convalidata dal fatto che quella nota non l’abbia neanche cancellata, quindi può aver benissimo non averla neanche letta.

«Non sei un buon osservatore. Comunque, ho provveduto a segnarmi io il tuo numero, come vedi.»

«Potrei considerarla una violazione della privacy.»

«Vai a denunciarmi, allora.»

«Non sfidarmi.» dice lui ridendo.

Avvertendo il silenzio dall’altro lato del telefono, espira un piccolo sospiro: «Cosa vuoi?»

«Ho pensato che potevamo vederci.»

Come se la conoscesse da sempre, le sembra quasi di vederla con i capelli che le ricadono sugli occhi e la bocca che si sta mangiucchiando l’unghia, in attesa della risposta.

«Capisco. Ci hai pensato per un mese?»

«È già passato un mese?» chiede lei, con voce fintamente stupita.

«Già.»

«Ti va o no?»

«No.»

«Non è vero.»

«Stai dicendo che sono un bugiardo?»

«Non mi permetterei.»

«E allora non dirlo. Se ti dico che non mi va, non ho voglia di vederti.»

«Okay.» dice lei e lui può quasi vederlo il suo sorriso. «Allora ti chiamerò altre volte finché non ti sarà venuta la voglia.»

«Ti ho detto di non sfidarmi. Non esco mai sconfitto da una sfida.»

«Dove sei?»

«A lavoro.»

«Allora ti ho disturbato. Ci sentiamo dopo, buon lavoro!»

Senza attendere risposta, Sofia chiude la chiamata, lasciando Riccardo più perplesso che persuaso. Posa il telefono, senza poter evitare comunque di sorridere per il modo in cui lei riesce a stravolgere tutte le sue previsioni.

È evidente che lei sia interessata, ma il modo in cui lo dimostra è… inaspettato.

 

Regina in F3.

 

 

Rule #4

Gotta be looking pure, kiss him goodbye at the door, and leave him wanting more, more.

 

La prima sera che escono insieme, Riccardo ha già in mente tutta la strategia che dovrebbe seguire. La si potrebbe notare da piccoli particolari: nella mano che le appoggia leggermente sul fianco, nello sguardo divertito che le rivolge, nei piccoli complimenti che non dimentica di dispensare qua e là nel corso della serata.

Sofia ride, è timida ma sfacciata, orgogliosa e testarda, vede il mondo con sfumature strane e, a detta di Riccardo, un po’ stupide.

A fine serata la bacia, spingendola delicatamente contro il muro vicino alla sua porta d’entrata e godendo del suo manifestato desiderio nei suoi confronti.

Vorrebbe solo che lui la prendesse in braccio e la portasse nella stanza da letto ma, per quanto allettante sia, non è quello che ha in mente.

Si distacca da lei, che lo osserva confusa, e gli spiega che sarebbe meglio se andasse via.

Non vuole accelerare le cose.

Se potesse riderebbe delle sue stesse bugie.

Sofia è senza parole, incredula che un uomo stia davvero andando via da lei, adducendo motivazioni così ridicole e false.

Poi, in un secondo, capisce.

 

Regina in F7.

 

 

 

«Potresti restare. Non c’è niente da accelerare. Siamo già stati a letto insieme.»

«Non è proprio la stessa situazione.»

«Perché? Eravamo ad un ristorante, invece di essere ad una festa.»

«Per te è diverso, lo so io e lo sai tu.»

«Perché questo è un appuntamento?» chiede lei, staccandosi dal muro e ridendo.

«Tra gli altri motivi.»

«Resta.»

Ciò che lo stupisce di quell’insistenza è la natura di essa, non è come quella che ha trovato in altre donne, così smaniose di avere l’attenzione che gli veniva negata o così orgogliose che non avrebbero voluto mai confessarla, inconsapevoli che si percepisca in tutta la sua interezza.

«Resta e ci divertiremo.»

Se stasera o se intendesse nella vita, Riccardo non lo capisce, eppure si ritrova inspiegabilmente a chiederselo.

«Non cambierà niente, domani.»

«Lo so.»

Se sia vero o sia una bugia non lo sa nessuno dei due, per una volta Riccardo si ritrova a dubitare di Sofia e a chiedersi se, in fondo, non abbia giocato anche lei tutto il tempo, mostrando affetto dove c’erano risate e coinvolgimento dove c’era il gioco.

Non ha nessuna illuminazione su una loro possibile storia d’amore, non gli interessa, anche se la tentazione di capire se Sofia l’ha già conquistata oppure no lo sta già stuzzicando; tuttavia una cosa è costretto a concedergliela.

Per quella sera, ha vinto lei.

 

Scacco matto.

 

 

 

 

Fine.

Iniziamo con i chiarimenti di servizio: titolo e regole sono presi dalla canzone “How to be a Heartbreaker” di Marina & The Diamonds, che se non conoscete vi invito subito ad andare a sentire! Il numero di telefono che cito nel testo è chiaramente inventato.

Le mosse a lato di ciascun paragrafo sono le 4 mosse necessarie per effettuare quello che viene chiamato “Lo scacco matto del barbiere”, scacco che è possibile effettuare appunto in sole 4 mosse (ho scelto questo perché le regole della canzone sono 4 e perché gli scacchi hanno un particolare significato nel background di questa storia).

Passiamo dunque alla storia: l’ho volutamente lasciata senza ‘conclusione’, diciamo. Non so se Riccardo e Sofia siano all’inizio di una meravigliosa storia d’amore o se non si vedranno mai più, ho volutamente dipinto la figura di Sofia come la tratteggia solamente lo sguardo di Riccardo – infatti, alla fine, lui comprende di non averci capito molto di lei.

La figura di Riccardo è quella di un giocatore, una persona che vive le relazioni – amorose e non – come se fosse in una partita di scacchi e dove l’unica cosa che interessa è vincere e riuscire a veicolare le azioni di chi gli sta intorno per i suoi interessi. Potrei parlare ancora molto della sua profonda incoerenza, di cui ho seminato dei tratti qua e là e di cui mi piacerebbe davvero avere riscontro da parte vostra. Anche per le ‘regole’: è palesemente Riccardo che segue questa specie di codice, ma ci riesce davvero? E Sofia? Le attua per sbaglio o per consapevolezza, o non le attua proprio?

Mi piacerebbe davvero che mi deste una vostra critica, per capire come voi vediate questa storia, nata per indagare psicologicamente alcuni tratti della personalità umana.

Concludo questo papello e vi ringrazio tanto per aver letto. <3

Baci,

 

 

EclipseOfHeart

   
 
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