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Autore: Maria_Kurenai    23/05/2015    1 recensioni
Kat e' una ragazza come tante, una liceale introversa e timida che, per vari motivi, non ha mai voluto rischiare nella vita. Tutto cambia quando decide di partecipare all'audizione di un nuovo gruppo che cerca una cantante. Dopo aver riflettuto a lungo Kat decide di partecipare all'audizione, ma quello che la aspetta e' molto piu' di quello che avrebbe immaginato.....
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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6. Nobody To Love
 
 
 
I miei occhi scrutavano il soffitto in cerca di qualcosa di indefinito, forse semplicemente un po' di tranquillita'.
Chiusi le palpebre e, con un sospiro, tentai di liberare la mente dai troppi pensieri che mi frullavano per la testa, ma senza risultati.
Nel silenzio della mia stanza pareva che qualsiasi piccolo suono mutasse in rumore assordante: le lancette dell'orologio sopra al comodino accanto al mio letto mi martellavano nelle orecchie rendendomi difficile concentrarmi sul sonno.
Alla fine mi arresi e, stancamente, afferrai l'orologio e lo gettai nel cassetto del comodino, ma nemmeno liberarmi di quell'oggetto infernale mi aiuto' a riaddormentarmi.
Cosi ripercorsi mentalmente le ultime tre settimane, ripensai a quel sabato nel quale ero andata a dormire a casa di Evey e lei mi aveva finalmente raccontato di Andre'.
 
Eravamo sedute sul suo letto, una di fronte all'altra e Evey teneva in grembo l'orsetto di peluches che le aveva regalato suo padre anni prima, come se quell'oggetto avesse avuto il potere di infonderle un po' di coraggio.
Gli occhi castani di Evey avevano vagato sul mio volto per un po' prima che si decidesse a cominciare il discorso.
-Hmm....da dove vuoi che inizi?- mi aveva domandato in fine, lanciandomi un'occhiata attraverso il ciuffo ribelle che le era caduto sugli occhi.
-Dal principio suppongo, da quando hai capito che tra di voi c'era qualcosa.- risposi, sorridendole rassicurante.
Lei allungo' le mani verso di me e strinse le mie dita tra le sue.
-Come ti accennai tempo fa, conobbi Sean e Andre' quando avevo circa 7 anni, Sean aveva la mia stessa eta' mentre Andre' era 3 anni piu' grande di noi. A quel tempo mio padre era ancora tra di noi e, lui e il padre di Sean ed Andre', erano divenuti amici dopo essersi conosciuti ad un convegno. La prima volta che li incontrai fu quando mio padre inivito' la loro famiglia a cena da noi. Non voglio fare la melodrammatica, ma credo che la mia cotta per Andre' inizio' fin da quel giorno, anche se mi ci volle qualche anno per ammettere a me stessa I miei sentimenti e per darmi una possibilita' con lui.
L'estate del mio primo anno di liceo, qualche mese dopo che Andre' ebbe rotto con la sua ultima ragazza, mi decisi a farmi avanti e a confessaregli I miei sentimenti.
L'occasione si presento' un sabato sera a casa sua: la nostre famiglie avevano organizzato un barbecue in memoria di mio padre che era venuto a mancare qualche anno prima e, per un motivo o per l'altro, io e Andre' ci trovammo da soli in camera sua.
Ricordo che lui era seduto sul suo letto e guardava fuori dalla finestra che dava sul giardino dove I nostri genitori erano intenti a cuocere hamburger, mentre io ero seduta sulla sedia della sua scrivania, nervosa come non ero mai stata in vita mia.
Senza troppi giri di parole gli dissi che non lo vedevo solo come un amico e che avrei voluto che tra di noi ci fosse di piu'. Lui mi aveva guardata sorpreso, ricordo ancora chiaramente I suoi occhi d'ebano, e, dopo qualche istante di silenzio mi aveva sorriso, mi aveva fatto cenno di raggiungerlo sul letto e mi disse che provare le stesse cose per me. Mi chiese di diventare la sua ragazza e puoi immaginare la mia gioia nel dirgli di si.
Da quel momento in poi fummo inseparabili. Andre' era il ragazzo perfetto: facevamo la strada da casa a scuola e vice versa assieme, mi riempiva di attenzioni e premure, uscivamo assieme ogni weekend...insomma, non aveva occhi che per me e le cose tra di noi non sarebbero potute andare meglio.
Per aggiungersi al tutto io e Sean inziammo ad andare d'accordo come mai prima di allora e, dopo aver conosciuto Adam, avendo tutti e quattro una passione per la musica, decidemmo di formare gli USC.
Inizialmente mettemmo insieme il gruppo per gioco, ma in un modo o nell'altro iniziammo a prendere la faccenda seriamente e cominciammo ad esibirci in vari locali della citta'. Inutile dire che il membro piu' popolare del gruppo era Andre': occhi d'ebano, capelli biondo cenere, alto e muscoloso, insomma, il sogno di ogni teenager.
Nonostante l'attenzione che riceveva dalle ragazze, stupida come ero allora, non dubitai mai della sua fedelta' e credetti sempre a tutto quello che mi diceva.
Ci credetti fino al giorno in cui, leggendo per caso alcuni messaggi sul suo cellulare non ne trovai alcuni indirizzati alla mia migliore amica dell'epoca, Hanna Drake.
Avrei voluto gettare via il cellulare di Andre' e fingere di non aver mai visto quei messaggi, ma la gelosia ed il senso di tradimento mi spinsero a leggerne altri e cosi scoprii che Andre ed Hanna avevano una relazione da mesi alle mie spalle. Tra I vari messaggi cen'erano anche di molto espliciti che mi fecero capire la natura dei loro incontri. E la cosa peggiore era che Hanna non era l'unica ragazza con la quale Andre' si era visto. Non immagini il senso di vuoto, incredulita' e disgusto che provai. Dopo un anno di relazione nella quale avevo creduto di avere la felicita' in pugno avevo scoperto che per tutto quel tempo non avevo fatto altro che stringere un mucchio di polvere...
Ti risparmio la parte del litigio e della rottura, dei pianti disperati, degli attacchi di panico e della depressione, ma credo sia abbastanza facile intuire che in seguito alla nostra rottura il gruppo si sciolse.
Per mesi e mesi non fuoi piu' me stessa, ma solo l'ombra di una me che non volevo piu' ricordare. Mi odiavo, odiavo il fatto di essere stata cosi stupida da credergli ciecamente senza mai sospettare nulla, odiavo Sean ed Adam per essere stati tanto ciechi quanto me.
In quel periodo ero tanto depressa che persi quasi 10 kg in quattro mesi e la mia rendita scolastica peggioro' drasticamente, tanto che rischiai quasi di perdere l'anno.
Andre' dal canto suo, nonostante si sentisse in colpa per cio' che aveva fatto (o per lo meno questo e' cio' che sosteneva), ando' avanti con la sua vita, fini le superiori, si trasferi a Seattle per iniziare il college e non ci mise molto a trovare un'altro gruppo, gruppo che ha acquisito una certa fama da un anno a questa parte.-
Evey aveva fatto una pausa e si era asciugata una lacrima che le era scivolata giu' per la guancia.
Il suo sguardo era colmo di tristezza, una tristezza antica, amara ed indelebile.
-Non ne avevo idea...- sussurrai, a corto di parole, con gli occhi pieni di lacrime e un senso di impotenza a stringermi il cuore.
-Non e' colpa tua, Andre' e' sempre stato un playboy, ma stupidamente avevo creduto di essere la ragazza che lo avrebbe fatto cambiare. Era sempre cosi bravo a fare la parte del fidanzato modello che non avevo mai dato peso alle piccole discrepanze, agli sguardi furtivi di Hanna nella sua direzione, alle sue uscite con amici dei quali sapevo poco o niente. Era cosi bravo a condurre la sua vita segreta che nemmeno suo fratello si era reso conto della sua infedelta'. Insomma, ora come ora posso solo dire che sono contenta che sia tutto nel passato, ma puoi capire come mai questo per me come per Sean ed Adam, che hanno vissuto la storia in prima persona, sia un argomento delicato e come mai ci sia ancora molta amarezza nei confronti di Andre'.-
-Si...ora capisco il perche' di tutta quella tensione durante le prove.- sussurrai, pensierosa, poi ripresi – Se e' cosi difficile per voi rivderlo perche' non gli dite semplicemente che non volete che venga al nostro concerto?- domandai ad Evey.
Lei sorrise con una strana luce negli occhi e rispose: -Perche' in quel caso e' come se lui avesse vinto. Significherebbe che mi importa ancora di lui, significherebbe che non mi sono mossa di un centimetro dalla me che lui aveva ridotto in pezzi e mi rifiuto che sia cosi.-
 
L'ultima frase che Evey aveva pronunciato mi era rimasta particolarmente impressa dentro, era come se mi avesse aperto un mondo, un mondo che non avevo mai avuto il coraggio di esplorare prima, e che mi aveva fatto vedere Evey sotto una luce del tutto nuova.
All'apparenza lei era una ragazza tosta, una di quelle persone che non si possono scalfire, che sanno sempre rialzarsi in piedi, non importa quanto brutale sia la caduta, ma sentirla parlare delle sue debolezze cosi apertamente mi aveva fatto capire che all'interno Evey era esattamente come me: fragile, fragile come cristallo.
E soffriva ancora per cio' che le era successo in un passato che ora non poteva cambiare, ma che non riusciva del tutto ad accettare e a lasciarsi alle spalle.
Ed io ero proprio come lei, ero ancora tormentata dal mio passato, tormentata da una serie di eventi sui quali non avevo avuto alcun controllo e che, non importava quanto dispetamente desiderassi disfarmene, sarebbero sempre e comunque rimasti invariati, dormienti nel mio trascorso.
Sentii una lacrima scivolare liscia sulla mia pelle per poi incontrare il cuscino e non potei fare a meno di pensare che, se mamma e papa' non fossero mai morti, io non sarei mai dovuta andare incontro all'orrore che avevo vissuto.
 
-Katherine, sei sicura di non voler venire?- domando' mia zia entrando nel soggiorno.
Mio malgrado scollai gli occhi dallo schermo del televisore e voltai il capo verso zia Beth.
-Si, sono sicura.- risposi in un sospiro.
-Sarebbe stato carino che almeno per lavigilia di Natale ci fossimo comportati come una famiglia normale.- disse Beth, mettendosi una mano sul fianco ed osservandomi di sbieco.
Tornai ad osservarla e mi soffermai per qualche istante sulla sua figura snella, sui suoi occhi color nocciola, tanto simili ai miei, sul naso sottile, sugli zigomi ben definiti e sui capelli biondi.
-Pero' non siamo una famiglia normale. Tu non sei mia madre e Robert e' lungi dal poter rivestire un ruolo paterno nella mia vita.- risposi, con un briciolo di amarezza nella voce.
Per un istante una vena di dolore apparve sul volto di mia zia, ma fu solo un istante perche' subito sul suo volto si fece largo il suo solito sorriso freddo e distaccato.
-D'accordo, allora divertiti a passare Natale da sola. Sembra che l'unica compagnia di cui tu abbia bisogna sia la tua.-
Cosi dicendo raggiunse Rob alla macchina e lo aiuto' a caricare le ultime cose.
A dire il vero passare Natale da sola non era una cosa che desideravo, ma era sempre meglio che passarla giocando alla famiglia felice per salvare le apparenze davanti a degli estranei.
-Noi andiamo- disse Rob, apparendo sulla soglia del soggiorno poco dopo.
Lo ignorai completamente e lui si limito' a sospirare.
-I soldi sono sul tavalo della cucina, sei hai bisogno di qualcosa chiamaci. Saremo di ritorno domani sera.-
E dopo quella frase sentii I suoi passi e quelli di Beth all'ingresso e la porta chiudersi alle loro spalle una volta usciti di casa.
Sospirai e non riuscii a fare a meno di trattenere una lacrima. Mi portai il pugno chiuso alla fronte e sospirai profondamente: era meglio restare sola, era meglio cosi.
Mi alzai dal divano e andai in camera mia, accesi il computer e mi misi ad ascolatare “Take me to church” di Hozier, alzai il volume del pc al massimo per coprire il suono della mia voce mentre ci cantavo sopra:
 
“No Masters or Kings
When the Ritual begins
There is no sweeter innocence than our gentle sin
 
In the madness and soil of that sad earthly scene
Only then I am human
Only then I am clean
Ooh oh. Amen. Amen. Amen."
 
Quei pochi versi racchiudevano cosi tanto di me che faceva quasi male.
Continuai a cantare a squarciagola, tra le lacrime, sdraiata sul mio letto finche' non sentii il cellulare vibrarmi in tasca.
Era un messaggio da parte di Evey e diceva: “Hey Kat, come procede la vigilia? Qui a casa mia sembra di essere in un circo! Un abbraccio, Evey xoxo
Beata te, pensai, beata te Evey.
Qui tutto bene, I miei sono a cena da amici percio' ho la casa tutta per me! Goditi il circo anche per me xoxo
Ci pensai un po' prima di premere invio, chiedendomi se non fosse il caso di mentire sul fatto che fossi sola, ma alla fine decisi che non volevo essere disonesta con Evey.
Quello fu l'ultimo messaggio che ci scambiammo.
Dopo aver cucinato qualcosa per cena, mi dedicai completamente alla tv. Mi appollaiai sul divano in pigiama e guardai un film Dinsey dopo l'altro finche' non mi addormentai.
 
 
-Kat? Sai che non puoi continuare a nasconderti-
Mi appiattii contro alla parete dell'armadio e smisi di respirare.
Fai che non mi trovi, fai che non mi trovi! Pregai in silenzio, paralizzata dal terrore.
Improvvisamente lo spiraglio di luce che penetrava dallo spazio in mezzo alle ante dell'armadio scomparve.
No! No! Gridai silenziosamente, sentendo la paura gelida invadere ogni fibra del mio corpo.
Le ante dell'armadio si aprirono di scatto e l'uomo nero mi afferro', senza pieta'.
-Ti ho trovata, Kat! Che ne dici se ora facciamo un gioco?-
No! No!Lasciami andare! No!
 
-NO!- Gridai, svegliandomi di soprassalto. Il cuore mi batteva a mille, I capelli mi si erano appiccicati alla fronte e la mia gola era secca, arida e bruciante.
E' stato solo un sogno, un incubo, non era reale, era tutto nella mia testa, mi dissi, tentando di calmarmi.
A fatica mi trascinai in cucina per bere un po' di acqua, ma le mani ancora mi tremavano.
Erano anni che non facevo degli incubi come quello e mi domandai se la tristezza della giornata non avesse indotto la mia mente a farmi rivivere dei momeni simili.
Mentre mi interrogavo su cio' sentii qualcuno bussare alla porta d'ingresso.
Per un istante impietrii e, senza pensarci, presi il cellulare e lessi l'ora sul display: era l'una passata.
Chi poteva essere a quell'ora della notte?
Il mio primo pensiero furono Beth e Rob, ma poi mi dissi che non era possibile che fossero loro perche' avevano con se un mazzo di chiavi e nel caso in cui fossero tornati non avrebbero di certo bussato alla porta.
Cosi camminai a passo felpato lungo il corridoio e, senza accendere alcuna luce, guardai attraverso lo sbircino della porta.
Rimasi di stucco quando vidi chi c'era sul mio portico.
Senza parole infilai le chiavi di casa nella serratura e, lentamente, aprii la porta.
-Sopresa!- disse Evey, Adam e Sean all'unisono, in piedi davanti a me.
Tutti e tre reggevano borse di carta tra le mani.
Vedendo la mia espressione scioccata I tre si scambiarono un'occhiata divertita.
-Allora, ci fai entrare o hai intenzione di lasciarci qui a congelare?- disse Adam, osservandomi con quei suoi occhi da lupo.
-Oh mio Dio, perdonatemi. Entrate, entrate!- dissi, facendomi da parte e lasciandoli passare.
Condussi I ragazzi nella cucina e gli feci posare le varie borse sul tavolo.
-Allora, mi dite cose ci fate qui?- li interrogai, ancora perplessa nonostante fossi felicissima di vederli.
-Che domande fai, Kat? Quando Evey ci ha detto che eri a casa da sola non abbiamo potuto fare altro che venire.- disse Sean che, dopo essersi sfilato il cappotto di lana mi venne incontro e mi cinse in un abbraccio.
-Io...io non so cosa dire.- sussurrai sull'incavo del suo collo, sul punto di pianegere per la commozione.
Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me, e sapere che quei tre avevano lasciato il calore delle loro case e delle loro famiglie per venire a tirarmi su di morale mi fece sentire amata come non mi capitava da tempo immemore.
-Non dire niente, finiresti per rovinare il momento- disse Adam, ma nella sua voce e sul suo viso non c'era nessuna malizia.
A quel punto non potei fare a meno di trattenere le lacrime e scoppiaia a piangere.
Sentii Evey ridere leggermente mentre si univa all'abbraccio.
-Grazie ragazzi, questo per me significa molto- sussurrai, con il cuore colmo di felicita'.
Quello era il regalo di Natale piu' bello che avessi potuto desiderare.






Ciao a tutti cari lettori! Era da un bel po' che avevo questo capitolo pronto, ma sono riuscita a caricarlo solo ora. Poco male, considerando l'intervallo tra il quarto e il quinto capitolo :s 
 In questo capitolo volevo tornare a parlare un po' della vita di Kat, ma senza rivelare troppo, e raccontare di Evey ed Andre' (si e' stato davvero una merda) prima di concentrarmi sull'evento che attendiamo tutti da qualche capitolo a questa parte: il concerto di capodanno! 
Posso solo dirvi che ho tanta roba in serbo per il prossimo capitolo (incontreremo Andre' per la prima volta e ricomparira' anche Levi, quel simpaticone) quindi: continuate a leggere! 
Se vi va lasciate anche una recensione: e' davvero utile leggere i vostri parerei oltre ad essere davvero incoraggiante. 

Un abbraccio, 

Kure <3

 

  
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