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Autore: Claire Marie Blanchard    23/05/2015    3 recensioni
Draco Malfoy era un uomo, ormai, realizzato.
Ricco, giovane, bello, in carriera. Insomma, tutte caratteristiche che un uomo vorrebbe avere.
Era diventato Auror per dimostrare che, a volte, la mela poteva cadere lontano dall’albero.
Si era avvicinato, anche se non esageratamente, a Harry Potter. E, forse, anche un po’ a Ron Weasley.
Dopotutto, erano i suoi rispettivi capo e collega.
Con le donne procedeva tutto bene. Si divertiva, si sfogava fisicamente con loro senza impegno e le mollava non appena queste iniziavano a chiedere qualcosa di più.
Fino a che, una sera, a una festa organizzata per Potter, non rivide Hermione Granger e non ci finì a letto insieme.
Erano passati circa sei mesi da quella notte e i due continuavano a vedersi di nascosto, di comune accordo.
Insomma, se qualcuno gli avesse chiesto, quel mattino di gennaio, come procedesse la sua vita, lui non avrebbe potuto rispondere se non con un ‘Non posso proprio lamentarmi.’
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Disclaimer: I personaggi della saga di Harry Potter non mi appartengono. Tutti i loro diritti sono riservati a Joanne Kathleen Rowling. Inoltre, questa storia è stata ideata, scritta e pubblicata senza alcun scopo di lucro.
 
 
 
 
 
 
 
Note:
* = Personaggio preso dalle figurine delle Cioccorane. Nonostante io l’abbia inserita tra i ‘morti’, pare che questa strega sia ancora viva (nell mondo di Harry Potter, si intende). Per inserirla nel contesto amoroso, ho voluto giocare la carta del nome e della sua traduzione: Catchlove = (Catch) catturare (love) amore. È stata inserita tra le figurine delle Cioccorane per essere l’autrice di “Come incantare il tuo formaggio”. (fonte potterpedia.it http://www.potterpedia.it/?v=Greta_Catchlove)
** = Come per Greta Catchlove, ho preso un personaggio dalle figurine delle Cioccorane. Questo è  Gifford Ollerton (fonte potterpedia.it http://www.potterpedia.it/?v=Gifford_Ollerton), eroe e cacciatore di troll e di giganti, nato cresciuto e morto durante il Medioevo.
*** = è un luogo di mia invenzione. Pertanto, ne detengo tutti i diritti.
 
 
 
 
 
 
Vita, morte e miracolo di un uomo illustre
 
 
 
 
 
 
III
 
Inferno
 
 
 
 
 
Un gran mal di testa.
Questo fu il primo particolare che Draco Malfoy notò, svegliandosi in un posto che non riusciva a riconoscere.
Era una specie di… casetta di legno.
Si ritrovò sdraiato su una panca di legno, con una coppia di coperte sopra il suo corpo che lo riscaldavano.
Per essere gennaio, non faceva un gran freddo. Sembrava più essere in aprile, o in ottobre.
Sentiva dei rumori provenire dall’esterno, così si decise ad alzarsi e a vedere che cosa lo aspettasse lì fuori.
Quando aprì la porticina di legno, notò che quello che aveva davanti era la rimessa delle barche; e che la grande distesa d’acqua somigliava molto al Lago Nero. Subito dopo, notò un uomo, vestito con abiti babbani scuri, che se ne stava su una barca di legno verniciato di verde a pescare, come se fosse una cosa normale. Per poco non gli venne un colpo, quando il pescatore si girò nella sua direzione.
- Buon giorno, Draco. Era ora che ti svegliassi! – gli disse facendo una piccola smorfia che accennava a un sorriso.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Che diavolo ci fa il professor Piton su una barca nel Lago Nero?
Pensò Draco, rimanendo sconvolto alla vista dell’uomo e con la bocca semi aperta.
- Suvvia, Draco, chiudi quella bocca. Non vorrai somigliare ad un pesce
Il ragazzo la richiuse immediatamente.
- Piuttosto, siediti lì sul molo e inizia a raccontarmi come ci sei finito qui – disse l’uomo, mentre posava uno sguardo concentrato sull’amo della canna da pesca, sistemando ciò che Draco ritenne presumibilmente fosse l’esca.
Obbedì al suo professore, anche se era rimasto teso come una corda di violino.
Stette zitto per parecchio tempo, lanciando qualche occhiata in direzione del suo ex professore di Pozioni.
- Che posto è questo? – chiese Draco. Poi, guardandosi intorno.
Piton lo guardò in viso per qualche secondo, mostrandogli un sorriso sincero, ma non gli rispose.
Draco deglutì a vuoto.
Non sopportava l’idea di non sapere dove si trovasse. E ancora di più non sopportava che nessuno – come ad esempio la Granger – non potesse raggiungerlo.
Il suo ex professore, senza nemmeno distogliere lo sguardo dal punto del lago dove era aveva buttato l’esca, gli rispose con tono annoiato – Tu cosa credi che sia?
Il ragazzo aggrottò la fronte senza capire, guardandolo dubbioso.
- Non ne ho idea – rispose infine.
Non fece in tempo a riflettere su quale razza di posto strambo poteva trattarsi, che una giovane e bella donna, dai capelli color biondo cenere, si avvicinò al molo, con aria afflitta. Si alzò immediatamente, come se avesse dovuto cederle il posto a sedere. E così fu.
Senza nemmeno voltarsi, Severus si rivolse a lei assumendo di nuovo un tono annoiato – Lasciami indovinare, Greta: i tuoi tentativi sono stati vani. Di nuovo.
La ragazza, con un viso mogio, gli rivolse un’occhiataccia e una risposta tagliente – Scommetto che se si fosse trattato della tua bella rossa, avresti tentato e ritentato fino allo sfinimento, Severus – e, guardando Draco, aggiunse – E tu chi sei?
Draco la guardò stranito. Stava anche per rispondere quando vennero raggiunti da un altro straniero.
- Greta, credo che questo fazzoletto sia vostro! – esordì il mago, vestito con abiti medievali, che porgeva alla donna un piccolo ma delicato pezzo di stoffa pregiata – notò Draco – e ricamata.
- Grazie, messer Gifford – rispose gentile la bionda, la quale tornò a guardare Draco incuriosita.
- Mi chiamo Draco. Draco Malfoy.
- Lieta di fare la sua conoscenza, signor Malfoy. Questo – disse indicando l’uomo alle sue spalle – è messer Gifford Ollerton. Quello laggiù…
- È il professor Piton, lo so – concluse Draco per lei – È stato mio professore e mio preside ad Hogwarts.
Gifford si girò verso il lago, in direzione di Severus, dopodiché si rivolse al ragazzo biondo.
- Suppongo che non sia mai stato un gran chiacchierone. Dico bene, Lord Malfoy?
- Esattamente – rispose Draco – E già che ci siete, dato che anche voi vi trovate in questo posto insolito – aggiunse, guardandosi un po’ intorno – potreste spiegarmi dove diamine sono capitato?
Gifford cercò lo sguardo di Greta, la quale glielo concesse annuendo, poi si rivolse di nuovo verso il ragazzo, rispondendogli con un sorriso afflitto – Benvenuto al lago degli amori perduti***.
- Il lago dei cosa?! – esclamò sorpreso Draco.
Greta sorrise – Il lago degli amori perduti. È dove finiscono le anime di tutti quelli che, da vivi, non sono riusciti a congiungersi con il proprio amore. È una sorta di Inferno per gli innamorati.
Gifford si sedette al fianco di Greta, incrociando le gambe – E voi, Draco? Quale amore avete perso?
Il ragazzo negò con il capo – Vi sbagliate, nessun amore. Stavo semplicemente svolgendo il mio dovere di Auror, quando un tizio che stavo per arrestare mi ha lanciato un’Avada Kedavra che – per fortuna – mi ha solo sfiorato, facendomi cadere da un’impalcatura alta circa 25 metri.
Greta lo guardò interrogatoria – E non hai pensato a nessuno prima o durante la maledizione?
Draco non fiatò, si limitò a guardare il lago e Severus che, intanto, stava tornando con la barca verso il molo.
Quando scese dalla barca, Draco si alzò e andò verso di lui per aiutarlo. Nel prendergli il secchio dalle mani, il ragazzo notò che il secchio non conteneva alcun pesce.
- Professore, dov’è il pesce?
Severus lo guardò, sorridendo malinconico.
- Draco, io ho già avuto la mia occasione. E non immagini quanto grande sia il mio rimpianto.
Detto questo, si girò e si diresse verso la capanna di legno.
Il biondo non capì che cosa intendesse dire, ma iniziò ad avere la sensazione che, se era arrivato lì, doveva significare che aveva perso tutto.
Lei compresa.
Cominciò a credere di essere giunto all’Inferno.
 
 
 
 
***
 
 
 
Si era svegliata intorno alle sei e trenta, quando un’infermiera era venuta a controllare una flebo, totalizzando così poco più di due ore di sonno soltanto. Sapeva di dover andare a lavoro, quella mattina, ma non voleva lasciarlo solo.
Aveva anche bisogno di una doccia, di un cambio… non poteva presentarsi in quel modo in ufficio. Decise, quindi - a malincuore -, di andare a casa, non senza – ovviamente – aver raccomandato  il Guaritore Miller di informarla in qualsiasi momento, nel caso ci fossero stati degli aggiornamenti.
Una volta arrivata in ufficio, cercò di occuparsi di tutte le faccende, ma la sua testa era rimasta sempre lì, in quella stanza del San Mungo, con lui.
Cercava di lavorare, come se Draco – perché non era più solo Malfoy – non fosse ridotto in coma, provando più volte a concentrarsi, senza ottenere alcun risultato.
E quando – all’ennesimo tentativo di analizzare la stessa carta da circa un’ora – si ritrovò a pensare a lui ricoverato al San Mungo, realizzò che quello che stava vivendo poteva essere chiamato Inferno.
   
 
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