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Autore: questomondomistastretto    23/05/2015    1 recensioni
« Ѐ perché sono diverso, vero? Sono più umano. Non lo percepisco solo io. Lo senti anche tu. Io lo so. »
L’Araldo si fermò un attimo a pensare su ciò che le era appena stato detto. Fin da quando lo aveva incontrato nell’Oblio, sapeva di potersi fidare di lui. Demone o spirito, non importava: Cole era sempre ciò che vedeva, un ragazzo pallido, travagliato dalla sofferenza altrui e spesso incompreso. Voleva solo aiutare, lei l’aveva sempre saputo, ma effettivamente adesso era diverso. Cole era diverso. Non capiva se tale percezione fosse una concreta conseguenza alla sua magia, ma lei non riusciva più a prevederlo come prima. Vi era come una barriera, una barriera fatta di carne ed ossa. Adesso che Cole era più umano, il suo corpo era più vivo che mai.

[Fem!Lavellan x Cole]; OOC inevitabile per Cole. Spoiler sulla sua quest personale e sulla trama generale di DA se non avete finito il gioco.
Nella speranza di non essere l'unica ad amare questo assurdo pairing, condivido con voi un esperimento nato per caso ;)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Il mattino seguente Galadriæl si svegliò da sola. La cosa non la stupì, non si aspettava di trovare Cole addormentato al suo fianco, in ogni caso. Guardò il pigiama abbandonato sulle lenzuola stropicciate accanto a sé e sorrise.
 
Fu un’altra giornata piena d’impegni, per l’Inquisizione. Al Consiglio di Guerra era emerso che il prossimo, terribile passo di Corypheus sarebbe stato assassinare l’Imperatrice Celene, e Josephine aveva caldamente consigliato di prendere parte al ballo in maschera organizzato a Palazzo d’Inverno.
« Chissà cosa penserà delle mie orecchie a punta l’alta borghesia dell’Orlais… »
« Aspetta di sentire cosa diranno su di me, capo! » aveva detto  il Toro incrociando le possenti braccia, ed in quel preciso momento Galadriæl  aveva deciso che sì, sarebbero andati insieme a sentire cos’avevano da dire di loro i rigonfi bigotti orlesiani.
 
« Cassandra, Il Toro di Ferro e… Cole?! » sbottò Josephine, prendendo nota dei membri che avrebbero rappresentato l’Inquisizione a Palazzo. La punta della matita le si spaccò di netto.
« Esatto » rispose semplicemente l’elfa, prendendo la divisa rosso scarlatto che avrebbe indossato la sera stessa.
« Non sarebbe megl–  »
« Avanti Josie, stai tranquilla » cercò di rassicurarla, notando il suo sguardo inquieto « vedrai che andrà tutto bene »
Prese congedo e si recò ai suoi alloggi per cambiarsi.
« Che il Creatore ci aiuti… » esclamò la ragazza, rimasta da sola ed ancora visibilmente scossa dalla decisione dell’Inquisitore. Avrebbe dovuto fare un lungo e corposo discorso a tutti, nella speranza che servisse a qualcosa.
Nonostante il pessimo presentimento di Josephine, l’Inquisizione riuscì a salvare la vita all’Imperatrice Celene e a porre fine al folle complotto messo in atto dalla cugina. Mai e poi mai avrebbero anche solo sospettato che Florianne avesse potuto allearsi con Corypheus. Galadriæl  non ne fu felice, ma una volta giunti allo scontro tutto quello che poté fare era porre fine alla vita della Duchessa. Ancora una volta, Il Gioco aveva avuto la meglio.
 
 
« Non capisco nemmeno io » Cole la raggiunse sulla terrazza, le dita a rincorrersi freneticamente e lo sguardo basso. Gli pesava non indossare il suo cappello, lo faceva sentire così visibile. « sarebbe più facile dire la verità »
« Già. Eppure è così che si divertono. È così che funziona, il Gioco »
« Un gioco non dovrebbe far male – sorrisi, gioia, braccia solide e morbide – il tempo, tempo che si ferma – non importa adesso »
Cole si sporse dal terrazzo, lo sguardo volto verso il suolo « …questa sera riesco a sentire i tuoi pensieri urlare » continuò, e Galadriæl  lo guardò come punta sul vivo « non è colpa tua. Non poteva finire diversamente, era ciò che volevano. Qualcuno doveva morire. Loro lo volevano »
« C’è sempre un’alternativa, Cole »
L’elfa sospirò profondamente, quasi a rilasciare tutta la tensione accumulata durante quell’interminabile serata. Sapeva che non aveva colpe per il folle piano di Florianne e per la sua morte, tuttavia era sicura che agendo diversamente, magari non sarebbero dovuti giungere a tanto. Magari.
« Ti chiedo scusa per ieri notte » iniziò improvvisamente Cole, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Sapeva che l’aveva fatto apposta e gli era grata per questo. « voglio dire, se non sono rimasto »
« Sei riuscito a dormire almeno un po’? »
« Non credo, ma è stato bello stare lì » sulle labbra del ragazzo comparve un sorriso appena accennato « ti muovi e parli molto nel sonno »
« Oh per Andraste, dici sul serio? » domandò, voltandosi repentinamente verso di lui.
« Sì »
Galadriæl  si portò una mano alla fronte e rise, nell’immaginarsi la scena.
« Mi lascerai provare anche stanotte? » il suo tono di voce era così leggero ed innocente che le parve cancellare ogni possibilità di imbarazzo tra di loro.
« Certo, tutte le volte che vuoi » si risollevò dalla balconata, e Cole fece lo stesso « Adesso però torniamo a Skyhold, ne ho abbastanza di questo posto. »
 
Quella sera Galadriæl  aspettò a lungo prima di coricarsi, ma Cole non si presentò. Escludendo che potesse essersene dimenticato, si domandò se avesse fatto o detto qualcosa di sbagliato, ma non trovando risposta decise di rimandare la questione a l’indomani mattina, possibilmente rivolgendo la domanda al diretto interessato.
Si sdraiò comodamente nel largo letto della sua stanza, avvertendo le braccia dolere ad ogni movimento. Era stata davvero una lunga, lunghissima giornata. Chiuse gli occhi, sfinita, e sprofondò in un piacevole sonno ristoratore.
La mattina seguente non furono i tiepidi raggi del sole a svegliarla: avvertiva un’ombra, come una presenza davanti a sé, ma il dormiveglia non le permetteva di realizzare pienamente se stesse ancora dormendo o se fosse sveglia. Fu solo quando si impose di aprire gli occhi ed abbandonare completamente il mondo dei sogni che ciò che stava percependo la fece sobbalzare nel letto.
« Buongiorno, Cole » sussurrò con la bocca ancora impastata ed il tono leggermente infastidito.
Il ragazzo era letteralmente accovacciato al di sopra di lei, i piedi nudi saldamente poggiati ai lati del suo corpo supino e le gambe piegate. La sagoma del suo cappello oscurava completamente la vetrata principale della stanza, mantenendo il viso dell’elfa all’ombra ed il suo in controluce.
« Non volevo ti svegliassi » disse, lo sguardo basso, quasi si sentisse colpevole « stavi sognando – osservavo, in silenzio, non volevo interrompere »
Provò a concentrarsi su quale sogno avesse fatto durante la notte, ma più ne rincorreva il ricordo, più questo sembrava sfuggirle ed allontanarsi dalla sua mente.
« Corri e non hai bisogno di guardare dove vai, conosci già la strada – i tuoi fratelli te l’hanno insegnata. Amavi fare colazione con loro sul Vhenadahl »
« Le foreste dei Liberi Confini sono più rigogliose che mai in questo periodo dell’anno » lo interruppe, lo sguardo perso nei ricordi.
« Ti mancano »
« Sì, molto »
Gli occhi di Cole si incupirono improvvisamente « vorrei poterti aiutare »
« Non ho bisogno d’aiuto, Cole. Sono felice di portare questi ricordi con me » e le sembrò di parlare più a sé stessa, che al suo amico.
Il ragazzo rimase in silenzio a guardarla per un lasso di tempo che le parve infinito e Galadriæl  non poté fare a meno di domandarsi come facesse a restare in equilibrio in quell’assurda e sicuramente scomoda posizione così a lungo.
Improvvisamente scese dal letto con l’agilità di un felino e dopo essersi rimesso le scarpe si avviò con passo veloce verso la porta.
« Dove stai andando? » gli domandò, la voce ancora rauca dal sonno. Ma non ottenne risposta. Sospirò rumorosamente, decidendo di lasciar perdere lo strambo comportamento di Cole e si convinse ad iniziare l’ennesima, lunga giornata. Indossò la veste e legò i capelli, finché ad un certo punto la sua attenzione non fu attirata da delle rumorose imprecazioni provenienti dal cortile.
« Te l’ho già detto, grugnoso maiale, non sono stata io! »
Galadriæl  si sporse dal terrazzo per capire cosa stesse succedendo.
« Vieni qui ragazzina, questa è la volta buona che te le taglio quelle dannate orecchie a punta! »
Quando riuscì ad individuare la bionda testa di Sera inseguita dal grosso - nonché armato di mattarello - fornaio di Skyhold, l’Araldo ringraziò di cuore Cassandra per il suo ennesimo intervento tempestivo. La Cercatrice riportò tutti al proprio posto, prendendo in mano la situazione meglio di quanto sarebbe riuscita a fare lei stessa, ne era sicura.
Rise divertita per la scena e si voltò per raggiungere la sala principale, ma la figura di Cole appena dietro di lei la fece saltare dallo spavento.
« Cole, accidenti..! » inveì, portandosi istintivamente una mano al petto, ma vedendo il sacco di juta che il ragazzo teneva in mano tralasciò le imprecazioni e cercò di capire perché ne uscisse del fumo.
« Questo aiuterà » le disse semplicemente, porgendole il bottino.
 
Galadriæl  capì fin dal primo morso perché Sera avesse la malmostosa abitudine di rubare la prima infornata dei biscotti al cioccolato del fornaio. Erano ancora caldi e si scioglievano deliziosamente in bocca.
« Grazie, Cole » entrambi seduti sul muretto dell’ampia terrazza, osservavano tutta Skyhold che pian piano si metteva in moto sotto i loro occhi « da qui il panorama è persino migliore che dal Vhenadahl  »
« Sono felice di averti aiutato » rispose semplicemente lui, con le gambe a sovrastare il vuoto « stai meglio, ora » la sua non era una domanda, ma un’affermazione.
« Ho anche io dei ricordi – ricordi pungenti, pesanti, premono nella testa e sul petto – so come ti senti. L’ho imparato, ma è tardi ora »
« Tardi? » gli domandò, con la bocca piena.
« Sì. Non possiamo più dimenticare » la sua voce si fece improvvisamente rauca e profonda, fino a diventare quasi un sussurro.
« Non hai avuto bisogno di farmi dimenticare, prima. Eppure adesso sto bene, grazie a te »
Lo sguardo di Cole sembrò illuminarsi all’improvviso ed i suoi immensi occhi azzurri incontrarono i suoi, lasciandola per un breve, impercettibile momento senza respiro.
« Hai ragione » sussurrò lui « imparerò anche questo »
Galadriæl  infilò la mano nel caldo sacco di juta, prendendo un altro biscotto. Erano ancora tiepidi.
« Tieni, prova ad assaggiarne uno » gli propose, porgendoglielo.
« Io non mangio »
« Dagli almeno un morso, fallo per me »
Cole inclinò appena la testa, non carpendo appieno il motivo per il quale le avrebbe fatto piacere una banalità del genere, ma allungò le dita ossute ed afferrò il dolce, portandolo davanti al viso. L’elfa si rese conto che il ragazzo non sapeva bene come comportarsi; non aveva problemi a scagliarsi contro un orso nelle Terre Centrali, o a conficcare i suoi pugnali nella coriacea carne del Cavalcatempesta della Sacra Pianura, eppure adesso era lì, a guardare un biscotto le cui gocce di cioccolato gli avevano reso appiccicose le dita. Galadriæl  sorrise e vide un po’ di sé stessa in quel ragazzo pallido e dai vestiti strani.
Cole aprì la bocca e diede il primo, insicuro morso. Il biscotto si sbriciolò sotto i suoi denti, riempiendogli le labbra di briciole. L’elfa non disse niente, restò in silenzio a guardarlo.
Lo vide masticare piano, indeciso e mandare giù. Dopo un lasso di tempo interminabile, Cole avvicinò di nuovo le labbra al biscotto, dandogli questa volta un morso più deciso. Galadriæl  non poté fare a meno di sorridere, nel vederlo finire il dolce e suggere le dita per togliere le ultime tracce di cioccolato.
« Ne vuoi un altro? » gli domandò semplicemente, senza riuscire a guardarlo negli occhi a causa dell’enorme cappello.
« Sì, grazie »
 
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Il Vhenadahl  è l’albero sacro degli elfi che si vede nell’Enclave elfica in Origins; sono abbastanza convinta che, nonostante si tratti di una “credenza” degli elfi di città, anche i dalish abbiano una visione sacra degli alberi (persino più ampia, a mio avviso), quindi non trovando nulla in internet che mi soddisfacesse a riguardo, ho deciso deliberatamente di adottare il vhenadahl come albero sacro per tutti gli elfi, senza fare distinzioni. Questo per incentivare la mia campagna sociale contro il razzismo elfico. ;D
 
Per quanto riguarda Sera ed i biscotti, sono sicura che durante la storia con lei ci siano degli episodi in cui compaiono dei biscotti col cioccolato, ma non avendo mai approfondito la relazione (è tutta colpa di Solas, giuro!) non sono certa dei riferimenti che ho messo. Spero di essere stata abbastanza attinente, nel caso mi rifaccio alla vostra esperienza.
E vi ringrazio per la lettura, in particolar modo Black Friday i cui commenti mi danno la carica ahah!
A presto!
  
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