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Autore: Starsign    24/05/2015    1 recensioni
Il piccolo Darryl Doodle non riesce a dormire senza la sua favola della buonanotte. Così chiede alla sua "dolce" mammina di raccontargli una favola, una favola nuova...ma non tanto! Una favola pseudo-nuova.
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Solita storia: notte, Darryl Doodle non dorme, cerca la mamma per farsi leggere la favola.

Quella notte, però, il piccolino non trovò la mamma da nessuna parte. Ad un certo punto, un orribile orso gli comparve dietro le spalle.

Darryl Doodle: AHHHHHHHHHHHHHH!

La mamma si tolse la maschera da orso e si mostrò.

Mamma: Che mi urli, femminuccia? Ero io.

Darryl Doodle: Con quella maschera mi hai spaventato, dolce mammina con la fantasia di una bambina

Mamma: Tu mi spaventi anche senza maschera, piccola cipolla puzzolente.

Darryl Doodle: Mamma, mi racconti la favola di Leandra? L’ultima volta Kaze era in procinto di svegliarsi e di uccidere definitivamente la nostra principessa preferita!

Mamma: Sì, sì…ricordo…ricordo… specie di lattina che galleggia nella fogna, continuiamo…

 

‘L’ULTIMA VITA DEL GATTO’

Capitolo 25

Molti anni prima dell’inizio della nostra storia, vi era una bellissima bambina, principessa di un regno lontano, che aveva un papà tonto, il re Narr.

Narr: Salve, figlia… ehm… sei mia figlia, vero?

Bambina: …cosa? Sì certo che sono tua figlia!

Narr: No…e che sei identica ad  Alyssa, la figlia della cuoca di corte.

Bambina: …sì, ci assomigliamo, ma tu dovresti distinguere tua figlia da…

Narr: Oh, figlia mia carissima, ho finalmente trovato il tuo futuro marito!

Bambina: Cosa? Ma io ho solo otto anni!

Narr: Anche il tuo futuro marito ha solo otto anni.

Bambina: Ma non sono pronta per sposarmi!

Narr: Oh tesoro, non si è mai troppo piccoli per sposarsi, lo sai bene.

Bambina: Ma che stai dicendo?

Il suono delle trombe fece trasalire sia il re Narr che la sua bimba

Narr: E’ arrivato! E’ finalmente arrivato!!! Forza, andiamo in quel luogo grande dove c’è la sedia bella che uso per sedermi!

Bambina: …la stanza del trono?...

Narr: Sì, quella! Forza! Andiamo! Facciamo quella cosa con le nostre gambe per arrivare lì più velocemente possibile!

Bambina: …corriamo?...

Narr: Sì! Sì!

 

E così il re Narr e la principessa giunsero alla stanza del trono, due guardie aprirono la grande porta d’ingresso, da cui entrò un signore molto alto, con lunghi capelli neri, sbarbato e con un espressione tremendamente seria che alla piccola principessa inquietò molto. Il signore indossava dei luccicanti guanti dorati.

Bambina: Sarebbe quello il bimbo di otto anni che dovrei sposare?

Narr: Ma certo che no, sciocchina. Sposerai suo figlio! Quel bimbo dietro di lui, non vedi?

In quel momento la principessa lo vide,  nascosto dietro l’inquietante signore, c’era un timido bambino di otto anni, che sembrava molto spaventato. Il re Narr diede un colpetto sulla spalla della figlia.

Narr: Perché non vai a salutare il tuo futuro marito? Io intanto scambio due chiacchiere col signore.

La principessa e il timido bambino si misero in un angolo della stanza, mentre il re Narr e il signore discutevano nell’angolo opposto.

Bambina: Allora… come ti chiami?

Il bimbo abbassò il capo.

Bambina: … sai parlare?

Il bimbo annuì.

Bambina: Allora perché non mi dici come ti chiami? Dovremmo sposarci un giorno, lo sai?

Il bimbo rimase ancora in silenzio con la testa bassa

La principessa cercò di sentire ciò che si dicevano suo padre e l’uomo inquietante. L’unica cosa che riuscì a sentire furono le parole del signore: “Verrò tra una settimana a prenderli”.

La principessa aveva intenzione di avvicinarsi ai  due per sentire meglio, ma il bimbo le prese il braccio.

Bambina: Ehi! Che fai?

Bimbo: …non andare… resta con me… ho paura…

Bambina: non vado da nessuna parte, volevo ascoltare ciò che si dicono quei due. Tuo padre ha detto che tra una settimana verrà a prendere qualcosa. Sai a cosa si riferisce?

Il bimbo annuì.

Bambina: …dimmelo!

Il bimbo rimase in silenzio

Bambina: Se non me lo dici me ne vado

Il bimbo alzò lo sguardo.

Bimbo: Noi! Verrà a prendere noi! Resterò questa settimana nel vostro castello, poi mio padre ci verrà a prendere e ci porterà nel nostro castello… dove…

Il bimbo guardò di nuovo a terra, si fece rosso

Bimbo: …dove…ecco… noi ci sposeremo.

La principessa non sapeva che fare. In una settimana avrebbe perso la sua casa, i suoi giochi, suo padre, tutto, ma sapeva che non poteva farci nulla.

Bambina: Immagino che sia giusto così.

La principessa prese la mano del principe.

Bambina: Il mio nome è Kaze. Mi puoi dire il tuo nome, mio futuro marito?

Il bimbo sorrise.

Bimbo: Sono il principe Ashe. Piacere di conoscerti.

 

 

Gli effetti dell’arpa erano finiti, ma Leandra sembrava ancora molto confusa. Kaze, intanto, si stava svegliando.

 

Leandra: Ashe, cosa facciamo?? Se Kaze si sveglia, mi farà fuori!

Ashe non rispose

Leandra: Mi vuoi rispondere? Sei più fastidioso di quelli della community che si lamentano delle fanfiction scritte in stile copione!

Ashe: Te l’ho già detto, Leandra. Non c’è nulla da fare!

Leandra notò delle lacrime negli occhi del principe, la cosa la preoccupò parecchio.

Leandra: Vuoi dire che permetterai a quella pazza di uccidermi?

Kaze, intanto, si era svegliata e lentamente si alzò in piedi tenendosi la fronte.

Kaze: La mia testa sta esplodendo…

La donna vide, dinanzi lei, il principe Ashe ed una spaventata Leandra. Sorrise, si fece crescere le unghie delle mani facendole diventare dieci lame affilatissime!

Kaze: Questa volta non la scamperai, Leandra! Ti ucciderò!

Leandra: Uffa! L’hai già detto… sei più ripetitiva di quelli della community che si lamentano delle fanfiction in cui non vi è alcuna descrizione dei personaggi!

 

Kaze si avvicinò a Leandra, ma Ashe si mise tra le due donne. Kaze stava perdendo la pazienza.

Kaze: Ashe!! Levati di mezzo!

Ashe rimase fermo

Ashe: Se vuoi uccidere Leandra, dovrai uccidere anche me.

Kaze fissò gli occhi del principe.

 

Kaze: …perché…?

S’inginocchiò, esausta.

Kaze: …asinello… perché? Non ti basta quello che mi hai fatto tanti anni fa?

 

Dal loro primo incontro erano passati sei giorni, Ashe e Kaze si erano divertiti tanto insieme, avevano stretto una bella amicizia. Erano stati giorni felici.

Kaze: Domani mi trasferirò nel tuo castello!

Ashe divenne improvvisamente serio

Kaze: Ehi! Che ti è successo? Giocheremo lo stesso, come facciamo adesso, e saremo marito e moglie!

Ashe: …devi scappare…

Kaze rimase interdetta

Kaze: Cosa?

Ashe: Non ci sarà nessun matrimonio. E’ tutto un inganno. Mio padre… mio padre…

Ashe scoppiò in lacrime

Kaze: Ashe, raccontami tutto. Ti prego!

Ashe prese un grosso respiro

Ashe: Mio padre ti farà… ti farà quello che ha fatto a me…

Kaze: Cosa…ti ha fatto?

E davanti gli occhi increduli della piccola principessa, Ashe si trasformò in un cucciolo d’asino.

Kaze: Oh mio…

Subito il piccolo asino si fece dorato e si ritrasformò in un bambino.

Ashe: Devi andartene! Io ormai non posso più scappare, ma tu sì! Ti prego! Scappa! Domani mio padre non dovrà trovarti qui!

Kaze era molto spaventata.

Kaze: Ashe… non voglio…non voglio lasciarti!

Ashe: Ti prego, scappa!

Kaze: Ma se tuo padre non dovesse trovarmi, capirà tutto e finirai nei guai!

Ashe: …troverò il modo, Kaze, scappa!

Con le lacrime agli occhi, Kaze corse via dal castello, senza farsi vedere dalle guardie, più velocemente possibile.

 

Leandra non capiva cosa stesse succedendo, tutto quello che sapeva e che Ashe si era messo davanti a lei per proteggerla e che Kaze non voleva più attaccarla.

Ashe: Mi dispiace, Kaze… io … io non posso permettere che Leandra muoia

Kaze ritirò le sue unghie, si asciugò le lacrime.

Kaze: Tanto…tanto il mio tempo è finito.

Kaze si rimise in piedi

Kaze: Non sono riuscita ad uccidere il mio bersaglio. Tocca a me, morire.

Una violenta folata di vento aprì la porta della stanza.

Leandra: Wow! E’ stato più forte di quelli della community che si lamentano delle fanfiction demenziali che spesso escono fuori dal proprio genere per fare capitoli più seri.

Ad un tratto una strana figura incappucciata entrò nella stanza. Leandra, Ashe, Kaze lo guardarono con terrore.

Leandra: Chi è quel tipo?

Ashe: Credo… oh mio dio… credo sia proprio…

Kaze: …Il Direttore d’Orchestra. E’ venuto per me!

 

Il piccolo Ashe entrò nella stanza della cuoca di corte, la donna dormiva profondamente nel suo lettone, vicino a lei, su di un letto più piccolo, dormiva una bambina, molto simile a Kaze.

Ashe la svegliò.

Ashe: Ehi! Svegliati!

La bimba aprì gli occhi

Ashe: Tu…tu sei Alyssa, vero?

Alyssa: Sì… perché me lo chiedi?

Ashe: Sei identica alla principessa Kaze… vuoi… vuoi essere anche tu una principessa?

La bimba sorrise

 

Kaze, intanto, andata via dal castello, vagò nei vari regni senza meta. Un giorno cominciò a piovere intensamente, Kaze era giunta in un regno dal nome molto particolare, inciampò sulla strada bagnata e cadde a terra, sbattendo la testa.

Si svegliò in un letto comodissimo, davanti a lei, un uomo cicciottello con una corona in testa la guardò sorridendo.

Re: Come stai?

Kaze: Bene… bene…

Re: Ti abbiamo trovato per strada priva di sensi. Come ti chiami?

Kaze si rese conto di non ricordarlo. Non ricordava più nulla.

Kaze: Io… io non lo so!

Re: Beh. Sei una benedizione. Io e mia moglie, a causa di una maledizione,  non possiamo avere figli. Abbiamo deciso di adottarti. Io sono il Re di Piccolo e Poco Conosciuto e tu, sei mia figlia. Il tuo nome è Leandra!

Kaze guardò il suo nuovo papà e sorrise.

Kaze: Mi chiamo Leandra e sono la principessa di Piccolo e Poco Conosciuto!

 

Il Direttore d’Orchestra indicò Kaze, la donna si avvicinò a lui.

Ashe voleva fare qualcosa, ma sapeva di non poter far niente, Kaze era destinata a morire, come era destinato a morire lui se non avesse ucciso Pommes.

Il Direttore d’Orchestra prese Kaze per mano ed era in procinto di portarla via.

Ashe: Mi spiace.

Kaze si volse verso Ashe

Ashe: Ti chiedo scusa, Alyssa.

Kaze sorrise

Kaze: Ti ricordi il mio vero nome? Ormai anche io l’avevo dimenticato…

La donna e il Direttore d’Orchestra svanirono nel nulla.

 

Leandra ed Ashe rimasero fermi, in silenzio.

Leandra: …Wow… lo racconterò ai miei nipoti…

Ashe: Forza… è il momento di partire, dobbiamo cercare Filippo e Pommes!

Leandra: Giusto!! Sai…ho notato qualcosa di inquietante! Kaze un po’ mi assomigliava, sai?

Ashe: … no … a me non sembra…

I due lasciarono il mulino e si diressero nel villaggio più vicino.

 

Darryl Doodle: WOOOW, mamma! E’ una grande rivelazione!

Mamma: …e tu sei un grande rompicogl

Darryl Doodle: …vado a letto! Non vedo l’ora di sapere come finisce! Baci, baci!

Mamma: Prova a baciarmi e ti faccio sbranare da un orso vero, Darryl Doodle.

Continua…

 

  
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