Solita storia: notte, Darryl Doodle non dorme, cerca la mamma per farsi leggere la favola.
Quella notte, però, il piccolino non trovò la mamma da nessuna parte. Ad un certo punto, un orribile orso gli comparve dietro le spalle.
Darryl Doodle: AHHHHHHHHHHHHHH!
La mamma si tolse la maschera da orso e si mostrò.
Mamma: Che mi urli, femminuccia? Ero io.
Darryl Doodle: Con quella maschera mi hai spaventato, dolce mammina con la fantasia di una bambina
Mamma: Tu mi spaventi anche senza maschera, piccola cipolla puzzolente.
Darryl Doodle: Mamma, mi racconti la favola di Leandra? L’ultima volta Kaze era in procinto di svegliarsi e di uccidere definitivamente la nostra principessa preferita!
Mamma: Sì, sì…ricordo…ricordo… specie di lattina che galleggia nella fogna, continuiamo…
‘L’ULTIMA VITA DEL GATTO’
Capitolo 25
Molti anni prima dell’inizio
della nostra storia, vi era una bellissima bambina, principessa di un regno
lontano, che aveva un papà tonto, il re Narr.
Narr: Salve, figlia… ehm… sei mia figlia, vero?
Bambina: …cosa? Sì certo
che sono tua figlia!
Narr: No…e che sei identica ad Alyssa,
la figlia della cuoca di corte.
Bambina: …sì, ci
assomigliamo, ma tu dovresti distinguere tua figlia da…
Narr: Oh, figlia mia carissima, ho finalmente trovato il tuo futuro marito!
Bambina: Cosa? Ma io ho
solo otto anni!
Narr: Anche il tuo futuro marito ha solo otto anni.
Bambina: Ma non sono
pronta per sposarmi!
Narr: Oh tesoro, non si è mai troppo piccoli per sposarsi, lo sai bene.
Bambina: Ma che stai
dicendo?
Il suono delle trombe
fece trasalire sia il re Narr che la sua bimba
Narr: E’ arrivato! E’ finalmente arrivato!!! Forza, andiamo in quel luogo
grande dove c’è la sedia bella che uso per sedermi!
Bambina: …la stanza del
trono?...
Narr: Sì, quella! Forza! Andiamo! Facciamo quella cosa con le nostre gambe
per arrivare lì più velocemente possibile!
Bambina: …corriamo?...
Narr: Sì! Sì!
E così il re Narr e la principessa giunsero alla stanza del trono, due
guardie aprirono la grande porta d’ingresso, da cui entrò un signore molto alto,
con lunghi capelli neri, sbarbato e con un espressione tremendamente seria che
alla piccola principessa inquietò molto. Il signore indossava dei luccicanti
guanti dorati.
Bambina: Sarebbe quello
il bimbo di otto anni che dovrei sposare?
Narr: Ma certo che no, sciocchina. Sposerai suo figlio! Quel bimbo dietro di
lui, non vedi?
In quel momento la principessa
lo vide, nascosto dietro l’inquietante
signore, c’era un timido bambino di otto anni, che sembrava molto spaventato.
Il re Narr diede un colpetto sulla spalla della
figlia.
Narr: Perché non vai a salutare il tuo futuro marito? Io intanto scambio due
chiacchiere col signore.
La principessa e il
timido bambino si misero in un angolo della stanza, mentre il re Narr e il signore discutevano nell’angolo opposto.
Bambina: Allora… come ti
chiami?
Il bimbo abbassò il
capo.
Bambina: … sai parlare?
Il bimbo annuì.
Bambina: Allora perché
non mi dici come ti chiami? Dovremmo sposarci un giorno, lo sai?
Il bimbo rimase ancora
in silenzio con la testa bassa
La principessa cercò di
sentire ciò che si dicevano suo padre e l’uomo inquietante. L’unica cosa che
riuscì a sentire furono le parole del signore: “Verrò tra una settimana a
prenderli”.
La principessa aveva
intenzione di avvicinarsi ai due per
sentire meglio, ma il bimbo le prese il braccio.
Bambina: Ehi! Che fai?
Bimbo: …non andare… resta
con me… ho paura…
Bambina: non vado da
nessuna parte, volevo ascoltare ciò che si dicono quei due. Tuo padre ha detto
che tra una settimana verrà a prendere qualcosa. Sai a cosa si riferisce?
Il bimbo annuì.
Bambina: …dimmelo!
Il bimbo rimase in
silenzio
Bambina: Se non me lo
dici me ne vado
Il bimbo alzò lo
sguardo.
Bimbo: Noi! Verrà a
prendere noi! Resterò questa settimana nel vostro castello, poi mio padre ci
verrà a prendere e ci porterà nel nostro castello… dove…
Il bimbo guardò di
nuovo a terra, si fece rosso
Bimbo: …dove…ecco… noi ci
sposeremo.
La principessa non
sapeva che fare. In una settimana avrebbe perso la sua casa, i suoi giochi, suo
padre, tutto, ma sapeva che non poteva farci nulla.
Bambina: Immagino che sia
giusto così.
La principessa prese
la mano del principe.
Bambina: Il mio nome è Kaze. Mi puoi dire il tuo nome, mio futuro marito?
Il bimbo sorrise.
Bimbo: Sono il principe Ashe. Piacere di conoscerti.
Gli effetti dell’arpa erano finiti, ma Leandra sembrava ancora molto confusa. Kaze, intanto, si stava svegliando.
Leandra: Ashe, cosa facciamo?? Se Kaze si sveglia, mi farà fuori!
Ashe non rispose
Leandra: Mi vuoi rispondere? Sei più fastidioso di quelli della community che si lamentano delle fanfiction scritte in stile copione!
Ashe: Te l’ho già detto, Leandra. Non c’è nulla da fare!
Leandra notò delle lacrime negli occhi del principe, la cosa la preoccupò parecchio.
Leandra: Vuoi dire che permetterai a quella pazza di uccidermi?
Kaze, intanto, si era svegliata e lentamente si alzò in piedi tenendosi la fronte.
Kaze: La mia testa sta esplodendo…
La donna vide, dinanzi lei, il principe Ashe ed una spaventata Leandra. Sorrise, si fece crescere le unghie delle mani facendole diventare dieci lame affilatissime!
Kaze: Questa volta non la scamperai, Leandra! Ti ucciderò!
Leandra: Uffa! L’hai già detto… sei più ripetitiva di quelli della community che si lamentano delle fanfiction in cui non vi è alcuna descrizione dei personaggi!
Kaze si avvicinò a Leandra, ma Ashe si mise tra le due donne. Kaze stava perdendo la pazienza.
Kaze: Ashe!! Levati di mezzo!
Ashe rimase fermo
Ashe: Se vuoi uccidere Leandra, dovrai uccidere anche me.
Kaze fissò gli occhi del principe.
Kaze: …perché…?
S’inginocchiò, esausta.
Kaze: …asinello… perché? Non ti basta quello che mi hai fatto tanti anni fa?
Dal loro primo
incontro erano passati sei giorni, Ashe e Kaze si erano divertiti tanto insieme, avevano stretto una
bella amicizia. Erano stati giorni felici.
Kaze: Domani mi trasferirò nel tuo castello!
Ashe divenne improvvisamente serio
Kaze: Ehi! Che ti è successo? Giocheremo lo stesso, come facciamo adesso, e
saremo marito e moglie!
Ashe: …devi scappare…
Kaze rimase interdetta
Kaze: Cosa?
Ashe: Non ci sarà nessun matrimonio. E’ tutto un inganno. Mio padre… mio
padre…
Ashe scoppiò in lacrime
Kaze: Ashe, raccontami tutto. Ti prego!
Ashe prese un grosso respiro
Ashe: Mio padre ti farà… ti farà quello che ha fatto a me…
Kaze: Cosa…ti ha fatto?
E davanti gli occhi
increduli della piccola principessa, Ashe si
trasformò in un cucciolo d’asino.
Kaze: Oh mio…
Subito il piccolo
asino si fece dorato e si ritrasformò in un bambino.
Ashe: Devi andartene! Io ormai non posso più scappare, ma tu sì! Ti prego!
Scappa! Domani mio padre non dovrà trovarti qui!
Kaze era molto spaventata.
Kaze: Ashe… non voglio…non voglio lasciarti!
Ashe: Ti prego, scappa!
Kaze: Ma se tuo padre non dovesse trovarmi, capirà tutto e finirai nei guai!
Ashe: …troverò il modo, Kaze, scappa!
Con le lacrime agli
occhi, Kaze corse via dal castello, senza farsi
vedere dalle guardie, più velocemente possibile.
Leandra non capiva cosa stesse succedendo, tutto quello che sapeva e che Ashe si era messo davanti a lei per proteggerla e che Kaze non voleva più attaccarla.
Ashe: Mi dispiace, Kaze… io … io non posso permettere che Leandra muoia
Kaze ritirò le sue unghie, si asciugò le lacrime.
Kaze: Tanto…tanto il mio tempo è finito.
Kaze si rimise in piedi
Kaze: Non sono riuscita ad uccidere il mio bersaglio. Tocca a me, morire.
Una violenta folata di vento aprì la porta della stanza.
Leandra: Wow! E’ stato più forte di quelli della community che si lamentano delle fanfiction demenziali che spesso escono fuori dal proprio genere per fare capitoli più seri.
Ad un tratto una strana figura incappucciata entrò nella stanza. Leandra, Ashe, Kaze lo guardarono con terrore.
Leandra: Chi è quel tipo?
Ashe: Credo… oh mio dio… credo sia proprio…
Kaze: …Il Direttore d’Orchestra. E’ venuto per me!
Il piccolo Ashe entrò nella stanza della cuoca di corte, la donna
dormiva profondamente nel suo lettone, vicino a lei, su di un letto più
piccolo, dormiva una bambina, molto simile a Kaze.
Ashe la svegliò.
Ashe: Ehi! Svegliati!
La bimba aprì gli
occhi
Ashe: Tu…tu sei Alyssa, vero?
Alyssa: Sì… perché me lo
chiedi?
Ashe: Sei identica alla principessa Kaze… vuoi…
vuoi essere anche tu una principessa?
La bimba sorrise
Kaze, intanto, andata via dal castello, vagò nei
vari regni senza meta. Un giorno cominciò a piovere intensamente, Kaze era giunta in un regno dal nome molto particolare,
inciampò sulla strada bagnata e cadde a terra, sbattendo la testa.
Si svegliò in un letto
comodissimo, davanti a lei, un uomo cicciottello con una corona in testa la
guardò sorridendo.
Re: Come stai?
Kaze: Bene… bene…
Re: Ti abbiamo trovato
per strada priva di sensi. Come ti chiami?
Kaze si rese conto di non ricordarlo. Non ricordava
più nulla.
Kaze: Io… io non lo so!
Re: Beh. Sei una
benedizione. Io e mia moglie, a causa di una maledizione, non possiamo avere figli. Abbiamo deciso di
adottarti. Io sono il Re di Piccolo e Poco Conosciuto e tu, sei mia figlia. Il
tuo nome è Leandra!
Kaze guardò il suo nuovo papà e sorrise.
Kaze: Mi chiamo Leandra e sono la principessa di Piccolo e Poco Conosciuto!
Il Direttore d’Orchestra indicò Kaze, la donna si avvicinò a lui.
Ashe voleva fare qualcosa, ma sapeva di non poter far niente, Kaze era destinata a morire, come era destinato a morire lui se non avesse ucciso Pommes.
Il Direttore d’Orchestra prese Kaze per mano ed era in procinto di portarla via.
Ashe: Mi spiace.
Kaze si volse verso Ashe
Ashe: Ti chiedo scusa, Alyssa.
Kaze sorrise
Kaze: Ti ricordi il mio vero nome? Ormai anche io l’avevo dimenticato…
La donna e il Direttore d’Orchestra svanirono nel nulla.
Leandra ed Ashe rimasero fermi, in silenzio.
Leandra: …Wow… lo racconterò ai miei nipoti…
Ashe: Forza… è il momento di partire, dobbiamo cercare Filippo e Pommes!
Leandra: Giusto!! Sai…ho notato qualcosa di inquietante! Kaze un po’ mi assomigliava, sai?
Ashe: … no … a me non sembra…
I due lasciarono il mulino e si diressero nel villaggio più vicino.
Darryl Doodle: WOOOW, mamma! E’ una grande rivelazione!
Mamma: …e tu sei un grande rompicogl…
Darryl Doodle: …vado a letto! Non vedo l’ora di sapere come finisce! Baci, baci!
Mamma: Prova a baciarmi e ti faccio sbranare da un orso vero, Darryl Doodle.
Continua…