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Autore: Aagainst    25/05/2015    3 recensioni
Angel ha diciannove anni e una vita di inferno.
Angel non ha mai avuto il coraggio di ribellarsi ai suoi aguzzini e, soprattutto, non ha mai avuto il coraggio di provare a cambiare la sua condizione.
Angel ha diciannove anni ed è stanca.
Angel ha diciannove anni ed è pronta a ribellarsi.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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8.
 
«Angie, Angie! Sveglia!» urla Mitch con la sua vocina. Bofonchio qualcosa e, girandomi dall'altra parte, riprovo a riaddormentarmi. 
«Angie, dai!» si lamenta mio fratello. Non capisco cosa voglia. Provo a ignorarlo per un po', ma non lo sopporto più e mi alzo di scatto.
«Che c'è?» gli chiedo, seccata. Lui si accuccia, facendosi piccolo piccolo. 
«Tesoro, scusa, non volevo spaventarti.» mi scuso, prendendolo in braccio. 
«Angie, Luke ha fatto i pancakes.» annuncia il bimbo, tutto felice. Proprio in quel momento il biondo entra in camera mia, con un piatto colmo di cibo e con un bicchiere di succo d'arancia. 
«Non dovevi.» lo rimprovero.
«Non ti preoccupare.» mi rassicura, poggiando il tutto sul comodino. Gli sorrido e incomincio a mangiare. 
«Ieri... Come hai fatto a intervenire in tempo?» domando, improvvisamente, mentre mangio. 
«Vorrei poterti dire che non ti ho ho seguita e che passavo di lì per caso, ma non è andata così.» ammette lui.
«Guarda che non sono arrabbiata.» lo tranquillizzo.  
«Bene, meno male.» afferma lui, riordinando il piatto e il bicchiere. 
«Se ti va possiamo fare una passeggiata. Gli altri sono al lavoro, mentre Martha ne è andata a cercare uno.» dichiara.
«Si può fare, sì.» rispondo. Mi vesto e aiuto Mitch a fare lo stesso. Luke è pronto con le chiavi di casa. Usciamo e ci aggiriamo per il quartiere. Ogni volta che passeggio qui intorno mi sembra sempre più pieno di poveracci. Ci sediamo sul marciapiede. Mitch scarabocchia sulla strada con un gessetto, mentre io e Luke iniziamo a conversare.
«Qui vicino c'è della gente che ha a malapena un tetto sulla testa.» esordisce.
«È incredibile di come non freghi un cazzo a nessuno.» osserva, amaramente.
«Voi non potete aiutarli?» chiedo.
«Angie, Tom si fa in quattro per questo quartiere. Lui e Rose cercano sempre di dare qualche soldo ai più poveri. L'anno scorso hanno fatto sì che una ragazza, rimasta incinta, non fosse costretta ad abortire solo perché non aveva soldi. Il fidanzato l'aveva mollata subito dopo l'annuncio della dolce attesa. Rose e Tom l'hanno portata al rifugio e l'hanno assistita per tutti e nove i mesi.» mi racconta il biondo.
«Purtroppo, una volta nato il bambino, le nostre strade si sono separate. Lei è riuscita a contattare dei parenti che vivono a New York e si è trasferita. Come biasimarla? Questa città cade a pezzi ormai.». Sospiro, concordando mutamente. 
«Perché non trasformate il rifugio in un punto di riferimento per il quartiere? Magari i bambini e i ragazzi possono venire a fare i compiti.» suggerisco.
«E i soldi dove li troviamo?» sbotta Luke.
«Già.» mormoro. Improvvisamente, veniamo entrambi attirati da quelle che sembrano urla. 
«Resta qui con Mitch, vado a vedere cos'è stato.» 
«Voglio venire anche io!» esclamo. Mitch ci guarda con aria curiosa. Lo prendo in braccio e corro, seguendo il ragazzo. Svoltiamo l'angolo e ci ritroviamo in un vicolo. La scena che ci si presenta davanti è agghiacciante: due ragazzini di colore stanno fronteggiando due agenti di polizia. 
«Ma cosa state facendo? Sono solo dei bambini!» esclama Luke, frapponendosi tra i piccoli e i poliziotti.
«Levati dalle palle!» esclama l'agente più alto. 
«Cosa avrebbero fatto questi due bambini?» chiede il ragazzo.
«Ci hanno rubato il portafoglio.» risponde il poliziotto più basso. 
«Non è vero!» si difende uno dei due bimbi.
«Noi stavamo semplicemente andando sullo skateboard, quando ci siamo scontrati con loro. Hanno iniziato a inseguirci così, senza motivo!» si infuria il ragazzino, che avrà sì e no dodici anni. 
«Cosa vuoi insinuare, moccioso? Che ti siamo venuti dietro solo perché sei una pulce di colore?» 
«Questo lo sta dicendo lei, agente.» asserisce Luke, con tono stranamente calmo. Il poliziotto più alto estrae la pistola dalla tasca e la punta contro il ragazzo. 
«Siamo disarmati e loro sono solo dei bambini!» esclama il biondo. Vengo attirata da quello che sembra un portafoglio. Lo prendo da terra e lo apro, per guardare i documenti.
«Le è caduto questo, agente!» dichiaro. L'uomo si volta e afferra il taccuino, imbarazzatissimo. 
«Direi che ci scusiamo per l'accaduto. Arrivederci.» tenta di svignarsela.
«Non ve la caverete così! Sporgerò una regolare denuncia!» annuncia Luke. 
«Senti ragazzo, se taci ti paghiamo.» propone l'altro agente. 
«Sì, possiamo pagarvi tutti profumatamente.» prova a convincerlo anche il collega.
«Fate sul serio? Non mi piegherò mai ai vostri sporchi trucchi!» esclamo io. 
«Andiamo!» faccio poi, prendendo Mitch per mano e Luke dal braccio e incamminandomi verso casa.
«Siete stati mitici!» ci fa i complimenti uno dei due ragazzini. Entrambi ci hanno raggiunti di corsa. 
«Sentite, siamo stati felici di aiutarvi, ma ora è meglio che ve ne andiate a casa vostra.» afferma Luke.
«Ma nostra mamma non è in casa.» affermano. Mi volto dolcemente verso di loro.
«Come vi chiamate?» domando.
«Hai presente Oliver e Frank, i due bambini di cui parlavamo ieri a pranzo? Eccoli qui!» risponde Luke al posto loro.
«Oliver ha tredici anni ed è il più grande, mentre Frank ne ha dodici.» conclude. 
«Io sono Angel.» mi presento.
«E lui è Mitch.» aggiungo, indicando mio fratello. 
«Allora, tornate a casa o devo chiamare vostra madre?» li minaccia il biondo.
«Mamma è al lavoro ora, non possiamo tornare a casa.» risponde Oliver. Io e Luke ci guardiamo, sconcertati.
«Potrebbero venire da noi.» propongo candidamente.
«D-d-da noi?» balbetta Luke.
«Sì, da noi.» ribadisco io. 
«Così non stanno in mezzo alla strada, non rischiano di cacciarsi nei guai e noi avremo della compagnia.» concludo. Luke rimane a bocca aperta. Prova a dire qualcosa, ma non riesce a pronunciare altro che qualche verso sconnesso.
«Vi va di stare da noi? Quando vostra mamma avrà finito di lavorare vi riaccompagneremo a casa.» spiego. I due fratelli si lanciano un'occhiata d'intesa.
«Per noi va bene.» asserisce Oliver.
«Bene, allora andiamo.» esorto. Luke scuote la testa, sconsolato.
«Andiamo, non fare così! Li avresti lasciati in mezzo alla strada?» chiedo, accostandomi a lui.
«Oh, andiamo! Loro vivono in mezzo alla strada!» ribatte.
«Beh, non dovrebbero. Nessuno, e tantomeno due bambini, dovrebbe essere costretto a stare fuori fuori casa tutto il giorno. È pericoloso.» affermo.
«Giocano, si divertono. Cosa dovrebbero fare? Stage tutto il tempo chiusi in casa a studiare?» replica il biondo.
«Non ho detto quello. E so anche che pure tu sei cresciuto in mezzo alla strada. Però non è stato il massimo e lo dico perché anche io, prima di incontrare voi, ho vissuto in questo modo di merda.» dichiaro.
«Non voglio rogne. E quei due là ne portano parecchie. Ricordi quando ti abbiamo parlato di Lopez? Il figlio più piccolo, che hai conosciuto, se la fa con quei due! Quindi figurati chi hanno contro! Quel figlio di puttana li odia. Non mi stupirei se quei due poliziotti avessero ricevuto l'ordine di portarli via, in modo da allontanare i figli di Lopez da questo quartiere.» ipotizza Luke. 
«I figli? Pensavo ne avesse solo uno che venisse qui.» mi stupisco.
«Ha un'altra figlia, Ann. Ha diciassette anni e ha denunciato più volte il trattamento che l'autorità e gli industriali serbano verso chi vive qui.» risponde il ragazzo. 
«Deve essere una ragazza in gamba.» osservo.
«Ostinata. Diciamo che ogni tanto rischia di finire davvero nei guai. Suo padre le rinfaccia sempre il fatto che sarebbe già in galera da un pezzo se non fosse per lui.».
«E lei?» domando.
«Lei dice che se non ci fosse lui non ci sarebbero così tanti poveri.» dice, scoppiando a ridere. 
«Il ragionamento non fa una grinza.» noto. 
Finalmente arriviamo a casa. Entro nel rifugio, chiudendomi la porta alle spalle e chiedendomi se mai potrò vedere la fine di tutta questa violenza nella mia vita o se, per caso, la vita stessa non sia violenza.


Angolo dell'Autrice
 
Ehilà! Capitolo lunghetto, ma spero vi piaccia. 
Grazie a LaylaSassanders e Eilan21 per le recensioni e a quanti seguono la storia. 
   
 
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