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Autore: jack write    25/05/2015    0 recensioni
Tutto ha inizio in un caldo giorno di primavera, in una piccola scuola un ragazzo e una ragazza pensano sia un giorno come un altro ma all'improvviso accade qualcosa che cambierà la loro vita. Un viaggio che porterà i due protagonisti a scontrarsi con forze più grandi di loro.
Questa è la prima storia che pubblico su un sito, spero che vi piaccia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 12: I quattro regnanti (parte 2)


«Bene, ora dobbiamo trovare il modo di raggiungere il Regno del Nord... Juliet, tu hai qualche idea?».
Blake e Juliet stavano passeggiando lungo una strada che si diramava dalla piazza semidistrutta: ai lati di essa si trovavano un'infinità di negozi e bancarelle, l'atmosfera giallastra della città veniva coperta dall'immensità di colori dei prodotti venduti; vestiti dai materiali ricercati, cibo, armi e armature si accostavano e componevano ciò che sembrava un quadro vivente, disegnato da colori a olio dalle tonalità tipiche dello stile fiammingo. Tra le voci dei mercanti e dei passanti, i due iniziarono ad incuriosirsi, dimenticandosi della missione da portare a termine.
«In questo momento non mi viene in mente niente... potremmo farci un giro, magari troviamo qualcosa di interessante».
«Non lo dici solo perché vuoi fare compere, vero?».
«N-no, è solo che non conosciamo questa città e sarebbe meglio reperire qualche informazione...».
«Ok, faremo un giro... ma sappi che io non ho soldi con me, quindi non soffermarti su oggetti troppo costosi».
Il sorriso che si formò sul viso del ragazzo fece arrossire Juliet, la quale si sentiva leggermente presa in giro.
«Ti ho detto che non è così! Non voglio fare shopping!».
Ok, forse un po' si... ma non è colpa mia, questo posto è fantastico!
Blake scosse il capo: la missione poteva aspettare qualche minuto, inoltre quel mondo così vivace e colorato lo intrigava.
La giovane demone si spostava da una bancarella all'altra, mossa da quella spensieratezza tipica dei bambini: era tutto affascinante e magico, avrebbe voluto rimanere per sempre tra le stradine di Ilias.
«Guarda che bel vestito! Oh, quella collana è stupenda! Vorrei sapere quanto costano...»
Il ragazzo aveva lo sguardo perso tra la folla, intento a rimuginare sullo scontro di prima.
Ho sbagliato, non avrei dovuto utilizzare tutta quell'energia... in uno scontro vero, sarebbe potuto costarmi la vita. Inoltre, non sono ancora in grado di progettare la tecnica che avevo in mente: credo sia impossibile unire fuoco e vento in un'unica mossa... quale forma geometrica dovrei utilizzare? In che quantità dovrei fondere i due elementi? E se scoprissi come fare, funzionerebbe? In fondo le tecniche che utilizzano il vento servono solo a lanciare o intrappolare l'avversario... l'idea di un tornado di fuoco mi sembrava fattibile, ma proprio durante questo scontro ho avuto la sensazione di essermi sbagliato...
«Blake, tutto bene?»
«Sì, ero solo sovrappensiero».
«So a cosa stavi pensando, dopotutto da quando stiamo insieme non possiamo più nascondere i nostri pensieri».
«Già, ciò non mi infastidisce ma devo ammettere che devo ancora abituarmi».
«Ehi, signore!».
Un uomo si stava sbracciando da una bancarella, cercando di attirare l'attenzione di Blake. Il mercante portava dei lunghi capelli neri e gli occhi rossi brillavano nell'ombra creata da una tenda sopra di lui; indossava un camice bianco, macchiato qua e la da qualche sostanza nera e bruciacchiato sui bordi.
«Dice a me?».
«Certo! Venga voglio mostrarle una cosa».
Avvicinatosi al banco vide che su esso vi erano numerose armi di vario tipo: si passava velocemente da spade a due mani a coltelli, da lame dalla forma più disparata a pistole.
«Voglio che provi quest'arma che ho forgiato io stesso qualche anno fa».
«Scusi, ma non ho soldi con me. Inoltre sono già soddisfatto di ciò che possiedo».
Il mercante prese una spada bastarda e la mise tra le mani di Blake, senza curarsi minimamente delle sue parole.
«Si fidi di me e la provi, deve sapere che questa spada è stata forgiata come da tradizione: non ho usato magia per crearla perché, detto tra noi, sono tutti capaci a perfezionare le tecniche di creazione. Quella che hai fra le tue mani è un pezzo unico, sono sicuro che ti piacerà».
Blake strinse l'impugnatura, percepiva una sensazione diversa rispetto alle sue spade: questa era più leggera e fin troppo lunga per gli attacchi veloci a cui era abituato, si sentiva quasi sbilanciato e impacciato. Provò a muovere due fendenti, passando poi ad utilizzarla con una mano sola migliorando leggermente i suoi colpi.
«Mi sento lento e un facile bersaglio, inoltre non sembra affatto resistente. È troppo leggera per essere una spada bastarda ed è troppo lunga per essere utilizzata con una sola mano. Non si addice al mio stile di combattimento, preferisco la velocità e il controllo e quest'arma non mi offre nulla di tutto ciò».
Il mercante lo guardava allibito, di certo non si aspettava una stroncatura del genere da parte di un ragazzo.
«Evidentemente mi sono sbagliato, pensavo che capissi qualcosa di armi. In fondo sei solo un giovanotto che pensa di essere migliore degli altri, non posso colpevolizzarti».
«Allora che ne dice di mettere alla prova la sua meravigliosa spada?».
«Rimangiati immediatamente la tua offerta, non vorrei distruggere il tuo equipaggiamento».
«Hai paura di non essere all'altezza?».
Il mercante prese la spada e, dopo aver creato sufficiente spazio in mezzo alla strada si preparò al combattimento. Blake, in tutta risposta, evocò la sua spada destra osservando gli effetti di luce che si creavano sulla lama a causa dei forti raggi del sole.
«Vuoi seriamente utilizzare le tue armi originarie?»
Il demone non riuscì a capire la domanda del mercante, il quale decise di spiegarsi meglio dopo aver osservato la faccia del suo avversario.
«Quelle sono le spade che il tuo flusso ha creato la prima volta che hai avuto bisogno di combattere, quasi tutti i demoni le abbandonano. Comprano delle armi da noi fabbri o utilizzano le tecniche di creazione per forgiare delle armi più adatte al loro stile o semplicemente migliori».
«Ti ho già detto che mi trovo bene con queste, non preoccuparti».
«D'accordo, fai tu la prima mossa».
Blake non si fece ripete l'invito un'altra volta, in un istante coprì i due metri che lo separavano dal mercante, colpì con un veloce fendente la lama dell'avversario e si posizionò alle sue spalle, senza lasciargli il tempo di capire ciò che era successo.
Un rumore metallico riecheggiò nella strada mentre si formava una crepa sulla spada bastarda: la lama si spezzò all'altezza dell'impugnatura, cadendo a terra tra il silenzio e lo stupore dei passanti.
«N-Non è possibile...».
«Mi dispiace ma ti avevo detto che era troppo leggera. Avresti dovuto utilizzare un metallo più resistente e forse l'utilizzo di un po' di magia durante il processo non sarebbe guastato».
«Non è vero! Sei un truffatore! Hai usato qualche incantesimo sulla tua arma!».
«Sei un fabbro molto più esperto di me, sono sicuro che puoi capire perfettamente che non ho usato nulla di simile».
«Non è giusto... quest'arma era...».
«Non era nulla di speciale, se vuoi un rimborso ti accontenterò».
Il vecchio sospirò, la verità si era ormai fatta inevitabilmente strada nella sua testa.
«No, non è necessario... le tue abilità in combattimento sono incredibili e la mia spada non era adatta ad uno scontro del genere».
Il mercante tornò dietro al bancone, lo sguardo puntato verso il terreno non aiutava a nascondere il suo orgoglio ferito.
«Se hai bisogno di un favore sono disposto ad aiutarti, ragazzino».
«Effettivamente avrei bisogno di un'informazione».

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I due demoni, accompagnati dal mercante, erano giunti davanti ad un'altissima torre nera: le pareti erano decorate da strani bassorilievi e da alcune scritte in una lingua incomprensibile ai due.
«Vi basterà entrare nel portale giusto e vi ritroverete nella capitale del Nord».
«Quindi dobbiamo cercare il cartello con su scritto “Snofren”?».
«Esattamente. Ora scusatemi, ma devo tornare al mio negozio».
«Grazie mille per il tuo aiuto».
«No, grazie a te, ragazzino».
Il mercante si allontanò lasciando soli i due amanti, i quali si incamminarono all'interno della torre. Le pareti che li circondavano erano formate da dei mattoni neri, brulicanti di incisioni biancastre, qua e là si vedevano dei quadri ritraenti scorci di paesaggi dai colori più variopinti; la luce entrava da poche piccole finestre e da un grosso rosone situato sul tetto della struttura.
«Guarda là! L'ho trovato».
Juliet stava indicando un cerchio bluastro posto su di una piattaforma poco lontana da loro, una leggera aura celeste sembrava circondarlo.
«Perfetto. Allora andiamo».
I due si avvicinarono al cerchio, notando altri portali di vari colori intorno a loro. Numerose persone andavano e venivano da essi, creando non poca confusione.
«Ehi, ragazzi!».
Blake si bloccò, riconoscendo la voce proveniente da dietro di loro, e si voltò scuotendo la testa.
«Frank, cosa ci fate qui?».
L'amico si trovava all'entrata della torre insieme ad altre tre persone. Il giovane demone riconobbe con facilità Hope e Samuel, ma l'altro ragazzo non gli ricordava nessuno; quest'ultimo era sicuramente un demone: portava due spade ai fianchi, ma il suo flusso sembrava essere celato alla perfezione.
«Volevamo vedere se due pivellini come voi potevano essere capaci di portare a termine una piccola missione. Non pensavo foste così lenti».
«Ho dovuto sconfiggere un re, chiedi al nostro amico... aspetta, cosa ci fai qui, Samuel?».
Il principe fece un inchino, ma ciò che attirò di più l'attenzione di Blake fu l'occhiata che ricevette da parte dello sconosciuto: sembrava scrutarlo in cerca di qualche informazione.
«Speravo di trovarvi ancora qui. Ho un regalo da parte di mia madre».
«Un regalo! Che cos'è?».
Juliet saltò da dietro le spalle dell'amato e si fiondò verso Samuel, incuriosita; Blake la seguì con un passo più lento, ancora interessato a quel demone ignoto.
Il principe aprì la mano, nel suo palmo vi erano due collane: queste erano composte da un filo scolorito al quale era appesa una pietra ottagonale dal colore giallastro; entrambi i gioielli emanavano una grande quantità di energia.
«Vi dono questi due amuleti, solo due demoni come voi potrebbero avere l'onore di possederli. Queste collane sono antichissime e fu il primo Regnante del Sud a crearle: sono ricche di energia e possono essere utilizzate in più modi. Potete indossarle ed esse vi proteggeranno da qualsiasi attacco letale, ma ciò avverrà solo una volta, oppure potete scegliere di assorbirne l'energia e aumentare il vostro flusso. La scelta spetta a voi».
«Grazie, ma non possiamo accettare. Non abbiamo fatto nulla per meritarci un tale regalo».
«Avete fatto ritornare parte del senno di mio padre. Io e tutti gli abitanti del regno vi dobbiamo un favore».
Il demone ignoto si mosse, posando la mano sinistra sulla spalla di Samuel.
«Prendeteli, non capita spesso di vedere questi amuleti».
I due accettarono il consiglio, indossando il dono. Blake non riusciva a staccare lo sguardo da quello dello sconosciuto, il quale stava iniziando a infastidirlo.
«Tu chi saresti?».
«Piacere di conoscerti, io sono Jack».
«Potrei sapere perché mi fissi?».
«Il tuo Flusso... è strano, mi incuriosisce».
«Mi piacerebbe poter dire lo stesso, ma sembra che tu sia fin troppo bravo a celarlo».
«Purtroppo sono costretto a nasconderlo, correrei troppi rischi se mostrassi la mia energia. Diciamo solo che se qualcuno mi riconoscesse, si alzerebbe un bel polverone».
Frank si intromise tra i due, cercando di cambiare argomento: se aveva imparato qualcosa su Blake era che la sua curiosità superava di gran lunga la sua saggezza, molto probabilmente avrebbe estratto la spada senza pensarci due volte pur di ottenere delle risposte.
«Quasi mi dimenticavo, la vostra missione ha subito delle leggere modifiche».
«Cosa?».
Dissero i due amanti in coro, quasi sconcertati dall'affermazione dell'amico.
«Dovrete dirigervi nel Regno dell'Ovest, più precisamente nella capitale Azulma. Al regno del Nord e dell'Est ci penseremo io e Hope. Ordini del Maestro».
«D'accordo, eseguiremo gli ordini».
I due giovani salutarono Hope e Frank, mentre Samuel si allontanava dalla torre.
«Se non vi dispiace, vi lascio ai vostri affari».
«Sei sicuro di non voler venire con noi, Jack».
«Grazie dell'offerta, Hope, ma devo rifiutare. Renderei molto difficile, se non impossibile il vostro compito. Ci vedremo a Luminia quando avrete finito».
Detto ciò, il demone si teletrasportò.
Nel mentre Blake e Juliet entrarono nel portale per Azulma e, in un'istante, si ritrovarono nel Regno dell'Ovest.

   
 
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