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Autore: sawyer_    25/05/2015    1 recensioni
E se Ron avesse avuto la brillante idea di invitare Hermione al Ballo del Ceppo, che cosa sarebbe accaduto? Sarebbe andato tutto liscio? Io non credo proprio.
Dal primo capitolo: "- Ehi Hermione anche tu sei una ragazza-
- Però che occhio... Proprio per questo si da il caso che io sia stata...-
Aveva cominciato a sibilare lei, ma Ron, in un suo raro momento di intelligenza, aveva deciso che era meglio farla tacere per non assistere ad un' ennesima sfuriata. Il punto, però, era che quello che disse poi non era stato minimamente progettato e le parole gli erano fluite fuori dalle labbra come un fiume in piena.
- Potresti venire al ballo con me.-
Si stupì persino lui delle sue parole."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calì Patil, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Viktor Krum | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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CAPITOLO I

Ron ci aveva impiegato giorni a metabolizzare la decisione più avventata della sua giovane vita, e ne aveva impiegati altrettanti a racimolare il coraggio per fare quello che doveva fare.
Ovviamente all'inizio era stato molto combattuto, ma alla fine aveva preferito tenere le sue ansie per sè, tacendole anche ad Harry. Certo, aveva rischiato parecchio quando, per poco, i gemelli non lo scoprivano mentre era intento a danzare come un idiota davanti allo specchio.
Si, si era addirittura allenato a tendere la mano alla sua dama, a camminare tutto impettito, e magari a non far infuocare guance e orecchie.

I suoi problemi erano cominciati qualche settimana prima.
Quando si era seduto a quel maledetto tavolo quella dannata mattina, non poteva sapere ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Erano in Sala Grande a studiare sotto la perfida sorveglianza di Piton, Ron si trovava stretto fra la morsa Harry-Hermione e di fronte a lui sedevano Fred e George.
Lui e Harry avevano aperto un discorso prendendo in considerazione l'idea di essere gli unici del loro anno senza una ragazza per il Ballo del Ceppo, poi il tutto era sfociato in una presa in giro nei confronti del povero Neville che, secondo loro, probabilmente avrebbe finito per invitarsi da solo.
A dar loro man forte entrò in gioco Fred che si era dimostrato un ardito rubacuori invitando Angelina Johnson lì su due piedi.
"Datti una mossa, o le ragazze migliori saranno prese."
Così portava scritto il biglietto lanciato a Ron dal fratello, poco dopo il proprio gesto oltremodo coraggioso.
Ovviamente il moro e il rosso cominciarono a lamentarsi autocommiserandosi, fin quando Ron capì che la discussione stava vertendo a suo sfavore. La sua boccaccia, infatti, evidentemente non collegata al cervello, aveva proferito una frase che avrebbe fatto imbestialire Hermione.
- Ehi Hermione anche tu sei una ragazza-
- Però che occhio (1)... Proprio per questo si da il caso che io sia stata...-
Aveva cominciato a sibilare lei, ma Ron, in un suo raro momento di intelligenza, aveva deciso che era meglio farla tacere per non assistere ad un' ennesima sfuriata. Il punto, però, era che quello che disse poi non era stato minimamente progettato e le parole gli erano fluite fuori dalle labbra come un fiume in piena.
- Potresti venire al ballo con me.-
Si stupì persino lui delle sue parole. Neanche aveva ripreso fiato dopo aver sputato la frase tutta insieme, che Harry e i gemelli, puntando gli occhi strabuzzati su di lui, avevano emesso un verso strozzato che aveva voluto interpretare, più che come schifato, come grandemente sorpreso.
Anche Hermione aveva gli occhi spalancati, ma invece che sbalordita sembrava piuttosto preoccupata. Passarono una manciata di secondi che a Ron erano sembrati secoli in cui Hermione era rimasta lì, immobile, con gli sguardi dei compagni puntati addosso e la bocca semiaperta.
- Cosa hai detto Ronald?- Era riuscita poi a sussurrare lei.
- Mi-mi chiedevo se volessi venire al ballo con me, tutto qua.-
Aveva balbettato il rosso, le cui orecchie erano diventate ormai bordeaux. Miseriaccia, neanche lui riusciva a capire come potesse essergli spuntata quella strana idea.
Come se quell'umiliazione non fosse bastata, era arrivato Piton a dargli uno scappellotto e il malcapitato era stato costretto a dirigere lo sguardo verso il suo quaderno completamente intonso.

Per questo, quando Hermione si era alzata di scatto abbandonando il tavolo e blaterando qualcosa sul dover risolvere certe questioni, lui non aveva potuto osservarla.
-Beh l'hai terrorizzata amico, è scappata.- Aveva detto Harry rifilandogli una pacca sulla spalla e scatenando una risatina generale.
-Non ti facevo così temerario "Ronald"- Esclamò George scimmiottando Hermione.
- Andate al diavolo, tutti quanti- Aveva bofonchiato infine Ron guadagnandosi un nuovo scappellotto da parte di Piton.
E così Ron si era sentito un idiota per giorni.
Hermione ci aveva impiegato tempo a dargli una risposta e quel periodo era stato un inferno. Il povero ragazzo era stato costretto a sopportare le battute dei fratelli e dei compagni di casa, in particolare di Seamus e Dean, ma per sua fortuna a supportarlo c'era stato Harry. Infatti per il Ragazzo Sopravvissuto forse era andata anche peggio, visto che Cho Chang la risposta all'invito gliela aveva data eccome, ed era stata negativa.
-Se Hermione dovesse bidonarmi possiamo sempre andare al ballo con le gemelle Patil, non credi Harry?-
Così i due avevano tentato di scappare ai loro problemi.
Ron, scoraggiato più che mai, aveva passato ore a osservare Hermione chiedendosi perchè lei non gli avesse ancora dato una risposta. Certo, la sua proposta aveva preso alla sprovvista un po' tutti, a partire da sè stesso, ma non si aspettava questo, si sentiva quasi ferito nell'orgoglio. Dopotutto sentirsi rifiutato avrebbe messo in crisi qualsiasi ragazzo della sua età.
Un giorno si era ritrovato persino a seguirla. L'aveva piantonata fino alla riva del Lago Nero dove si era data appuntamento con Viktor Krum. Il rosso non aveva creduto ai suoi occhi, e stava per allontanarsi quando un gesto della ragazza aveva catturato il suo sguardo.
Hermione aveva poggiato un palmo aperto sul largo petto del giovane. Viktor le aveva sfiorato appena le dita e lei aveva immediatamente ritirato la mano scuotendo la testa e mormorando qualcosa. Ron si era maledetto per non saper leggere le labbra.
Che cosa ci facevano insieme quei due? E perchè erano così vicini?
Queste domande gli erano frullate in testa finchè Viktor non si era allontanato da lei con la testa bassa e i pugni serrati lasciati lungo i fianchi.
Poche ore dopo in Sala Comune Hermione aveva acconsentito ad accompagnare il rosso al ballo. La scena a cui Ron aveva assistito poco prima era scomparsa insieme a tutta la sua gelosia, sostituite da gioia ed euforia. Il problema però, era che anche quelle sensazioni ben presto erano state nuovamente rimpiazzate da ansia e nervosismo.
 

Passata una settimana dal fatidico “Sì” di Hermione, i preparativi per il Ballo del Ceppo stavano tenendo occupate tutte le ragazze della scuola, incluse quelle di Beauxbatons, che non facevano altro che ciarlare di vestiti, acconciature e scarpe da ballo.
E Ron si rendeva sempre più conto di quanto avesse avuto ragione suo fratello George, era stato temerario, forse addirittura un incosciente, un pazzo.
Non aveva la benchè minima idea di come comportarsi in certi frangenti, per di più il fatto che la sua accompagnatrice fosse Hermione lo rendeva alquanto nervoso. Quella ragazza gli aveva sempre fatto quell'effetto, probabilmente fin dal primo anno.
“Ma cosa diavolo mi ha detto la testa quando l'ho invitata?” continuava a pensare il rosso.
Tutta quella faccenda lo faceva sentire un emerito idiota, eppure lo rendeva anche euforico. Voleva vedere Hermione vestita elegante, voleva stringerla fra le sue braccia, annusarle i capelli ribelli, sfiorarle la pelle...
Ma più di tutto era impaurito. Aveva timore di combinarne una delle sue, di finire col fare qualcosa di irreparabilmente sbagliato. Un'altra cosa che lo agitava non poco era il fatto che lui e Hermione si sentivano sempre più imbarazzati da quando gli aveva fatto quella proposta, anche solo nello sfiorarsi o chiacchierare.
Inoltre mancavano ormai troppo pochi giorni al Ballo del Ceppo e anche se Ron non aveva fatto altro che provare a sembrare un ragazzo normale, l'ansia si era fatta sentire.
Si era perciò fatto inviare da Molly un vestito da cerimonia decente rispedendo al mittente quell'orrido, vecchio e imbarazzante abito che la madre gli aveva mandato in precedenza.
In ogni caso il rosso aveva la coscienza pulita perchè aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per cercare di rendere la serata degna di quel nome.

La sera del ballo sembravano essere tutti impazzati nel dormitorio maschile dei Grifondoro.
Harry aveva finito per invitare Calì e non ne sembrava troppo entusiasta, Neville era in trepidazione e continuava a lamentarsi per le scarpe troppo strette, i gemelli non facevano altro che andare in giro a fare scherzi, Seamus e Dean si stavano litigando un papillon e poi c'era Ron, che se ne stava mogio seduto sul bordo del letto ad osservare quel trambusto, certo molto meno caotico del suo cervello in quel momento.
-Harry, ti prego, andiamo via di qui.- Biascicò Ron con la testa fra le mani.
 

I due amici si ritrovarono all'entrata della sala nella quale era stato allestito il ballo, proprio ai piedi delle scale. Lì sembrava esserci più confusione che nel loro dormitorio. Gran parte dei ragazzi infatti aveva già riempito la sala mentre altri si aggiravano timorosi vicino l'entrata.
-Harry, come sto secondo te?-
-Cosa intendi Ron?-
-Beh dai, lo sai...com'è il mio vestito? Pensi possa piacere ad Hermione?-
-Beh si, suppongo di si.-
Ron fece una smorfia, diciamo che Harry non era proprio il tipo adatto ad incoraggiare le persone. Il rosso cominciò a guardarsi intorno, di lei neanche l'ombra. Era attanagliato dall'ansia e probabilmente avrebbe cominciato presto ad essere logorroico.
-Miseriaccia Harry, guarda quelli di Durmstrang quanto si pavoneggiano, neanche fossero i padroni di questa scuola! E poi ho un gran fame, tu no? Insomma avevano promesso un buffet, se non c'è penso che andrò a...-
Ron fu interrotto nel bel mezzo del suo monologo da Harry che, dopo avergli battuto due dita sulla spalla, lo aveva afferrato voltandolo energicamente verso le scale.
-Miseriaccia amico, che diavolo...-
Non fece in tempo a terminare la frase che sentì il cuore saltargli un battito.
Hermione era in cima alle scale, bella come Ron non l'aveva mai vista. Indossava un abito di un morbido tessuto color pervinca, e portava i capelli legati in un nodo elegante dietro la testa (2), sembrava una dea, o comunque così appariva ai suoi occhi.
Quando la riccia sollevò la testa e incontrò gli occhi di Ron gli inviò un timido sorriso sghembo, fu in quel momento che il rosso pensò di essere morto e giunto direttamente alle porte del Paradiso. Prima di ricambiare, deglutì a vuoto per mancanza di saliva.
Hermione scendeva le scale leggiadra con gli sguardi di tutti puntati su di sé e ogni gradino che calpestava, Ron sentiva raddoppiare i battiti cardiaci, alla fine della rampa probabilmente gli sarebbe esploso il petto. Miseriaccia, si doveva calmare o altrimenti le sue mani avrebbero cominciato a sudare copiosamente e Hermione avrebbe potuto notarlo.
Quando finalmente gli fu davanti, salutò i suoi due amici con un sorriso a trentadue denti.
-Ciao ragazzi! Harry dove hai lasciato Calì?-
-Ciao Herm, uhm, credo che l'andrò a cercare, ci vediamo dentro.- Disse Harry. Ron rivolse uno sguardo al suo amico del tipo “Ti prego, non lasciarmi solo con lei” ma Harry si allontanò strizzando l'occhio verso il rosso.
-Sei-sei...mmm, sei...-
-Oh, grazie Ronald, anche tu stai benissimo. Vogliamo entrare o rimanere qui tutta la sera?-
L'unico modo con cui Ron riuscì a rispondere fu un grugnito mentre le sue guance e le sue orecchie si infiammavano.
Le porse il braccio e insieme si avviarono verso la sala da ballo. Il camminare impettito e tutto il resto si erano andati a far benedire nel momento in cui le loro braccia si erano sfiorate. Tutti li guardavano un po' sorpresi ma Ron aveva occhi solo per la sua dama.
Osservandola le preoccupazioni di poco prima si erano leggermente affievolite ma il rosso era comunque intimorito dall'imminente momento della danza. Lì avrebbe dovuto concentrarsi davvero, non voleva rischiare di calpestarle quei piedini delicati.






 

(1) Scene tratte dal film 'Harry Potter e il Calice di Fuoco' di Mike Newell.
(2) Tratto dal libro 'Harry Potter e il Calice di Fuoco' di J.K. Rowling.

   
 
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