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Autore: Lady_Noname    25/05/2015    0 recensioni
Europa, Italia, Roma
Anno Domini 2015 d.C.
Una ragazza passeggia tranquilla in un bosco quando viene coinvolta suo malgrado in una guerra santa, un ripetersi degli eventi che la porterà, assieme alle sue guide, in un pericoloso viaggio attraverso i tre regni dell'aldilà
Genere: Dark, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CANTO I - INFERNO

  Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura

ché la diritta via era smarrita.


La ragazza dai capelli candidi camminava tranquilla, ammirando la cacofonia di colori e suoni che animava quella foresta, la suola degli anfibi che affondava nel morbido tappeto d'erba e foglie morte che tappezzava il terreno.

In quella pace si sentiva simile ad una qualche sorta di ninfa dei boschi, per quanto fosse sicura che loro non avessero i capelli tinti del colore della neve, ne che indossassero jeans neri stracciati, canottiere grigio scuro e chiodi di pelle, per non parlare degli anfibi; un raggio di sole colpì la croce d'oro bianco che portava appesa ad una sottile catenina. Ecco, probabilmente non erano neanche cattoliche.

Forse fu a causa di quel suo vagare con il naso all'aria che non notò la radice, ne tanto meno la profonda buca.

Se ne rese conto solo quando si trovò a precipitare.

Scivolò nello stretto cunicolo per parecchi metri, graffiandosi le braccia nude con le radici; inizialmente provò a chiamare aiuto, ma smise non appena si rese conto che, così facendo, la bocca le si riempiva inutilmente di terra: nessuno era lì a sentirla.

Il cunicolo terminò senza preavviso e Lena, questo era il nome della ragazza, fece in tempo a vedere una gigantesca caverna (non riuscì a scorgerne la fine) occupata interamente da un'intricata foresta prima di precipitare sulle chiome degli alberi sottostanti, spaccandone i rami e precipitando fino a terra.

Era ancora distesa a terra, fortunatamente e incredibilmente illesa, ad eccezione di numerosi graffi e lividi, quando sentì un basso ringhio alle sue spalle; balzò in piedi e si voltò.

Fra il verde scuro dell'intricato sottobosco spiccavano, luminosi come fari nell'oscurità della foresta, gli occhi di un leone. Arretrò di qualche passo, terrorizzata, mentre il leone si faceva avanti, le fauci grondanti di bava

-Oddio morirò...- senza finire la frase si voltò ed iniziò a correre, tentando di ignorare i lividi che chiedevano pietà.

Fu solo dopo un po' che si rese conto che il terreno non era pianeggiante, ma saliva dolcemente verso la cima di una collina che arrivava fin quasi al soffitto della grotta, in corrispondenza di un'apertura dalla quale filtrava un caldo raggio di sole.

Sorrise, Lena, sperando di aver trovato la sua salvezza, ma si dovette ricredere quando dalla boscaglia davanti a lei spuntarono altre due fiere: una lupa scheletrica, dal pelo ispido e sporco, e un leopardo, il bel pelo maculato rado e rovinato, entrambi con le fauci grondanti bava.

Si bloccò di scatto, sentendo anche il leone che la raggiungeva.

Non fece in tempo a fare nulla che la lupa balzò contro di lei a fauci scoperte; arretrò velocemente, coprendosi il viso con le braccia, ma l'animale le fu addosso, buttandola per terra e lei non poté far altro che tentare di allontanare dalla sua gola quelle zanne, mentre gli artigli le scavavano la carne.

Resistette per qualche istante, poi le zanne di un'altra delle due fiere si chiusero sul suo polpaccio e un urlo di dolore le sfuggì dalla gola, mentre sentiva le forze abbandonarla.

Chiuse gli occhi vedendo la lupa avventarsi sul suo collo, aspettando la morte, che tuttavia non arrivò; le sue orecchie vennero invece raggiunte da un suono molle e viscido e le arrivò al naso una zaffata di sangue; pochi istanti dopo il peso della lupa si accasciò su di lei.

Lena si arrischiò ad aprire gli occhi e la prima cosa che vide fu l'animale morto su di lei, la testa staccata nettamente dal collo, poi il suo sguardo si spostò sulla figura che torreggiava su di lei, una mano protesa ad aiutarla.

Era un uomo giovane, sulla trentina e forse di meno, e attraente, il viso dolce era incorniciato da ricci dorati, stretti in un codino ad eccezione di qualche ciocca ribelle che gli ricadeva sugli occhi cerulei; il fisico asciutto era vestito in abiti da guerra (una corta tunica bianca stretta da una cintura dalla quale pendeva un fodero vuoto, una cotta leggera, brache pesanti e protezioni per braccia e gambe).

Lena spostò il cadavere e afferrò la mano dell'uomo, quella non occupata dalla spada bastarda che aveva usato per uccidere la fiera, tirandosi in piedi.

L'uomo le sorrise

-E' una vera fortuna che fossimo qui da queste parti...in caso contrario sarebbe andata a finire molto male...sarebbe stato un peccato lasciar morire una bella ragazza come te- Lena si odiò quando sentì le guance riscaldarsi, segno del loro improvviso arrossamento.

Non fece in tempo a rispondere che una seconda voce, alle sue spalle, la fece voltare di scatto

-Virgilio se non la pianti di flirtare con la ragazzina potrei decidere di diventare geloso- quelle parole venivano da un secondo uomo, di qualche anno più grande del primo; anche lui era un bell'uomo, nonostante il naso aquilino, dal viso squadrato incorniciato da onde nere come gli occhi, che in quel momento erano fissi sulla lama del pesante spadone a due mani che era intento a pulire con cura dal sangue appartenente alle altre due fiere; vestiva come il primo uomo, Virgilio l'aveva chiamato, ad eccezione della tunica, che era rosso sangue, un paio di guanti di pelle privi delle dita e il fodero della spada, fissato sulla schiena da una cinghia, invece che appeso in vita

-Dante sai bene che non ti tradirei mai...- Virgilio rise -Men che meno con una ragazza- il secondo uomo sorrise leggermente, posando la punta della spada a terra e usandola come appoggio.

Solo in quel momento il cervello della ragazza si riprese dallo shock e fece due più due

-Aspettate...Dante...Virgilio...- si appoggiò ad un albero, la gamba ferita non la reggeva bene, e pigolò debolmente

-Non è possibile...voi siete morti...la divina commedia...voglio dire...non era reale, GIUSTO?- il secondo uomo, Dante Alighieri, sbuffò

-Possibile che nessuno ci creda mai- fu Virgilio a rispondere al compagno

-Beh devi ammettere che la storia è piuttosto incredibile...- tornò a voltarsi verso Lena con un sorriso affabile

-Sono contenta che tu ci conosca già, questo facilita molto le cose-

-Io...QUALI COSE?- Virgilio rinfoderò la spada e raggiunse la ragazza, sollevandola fra le braccia

-Non ora...sei scossa, stanca, ferita e sporca. Ti spiegheremo tutto fra un po'- annuendo debolmente Lena chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal movimento di Virgilio, che aveva iniziato a chiacchierare seguito da Dante.

Fece in tempo a cogliere le frasi di protesta del fiorentino prima che la voce dei due la conducesse dolcemente nel regno di Morfeo.






Lady's Nook
Benvenuti e benvenute gentili signori! Ecco qui il primo capitolo della mia fanfiction...che francamente non so da dove mia sia uscita...anzi lo so
le ore di italiano con la mia prof sono terribilmente noiose...e questo è il risultato
spero vi sia piaciuto questo capitolo e niente...non so che altro dire
Ah già...sono un'accanita dantilio shippers...quindi in questa ff sia Dante che Virgilio sono morti (daltronde siamo nel 2015, ci si poteva arrivare) e stanno felicemente insieme.
PERCHE' LORO DEVONO STARE INSIEME
*si ridà un contegno e si schiarisce la voce*
bene niente...tanti bacia dalla vostra Lady Noname e ci sentiamo presto con il secondo capitolo!
Kisses :*
   
 
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