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Autore: javaadshug    25/05/2015    0 recensioni
Ci si sente persi, vuoti, dopo un po', ad aspettare qualcosa che non tornerà mai più. Dopo una morte, tutti ripetono che il defunto vada in un posto migliore e che prima o poi il dolore si calmi, ci vuole solo pazienza e distrazione; ma aspettare che il dolore si calmi, è come aspettare che crescano esseri viventi su Marte. Magari è proprio su un altro pianeta che si sente Harry ogni volta che pensa a Louis, perchè la sua morte non solo ha portato via l'amore della sua vita, ha portato via anche l'unico organo che ci serve per vivere: il suo cuore.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You got a way of making me feel so sorry 
I found out right away 
Don't you come walkin' - beggin' I ain't lovin' you 
Don't you get in my way
 


Leave Me Alone - Michael Jackson


2 febbraio 2031, ore 00.04

Una nuova canzone di una cantante nuovissima di questi anni '30 rieccheggia nel garage, è la suoneria di mia figlia, e sullo schermo si presenta la foto di Charlotte che si illumina più volte, la sta chiamando. Harry spia l'orario, è davvero tardi. La ragazzina sopra di lui si poggia il telefono all'orecchio, rispondendo alla mamma con monosillabi; chiude il telefono sbuffando.
"Che ha detto la mamma?" chiede.
La ragazzina lo guarda, "Niente.. Papà ti prego dimmi cosa ti ha detto Louis" si alza, attendendo una risposta.
Harry prende un respiro, portandosi al petto l'album fotografico e i loro CD, nega con la testa e si alza da sopra il cartone, levando la polvere dal pantalone. 
Grace sgrana gli occhi, notando il padre che la invita a seguirlo fuori dal garage.
"Papà, non puoi lasciarmi in sospeso così!" si lamenta a braccia incrociate sul petto, facendo il broncio. Il padre ridacchia, tirando la figlia fuori al garage e chiudendo la serranda. Si posiziona sulla moto e indossa il casco, porgendo l'altro alla figlia. Lei titubante lo guarda ma poi lo indossa anche lei, salendo sulla moto che ormai era già in moto, pronta per tornare a casa.
"Domani voglio il continuo!" esclama prima che la moto ruggisca.
Dopo un quarto d'ora sono a casa, Grace si dirige silenziosamente verso la sua camera, attraversando i corridoi bui. Harry poggia le chiavi sul solito mobile vicino l'entrata e si dirige in cucina, dove la luce della cappa illumina buona parte della stanza. Poggia i due caschi sul tavolo, dove è seduta la moglie intenta a bere una tazza di tè; Charlotte non dice nulla, non ha neanche salutato, guarda i movimenti del marito in silenzio. Ha visto l'uomo che ha poggiato i caschi di fronte a lei, e ora lo sta vedendo mentre beve l'acqua attaccato alla bottiglia, è una cosa che le da fastidio.
Poi dopo un silenzio interminabile, decide proprio lei di interropperlo. 
"Ti sembra normale tornare a mezzanotte e mezza a casa?" il suo tono non è quello pacato di sempre, ha un tono offeso e arrabbiato allo stesso tempo. Harry si pulisce la bocca bagnata con il bordo della manica, altra cosa che a Charlotte fa irritare; si limita a fare spallucce e tenta di andare in salone, ma la voce della moglie lo blocca di nuovo.
"Harry, sono seria!" esclama quasi con un tono più acuto del dovuto, lui sussulta, girandosi verso di lei con non-chalance. 
"Mia figlia non può fare l'ora che vuole, domani ha scuola" 
Mia figlia.
A quell'affermazione Harry si irrigidisce. Ci mancava solo lei con questo suo tono di merda, pensa l'uomo.
"Da quando è diventata solo TUA figlia?" Harry finalmente spiccica parola, ma il suo tono è allusivo, ed è arrabbiato.
"Da quando tu non le dai più regole, e stai facendo il comodo tuo!" è la risposta pronta della donna, che nel frattempo si è alzata in piedi e ha incrociato le braccia al petto.
Harry le si avvicina.  "Non puoi dire davvero una cosa del genere, dopo tutto quello che faccio per voi" lui stringe i pugni e serra la mascella, nessuno deve toccare questo argomento, è delicato quasi quanto quello di Louis.
"Lavoro giorno e notte per voi!" urla, ormai fregandosene se sveglia qualcuno. E questo è vero, da quando non è più nella band, lavora come banchiere alla Barclays di Londra e fa molti extra per portare quanti soldi possibili alla sua famiglia.
"Bene, allora smettila di farti venire queste manie da psicopatico che hai ogni volta che pensi a quello che è successo e ricomponiti, sono passati 15 anni,  adesso basta!" la donna alza le braccia al cielo e rotea gli occhi. Sa che ha toccato un tasto dolente per l'uomo che le è di fronte, ma ormai l'ha detto e non può più rimediare. Difatti, la reazione di Harry è immediata, spalanca gli occhi dopo quello che ha sentito uscire dalla bocca della moglie, poi dice "Non dovevi dirlo" e senza aggiungere altro, prende la sua giacca dall'attaccapanni e esce fuori di casa, facendo sbattere forte la porta blindata di casa. Grace, al piano di sopra, ha sentito tutto, ma preferisce non intervenire, ha sempre odiato vedere le persone litigare e ora come ora preferirebbe solamente stare nel letto e dormire molte ore; domani escogiterà qualcosa per non andare a scuola. Si mette le cuffie nelle orecchie ascoltando qualche brano della sua band preferita del momento, addormentandosi insieme alla melodia. 
Harry si siede sul marciapiede di fronte il suo vialetto, affianco a un lampione che illumina poco e nulla. Si gode l'aria fredda e cupa di una Londra notturna, facendo ampi respiri e cercando di fermare le lacrime che prima hanno rigato il suo viso ininterrotamente.
Chiude gli occhi, lasciando che il vento gli perfori la pelle per un po. Il vento di Londra a febbraio è ghiacciato, quindi a contatto con la pelle è come se facesse male; ma a lui non importa, perchè non è minimamente paragonabile con il dolore che ha dentro.
Prende il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans, vede l'orario: 1.30 am. A New York sono le 20,30 del giorno prima; questo significa che Liam è sveglio.
Liam abita a New York da almeno 10 anni, i primi 4 insieme a Niall, insieme sono proprietari di un ristorante italiano che il nonno di Liam gli ha dato in gestione. La distanza per il trio non è un problema, perchè Niall e Liam almeno due volte l'anno tornano dall'altro lato del mondo per la famiglia e per Harry.
Quest'ultimo sblocca il telefono, e trascina il pollice verso l'alto per cercare il contatto del suo amico nella rubrica. Quando lo trova, tituba un po' prima di schiacciare il tasto della chiamata e portandosi l'apparecchio all'orecchio.
Dopo cinque squilli la voce di Liam risponde in modo preoccupato al telefono. Harry sorride, qualcuno finalmente ci è riuscito a farlo sorridere.
"Harry.. E' successo qualcosa?" Liam persiste con il suo tono preoccupato, cosa che fa sentire sollevato Harry nel sapere che c'è ancora qualcuno che si preoccupa del suo animo. 
"No Lee, è che avevo voglia di sentirti" ammette Harry, tirando su col naso. "Come stai?" chiede poi, distogliendo l'attenzione da se stesso.
Liam non risponde subito, per colpa delle intermittenze, poi dice "Oh, io sto bene Harry, tu piuttosto?"  il ragazzo trentottenne dall'altro lato del telefono si sdraia sul letto affianco ad un Niall dormiente, sente il ragazzo che sta parlando con lui che sospira, e dice "Vorrei poter essere lì.." accoccolandosi a Niall che, nel frattempo, con un occhio solo aperto ha potuto capire un po' la situazione; stringe le spalle di Liam, accostandosi vicino l'orecchio di quest'ultimo per cercare di capire cosa dicesse il ragazzo da Londra.
"Harry ci manchi!" poi esclama entusiasta, sorridendo. L'anno successivo al loro primo tour, Niall ha indossato l'apparecchio, che gli ha permesso di avere un sorriso bianchissimo e perfetto che adesso sta sfoggiando.
Harry sorride, nella cupa  Londra di notte, sentendo un brivido di freddo attraversargli il corpo.
"Anche voi mi mancate" sospira, "E' meglio che vada" poi continua, tirandosi i capelli con la mano destra.
Liam abbandona il suo sorriso "Per qualsiasi cosa lo sai che ci siamo sempre" esclama prima di mandare un bacio volante all'amico dall'altro lato del mondo e poi attaccando.
Si accoccola al petto di Niall che, prontamente, lo avvolge nelle sue grandi braccia. Sono inseparabili e sembrano due ragazzini, uno avvinghiato nelle braccia dell'altro, ma a loro non importa, è la loro amicizia l'unica cosa fondamentale. Nonostante Liam sia sposato da 6 anni con una bellissima donna americana, il tempo per stare con Niall ce l'ha. Niall invece, si frequenta con una ragazza anch'ella americana, ma non ha tempo per qualcosa di serio, si è dedicato interamente alla gestione del loro ristorante.
"Sono preoccupato per Harry" dice Liam in un soffio, sprofondando il capo sotto il braccio dell'amico. Niall alza la sua testa per guardarlo negli occhi, i suoi di ghiaccio incontrano quelli nocciola di Liam e lo sorride incoraggiante. 
"Mi sa che è ora di fare un viaggio!" esclama.


It’s been a long day, without you my friend
And I’ll tell you all about it when I see you again
We’ve come a long way from where we began
Oh I’ll tell you all about it when I see you again
When I see you again


See You Again - Wiz Khalifa ft. Charlie Puth

2 febbraio 2031, ore 22,00

"Non ci credo, era gay!" è quasi un urlo quello di Grace, seduta a gambe incrociate nel suo letto, tenendo in mano una foto che le ha passato il padre che, adesso è di fronte a lei.
Harry annuisce debolmente, imbarazzato e con un sorriso sul lato della bocca. La figlia lo osserva, ha sempre pensato che suo padre fosse davvero un bell' uomo, e lei gli somiglia così tanto; non ha niente a che vedere con la mamma, ha preso ogni singolo aspetto dall'uomo al suo capezzale e non può esserne più fiera. Lo scruta in viso, notando l'imbarazzo. 
"E tu cosa hai fatto?" Grace gli da una pacca sulla spalla, per incoraggiarlo a parlare. Harry alza lo sguardo dal loro album "Take Me Home" che ha tra le mani e la guarda nelle iridi così simili alle sue. Apre bocca per proferire parola ma..
"Harry, puoi scendere di sotto?" la voce di Charlotte è lontana, ma ben forte e chiara al piano di sotto. Questa voce, in questo momento, non sembra neanche più irritata o arrabbiata, è tranquilla e sembra che il loro litigio della scorsa notte non ci sia stato; sembra come se Harry avesse dormito nel loro letto matrimoniale, anzichè sullo scomodo divano del salotto, e come se sua moglie gli avesse preparato la solita colazione fatta di tazzona di tè e biscotti. Ma tutto ciò non è accaduto, perchè la tensione che Charlotte ha creato ieri, all'una di notte, non ha smosso Harry che non si è fatto problemi a dormire in soggiorno. Grace per fortuna non ha vissuto tutta quella tensione, perchè alla fine ha preferito andare a scuola e non subirsi quel silenzio che sembrava invece così rumoroso. 
Harry si drizza sul posto, per poi alzarsi di scatto e lasciando i CD e le fotografie nella stanza della figlia. Si dimena fuori dalla stanza e arriva nel lungo corridoio dove alla fine vi trova le scale per arrivare in salotto. Sta scendendo gli ultimi quattro scalini, quando decide di alzare gli occhi e di fronte si ritrova una scena che gli solleva il cuore. Ci sono due ragazzi, sullo stipite della porta: c'è un biondino, il solito biondino, che ha in mano un borsone sportivo, indossa uno basco grigio e gli schiaccia i capelli che arrivano sugli occhi in modo disordinato, finalmente gli è cresciuta un po' di barba bionda sulla mascella. Al suo fianco destro, c'è un ragazzo più alto del biondo, con i capelli rasati e nessun residuo di barba, Harry sa che a lui da fastidio. Al suo fianco ha un trolley rosso e ha il suo telefono in mano, sicuramente lo ha usato da poco.
L'uomo di casa non ci può credere, alla vista di Niall e Liam in casa sua, che neanche una giornata fa erano dall'altro lato del mondo e adesso sono lì davanti a lui, pronti ad assalirlo di abbracci.
Ed è così che fanno, posano disordinatamente le loro valigie al bordo del divano e si scaraventano sul migliore amico che non ha avuto neanche il tempo di scendere l'ultimo gradino delle scale per colpa loro. Harry ha un sorriso enorme sul volto, stringendo per il collo i suoi due amici, si sente completo dopo tanto tempo. Il trio non si vedeva da un bel po', all'incirca 6 mesi, dal compleanno di Niall, e rincontrarsi è stata una cosa assolutamente positiva.

  
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