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Autore: Lost on Mars    25/05/2015    5 recensioni
SEQUEL DI "INDACO" (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2746316&i=1), è consigliabile la lettura.
C’è stato un momento in cui Amelia e Ashton sono rimasti intrappolati in una vecchia istantanea in bianco e in nero: nessun colore a determinare la loro gioia, felicità, paura o tristezza. Nedlands sembra aver congelato la loro esistenza, li ha tagliati fuori dal mondo e non c’è stato niente se non pace e tranquillità. Dall’altra parte dello Stato, però, Luke è a piede libero e va cercando la propria vendetta. Responsabilità e pericoli di duplicano e il mondo li poterà a schierarsi: bianco da una parte e nero dall’altra, in perenne lotta tra di loro. Chi vincerà?
Dalla storia:
«Non ho altra scelta. La mia vita e quella di mio figlio contro la felicità della mia famiglia, so benissimo che li farò soffrire, ma se fossi io a morire sarebbe peggio, non credi?»
«Se non fermiamo Luke passeremo la vita a fuggire da lui. Anche se riuscissimo a cavarcela per i prossimi mesi, spostarsi con un bambino sarebbe impossibile.»
«Fermarlo? Ci abbiamo provato e lui è fuggito dal carcere. Non possiamo fermarlo, è inarrestabile.»
«Ma non è immortale.»
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10 – UCCIDERE

 

Erano passate tre settimane da quando Luke era tornato a Sydney. Ne erano passate due dal ritorno del padre e una dall’ultimatum che gli aveva dato per quanto riguardava Nola Wilson: non era ancora riuscito a trovarla e se non gliel’avesse portata entro due settimane avrebbe affidato il compito a qualcun altro. Luke si sentì ferito nell’orgoglio perché suo padre affidava sempre a lui le cose più importanti.
Non sapeva cosa rappresentasse Nola per lui, ma doveva essere qualcuno di estremamente importante o non ne avrebbe fatto una tragedia del genere. Il fatto che non volesse dirglielo, però, lo lasciava ancora interdetto, nonostante i patti fossero chiari: avrebbe saputo la sua vera identità solo quando l’avrebbe avuta in pugno, ma Luke non aveva ancora niente. Per un momento, aveva avuto la tentazione di lasciar perdere e liquidare la cosa, scrollandola addosso ad uno dei sicari, così avrebbe sicuramente scoperto chi era Nola, poi però si era detto che non poteva mollare così, ne sarebbe andato della sua reputazione.
Dopotutto, era il figlio del Capo, colui che si occupava di Sydney. Cosa avrebbero pensato tutti i suoi sicari se si fosse tirato indietro? Per questo, era da più o meno sei giorni che cercava di pianificare e trovare un modo impeccabile per riuscire nella sua missione. Julia gli dava una mano a volte, ma finivano quasi sempre sul ciglio di qualche letto o divano, e Julia se ne rendeva conto, e gli diceva di smettere, e poi se ne andava a prendere un caffè, ma non ritornava mai.
Nonostante tutto, non era ancora riuscito a mettere a punto un pieno perfetto, senza falle o intoppi. Aveva avuto grandi idee, ma si erano sempre rivelate una gradino al di sotto della perfezione. Era di nuovo appostato nel vicolo accanto al palazzo in cui viveva Calum, dava per certo che ci vivessero anche Amelia e Ashton e che ci nascondessero Nola Wilson, mentre non sapeva che fine avessero fatto Valerie e Michael.
Con sé, aveva portato Sean. Julia aveva la testa tra le nuvole e sospettava che fosse colpa di George. Era così strano... le persone accanto a Luke si innamoravano nonostante tutto, e vedendo di non riuscire in quello che gli altri facevano con fon troppa facilità lo faceva pensare: doveva considerarsi privilegiato o penalizzato da una cosa simile? Non essere capace di amare qualcuno in qualsiasi modo, che fosse un parente, un amico o un’amante, lo rendeva diverso da tutti gli altri a tal punto da renderlo speciale? Avrebbe ricevuto pena o ammirazione?
Improvvisamente un rumore proveniente dalla sua sinistra lo destò dai suoi pensieri e da tutte le sue domande che, probabilmente, non avrebbero mai trovato una risposta.
Il portone si aprì e Luke non faticò a riconoscere Michael che usciva mentre teneva per mano una ragazza. Una ragazza che Luke conosceva molto bene, che un tempo si fidava ciecamente di lui e che aveva promesso che sarebbero stati amici per sempre: un tempo Valerie avrebbe tenuto alto l'onore di quelle promesse, ma poi aveva scoperto la verità, aveva scoperto che Luke non aveva fatto altro che mentirle, e aveva deciso che nessuna di quelle parole aveva più un valore. Sembravano essere felici insieme, nonostante le espressioni preoccupate che solcavano i volti di entrambi. Chissà come avevano fatto a ritrovarsi e a dimenticare tutto. Anche Michael le aveva mentito, ma Valerie lo aveva perdonato. Gli aveva perdonato tutto e adesso lo amava e si comportava come se nulla fosse. Si chiese come mai Michael Clifford meritasse il perdono di qualcuno più di lui. Perché nessuno lo aveva perdonato? Non si era comportato diversamente da Ashton o da Michael, loro erano semplicemente cambiati, avevano annullato il loro vero essere per abbracciarne un altro che, lo sapevano entrambi, forse non gli sarebbe mai andato bene abbastanza.
Nella tasca dei pantaloni, la pistola bruciava. Era ardente contro la sua pelle e gli urlava di venir sfoderata, di essere tirata fuori, di fare fuoco così da smettere di emanare tutto quel calore. Luke resistette. Non ora, non era quello, il momento giusto. Non doveva dimenticare che il suo obiettivo principale era Nola Wilson, anche se...
«Sean, seguili» sibilò, riferendosi al suo compagno, senza distogliere lo sguardo dai due ragazzi che adesso camminavano silenziosamente sul marciapiede.
«Cosa? Non siamo qui per la bionda?» replicò l'uomo, al suo fianco.
«Sì, ma loro sanno dov'è. Voglio solo conferme. Spaventali, fattelo dire, poi torna qui e irrompiamo in casa» spiegò ancora Luke.
«Va bene.»
Sean uscì dal nascondiglio e si avvicinò con passo felpato a Michael e Valerie. Quest'ultimi, parlavano a bassa voce tra di loro, ma Sean era troppo distante per riuscire a captare qualche parola. Si guardò attorno e studiò un modo per precederli e mettersi davanti a loro. Spaventarli? E come? Non erano due semplici passanti, o almeno, non lo era Michael. Non si sarebbe fatto intimidire troppo con una pistola puntata alla testa, anche perché dubitava che con qualcuno come Luke alle calcagna avrebbe girato per la città disarmato. A meno che non lo credesse ancora a Perth, ma Sean non pensava che Michael potesse essere così negligente.
Tuttavia, le conseguenze del non obbedire a Luke sarebbero state ben peggiori di quelle che ci sarebbero state che se avesse semplicemente fallito. Prese dunque una rincorsa e qualche momento dopo si piazzò di fronte ai due ragazzi, bloccandogli il passo e impedendogli di continuare a camminare.
Michael ebbe dei riflessi prontissimi, parò con un braccio Valerie e portò una mano alla tasca della giaccia.
«Se tiri fuori la pistola ti sparo, Michael» disse Sean con voce ferma, teneva l'arma ben puntata contro Michael e Valerie. «È passato un bel po' dall'ultima volta che ci siamo visti, vero? Dove sei stato di bello?»
«Sean, non voglio farti del male» replicò Michael, con molta calma, quasi eccessiva.
«Io nemmeno, ma gli ordini sono ordini» rispose Sean.
«Luke ti ha ordinato di uccidermi? Carino da parte sua, dopo quello che abbiamo passato pensavo avrebbe avuto abbastanza palle da farlo di persona» disse il ragazzo, sarcastico. La sua mano non si fermò ed entrò nella tasca della giacca.
«Ho detto: non tirare fuori la pistola!» esclamò Sean.
«Luke ti punirebbe se venisse a sapere che mi hai sparato, è un privilegio che spetta solo a lui.»
«Vero, ma Luke non mi ha proibito di sparare a lei» disse Sean, puntato la pistola su Valerie. La ragazza non si scompose, ebbe solo un leggero sussulto e strinse le dita attorno al braccio di Michael, tenuto ben fermo di fronte a lei.
Il ragazzo si allarmò. Quanto poteva importare a Luke di Valerie? Era troppo rischioso pensare che fosse una questione che avrebbe risolto da solo.
«Che vuoi, Sean?» chiese alla fine Michael.
«Un'informazione» rispose l'altro. «Nola Wilson, dove si trova?»
Michael si prese qualche secondo per rispondere alla domanda. Nola era la ragazza che Calum aveva trovato qualche tempo fa, ferita e per strada. Valerie gli aveva raccontato tutto, che scappava dal padre di Luke, che non voleva aver niente a che fare né con lui né con il figlio, specialmente con quest'ultimo, perché se l'avesse scoperto, probabilmente l'avrebbe uccisa senza rifletterci sopra. Non poteva rivelare a Sean – uno dei sicari più vicini a Luke – dove si trovasse, ma non riusciva a farsi venire in mente un posto che avrebbe potuto fungere da potenziale nascondiglio. Guardò Valerie per un breve istante e poi si mise davanti a lei, coprendola con il suo corpo. Sean poteva minacciare di spararle, ma non l'avrebbe fatto se Michael avesse sparato prima a lui.
Con un gesto velocissimo tirò fuori la pistola dalla giacca, mirò al polso della mano con cui l'altro impugnava l'arma e poi il rumore dello sparo invase l'aria, costringendo la ragazza a tapparsi le orecchie. Sean lanciò un urlo di dolore.
«Scusa, amico, non posso dirtelo» disse alla fine Michael. «Ma posso ancora spararti in posti più delicati di una mano, quindi sparisci.»
L'uomo si alzò da terra, raccogliendo la pistola con la mano illesa, mentre l'altra sanguinava copiosamente. Lo guardò negli occhi con uno sguardo che preannunciava vendetta e scappò via.
Solo quando fu impossibile per entrambi vederlo, Michael raggiunse Valerie e le mise le mani sulle spalle.
«Va tutto bene?» le chiese piano, accarezzandola delicatamente.
Valerie annuì e continuò a farlo per qualche secondo, poi esplose. «No, non è vero. Io... oh Dio, Mike, ho creduto di poter morire!»
«Ehi, Val, guardami» mormorò dolcemente, prendendole il viso tra le mani. I loro occhi erano così vicini che Michael si prese qualche istante per ammirare quelli di lei, in ogni sfumatura. «Non sarai mai in pericolo finché ci sono io con te. Quando Sean ti ha puntato la pistola addosso sono andato nel panico, non potevo attaccarlo sapendo che ti avrebbe fatto del male. Allora ho pensato, o almeno, mi sono affidato al fatto che gli fosse stato proibito di spararmi. Mi sono messo di fronte a te e ho tirato fuori la pistola. Non aver paura, non averla mai più, lo sai che morirei pur di proteggerti.»
Valerie non disse nulla, si limitò solamente a cingergli il collo con entrambe le braccia e stringerlo a sé. Sentì immediatamente le mani grandi e delicate di lui accarezzarla e stringerla come mai nessuno aveva fatto in tutta la sua vita. Non credeva d'aver mai provato quello che provava in quell'istante per Michael. Avrebbe voluto ringraziarlo, amarlo, guardarlo i quei suoi occhi acquosi e dirgli che la vita non avrebbe mai potuto farle un dono migliore, ma tutto quello che riusciva a fare era sentirlo tra le sue braccia.
Accostò piano le labbra al suo orecchio e poi gli disse: «Ti amo così tanto, Michael. Così tanto...»
«D-davvero?» chiese lui. Non si staccò, continuò a stringerla, ma la sua voce tremava ed era strozzata, così come tremava il suo respiro, lo stesso respiro che per un momento lungo quanto l’eternità si era fermato, si era congelato ed era rimasto immobile, a cullarsi tra il dolce suono di quelle parole che non aveva mai sentito prima, che non aveva mai pronunciato prima.
Non credeva di meritarle, eppure le aveva sentite, forti e chiare. Ed era stata proprio Valerie a pronunciarle.
Da quanto tempo lui le teneva dentro di sé, quelle parole? Da quanto tempo era innamorato di lei? Difficile stabilirlo con esattezza e precisione, ma l’aveva amata ai tempi del liceo e quando l’aveva lasciata uscire dalla sua vita; l’aveva amata nemmeno un anno prima, quando tutto quello che faceva era spaventarla; e l’amava adesso... era un sacco di tempo, e allora perché non gliel’aveva mai detto?
«Sì, perché dovrei mentirti?» replicò Valerie, accarezzandogli il viso. Le sue mani erano fredde, ma bruciavano. Avevano sciolto l’abbraccio adesso, si guardavano negli occhi, si parlavano in silenzio. Michael sorrise della propria ingenuità e stupidità.
«Ti amo anche io... da... da sempre!» esclamò Michael. «E scusa se non te l’ho mai detto o se ho particolari difficoltà a dimostrarlo, io―»
«Me lo dimostri sempre» lo interruppe Valerie. «Non dovresti svalutarti così. Sei la persona migliore che esista, mi dimostri tutto ogni giorno e non voglio che niente cambi. Mi vi bene così, anche con... con dei pazzi assassini che vogliono farci fuori, a me basta che ci sia tu.»
«Non posso prometterti che arriveremo vivi a domani, ma l’unica cosa che so per certo è che non mi perderai mai» le disse, prese la sua mano destra e la condusse sul suo cuore. «Qualsiasi cosa succeda.»
«Questo è il punto in cui ti bacio appassionatamente, vero?»
«Io credo sia il punto in cui andiamo a casa e facciamo qualcosa di più appropriato.»
Valerie scoppiò a ridere: «Mi piace di più la tua idea.»
«Lo so, le mie idee sono sempre fantastiche.»
E alla fine, Valerie lo baciò ugualmente, nell’aria frizzante e nel vento freddo, sul marciapiede, in mezzo a tutta la vita che girava intorno a loro. E forse il bello fu proprio quello, sapere che c’era vita, che c’era speranza.
 

 
 

 
Marianne's corner:
E dopo secoli, sono finalmente in orario. Oddio, sto aggiornando alle dieci e un quarto di sera, ma è ancora lunedì! 
Allooooora,  qui non c'era molto Luke, lo ammetto. E' un capitolo abbastanza corto, ma ci sono i nostri Maleeeeerie *-* che concorrono con gli Ashelia u.u s Ashton ed Amy vincono solo perché sono la coppia principale u.u
Dunque, Michael è diventato il mio nuovo eroe, e io lo amo sempre di più, e la mia Val è così tenera e razionale e sta riuscendo a gestire tutto così "bene", oddio, sono fiera di lei *lacrimuccia*
In questa settimana (?) dato che la mia mole di compiti si è notevolmente abbassata dato che mi macano solo due materie (SOLO DUE!) ho iniziato il trailer! E' dalla vacanze di Pasqua che ve lo prometto, adesso l'ho iniziato davvero e spero vi potervi mettere il link nel capitolo della prossima settimana. Poi, seconda cosa, sto definendo la scaletta dei capitoli e pian piano siamo giunti ad un finale ehehehe. Prima di tutto, nel prossimo capitolo avremo solo ed esclusivamente il nostro pazzoide biondo preferito (?), sarà un capitolo dedicato solo a lui. Eeee, sto per fare uno spoiler che non è propriamente uno spoiler, sono giunta alla conclusione che alla fine di questa storia avremo: un bambino/a (ovviamente, le scommesse sul pargolo degli Ashelia sono ancora aperta u.u), un morto e un matrimonio. Ma non dico nulla di più.
Adesso, vi lascio e vi ringrazio di cuore perché siamo arrivati alle 50 recensioni totali! **
Baci,
Marianne
   
 
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