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Autore: Jaredsveins    26/05/2015    6 recensioni
Destiel ambientata tra i banchi di scuola.
Dean e Castiel sono amici, ma il loro rapporto è un po' particolare. Il loro passato li porterà ad unirsi, oppure ad allontanarsi sempre di più?
Se volete sapere come va, non vi resta che leggere!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Saaaaalve a tutti! Sono sopravvissuta al finale di stagione. *fa un sospiro di sollievo*
Pubblicare questo capitolo è stata un'impresa, in quanto ho dovuto cancellarlo e riscriverlo tutto perché non ero soddisfatta di quel che ne era uscito prima. E nemmeno adesso sono molto soddisfatta, ma sapete..vado avanti con cautela altrimenti mi insultate. No dai scherzo, lol.
Sususu, vi lascio alla vostra lettura.

-Feffe


7. No, I’ve never seen anything quite like you.


I think I want you more than want.
And no I need you more than need.
I want to hold you more than hold,
when you stood in front of me.

Never seen anything quite like you – The Script

 

Castiel si svegliò in un bagno di sudore, il pugno stretto nella maglietta a sinistra e il respiro pesantissimo. Aveva caldo, troppo. Si alzò e aprì la finestra, trovandosi investito da un colpo di vento che lo fece barcollare leggermente ma non ci badò. Si sedé sul bordo della finestra e prese dei respiri profondi, chiuse gli occhi e sussurrò a se stesso di stare tranquillo. Negli ultimi giorni era andato tutto benissimo con Dean, ma c'era qualcosa che gli diceva che sarebbe accaduta una cosa orribile e non voleva pensarci, non voleva farsi influenzare e invece eccolo lì, a stare male come un idiota e senza un motivo. Non c'era niente che potesse andare storto, perché con Dean andava tutto bene, non aveva avuto ripensamenti dopo quel giorno al lago ed era tranquillo. Allora perché stava morendo d'ansia?

“Cristo Castiel, ti vuoi dare una calmata?” Sussurrò e si alzò, barcollando appena ebbe un capogiro e cadde per terra, sbattendo la testa sul pavimento. Il dolore fu lancinante e sperò con tutto il cuore che non gli stesse uscendo sangue, ma lui era molto fortunato in quelle cose, talmente tanto che appena si toccò la testa aveva del rosso sulla mano. Sospirò e si trascinò in bagno, bagnandosi la testa e rabbrividì per il gettito freddo, ma sospirando di sollievo quando si rese conto che la ferita era un semplice taglietto.

“Cas, che succede? Ho sentito un botto e sono corso qui..”

Il ragazzo alzò lo sguardo e fece un salto indietro quando si ritrovò faccia a faccia con suo padre. Una cosa normalissima, dato che a volte Kevin soffrire di insonnia e non dormiva. Solo che davanti a lui non c'era Kevin, ma suo padre defunto.

“Cosa..cosa ci fai qui? Tu sei morto..non puoi essere qui.”

“Castiel ma che dici? Sono io!” L'uomo si avvicinò a lui.

Cas indietreggiò ancora e appena si ritrovò con le spalle al muro iniziò a piangere istericamente, non era possibile. Lui era morto. Non avrebbe potuto essere il contrario. Si sentì afferrare per le braccia e si dimenò in quella presa forte che aveva iniziato a strattonarlo.

“Castiel!”

L'urlo gli fece mancare l'aria e appena davanti a se trovò un Kevin con gli occhi sgranati, lo sguardo sconvolto e un'espressione preoccupata si riscosse, piegandosi in avanti e negando con il capo. “Non è possibile, lui era qui..”

“Lui chi?”

“Mio padre, lui..”

Kevin sospirò e lo portò al piano di sotto, facendolo sedere sul divano e dandogli un bicchiere d'acqua. Osservò Castiel mentre beveva e gli accarezzò la schiena. Era da molto tempo che loro figlio non aveva delle visioni del genere, praticamente un bel po' di anni. Certo, ci pensava ogni tanto e ne parlavano, ma non era più successo che Castiel vedesse quel mostro che era stato suo padre nel volto di Kevin. “Va meglio?”

“Sì..non so cosa mi sia preso, mi dispiace davvero tanto.”

“Non fa niente, vuoi parlarne?”

“No, sto bene.”

E detto ciò lo salutò, andando in camera e mettendosi a letto, chiudendo gli occhi. Tutta la paura che aveva provato si era trasformata in rabbia dopo quell'attacco. Perché anche quando tutto andava bene lui doveva avere sempre dei problemi? Non poteva semplicemente andare tutto per il meglio? Se lo meritava dopo tutto quel che aveva passato.

E non capiva nemmeno il motivo di tutta quell'ansia, perché non era successo niente di negativo che potesse portarlo a quel che era appena successo. Anzi, dopo essersi detti di odiarsi qualche giorno prima, aveva invitato Dean a restare a casa da lui, ma lui aveva rifiutato perché doveva aiutare Bobby con delle cose prima di andare a dormire, ma erano rimasti al telefono fino a tardi. Avevano parlato anche di quel che erano: una vera e propria coppia. Se ci pensava impazziva ancora di gioia, perché gli era sempre piaciuto Dean, poi si era innamorato e adesso stavano insieme. Finalmente poteva dire che quel ragazzo era suo e viceversa, poteva finalmente essere felice insieme a lui. Tra l'altro, il ragazzo non poté fare a meno di dirlo a sua madre non appena fu tornato a casa, ovviamente dopo aver chiesto a Dean in precedenza se poteva dirglielo. Inutile dire che Hannah ne fu felicissima e anche Kevin, che gli diede delle pacche sulla schiena e si congratulò. Li adorava. Avevano anche parlato su come vivere la loro storia all'esterno e con grande sorpresa di Cas, D gli disse di comportarsi come una vera coppia anche a scuola, aggiungendo che così si sarebbe abituato prima a quella nuova situazione e che le cose fatte di nascosto non gli piacevano. Da un lato Castiel ne fu felice, ma dall'altro era un po' preoccupato perché non sapeva come avrebbe reagito Dean nel momento in cui qualcuno li avrebbe criticati. Ma voleva dargli fiducia ed era sicuro che sarebbe riuscito a fregarsene.

Allora cosa era che lo preoccupava così tanto? Cosa era che lo portava ad essere così negativo?

Sospirò e prese il cellulare guardando l'orario, erano le otto del mattino e ringraziò il cielo che fosse sabato, quel giorno non avevano scuola e ciò voleva dire che Dean sarebbe andato da lui di sera. Aveva proprio bisogno di vederlo.

'Buongiorno, sappi che ti aspetto. Sii puntuale che la pizza si fredda!' Glielo inviò e sorrise lievemente, tranquillizzandosi al pensiero che sarebbe stato con lui quella sera.

 

“Mi raccomando eh, non bruciate la casa!”

“Mamma, ho 18 anni, non 2!” E detto questo le lasciò un grande bacio sulla guancia, chiudendo poi la porta quando se ne andò. Quella sera sia Hannah che Kevin avevano una cena di lavoro, quindi lui e Dean avrebbero avuto casa libera. Non che Castiel volesse fare qualcosa di sconcio, no no. Se lo ripeteva in mente cercando di convincersi ma in realtà sapeva che avrebbe tanto voluto trovarsi tra le braccia di Dean senza vestiti e..

Si siede uno schiaffo sul viso e sbuffò, non doveva fare certi pensieri. Proprio no. Accese lo stereo facendo partire i The Script e sistemò al meglio il soggiorno, i bagni e la camera. A Dean non aveva assolutamente accennato quel che gli era successo, perché non voleva farlo preoccupare e perché semplicemente non voleva più pensarci. In quel momento la cosa più importante era che lo avrebbe rivisto, perché gli mancava anche se non lo vedeva solo dal giorno prima.

“And your eyes are in your eyes and my heart’s in our hearts. Sometimes words just ain’t enough for this love that’s more than love..” Castiel cantava insieme a Danny e sorrideva ritrovandosi in ogni parola di quella frase, per poi sgranare gli occhi e sentire il cuore uscire fuori dal petto quando bussarono alla porta.

Dio, si sentiva come una fottuta ragazzina alle prese con la prima cotta.

Corse ad aprire e si illuminò quando lo vide.

Era bellissimo, come sempre. Aveva messo una giacca di pelle, una maglietta degli ACDC e dei jeans un po' strappati sulle ginocchia. “Vuoi rimanere lì imbambolato o invitarmi a entrare?”

Castiel si fece da parte rosso in viso e si mise a ridere, chiudendo la porta quando l'altro fu dentro.

Dean lo tirò subito a se e lo abbracciò, dandogli un bacione sulle labbra. “Mi sei mancato.”

“Anche tu!” Il tono che uscì al moro fece ridere l'altro, che gli scompigliò i capelli e a cui non sfuggì la smorfia che fece il ragazzo.

“Che succede?”

“Nulla, questa notte sono caduto dal letto e ho sbattuto la testa.” Mentì Cas e si mise a ridere, sentendosi in colpa. Odiava dire bugie, ma voleva davvero evitare.

“Il solito idiota.” Dean gli baciò la fronte. “Allora, mangiamo?”

“Oh, sei proprio un orso. Sei appena arrivato e già pensi a mangiare, vergognati!” Lo punzecchiò su un fianco e poi scappò in cucina, ridacchiando quando Dean tentò di acchiapparlo.

La tavola era già pronta e la pizza fumante era sul piano della cucina, emanava un profumino che fece venire l'acquolina in bocca a entrambi i ragazzi. Fecero per sedersi a tavola quando una canzone in radio fece paralizzare Castiel e comparire un'espressione maliziosa sul viso del suo ragazzo.

“I wanna fuck you like an animal, I wanna feel you from the inside..”

“Oh però, lasci che sia la musica a parlare?”

“Cos-NO!” Castiel corse a spegnere lo stereo e tornò in cucina a sguardo basso, non riusciva a guardare Dean negli occhi per la vergogna. Lui nemmeno la conosceva quella canzone, diamine! Ma poi che sfiga, proprio in quel momento doveva partire? Chissà cosa avrebbe pensato adesso Dean.

“Ehi, a me piace quella canzone! Perché hai spento?”

“Ma smettila e mangia.” Borbottò Cas, mettendo due fette di pizza nei piatti di entrambi e sussurrando un “pervertito” prima di sedersi.

L'altro si mise a ridere e iniziò poi a mangiare, fissando Castiel che ancora era rosso per la vergogna. Lo trovava semplicemente adorabile con quell'espressione corrucciata, i capelli scompigliati, le guance gonfie per il cibo e rosse. Perfino la bocca resa lucida dall'olio della pizza era bella da vedere sul viso di quel ragazzo. E Dean ancora si sorprendeva quando pensava quelle cose, perché tutto avrebbe immaginato nella sua vita, ma non di finire con un ragazzo ed essere davvero felice. A scuola era stato un po' difficile, perché tutti ormai parlavano di loro e Dean semplicemente odiava essere al centro dell'attenzione, ma non gli importava perché c'era Castiel con lui. L'unico vero problema sarebbe stato dirlo a Bobby senza fargli venire un infarto. Anzi non pensava sarebbe stato tragico per lui, ma sicuramente inaspettato e quindi voleva dirglielo con calma. A parte che gli avrebbe dato sicuramente dell'idiota per non avergliene parlato subito. In quel periodo della sua vita stavano cambiando moltissime cose, soprattutto in lui. Era più sciolto con Castiel, si comportava come un normale ragazzo con la persona che gli piaceva e quel giorno si era addirittura ritrovato a pensare a quando lo avrebbero fatto la prima volta. La domanda che si fece fu “chi sarà attivo e chi passivo?” e dopo essersela chiesta si era dato dello stupido, perché doveva essere l'ultima cosa a cui avrebbe dovuto pensare. Ormai era passata una settimana da quando erano diventati una vera e propria coppia e non gli dispiacque per niente accorgersi che quel ragazzo davanti a lui era suo, tutto suo. Poteva abbracciarlo, baciarlo e stringerlo quanto e quando voleva. E la cosa più sorprendente in tutto ciò era che Dean con Castiel stava provando cose che con delle ragazze non aveva mai provato. Con Cas si stava mettendo un gioco, stava cambiando e stava iniziando a vedere l'omosessualità in modo diverso. Non era assolutamente mai stato omofobo, aveva una mentalità molto aperta. Solo che prima vedere due ragazzi baciarsi gli avrebbe fatto un po' strano, invece adesso per lui era più normale che guardare un ragazzo e una ragazza farlo.

“Sei ancora tra noi?” Castiel si mise a ridere dopo aver superato quel momento di imbarazzo.

Dean si riscosse e sorrise, annuendo. “Scusami, stavo pensando.”

“A cosa?”

Sul suo viso si fece spazio un'espressione maliziosa e pensò a quanto amasse provocare Castiel e vederlo arrossire per le sue parole. Quindi diede voce ai suoi pensieri. “Ma quando lo faremo, chi sarà l'attivo e chi il passivo?”

Cas si strozzò con la sua stessa saliva e iniziò a tossire forte, dandosi dei pugni sul petto e pensando di aver sentito male. Doveva per forza essere così. “P-potresti ripetere per favore?”

“Dai che mi hai capito! Ormai stiamo insieme, prima o poi dovremo farlo..”

“Beh certo ma..non è ancora presto? Voglio dire, hai accettato questo lato di te da poco e poi diamine, non puoi chiedermi queste cose in questo modo! Dov'è finito il ragazzo chiuso che conoscevo?”

“Cas, con te posso essere me stesso ed ecco come sono io quando mi sento a mio agio. Faccio doppisensi, provoco in continuazione e non lo avresti mai detto, ma adoro ricevere e dare coccole e segna questo giorno nel calendario, perché non lo ammetterò mai più ad alta voce.”

Castiel sgranò gli occhi, nel giro di un'ora lo aveva fatto così tanto che temette di vederli rotolare per terra. “Dean Winchester, sei una continua scoperta.”

“E ti dispiace?”

“No, è solo che sei..diverso. Sto scoprendo un'altra parte di te. Cioè, sapevo che eri un pervertito eh perché lo vedevo con le altre ragazze, ma con me eri tutto timido e chiuso.”

“Beh ti ripeto, ormai sono a mio agio.”

Calò il silenzio nella camera e Dean non disse più nulla, guardando il suo ragazzo che davanti a se si stava contorcendo sulla sedia per il nervosismo.

Cas era ancora sorpreso per quella domanda, era sorpreso del cambiamento di Dean. Rispetto a una settimana prima era proprio diverso. Era sempre Dean, solo molto più sfacciato e la cosa non gli dispiaceva. A volte il suo essere timido lo metteva a disagio.

Il silenzio iniziò a farsi fin troppo pesante anche per lui che lo interruppe. “Quindi, tu vuoi essere attivo o passivo?”

“DEAN!”

  
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