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Autore: Mountain D Henry    26/05/2015    3 recensioni
Saga ambientata un anno dopo il time skip su tre isole inventate. Le notizie fedeli all'opera del maestro Oda terminano alla saga di Punk Hazard. I protagonisti sono i Mugiwara che, dopo aver sconfitto due imperatori, si metteranno in viaggio per incontrare un altro imperatore, Shanks Il Rosso. Nuovi personaggi, poteri e sentimenti amplieranno il meraviglioso mondo di Oda, contaminandolo per mezzo della mia fantasia. Proverò a non mettere troppo in disordine un mondo così perfettamente delineato. Buona lettura!
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jinbe, Monkey D. Rufy, Nico Robin, Shanks il rosso | Coppie: Rufy/Nami
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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”Etciù”

Coal Mine Island
Porto città mineraria di Mancastle
Ponte della Sunny
11:00 a.m.


«Etciù! Etciù!» starnutì il capitano dei mugiwara.
Da quando avevano attraccato non aveva mai smesso di starnutire.
Probabilmente era allergico a qualcosa in quella grande nube nera che avvolgeva l’intera isola.
Tutta la ciurma era sul ponte principale della Sunny per il consueto briefing prima dello sbarco.
«Allora ragazzi, che avete scoperto a proposito dell’isola?» chiese Nami a Henry e Robin.
L’uomo-grifone guardò negli occhi l’archeologa facendole capire in qualche modo le sue intenzione cavalleresche.
La donna principiò a parlare «Coal Mine Island è un’isola molto importante per l’economia dell’arcipelago di Joy. Qui si trovano moltissime miniere, soprattutto di carbone. Il carbone è sì un’ottima fonte di energia, tuttavia non è molto pulita e lo si può ben capire dalla nube nera che avvolge tutta l’isola!».
«Oh yes! – la interruppe Franky – Il carbone viene usato come carburante anche per i treni marini di Water Seven!» strillò mentre delle lacrime di nostalgia gli scendevano sul volto.
«Sì, quanti ricordi!» si unì a lui Chopper.
«La città principale si chiama Mancastle, ma non aspettate di trovarvi di fronte ad un castello! Fufufufu!» disse l’archeologa.
«Oshoshoshoshosh! In effetti cento anni fa si ergeva proprio nel centro della città un enorme castello. I suoi mattoni erano rossi come i capelli del re che vi dimorava. Questo re aveva un grande sogno che purtroppo lo portò alla pazzia. Il suo sogno era che tutti nel suo regno avessero pari diritti e condizioni economiche. Un bel sogno, certo. Possibile? Non credo. Utopico? Certamente. Un nefasto giorno il re realizzò di essere esso stesso un ostacolo nel lungo percorso fra la realtà e la sua utopia. Quindi si fece portare al castello tutta la polvere da sparo e l’esplosivo del regno, e si fece saltare in aria insieme al castello!» disse Mountain.
Robin continuò il racconto «Molte persone morirono o furono gravemente ferite a causa di quella esplosione. Pensate che i mattoni del castello furono lanciati dall’esplosione in ogni direzione per miglia e miglia. Il principe ereditario e la famiglia reale furono costretti a scappare in esilio dal popolo in rivolta. Oggi i mattoni del castello sono diventati parti di fabbriche, case, pub … Il sogno del re folle in un certo senso si è avverato: tutto il popolo è egualmente povero e ha gli stessi diritti. Infatti l’economia è controllata da alcune multinazionali che sfruttano come schiavi i lavoratori e si tengono la maggior parte dei profitti!».
«Il destino a volte è crudele!» commentò Henry.
«A detta degli ultimi resoconti bisogna stare attenti ai tanti fuorilegge e ubriachi che si aggirano per la città.» aggiunse l’archeologa.
«Yosh! – prese la parola Nami – Il nostro obiettivo è quello di fare rifornimento in fretta per salpare verso la nostra metà finale di questa spedizione: Red Circle Island. Vedete di non fare casini!».
«Etciù! Etciù! – la interruppe Rufy – Questo fumo mi fa uno strano effetto! Etciù!».
«Fatti dare un’occhiata!» lo pregò il dottor Chopper.

Chopper prese il suo stetoscopio e “ascoltò i polmoni” del suo capitano.
«Mmmm, sembra che il carbone bruciato che si trova nell’aria reagisca con i tuoi polmoni di gomma impedendo una normale respirazione! E’ pericoloso! Mettiti subito questa mascherina!!!» disse Chopper in apprensione per il suo capitano che non fece resistenze.
«Sebbene i nostri polmoni siano più adatti del suo a questa atmosfera, tutto questo fumo alla lunga danneggerà anche le nostre vie aeree. Quindi prendete anche voi queste mascherine!» concluse il medico prima di passare ad ognuno la propria mascherina.
Nami guardava Rufy un po’ preoccupata.
“Rufy dovrà rimanere a bordo. Speriamo che non si intestardisca…Baka di un capitano!” pensò la rossa.
«Capitano, tu dovresti rimanere a bordo. Non voglio che ti senta male! Non è accettabile che tu metta a rischio la tua vita per degli stupidi rifornimenti! Non te lo permetto, non ora…» Nami pareva un fiume in piena!
Ma fu interrotta da Rufy «Ok! Rimarrò a bordo a leggere!».
La rossa arrossì mentre tutti gli altri nakama (eccetto Robin che sapeva e Henry che non conosceva abbastanza Rufy) gridarono «EHHHHHH!» sorpresi dalla risposta del capitano.
Chopper insistette per un secondo controllo delle condizioni di salute di Mugiwara.
«Desiderio di leggere… – annotò sul suo quaderno degli appunti – che strano sintomo!» pensò ad alta voce la renna.
«Bene!» riprese il controllo della situazione Nami «Bisogna dividerci! Rufy rimarrà sulla nave sottocoperta per non aggravare le sue condizioni di salute. Io starò a guardia della nave con lui.». 
«Aspetta Nami, tu hai una missione e io ho una idea!» la interruppe Henry.
La navigatrice lo guardò male.
“Io voglio stare con il mio Rufy, questa è la mia missione!” pensò la donna.
«In che senso ho una missione?!» chiese Nami cercando di darsi un contegno.
«Devi disegnare la mappa del mondo, no?!» chiese retoricamente l’uomo-grifone.
«Yosh! E’ il mio sogno!» rispose affermativamente la navigatrice.
«Allora ti porterò in volo sopra all’isola così potrai disegnare più in fretta gli schizzi per le tue mappe. Poi ti riporterò sulla nave dal tuo Rufy!» propose l’uomo-grifone.
Nami arrossì.
“M-m-m-mio R-r-r-rufy! Oh mio Dio!” penso la donna.
«Hai ragione! Allora chi resterà con Rufy?» chiese Nami.
«Il timoniere. In caso di guai potrei muovere la nave!» si propose Jinbe.
«Yosh! Poi Sanji, Franky, Usopp e Chopper fate rifornimenti per cucina, carpenteria e infermeria!» comandò la navigatrice.
«Sì signora!» gridarono in coro i quattro.
«Io voglio andare a comprare del sakè!» affermò Zoro.
«Oh, sì! Prendine una bella botte anche per Shanks!» disse Rufy da dietro alla mascherina.
«Robin, Brook: accompagnatelo! Non vorrei che si perdesse…» ordinò Nami.
«Yosh!» risposero i due.
«Cosaaaa?! Rimangiati quello che hai detto, ragazzina!» le urlò lo spadaccino.
«Etciù!» starnutì Mugiwara.
Il volto di Nami si oscurò come il cielo prima di un knock-up stream.
«Rufy sta male per colpa di questa maledetta isola! Non permetterò che si perda tempo per nessunissima ragione! Entro stasera voglio salpare per Red Circle Island!!!» urlò la rossa.
“La gatta tira fuori le unghie per proteggere il suo Rufy! Hihihihihi” pensò lo spadaccino.
«Ok, lasciamo perdere! Andiamo ragazzi: abbiamo dei compiti. Si sbarca!» disse Zoro.

Usopp, Franky, Chopper e Sanji stavano camminando tranquilli per le strade della città di Mancastle.
«Questi edifici sembrano tutti uguali!» disse Chopper riferendosì a tutte quelle case, negozi e uffici in mattoni rossi sporchi di fuliggine.
«Devono essere tutti mattoni del vecchio castello!» esclamò Usopp.
«Chissà quanti feriti! Ci saranno stati dei bravi dottori?» chiese la renna.
«Non lo so…» rispose il cecchino.
Passarono vicino ad un negozio di gadget.
L’insegna recitava “Dev C+-: gadget strani per persone strane!“.
Gli occhi di Usopp si illuminarono.
«Io mi fermo un attimo qui!» disse il nasone «Voi andate avanti, vi raggiungo presto!».
«Ok!» disse Franky.
La porta del negozio cigolava in maniera molesta.
“Ci vorrebbe dell’olio!” pensò il cecchino.
Il negozio era pieno di scaffalature ricolme di oggetti di dubbia utilità.
Stuzzicadenti meccanici, ragni massaggiatori meccanici, “scaccolatori” elettronici…
Al bancone erano seduti un ragazzino con capelli verdi e occhiali bianchi, e uno strano uomo dai capelli rossi col naso mutilato.
“Uhhh, una maschera per persone con il naso lungo! La voglio! Chissà quanto costa… Non c’è scritto. Proviamo a chiedere!” pensò il cliente dal naso lungo.
Appena fece per avvicinarsi al bancone per chiedere il prezzo, l’uomo senza naso si alzò di scatto e sparì nel retrobottega.

L’uomo dai capelli rossi prese un lumacofono.
«Comunicazione importante a tutto il KKK! Abbiamo avvistato in città i membri della ciurma di Mugiwara, uno dei quattro imperatori. Ho un piano. Sebbene non siamo pronti per un attacco frontale contro un imperatore, potremmo organizzare un rapimento. Rapiremo quanti più membri del loro equipaggio e chiederemo a Mugiwara di togliere di mezzo Shanks il Rosso. Così otterremo il nostro obiettivo! Avremo la testa di un imperatore! Eheheheheheheeh».
«Sì, capo!» risposero le persone dall’altro lumacofono.
«Muovetevi ora! Non c’è tempo da perdere! Passo e chiudo.» terminò Kap.
“Presto avrò la mia vendetta. Io, Kap, figlio di Kean figlio di Karl, legittimo re di Coal Mine Island e capitano del King Kap Klan, conquisterò nuovamente il potere!” pensò il capitano del KKK.

«Etciù!» starnutì Rufy.
Era in biblioteca e stava leggendo il libro che doveva indicargli la via per il cuore di Nami.
Nella mano destra stringeva una catenina con una gemma di rubellite.
«Ehi, Rufy-kun, che stai leggendo?» chiese Jinbe.
«Un libro!» rispose tranquillo Cappello di paglia.
«Ho capito, ma che libro è?!» chiese nuovamente Jinbe cercando di non ridere della involontaria battuta di pessimo gusto del suo capitano.
«E’ un libro che mi dice come devo comportarmi con Nami! Shishishishi» rispose Rufy.
«Ti sei innamorato della navigatrice?» chiese Jinbe.
Si sentiva come una sorta di zio per il suo capitano, voleva dargli una mano a diventare uomo.
«Sì, credo proprio di sì!» rispose serenamente Mugiwara.
«Bene! Nami è proprio una bella ragazza. Bravo Rufy-kun!» disse Jinbe.
“Devo dargli una mano!” pensò Jinbe per poi chiedere «Qual è il tuo piano per conquistarla?».
«Voglio regalarle questa collana e dirle che voglio stare per sempre insieme a lei.».
«Uhm, ti do un consiglio, Rufy-kun. Una volta ero innamorato di una donna-pesce. Si chiamava Corvina, era bellissima. Così un bel giorno la portai in superficie su una spiaggia al tramonto e passai con lei tutta la notte a parlare abbracciati. Quando la luna piena sembrò grande come un enorme re di mare le dissi che l’amavo. Fu la notte più bella della mia lunga vita!».
«Spiaggia, tramonto, luna. Yosh, annotato!» disse Rufy scrivendo su un taccuino.

Nami era seduta in groppa al grifone nel cielo di Coal Mine Island.
Stava disegnando degli schizzi per la mappa dell’isola.
Henry faticava a rimanere “fermo” in cielo,  ma pensava “Devo essere utile ai miei nakama!”.
Così sopportava la fatica.

Il cielo grigio e i fumi delle ciminiere di Coal Mine Island nascondevano il malvagio piano dell’associazione KKK.




Angolo dell’autore
Ciao ragazze! : )
Come va?
Scusate il ritardo di un giorno ma ieri è stata una giornata molto piena e non sono riuscito a pubblicare prima.
Spero vi sia piaciuto il capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate.

Lo scorso quizzone è stato vinto da Sabryna.
Il premio è la scelta di una canzone che inserirò nei prossimi capitoli.

Ma facciamo un piccolo resoconto sugli antagonisti dei mugiwara.
Mi farò aiutare da Adam Kadmon (“Coincidenze?! Non credo!”) : )

-Associazione KKK: King Kap Klan e quindi clan che vuole Kap come re.
Il riferimento è al Ku Klux Klan e lo si coglie nelle varie affermazioni dei personaggi.

-Kap: figlio di Kean figlio di Karl, legittimo re di Coal Mine Island e capitano del King Kap Klan.
Un uomo alto con i capelli afro rossi a ciuffi, occhi color ghiaccio, naso mutilato, sul braccio destro aveva uno strano tatuaggio con tre "k".
Ispirato a Telespalla Bob e a Lord Voldemort.


-Crimson Pata: ragazza dalla pelle estremamente bianca, i capelli neri, gli occhi rossi e un naso "all'insù". Anche se non si è visto ha una deformazione fisica che lascio ancora per un capitolo avvolta nel mistero.
Il suo cognome “Crimson” è ispirato a un robot di Pacific Rim che combatte in maniera simile alla donna. Il suo nome invece è dovuto a una spada: la Pata. Quindi è una spadaccina!


-Tolen: Un okama (anche se mi piacerebbe scrivere che è un “transone”) molto simile a Mister Two Von Clay. La sua passione però non è per i cigni, ma per i corvi (porta un copricapo a forma di corvo) e per gli asini.
Infatti ha una relazione zoofila/omosessuale col suo asino da compagnia.
Ha davvero dei gravi problemi mentali!
Il suo nome è l’anagramma di “lento”.


- Sir Raglio: asino strano dal pelo bruno, truccato con i colori dell'arcobaleno. Sa stare seduto ad un tavolino come un uomo e riesce a farsi capire solo dal suo amato Tolen.
Di fatto parlano un linguaggio universale: il linguaggio dell’amore! <3
Il suo nome è un mix fra il comune verso degli asini e Sir Elton John, famoso per le sue battaglie a favore delle coppie omosessuali (interessate, visto che anche lui è omosessuale!).


-Dev: ragazzino di 15 anni che porta degli spessi occhiali dalla montatura bianca.
Ha i capelli verdi, una zazzera, brufoli. lentiggini, è di corporatura esile e ha un tic all'occhio destro.
La sua passione sono i robot e le cose strane.
Difatti gestisce con Kap il negozio Dev C+-.
Il suo nome è un tributo a un programma che permette di scrivere programmi per pc in linguaggio C e C++.


-Gladis: vecchietta dal corpo esile, il viso pieno di rughe, i capelli afro argentati e senza denti.
E’ un tributo ai Targaryen e ad un personaggio del film “Legion”, la vecchietta posseduta Gladis che stacca a morsi il collo di un uomo ed è capace di camminare sui soffitti!


-Etonar: nano calvo che porta una folta barba rossa. Ha il naso a patata, il viso rosso paonazzo e una cicatrice dall'alto verso il basso sulla guancia destra. E’ un alcolista sempre in disaccordo con Gladis.
Il nome è l’anagramma di Renato, tributo a Brunetta.
Il personaggio è ispirato al “Folletto” della casata Lannister di Game of Thrones.


-Matheo: non propriamente un antagonista, al più un aiutante degli antagonisti. Assomiglia molto a Matteo Salvini e il suo pub ha delle coccarde bianco-verdi con frasi ingiuriose...
Parodia di un leghista.

Spero di avervi strappato un sorriso.

Ci sentiamo lunedì prossimo.
Un caro saluto,
Henry!

P.S. Per una “non-so-bene-cosa” devo ringraziare il mitico cuoco Sanji per le ricette presenti in questa ff.
   
 
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