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Autore: _Riri_Sunflower_    26/05/2015    3 recensioni
La battaglia di Hogwarts portò distruzione, dolore e morte; molti maghi e streghe persero i propri cari.
Il 2 maggio 1998 moriva anche Fred Weasley, ucciso dal Mangiamorte Rookwood.
Dodici pensieri in occasioni differenti tra loro di dodici personaggi legati a uno dei gemelli Weasley.
NON SONO IN ORDINE CRONOLOGICO! PERICOLO LACRIME.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angelina Johnson, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Era una mattina come un’altra, mia moglie si stava preparando per andare alla sede de "La Gazzetta del Profeta" mentre io controllavo che nella mia borsa ci fosse tutto quello che mi sarebbe servito a lavoro.

«Ginny, torno a casa più tardi! Passo a Godric’s Hollow per salutare i miei genitori…»
«Va bene, Harry. Ci vediamo stasera.» mormorò lei, Lily Luna davanti al camino per Smaterializzarsi a casa dei miei suoceri. Uscii un attimo dopo che le donne di casa sparirono dalla mia vista, camminando con gli altri maghi e streghe che andavano a lavorare. Molti entravano nelle cabine telefoniche, altri nei bar per poi rifugiarsi in bagno e usare la Passaporta per arrivare al Ministero della Magia o alla Gringott.

La giornata trascorse molto velocemente, stando sempre in allerta per proteggere i maghi che avevano bisogno di protezione. Non vedevo l’ora di tornare a casa dalla mia famiglia, nonostante quella mattina avessi detto a Ginny che sarei andato dai miei genitori. Quando finalmente finì il mio orario di lavoro uscii dall’edificio a passo svelto, cercando il modo più rapido per arrivare alla mia prima meta.

Dopo quindici minuti ero già a destinazione. Camminavo a passo svelto tra le lapidi per raggiungere quella di Lily Evans e James Potter. Accanto a me i bambini correvano allegri con i loro sacchetti a forma di zucca, impazienti di racimolare più caramelle possibile in questa sera.

Ultimamente, ogni 31 ottobre, passavo un po’ di tempo a Godric’s Hollow. Non ci ero andato per molti anni, dovevo rimediare quella mia mancanza.
Mi avvicinai a passo svelto alla loro lapide, guardando incantato la foto incastrata nel marmo che si agitava. Cominciai a spiegar loro cosa facevo, come stavano Ginny e i miei figli; raccontavo di come mi sarebbe piaciuto presentarglieli e, soprattutto, parlando a una lastra fredda e confidando che le persone che celava potessero sentirmi, esprimevo come ero orgoglioso di loro, i miei genitori, che avevano fatto di tutto pur di salvarmi, sacrificando la loro stessa vita.
Passai una buona ora accovacciato davanti ai loro nomi, domandandomi più volte come sarebbe stata la mia vita se tutto ciò non fosse mai successo, se Voldemort non li avesse uccisi, se io non avessi avuto la cicatrice…

Le campane cominciarono a suonare, scoccando sette rintocchi. Mi alzai, pronto per andarmene, quando qualcosa mi bloccò: mi girai e continuai a camminare all’interno del cimitero, passando indifferente vicino a tombe di persone sconosciute; finché non mi fermai. Di fronte a me spiccava il nome di mio cognato Fred, colui che, insieme al resto della sua famiglia, si era sacrificato per salvare me.

«Ehi Fred. È un po’ di tempo che non ci vediamo…» Mi sedetti di fronte alla sua fotografia sorridente, che a sua volta fece sorridere anche me. Leggere l’anno di nascita e di morte era orribile, soprattutto sapendo come la sua vita è stata tragicamente interrotta.
«Immagino che tuo fratello ti racconti sempre cosa succede. Ron se la cava abbastanza bene al negozio, ma non è come avere te dietro il bancone. Quante volte Hermione gli ha detto che era uno stupido, accusandolo di avere la sfera emotiva di un cucchiaino?» Mi misi a ridere, ricordando bene la scena appena descritta.
«Ti ricordi quando tu e George siete entrati con le scope nella Sala Grande durante un esame della Umbridge? In quel momento avete risollevato il morale a tutta la scuola. E non avete avuto l’occasione di vedere la reazione degli altri professori! Ancora oggi non so dirti chi era quello più entusiasta della vostra bravata.»

Mi venne in mente il giorno in cui mi avevano consegnato la Mappa del Malandrino, facendomi conoscere tutti i passaggi segreti per arrivare a Hogsmade senza essere visto, e quando li avevo conosciuti insieme a quel ragazzo di undici anni che presto diventò il mio migliore amico. L’avevo capito subito, appena li avevo visti, che saremmo diventati amici.
Non era stato facile a dire addio a tutti gli amici che erano morti quel giorno al Castello; pensai al dolore di Molly e Arthur, alla disperazione di George e ai lunghi e tristi silenzi degli altri fratelli. Non potevo dire che sapevo cosa si provava, nonostante in passato assistetti alla morte di Sirius e Dobby: non era la stessa cosa. Automaticamente, portai una mano sulla cicatrice e ne tracciai la forma: era lì da tanti anni, ormai indolore da quel giorno.

«Mi dispiace Fred. Mi sarebbe piaciuto vedere se tu e George sareste invecchiati allo stesso modo di come avevate fatto qualche anno fa, quando cercaste di aggirare la linea dell’età per mettere i vostri nomi nel Calice. Racconterò ogni cosa ai miei figli, in modo che nessuno possa dimenticarsi di te. Ciao amico.» mormorai alzandomi un po’ infreddolito.

Dopo venti minuti ero di nuovo a casa, pronto a essere abbracciato dalla mia bambina. Come previsto, Lily Luna mi corse incontro, facendomi tornare spensierato dopo una giornata di lavoro. Mentre mia figlia continuava a giocare in attesa che la cena fosse pronta, Ginny mi chiese come mai avevo fatto tardi.
«Di solito quando vai a Godric’s Hollow torni a casa prima. C’è stato qualche inconveniente?» La sua voce era un misto tra l’ansioso e la speranza che non mi fosse accaduto nulla. Come biasimarla? Ero sempre tornato a casa puntualissimo, l’unica eccezione di orario era appunto per la sera del 31 ottobre, ma questa volta era diverso. Mi sedetti su una sedia intorno al tavolo e le feci segno di fare lo stesso; non volevo che la bambina di dieci anni in salotto sentisse cosa avevo fatto dopo il lavoro: era troppo piccola per capire perché ogni anno andavo al cimitero a salutare i miei genitori.

«Nessun inconveniente, stai tranquilla. Ho fatto più tardi perché mi sono fermato davanti la tomba di Fred.»
«Oh… hai fatto benissimo, Harry. Sai, mi manca ogni giorno. Voglio bene a tutti i miei fratelli, anche se non l’ho mai dimostrato e da quando Fred non c’è più, è come se mancasse un pezzo di me.»
Colto alla sprovvista da quelle parole, la abbracciai istintivamente: se la conoscevo abbastanza bene, sarebbe scoppiata a piangere nel giro di pochi secondi, come fece proprio un istante dopo.
«Manca a tutti, Ginny. Puoi stare certa che lui è sempre con noi. Lo sarà sempre.»
   
 
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