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Autore: Bad A p p l e    27/05/2015    2 recensioni
[FMA!AU]
[Prima classificata al "Scambio di Fandom - AU Contest" indetto da mikki sul forum di EFP]
“«L’alchimia non esiste per questo scopo».
L’Alchimista di Ferro e Sangue, Akashi Seijuurou – da poco Comandante Supremo – sorride, di un sorriso che, però, si ferma alle labbra senza raggiungere gli occhi, lasciandoli freddi nonostante i toni caldi di cui sono tinti.
Con tutta la lentezza che sente di potersi concedere, mette da parte uno dopo l’altro i fogli che stava esaminando sulla sua scrivania e infine rivolge la propria attenzione al sottoposto che si è insinuato nel suo ufficio come l’ombra che è.
«Tetsuya» esordisce, assaporando il gusto che quel nome gli lascia sul palato, «Non dirmi di avere la presunzione di sapere per quale motivo ci è stata donata l’Alchimia» motteggia, socchiudendo appena gli occhi."

[KasaKise, KagaKuro, MidoTaka] [Accenni: AoKuro]
Genere: Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiseki No Sedai, Makoto Hanamiya, Ogiwara Shigehiro, Seirin, Takao Kazunari
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The End Is Where We Begin'
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Capitolo 3: Interpretation of a Nightmare.

 

 

È passata una settimana da quando Tetsuya e Ryouta hanno iniziato la loro personale indagine e i risultati riportati fino a quel momento sono così deludenti che nemmeno Kise trova più la forza di sorridere.

«Kurokocchi, tu sei proprio sicuro?» chiede l’Alchimista Specchio, rendendosi conto da solo di quanto la domanda possa sembrare petulante. Quella settimana l’ha ripetuta così tante volte da averla a nausea lui stesso.

«Sì» risponde secco l’altro, per poi addolcire di poco il tono di voce, «So che sembra tempo sprecato, ma una volta che avremo raccolto tutte le informazioni necessarie ti assicuro che troveremo facilmente il SEIRIN» spiega, senza staccare gli occhi da tutti gli appunti che ha raccolto durante li interrogatori a cui hanno sottoposto ogni soldato che si sia scontrato contro i ribelli.

È grato per la fiducia che gli sta dimostrando Kise, soprattutto dal momento che l’ordine sottinteso che gli ha impartito Akashi durante il loro colloquio è stato fin troppo chiaro: “Se avrai il sospetto che Tetsuya possa tradirci, uccidilo”.

Ne è la prova il fatto che il Comandante Supremo abbia dato una Pietra Filosofale anche a Kise, nonostante sia Kuroko l’unico ad avere problemi con la propria Alchimia.

«Kurokocchi…»

La voce esitante dell’Alchimista Specchio lo costringe ad alzare gli occhi dai fogli per incontrarne lo sguardo preoccupato.

«Tu stai bene?»

«Per favore, non preoccuparti per me, Kise-kun».

Il giorno prima c’è stato l’ennesimo scontro con i ribelli ed è stata la conferma di ciò che ha temuto per tutta la durata delle indagini: Taiga combatte con il SEIRIN.

Le comunicazioni fin troppo lente gli hanno impedito di arrivare sul posto prima che gli avversari si dessero alla fuga e ciò lo ha lasciato con un senso di vuoto enorme a cui non sa dare un nome.

I fatti sono semplici: Kagami li ha traditi e lui ha l’ordine di ucciderlo. È un soldato, è impossibile che un ordine del genere possa turbarlo davvero così tanto, eppure è così.

Ricorda che per qualche secondo ha fatto fatica a respirare, prima che Kise trovasse opportuno trascinarlo via dal punto preciso dove la sua paura più grande ha cominciato a diventare reale.

Un’altra cosa per cui essergli grato” pensa Kuroko.

«Sai, ho notato che c’è una costante».

Ancora una volta l’Alchimista di Ghiaccio alza lo sguardo verso Kise. Si accorge subito che il tono dell’altro è cauto, come se lo stesse testando in qualche modo; non riesce ad evitare di sentirsi almeno un po’ offeso, soprattutto perché poco prima si era ritrovato a ringraziare mentalmente Kise per la sua fiducia.

Decide di mantenere il solito distacco. «Una costante?»

«Be’, quasi una costante» si corregge subito l’alchimista, ritrovando la naturalezza nella voce «È più che altro qualcosa che si ripete spesso, una buona parte degli avvistamenti sono stati fatti nei pressi dell’ospedale di Ogiwara Shigehiro» termina, storcendo appena il naso alla parola “ospedale”.

«Non penso che c’entri» ribatte Kuroko, forse un po’ troppo rapidamente, tanto da guadagnarsi un’occhiata dubbiosa da parte dell’altro.

Ryouta resta comunque in silenzio, per dare la possibilità all’altro di spiegarsi. Non gli piace giungere a conclusioni affrettate, soprattutto in una situazione tanto delicata. Soprattutto se si parla di un compagno.

«Ogiwara-kun è un medico e ha dichiarato fin da subito che curerà chiunque ne abbia bisogno. Non è assurdo che i ribelli si rivolgano a lui quando rimangono feriti. Questo però non lo rende loro complice».

Kise sospira e si passa una mano tra i capelli, «Veramente questo lo rende davvero loro complice» precisa.

«Ma cura anche i nostri soldati se sono troppo gravi per poter raggiungere l’accampamento».

«E allo stesso tempo salva la vita a chi decima le nostre file».

«Non fa del male a nessuno».

«Non è da te essere irragionevole. È perché siete amici d’infanzia?»

A quelle parole, cala il silenzio. Tetsuya è sicuro di aver parlato di Shigehiro solo a Kagami.

Ryouta gli rivolge uno sguardo di scusa e lui intuisce che il collega deve aver deciso di indagare sul suo passato, anche se è evidente che adesso si stia pentendo di averlo fatto.

Kuroko capisce che l’unica arma che ha adesso è la sincerità, quindi si lascia andare ad un sospiro tanto lieve da non avere consistenza e punta le iridi in quelle di Kise. «Io e Ogiwara-kun siamo cresciuti a Resenbool e siamo amici. Tuttavia ho scoperto solo una settimana fa che lui è qui; sono sicuro che lui non voglia danneggiare nessuno, vuole solo salvare delle vite, non c’è nulla di male in questo».

Ancora una volta, lo sguardo di Kise si tinge di cautela e devono passare una buona manciata di secondi prima che si decida a rispondere.

«Però i ribelli si appoggiano davvero a lui per curarsi».

«Kise-kun, non–».

«Ci basterà appostarci vicino all’ospedale e seguirli quando si recheranno da lui. Troveremo il SEIRIN senza coinvolgere il tuo amico, no?»

Un’altra cosa per cui dovrò ringraziare” pensa, con lo sguardo colmo di sincera gratitudine che, però, resta nascosta dietro la spessa lastra di ghiaccio nei suoi occhi, “È per il fatto che Kise-kun sia davvero molto più intelligente di ciò che fa credere agli altri”.

 

 

[…]

 

 

 

Momoi Satsuki non può fare a meno di sospirare di sollievo nel ritrovarsi di nuovo a Central City, seppur temporaneamente.

Le sono bastati venti secondi per rendersi conto che odia Ishval e non è stato perché la sabbia che doveva essere calda e bianca si è rivelata essere rossa, pregna di sangue e più gelida di un cadavere. Non è stato neanche per l’aria densa di polvere da sparo e delle urla che feriscono l’udito con più ferocia di una spada.

Momoi Satsuki odia Ishval perché quella terra dura e aspra sta risucchiando via l’anima e l’umanità delle persone che ama e lei ha l’esatto compito di trascinare in quell’Ade anche l’unico che fino a quel momento era stato salvo, seppur rinchiuso in un inferno tutto suo, personale.

È con un senso di colpa infinito che si decide ad abbassare la maniglia del Laboratorio numero cinque, aprendone la porta e trascinandosi dentro.

Raggiunge in silenzio il punto del Laboratorio dov’è sicuro di trovare l’amico e ciò che vede non riesce a non strapparle un sorriso.

Midorima è addormentato con il viso riverso di lato su un mucchio disordinato di fogli e il suo assistente gli sta accarezzando una guancia, osservandolo con aria assorta.

«Buongiorno, Takao-kun» sussurra Momoi più piano che può, per non svegliare l’alchimista.

Takao si riscuote e alza lo sguardo verso la ragazza, per nulla turbato dall’essere stato colto in atteggiamenti intimi con Shintarou, «Momoi-chan» saluta allegramente. Lui, invece, non sembra per nulla turbato dall’ipotesi di svegliare il compagno.

«Non eri partita assieme al Demonio~?» ironizza il soldato

«Oh, non dire così!» lo rimprovera la ragazza a bassa voce, «Akashi-kun ha occhi e orecchie ovunque».

«Inutile, Momoi, con lui non c’è speranza, si farà congedare con disonore».

Satsuki e Kazunari spostano subito lo sguardo sull’alchimista, nessuno dei due si era reso conto che l’altro si fosse svegliato.

«Shin-chan!» protesta Takao con tono lamentoso ma comunque ilare. Non basta per allentare la tensione che si è creata nel momento stesso in cui gli occhi di Shintarou e quelli di Momoi si sono incrociati.

Se lei si trova lì, non è per portare buone notizie, questo è ovvio.

«Sarei sgarbato a chiederti direttamente cosa vuole Akashi, saltando i convenevoli?» domanda, non riuscendo a nascondere la stanchezza nella sua voce.

Non vuole essere maleducato con Momoi, dopotutto è una conoscente – amica? – ma in quel momento lei rappresenta solo una fonte di imminenti guai, che lo desideri o meno.

«Vuole che tu e Takao-kun veniate ad Ishval» risponde prontamente la ragazza, abbassando appena lo sguardo. Non c’è acrimonia nella sua voce, in una circostanza del genere non riesce davvero a prendersela con Midorima, sa che ha tutte le ragioni del mondo.

«Posso sapere il perché?»

«Il SEIRIN. Kagamin ci ha traditi per allearsi con loro e Akashi-kun pensa che presto Tetsu-kun farà lo stesso. Ha comunque affidato a lui e a Ki-chan il compito di trovare la base operativa del SEIRIN, ma fino ad ora non hanno riportato risultati… quindi Akashi-kun si è convinto che voi due siate indispensabili sul fronte per aiutarli» conclude, osando puntare i propri occhi in quelli smeraldo di Midorima, cercando di trasmettergli il dispiacere che provava nel portar loro certe notizie.

Takao sbuffa e ruba uno dei fogli dell’alchimista, arrotolandoselo tra le dita, sintomo di nervosismo. «Perché lo svitato ha affidato un incarico del genere a Kuro-chan se pensa che voglia tradirci?»

«Non può arrestarlo senza prove fondate nemmeno lui che è il Comandante Supremo ed è convinto che facendolo agire in prima linea sarà più semplice portarlo a compiere un passo falso» Spiega Shintarou al posto di Momoi, riappropriandosi del foglio sottratto dall’assistente. Lui, tra tutti, è quello che forse comprende meglio il modo di pensare di Seijuurou. «E tu, Momoi, di tutta questa situazione cosa ne pensi?» si ritrova a domandare, forte della sua fiducia nei confronti delle capacità della ragazza. Non lo ammetterà mai, ma le sue analisi e il suo intuito sono precisi al limite della preveggenza.

Satsuki scuote la testa in segno di diniego, con aria dispiaciuta, «Non lo so. Con Kagamin l’ho capito subito che ci avrebbe traditi, ma Tetsu-kun è sempre stato imprevedibile anche per me. Però continua a dire che questa guerra è sbagliata, prima di partire si è pure presentato nell’ufficio di Akashi-kun per cercare di convincerlo a rinunciare al piano di sterminio…» si concede qualche attimo di pausa e poi riprende a parlare, la voce un po’ più incrinata, «Si sta mettendo nei guai, vero?»

Midorima sa che la risposta più sincera è un “sì”, ma perfino lui si rende conto che una replica del genere non può darla, non a Momoi, tuttavia non sa come comportarsi e rimane prigioniero di un silenzio impacciato.

È Takao a soccorrerlo, perché non può lasciare una ragazza sul punto di scoppiare in lacrime, nemmeno se si tratta dell’assistente personale dell’uomo che vuole trascinarli con sé all’inferno. Mantiene una certa distanza mentre inizia ad accarezzarle i capelli, tuttavia il suo sorriso sembra sincero e questo basta, «Kuro-chan non è stupido, non si metterà apertamente contro Akashi» le dice, per poi abbassare la voce tanto che Midorima per seguire il discorso è obbligato ad avvicinare di più il viso ai due, «E poi, solo un pazzo troverebbe giusta questa guerra, ciò non significa che diserteremo tutti… Kuro-chan ha solo il difetto di essere troppo diretto nel dire ciò che pensa».

La ragazza annuisce, rinfrancata e rivolge ad entrambi un pallido sorriso.

Shintarou distoglie subito lo sguardo, aggiustandosi gli occhiali sul naso, «quando partiamo?» domanda, burbero.

«Subito».

 

 

[…]

 

 

Kuroko deve ammettere con se stesso che nonostante abbia approvato subito il piano di Kise, non ha mai creduto che potesse funzionare tanto rapidamente. Concentrandosi il più possibile sulla propria mancanza di presenza, segue a distanza Izuki, conscio che a sua volta, da lontano, Kise sta tenendo d’occhio lui.

Sembra quasi scorretto vincere così” pensa, per poi concentrarsi meglio sulla parola “vincere”.

Solo il SEIRIN dispone delle forze necessarie a fermare quella sanguinaria guerra, trovando il loro nascondiglio metterebbero Akashi nella condizione di non aver più nessuno in grado di tenergli testa.

Sarebbe il via libera allo sterminio totale” pensa, mordicchiandosi l’interno della guancia.

Non può smettere di pedinare Izuki perché sarebbe come dichiarare il proprio tradimento e sa che Kise – anche se con la morte nel cuore – non esiterebbe ad ucciderlo, “E non posso costringerlo a fare una cosa del genere, non dopo che mi ha aiutato a tenere al sicuro Ogiwara-kun”.

Si sente più meschino ad ogni passo che compie, tuttavia non smette di inseguire il membro del SEIRIN, quasi sperando che finalmente qualcuno si accorga della sua presenza e lo blocchi.

Ormai quella che non può che essere la base operativa del SEIRIN è visibile ad occhio nudo, quando infine qualcuno si rende conto di lui; sa fin troppo bene che ormai è troppo tardi, tuttavia non riesce ad impedirsi di sentirsi almeno un po’ sollevato.

Una lunga fiammata lo sfiora ed ogni traccia di conforto scompare.

«… Kagami-kun…» esala, voltandosi verso di lui.

Negli occhi del ragazzo c’è qualcosa che Kuroko non riesce a distinguere bene, qualcosa che si avvicina molto alla delusione, «Sapevo che saresti arrivato fino a qui» dice con voce cupa, sistemandosi meglio i guanti, «Ma non andrai oltre».

Riesce ad udire in modo più che distinto le dita di Taiga schioccare e per un istante si convince che, forse, l’opzione migliore è proprio quella di farsi uccidere da lui in quel momento.

Quale modo migliore per evitare le responsabilità se non farsi uccidere?” pensa, disgustandosi da solo a quel pensiero tanto vile.

Fa appena in tempo a sentire un vago calore sulla pelle, prima che le sue mani si muovano da sole. La lastra di ghiaccio che riesce a creare con la Pietra Filosofale è tanto spessa che nemmeno le fiamme dell’Alchimista di Fuoco riescono a scioglierla.

Approfittando della copertura causata da vapore riesce a portarsi alle spalle dell’altro, pronto a congelarlo, pronto a mettere fine a qualsiasi speranza abbia mai avuto Ishval. Basta un attimo di tentennamento e Taiga si accorge di lui; si gira di scatto e lo colpisce abbastanza forte da farlo atterrare a quasi tre metri di distanza.

«Spero davvero che quell’esitazione non fosse pietà» lo apostrofa Kagami, avvicinandosi a lui e bloccandogli il polso destro al suolo con un piede, per impedirgli di eseguire trasmutazioni.

«Chi c’è con te, Aomine?»

«Sono da solo».

«Cazzate, guarda quanto ci ho messo a renderti inoffensivo, Akashi non ti manderebbe mai qua da solo a meno che non voglia la tua morte» ringhia, facendo più pressione sul polso di Kuroko.

«Kagami-kun, mi fai male».

«L’idea è più o meno quella» sibila, non riuscendo a capacitarsi del fatto di trovarsi davvero davanti Tetsuya. Vista la sua abilità di passare inosservato, è la scelta più scontata. Ciò che non riesce a credere possibile è che l’Alchimista di Ghiaccio si sia davvero ritrovato ad obbedire ad Akashi e la rabbia che prova nel pensarci riesce perfino a fargli sembrare meno orribile l’ipotesi di ucciderlo. Sta già per schioccare le dita per mettere fine all’esistenza di Tetsuya, quando quest’ultimo parla.

«Su una cosa, però, hai torto» dice, serio, schiudendo appena la mano destra e facendogli intravedere la Pietra Filosofale.

La piccola sfera rossa attira de tutto l’attenzione dell’Alchimista di Fuoco, che non si rende conto della mano sinistra del più piccolo che è andata ad estrarre la pistola, «Non mi hai reso inoffensivo» e spara.

Il proiettile trapassa la gamba di Kagami, quella che ha usato per immobilizzare l’altro, tuttavia riesce a non cadere.

Schiocca le dita ma Tetsuya, ormai libero, riesce a rotolare su un fianco in modo che il colpo che avrebbe dovuto essere letale si limiti ad ustionargli una spalla. Crea un’altra lastra di ghiaccio come riparo e solo allora si decide ad alzarsi, mentre le fiamme dell’altro continuano ad aggredire con ferocia lo scudo da lui creato, pur sapendo di non poterlo sciogliere.

“Sempre il solito testardo” pensa Tetsuya, rendendosi conto che pur trovandosi al sicuro non può uscire allo scoperto e attaccare, le vampate adesso hanno un raggio d’azione più ampio, “Ovviamente non cascherà nello stesso trucco due volte. Però se pensa che basti questo a mettermi fuori gioco…”

Un grosso spuntone di ghiaccio si allunga dalla lastra, in direzione di Taiga; la cortina di vapore è troppo densa per fare in modo che Kuroko possa prendere la mira, tuttavia si rende conto di aver centrato il bersaglio nel momento in cui le fiammate smettono di aggredirlo.

Con estrema cautela esce dal suo nascondiglio, nel momento stesso in cui infine Kise lo raggiunge.

Si avvicina a Kagami, riverso prono sul terreno sabbioso, e lo rivolta con un piede; il colpo è arrivato alla tempia, dalla quale esce ancora sangue, tuttavia lo sterno si alza e si abbassa regolarmente, è ancora vivo.

«Kurokocchi…»

«Non posso farlo».

«Eh? Kurokocchi, prima l’hai colpito con l’intenzione di ucciderlo, adesso non puoi dire che non puoi farlo!»

«Vero» concede Tetsuya, inginocchiandosi accanto a Taiga e tracciando un cerchio alchemico sulla sabbia, sotto lo sguardo esterrefatto di Ryouta. Due membri del SEIRIN – Izuki ed un tizio alto che, secondo le descrizioni che hanno ricavato, dovrebbe essere un alchimista – si avvicinando rapidamente, non l’aria di non aver buone intenzioni nei loro confronti, ma lui non se ne cura. «Tuttavia, prima il mio unico pensiero era difendermi. Adesso che posso ragionare razionalmente mi rendo conto che, semplicemente, non posso farlo».

Non a lui”.

L’alchimista e Izuki li raggiungono mentre lui congiunge le mani per poi poggiare i palmi sulla sabbia. Il sangue smette di uscire dalla tempia di Kagami e la ferita si rimargina. «Riprenderà i sensi a breve» dice ai due, come se nulla fosse successo.

Lo sconosciuto apre bocca per parlare, ma in quel momento un’esplosione assordante copre ogni altro rumore e reclama su di sé l’attenzione di tutti; nella direzione dalla quale sono venuti i due alchimisti di stato, si alza un’imponente colonna di fumo nero come pece, seguita da altre esplosioni più contenute. Tutti e quattro impallidiscono.

«In quella direzione…» esordisce Izuki.

Tetsuya si sente morire, «… Ogiwara-kun…»

L’Alchimista di Ghiaccio e i due ribelli corrono a perdifiato, sperando di essersi sbagliati nonostante sia una speranza vana; sanno fin troppo bene che in quel punto preciso c’è solo l’ospedale di Ogiwara.

Hanamiya!” pensa Tetsuya con rabbia, conscio che solo lui è capace di uno scempio simile.

Fin troppo velocemente giungono a ciò che resta della clinica, ridotta del tutto in cenere; nessuno può essersi salvato.

Kuroko scorge con a coda dell’occhio Makoto, poco distante da loro, intento ad ammirare quasi ipnotizzato il proprio lavoro. Sente di non aver mai provato tanto odio nei confronti di qualcuno.

«Tu…» sibila, sentendosi troppo sconvolto pure per urlare. Ad ogni passo sente le membra farsi più pesanti, intorpidite, si estrania così tanto dal proprio corpo che si rende conto di star piangendo solo quando la sensazione di umido sule guance è troppo presente per poter essere ignorata.

Stringe la Pietra Filosofale con tanta forza che per un solo istante teme di frantumarla; per la prima volta nella sua vita, prova un profondissimo desiderio di uccidere, è tanto opprimente che lui stesso se ne spaventa un po’, tuttavia quella lieve paura viene subito spodestata dalla fredda rabbia che lo pervade fino alle viscere.

«Perché?» riesce solo a domandare, sentendo vibrare pericolosamente la propria voce. Non vuole davvero una spiegazione, non ce n’è una che possa essere accettabile, però quella è l’unica domanda che gli vortica nella testa con tanta violenza da dover per forza essere posta.

«Perché?» ripete a sua volta l’Alchimista Cremisi, beffardo, «Ordine del Comandante Supremo, pare che qua in zona si aggirassero un po’ troppi scarafaggi» termina con un ghigno che acceca del tutto ogni traccia di buonsenso da parte di Kuroko.

Tetsuya sta per lanciarsi all’attacco – “Mi basta sfiorarlo” pensa, “Mi basta sfiorarlo e avrà ciò che merita!” – ma una mano si serra con decisione sul suo polso, frenandolo.

«Questa è zona neutrale, ricordi?» gli sussurra lo sconosciuto, serio, «È ciò che avrebbe voluto Ogiwara…»

Kuroko lancia uno sguardo di odio puro ad Hanamiya, ma al posto di colpirlo crea una cortina di vapore abbastanza densa da coprire loro la fuga.

Fermerò questa guerra. Per Ogiwara-kun”.

 

 

 

Death Note: Ed eccoci arrivati a metà! Mancano solo due capitoli e l’epilogo.

Dunque, qui abbiamo un Kise che per una volta mette da parte la sua maschera da scemo del Villaggio e fa qualcosa di utile – povero Kise, sempre trattato da idiota o donnetta isterica… – poi abbiamo un Midorima che alla sua seconda apparizione sta… dormendo, come nella prima *heart* Dopotutto è abbastanza comprensibile, si sta davvero massacrando di lavoro al punto che di tanto in tanto gli capita di crollare addormentato senza neanche rendersene conto. E Takao ovviamente ne approfitta x° (ed è anche un patatino amorevole con Momoi, quindi perdoniamolo, va’).

Kagami e Kuroko se le danno di santa ragione.

Ogiwara schiatta. LOL. Come mi diverto :3 (Ignoratemi, oggi sono particolarmente idiota).

Ed ecco che finalmente Kuroko prende una decisione (e per fartela prendere dovevano accopparti il migliore amico. Tu sì che sei un genio, Kurokocchi-).

Niente, ci vediamo al prossimo capitolo, sperando che io mi ritrovi ad essere un filino più seria <3.

 

   
 
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