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Autore: LadySissi    27/05/2015    2 recensioni
Al bordo di una piccola piscina, su una sedia a sdraio a righe bianche e blu, una ragazza con un caschetto di capelli bruni, un costume vintage e grandi occhiali da sole leggeva con aria svogliata. Pansy Parkinson sbuffava, scorrendo rapida le notizie del Profeta e sorseggiando il suo the al limone.
Era già la fine di agosto: mancavano quattro giorni all'inizio di settembre, alla riapertura della scuola ed al suo quinto anno.
(George/Pansy)
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cho Chang, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, George Weasley, Pansy Parkinson | Coppie: Cho/Harry, Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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(Da “Attimi”, di Nek)

Spesso capita, se insegui quel che vuoi

che non apprezzi quel che hai

per esempio, io vivo la mia libertà

ma qualcuno muore per difenderla.

 

Le vacanze a Grimmauld Place, quell'anno, si rivelarono una piacevole sorpresa per tutti. Harry, innanzitutto, si era ripreso dall'esperienza da incubo passata la notte prima delle vacanze. Non poteva dire di essere del tutto confortato, anzi: questo attacco lo aveva riempito di ansia e paura, perché capiva bene che, purtroppo, non si trattava di nulla di più di un avvertimento. Capiva che il peggio doveva ancora venire. Il cambiamento era nell'aria, come gli aveva detto Hagrid quando era andato a trovarlo nella sua capanna, due settimane prima. Il solo fatto che quest'ultimo fosse appena tornato da una spedizione tra i Giganti era preoccupante. In quel momento si sentiva però confortato anche dalla presenza dei suoi amici, della famiglia Weasley, e soprattutto di Sirius. Era la prima volta che lo vedeva veramente felice da sei mesi: da quando, cioè, egli aveva dovuto rinchiudersi forzatamente in quella casa che aveva sempre odiato. Ed in effetti, nonostante il luogo non proprio confortevole e rassicurante, le circostanze piuttosto complesse e le difficoltà dovute alla riabilitazione del signor Weasley, in quei giorni si era respirata davvero un'aria natalizia. Forse era per quello che Harry non si sentiva poi così pronto a ritornare a scuola. I motivi erano molteplici: tanto per cominciare, la Umbridge odiava Harry a tal punto che gli aveva negato ogni permesso, compreso quello di giocare a Quiddich. Poi, quella bella notizia che gli aveva dato Piton il giorno prima, e cioè che, da gennaio, egli avrebbe avuto lezioni private con lui. Infine, cosa ancora più preoccupante, non sapeva come affrontare Cho. La cosa lo metteva non poco in agitazione, soprattutto perché, prima e dopo il bacio di quella sera, la ragazza non aveva fatto altro che piangere. Harry, per quanto potesse intuire le ragioni di un simile comportamento (o meglio, per quanto se le fosse fatte spiegare per bene da Hermione), continuava a restare perplesso. Più di ogni altra cosa si chiedeva che cosa davvero Cho volesse, se sarebbe stata in grado di andare oltre il passato, e quale futuro avrebbe potuto esserci per loro se lei avesse continuato a pensare a Cedric. La vicenda era stata terribile, e lo stesso Harry aveva sognato quella scena per molte notti, tutta l'estate. Il pensiero di Voldemort ancora vivo ed introvabile gli suscitò un brivido di apprensione e paura. Non devo farlo, si disse. Devo chiudere la mente a lui, è questo che Silente mi ha chiesto di fare.

 

La sera del 6 gennaio, dopo aver preparato accuratamente la valigia per il ritorno (perché, sì, probabilmente era lei quella fissata con la moda, ma fino a Pasqua non sarebbe potuta tornare a casa per rinnovare il vestiario!), Pansy si ritrovò da sola, seduta al tavolo della cucina. I suoi genitori avevano già cenato, Daniel era chiaramente fuori casa. Non aveva una grandissima fame. Le sere prima dei viaggi erano sempre così, le causavano un certo disagio. Soprattutto quando il viaggio indicava un passaggio, un cambiamento. E, in effetti, era proprio così: a partire da domani, sarebbe cominciato il secondo semestre. Non era la pagella che la angustiava: in fondo, a parte l'eterno problema del suo spettegolare in classe, i voti non erano mai stati un suo scoglio. In realtà, non capiva che cosa le provocasse quel leggero turbamento. Ma da anni era così, quindi non ci fece troppo caso.

Si mise a tavola e cominciò a mangiare un panino con la marmellata, ripensando alle due settimane appena trascorse. Non erano andate poi così male, concluse.

Il Natale, per quanto l'assenza del nonno fosse pesata, era filato liscio.

Suo zio non aveva fatto indigestione, le sue due zie non si erano accapigliate sotto il tavolo, sua nonna non aveva Maledetto tutti in preda ad uno dei suoi attacchi di rabbia (e ciò era sospetto: Pansy meditava che fosse dovuto al cambio di ansiolitici).

La cena a casa di Daphne per l'ultimo dell'anno era stata piacevole, e lei era stata contentissima di vedere l'amica finalmente felice con il suo amico del cuore di sempre. Aveva regolarmente scritto a George, ricevendone risposta, e domani l'avrebbe rivisto. Tutto sommato, dai, c'erano abbastanza ragioni per farsi passare il magone post-vacanze.

 

E fu davvero insolito per lei ritrovarsi a cercare per la banchina una testa rossa a lei nota, invece dei soliti compagni di Casa. Non appena George la vide, le corse incontro e la sollevò da terra.
“E dai...mettimi giù!!”
“Wow, continui a non pesare niente! Ma non hai mangiato neanche mezzo pudding?”
“Credo di averne mangiati circa cinque in due settimane, per la verità... e tu? Hai spazzolato l'intero tacchino di Natale?”
“Con Ron seduto di fianco a me?!? Scherzi?!?”

Si sedettero nello stesso scompartimento, decisi ad avere un momento loro.

“Uff! Questa valigia è enorme!”

“Ti lamenti tu che l'hai fatta?!? Cosa contiene, otto paia di ballerine col fiocchetto?”
“...solo sette, e comunque non hanno tutte il fiocchetto! Dai, aiutami a metterla sopra!”

Con parecchia fatica, entrambi riuscirono ad issarla. Ma, quando George stava per sedersi, qualcosa gli cadde dalla tasca dei pantaloni e tintinnò sul pavimento.

Pansy si chinò a raccoglierlo. A prima vista sembrava un semplice galeone, ma aveva qualcosa di strano. Al di sopra della testa erano incisi, in corsivo: 10 gennaio, ore 21. “George...che cosa significa questa cosa?”
Lui non rispose subito. Prese in mano la moneta, la guardò, poi si rivolse a lei.
“Ok...penso che avrei dovuto dirtelo prima. È la prossima riunione dell'ES.”
“L'ES?!?”
“Sì, l'Esercito di Silente. Noi... ci ritroviamo nella Stanza delle Necessità, e ci esercitiamo nella Difesa. Sai quanto ne abbiamo bisogno, ora più che mai. Nel caso ci fosse un pericolo, molti di noi sarebbero i primi sulla lista nera. La tua famiglia e molti altri sono al sicuro, ma...noi?? Nessuno ci garantisce che non saremo ricercati dai Mangiamorte, in futuro. E non ci fidiamo di quei fifoni impomatati del Ministero.”
 

E il tuo viso che si appoggia sopra al mio

È normale che ci sia nei giorni miei

Ma se non ci fosse io quali giorni avrei?

 

“...Avevo intuito che c'era qualcosa di segreto...tutto quel radunarsi e poi separarsi degli studenti era sospetto...e poi, era strano anche che la mia Casa fosse sempre tagliata fuori...ma toglimi una curiosità: da chi le prendete, queste lezioni di Difesa?”
“Da Harry, ovviamente!”
“...Da Potty?!? Vi siete ridotti così male?!?” rispose Pansy, non riuscendo a reprimere una risata.

“E invece è bravo, sai? Quanta altra gente conosci che abbia affrontato Tu-Sai-Chi faccia a faccia?!?”
“...Dunque tu gli credi?”
“Certo che sì, Pansy. E mi dispiace essere così duro, ma devo chiedere anche a te di scegliere.”
“Cosa intendi?”
“Intendo che, ora che lo sai, le cose si fanno un po' complicate. Tu fai parte della Squadra d'Inquisizione, capisci...”

“Che cosa vuoi da me?” rispose la ragazza, punta sul vivo. “Che mi mischi a voi per farmi dare discutibili lezioni da Potter?!?”

“No, certo, lo so. Di certo non pensavo di scomodare la principessina dal suo trono. In effetti, tu sei in una botte di ferro, con la Umbridge.”

Pansy si accorse di quanto suonava triste e amara la voce del ragazzo. L'aveva forse deluso? Ma no, sapeva lui stesso che nessuno dei suoi simpatici amici l'avrebbe mai voluta ad una riunione di questo tipo!

D'altra parte, Pansy era già pentita di aver aderito a quell'assurda Squadra. L'aveva fatto quando era un'altra persona, ancora segnata dalla rabbia e dal dolore. In questi mesi si sentiva più cambiata di quanto avesse osato sperare. E questo era dovuto in gran parte al ragazzo che ora le sedeva di fronte.

Aveva impiegato così tanto tempo, nel corso della sua vita, ad inseguire cose e soprattutto persone che non si erano rivelate poi parte del suo futuro. E, per questo, aveva perso delle occasioni a lei vicinissime. Ma ora non voleva più farlo; non voleva non accorgersi più di quello che aveva di fronte. Desiderava solo quel che aveva, e, in questo momento, la cosa più importante per lei era George.

 

“Ok, ho scelto. Diciamo che io sarò il vostro contatto, ecco. Se dovete fare delle riunioni, vi copro io con gli altri Serpeverde. Ma non dire ai tuoi amichetti di questo patto, sai che mi detestano, potrebbero rinchiudermi nello stanzino delle scope.”

Pansy vide il viso del suo ragazzo illuminarsi di nuovo.
“Va bene, Pansyna! Sarà il nostro segreto, ok! Vedi cosa mi fai fare?? è la prima volta che non dico qualcosa a Fred!” aggiunse poi, scoppiando a ridere.

Pansy sbuffò. Non c'era niente da fare. Ma possibile che non riuscisse a restare serio per più di un minuto?!?

 

Fino a che ci sei,i miei occhi su di te

Che si perdono dove inizia il tuo abbandono

Sono attimi,non certezze,penso che

Il miracolo è che tu sia qui…per me

 

Pansy salutò George, prima di dirigersi verso la carrozza trainata dai Thestral dove si erano già seduti i suoi amici.

“Allora, Daph, com'è andato il resto delle vacanze, poi?”
“Oh bene, alla fine il Natale con papà ed il Capodanno con mamma non sono stati così terribili. Ho perfino fatto i compiti! Si vede che sto subendo l'influenza di qualcuno” rispose la bionda, sorridendo a Blaise.

“Senti un po' questa! Mi stai per caso dando del secchione?!?”
“Ma piantala! Quando stavi con Alice eravate sempre chiusi in biblioteca a studiare!”

“Ah, la metti così, eh?”

Pansy stava a sentire i suoi due amici punzecchiarsi e ridere insieme; lei stessa avrebbe voluto unirsi a loro. Come stava facendo Theo, che adesso stava commentando allegramente la festa di Capodanno e le improvvisate di Tiger e Goyle, i quali ovviamente avevano escogitato un astuto (?!?) stratagemma per impadronirsi del cotechino e delle lenticchie prima del tempo. Eppure, si sentiva insolitamente inquieta. Li stava forse tradendo, con quel patto fatto con George?

Una parte di lei le diceva che sì, stava facendo qualcosa di davvero tremendo, perché i suoi amici, dei quali, peraltro, condivideva le idee, non le avrebbero mai nascosto una cosa così grossa. E poi, si sentiva in colpa, perché stava scegliendo di coprire delle persone che non la apprezzavano neanche così tanto, George a parte, chiaro.

E, ancora, era in ansia perché si chiedeva che cosa sarebbe successo se loro fossero stati scoperti, e se lei stessa fosse rimasta coinvolta nella vicenda. Che cosa sarebbe successo?

Per quanto, però, si rifiutasse di dichiararlo apertamente, persino a se stessa, una parte consistente di lei la pensava in tutt'altro modo. Se prima aveva pensato, il più delle volte, che i racconti di Potter fossero un po' troppo coloriti, l'aggressione al signor Weasley l'aveva scossa profondamente. Ed allora aveva cominciato a rimettere insieme tutto ciò che non le era quadrato negli ultimi mesi: il suo ex che all'improvviso sembrava maturato ed in vena di prediche (anche se poi si era riconfermato il solito scansafatiche), la misteriosa sparizione di Hagrid per qualche mese, l'eccessivo zelo del Ministero, che lei stessa aveva qualificato subito come sospetto. Pensando a tutto ciò, durante le serate di vacanza, anche lei aveva cominciato ad essere inquieta. Ed in fondo, che cosa stavano facendo quei ragazzi, se non prepararsi a difendersi da un pericolo ormai dietro l'angolo? Ma non era solo quello. Era inutile illudersi che lei e molti altri sarebbero stati al “sicuro”: si trattava di Tu-Sai-Chi, maledizione! Sapere che all'interno di quella scuola c'era una sorta di “esercito” la faceva sorridere e sperare almeno un po'. E forse anche i suoi stessi amici sarebbero stati aiutati, in un futuro, da Potter e compagnia. In fondo, i prossimi mesi erano ancora tutti da scrivere.

 

In definitiva, quel che lei si augurava, in quel momento, era di non perdere tutto quello che aveva intorno. Il vero miracolo era che, George da un lato, ed i suoi amici dall'altro, fossero tutti lì, anche per lei.

Per lei, che in quel momento non voleva nulla di più di quel che aveva, e che si augurava di avere ancora tanti, tantissimi attimi così da strappare al tempo.

 

...sono attimi, da fermare quando vuoi

per rubare al tempo attimi... di noi.

NOTA AUTORE: ecco a voi il decimo capitolo. Momento di passaggio, come avrete già capito. In questo capitolo conosciamo meglio Harry, i suoi pensieri ed i suoi sentimenti. Pansy ha scoperto che cosa sta combinando George con Harry e con gli altri... che ne pensate della sua decisione? Condividete i suoi dubbi?
Un GRAZIE immenso a tutti coloro che hanno letto e recensito ed a quelli che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite. Spero davvero che la storia vi stia piacendo. A presto :-)

 

  
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