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Autore: Crystal Wright    27/05/2015    4 recensioni
"Dopo la battaglia di Hogwarts, Draco Malfoy andò da Harry Potter e, con le lacrime agli occhi, disse: “Mi dispiace, voglio ricominciare tutto da capo. Io sono Draco, Draco Malfoy.” E gli porse la mano. Harry, sul punto di piangere, gliela strinse."
17 maggio: giornata mondiale contro l'omofobia. JK Rowling ci ha insegnato a non discriminare persone di nessun genere, ad amare qualsiasi persona senza pregiudizi. Oggi il mondo intero ringrazia persona come lei che lottano affinché tutti abbiano gli stessi diritti e pari opportunità. Mi appello a tutti coloro che, nel 2015, continuano a volere una comunità tutta uguale, basata sugli stessi principi e lo stesso modo di vivere. Ma noi abbiamo imparato a lottare contro gli stereotipi. Viva la diversità! Viva coloro che hanno tanto coraggio da vivere come vogliono! Viva la Drarry!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Love is never wrong.
Capitolo 5: together under the same roof.
 
Harry si svegliò intorno a mezzogiorno con un mal di testa tale da non consentirgli di alzarsi. Tenne gli occhi chiusi mugolando e portandosi una mano alla testa. Era come se si trovasse nel bel mezzo di una partita di Quidditch e lui fosse un bolide.
Cercò di alzarsi lentamente a sedere, ma si sentiva talmente male che dovette tornare subito sdraiato. Sibilò tra i denti. Probabilmente qualcuno aveva passato la notte lanciandogli decine e decine di Cruciatus.
Dopo aver tentato di alzarsi per la tredicesima volta con il solo risultato di causarsi ancora più dolore alla testa, sbuffò contrariato.
-Sei proprio un Grifondoro.- disse una voce sprezzante alle sue spalle, anche se con una punta di divertimento.
Harry aprì di scatto gli occhi per prendere la bacchetta, ma fu percorso da un dolore atroce. Soffocò un urlo e dovette chiudere velocemente gli occhi a causa della luce presente nella stanza.
Cercò comunque la bacchetta, finendo a terra. Non riuscì a smorzare l’urlo rauco che gli uscì dalle labbra.
-Oh, hai ragione.- continuò quella voce.
Harry sentì qualcosa frusciare intorno a lui e, aprendo lentamente gli occhi, notò che ora tutte le tende erano chiuse e facevano passare poca luce, abbastanza da notare che Harry non si trovava a casa sua: era in un’enorme stanza rettangolare, con un bellissimo e morbidissimo letto a baldacchino; c’erano diversi mobili, un caminetto e due poltrone, una delle quali occupate da…
-Malfoy?- disse Harry, stupito dal fatto che riuscisse a parlare.
Draco annuì lentamente e incrociò le gambe con un gesto teatrale. –Che hai combinato ieri sera?-
Harry sbuffò. –Non sono in vena spiegazioni. Ho trascorso la notte fuori e non mi risulta che un uomo di ventotto anni non possa fare quello che vuole della sua vita.-
Draco incrociò le braccia, palesemente arrabbiato. –Puoi fare quello che ti pare, ma ti proibisco di andarti a sfondare in un posto che neanche conosci fino a rimanere incosciente sul pavimento lurido di un pub a Nocturn Alley.-
Harry cercò di alzarsi per protestare, ma non riuscì a muovere un muscolo. –Almeno puoi aiutarmi a tornare sul letto, così mi spieghi perché diavolo non mi hai lasciato lì.-
Draco si alzò tanto velocemente da far cappottare la poltrona. –Levicorpus!- urlò, puntando la bacchetta su Harry, che si ritrovò appeso al soffitto per una caviglia.
Harry stava per urlare tutto il suo disappunto, quando Draco urlò di nuovo, stavolta “Liberacorpus!”. Finì con il sedere sul letto.
-Che diavolo ti prende?- urlò Harry a sua volta, massaggiandosi il didietro. –Ora grazie a te ho un livido enorme e un mal di testa spropositato!-
Draco lo guardò gelido. –Il mal di testa te lo sei causato da solo. Per il livido, beh, è il minimo che ti possa fare, visto che per colpa tua ho anche io un livido enorme su un fianco.-
Harry perse colore. –Cosa?-
Draco si animò. –Se vuoi ammazzarti, la prossima volta trovati un posto appartato, okay? Stavo passando da quelle parti e ti ho visto a terra, esangue, con un battito cardiaco debolissimo e circondato da bicchierini di scotch. Ho cercato di aiutarti ad alzarti, ma sono scivolato sullo scotch che tu avevi lasciato, provocandomi un livido tremendo.-
Harry aprì la bocca per parlare, ma Draco lo bloccò. –Ti ho fatto alzare e sono andato a litigare con il barista. Quando sono tornato a casa non solo avevo il tuo peso da sorreggere, ma poi mi sono dovuto togliere tutte le schegge che mi erano finite nei palmi delle mani.-
Draco alzò le mani e Harry notò che erano completamente fasciate da bende bianche striate di rosso.
-Mi dispiace.- si scusò Harry.
-Ti dispiace?- ripeté Draco più infuriato che mai. –Ti dispiace? Questa sì che è buona. Allucinante, direi. Ti intrufoli nella zone più malfamata del Mondo Magico, entri in un pub i cui avventori sono potenziali assassini, ti sfondi lo stomaco con una dozzina di scotch, rimani a terra privo di senso e se non fosse stato per me ci saresti rimasto secco. E dici che ti dispiace? Credevo fossi un uomo, ormai.-
Draco riprese fiato, visto che aveva parlato senza fare neanche una pausa. La vena sul collo gli pulsava velocemente.
-Non volevo crearti problemi.- disse Harry a mezza voce, studiandosi le mani. –Volevo solo trovare un modo per non pensare più ai problemi. Tutto qui.-
-Che genere di problemi?- ora la voce di Draco era tornata a un tono normale.
Harry sentì di potersi confidare con Draco per qualche strana ragione che ancora non comprendeva. –Io e mia moglie abbiamo litigato. Mi ha confidato che ora sta con un altro uomo, che tra l’altro era un mio amico ai tempi di Hogwarts. È per questo che sono andato alla locanda, ieri notte: volevo dimenticare il suo tradimento. Le voglio bene e sapere che per lei non è più lo stesso mi ha fatto malissimo.-
Draco rialzò la poltrona e si sedette delicatamente.
-Ti capisco.- disse lui passandosi stancamente una mano tra i capelli. –Daphne ha fatto lo stesso con me.-
Harry alzò gli occhi su Draco. –Ti ha tradito?-
Draco arrossì. –Più o meno.-
Calò un silenzio in cui Harry sentì la testa pulsare fortissimo. Cercò di alzarsi sotto lo sguardo allarmato di Draco. –Grazie dell’ospitalità, ma devo tornare a casa ora. Devo recuperare il lavoro di oggi.-
Il biondo scosse la testa. –Non vai da nessuna parte conciato così.-
Harry fece per protestare, ma Draco lo bloccò con una mano. –Non so se te ne sei reso conto, ma non sei neanche in grado di alzarti dal letto.-
-Posso smaterializzarmi.-
-E lasciare un po’ di pezzi qui? No, grazie. Un tuo braccio non è un bel souvenir.-
-Non posso restare qui.-
-Perché?-
-Devo mettere a posto le cose con Ginny.-
Draco era sul punto di ribattere, quando squillò il telefono. Harry lo tirò fuori dalla tasca e rispose al settimo squillo.
-Pronto?- disse Harry.
-Sono Ginny.-
Calò il silenzio più totale.
-Sei ancora lì?- chiese Ginny.
Harry annuì, poi ricordò che la donna non l’avrebbe potuto vedere e disse “Sì” mestamente.
-Stamattina ho pensato alla nostra litigata.- iniziò Ginny. Harry sorrise, sapendo che di lì a poco sarebbero tornati insieme come tante alte volte. –Sai, Harry, sono arrivata alla conclusione che non possiamo continuare così.-
Prima che Harry potesse parlare, Ginny terminò. –Ho chiesto il divorzio.-
Harry perse il sorriso e il colore in pochi secondi.
-E mi tengo la casa.- concluse Ginny. –Ci vediamo tra una settimana dall’avvocato di famiglia.-
Ginny attaccò e Harry rimase con il telefono sull’orecchio finché Draco non glielo tolse.
-È finita.- disse Harry sottovoce, parlando da solo. –Ha chiesto il divorzio.-
Dopo un lunghissimo silenzio, Harry chiese gentilmente a Draco di lasciarlo solo e il biondo acconsentì, chiudendo la porta. Era andato a fare una passeggiata in giardino per lasciare Harry libero di sfogarsi, ma il moro non aveva versato neanche una lacrima. Era stufo di piangere per Ginny. Stufo delle sue litigate e dei suoi problemi. Si promise di cambiare vita di lì a poco. E lo avrebbe fatto a tutti i costi.
 
Harry scese per l’ora di cena, giusto il tempo di avvisare Draco che non sarebbe rimasto a mangiare. Si era fatto una doccia veloce ed era andato nella sala da pranzo, dove aveva trovato il padrone di casa a leggere il giornale.
Appena lo dive, Draco gli mostrò la prima pagina della Gazzetta del Profeta. –Elliott il Corto ha fatto la spia: ora tutto il Mondo Magico sa della scorsa notte.-
Harry era sul punto di chiedere spiegazioni, quando capì. –Fantastico. Ora tutti sanno quello che ho fatto.- disse sarcastico.
Il moro fece un respiro profondo e guardò Draco negli occhi, che intanto aveva alzato un sopracciglio. –Grazie per avermi aiutato e avermi accolto in casa tua. Ora però devo andare.-
Draco incrociò le braccia, palesemente divertito. –E dove credi di dormire stasera?-
-A casa mia.- rispose Harry, dandolo per scontato.
-Ah sì?- chiese Draco ghignando. –Sai che ora casa tua è proprietà del Ministero della Magia fino alla fine del processo, vero?-
Harry spalancò la bocca. –Non è possibile!-
-Lo diceva anche mio padre.- il tono di Draco era diventato basso e atono. –Quando ci hanno tolto la casa ci hanno mandato in un piccolo appartamento vicino a Hogsmade. È stato orribile, anche perché dividevo la camera con mio padre.-
Draco rabbrividì al solo pensiero: almeno due volte al giorno subiva le Cruciatus di suo padre che, arrabbiato per la prossima condanna, scaricava le sue frustrazioni sul figlio.
Harry sentì di aver toccato un tasto dolente. –Allora chiederò a Ron se può ospitarmi.-
-Pel di Carota?- Draco rise di gusto. –E dove credi che sia andata Pel di Carota-Femmina?-
Harry aprì la bocca per replicare, ma la richiuse subito, in quanto era a corto di parole.
Draco venne il suo soccorso. –Se vuoi puoi rimanere qui da me fino al giorno del processo. Poi potrai fare quello che vuoi. E se vorrai tornare nella topaia dove vivevi con tua moglie… a te la scelta.-
Il moro scosse la testa. –Ti ringrazio, ma non posso restare qui.-
-Perché?-
-Tu hai un lavoro. Io ho un lavoro. Ti sarei solo d’intralcio.-
-Sciocco Grifondoro! Abito in una villa a tre piani, con due giardini immensi e una piscina grande quanto un lago. Credi davvero che non troverò un posto appartato dove lavorare?-
Harry ci pensò un attimo. Poi parve illuminarsi. –E che ne pensi dei tuoi maggiordomi? Io non sono tipo da maggiordomi. Sono sicuro che in un paio di giorni farei danni allucinanti nel cercare di prepararmi qualcosa da solo.-
-No. Sei tu che sei allucinato. Merlino, aiutami tu! Se ti dico che non c’è problema… non c’è problema! E se farai qualche danno, beh… abbiamo una bacchetta magica, no?-
Harry annuì lentamente. Non era ancora totalmente convinto, ma non sapeva che altro fare. Fece un respiro profondo. –Okay, accetto.-
Draco stava gioendo dentro di sé, quando Harry parlò di nuovo. –Ma a una condizione.-
Il biondo inclinò la testa da un lato.
-Il tuo gattaccio spelacchiato deve stare lontano dalla mia camera.-
Draco scoppiò a ridere. Sebbene Harry avesse inteso quella risata come un segno di divertimento, il biondo sapeva che era un atto di isteria che non era riuscito a reprimere: aveva pensato per un momento che potesse chiedergli di stargli il più lontano possibile. Poi tornò alla conversazione dei giorni precedenti: avevano messo da parte l’odio. O no?
Draco guardò Harry, che necessitava una risposta.
-Va bene.- concesse il biondo alla fine. –Ma che ti ha fatto di tanto brutto?-
-Stamattina è salito sul mio letto e mi ha soffiato in un orecchio finché non mi sono alzato. Poi mi ha rubato i calzini e se li è portati in giro per tutto il primo piano.-
Draco rise immaginandosi la scena di Harry che, indossando solo un paio di pantaloni, correva dietro al gatto puntandolo con la bacchetta, accompagnato dal suo mal di testa che era peggiorato solo nella mattinata inoltrata. Poi dovette immaginare qualcosa di tetro e pauroso, perché stava velocemente perdendo il controllo.
-Povero…- lo schernì Draco. –Immagino quanto possa averti dato fastidio un gattino del genere.-
-Gattino? Quello non è un gattino; è un cucciolo di Occamy!-
-Non è un serpente.- rispose Draco perentorio. –E non è lungo quattro metri.-
-Però è territoriale.- ribatté Harry incrociando le braccia. –E cattivo. Molto cattivo.-
Draco scosse la testa, poi fisso la porta. –Barone Ares Casper Fayzal Gordon, vieni qui.- chiamò il biondo.
Harry fissò Draco come se fosse un Dissennatore.
Il biondo lo guardò a sua volta, accarezzando il manto del gatto. –Che c’è?-
-Stai scherzando, vero? Hai chiamato il tuo gatto Barone?-
- Barone Ares Casper Fayzal Gordon.- ripeté Draco, con una punta di orgoglio nella voce.
Harry alzò un sopracciglio. –Solo Silente aveva tutti quei nomi.-
Draco alzò le spalle. –Lui è un gatto speciale, quindi merita un nome speciale. Ma tu puoi chiamarlo Joy.-
-Joy?- testò Harry contraendo la bocca in una smorfia. –Mi sembra il nome perfetto per una Puffola Pigmea, non per un giovane Troll.-
-Non è un Troll.- puntualizzò Draco. –Barone è uno Kneazle.-
Il moro sbuffò e Draco fece salire il suo gatto sulla sedia accanto a lui e gli grattò le orecchie, mentre l’animale faceva le fusa. Harry, intanto, se ne stava in una angolo della sala da pranzo a fissare con astio il gatto in braccio al padrone.
-Geloso, Potter?- scherzò Draco.
-Ti piacerebbe.- rispose Harry, alzando gli occhi al cielo.
Per un attimo tornò quella tensione che aveva accomunato i due giovani maghi, ma scemò nell’istante in cui entrambi scoppiarono a ridere. Barone, infastidito da tutto quel rumore, scese immediatamente e uscì dalla stanza soffiando impettito.
-Quel gatto è un soggetto.- disse Harry.
-È uno Kneazle.- puntualizzò Draco.

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Ciao a tutti, potterhead! E bentornati a un nuovo ed entusiasmante capitolo di "Crystal si diverte a tirare la coda allo Kneazle di Draco"! Apparte gli scherzi, la scorsa notte ho sognato che quel gattaccio mi attaccava e ho seriamente paura che prima o poi potrei incontrare uno di loro che mi mangerà i calzini. Tornando alla modalità scrittrice-con-una-sanità-mentale-definita... Non so perché, ma scrivere di Draco e Harry mi sta piacendo davvero tanto. Penso di averci preso un po' troppo la mano - ho passato mezzo pomeriggio a rivedere uno dei prossimi capitoli. Spero comunque che la storia vi stia piacendo. Accetto suggerimenti di qualsiasi genere (vi prego di farmi presente se ci sono eventuali errori grammaticali: non posso vederli, è più forte di me) e mi farebbe davvero piacere se lasciaste qualche recensione.
A presto,
Crystal :)
 
  
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