05/01/2009
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Capitolo Settimo
Il ritrovo
Il ritrovo
Kagome, benchè avesse più volte provato a far chiarezza nel suo cuore, non era riuscita a non piangere per lui. Lei, che avrebbe dovuto ucciderlo, ora soffriva terribilmente per ciò che aveva fatto. Ma come era arrivata a ciò?
Lei non avrebbe dovuto odiarlo?
Eppure quel sorriso, quel dolce sorriso che le aveva rivolto. Lentamente si alzò dal quel piccolo giaciglio che si era costruita grazie alle sue forze. Il mondo, nonostante continuasse a girare, sembrava diverso e si accorse dei timidi raggi di Sole che facevano capolino da quelle nuvole che da ormai tanto, troppo tempo coprivano il cielo. E mentre pensava al perchè di quel ritorno, il suo cuore subì un'altra, un'ennesima fitta dolorosa.
Lei sapeva che Inuyasha sarebbe cambiato, solo se avesse voluto. Non era un mezzodemone senza cuore, nonostante avesse sterminato villaggi interi portato distruzione. Forse al principio di tutto ciò vi era dolore, terrore, solitudine.
Nessuno le aveva mai veramente spiegato la vera storia di Inuyasha, nessuno le aveva mai detto come tutto fosse iniziato. Eppure lei sapeva che nel suo cuore, c'era sempre stata una donna speciale.
Nel suo cuore, che fino a poco tempo prima era stato così duro, così crudele, viveva ancora la madre, morta prematuramente. Una donna bellissima, senza pari. Una donna il cui animo eraa il più bello del mondo. Donna che aveva sacrificato la sua vita. Ma dunque, perchè Inuyasha aveva iniziato ad uccidere, a sterminare persone della stessa natura della madre?
Che odiasse e disprezzasse le gesta della principessa Izayoi?
Domande senza risposta.
Domande mai poste prima d'ora.
Domande dolorose a cui pensava non poter mai trovare mai risposta.
Appoggiando le mani ad un albero vicino, cercò di mettersi in piedi per rimettersi in viaggio per ilo suo villaggio natale. La sua missione sembrava ormai compiuta.
Ma cosa vi aveva guadagnato?
Dolore.
Sofferenza.
Solitudine.
Si, perchè sapere che nel mondo, in quel crudele mondo, una volta ci fosse stato veramente qualcuno che si fosse interessato a lei, nel bene o nel male, la faceva sentire per una volta nella vita importante. La sua effimera esistenza era ancora legata al suo mondo per l'ultima parte della sua commissione. Doveva annunciare al mondo che Inuyasha, il mezzodemone senza cuore, era stato ucciso, da lei.
Quale gloria?
Quale privilegio ottenne avendo fatto ciò?
Quale onore le sarebbe stato riservato, avendo ucciso l'unica persona che la bramava?
Niente fu più ingiusto, niente più violento di quei pensieri, che come fuoco le bruciavano l'animo.
Quando finalmente volse lo sguardo verso quella che sarebbe stato il suo sentiero, si accorse di una piccola presenza. Una bambina, piccola, indifesa, si trovava sul suo cammino. Preoccupata per lei, si avvicinò, controllando che non vi fossero ferite o meno riportate su quel dolce corpicino. - Ehm, ciao. Come ti chiami, bella bambina?
La miko, si piegò all'altezza della sua piccola testolina, sormontata da capelli ribelli. Eppure, l'interpellata non dava intenzione di rispondere. La miko, accarezzandole la testa, le chiese per quale motivo fosse lì da sola.
Non le giunse alcuna risposta, nuovamente.
Si domandò per quale motivo una bambina così piccola si aggirasse da sola per quei boschi spogli e pericolosi. Pensò a un rapimento, ad una fuga, ma i suoi pensieri vennero bloccati al porgimento di un piccolo fiore. La bambina, di fatto, le stava donando, o più semplicemente mostrando, un meraviglioso fiore, di un colore chiaro, completato da alcune venature scure.
- Dove l'hai trovato un fiore così meraviglioso?
Non lo chiese senza scopo. Si era assai meravigliata che in quella giornata vi fossero state più diversità. Non solo era tornato il Sole, ma erano spuntati nuovamente i fiori, che prima erano inesistenti. E ciò non fece che aumentare la sua credenza: Inuyasha doveva essere morto.
Fu la bambina a risvegliarla dallo stato silenzioso in cui Kagome era caduta. La prese per mano, e senza dire una parole, la trascinò in un piccolo spiazzo erboso, che doveva essere precedentemente stato un giaciglio, quasi al coperto, dopo qualche minuto di cammino. Lì, non v'era solamente cresciuta l'erba, ma inoltre erano spuntate piccole primule e campanelline.
- Ma cosa..?
- Qui prima c'era un bel giovane!
Kagome si rivolse di scatto verso la piccula creaturina, incredula di averla udita parlare e di ciò che le era stato detto. Un giovane? Un bel giovane che si trovava lì?
Cercò più volte, allora, di percepire una qualsiasi aura malefica, senza risultato, abbandonando le uniche speranze che le erano sorte. Perchè, se fosse stato Inuyasha, non solo avrebbe ucciso la bambina, ma lo avrebbe percepito.
"E lo avrei trovato", pensò tristemente.
- Aveva i capelli lunghi lunghi ed erano neri neri!
Esclamò la bambina che si dilettava a gesticolare la lunghezza dei capelli del giovane che aveva visto. Sorrise alla piccola che tenera cercava di spiegarle chi fosse colui che aveva visto. Il colore dei capelli aumentò solo la sua tristezza.
Si rivolse verso la piccola, chiedendole il suo nome, la quale rispose dicendo un lieve 'Rin'.
- Come mai sei qui da sola? Non c'è la tua mamma, o il tuo papà?
La vide abbassare il volto e all'improvviso capì che doveva essere orfana. Si diede mentalmente della stupida e per farla sorridere, raccolse un fiore e glielo pose dietro un orecchio.
-Ecco, così sei bellissima, principessina!
Rin le rivolse un amorevole sorrise e si mise a ridacchiare, raccogliendo tanti fiori ed iniziando a fare una coroncina. Univa fiori d'ogni tipo, e d'ogni colore, creando una coroncina colorota e simpatica che mise sul capo della Miko, dopo averla fatta abbassare.
Stava facendo sorridere la bambina, quando si rese conto di una presenza, una presenza umana, e con fare materno, nascose la bambina dietro la schiena.
***
Inuyasha aveva sentito delle voci femminile e non riuscì a capire per quale motivo non fosse riuscito ad identificarle nonostante il suo fine udito. Si guardò le mani, non riuscendo a capire cosa ci fosse di strano in lui. Gli artigli v'erano ancora, eppure, i capelli, lo aveva notato fin dall'inizio erano diventati neri. Più volte aveva provato a toccare se alla sommità della testa vi fossero ancora le piccole orecchie canine che fin da sempre lo avevano distinto dal genere umano, trovando sempre una risposta positiva.
Quindi, per riuscire a distinguere le persone, dovette avvicinarsi di più, fino a nascondersi a pochi metri dalle due donne.
E la riconobbe, nella sua inconfondibile bellezza. E di fianco, intenta a fare una coroncina di fiori, vi era la bambina che al suo risveglio gli aveva fatto trovare quei vestiti al suo fianco. Non aveva la minima idea di chi fosse. Ma sapere di essere vivo, di poter vedere ancora quella sua tanto odiata Miko, gli donava una felicità immensa.
Si avvicinò ancora di più, percependo solo leggermente quel suo buonissimo odore, inconfondibile anch'esso.
- E poi, quello là aveva delle orecchiette tanto strane! Erano simpatiche, però non si svegliava e così gli ho portato i vestiti di mio papà!
La vide irrigidirsi e restare per un attimo interdetta, leggendo stupore sul quel meraviglioso viso che tante volte aveva sognato. All'improvviso però la vide schierarsi davanti alla bambina e prendere in mano l'arco, quell'arco di cui si era servita pe scoccargli quella freccia, quasi mortale.
Nessuno dei due si mosse, mentre vide la bambina ancora intenta a fare la sua coroncina di fiori, ignoto il motivo di pericolo che la miko percepiva nell'aria.
E lui si alzò, mostrandosi agli occhi della donna, che non appena lo vide spuntare fuori da una roccia, fece cadere l'arco che teneva impugnato. Sul suo viso aveva benissimo potuto notare stupore, sorpresa e forse qualcos'altro.
Non fece nulla.
Nessuno dei due si mosse, forse attendendo entrambi che l'altro facesse un qualsiasi movimento.
Ma Kagome non ebbe intenzione di raccogliere l'arco, nè Inuyasha di attaccarla.
- Ciao, Kagome.
Quella frase, pronunciata così, in quel momento, risvegliò la bambina dal suo mondo e fissò l'uomo che aveva già una volta visto, sorridendo felice. Vide la bambina corrergli contro e avvicinarsi a meno di un metro. Ritornò a fissare Kagome che ora guardava preoccupata la bambina che riteneva in pericolo di morte. Ma lui non aveva alcuna intenzione di farle del male, nè di attaccarle.
- Non voglio farle del male. Nè ne voglio fare a te, lo sai.
Quelle parole, dette con una tale semplicità parvero stordirla e lui vide la donna allentare la presa sull'arma. Tornò a guardare la bambina che gli chiedeva di abbassarsi, e lui, eseguendo, si vide porre una coroncina stupenda sulla testa. Come mai non desiderava più uccidere i ningen?
Ringraziamenti:
oltre a ringraziare le persone che gentilmente seguono questa storia, vorrei ringraziare soprattutto Onigiri e zero2757, che mi hanno lasciato un commento! Mi fa davvero piacere che voi due seguiate ancora la mia storia! =)=) Spero continuerete a farlo!
Ormai la storia si sta avviando verso un finale, non ancora nato nella mia testa!! Quindi, spero che mi lascerete ancora qualche commentinoooo >. Inoltre vorrei ringraziare anche:
-Anthy
-ceres88
-Darkettina91
-thedarkgirl90
*-* Sapere che a così tante persone piaccia questa storia mi fa un piacere enorme e vedendo che qualcuno mi lascia commenti mi fa venire una voglia immensa di aggiornareeeee!!! Ok, ho l'influenza, ma credetemi, sono già matta di mio.. ^-^ Saluti calorosi!
Bacioni!
A presto..
*Monik*