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Autore: loryherm    06/01/2009    4 recensioni
Gli intrecci nascosti che avvolgono le storie dei Malandrini verranno svelati, la paura di Remus, l'amore di James,l'animo tormentato di Sirius, tutte le persone che hanno fatto parte della loro vita e che hanno tracciato l'inesorabile destino dei quattro. Una storia agrodolce, fatta di momenti felici e di momenti tristi. Si prega di scrivere numerose recensioni. 1 bacio grande.
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sc2 Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!

8 Settembre 1977

Sirius Black.


"Non ti seguo."
"Dove ti sei perso?"
"A: devo dirti una cosa importante, Sirius."
"Devo pensare che la tua capacità di concentrazione è pari a zero? Oppure che hai deliberatamente deciso di chiudere occhi e orecchie?"
Sbuffo. "Nessuna delle due. Pensa pure che non sai spiegarti."
"Non è difficile arrivarci, Sirius. Eva e Regulus, insieme, si guardano, si piacciono. Comprendi? Non c'è niente da capire, sono solo quattro semplicissimi concetti, ed anche piuttosto palesi. Per chi non ha i paraocchi, è sott'inteso." Gesticola in modo esagerato.
"Mmh. Certo, James, e come mai te ne saresti accorto solamente tu?" Alzo la fronte, sarcastico.
"Sono estremamente perspicace."
"Una tra le tue innumerevoli qualità, dimenticavo." Sventolo una mano in aria, beffardo.
"Non scherzare! Non c'è niente di divertente. Eva si sta interessando a un Serpeverde, e sappiamo anche di che Serpeverde stiamo parlando, Sirius. Non di uno qualunque, è Regulus, tuo fratello, e chi meglio di te sa di che razza di persona sia?"
Mi fermo. Provo a riflettere sulle sue parole. E se fosse tutto vero?
Naaa. E' assurdo, è inconcepibile, è pura follia. No. Non ci credo. James è matto, è impazzito, e basta.
"So cosa stai pensando, e io-non-sono-pazzo!" Sbraita, puntandomi l'indice contro con gli occhi fiammeggianti.
"Oh, sì che lo sei, invece. Che prove hai?"
"Perchè da un pò quei due se la danno a gambe entrambi dall'ora di Pozioni, di gran carriera, secondo te?" Fa una smorfia saputa.
"Coincidenza. Sentiranno la necessità di correre in bagno!" 
"E scusa la domanda, ma per quale ragione tuo fratello frequenta il corso di pozioni con noi del settimo, visto che è più piccolo di un anno?"
"L'intelligenza superiore è innata, ed è anche genetica."
"Piantala di fare lo sbruffone e concentrati sul vero problema. Hai intenzione di parlare con Eva?"
"Non ne vedo il motivo. Mi fido di lei."
"E quindi devo dedurre che non ti fidi di me, invece."
"Non metterla su questo piano."
"Tu vedi solo i piani che fanno comodo a te."
"Mi stai dando dell'egoista?"
"Non la metterei su questo piano. Prima dimmi se tu mi stai dando del visionario."
"Sì, esatto. Come hai voluto sottolineare proprio tu poco fa, sei molto perspicace."
James assottiglia gli occhi, e mi lancia uno sguardo affilato. "Come ti pare, io ti ho avvertito, poi non venire a lagnarti da me, Felpato. Vado da Lily."
Esce fuori dal dormitorio sbattendo la porta, senza lasciarmi nemmeno il tempo di replicare.


"Non lo capisco proprio. E' assurdo!"
"Sirius, lo so, però forse, invece di litigare, avreste potuto risolverla da persone mature e non da animali come al solito." La mia ragazza sa essere severa anche quando mi fa le coccole.
"Amber, non cominciare."
"Sono stanca dei litigi, Sir. Dovresti esserlo anche tu." Sospira, esasperata.
"Lo sono, ma è lui che ha cominciato."
"Moccioso."
"Non osare."
Ride, cristallina, e mi bacia la fronte, divertita. "Dico solo la verità."
Mi rovescio su di lei, all'improvviso, sorprendendola, e le afferro i polsi col viso ad un centimetro dalle sue labbra. "Ah, è così?" Soffio, suadentemente.
Lei si ritrae e sorride, serafica. "Non ci provare, amore. Non otterrai niente."
La osservo, malandrino. "Scommetti?"
"E che cosa vorresti, sentiamo?" Sta ancora sorridendo, nello stesso modo odiosamente mellifluo, che amo.
"Sei intelligente, tesoro, dovresti arrivarci da sola."
"Ehilà, gente! Niente atti osceni in luogo pubblico, vorrei ricordarvi." Eccola, in un perfetto tempismo.
"Lasciali stare Brooke! Non abbiamo interrotto niente, vero?" Lena mi sorride, per niente imbarazzata.
"Mmh, ci mancava tanto così." Sbotta Amber, sferzante. Lena le lancia uno sguardo offeso, e le fa la linguaccia. "Ok, togliamo il disturbo."
"Ma no, restate!" La mia ragazza le sorride, indulgente, e la cacciatrice la ricambia, immediatamente. Brooke è già seduta tra di noi.
"Come va la vita?" Domanda, ironica, posizionando bellamente le braccia sulle nostre spalle.
"Magnificamente." Sbercio.
"Con me vicino, sempre." Fa sarcastica. Ma poi si alza, e va a sedersi sul bracciolo, accanto ad Amber.
"Mmh. Sì, convinciti pure, tesoro."
"Di che cosa stavate parlando, prima che arrivassimo?" Domanda Lena, cercando come al solito di smorzare una lite sul nascere.
"Non stavamo parlando." Dice Amber ridacchiando.
"Dai, che hai capito!" Le fa una smorfia.
"James pensa che a Eva piaccia quella serpe di mio fratello." Cantileno, monocorde.
C'è un attimo di silenzio, poi tutti ridono.
"Ma stai scherzando?" Lena sbarra gli occhi, assolutamente allibita.
"No, sono serissimo, ha anche avuto la presunzione di dire che sono io a essere nel torto. E' cocciuto come un mulo, maledetto."
Amber mi accarezza ancora i capelli. "Brooke, è scioccante, ma non fare quella faccia. Sappiamo che non è vero, non ti preoccupare. Non dubiteremmo mai di Eva."
Brooke, boccheggia. "S-Sì...certo. Ho caldo, scendo." Si alza. "Ci vediamo in Sala Grande."
Mi alzo, e la osservo per un attimo indeciso se seguirla o meno. Poi sorrido alla mia ragazza. "Scendo anche io, vado a parlarne con Remus."
"Va bene, amore, ma non fissarti. Stai sereno, e non fare il bambino."
"Sì, mamma." Sibilo, roteando gli occhi.


"Ti direi che si sbaglia, ma non possiamo esserne totalmente certi. Sono un po' di giorni che l'ho vista comportarsi in modo strano." Dice il mio amico, alzando la fronte. Sembra parecchio serio, a differenza di tutti gli altri. E se Remus è serio, allora c'è davvero motivo di preoccuparsi.
"Pensi che dovrei cominciare a pedinarla?"
Remus si lascia sfuggire lo sbuffo di un sorriso, indulgente. "Basterà dare una sbirciatina alla mappa del malandrino, Felpato."
"Giusto! Bravo Lunastorta, come farei senza il tuo diabolico ingegno?!" Esulto, forse un po' troppo ad alta voce.
"Io non ti ho detto niente, non mettetemi in mezzo." Bisbiglia, minaccioso.
"E a proposito di mettersi in mezzo...ci sarebbe una cosa che dovrei dirvi. Avrei voluto aspettare una riunione, ma sarebbe il caso di avvertirvi visto che domani è una notte di Luna piena, e Silente non si è nemeno degnato di mettervi al corrente."
"Silente? Che c'entra Silente?"
"Bè, diciamo pure che c'entra tutto. Tira fuori lo specchio e chiama James e Codaliscia, adesso."
Preferisco non fare domande. Quando Lunastorta fa così il criptico significa che ci sono cose troppo complicate da spiegare. Meglio obbedire e basta.
Estraggo lo specchietto dalla tasca del mantello. "James? Ci sei, fratello?"
"Sì, ero con Lily, grazie tante, fratello."
"Suvvia quante storie. Riunione straordinaria, scova Codaliscia e vediamoci alla Stamberga strillante."
"Ricevuto. Arriviamo."
Rimetto lo specchio al suo posto, e inquadro il volto pensoso del mio amico, di fronte a me.
"Peter non si vede spesso di recente." Sibila, con gli occhi stretti, e persi.
"Perchè? Cosa pensi che stia combinando?" Mi alzo, e lui mi imita subito. Camminiamo in fretta, nessuno deve vederci.
"Forse niente, forse troppo." E' davvero enigmatico. Ma che intende dire?
"Remus, non ti seguo. Parla chiaro: sospetti qualcosa?" Sbotto.
"Temo che ci sia qualche problema sul fronte fiducia."
"E cioè? Non farmi innervosire, Rem. O dici le cose come stanno o tieniti i tuoi maledetti pensieri per te!"
"E va bene, va bene." Sospira, con un filo di voce. Devo aver fatto troppo casino. "Credo solo che stia facendo amicizia con le persone sbagliate." Continua.
"Con qualche Serpeverde, intendi? Ma si sono tutti convertiti!" Sventolo le mani per aria. Tutti quanti dietro a quel branco di odiosi imbecilli.
"Fai il serio, per una volta, Felpato." Mi lancia uno sguardo torvo, rimproverandomi.
"Non sto scherzando, è che odio tutto questo improvviso interesse per quella gentaglia."
"Credi che io abbia ragione?" Domanda, guardandomi con quel suo sguardo di quando è davvero in ansia.
"Potresti, ma io non mi sono accorto di niente, e Peter ci vuole bene, Rem. Non lo farebbe, se lo conosco un po'."
"Spero di sbagliarmi ma teniamolo d'occhio nel frattempo."
Senza essercene accorti siamo già arrivati davanti alla Stamberga. James e Peter sono qui. E' difficile guardare negli occhi entrambi. Ramoso perchè dopo averci litigato non potrei scherzarci come al solito, e Peter perchè ormai ho questa dannata pulce nell'orecchio. E se Remus avesse ragione?
"Va bene, perchè siamo qui? Fa un freddo cane." Sbuffa sonoramente James battendo i denti.
Vorrei sorridergli, ma non ci riesco.
"E' una cosa seria, ed è anche lunga, perciò mettevi comodi." Dice Lunastorta.
Ci accomodiamo subito. E' strano vedere Remus così autoritario. Lui ci imita, e tutti e tre lo guardiamo negli occhi, ora seri. Sono curioso, devo ammetterlo, e anche un po' preoccupato.
"Ormai sono due anni che ce ne andiamo scorazzando da queste parti da soli. Avete imparato a gestirvi e ad aquietarmi. Ma c'è un problema, quest'anno. Credo che avremo della compagnia."
Lo guardiamo stralunati. James accanto a me sembra anche nervoso, Peter solo attonito.
"Di chi si tratterebbe?"
"C'è qualche altro animagus?"
"Qualcuno ci ha scoperti?"
"No, tranquilli. Avremo solo da risolvere un problema. Durante le notti di luna piena dovremo portare con noi una persona che Silente ci ha voluto affidare." Ci tranquillizza il nostro amico. Ma è ancora troppo serio, e direi anche irritato.
"Remus, arriva al dunque." James non ha molta pazienza, oggi.
"E' una cosa lunga, ve l'ho detto!" Sbraita Lunastorta. James si zittisce immediatamente. "Brooke, è una mezza animagus. Non riesce a controllarsi, viene con noi. Ecco, te l'ho fatta breve."
"Wow."
"Cavolo."
"Per la barba di merlino!"
"Già. Tutto chiaro?"
"Cristallino, Lunastorta." Bofonchia Ramoso.
"Te l'avevo detto che dovevo spiegartelo in modo decente, ma voi siete cocciuti." E' davvero teso. Non l'ho visto quasi mai così.
"Va bene, Rem. Siamo qui per ascoltarti, e staremo zitti. Spiegaci questa storia di Brooke, perchè non ci ho capito un bel niente! Che significa mezza animagus?" Domando.
Remus respira profondamente e cerca di rilassarsi. "Significa che non è in piena facoltà di dirigere i suoi poteri naturali. E' mezza strega e sua madre è un animagus. Per la precisione un corvo."
"E lei?" Domanda Peter, ansioso.
"Un lupo."
"Ah." Codaliscia.
"Bene." James.
"Perfetto." Io.
"Non c'è da fare dell'ironia. E' una questione delicatissima, non so se avete afferrato il nocciolo della questione. Che lei sia un animagus o meno non è un problema, che noi dovremo insegnarle a gestire il suo potere, non è un problema. Il Problema è che qualcuno potrebbe scoprirci. Perchè non saremo solo in quattro a sparire, ma in cinque. E non saremo solo noi malandrini, ma ci sarà una ragazza, ed è anche perennemente circondata di amiche che le gironzolano intorno tutto il santo giorno. Non la molleranno mai, e se ne accorgeranno di certo. E se Brooke dovesse combinare un casino saremo noi a finire nella merda. Abbiamo infranto tutte le regole, e non so come faccia Silente a tenersi in faccia quello stramaledetto sorrisetto, visto che anche lui potrebbe finire ad Azkaban!"
"Cazzo." Io e James diciamo all'unisono. Peter boccheggia senza parole. Non ci sono parole, infatti.
Questo sarà un anno che ci porterà un sacco di casini, me lo sento.
Lunastorta respira di nuovo affannosamente. "Devo calmarmi." Mormora, a sè stesso.
"Sì, dovresti." Asserisce Peter. "Non vorrei che qualcuno ci scoprisse." Balbetta.
"Hai tutte le ragioni di essere nervoso, Rem. Non abbiamo nessuna possibilità di tirarci indietro? Hai già parlato con il preside?" Gli chiedo.
Lui fa spallucce, desolato. "Mi dispiace."
"Allora non c'è soluzione. Stiamo insieme in questa cosa, e la superiamo insieme. Ci state tutti?" Ci domanda James, serio, come succede di rado.
Tende il braccio e aspetta che le nostre mani si sovrappongano alla sua. Io e Lunastorta immediatamente lo imitiamo.
Poi tutti e tre fissiamo Peter, in attesa.
"Allora, Codaliscia, sei ancora dei nostri?" Sibilo, attento ad ogni suo movimento. Vedo nei suoi occhi una strana scintilla, un luccichio di paura.
"S-Sì, c-certo che sì." Viene subito verso di me, e mette la mano sulla mia, con gli occhi bassi, tremante.
"Siamo d'accordo."
"Insieme."
"Insieme."


Io e James ci sediamo sulla lunga panca della sala grande, e stampiamo un bacio alle nostre rispettive ragazze.
"Buongiorno."  Ci salutiamo tutti e quattro in coro. Cerco di ingnorare l'occhiata di Anya. Poverina. Dovremmo evitare di fare queste cose in sua presenza. Chissà quanto le manca il fratello di Lena...
"Siete in ritardo, comunque." Cantilena Amber sorridendo. "Di nuovo."
"Colpa sua!" Io e James ci indichiamo contemporaneamente. Tutti ridono. In certe situazioni mi sento il buffone di corte.
"Non mi interessa saperlo, mangiamo che alla prima ora abbiamo pozioni."
"Perchè mi sembra che abbiamo sempre pozioni alla prima ora?" Mi lagno, mordendo la mia brioches.
"Semplice: anche ieri l'avevamo alla prima ora, genio." Sospira la mia ragazza, ormai rassegnata alla mia deficienza.
Improvvisamente mi ricordo della conversazione con James. Oggi terrò sotto controllo quei due.
Ma...un momento: Dov'è Eva?
James incontra il mio sguardo a metà strada e tutti e due ci focalizziamo sul tavolo dei Serpeverde insieme.
Regulus non c'è.

A lezione, nessuno dei due.

A pranzo, nemmeno.

Nei corridoi. Niente.

"Io controllo la mappa." Fa James, nel dormitorio.
"Devo scappare, scusa, Ramoso. Ho appuntamento con Amber. Se c'è qualcosa chiama dallo specchio. E...mi dispiace di aver dubitato di te."
Il mio migliore amico mi sorride, beffardo e comprensivo nello stesso tempo. Un sorriso alla James.
"Non ti preoccupare. E' tutto dimenticato. Ma la prossima volta che apro la bocca, tu cuciti la tua. Ricordati: Ramoso ha sempre ragione." Ghigna, divertito. Gli do una leggera spinta, e sparisco.
"Fate i bravi! Non voglio diventare zio troppo presto!"
Ignoro James, e scendo le scale per la sala comune. La mia ragazza sta a fianco al ritratto e mi sorride, dolcemente. "Ci hai messo tre ore."
"Scusa, bellezza." La bacio sulle labbra, e respiro il suo profumo buono. Mi compiaccio per aver scelto lei.
"Allora, dove mi porti?"
Le sorrido. "Che ti importa?"
"Certo che mi importa. Usciamo così poche volte che almeno voglio sapere dove andiamo." Risponde, subito offesa. Deve imparare ad avere pazienza, questa ragazza.
"Scherzavo." Ridacchio, quando mi dà una gomitata sul braccio. "Dove vuoi andare?"
"Ai tre manici di scopa, è una vita che non ci torno, mi manca quel posto!" Mette una mano sul cuore, accorata.
"Sei troppo nostalgica e sentimentale."
"Ma chi? Io? Sicuro che stai parlando di me?" Alza la fronte, scettica e sarcastica.
"Tutta scena, miss Cinismo. A me non la dai a bere." Sorrido, con il sorriso sghembo che la fa impazzire.
"E tu non la dai a bere a me, Casanova." Mi bacia sulle labbra, brevemente.
"Io sono un Casanova nel sangue."
"Non più, amore, a meno che tu non abbia deciso di dire addio al tuo caro amico così presto!"
"Quale ami...ah. Spiritosa!"
"Lo so, è per questo che ti piaccio!"
Siamo davanti al portone, quando sento un mano sulla mia spalla. "Oggi non si esce." Grugnisce il custode. I suoi occhi gialli navigano su di me.
"Gazza, è Venerdì!" Replico, sbuffando, indignato.
"Non si esce. O ti porto dal preside, Black."
"Sì, il giorno che riuscirai ad acchiapparmi Mrs Purr diventerà una donna bellissima."
"Stai attento a come parli, ragazzino. Solo perchè sei figlio di chi sei figlio non ti puoi permettere di parlarmi..."
"Se è per mio padre, tranquillo, non voglio avere nessun tipo di rapporto con lui. Perciò picchiami pure, sono qui." Lo interrompo, annoiato.
"Dai smettila, Sir. Non fare lo sbruffone." Amber mi rimprovera a bassa voce.
"Dai retta alla signorina. I teschi non mi fanno paura."
"Questo non avresti dovuto dirlo..." Immediatamente, prima che possa prenderlo per il collo, Amber mi blocca, afferrandomi per la camicia.
"Fermati." Mi sussurra, categorica. "Non voglio passare il nostro unico giorno libero in punizione."
Riesco miracolosamente a calmarmi, annegando il mio sguardo nel suo. Mi volto di nuovo verso Gazza, e lo squadro trucemente.
"Attento a come parli, la prossima volta non la passi liscia. Solo perchè il preside ti protegge non significa che sarai sempre al sicuro."
"Mi stai minacciando?"
"Sì, perciò stai all'erta, custode." Lo avverto.
"Sirius, andiamo. Per favore." Mi spinge verso di lei, tirandomi di nuovo per la camicia. E mi accorgo di non avere il mantello.
Oh, cavolo. Come farà James ad avvertirmi senza lo specchietto? E' nella tasca!
"Sì, andiamocene. Ho dimenticato una cosa in dormitorio." Dico, cominciando ad allontanarmi a grandi passi. Amber mi segue un pò affannata.
"Che cosa hai scordato?" Mi domanda. E adesso che cosa mi invento? Dico la verità. Tanto non saprà mai che mi serve perchè dentro c'è lo specchio.
"Il mantello." Rispondo, freddo.
"Ehy...che ti prende? Lascialo stare quello, è solo un povero pazzo. Tu non sarai mai un mangiamorte, Sir." La mia ragazza porta i miei occhi nei suoi con uno sguardo magnetico e dolce.
"Grazie." Sussurro, abbracciandola, e camminando stretto a lei fino all'ultimo gradino delle scale che conducono al settimo piano.
"Vogliamo fare una cosa?" Fa lei, all'improvviso con entusiasmo ritrovato. Entusiasmo che a giudicare dal suo sguardo, direi malizia.
"Che cosa?" Domando, mentre sento il mio volto stendersi in un sorriso altrettanto provocante.
"Etriamo nella torre."
"Che torre?"
"Quella di astronimia, scemo." Mi rendo conto, quando la indica, che ce l'abbiamo accanto.
"Perchè?" Chiedo, scioccamente. Il suo sguardo non ha bisogno di chiarificazioni verbali.
"Mi hai convinto!"
Amber mi regala un sorriso intrigante, e immediatamente apre la porta dinanzi a lei, con uno scatto rapido. La seguo su per la tortuosa scala, fino in cima. Mi metto da parte quando apre la seconda porta. Un attimo dopo averla spalancata schiude la bocca e resta impietrita. Proprio quando le sto per domandare cosa succede, lei si volta e mi sorride forzatamente.
"Ho cambiato idea, fa schifo qui, c'è troppa polvere, andiamo via." Tossicchia, richiudendosi la porta alle spalle.
Guardo i suoi occhi. Sta mentendo. "Amber, c'è qualcosa che non va?"
"No no, sto benissimo, ho solo cambiato idea."
"Apri quella porta, o lo faccio io." Le ordino. Tolgo via la sua mano dalla maniglia, brutalmente.
Il suo sguardo è intimorito.
"No, Sirius. Credimi è meglio se lasci perdere, non credo sia il caso. Andiamo." Sussurra, supplicandomi.
"Non se ne parla. Levati di mezzo, credo di aver capito qual'è il problema." La sposto, e mi faccio spazio nel piccolo ingresso buio.
Non appena i miei occhi si abituano all'oscurità, il mio mio sguardo viene attirato dalla luce della finestra di fronte, e scorgo le due figure abbraciate che mi danno le spalle.
E' Eva, e quello che le accarezza i capelli, è...Regulus.

"Togliele le mani di dosso."
In un attimo gli sto addosso. Lui si volta verso di me, e subito tira fuori la bacchetta, anche se colto alla sprovvista. Non ho la lucidità necessaria per disarmarlo con la mia, quindi l'afferro bruscamente e abilmente con le mani, e la getto via, prima che possa anche solo formulare mentalmente un incantesimo scudo.
Si allontana di qualche passo, e comincia a fissarmi, mentre nella mia gola ruggisce un ringhio assassino.
"Che cavolo ci fai con lei?" Urlo.
"Non sono affari tuoi." Dice, col suo classico tono misurato e minaccioso. Mi fissa con occhi pericolosi.
"E' la mia migliore amica." Il mio sguardo naviga brevemente sulla figura della ragazza che ora mi guarda, senza la più assoluta capacità di proferir parola, con le dita a coprirle la bocca schiusa per lo stupore.
"Auguri, fratellino. Non vedo come la cosa dovrebbe interessarmi. Anzi, ci si vede." Fa un cenno alla biondina, ancora incapace di rispondere al saluto. Le dice qualcosa che non riesco a capire, e cammina verso la porta, come se niente fosse.
"Dove credi di andare." Immediatamente lo fermo, strattonandolo da una spalla, e costringendolo a guardarmi. "Non puoi sparire così!"
Lui ride, beffardo. "Cos'é? Ora vuoi metterti a fare a botte, per far vedere alla tua ragazza quanto sei forte e ribelle?"
"Non ne ho bisogno, grazie." Sibila Amber dal fondo della stanza, con voce parecchio ostile.
"E nemmeno io. Qui sei tu la feccia che impone la propria forza sui deboli per dimostrare di essere all'altezza. A chi poi? Ai tuoi amichetti...com'è che vi chiamate? Mangiamorte?"
"Ti conviene stare attento, e zitto soprattutto. Tu non sai di che cosa parli."
"Credo di saperlo bene invece, purtroppo. Non che la cosa mi stupisca granchè." Ribbatto.
"Ora basta. State esagerando. Sirius per favore...lascia stare." Eva trova finalmente la forza di parlare. Si avvicina di un passo, supplicante.
"Non lascio stare un bel niente, Eva. Vuoi davvero stare con uno del genere? Tu non sai in che guaio ti stai andando a cacciare!" Sbercio, infuriato. Non riesco nemmeno a guardarla negli occhi.
"Questo lascialo decidere a me." Risponde, abbassando lo sguardo.
"Non sei in grado di decidere per te, a quanto pare." Replico, subito.
"Michaels, andiamo. Lascialo stare. Soffre di manie di protagonismo." Mio fratello la prende per un braccio, e mi srride con sfida e sufficienza.
Amber lo afferra per la divisa. "Tu invece di che cosa soffriresti? Complessi di inferiorità?" Sibila.
"Non mi toccare, mezzosangue."
Lo spingo via, quando vedo la mia ragazza sfiorarlo.
"Toccala e io ti uccido."
"Mi fa schifo. Non preoccuparti."
"Regulus...non dire così." Eva sussurra, allontandosi appena e cercando di trascinare anche mio fratello con sè. Ma lui resta impalato a fissarmi, ancora divertito.
"Dico solo la verità. Io non mi faccio problemi a dire le cose come stanno, al contrario di qualcun'altro." Sottolinea, ironico.
"Le omissioni di verità sono tradimenti, fratellino."
"Da che pulpito."
"Basta, andiamocene, Reg." La biondina, finalmente riesce a trascinarlo fino alla porta. Lui ancora mi guarda. Poi la abbraccia dalle spalle, e mi sorride tronfio.
"Ci vediamo in giro, anzi, speriamo di no." Fa l'occhiolino alla mia ragazza, ma con disgusto. Eva evita i miei occhi quando mi sporgo per prendere a cazzotti il suo prezioso fidanzatino, e Amber mi blocca appena in tempo.
Spariscono senza aggiungere altro.
Cala un silenzio teso. Sono ancora incredulo se ripenso a tutto quello che ho visto e sentito. La ragazza al mio fianco sembra amareggiata quasi quanto me. Mi prende la mano incerta, e si sforza di tenere il mio sguardo.
"Dai scendiamo..."
"Voglio stare solo, vado a fare due passi." Mi libero dalla sua presa, e raggiungo la porta a passi rapidi. Non ho voglia di avere nessuno attorno.
Quando mi chiudo la porta alle spalle riesco a vederla, ancora immobile, e incapace di reagire.


Note delle autrici: Salve Gente! Eccoci col nuovo capitolo, piaciuto?? Speriamo di sì, perchè dopo questo capitolo se ne vedranno proprio delle belle. Come sempre ci scusiamo per il ritardo, ma questo periodo è un pò critico per tutti, con la scuola, gli esami e tutto il resto.
Ci raccomandiamo: RECENSITE!!! VI PREGHIAMO.
Baci, e tante belle cose. Buone feste fatte, anche quest'anno.
Alla prossima ^^
Loryherm, e PiccolaBlack.






































  
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