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Autore: HOPE87    06/01/2009    6 recensioni
[IN REVISIONE]
Secondo un'antica credenza la vita di alcune persone è legata dal filo rosso del destino... un filo che, anche se minacciato dal tempo e dallo spazio, non si spezza mai...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojio, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce del sole filtrò attraverso i vetri opachi della finestra, preannunciando una giornata calda e afosa come le precedenti

Chiedo scusa, non era mia intenzione lasciare così tanto in sospeso la storia, ma cause di forza maggiore non mi hanno permesso di aggiornarla prima. Comunque, non è assolutamente mia intenzione abbandonarla. L’unica cosa di cui dovrete preoccuparvi (ma anche no, perché tanto, lo avrete capito, ritorno sempre ò__ò) è di qualche ritarduccio come questo… Ringrazio quindi tutti coloro che l’hanno aggiunta tra i preferiti, l’hanno commentata e l’hanno letta, prostrandomi di fronte ad ognuno di voi e baciando il monitor alla vista di ogni vostro nome XD e vi chiedo ancora scusa per l’enorme ritardo, sperando che questo non penalizzi tanto la storia L questo è un capitolo di transizione che porta alla cosiddetta “svolta”… vi lascio alla lettura, augurandomi che vi piaccia e vi faccia tenere il fiato sospeso come gli altri.

Baci e auguri di Buon Anno a tutti voi!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Infrangere le regole”

 

 

 

La luce del sole filtrò attraverso i vetri opachi della finestra, preannunciando una giornata calda e afosa come le precedenti. Agitatosi in un primo momento, per via dei raggi solari che infastidivano i suoi occhi, Sanzo decise di aprirli, ricordandosi all’istante della ragione per cui un braccio gli formicolava.

Sarah dormiva beatamente rannicchiata contro il suo corpo. La schiena rivolta al muro, la testa nell’incavo del suo collo, i capelli sparsi sul cuscino disordinatamente, un braccio a circondargli il corpo. Desistette dall’idea di accendersi la prima sigaretta della giornata, non volendo svegliarla, prendendo poi ad osservare i suoi lineamenti rilassati che quella notte aveva visto per la prima volta contratti dal piacere.

Si erano uniti tra dolcezza e passione, certezza e indugio, ma con una tale scorrevolezza che difficilmente poteva far pensare che anche per il bonzo fosse stata la prima volta. Così come poteva esser messa nuovamente in dubbio la sua personalità arrogante, quando aveva aspettato che si abituasse alla sua intrusione prima di prendere a muoversi dentro di lei.

E poi una pioggia di emozioni. Appaganti, disarmanti… che avevano esiliato il dubbio in un anfratto insignificante, insieme all’insegnamento che aveva segnato la sua vita così a lungo.

Dal non avere nulla, ora aveva tutto.

Preso com’era dai suoi pensieri, si accorse dei due smeraldi che lo guardavano solo quando la mano vellutata di lei andò ad accarezzargli il volto. E si perse nuovamente nel suo sguardo.

 

GOKU – YAWN! - .

GOIJO – Ehi scimmia! Metti almeno la mano davanti alla bocca, non è un bello spettacolo la tua gola, soprattutto a prima mattina! – protestò, lanciandogli contro un cuscino, che arrivò dritto in faccia al ragazzino eretico, scivolandogli poi addosso.

Goku, ancora assonnato, si stropicciò gli occhi, incurante della prima provocazione della giornata, fermandosi e guardando nel vuoto, quando il ricordo di quel che era successo il giorno prima fece capolino tra i suoi pensieri.

GOIJO – Che ti prende adesso? – gli chiese, sporgendosi dal letto per afferrare il pacchetto di sigarette posto su un comò vicino, accanto al futon su cui aveva dormito Goku.

GOKU – Chissà come sta… - disse solamente, e bastò quella frase a far comprendere al rosso a chi si riferisse.

Afferrato anche l’accendino, Goijo si accese la sigaretta, ristendendosi sul letto con le braccia incrociate dietro la testa. Il pensiero che tormentava Goku era lo stesso che aveva tormentato anche lui la sera prima e che gli aveva impedito di addormentarsi subito.

        Partiamo domattina –

        …non verrò –

        Cos’hai detto? –

        …che non verrò .

GOKU – Dici che non verrà davvero? – gli chiese improvvisamente, quasi come se gli avesse letto nel pensiero.

Quando la sera prima, attraversando il corridoio per uscire all’esterno a fumare una sigaretta, era passato davanti alla porta della camera della ragazza e aveva sentito quello scambio di battute tra lei e il bonzo, aveva accartocciato il pacchetto di sigarette tra le mani ed era ritornato indietro, sbattendo la porta della camera sotto lo sguardo stupito di Goku e incuriosito di Hakkai, ai quali, insistenti, aveva ripetuto velocemente cos’aveva sentito.

Ormai si erano affezionati tutti alla ragazza, e sapere che la mattina successiva avrebbero potuto non trovarla più in camera per proseguire il viaggio con loro, li aveva intristiti incredibilmente. Senza contare la preoccupazione che si era fatta spazio in loro. Se se ne fosse andata, se la sarebbe cavata? Più volte aveva dimostrato di sapersela cavare nelle situazioni più disparate, ma con un nemico ignoto che le dava la caccia…

Avrebbero cercato di farla riflettere, ma sicuramente non avrebbero potuto impedirle di compiere una scelta simile. Si trattava pur sempre della sua vita.

L’unica persona che poteva dissuaderla da tale intento sembrava non essere intenzionato ad abbandonare la sua parte di finta indifferenza.

Un leggero bussare alla porta interrupe i pensieri del mezzo demone e poco dopo si fece largo nella camera la figura gentile di Hakkai, preceduta da Hakuryù, che cominciò a svolazzare prima intorno a Goku e poi intorno a lui, emettendo il suo solito verso sottile e dolce. Goijo si sorprese non poco nel notare il sorriso di Hakkai, quando anche lui la sera prima era sembrato molto infastidito al pensiero di Sarah. E non era il solito sorriso di circostanza.

HAKKAI – Vi siete svegliati – constatò col suo solito tono calmo, rimanendo con mezzo busto all’interno della camera. – Avete già fatto colazione? - .

Goku non si comportò come al solito, sobbalzando e sorridendo a sentir parlare di cibo, ma continuò  a guardarlo tristemente, come chi non avesse stimoli a far nulla. Spalancò i suoi occhioni dorati quando sentì la voce della ragazza.

SARAH – Sveglia, pigroni! – esclamò, facendo passare la testa e parte delle spalle sotto al braccio di Hakkai, mostrandosi così ai due, che non nascosero la sorpresa di vederla ancora. – Sappiate che ho fame e se non arrivate entro cinque minuti mi mangio anche le vostre porzioni! – scherzò, vedendo subito dopo Goku saltare in piedi, e correrle incontro, ma lei si defilò subito, mettendosi a correre per le scale per arrivare nella sala da pranzo prima del ragazzino eretico, mentre lui la minacciava a sua volta di mangiare la sua di porzione.

Goijo sollevò un angolo della bocca com’era solito fare quando era soddisfatto, sollevandosi anche lui poco dopo e raggiungendo Hakkai, che si era allontanato dalla porta, ponendosi al centro del corridoio.

Vennero attirati entrambi da una porta che si chiudeva. Voltarono il capo, vedendo il bonzo uscire dalla camera della ragazza, ed ebbero le risposte che cercavano.

Sanzo camminò con nonchalance per il corridoio, ignorando i sorrisi dei compagni di viaggio e accendendosi una sigaretta, ma quando fu quasi per superarli, una mano del mezzo demone si posò su una sua spalla, costringendolo a fermarsi.

GOIJO – E bravo il nostro bonzo… – lo provocò, vedendo gonfiarsi sulla sua fronte la solita venetta e ricevendo uno schiaffo stizzito sulla mano per far sì che lo liberasse dalla sua presa. – A quanto vedo sei stato persuasivo! – aggiunse, venendo fulminato da uno sguardo severo di Hakkai, notando poi il bonzo fermarsi sulle scale. – Se avessi bisogno di qualche consiglio non esitare a chiedermelo… – disse infine in tono malizioso, e fu a quel punto che Sanzo si voltò, impugnando la shoreiju e facendo fuoco.

Mentre Hakkai tentava di placare l’ira del bonzo, cercando allo stesso tempo di non venirne coinvolto, dal momento che il kappa si era nascosto dietro di lui, Sarah soffocò una risata, cercando di non farsi andare di traverso il sorso di the che aveva appena bevuto.

Poteva immaginare benissimo a cosa – o meglio a chi – attribuire quella reazione di Sanzo, e arrossì, pensando che i ragazzi potessero essersi fatti un’idea di come fossero andate le cose tra lei e lui, avendo visto il bonzo uscire dalla sua camera.

Guardò di sottecchi Goku, che stava divorando la sua quinta ciambella. Si chiese cosa ne avesse potuto pensare. Era lui, in fondo, che conosceva Sanzo più di tutti.

GOKU – Che c’è? – le chiese con la bocca piena, avendola colta in fragrante mentre lo stava osservando.

Lei sobbalzò, arrossendo di nuovo impercettibilmente, distogliendo lo sguardo e mormorando un - Niente - .

Il suo colorito divenne di una sfumatura di rosso più accentuata, quando le arrivarono alle orecchie parole come “precauzioni”e “posizioni” – uscite tutte dalla bocca del kappa – e, abbassando lo sguardo nella sua tazza, con una mano sulla fronte per nascondere un po’ il suo imbarazzo, ringraziò il cielo che non ci fosse ancora nessuno nella sala da pranzo, datasi l’ora, a parte il personale, che si affacciò più volte dalla cucina per capire cosa stesse succedendo.

Si girò di scatto, sentendo la sua mano coperta da un’altra.

Vide Goku sorriderle, facendo luccicare i suoi occhioni dorati, senza distogliere un attimo lo sguardo dal suo.

GOKU – Sono contento – le disse, senza lasciarle la mano, incurante del fastidioso sottofondo che perdurava.

SARAH - … di cosa? – gli chiese titubante, prendendo a fissarlo per cercare una risposta in quello sguardo che sembrava essere di gratitudine.

GOKU – Di tutto – le rispose, continuando a guardarla con lo stesso sguardo. E lei capì. Le si formò un groppo in gola, e fu la volta dei suoi occhi luccicare. Gli sorrise, stringendogli a sua volta la mano, alzandosi per poi attirarlo a se col braccio libero e scoccargli un bacio sui capelli castani.

Ancora una volta, i gesti erano stati più significativi delle parole.

Le si gonfiò una venetta quando sentì la shoreiju sparare ancora e il kappa provocare nuovamente Sanzo, così si alzò, concedendo un’altra carezza a Goku, e si diresse a passo spedito verso le scale.

SARAH – EHI!!! – urlò, ma la sua voce risultò inutile per placare quella discussione animata.

I suoi occhi caddero sulla tunica di Sanzo, e lo sguardo le si illuminò, ricordandosi della scoperta che aveva fatto la sera prima.

Il ventaglio arrivò con un colpo secco prima sulla testa del kappa e poi su quella del bonzo, con una furia vendicativa, facendo voltare entrambi lentamente verso la ragazza.

Lo sguardo più stralunato fu quello del bonzo, che si morse la lingua quando si ricordò dell’errore che aveva compiuto la sera prima, mentre Hakkai portò una mano alla bocca per trattenere una risata scaturita dall’entrata in scena della ragazza, che ora si stava allontanando da loro soddisfatta.

 

 

Si rimisero in viaggio poco dopo, quando tutti ebbero finito di fare colazione e Hakkai si fu procurato delle erbe mediche per curare le gambe di Sarah, che non aveva voluto saperne di farsi visitare da un medico, protestando e ripetendo continuamente che stava meglio.

I posti sulla jeep erano rimasti invariati, dando l’ennesima possibilità a Goijo di provocare Sanzo, dicendogli che non era saggio stare lontano dalla “sua” fanciulla, ma, prevedendo la pronta reazione del bonzo, Sarah zittì il kappa con una gomitata nelle costole, che dipinse un ghigno soddisfatto sul volto del biondo.

Ad Hakkai non sfuggì l’espressione successiva del monaco. Si era incupito.

 

Decisero di fermarsi all’ora di pranzo, sostando in una delle classiche radure in cui si erano imbattuti frequentemente durante il viaggio.

GOKU – Si mangiaaaaaaa!!! – esclamò, quasi urlando, schivando per un pelo un pungo da parte di Goijo e correndo verso Hakkai che, ritiratosi sotto ad un albero, stava frugando nello zaino per estrarre i panini con cui avrebbero pranzato.

GOIJO – La solita scimmia ingorda! – disse al ragazzino eretico, cercando di provocarlo come al solito, ma con scarso risultato, dal momento che sembrava essersi incollato ad Hakkai. Sorrise, guardando poi in direzione della ragazza, che guardava a sua volta il bonzo, allontanatosi fino a scomparire nella boscaglia della radura. La vide sospirare e chiudere gli occhi, per poi riaprirli e concentrarsi sul bagaglio che conteneva tutto ciò che occorreva per le loro soste.

Le si avvicinò, accendendosi una sigaretta, facendola sobbalzare quando le fu accanto.

GOIJO – Ehi – le disse, sorridendole.

Per tutta risposta lei gli ricambiò il sorriso, tornando poi ad estrarre ciò di cui si sarebbero serviti per mangiare.

GOIJO – Tutto bene? – le chiese, poggiandosi con un braccio sulla carrozzeria di Hakuryù, che era rimasto in versione jeep.

Lei alzò lo sguardo sul mezzo demone, sorridendo e annuendo.

SARAH – Devo solo imparare a capirlo meglio… - aggiunse, volgendo appena lo sguardo nel punto in cui aveva visto scomparire il bonzo. Goijo fece lo stesso, ritornando poi con lo sguardo su di lei.

GOIJO – Niente paura – le disse, avvicinandosi di più per aiutarla. – Sono certo che imparerai presto – aggiunse, sorridendole nel suo solito modo, che la ragazza definiva adorabile, prendendo a farsi passare piatti e posate che tirava fuori dallo zaino di volta in volta.

 

Sanzo buttò fuori l’ennesima boccata di fumo, senza smettere di osservare l’orizzonte che si stagliava al di là degli alberi, creando un’atmosfera tranquilla e piacevole da godere. Ma la serenità non riusciva a impossessarsi dell’animo del bonzo.

Da quando erano partiti, separatosi fisicamente dalla ragazza, era stato perennemente incatenato a lei ugualmente. E ciò non andava bene. Non per Genjo Sanzo Oshi… che aveva vissuto la sua vita sempre in solitudine.

Per non parlare del fatto che non sapeva come gestire la situazione. Non erano i suoi compagni di viaggio - che ormai sapevano -  il vero problema, quanto la consapevolezza dell’avventatezza che li aveva colti entrambi la sera prima.

Lei se ne stava andando. Lui l’aveva fermata. Tra i due, era certamente lei quella che aveva compreso meglio la realtà dei fatti. Come gli era saltato in mente d’instaurare un rapporto del genere – lui, che di rapporti non ne aveva mai instaurati – in un momento e in un frangente simile della vita di entrambi? Sarebbe bastato che lui non fosse mai entrato in quella camera, mantenendo inalterate le distanze che li dividevano, e tutto quel caotico pensare non l’avrebbe mai aggredito.

Era da incoscienti… oltre che essere da illusi.

Sarebbe potuto morire. Lei sarebbe potuta morire. O sarebbero morti entrambi, se la sorte fosse stata tanto caritatevole da non riservare un destino sadico ad uno dei due, costringendolo a vivere senza l’altro.

E ragionamenti simili erano ancora più assurdi… ma il legame che li univa era forte… e non sapeva spiegarselo. Anche se un’altra conclusione lo raggiunse, placando le sue innumerevoli domande.

Quando sentì avvolgersi il busto da due sottili braccia… capì che non sarebbe esistita nessuna spiegazione in grado di indurlo a non tormentarsi… così come, nel caso in cui una spiegazione ci fosse stata, sarebbe stata inutile…

La amava. E questo bastava.

SARAH – Tra un po’ si mangia – gli sussurrò, sedendosi dietro di lui, sullo stesso tronco che lo ospitava, facendo aderire i loro corpi e unendo un suo orecchio alla sua schiena, chiudendo gli occhi.

Sanzo la lasciò fare, godendosi quel calore, restando immobile per non mutarlo in alcun modo. Poi si ricordò di non essersi accertato di una cosa, abituato com’era a pensare solo a se stesso, così si voltò, prendendo una mano di lei e stringendola in una sua.

Gli occhi verdi di Sarah incontrarono, per la prima volta, delle ametiste incerte… imbarazzate… e a tratti dispiaciute. Provò a leggerle, cercando di andar incontro al loro possessore, ma non seppe attribuire a nulla quella reazione.

SARAH – Cosa c’è? – gli chiese quindi dolcemente, vedendo quelle ametiste tentennare, spostandosi brevemente a tratti.

SANZO – Stai bene? - . Le parole gli uscirono in un solo soffio, appena percettibile - considerando il contenuto raro e prezioso che trasportavano - non mancando di raggiungere subito la ragazza, che spalancò gli occhi, arrossendo, abbassandoli subito dopo.

Annuì, quando si sentì prendere il mento fra due dita, che lo riportarono su.

Gli occhi di Sanzo le fecero comprendere che quel semplice gesto non bastava a rispondere a quella domanda… che sembrava nascondere più di un significato.

Riflettè a lungo su tutto quello che era successo, sulla scelta che aveva fatto nel non andarsene, sulle possibili conseguenze future… ma non trovò nulla che le facesse rispondere negativamente.

Gli sorrise, sollevando entrambe le mani e andando a circondargli il volto, baciandolo a fior di labbra.

SARAH – Non sono mai stata meglio -. E il dubbio si dissolse nel bonzo come una di quelle boccate di fumo con cui era tanto abituato a circondarsi.

 

 

Kogaiji guardò la coppia, soffermandosi nell’osservare i lineamenti della ragazza.

“È lei… senza ombra di dubbio” pensò, indeciso sul perseguire o meno i suoi piani, dal momento che si era verificato quell’incredibile imprevisto.

 

 

Ryami congiunse le mani, provocando una leggera vibrazione del suolo, dal quale fuoriuscirono diversi rami, che cominciarono a muoversi silenziosamente verso i tre demoni, bloccandosi a metà strada improvvisamente.

RYAMI – Sei consapevole del fatto che dopo non potrai più tornare indietro? – si rivolse ad occhi chiusi, ancora concentrato nell’evocazione, verso il dio dai capelli corvini.

Ratzel sobbalzò, rilassando la mascella precedentemente contratta alla vista del bonzo e della ragazza insieme, e distolse lo sguardo da loro, volgendolo verso le due divinità che si trovavano alla sua destra, sul bordo dell’altura sulla quale si erano appostati, facendo saettare lo sguardo dall’uno all’altro continuamente.

RATZEL – Ve lo ripeto. Non siete obbligati a seguirmi. – rispose pacatamente, facendo voltare Kadeon, sul cui viso era dipinto un sorriso canzonatorio.

KADEON – Sei davvero monotono – disse a Ratzel, rivolgendosi poi a Ryami. – Prendilo per un sì. Agiamo in fretta. - .

I rami fatti nascere dal dio presero ad avanzare velocemente verso la radura sottostante.

 

 

GOIJO – Ma che diavolo! – esclamò prima di essere afferrato per il polpaccio e venire sollevato di peso da un arbusto spuntato fuori apparentemente dal nulla.

HAKKAI – Di nuovo… - osservò, spalleggiando Goku, che si lanciò subito addosso ad un ramo, venendo respinto con violenza. Il mezzo demone guardò alle sue spalle, nel punto in cui si erano addentrati Sarah e Sanzo.

 

 

Sarah cadde sul suolo violentemente, venendo spinta dal bonzo che, schizzato improvvisamente in piedi, si era messo a sparare contro un ramo di grosse dimensioni spuntato fuori dalla radura nella quale si erano fermati.

Il pensiero della ragazza ritornò subito agli eventi di qualche giorno prima, ma non fece in tempo a realizzare altro, che si sentì sollevare da un ramo, più sottile di quello che aveva attaccato Sanzo, venendo allontanata dal monaco un bel po’.

La shoreiju le permise di ritoccare il suolo e lei si rialzò subito, pronta a correre in soccorso al biondo.

SANZO – Scappa! – le urlò, capendo di non poter riuscire a proteggerla e a fronteggiare i rami allo stesso tempo. Ma Sarah non lo ascoltò, prendendo ad avanzare verso di lui, facendo attenzione a non essere afferrata di nuovo. Tentativo che le riuscì solo un paio di volte, perché la terza volta un ramo si riavvolse intorno alla sua vita, sollevandola nuovamente e allontanandola dalla radura velocemente, facendola perdere di vista Sanzo e il resto del gruppo, che era riuscita a intravedere solo di sfuggita, mentre combattevano a loro volta contro nemici identici.

Venne abbandonata dalla stretta su un’altura, sulla quale cadde con i gomiti e le ginocchia.

Alzò lo sguardo, imprecando contro tutte le divinità che stavano congiurando contro di lei, quando si accorse di avere a che fare probabilmente con una di esse.

 

Kogaiji osservò tutta la scena, decidendo infine di lasciare che il gruppo di Sanzo se la sbrigasse da solo, mettendosi a seguire il dio che aveva rapito Sarah, per capirne qualcosa in più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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