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Autore: terrycontyby90    29/05/2015    1 recensioni
Kid stava cercando di fare del suo meglio per diventare più di quello che ci si sarebbe aspettato per la sua intera vita. Mentre tentava di applicarsi all'università, ricevette una inaspettata offerta da un uomo che è molto più di quello che appare.
Dal secondo capitolo: "...Che genere di offerta?" "Comporta che pago in toto la tua istruzione, le spese di soggiorno, e qualsiasi cosa di cui avrai bisogno in cambio della tua compagnia. Che dovrebbe includere, ma non esclusivamente, il sesso."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Killer, Penguin, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il sole splendeva e le persone erano in strada, andando in vari posti per differenti ragioni, ma in gran parte sembravano uomini d’affari che andavano di fretta per il pranzo prima di tornare al faticoso lavoro. L’area era piena di palazzi alti; un paio di ristorante d’alta classe, alcune imprese indipendenti, alcuni negozi di abiti alla moda, ed una manciata di appartamenti costosi erano ciò che a colpo d’occhio si poteva vedere.

In sostanza, niente che poteva maledettamente permettersi.

Kid guardò oltre il finestrino del bus quando il veicolo finalmente si fermò, alzandosi e muovendosi verso la parte anteriore per scendere.

Una volta che scese in strada, si guardò intorno in cerca del posto designato, fermandosi quando il suo sguardo cadde su un cartello che recava il nome che gli era stato dato.

Attraversando la strada, il rosso aggrottò la fronte quando mise a fuoco il palazzo attaccato al cartello.

Era senza dubbio un posto per l’élite e probabilmente avrebbe dovuto impegnare un rene solo per ottenere un bicchiere d’acqua.

Scrutando attraverso le finestre, notò che tutti i commensali che poteva vedere erano vestiti con abiti dall’aspetto costoso. Guardò il riflesso di sé stesso, sentendosi sempre più fuori posto. Indossava gli stessi jeans neri che aveva al colloquio, ma aveva messo una camicia nera col collo e i polsini rossi. I suoi stivali erano di un marrone rossastro e avevano visto giorni migliori, ma almeno li aveva lucidati.

Dando un altro sguardo agli avventori all’interno, poté notare che alcuni lo stavano adocchiando con curiosità, probabilmente chiedendosi la stessa cosa che si stava chiedendo lui. Cosa diavolo ci stesse facendo lui in un posto come quello.

'Forse è stato un errore... Forse dovrei solo andarmene.' Pensò.

"Ah! Signor Eustass!"

La testa di Kid scattò per vedere chi diavolo lo stesse chiamando.
 

 
'Finalmente!'

In qualità di manager di un così raffinato stabilimento, Nezumi si vantava di soddisfare ogni richiesta dei numerosi ed importanti clienti che abbellivano il ristorante coi loro soldi e con la loro presenza.

Era stato felicissimo di sentire che il CEO di Industrie farmaceutiche Heart aveva avvisato il proprietario della sua intenzione di essere lì a pranzo quel giorno e avrebbe riservato la sezione VIP per sé stesso ed un ospite.

Tutto lì.

Nezumi aveva praticamente salivato per i soldi apparsi davanti agli occhi della sua mente.

Aveva pensato che le cose sarebbero state facili. Il Signor Trafalgar non era conosciuto come un uomo complicato e aveva cenato da loro prima.

Non si era aspettato di essere convocato dall’uomo e di ricevere probabilmente le più bizzarre istruzioni che avesse mai avuto.

E Nezumi ne aveva ricevute molte nei suoi anni da manager.

Ma quello...

'Chi nel mondo avrebbe mai associato un sangueblu come lui a qualcuno di così inferiore?'

Ma le sue istruzioni erano state molto... chiare.

Rabbrividì al ricordo.

Nezumi aveva fatto una corsa dall’ufficio del proprietario appena aveva sentito che il Signor Trafalgar era arrivato ed era stato ben accolto. L’uomo era stato accolto dallo stesso proprietario, il suo capo si era fermato di persona solo per assicurarsi che tutto filasse liscio.

Si erano spostati all’ufficio del proprietario per un breve scambio di convenevoli e Nezumi aveva scortato il Signor  Trafalgar alla stanza VIP per attenersi a qualsiasi capriccio il CEO potesse avere.

Sulla strada per l’attico, dopo aver salutato il proprietario ed essere entrati in ascensore, lo stoico uomo finalmente gli parlò.

"Signor Nezumi, giusto?"

L’uomo scattò immediatamente sull’attenti. "Sì, Sir! Cosa posso fare per lei?"

"Riguarda il mio ospite."

Nezumi lo guardò con interesse. Si era chiesto quando l’altro sarebbe arrivato dal momento che il magnate era arrivato da solo.

"Sì, Sir?"

L’uomo infine lo guardò e Nezumi quasi si sentì ghiacciare il sangue.

"Il mio ospite arriverà prossimamente tramite i mezzi più comuni. Questa è una sua foto."

L’uomo estrasse una foto istantanea dalla tasca interna della sua giacca e la impugnò in modo da mostrarla al manager per qualche momento prima di metterla nuovamente al suo posto.

Nezumi era scioccato, ma cercò di mantenere invariato l’aspetto della sua faccia.

'Perché nel mondo un CEO dovrebbe voler pranzare in un ristorante a cinque stelle con un qualsiasi- qualsiasi punk?!' Il vero motivo era osceno.

L’uomo aveva visto escort sistemate meglio di come avrebbe potuto essere il ragazzo.

Improvvisamente, il motivo per cui l’esecutivo aveva richiesto l’intera sezione per sé, aveva un senso. Poteva solo immaginare cosa potesse essere per l’immagine del CEO farsi vedere con una così povera compagnia.

Scattò quando sentì l’uomo parlare ancora.

"Il suo nome è Signor Eustass. Potrai aspettarlo all’entrata, salutalo quando lo vedi, e accompagnalo direttamente da me."

"L’-l’entrata, Sir?" Nezumi quasi trasalì. Non aveva mai fatto questioni sulle richieste fatte da un cliente, se lo faceva era solo per chiedere alter istruzioni su come volevano portare a termine i compiti.

Accompagnare questo 'ospite' attraverso l’ingresso avrebbe completamente vanificato il suo obiettivo di passare inosservato agli altri clienti.

"Se mi è consentito, abbiamo un’entrata sul retro se-"

"Non credo di aver chiesto queste inutili informazioni."

Nezumi rabbrividì all’improvviso tono gelido, dove prima c’era stato un tono tollerante ed accomodante c’era adesso un tono completamente glaciale.

"Lo saluterai come faresti con me e gli parlerai come faresti con me. Sarà trattato con la massima ospitalità che mi aspetto da questa struttura. Se così non fosse, allora ho probabilmente sovrastimato la professionalità dello staff ed è il tempo di cambiare sede."

"NO! Volevo dire, non sarà necessario, sir." Cercò di contenere il tremito della sua voce.

Il ratto simile ad un uomo aveva quasi avuto un attacco. Se il suo capo avesse mai saputo che un cliente di così alto grado come il Signor Trafalgar aveva ragioni per una contestazione, faceva prima a cercare un nuovo ristorante a cui estendere il suo patrocinio, e allora Nezumi sarebbe stato fortunato a trovare un lavoro come lavapiatti di una tavola calda.

"La prego, perdoni i miei modi, di certo il suo giovane ospite sarà trattato con i massimi ossequi e gli mostreremo la nostra cortesia, sia tranquillo."

"Faccia in modo che lo sia."

L’ascensore suonò quando arrivarono al loro piano.

Nezumi rabbrividì di nuovo al ricordo spaventoso. Il Signor Trafalgar non  era un uomo da ostacolare. Era un uomo a cui obbedire, cosa che Nezumi era completamente intenzionato a fare al massimo.

L’uomo ratto non voleva pensare alle conseguenze che sarebbero derivate se non l’avesse fatto.
 

 
Kid era stato un po’ sorpreso nel vedere l’uomo topo in un costoso abito salutarlo ardentemente. Il ragazzo appariva sospetto, ma Kid lo aveva avvicinato lo stesso.
"Signor Eustass! Sono così grato che lei sia qui nella nostra umile struttura." L’impomatato uomo fece un profondo inchino. "Il suo ricevimento la sta aspettando e sarò più che felice di guidarvici."

Kid soppesò l’offerta per un momento. Non gli piaceva come l’uomo non lo guardasse direttamente e sembrava che parlasse per lo più con la terra, guardandosi discretamente intorno in un modo che sembrava sospetto, come un gesto nervoso.

E Kid aveva una buona idea del perché.

'Fanculo.' Cominciò a camminare attraversi le porte nonostante il nervoso. 'Almeno in questo modo non mi perderò.'

Fanculo, era imbarazzante.

"Beh, vieni o no?"

"Ah! Sì, certamente, mi consent-"

L’uomo ratto fece uno strano suono quando Kid aprì la porta da sé ed entrò da solo.

Attese l’uomo oleoso per muovere i passi insieme ed appositamente si rifiutò di riconoscere i mormorii in aumento man mano che le persone si accorgevano di lui.

"Le mie scuse, Sir! Sembra che io abbia bisogno di un giorno di riposo!" Kid ignorò l’uomo ruffiano e gli chiese solo dove stavano andando.

"Un uomo di fuoco che va dritto al punto, molto bene, Sir. Lei pranzerà col Signor Trafalgar nell’area VIP. Se vuole seguirmi, Sir."

Seguì il ratto, non avendo avuto il nome dell’uomo e non importandogli di chiederglielo, verso l’ascensore. Il rosso si corrucciò quando sentì i mormorii aumentare nella
sala pranzo.

Dovette trattenersi dal fare qualcosa di lampante o dal dargli qualcosa di qualcosa veramente da guardare, trovando difficile il comportarsi 'correttamente'. Davvero non aveva bisogno che Trafalgar cambiasse idea perché Kid aveva perso la calma e aveva fatto una scenata.

E ora, avendo dato uno sguardo migliore a ciò che tutti indossavano, Kid si sentì ancora più fuori posto. Diavolo, anche i camerieri erano vestiti tutti con gusto e merda.

Fu felice una volta che raggiunsero l’interno dell’ascensore e che le porte si furono chiuse.

Fino a quando il ratto cominciò a muovere di nuovo la bocca.

"Se posso, Sir, il mio nome è Nezumi e sono l’umile manager di questa raffinata struttura da pranzo. Mi permetta di ringraziarla per la sua presenza; è bello vedere che
qualcuno giovane come lei abbia gusti così raffinati."

Kid smise di ascoltare il ratto per il resto della salita. Non gli piaceva quando le persone erano così garbate nei suoi confronti, non sapeva cosa fare, come reagire.

Ma odiava quando le persone erano 'carine' con lui solo per ottenere qualcosa da lui. Non sapeva cosa il ratto bastardo volesse, ma era ovvio da tutti i nauseabondi tentativi di arrivare a lui che il ratto volesse qualcosa in cambio. Non c’era bisogno di essere un genio per capire che fosse qualcosa che aveva a che fare con Trafalgar.

Kid guardò le luci sopra la porta crescere lentamente man mano che loro salivano, passando alcuni piani prima di fermarsi al quinto e ultimo piano.

Ingoiò il groppo di nervosismo improvviso che sentì in gola. Non era sicuro di come avrebbe dovuto agire con Trafalgar nuovamente intorno.

Prima del colloquio, Kid sapeva di dover essere educato il più possibile, di dover controllare il suo carattere, e cercare di essere il più 'normale' che poteva. Ma quando
Trafalgar aveva fatto la sua offerta, il rosso aveva gettato tutto dalla finestra, mostrando piuttosto un po’ del suo reale sé. L’uomo più grande non sembrava essere
contrario e gli sembrava strano provare a tornare indietro e cercare di tornare a comportarsi come uno studente tranquillo e mite. Ma se davvero stava per farlo, Kid non poteva rischiare di parlare a modo suo molto in caso Trafalgar decidesse di ritirare la sua offerta e cercare di trovare qualcun altro di meno fastidioso e problematico.

Il rosso quindi decise di giocare ad orecchio e cercare di tenere le cose con moderazione fino a quando non avesse completamente capito cosa fosse ciò che l’uomo più grande volesse da lui. (Non gliene importa niente di come parli Kid nd. Terry  Sì, infatti! Non ti dar tanto cruccio per questo ahahah^///^ nd. Clau)

Le porte finalmente si aprirono e fu il tempo per lui di affrontare l’uomo che probabilmente sarebbe stato un appuntamento fisso nella sua vita per i prossimi cinque anni.
Law guardò le porte aprirsi e rivelare l’unico che stava aspettando.

Osservò come gli occhi del rosso si sbarrarono su Law prima di fare una panoramica della stanza, assorbendo ogni dettaglio con quei suoi interessanti occhi.

"Benvenuto Eustass-ya, sono contento che tu ce l’abbia fatta."

Il rosso lo guardò per un momento e, anche se il giovane uomo cercava di nasconderlo, Law poteva vedere un lieve nervosismo nella sua postura. Dopo un momento, Kid annuì e camminò ulteriormente nella stanza, incorporando le cose. Law dovette evitare di sorridere più ampiamente quando il suo ospite notò le grandi finestre che racchiudevano tutta la stanza, fornendo una spettacolare vista, e si mosse per dare uno sguardo più ravvicinato.

Aveva scelto quella location esattamente per quella ragione, ricordando come Kid fosse rimasto affascinato dalla visuale nel suo ufficio scolastico.

Un piccolo movimento visto con la coda dell’occhio, gli ricordò di un’altra presenza nella stanza.

"Ben fatto, Signor Nezumi, può andare. Non vogliamo essere disturbati e nessuno dovrà entrare fino a quando non chiameremo."

Senza aspettare risposta, Law girò sui suoi tacchi e passeggiò fino a dove il suo ospite stava guardando oltre il pavimento, alle vetrate.

Law si fermò a pochi passi dal rosso, lo osservò guardare la vista della città con la punta delle dita leggermente appoggiata alla vetrata.

"Ti piace?" Chiede dolcemente.

Il giovane uomo si scosse come se improvvisamente si ricordasse di non essere solo.

"Uh, sì. Mi piace."

Law sorrise. "Ne sono felice. Ho scelto questa location perché ho pensato che potesse piacerti."

Kid si guardò i piedi decisamente nervoso. "Quindi, quando arriveranno gli altri? È un po’ strano che siamo gli unici qui."

Law sbatté le palpebre per un momento prima di veder apparire la comprensione. "Ah, non ci saranno altri. Ho affittato il piano per tutto il giorno."

Il rosso lo guardò con shock. "Hai pagato per l’intera sala?"

"Sì. Non voglio che ci disturbino e voglio che ci sentiamo liberi di parlare come vogliamo." Decise di non aggiungere che voleva che l’altro si sentisse a proprio agio con l’ambiente circostante.

Avere indiscreti occhi che cercavano di decifrare i suoi affari privati nella speranza di ottenere vantaggi su di lui o solo per  motivi di pettegolezzo, senza dubbio, avrebbero fatto sentire il suo prossimamente-amante molto a disagio.

E Law avrebbe preferito avere le attenzioni dell’altro solo per sé.

"Ma-ma questo-"

"Niente in confronto a ciò che sono disposto a fare per garantirti il massimo comfort."

Kid sembrò piuttosto addolcito da questa risposta e, avrebbe osato dire, lusingato.

Law fermamente chiuse lo spazio fra loro, lasciando solo una comoda distanza in modo da non mettere sotto stress il suo ospite. "Ambientazione a parte, devo dire che sono molto felice di vederti e di sentire che hai seriamente considerato la mia offerta. Cercherò di dimostrarti che la tua scelta è stata giusta."

Il rosso annuì, anche se non incrociò i suoi occhi. Law quasi si corrucciò. Anche se il giovane uomo gli aveva riferito di aver fatto la sua scelta, il suo comportamento chiaramente diceva che aveva ancora ansia e che fossero possibili dei ripensamenti sulla sua scelta. Law avrebbe dovuto essere cauto, sarebbe frustrante se il suo aspirante si negasse per un malinteso sulle intenzioni di Law sul loro accordo.

Un movimento catturò l’attenzione di Law, una mano che saliva a scompigliare i capelli rossi che, Law notò con piacere, non erano stati così addomesticati come durante il loro precedente incontro, le quasi sanguinose ciocche cadevano intorno al viso dell’altro e sfregavano sulle sue spalle, la luce del sole fluiva attraverso i fili dandogli un aspetto quasi incandescente.

Law ebbe l’improvviso desiderio di vederli sparsi su uno dei cuscini del suo letto mentre l’altro dormiva.

O magari durante altre più stancanti attività, e si chiese come si sarebbe sentito avvolgendoli intorno alla sua mano.

Era lacerato dai suoi pensieri, tuttavia, quando notò che la mano attualmente si lisciava attraverso i capelli, Law rimase in contemplazione.

Un bendaggio.

Sentendo la sua professionalità presa in causa, così come la preoccupazione per il suo ospite, parlò. "La tua mano."

Eustass lo guardò confuso prima che la comprensione attraversasse i suoi lineamenti scolpiti. Abbassò l’appendice in questione per il suo controllo.

"Posso darci un’occhiata?"

Il sospetto attraversò gli occhi del rosso, e mosse la sua mano solo per portarla più vicino a sé. "Perché?"

Law si trattenne dal roteare gli occhi di fronte alla natura diffidente dell’altro. Tuttavia suppose che dovesse essere una reazione radicata, e Law non conosceva molto della vita personale del giovane uomo, sapeva abbastanza da capire che non era stata facile.

In entrambi i casi, credette che fosse meglio chiarire le sue intenzioni. "Sono un medico e, come indicato nella mia offerta, il tuo benessere ha ora una importanza primaria rispetto al mio."

Il rosso semplicemente si corrucciò ancora. "Pensavo avessi detto di essere un uomo d’affari..."

Law suppose di dover elogiare l’altro per la sua memoria e la natura intelligente. "Sono entrambi. Ora, posso?"

Non aveva abbassato la sua mano stesa durante tutto il discorso.

Per un momento, Law credette che l’altro volesse fargli altre domande. Invece, Kid lentamente appoggiò la sua mano in quella di Law.

Vedendolo come una dimostrazione di fiducia, gentilmente la avvolse nella sua mano prima di usare l’altra per sciogliere lentamente la fascia intorno al pollice della mano sinistra del giovane.

Law portò la ferita più vicina al suo viso, già soddisfatto dal suo stato di pulizia, per ispezionare meglio i punti della piccola, ma profonda, ferita.

Attento a tenere le sue dita non sterilizzate lontane dal toccare la ferita in sé, cautamente mosse la pelle circostante per accertarsi della resistenza dei punti, annuendo con soddisfazione quando rimasero tesi.

Rimise a posto il bendaggio, con fermezza e rapidità come aveva fatto altre mille volte prima, quindi chiese. "L’hai fatto tu?"

Kid scosse la testa. "No, un amico."

Law inarcò un sopracciglio al disinteresse del giovane nel fornire ulteriori spiegazioni. "Il lavoro del tuo amico è molto buono, meglio di quello di alcuni 'professionisti' che potrei nominare."

Sentì una edificante sensazione quando il rosso accennò un sorriso. "Sarà felice di sentirlo."

Prima che l’uomo più giovane potesse reagire, Law sollevò la mano verso le sue labbra e premette un casto bacio sulla, ora completamente coperta, ferita, lasciando poi la mano e riprendendo velocemente la distanza.

Senza aspettare di vedere la reazione dell’altro, si voltò ed indicò un tavolo a pochi passi da loro.

"Lo facciamo?"

Kid si avvicinò al suo fianco e parlò un po’ fitto. "Prima, um, prima di fare questo, voglio farti sapere che ho domande a cui voglio una risposta prima di essere davvero d’accordo con qualcosa."

Law guardò al suo ospite ed annuì. "Certamente, è naturale che tu abbia domande. È del tutto ragionevole ed io farò del mio meglio per rispondere alle tue domande con completezza. Spero anche di dimostrarti che sono sincero. Ma prima…"

Fece ancora un cenno al loro tavolo, vicino alle vetrate naturalmente. Normalmente, non gli avrebbe importato dove si sarebbe seduto durante il pasto, ma Law aveva deciso di prendere quel particolare tavolo con Kid nella mente.

"Discuteremo i dettagli più fini della nostra futura relazione fino a quando non sarai soddisfatto, certo. Ma intanto, come prima cosa, durante il pranzo potremo cercare di conoscerci, e magari capire meglio quello che vogliamo?"

L’altro uomo lo guardò come se volesse dire qualcosa ma infine annuì e si fece avanti.


Continua…
 
 
  
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