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Autore: fiamma98    30/05/2015    1 recensioni
O'Neill's Carnaby Street, 6,53 p.m. Due giovani appassionati seduti ad un tavolo anonimo si avvicinano l'uno all'altra, quasi desiderando timidamente di sciogliersi in un tenero bacio, agli occhi dei pochi, o forse pochissimi presenti.
Due volti anonimi, apparentemente innamorati, dei quali solo quello della ragazza ci appare. Le sue labbra rosse, carnose, appariscenti attraggono subito l'attenzione di colui che ha la fortuna di osservarla; i capelli raccolti, eleganti, rossicci le circondano il viso in un modo così sinuoso che è quasi difficile descrivere; la sua veste semplice e bianca illumina la sua figura e quella del ragazzo che ha di fronte. Ed anche tutti gli oggetti vicini a loro, la tazza di caffè sul tavolo, la parete scura dietro di loro e perfino il triste quadro sbiadito e spento alle loro spalle assumono, grazie alla loro stessa presenza, una qualche luce particolare.. Ma loro, chi sono?
Questa one-shot partecipa al contesto- Storie nei dipinti indetto da Melinda Pressywig sul forum EFP :)
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                  La scelta di Margaret 
 
"Io non amo questo uomo. Non lo amo, e non lo conosco. O meglio, conosco quello che qualsiasi altra persona conosce di lui. Si chiama Edward Miller, ha appena ventiquattro anni e è un ragazzo come  ne sono altri: studioso, rispettoso, pieno di interessi, di speranze e di piani per il futuro. Ma tutta questa descrizione non è affatto originale, poiché togliendo nome e cognome e forse qualche altro suo peculiare aspetto fisico, essa può essere opportunamente riadattata per qualsiasi altro ragazzo benestante di Londra, senza suscitare la sorpresa di nessuna gentildonna o gentiluomo. Ebbene, di lui io non so altro." 
 
O'Neill's Carnaby Street, sei e cinquantatré p.m. Due giovani appassionati seduti a un tavolo anonimo si avvicinano l'uno all'altra, desiderando timidamente sciogliersi in un tenero bacio agli occhi dei pochi, o forse pochissimi presenti.  
Due volti anonimi, apparentemente innamorati, dei quali solo quello della ragazza scorgiamo con precisione. Le sue labbra rosse, carnose e appariscenti attraggono subito l'attenzione di colui che ha la fortuna di osservarla; i capelli rossicci raccolti elegantemente  le circondano il viso in un modo così sinuoso che è quasi difficile descrivere; la sua veste semplice e bianca illumina la sua figura e quella del ragazzo che ha di fronte. E anche tutti gli oggetti vicini a loro, la tazza di caffè sul tavolo, la parete scura dietro di loro e perfino il triste quadro sbiadito e spento  alle loro spalle assumono, grazie alla loro stessa presenza, una qualche luce particolare... Ma loro, chi sono?
 
                                                              ~~
 
Edward e Margaret, figli di rispettabili famiglie londinesi, rappresentano, agli occhi di tutti, l'ideale primo ed il modello più puro di come l'amore si possa manifestare a ventiquattro anni e pochi mesi. Edward Miller, residente nello Hampshire, con la sua fama nazionale rappresenta il miglior partito per Margaret Spencer, anch'essa di buonissime origini. Quest'ultima invece ha una caratteristica che la contraddistingue da molte altre ragazze della sua condizione sociale: è affascinante come un bocciolo a primavera, ma quando vuole ha il carattere di un serpente d'acqua dolce [...]
Per le strade affollate ed effervescenti di Londra non si parla che di loro, ed ogni pittore, scrittore, musicista si ispira sempre e solo a questa coppia per dipingere, scrivere e comporre musica. E quando loro stessi passano per queste strade mano per mano, con i loro vestiti leggeri e profumati, primaverili, i capelli spettinati dal vento, suscitano un' indicibile invidia mista ad ammirazione in tutti coloro che li guardano. Poi si fermano, lui si pone di fronte a lei, le rivolge uno dei suoi sguardi innamorati, le sorride con complicità, allunga le sue braccia sui fianchi della bella ragazza e le dà un bacio meraviglioso e folgorante, ma sulla guancia, perché "Meg, cosa penseranno di noi se ci scambiamo baci troppo passionali in pubblico, suvvia!" ... E tutti i presenti, che si sono fermati incuriositi, alla vista di questa scena, non possono  che sentirsi meravigliati dai due giovani: le ragazze arrossiscono e sospirano, sognando ad occhi aperti un prossimo amore; i ragazzi invece li deridono, si fingono superiori e indifferenti, ma nel profondo del loro cuore ne rimangono ammaliati e desidererebbero  essere al loro posto  [...]
 
"Riesco a scorgere gli sguardi gioiosi di tutti, percepisco i sospiri e i desideri  dei giovani  ma, al contrario di Edward, questa estrema gioia non mi tange in alcun modo. Vorrei urlare, farmi sentire, strillare a tutti che io non sono quella che tutti pensano, che io odio i matrimoni combinati e le convenzioni sociali in generale, che impongono ad ognuno una vita e un futuro che non desidera e che non ha mai desiderato. E infine odio me stessa, perché invece di farmi sentire e di parlarne con qualcuno, mi tengo tutti i miei pensieri dentro e continuo  a fingere con  Edward, con mia madre, mio padre e con tutto il mondo di essere quella che non sono. Se solo potessi comunicare a qualcuno questa mia condizione, di certo i miei pensieri non si affollerebbero così nella mia testa, non dovrei illudere chi mi sta intorno e non dovrei sicuramente apparire come la ragazza follemente innamorata, di bianco vestita,  di un quadro qualsiasi di un pittore qualsiasi." 
 
Ma come era nato quell'amore, o meglio, quell'amore combinato, tra i due?
Tutto era cominciato una sera, a un ballo organizzato dal Conte di Windsor in onore del suo dodicesimo matrimonio con una nobildonna parigina dal nome ignoto.. Quella sera Meg di dodici anni appena compiuti era stata accompagnata dalla madre Sophie Stuart ad un ballo elegante poiché " così voleva l'etichetta." Per l'occasione la ragazza indossava un abito bianco di pizzo lungo fino ai piedi con qualche fiocco qua e là ma senza esagerazioni. Nonostante non amasse questo tipo di cerimonie, era molto orgogliosa del suo aspetto e grata alla madre per averla accompagnata. Non sapeva, la poveretta, che mentre a lei la serata non era sembrata niente di speciale, la madre con quell'arte maliziosa che le è propria, aveva combinato il matrimonio di sua figlia con un giovane di nobile aspetto (Edward,appunto), decidendo perfino l'età che avrebbero dovuto avere i ragazzi : venticinque anni, non un mese di più né uno di meno. 
A detta della madre, la sola e unica organizzatrice del matrimonio, era stato il destino, in quel lontano diciassette luglio milleottocentosessanta a farle scegliere Edward Miller e non altri come sposo della sua Meg. Dopo quasi un'ora dall'inizio dell'evento ella si trovava seduta al suo tavolo con la piccola,senza aver ancora notato alcun ragazzo meritevole per Meg. Quando ormai stava per alzarsi e andarsene impettita, un bagliore di luce accesa, inspiegabile a quell'ora tarda e quasi accecante, illuminò il volto di Edward mentre  stava scendendo le eleganti scale per dirigersi proprio verso di Meg... E è così che madam Stuart non ebbe dubbi: era lui il prescelto. 
 
"Manca un anno, solo un anno, ed io sarò sposata ad un uomo che non amo, che non riesco ad amare. Perché non lo amo? Sono forse io la causa? Forse io non provo amore? Mi devo quindi considerare incapace di provare sentimenti? Che orribile condizione la mia...  Essere la promessa di un uomo affascinante, ricco, apprezzato, ottimista, onesto... Un uomo desiderato e amato da ogni donna, ma che, per qualche ragione a me ignota, non riesce in alcun modo a farmi suscitare quel brivido, quella scossa che credo si dovrebbe provare quando si ama qualcuno. Cosa dovrei fare ora? Ribellarmi e fuggite lontano, rischiando di essere considerata da tutta Londra come un essere spregevole e di far addirittura vergognare tutti i miei parenti di me? O rimanere qui e sposarlo fingendo a me stessa e agli altri di essere la felice madame Miller? Partecipare a danze, feste, colazioni, pranzi e cene sempre col sorriso sulle labbra e gli occhi felici, per non far nemmeno suscitare il sospetto di una mia altra natura? Dovrei quindi scegliere di vivere così?..." 
 
L'ultimo anno prima delle attesissime nozze stava giungendo al termine, con estrema gioia di tutti e in particolare di Sophie Stuart che, con sua grande meraviglia, vedeva tutta la città di Londra fremere e impazzire per conoscere almeno la data del giorno attesissimo. Per prima cosa fu decisa la chiesa dove si sarebbe svolto: la Chiesa di Saint Michael dove ogni ragazza di quella condizione sociale era solita sposarsi; in seguito fu decisa la data: il diciassette luglio del milleottocentosettantatré in onore di quel diciassette luglio in cui la madre ebbe l'onore di conoscere il dodicenne Edward Miller; come terza cosa, seguendo l'ordine di preferenza della madre, furono decisi i due diversi tipi di fiori che avrebbero dovuto ornare la chiesa: orchidee e rose di ogni colore. Per quarta, venne la decisione dell'abito per lei e per lui, scelti nella migliore boutique londinese, come di usanza. Per quinta, gli inviti : scritti su carta pregiatissima proveniente dalla Cina "con la più bella calligrafia per il più bello dei matrimoni", diceva madame Stuart. Di seguito ci furono, con minore importanza, la scelta delle pietanze, delle musiche, delle varie postazioni in chiesa, dei musicisti, dei vestiti delle damigelle, delle scarpe, dei cappellini per le signore e per i signori, eccetera eccetera... In tutta questa frenesia, la gioia mista a nervosismo era tale in tutti i componenti delle due famiglie che le reazioni furono molteplici.  Una parte di essi rimase tutto il giorno in casa per organizzare ogni minimo particolare; l'altra invece cercava ogni scusa plausibile e non per rimaner fuori di casa tutto il giorno e non essere quindi soggetto alla follia comune; di questi ultimi una minoranza si ritirarono perfino in campagna per tutto il periodo che precedeva il matrimonio..
 
" Mancano tre mesi, tre mesi, tre mesi, tre mesi. E mia madre si preoccupa più dei cappellini delle sorelle Wiston che del mio stato d'animo, di quello che provo. Perché nessuno mi comprende? Perché nessuno capisce cosa si nasconde aldilà dei miei sorrisi e dei miei occhi apparentemente felici? Voglio fuggire da tutti e da tutto."
                        
                                                  3 mesi dopo
 
Ed ecco che dopo anni e anni di attese, sogni, speranze, desideri era finalmente arrivato il giorno del matrimonio.
 
"Oggi la mia libertà, i miei sogni, la mia gioia finiranno.. Voglio fuggire da tutti e da tutto."
 
Era una giornata piovosa, nonostante l'estate ormai inoltrata e le previsioni favorevoli di madame Colbert ma, al contrario del tempo, gli umori di tutta Londra erano dei migliori.  Infatti, sotto migliaia e migliaia di ombrellini colorati, i cinquecentocinquanta invitati si affrettavano in direzione di Saint Michael per non perdersi l'inizio della cerimonia. Quando finalmente furono entrati tutti, le porte della chiesa si chiusero e la cerimonia cominciò. Come in ogni matrimonio che si rispetti, ci fu l'ingresso iniziale della dolce bambina dai boccoli biondi che lancia in modo assai grazioso i petali di rosa; poi l'entrata delle damigelle e infine Meg col suo vestito bianco e azzurro. Era bellissima, anzi deliziosa come il primo manto di neve invernale... Non vi fu persona presente che non si commosse. O meglio. Solo Meg non si commosse.. 
 
"Qualcuno mi aiuti, mi salvi dal mio inesorabile destino..."
 
                                                            ~~
Dopo quasi due ore la cerimonia giunse al termine con notevole dispiacere dei presenti che, per la bellezza e l'eleganza del matrimonio, avrebbero voluto continuasse in eterno... E anche quando ormai era passato del tempo da questo meraviglioso giorno, se ne continuava a parlare, risognando a occhi aperti. Ma in realtà, non era cambiato molto nella vita dei due giovani sposi : continuavano le loro passeggiate domenicali, i loro appuntamenti serali con i rispettivi genitori, le loro partite di golf con i signori Derrick e la loro vita quotidiana..
Ogni cosa sembrava andare per il meglio. Sembrava. Edward appariva ogni giorno più innamorato di Meg; la ricopriva di regali di ogni sorta e prezzo e di un amore indescrivibile. Meg..era Meg. Timida, introversa, a volte pur scontrosa. Certi giorni, sembrava essere lì presente con tutti gli altri, ma i restanti appariva come assorta nei suoi pensieri, mille miglia altrove e non vi era nessuno in grado di riportarla al presente, tanto la povera era spaesata. Che fosse una sognatrice lo sapevano tutti..Ma nessuno si sarebbe mai immaginato un simile atteggiamento disorientato.
 
"Quest'agonia, questo mio dolore indescrivibile deve finire, non può essere altrimenti."
 
 Un bel giorno, con una certa determinatezza che non le era propria, si recò da Edward e lo pregò di poter scegliere, per una volta, il luogo dove si sarebbero recati quel giorno per il loro abituale caffè delle cinque. Ed, sorpreso e felice di quel suo gesto inaspettato, rispose subito che gli avrebbe fatto molto piacere. È probabile che abbia pensato che finalmente avrebbe potuto conoscere l'anima della sua giovane sposa e che i suoi pensieri nebulosi che la facevano sembrare distante fossero spariti all'improvviso. Inconsapevole... Scesi dalla carrozza, i due giovani mano per la mano giunsero al locale di O'Neill's in Carnaby Street e una volta varcata l'entrata dell'umile bar e ordinato due caffè, lei prese la parola per prima e disse:
"Ed, ti devo parlare. "
  
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