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Autore: HatoKosui    30/05/2015    3 recensioni
Ame e Aoi sono due sorelle che si strasferiscono alla Iwatobi in un periodo inusuale, quasi alla fine della scuola. Hanno un passato strano, la più grande è chiusa in se stessa, la sorella minore, Aoi, dal canto suo si sente sola, persa in situazioni più dolorore di quanto sembri. Conoscono il vicino di casa Makoto e i ragazzi della Iwatobi, ma Ame sembra provare orrore e fastidio per tutto quel che riguarda l'acqua tanto da sopportarne a malapena la vista... Aoi cerca di aiutarla chiedendo aiuto a Rin, conosciuto da poco, ma nessuno si aspetta un'altro disastro imminente: il male non viene mai da solo!
[Storia senza pretese, che avevo scritto un anno fa e che ho publicato ora perchè mi hanno letteralmente pregato... Nonostante tutto ci tengo particolarmente a sentire le vostre opinioni, e spero con tutto il cuore che piaccia (anche perchè i ragazzi meritano eh u.u)!]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka Nanase, Nuovo personaggio, Rin Matsuoka, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 2: Possibilità.


Aoi e Ame andavano in classi separate, la prima con Nagisa e Rei, la seconda con Nanase e Makoto. Aoi era molto socievole, aveva una particolare propensione al sorriso e quando parlava con qualcuno lo teneva bloccato ore e ore a guardare il suo volto perfetto. Tuttavia, era timida. Timida quando si parlava di se, della sorella, di qualcosa che le interessava o anche solo quando le si chiedeva qualcosa. Per questo non era riuscita a fare amicizia con nessuno, nonostante tutti cercassero di avvicinarla. Fortunatamente con lei, in classe, poteva contare sull'allegria travolgente di Nagisa e sul temperamento tranquillo di Rei. Erano tutti seduti al cambio dell'ora, quando uno dei professori ritardava, che Nagisa le propose di andare, nel pomeriggio, a vedere gli allenamenti.
<< Allenamenti? >>
<< Si, noi facciamo parte del club di nuoto della Iwatobi e... siamo formidabili! >> Disse nagisa, con gli occhi puntati in un lontano posto indefinito oltre lo spazio conosciuto all'uomo.
<< L'allenamento inizia verso le 17:00 e di solito termina la sera, ma se vuoi puoi rimanere di meno... >> Precisò Rei, che sedeva accanto alla ragazza. Lei lo guardò molto sorpresa, rimanendo seria.
<< Ora capisco perché Ame ha fatto così, stamattina... >> Nagisa si sedette, girando la sedia e appoggiandosi con le braccia allo schienale.
<< Cos'ha fatto? >> chiese, vedendo Aoi preoccupata e assente. Rei spostò poco il banco.
<< C'è qualcosa che non va Aoi-san? >> La ragazza riprese vita, piano, con aria imbarazzata.
<< Oh, no, assolutamente. Io... pensavo allo strano comportamento di mia sorella, nulla di che. >>
I due ragazzi si scambiarono un'occhiata veloce e Rei si tirò su gli occhiali.
<< Aoi-san... possiamo chiedere che cosa c'è che ti preoccupa così tanto? >>
La ragazza bionda sorrise, imbarazzata. << Ma niente... è che... lei odia l'acqua. >> I nuotatori la fissarono seri << E quindi non ama chi pratica nuoto. Cioè, è una storia lunga e lei forse ha le sue buone ragioni, quindi mi chiedevo se fosse una buona idea invitarla a- >> Nagisa la interruppe inclinando la sedia verso di lei.
<< Aoi-chan! >> Lei saltò dritta per lo spavento << Vedrai che cambierà idea! Lo farà vedendoci! Vedendo Haru-chan! >>
Rei annuì con le braccia strette al petto << Già già. >>
<< Cosa centra Nanase-san? >>
<< Centra perché lui è... il nostro Asso! >>
Aoi si girò verso Rei sperando in qualcosa di più logico come risposta. << Nagisa-kun se le urli cose senza senso non capisce nulla. >> Sospirò di poco mentre Nagisa sorrideva << Nanase-san è un nuotatore con grandi doti. Lui è completamente in sintonia con l'acqua che lo avvolge e le sue bracciate sono formidabili e i suoi movimenti precisi e puliti, il suo respiro è adatto e... >>
<< Rei-chan, così la fai dormire... >> Lo interruppe Nagisa, apposta per farlo arrabbiare. E infatti andò a finire così. Aoi sorrise sommessamente a sentire quei due che si urlavano contro cose tipo “Ho solo detto la verità!” o “così sembri innamorato di Haru-chan!”. D'un tratto in classe entrò il professore, che, trafelato, ordinò a tutti di mettersi seduti e l'allegria scomparve, come giusto che fosse. Tutto tornò calmo e la piccola Aoi rimase a pensare.
<< è possibile, Ame, che la cosa ti faccia ancora così male, fino a questo punto? >>


Il pomeriggio di quel primo giorno di scuola fu un disastro. Aoi aveva insistito molto, tanto, TROPPO perché la sorella l'accompagnasse almeno a vedere gli allenamenti dei nuovi amici. Ame si era rifiutata, con tutte le sue forze, con tutte le parole possibili, con tutto ciò che le capitava attorno, ma non era riuscita a persuadere la sorella. Aoi sapeva fin troppo bene quanto la cosa fosse difficile o dolorosa per la sorella, ma stava insistendo così tanto per cercare di aiutarla, per cercare di cambiarla... o sperare di farlo.
Alle 16:50 le ragazze stavano scendendo le scale per poi imboccare la prima porta a destra e uscire fuori, dove la piscina all'aperto le aspettava sfavillante. << Wow >> Disse Aoi, estasiata da quei colori così accesi. Ame si manteneva a debita distanza da tutto quello e dalla sorella stessa che avrebbe potuto trascinarla chissà dove. << Ame-chan, Aoi-chan! >> Le chiamò raggiante Gou avvicinandosi alle due. << Siete riuscite a venire! >> Gou era sempre stata in contatto con Ame, fin da quando erano piccole, perché il padre delle due sorelle conosceva molto bene il padre di Gou e di suo fratello del quale tuttavia le ragazze conoscevano poco. Si erano sempre scritte lettere su lettere, perché Ame era stata la prima bambina a picchiare Gou senza un motivo preciso, per poi farci amicizia e legarci come non mai. Aoi dal canto suo, le reputava piuttosto strane, ma le amava comunque entrambe.
<< Siamo venute per vedere questi fantomatici allenamenti! >>
<< Oh, si! >>
Aoi si avvicinò a Gou << E anche i ragazzi >> La rossa rise, insieme all'amica << Assolutamente! >> Poi si girò sorridente verso Ame, che però era seria e per nulla rilassata. << A... Ame? >> Disse incerta Gou << Ciao... >> Ame la guardò, sforzandosi di sorriderle. << Ciao, Gou! >> La rossa allora credette magari in una semplice "giornata no", quindi lasciò correre. <>
Urlò alle sue spalle, ma i ragazzi stavano uscendo proprio in quel momento << Oh, eccoli >>
Aoi sorrise salutando tutti. Li osservava uno ad uno, notando quanto fossero perfetti e muscolosi, sopratutto il caro Makoto, che con la sua altezza emanava un'aria di protezione infinita. Sorrise a Nagisa che le corse incontro << Aoi-chan! Sei venuta! >>
<< Si, Nagisa-kun! Grazie per averci invitate! >>
<< Ame-san, ci sei anche tu...! >> Disse Rei, con le braccia al petto, guardando la ragazza che era rimasta piuttosto lontana dagli altri e si appoggiava al cornicione dei scalini che davano sulla piscina. << Si, ha insistito così tanto... >>
Makoto le sorrise << Siamo contenti di vedervi >> Ame si girò dall'altro lato e Makoto sorrise imbarazzato e dispiaciuto. << Beh, forza, date spettacolo! >> Urlò Gou d'un tratto, pingendoli via. Nanase era già in acqua e nessuno se ne era accorto, ma tutti lo presero come normale.
<< Ame, vieni, siediti >> le disse Gou, seduta sulla panchina.
<< No, no grazie. >>
Ame si concentrò il più possibile sui ragazzi e non sulla piscina. I loro corpi erano perfetti e sua sorella aveva ragione quando diceva che Nanase era perfetto in acqua – che poi glielo aveva raccontato Nagisa. Era a suo agio, la dominava, ci giocava, l'amava... e lei amava lui. Erano così in sintonia che sarebbe stato stupido pensare a qualsiasi altro modo di intendere l'acqua e le sue proprietà. Nanase era tranquillo. E lei era lì, a fissarlo, come una scema, arrovellandosi il cuore ed il fegato mentre pensava al peggio. E se fosse scivolato, avesse sbattuto o bevuto o se fosse svenuto per il sole o per la fatica o per qualsiasi altra cosa... il cuore le mandava fitte forti al petto. L'acqua l'avrebbe divorato, anche se sembrava così tranquilla. Aggrottò d'istinto le sopracciglia, preoccupata.
<< Nanase-san, hai superato ancora il tuo record! >>
Gli urlò Gou, sorridendo. Al suo fianco Aoi faceva il tifo per Makoto che combatteva una gara senza  senso con Nagisa. Ame portò il suo sguardo su di Rei. Lui era quello più lento del gruppo. Si allenava solo a farfalla e sembrava avere dei problemi di respiro, eppure anche lui nuotava tranquillo.
<< Ma che diavolo di problema hanno tutti? >>  
Dopo due ore i ragazzi uscirono per fare una pausa e Ame, che si era forse un po' tranquillizzata, si staccò dalla ringhiera della scala e si avvicinò al gruppo, mantenendosi lontana dalla piscina, ma girando dall'altra parte rispetto al cornicione d'uscita, accanto alla sorella.
<< SIETE FORMIDABILI! >> Urlò in preda all'euforia Aoi, applaudendo a tutti che ringraziavano con una specie di finta umiltà – e Makoto sorrideva imbarazzato. Nanase rimaneva apatico a tutto ciò che gli stava intorno e, anzi, pensò bene di avvicinarsi ad Ame che rimaneva comunque in silenzio. << Nanase-san >> disse la ragazza vedendolo avvicinarsi a lei.
<< Ame-san. >> Disse lui, a voce bassa. << C'è qualcosa che non va? >> Le chiese con sua grande sorpresa. Lei distolse lo sguardo, incapace di sostenere l'acqua che era nei suoi occhi.
<< No, nulla. Semplicemente non mi piace stare qui >> Nanase parve inarcare le sopracciglia, forse dispiaciuto – o forse era un'allucinazione di Ame.
<< Cioè >> si affrettò a dire lei << nel senso che non amo la piscina, ecco. >>
<< Capisco. >> disse solamente lui, distogliendo lo sguardo.  << Però... forse tu ti poni male nei confronti dell'acqua. >> Ame lo guardò.
<< Come scusa? >>
<< Non dovresti odiarla, altrimenti lei odierà te... >> Disse piano, come se non volesse farsi sentire pienamente dalla ragazza che però l'aveva udito perfettamente.
<< Lei odierà me? >> Sentì il dolore salirle in gola, trasformarsi in rabbia e premere per uscire << t..tu non capisci, lei già mi odia, lei mi ha fatto del male, senza un motivo, mi ha ucciso e... tu non puoi capire. >> Sentenziò infine. Haru la guardò sorpreso, con quei suoi occhi colore del mare, che tremavano per una qualche sensazione sconosciuta. << Non guardarmi, per favore. >>
Gli sussurrò lei, con il viso nascosto nei capelli biondi e gli occhi che per qualche motivo avrebbero voluto versare lacrime amare, ma che si imponevano di tenerle strette nel petto. Gli occhi del ragazzo ricordavano troppo l'acqua che tanto odiava.
<< Vado via. >> Disse ad Haru, perché gli altri non ascoltavano, ma parlavano tra di loro.
<< Lo sapevo, non sarei mai dovuta venire qui >>
Per superare il gruppo decise di aggirarlo, anche se questo avrebbe significato avvicinarsi di poco all'acqua, ma, almeno, nessuno l'avrebbe interrotta né sarebbe stata costretta a dare spiegazioni circa le lacrime o gli occhi rossi. Si incamminò e Haru la seguì con lo sguardo, ma non fece in tempo ad avvertirla che Nagisa, muovendosi con entusiasmo visto che stava battibeccando con Gou, le diede una botta.
Ame non ebbe il tempo di capire quello che era successo e neanche i presenti, escluso Nanase. Perse l'equilibrio e cadde in acqua sbattendo la gamba sul bordo della piscina che le provocò un dolore molto forte. La vista si appannò di colpo, tutto divenne azzurro e opaco, gli occhi le bruciarono come mai, il corpo era paralizzato dalla paura, il respiro le si mozzò senza nessun preavviso e, per cercare di riprendere aria, stupidamente, finì quasi per strozzarsi bevendo dell'acqua. Il cuore sembrò voler scappare via.
Poi chiuse gli occhi e avvertì che qualcuno la stava riportando su, tenendola per le braccia, stretta al petto. Quando uscirono dall'acqua e Haru si affrettò a vedere se stava bene, Ame peggiorò la sua situazione. Tossì, sputando acqua, il corpo tremante, gli occhi pieni di lacrime, il cuore a mille e le mani completamente abbandonate al tremore. Sentiva solo il suo cuore e non le voci dei ragazzi, sentiva il rumore del mare, l'acqua sulla pelle e il freddo a colpirla. << A...aiuto... >> disse piano, tra un colpo di tosse e l'altro. << Aiuto >> Ma nessuno sembrava sentirla, forse lo stava dicendo troppo piano, ma non avrebbe potuto fare altrimenti poiché non riusciva a riprendere fiato.
<< Ame! O mio dio, Ame, rispondi! >> La voce della sorella, lontana, oltre il rumore del mare, proprio come quella volta; anche quella volta Aoi era lontana da lei, al sicuro.
<< Ame-san... >> Questa voce era invece quella di Haruka, più vicina, ma totalmente irriconoscibile. Lui non c'era, in mare. Non c'era. E allora cosa stava dicendo? Cosa sentiva?
Qualcosa la strattonò, tanto da farla girare e da farle guardare in faccia la realtà.
<< Ame-san, siamo qui >> Le disse Haru, con gli occhi che le fissavano l'anima. E finalmente, guardandolo, si rese conto di aver perso il controllo. Ame si era resa conto di non essere né in mare, né di essere tornata a quel giorno. E davanti a lei c'era una persona che non sapeva nulla di tutto quello. Era circondata. Il respiro si fece più regolare, ma i suoi occhi si riempirono di lacrime, tanto da farle perdere quasi la vista definita degli occhi di Haru che aveva abbandonato il suo atteggiamento apatico per guardarla quasi spaventato. Con la mano la ragazza si prese la maglia bagnata, stringendola proprio dove sentiva il cuore farle male.
<< Che vergogna... Io sono stata di nuovo salvata, io non... non me lo merito, solo io. Ho combinato un disastro, contro di tutti... io ho fatto una cosa orribile... Davanti a tutti, davanti a lui, io ho... >> E di scatto, si alzò con le gambe tremanti, quasi lanciandosi in avanti, pur di scappare da quella situazione, da quella gente, dalla sua stessa sorella e sopratutto dall'acqua che si trovava negli occhi di Haruka.



-Note Autrice.

Salve ^_^ Sono contenta che il primo capitolo sia piaciuto e spero che piaccia anche questo!
Perdonate gli errori che potrebbero esserci anche se ho ricontrollato velocemente e fatemi sapere i vostri pareri!
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite e chi legge e sopratutto recensisce!

-HK
  
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