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Autore: lillilola    30/05/2015    3 recensioni
Camille è semplicemente bella, Daphne invece, è semplicemente sua sorella; le due hanno una cosa in comune oltre al sangue, il fatto che non si sopportano.
La guerra fredda in casa Shane dura da anni, e come tutte le guerre è destinata a finire prima o poi, e forse, se non fosse stato a causa di una caviglia storta nel momento sbagliato, le conseguenze non sarebbero state così dolorose, ma la teoria del caos è semplicemente questa: quella che a causa di un errore fa credere Daphne di essere la seconda scelta di tutti e come conseguenza fa credere a Camille di poter rubare il cuore a chiunque con il suo sguardo blu.
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E' stata un scena epocale, soprattutto perché continuava a vantarsi di avere vinto la possibilità di poter parlare con il suo idolo, per poi inciampare su uno dei vestiti che avevo lasciato per sbaglio sulle scale, e ruzzolare come un pesce lesso giù per tutta la rampa.
E indovinate chi ha visto tutta la scena? Io.
Indovinate chi ha potuto riprendere tutta la scena? Purtroppo nessuno.
-Camille Shane? – mi chiede la receptionist distraendomi.
Annuisco e mi giro.
-Carta d’identità per favore –.
Spero solo non si accorga che non sono io.
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3: CRAZY

"I go crazy, crazy, baby, I go crazy
You turn it on
Then you're gone
Yeah you drive me
Crazy, crazy, crazy, for you baby
What can I do, honey

I feel like the color blue"
 


 
La situazione mi è leggermente sfuggita di mano, tanto che sono quasi arrivata a dubitare di aver fatto troppo per dei miseri biglietti di un concerto, il dubbio svanisce quando mi ricordo che sono gli Imagine Dragons e che posso fare questo e altro.
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, il mio potere sono i biglietti e la mia responsabilità è la mia migliore amica svenuta a terra dopo aver gridato fino a incrinare il vetro del salotto, dopo aver visto Michael e Calum sul divano di casa mia.
Anche io sarei voluta svenire, visto che quello era il mio divano.
Ashton mi ha aiutata a portarla in camera mia per farla stendere sul letto, mentre mia sorella scriveva al telefono una probabile serie di torture nei miei confronti, sia psicologiche che fisiche.
Mi siedo a terra distrutta, anche se in realtà non ho fatto nulla, ho solo salito le scale mentre Ashton si portava in braccio la mia amica fino in camera.
Ma salire le scale è faticoso, sono troppo fuori forma per tutto quello sport, e a conferma di ciò mi accendo una Philippe Morris e mi siedo sul davanzale della finestra.
Ashton si siede sulla sedia girevole, che di girevole oramai non ha più nulla visto che dall’ultima gara di velocità con le sedie a rotelline non sono riuscita a fermarmi in tempo, e come Chuck Norris in Walker Texas Ranger mi sono lanciata durante la corsa mentre la sedia se ne andava dritta verso le scale.
- Perché mi guardi? – chiedo buttando fuori del fumo in modo seccato. Sono seccata un po’ per tutto, per avere gente in casa, per il fatto che Maya sia svenuta e per poco non sbatteva la testa sporcando il soggiorno di sangue, sono seccata perché so che tutto ciò avrà delle conseguenze, che ricadranno sicuramente su di me.Sono seccata anche dal fatto che Ashton si sia seduto invece di tornare giù con gli altri. Insomma, qui va tutto bene, non ho bisogno di una mano.
 - Fumare non risolverà i tuoi problemi -.
Non credevo fossimo già arrivati al momento “Psicologia portami via” della giornata.
 - Nessuno ti costringe a rimanere con me e la svenuta. Puoi pure tornare di sotto dai tuoi amici e da mia sorella – dico aspirando di nuovo.
Sento la porta aprirsi e vedo entrare mia sorella e il tipo biondo che ancora non si è presentato… Parlando del diavolo.
Entra e inizia a sbattere le sue lunghe ciglia ammaliatrici, e io mi trovo costretta a distogliere lo sguardo un po’ per non vomitare, un po’ perché fanno effetto anche su di me.
Il biondo si limita a seguire mia sorella incantato, e poi a raccogliersi quasi in preghiera al fondo del letto dove c’è sopra la mia amica, che nemmeno stesse morendo e quel tipo sembra stia facendo il rosario per lei.
 - Ho portato dell’acqua alla tua amica – mi dice venendo verso di me – te lo appoggio sul comodino, così puoi farla bere quando si riprende -.
Accenno una sottospecie di grazie, continuando la commedia che lei ha deciso di fare: “La sorella buona”, presto nei teatri della vostra città.
Solitamente non gliene sarebbe fregato molto se Maya fosse svenuta, caduta a terra, vestita da clown o morta buttandosi dal tetto di casa nostra, ma lei era la sorella buona al momento, e quindi doveva dimostrare a tutti che io ero la cinica bastarda, cosa tra l’altro vera in parte, mentre lei era la buona samaritana.
Mette una mano sulla spalla di Ashton e lo guarda fisso negli occhi. Mi sembra quasi di sentire il suo cuore aumentare il battito per lo sguardo super sexy che mia sorella gli sta rivolgendo.
 - Scendi con noi? Sai credo sia meglio lasciarle da sole –.
Non mi volto nemmeno a guardare la faccia rossa paonazza che probabilmente avrà quel ragazzo, mentre si starà probabilmente tenendo una mano sul pacco a causa di una possibile erezione dalla voce suadente di Camille, che come ci sapeva fare lei con i ragazzi non ci sapeva fare nessuno.
Nemmeno Sasha Gray.
Il tipo biondo guarda ancora la mia amica, adesso sembra più un maniaco che la vuole stuprare mentre dorme invece di uno raccolto in preghiera.
 - No, credo che resterò ad aiutare Daphne, non mi sembra la tipica crocerossina di cui ci si può fidare – mi giro a guardarlo basita.
Non sono abituata ad essere scelta al posto di Camille e la sua sensualità, e nemmeno lei è abituata a essere lasciata a causa mia.
Nessuna di noi è abituata a questo, e io non oso immaginare come lei possa reagire. Mi ucciderà nel sonno.
Il suo sorriso si spegne un attimo per poi tornare a splendere, in quell’attimo saranno passati tutti i pensieri omicida nei miei confronti.
 - Non preoccuparti, fai bene a rimanere con lei. È molto… - cerca di trovare le parole giuste – sbadata? – mi guarda e poi continua la lista – impedita? Apatica? Egoista? Cr..-
 - Puoi uscire da questa stanza? – dico io con il suo stesso tono.
Si porta teatralmente una mano sul cuore.
 - Non prendertela così tanto scemotta, stavo scherzando – mi ucciderà, me lo sento.
 - Resto anche io qui, d’altronde è in parte colpa mia se è svenuta – dice il biondo.
Ora ne sono certa al 101%. Mia sorella mi ucciderà.
Essere abbandonata all’improvviso da due dei suoi idoli deve essere un colpo basso.
Credo stia quasi per tentare di dire che rimane qua anche lei, ma non sopporta la mia vista, né quella di qualsiasi altra persona provi più simpatia per me che per lei. Tipo Maya.
- Okay, fate bene. Magari dopo vi raggiungo -
Ma magari anche no.
Esce dalla stanza chiudendosi delicatamente la porta dietro, e io mi avvicino al bicchiere che ha portato alla mia migliore amica.
Annuso, se effettivamente quella che c’è dentro è acqua, e poi assaggio per assicurarmi che non ci sia nulla di strano.
 - Non ti fidi? – chiede il biondo.
Sorrido guardando l’acqua e ci spegno dentro la sigaretta.
Camille è una vera stronza vendicatrice, le avevo rovinato la giornata con i suoi nuovi idoli, e se la prendeva con la mia migliore amica. E' un vero colpo basso.
 - Che cosa fai? – chiede stupito Ashton.
 - Quella stronza ci ha messo dentro del limone. Maya è allergica al limone, e mia sorella lo sa benissimo – mi avvicino al mio letto e prendo la bottiglietta d’acqua che ho nel cassetto – se Maya mangia o beve del limone passa la giornata a vomitare in bagno – apro la bottiglietta. - 
 - Magari si era dimenticata – cerca di difenderla il ragazzo che non conosco.
Mi giro a guardarlo.
 - Certo – sussurro.
Svuoto la bottiglia di acqua in faccia a Maya che si sveglia di scatto.
 - Svegliati principessa! – grido ridendo.
E forse nel DNA della mia famiglia c’è un po’ di sadismo.
 - CHE DIAMINE S… - sta quasi per prendersela con me quando ammutolisce appena vede il biondino di cui ancora non conosco l’identità al bordo del suo letto.
 - Ti prego non gridare – dico prima che finisca o in shock o in uno stato mentale in cui si crede un megafono e trova quindi giusto gridare finché ha voce.
Preparo le mie orecchie, anche se ormai credo di essere sorda, quando Maya mi stupisce. Come fa sempre.
 - Ciao, mi chiamo Maya – allunga la mano verso il tipo, fregandosene di essere appena svenuta e momentaneamente lavata, e si comporta come se fosse tutto normale – sono una vostra fan – sorride, e lei è bellissima quando sorride, anche quando si trova nelle stesse condizioni di un cane bagnato, è una meraviglia.
Mi allontano lasciandola al suo momento.
 - Sono Luke, è un piacere conoscerti -.
Torno sulla finestra e mi accendo un'altra sigaretta e inizio a canticchiare Crazy .
Ashton si alza e va verso di lei, poi si toglie un fiore dai capelli e lo mette tra quelli della mia amica, che bagnati come sono daranno inizio a una foresta di fiori, ma non importa.
È un gesto dolcissimo quello che ha fatto quell’hippie, e se la mia migliore amica è felice, io sono felice, non mi importa più se Camille mi ucciderà nel cuore della notte a causa di questo.

 
 
Mi sono chiusa in camera la notte, o meglio in realtà non ho dormito a causa del mio livello di nerdaggine. Dovevo finire di giocare a Call Of Duty, e quel gioco non si finirà di certo da solo.
Verso le quattro decido che è ora di andare a fare colazione visto che il sonno è completamente sparito.
Mio padre non è tornato a casa ieri, ha detto che ha un importante operazione il giorno dopo, e che quindi sarebbe rimasto in ospedale a dormire, entrambi sappiamo benissimo che in realtà è andato dall’amante di dieci anni più giovane.
Non capivo perché non ce ne voleva parlare, soprattutto perché frequentava quella donna da almeno due anni.
O almeno, io è da almeno due anni che lo so. L’ho scoperto per sbaglio quando un giorno rovistando nel cesto della biancheria sporca stavo cercando la mia felpa perché avevo dimenticato dentro il pacchetto di sigarette, e tra il tumulo di cose, ho trovato uno scontrino di una gioielleria, diceva:” braccialetto argento. 125.43 $”.
Per lo stesso motivo lui un paio di settimane dopo, rovistando nel cesto della biancheria ha trovato un mio pacchetto di sigarette.
Chi avrebbe mai detto che si scoprivano così tanti segreti rovistando nei panni sporchi.
Avrebbe dovuto presentarcela prima o poi, soprattutto perché oramai nessuno faceva più caso a chi passava di qui, e poi a chi importava se nostro padre aveva un’amante?
Nostra madre era morta per essersi maciullata il fegato con l’alcool circa cinque anni fa, e l’unica persona che ha pianto al suo funerale era il venditore del negozio di alcolici.
Sospiro scendendo in cucina e andando verso la dispensa dei cereali.
Appena apro lo sportello, l’unica cosa che trovo sono quegli stupidi biscotti integrali in fibra che si mangia mia sorella convinta che facciano bene. Io sono convinta che ti facciano solamente andare al bagno.
Probabilmente Camille ha finito i miei cheerios in un momento di depressione quando per la prima volta è stata messa in ombra.
Sono quasi dispiaciuta per lei, ma poi mi ricordo che ha rifilato del limone alla mia migliore amica sapendo bene che ne è allergica.
La mia pietà nei suoi confronti svanisce, mentre la mia fame invece di svanire aumenta.
Apro il frigo e la desolazione al suo interno per poco non mi fa piangere come una ragazzina emotiva che guarda “Titanic”.
Lo chiudo tristemente e ci sbatto la testa addosso, e qualcosa nel mio cervello, forse a causa del colpo che mi sono data, mi dice che devo andare a fare la spesa, o almeno andare a comprare il minimo necessario per la mia sopravvivenza: latte e cereali.
Sono troppo pigra, e troppo incapace per cucinare. Soprattutto incapace.
Prendo il portafoglio delle emergenze, quello che papà ci lascia quando non torna a casa, mi metto la giacca, che capisco che l’Australia è bella e dicono che il clima è fantastico, ma vi dicono solo grandi stronzate. Perché anche qui fa freddo e anche qui è una merda.
Sono in pigiama, e sono troppo pigra per andare a cambiarmi. Pigra, affamata e anche un po’ spaventata all’idea di tornare al piano superiore e trovare mia sorella con un coltello in mano che tenta di uccidermi, visto che non è ancora passata a trovarmi questa notte. E lo so che guardo troppi film horror.
So anche che ho una fervida immaginazione e mi faccio venire paura da sola.
Prendo le chiavi, ringrazio chiunque ci sia in ascolto perché il mio mp3 è nella tasca della giacca e quindi non mi tocca tornare su con il terrore di un’accoltellata a sorpresa, ed esco in direzione del discount del motel a dieci minuti da qui, aperto 24 ore su 24.
Metto le cuffiette e inizio a camminare, ma nemmeno il tempo di due minuti e scopro che oggi è una di quelle giornate dove non importa cosa stai facendo, o ascoltando, perché sei troppo impegnato a pensare.
Passano le canzoni e l’unica cosa che riesco a sentire sono i miei pensieri. Odio quando succede, e di solito non va mai a buon fine.
Penso a ieri, ai quattro tipi in casa mia, penso che mi sono divertita anche se non ho voluto ammetterlo, e che mi erano simpatici. Penso che è la prima volta che qualcuno sceglie me, e la cosa mi fa sorride come un’ebete, ma tanto per strada non c’è nessuno che mi vede quindi posso sorridere quanto voglio.
Scoppio a ridere da sola quando penso al mio scontro con il povero Michael, e se ci fosse stato qualcuno a guardarmi in questo momento mi avrebbe preso per una povera pazza che gira da sola nel pieno della notte in pigiama.
Tanto a quelli del discount non interessa se vado in pigiama o vestita normale, non mi hanno mai detto nulla riguardo al mio abbigliamento.
Mi è dispiaciuto quando se ne sono dovuti andare, mi è dispiaciuto soprattutto perché ero consapevole del fatto che non sarebbero più tornati. Ero quasi triste.
Con il solito pensiero finale di felicità e gioia di ogni mio ragionamento, torno a guardarmi attorno e ad ascoltare la musica. Non mi sono accorta di aver sorpassato il motel.
Faccio retrofront e spero che niente disturbi la mia missione verso il cibo, soprattutto perché sono affamata.
Entro nel mio negozio preferito e mi dirigo a prendere ciò che mi occorre prima di farmi il solito giretto nella zona dischi.
In questo posto ti vendono i dischi che le persone dimenticano nelle camere, e li fanno a un prezzo stracciato. Solitamente sono quasi tutte musiche soft per dare un’atmosfera elegante al sesso mentre ti sbatti una prostituta, ma a volte si trovano dei dischi buoni, e infatti, all’orizzonte, non sfugge alla mia vista da falco un cd degli Aerosmith nel ripiano in mezzo sulle destra.
Deve essere mio. Non importa come.
Mi guardo attorno per vedere se qualcun altro ha notato quella meraviglia al modico prezzo di 0,99 dollari, il che è da stupidi, visto che sono le ormai quattro e mezza del mattino e non credo che qualcuno abbia voglia di comprare dei cd a quest’ora.
Mi avvio verso il mio obbiettivo, quando sento il rumore di qualcuno che corre alle mie spalle, il che vuol dire solo due cose: o c’è una rapina in corso oppure quel tipo ha urgente bisogno di qualcosa contro la diarrea.
Mi sposto un attimo, giusto per farlo passare, quando noto non sembrare né un rapinatore né uno con problemi gastrointestinali.
Si gira a guardarmi con gli occhiali da sole sul viso, che mi chiedo che diamine ci fa uno con gli occhiali da sole in un posto chiuso, cos’è paura del riflesso della luce del frigo nel reparto surgelati?
Non so esattamente il motivo per cui ho iniziato a correre pure io, so solo che sentivo in pericolo la vita del mio cd.
Il tipo con gli occhiali, sempre correndo si ferma davanti al cd e lo prende, mentre io sto ancora correndo nella sua direzione, intenzionata a ucciderlo nel caso non avesse voluto darmi il cd con le buone.
Continuo a correre, e mi accorgo troppo tardi che questo è l’unico discount con il pavimento liscio, e che io ho le scarpe con la suola che sembra una sottiletta, ciò significa che non riesco a frenare.
Ribalto il tipo finendoci addosso, e ribalto pure metà scaffale dei cd.
 - Merda – lo sento dire.
Potrei pure avergli rotto l’osso del collo, ma non mi interessa, e da infame quale sono, prendo il cd che tiene tra le mani mentre è steso a terra con me sulla schiena.
 - Daphne, sei innanzitutto una persona orribile e seconda cosa dovresti smetterla di andare addosso alle persone e…-
Un commesso arriva di corsa a vedere che è successo, mentre io mi ritrovo completamente confusa dal fatto che il tizio con gli occhiali mi conosca.
 - Daphne – dice il commesso che si chiama Tom, e che mi conosce bene – sei un disastro – mi aiuta ad alzarmi – sei consapevole che dovrai rimettere apposto vero? –
Annuisco colpevole.
Il tizio rimane a terra e si gira a pancia in su a guardarmi con attorno tutti i cd di musica soft.
 - Stupidi Aerosmith – dice Ashton mentre io scoppio a ridere.
 - Mi darà una mano lui a mettere apposto – dico indicandolo e continuando a ridere, che sono felice di averlo incontrato di nuovo e di aver ribaltato lui e non un perfetto sconosciuto a cui dover pagare una causa per “atti violenti”.
 - È sempre un piacere rivederti, Animale – .


Miao Ciambelline :3
E' tardi, lo so, ma mi sono persa a guardare la prima stagione di Doctor Who. Ho avuto la geniale idea di ri-iniziae a guardare la serie tv, giusto perché la mia vita sociale è troppo attiva e quindi volevo trovare del tempo per me (in realtà sto mentendo. Non ho una grande vita sociale oltre cibo\computer).
Anyway, avete notato che ho cambiato la intro? Faceva schifetto quella di prima, lo so.
Ma tipo solo io prima di scricere la parte autore ho u nsacco di idee che si volatilizzano nell'esatto momento in cui inizio a scriverla ? Insomma, mi sembra di non riempirvi abbastanza delle mie cavolate, mi piace abbondare oh oh oh.
Appena mi verranno in mente le cose che volevo scrivere, modificherò il capitolo e aggiungerò cose tramite i P.S. 
Mangiate tanti biscotti piccole ciambelline, e grazie per le recensioni e per non essere ancora venute a trovarmi sotto casa minacciandomi di morte.
Un bacio dolcioso,
Lily**
   
 
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