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Autore: slashsriffs    31/05/2015    2 recensioni
Los Angeles, 1987.
Lisa ha vent'anni, vorrebbe divertirsi ma non può, perchè dentro di sè sente di averne ottanta.
Una sera di maggio incontra Slash, un chitarrista squattrinato che insieme al resto della sua band riscuote una certa notorietà nella città degli angeli.
La loro può sembrare una passione durata una singola notte fatta di alcol e forse stupefacenti, ma le cose cambiano quando da sobri un paio di occhi neri ritrovano le grandi pupille chiare che lo avevano tormentato notte e giorno.
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Superati le 10k letture e i 550 voti favorevoli su Wattpad.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il sole bruciava sulla sua pelle candita, sembrava brillare, tanti microscopici cristalli luccicavano confondendosi con i piccoli puntini rossi che sembravano morsi di zanzare o morbillo, tutti a decorarle le braccia esili.
Pensava, le labbra accennavano ad un lieve sorriso e i capelli ricadevano disordinati sulla sabbia calda, alcune ciocche erano ancora bagnate, sentiva alcune gocce percorrerle ancora la fronte, non avrebbe saputo dire se fosse stato sudore o i resti dell’oceano sul suo corpo.
Il costume che aveva indossato le metteva in risalto le forme, si godeva quei momenti di pace lontano dal caos delle città e dai concerti.
Le venne in mente quando lei e Slash avevano trascorso insieme i primi giorni di vacanza tra un viaggio e l’altro, quando avevano bisogno soltanto di un gelato ed un film, una bottiglia di vodka o Jack Daniel’s e i soliti amici, una festa intima e un paio di canne, poi il buio, una torcia per guardargli gli occhi e per baciargli le labbra e abbraccialo sino al mattino dopo.
Voltò lentamente il capo, portando una mano poco sopra i suoi occhi per coprirli dai raggi del sole e osservò con piacere che anche il resto della band era lì.
Axl era disteso supino, proprio come lei, i capelli legati con la bandana che stamattina gli liberava la vista dal ciuffo rosso ribelle, i boxer erano l’unico indumento che lo coprivano dal sole, il petto completamente sudato e quel sorriso malizioso, sembrava che quell’espressione gliel’avessero impressa sul viso.
Duff e Slash stavano parlando di riff e nuove melodie, il primo al riparo sotto un ombrellone rosso, se avesse potuto avrebbe evitato il caldo torrido e asfissiante. Slash invece, dotato di un paio di Carrera scure, sembrava non accusare il calore che lo faceva sudare ed ogni tanto si voltava nella sua direzione, lo aveva visto qualche volta, sentiva i suoi occhi su di lei anche se c’erano un paio di vetri scuri a nasconderli.
Izzy e Steven invece erano in riva al mare, riusciva a scorgerne soltanto le figure. Il primo era seduto e le dava le spalle, la pelle chiara quasi quanto la sua, era stato l’unico a non tuffarsi in acqua, forse ne era spaventato. Steven invece non stava fermo un attimo, continuava a parlare anche se Lisa sapeva che Izzy non lo stava realmente ascoltando.
Anche lui pensava e forse i suoi pensieri erano gli stessi che tormentavano Lisa.
Due come loro, che si amavano e lo negavano, che si volevano e lo nascondevano.
Una come Lisa, una confusionaria assurda, una che non nascondeva niente ma che quando era innamorata lo sopprimeva.
Uno come Izzy, abituato a vincere facile, che prendeva le decisioni anche per gli altri, che non sapeva capire i sentimenti, che arrossendo dava la colpa alla birra. Due come loro, uno innamorato e l’altra che non lo sa.
Due come loro, una che da sola non sa stare e l’altro che con se stesso passa gran parte del tempo.
Due come loro, che non litigavano mai e se lo facevano si riappacificavano il minuto dopo perché in colpa, che dividevano lo stesso letto perché troppo stanchi per raggiungere la propria stanza, stringendosi ma mai troppo forte.
Due come loro non sarebbero stati mai niente ma non sarebbero riusciti neanche mai ad essere qualcosa.
Due come loro che si evitavano ma si cercavano con gli sguardi e le parole sussurrate.
Izzy l’amava, dio se l’amava! Avrebbe fatto di tutto per lei.
Ma anche se Lisa lo sapeva, fingeva di non accorgersene, ma lui l’amava e lo faceva segretamente, senza dir nulla.
Eppure, pur non ricevendo nulla in cambio, Izzy avrebbe continuato ad amarla, anche se da lontano.
 
 








Si ricordò di dover chiamare Meredith e lentamente si alzò, sentiva la sabbia su ogni centimetro della sua schiena che già le bruciava, nonostante Slash le avesse spalmato la crema protettiva.
L’estate sarebbe a breve terminata, dinanzi a lei un inverno freddo da trascorrere con una sigaretta tra le labbra e una tazza di caffè tra le gelide mani.
Per questo si lasciava riscaldare dal sole.
Scosse leggermente le spalle per liberarsi dalla fastidiosa sensazione dei granelli alla base del suo collo e si affrettò a raggiungere Duff al riparo dai raggi solari, per dare un po’ di sollievo ai suoi piedi scalzi che non ne potevano più della sabbia bollente.
Slash la guardava, e più la guardava più se ne innamorava, come se quel sentimento che non riusciva ad esprimere gli scorresse nelle vene e gli aprisse la mente e il cuore.

“ Vado in camera a chiamare Meredith “ disse, voltando il viso nella sua direzione per scovarvi gli occhi scuri di Slash che la stavano osservando dal preciso momento in cui l’aveva seguita sulla spiaggia.

Si erano rincorsi sulla riva tra la schiuma bianca del mare e ne avevano approfittato per un bagno rilassante, il corpo di una attorcigliato a quello dell’altro, si erano lasciati cullare dalle onde che li avevano riportati lentamente a riva, dove Steven li attendeva per una gara di castelli di sabbia, alla quale Lisa non aveva voluto partecipare, preferendo andare a riposarsi distesa sulla sabbia.

“ Va bene “ le aveva semplicemente risposto Slash, perdendo lo sguardo tra i suoi lunghi capelli scuri che le arrivavano a coprire il fondoschiena , alcune ciocche si erano arricciate e gli avevano riportato alla mente la ragazza dalla selvaggia chioma bionda all’uscita del Rainbow.

Era più forte di lui, non riusciva a non pensare al giorno in cui l’aveva vista per la prima volta, a quanto era bella seppur oscena.
Prima di lasciare il suo posto all’ombra, Lisa portò una mano tra i capelli arruffati di Duff, che la rimproverò scherzosamente, per poi guardarsi intorno e notare che Steven si stava avvicinando ad Axl, poiché di Izzy non ce n’era più traccia.
Forse aveva deciso di camminare un po’ da solo in riva al mare come successe a Boston, dove nessuno riusciva a trovarlo.
Non ci pensò molto, si apprestò a raggiungere il piccolo ingresso decorato con fiori dai colori sgargianti in modo da sfuggire ai raggi solari.
Si sentì quasi sollevata nel notare che la hall era un piccolo e fresco ambiente, quell’hotel andava sicuramente inserito tra i suoi preferiti.
Quello che Lisa pensò essere il portantino la salutò cordialmente, non si accorse della languida occhiata che le rivolse, era troppo ansiosa di sapere se Meredith l’avrebbe raggiunta.
Evitò l’ascensore, sarebbe stata più veloce a raggiungere il primo piano salendo due gradini alla volta, anche se la moquette rendeva il tutto sempre più difficile. Non appena s’immise nel piccolo corridoio, si guardò intorno, cercando di ricordare il numero esatto della sua camera e di non invadere la privacy di qualche altro cliente, anche se erano quasi tutte occupate dalla band e dal gruppo di persone che lavoravano per loro.
Finalmente ricordò che la sua camera era proprio l’ultima a destra, il numero diciassette era stato intagliato nel legno a caratteri cubitali e colorato con dell’oro, impossibile non vederlo.
Sentì degli strani rumori provenire dall’interno della stanza, corrugò le sopracciglia e cercò di ascoltare meglio, forse qualcuno stava rovistando tra le loro cose e magari avrebbero portato via un po’ di roba o soldi.
Non ci pensò due volte, si lasciò alle spalle quel briciolo di paura che si era impossessata di lei inizialmente e con uno scatto improvviso e veloce spalancò la porta.
Restò immobile scorgendo la figura di Izzy sistemare la sua valigia sopra il secondo letto della camera, come sempre qualcuno avrebbe dovuto condividerla e toccava sempre ad Izzy, dato che Axl preferiva dormire da solo e Steven e Duff erano diventati inseparabili nell’ultimo periodo.

“ Hey, mi hai spaventata “ disse, la voce flebile accompagnò i suoi passi sordi sulla moquette.

“ Mi dispiace, non volevo “ le dava le spalle, nascondendo il nervosismo e tutto quel miscuglio di emozioni che si erano impossessati di lui dal momento in cui aveva sentito la sua voce.

“ Condividi di nuovo la camera con noi?” le labbra di Lisa accennarono ad un sorriso che però Izzy non ebbe la fortuna di vedere.

“ Già, Axl rompe il cazzo dicendo di volere una camera singola “ sbottò, restando però impassibile all’udire i suoi passi avvicinarsi.

“ Situazione imbarazzante “ si azzardò allora a dire la ragazza, mordendosi poi il labbro inferiore.

“ Direi di si “  rovistava disordinatamente tra i vestiti che si era portato dietro, in cerca di cosa? Non lo ricordava neanche lui.

“ Credo che la cosa migliore per entrambi sia dimenticare “ disse a quel punto Lisa, con chissà quale coraggio.

Izzy si voltò lentamente, una bandana scura si confondeva con i suoi capelli, una maglietta bordeaux troppo lunga e larga per lui e un paio di pantaloncini chiari entrarono subito nella visuale di Lisa, la quale non riuscì a distogliere lo sguardo dalla sua espressione sorpresa e ferita.

“ Non puoi chiedermi di dimenticarti, Lisa. Davvero, non puoi. Sarebbe la domanda più crudele che potresti farmi “ scosse leggermente il capo, i suoi occhi chiari le perforavano la pelle sino a giungere all’anima.

“ Ma.. “ avrebbe voluto parlare ma la verità era che non sapeva cosa dire.

“Perché ci ho provato, giuro. Fidati, ci ho provato tante di quelle volte da non riuscire piú a tenere il conto. Faccio finta di niente, vado a letto con decine di ragazze, mi faccio fino a star male! Ma la sera.. La sera scoppia il dramma, mi vieni in mente tu e non riesco a dormire . Rido, ma non perché ci sia qualcosa che mi diverta davvero. Non mi viene da piangere. Non sento nessun vuoto” con una mano si toccò il petto circa all’altezza del cuore mentre l’altra fendeva l’aria nervosa.

“ Ma autoconvincersi non serve a niente “ restò fermo, quasi come se gli occhi di Lisa lo stessero paralizzando.


“ Izzy.. “ si avvicinò di mezzo passo, indecisa su cosa fare o cosa dire.

“ Non serve a niente perché io ti amo, Lisa, e in un certo senso me ne vergogno. Dannazione, mi sono innamorato della donna di uno dei miei migliori amici! Slash è come un fratello per me, non potrei mai ferirlo a tal punto “ con il capo chino, raggiunse il bordo di quello che sarebbe stato il suo letto in quei due giorni  e si sedette nascondendo il viso con le grandi e ruvide mani.

Le venne spontaneo raggiungerlo velocemente e stringerlo in un abbraccio, uno di quelli che non si scambiavano da troppo tempo, uno di quelli che sapeva l’avrebbe legato a lui per sempre anche se inconsciamente.
Mentre le sue mani accarezzavano la sua schiena, le dita potevano rincorrere la spina dorsale, cercando di infondergli quel coraggio che mancava anche a lei, sussurrò al suo orecchio che avrebbe dovuto fare una telefonata.
Una scusa banale per non vedere Izzy in quello stato e per evitare che le lacrime scendessero a bagnare anche il suo viso.

“ Ti lascio sola “ disse, alzandosi per raggiungere la porta ed uscire da quella stanza il più in fretta possibile.

“ Izzy?” lo fermò prima ancora che lui avesse fatto più di due passi, non aspettando che si voltasse per parlargli.

“ Non sparire “ gli intimò soltanto, e vide le spalle rilassarsi lentamente mentre le sue braccia cadevano lungo i fianchi.

Lo osservò andare via, come se quello fosse stato il loro addio, nascosto al mondo, all’interno di quattro mura.










Si sentiva intorpidita, il sole l’aveva forse stordita e la testa iniziava a farle male, pensò ad accendersi una sigaretta subito dopo l’attesa telefonata.
Ricompose velocemente il numero di Meredith, ansiosa di sentire ancora la sua dolce voce.
Aspettò, uno squillo, due squilli, tre squilli ma Meredith sembrava non essere in casa. Strano, pensò, erano le tre e mezza del pomeriggio, aveva anche tardato a chiamarla.
Si arrese dopo diversi tentativi, non ricevendo alcuna risposta.
Ma subito la voce di Duff che proveniva dall’altra stanza e che chiamava il suo nome la distolse dai suoi pensieri.
Prima di lasciare definitivamente la sua camera, prese una delle sue Lucky Strike, la portò alle labbra e aspirò profondamente dopo averla accesa.
Si guardò intorno e abituata al disordine si incamminò lentamente nella stanza affianco.
Duff era appoggiato alla parete opposta alla porta di legno laccato, le braccia incrociate sul petto nudo e sudato e gli occhi fissi e divertiti, un sorriso malizioso a descrivergli il volto fine. Con la testa gli indicò l’entrata della sua camera e una volta varcata la soglia tutto quello che Lisa avrebbe voluto fare era urlare. Meredith, più bella che mai, la stava aspettando a braccia aperte, un sorriso a trentadue denti e tanta voglia di parlare.
Lisa osservò attentamente quella che considerava una sorella, le era mancata così tanto e quello era il più bel regalo che avesse mai potuto farle.
Si voltò verso Duff, cercando di capire se tutto quello era reale e quando vide l'amico sorriderle ed avvicinarsi annuendo lentamente, non potè far altro che incurcare le labbra mentre sentiva i suoi occhi diventare lucidi.
Si voltò diverse volte ma di suo fratello Tyler neanche l'ombra. Forse era troppo impegnato tra Anne e il suo lavoro. 
Ma poi, tornando a rivolgere lo sguardo su Meredith, Lisa scorse i suoi occhi luminosi scurirsi subito dopo, rattristandosi dinanzi alla sua vista.
Le braccia si abbassarono lentamente, il sorriso scomparve e lo sguardo di Meredith era fisso sul corpo della migliore amica, sulle gambe e sulle braccia fin troppo esili, sulle occhiaie e soprattutto su quelle decine di puntini rossi che le segnavano le braccia all’altezza dei gomiti.
Le labbra strette in una linea, i capelli che le ricadevano dinanzi al viso, Duff che era alle spalle di Lisa si accorse del cambiamento di Meredith e potè leggere il disgusto e la paura all’interno dei suoi occhi azzurri, che gli ricordavano quelli di Mandy.
Lisa restò in silenzio, la sigaretta a mezz’aria tra le due dita fu violentemente presa dall’amica la quale le diede le spalle, raggiungendo il piccolo divano che adornava la semplice stanza illuminata dalla sola luce del sole.
Non la guardò neanche una seconda volta, si stese per quanto la sua statura le permise di farlo, lo sguardo perso nel vuoto e la sigaretta portata nervosamente alle labbra, Lisa aveva capito così come Duff.
Lentamente il bassista indietreggiò, uscendo dalla camera e così fece Lisa che, non appena la porta fu chiusa alle sua spalle, si lasciò andare prorompendo in un lungo pianto.








 

 
Spazio autrice:
ed eccoci, finalmente! Ventiquattresimo capitolo, e chi l'avrebbe mai detto!!
Mi scuso ulteriolmente per questo enorme ritardo, ma credo che non accadrà più dato che stanno iniziando le vacanze estive e avrò molto più tempo per rivedere e pubblicare i capitoli.
Per la fine ne mancano pochi poi, esattamente due. Inizialmente erano venticinque ma poi ho separato una parte da questo capitolo che era molto più lungo di così.
Beh, che ve ne pare? Izzy ancora una volta rivela i suoi sentimenti a Lisa, la quale non riesce ancora a credere alla sue parole nè a quello che sente e che omette nei confronti di Stradlin. D'altronde, è sopraffatta dall'amore che prova per Slash.
Meredith, dalla quale stava attendendo con ansia sue notizie, piomba invece al loro albergo in Costa Mesa, magari con l'aiuto di qualcuno? 
Chi lo sa, questa sarà svelato nel prossimo capitolo, ma non soffermatevi molto su questo dettaglio, non è fondamentale per il proseguimento della storia.
Da Los Angeles arriva in Costa Mesa, il viaggio in auto ( ho controllato aahah ) dura soltanto un'ora e partendo dal presupposto che Lisa ha chiamato Meredith la mattina stessa dell'arrivo dei Guns nell'Orange, la cosa non è affatto impossibile, ecco. Poi Meredith ci spiegherà tutto nel prossimo capitolo ;)
Ringrazio coloro che stanno continuando a seguire la storia, ve ne sono immensamente grata!
Al prossimo capitolo.xx
   
 
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