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Autore: Nefer    06/01/2009    6 recensioni
FANFIC AU SOSPESA. ANNO IN CUI E' STATA INIZIATA: 2007
Medioevo. James e Lily sono figli di maghi molto influenti della loro società. I loro genitori organizzano il loro matrimonio fin da quando sono bambini, peccato che i due non si sopportino affatto e stiano sempre a litigare, se poi si aggiunge Sirius, cugino di James, guai con feste di compleanno, per non parlare della fuga prima di Sirius e poi di James (che costringe Lily ad andare promessa sposa a Lucius Malfoy)… allora sarà un gran caos!! Ma Lily non si perde d'animo e parte alla ricerca di James, preferendo di gran lunga il malandrino viziato, piuttosto che quel damerino di Lucius Malfoy! Le cose torneranno a posto? Lily e James si sposeranno superando ogni avversità??
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Altro contesto
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Eccomi con un nuovo racconto sui malandrini!! Questa volta é un AU ma i personaggi sono comunque dei maghi e caratterialmente sono sempre gli stessi XD!! In questo capitolo non supereranno i 14 anni di età, ma già dal prossimo saranno più grandicelli! Che altro dire? Non vi resta che leggere e… buona Epifania!!

CAPITOLO I
Matrimoni organizzati e fughe

Era una bella giornata primaverile. Il sole illuminava tiepidamente il giardino della tenuta dei Potter, una famiglia nobile da generazioni. Conti e maghi molto influenti della società.
I coniugi Potter non erano più giovanissimi e avevano avuto un unico figlio in tarda età. Per loro era un dono sceso direttamente dal cielo e poiché era l’unico lo trattavano come un principino e gliele davano tutte vinte.
Quel giorno, il piccolo James era intento a giocare in giardino. Non aveva più di sei anni e si stava annoiando. Continuava a costringere i poveri servi a cambiare gioco in continuazione, dato che si stancava facilmente di quello che stava facendo.
Non ne aveva mai abbastanza e stava facendo disperare i poveretti.
 - Signorino, che ne dite di giocare a nascondino? – propose una delle serve, ormai allo stremo.
 - Ci abbiamo già giocato prima! – replicò James incrociando le braccia e imbronciandosi.
In quel momento la contessa Potter uscì in giardino – James! Abbiamo visite, qualcuno è venuto a giocare con te!
I servi tirarono un sospiro di sollievo. Con un inchino si congedarono, finalmente felici di poter sfuggire alle grinfie del bimbetto.
James corse verso la madre, che si chinò per porsi alla sua altezza. Gli fece un sorriso – Da oggi avrai una nuova amica, tesoro. Non sei contento?
 - Amica? – fece James con una smorfia – Vuol dire che è una femmina? Non voglio giocare con una femmina! Io voglio giocare solo con Sirius!
Sirius aveva la sua età ed era un suo cugino alla lontana. Ma giocare con Sirius non era facile dato che era il figlio del re e continuamente sorvegliato da guardie. I due bambini non potevano praticamente muoversi!
 - Giocherai presto con Sirius, te lo prometto. Ma oggi che ne dici di conoscere questa nuova amica? – fece la madre.
James alzò gli occhi al cielo – E va bene… - fece sbuffando.
 - Mi raccomando, e sii gentile.
Lo prese per mano e lo condusse nel grande salone. Una coppia molto elegante era seduta su un divano e parlavano con il conte Potter.
 - Barone Evans, baronessa Evans, questo è il nostro James. – disse la contessa Potter con un sorriso.
 - Oh! Ma è adorabile! – fece la baronessa Evans. – Queste sono la piccola Lola e Petunia. – disse accennando alla bambina che teneva in braccio, che doveva avere tre anni e all’altra che ne dimostrava quattro.
James sperò che nessuna delle due fosse la nuova amica. Erano delle mocciose.
Poi la vide…
Si aggirava curiosa per il salotto. I suoi capelli rossi erano raccolti in riccioli e gli occhioni verdi guardavano ogni cosa. Era molto graziosa. Si vedeva che la baronessa Evans non era la vera madre. Né sua, né di Petunia Erano troppo diverse. La donna era di sicuro la madre di Lola e basta.
 - Lily, tesoro, vieni qui – disse la baronessa.
Lily la raggiunse.
 - Tesoro, lui è James, da oggi sarete amici.
La bambina fece un bel sorriso a James, che per un attimo la guardò imbronciato, poi si ricordò le parole della mamma.
 - Ti va di giocare? – chiese.
Lei annuì e guardò la matrigna (che non è cattiva come quella di Biancaneve. NdN) – Posso? – chiese.
 - Ma certo! Vai! – disse la donna con un sorriso.
I due bambini corsero in giardino e si ritrovarono sotto il tiepido sole.
 - Tu quanti anni hai? – chiese James.
Lily raccolse un fiorellino – Tra pochi giorni sei. La mia mamma e il mio papà mi faranno fare una grande festa! Sei invitato anche tu!
 - Grazie. – fece James. Ma non aveva affatto voglia di andarci. Non avrebbe permesso ai genitori di costringerlo.
I due iniziarono a giocare, ignorando che i loro genitori avevano intenzione di farli sposare non appena compiuti vent’anni.
Il loro matrimonio era già stato deciso. E loro non lo sapevano affatto.

Quattro anni dopo…
 - No! Non voglio andarci!
 - James, scendi da quell’albero! Non fare così! – fece la contessa Potter esasperata.
 - Non voglio venirci! Sono tre anni che mi costringi a venire alla festa di quella rompiscatole! Oggi non ci riuscirai! – esclamò James, ben seduto sul ramo di uno degli alberi del grande giardino.
 - Adesso basta, James! Scendi subito! – disse suo padre – Ora!
James brontolò, ma fece come lui gli aveva detto. Sapeva che non avrebbe potuto evitare in alcun modo la festa di Lily…
L’unica cosa che lo consolava era che ci sarebbe stato anche Sirius… almeno con lui non si sarebbe annoiato.

Lily correva eccitata da una parte all’altra del giardino. Quel giorno compiva dieci anni. Sua sorella Petunia di otto anni sedeva imbronciata da una parte. Era diventata così antipatica da quando sette anni prima la loro mamma era morta. Il papà si era risposato con una baronessa spagnola e aveva avuto un’altra bambina, Lola, che ora aveva sette anni precisi.
A volte, vicino alla bambina, Lily si sentiva inferiore. Lola era aggraziata, con dolci occhi castani e liscissimi capelli neri. Era bellissima.
Anche alla sua età Lily era bellissima, ma stava attraversando quella fase in cui non sì è, come si suol dire, né carne, né pesce.
Era sgraziata nei movimenti e aveva antipatiche lentiggini sul volto. Non era granché carina e James glielo ripeteva sempre. Odiava soprattutto la sua grossa frangetta para che nessuno aveva intenzione di tagliarle.
Le arrivava fino agli occhi e a volte era davvero fastidiosa. Inoltre stava ancora cambiando i denti e le mancava proprio uno dei dentini davanti. Una cosa che non poteva tollerare.
Ogni volta che si guardava allo specchio si vedeva brutta e sproporzionata. E odiava essere presa in giro da James, perché sapeva essere davvero cattivo. Sia lui che Sirius lo erano.
Li detestava. Con tutto il cuore. Per fortuna c’era la piccola Lola a darle manforte.
La bambina adorava letteralmente la sorella maggiore, a differenza di Petunia che non poteva soffrire Lily.
 - Signorina Lily, sono arrivati il signorino James e il principino Sirius. – disse una delle serve.
Lily alzò gli occhi al cielo. Ma proprio i più antipatici dovevano arrivare per primi?!
 - Evans, sempre più brutta! – fece James irrompendo in giardino.
Lily incrociò le braccia – Per te sono “signorina Evans”, Potter! Mettitelo in testa!
James e Sirius si guardarono e scoppiarono a ridere – Vorrai dire “racchia Evans”! – fece Sirius con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.
Ma che impertinenti viziati! Tanto James quanto Sirius.
Sirius era un ragazzino molto carino. Con lisci capelli neri e occhi chiari. Tutte le bambine stravedevano per lui. Era un tipo molto ribelle e faceva esasperare i suoi genitori che invece lo avrebbero voluto perfetto in tutto.
Anche James era decisamente carino, per questo si arrogava il diritto di prendere in giro Lily. Era così sicuro di se. Accidenti se li odiava! Li odiava terribilmente!
Purtroppo era stata la mamma ad insistere per farli venire alla festa. Lei non avrebbe mai voluto invitarli.
 - Ma davvero fai dieci anni? – fece James scettico.
 - Perché? Che vorresti dire? – replicò Lily.
 - Non sei troppo bassa? – disse il ragazzino. Lui e Sirius scoppiarono a ridere e caddero nell’erba, rotolandosi.
 - Che stupidi! – fece Lily e infastidita si allontanò.
I due erano intenzionati a seguirla per stuzzicarla ancora, ma proprio in quel momento i loro genitori uscirono in giardino. I due decisero di fare i vaghi e di comportarsi da bravi bambini davanti a loro.
Ma le loro testoline stavano già congegnando un modo per rovinare la festa a Lily.

Ormai gli invitati c’erano tutti. Erano arrivate anche tutte le amiche di Lily, figlie di maghi nobili e tutti purosangue. Alcune di loro erano antipatiche e viziate. Altre graziose e simpatiche, ma Lily non aveva mai trovato una vera amica. Era piacevole passare il tempo con loro, questo era vero.
Ma quella davvero speciale tra loro non c’era. La migliore amica, quella con cui condividi tutto e a cui puoi raccontare ogni cosa. No… nessuno di loro era così.
Ma non le dispiaceva organizzare giochi insieme a quelle bambine.
Ogni tanto lanciava occhiate in tralice a James e Sirius che bighellonavano in giro, con l’aria di chi sta per combinare qualcosa.
Lily decise di tenerli d’occhio, ma ben presto fu coinvolta nei giochi e li perse di vista…
I due ragazzini erano riusciti a raggiungere la parte più lontana dell’enorme giardino. Accucciati dietro un cespuglio cercarono di trattenere le risate.
James intanto trafugava in quella che sembrava una tana di qualche animale. Ne tirò fuori un topo grigio che squittiva terrorizzato.
 - Questo farà impazzire tutti! – esclamò ridendo.
Anche Sirius rise – E’ perfetto! Peccato che non possiamo ancora usare la magia!
I due tornarono alla festa in silenzio e sempre nascosti – Già, che stupidaggine che si può studiare solo dagli undici anni!
Rimanendo nascosti dietro il muro della casa, si affacciarono. Tutti gli adulti erano seduti sulle eleganti poltrone da giardino e conversavano in modo educato e amabile.
James finse di vomitare davanti a tutti quei beneducati modi di fare.
Sirius ridacchiò. Sì, anche lui li detestava. Anzi, a dir la verità detestava tutto quello sfarzo, quei modi di fare da ricconi.
Lui non voleva affatto essere così!
 - Vado… - sussurrò James e accucciato raggiunse i tavoli, si infilò sotto uno di essi e raggiunse il più possibile gli adulti. Si voltò verso Sirius e lo vide fare un ghigno. James sollevò il pollice, ghignando, e lasciò andare il topo.
Finalmente libero, quello si lanciò nella piccola comitiva, squittendo forte.
Fu un attimo. Una delle streghe lo vide ed iniziò a gridare. Tutte le altre videro il topo e scoppiò il putiferio.
Alcune gridarono, altre saltarono in piedi sulle poltrone. Tutte erano disgustate. Gli uomini invece presero a rincorrere il topo per cercare di acchiapparlo, scagliandogli contro incantesimi.
Ma il roditore, scaltro, riusciva ad evitare tutti gli incantesimi e ben presto raggiunse le bambine che stavano giocando tranquille.
Tutte strillarono e scapparono via. Una inciampò in uno dei tavoli e afferrò la tovaglia per mantenersi in equilibrio, ma così facendo tirò giù dal tavolo tutti i viveri.
Le altre erano corse dalle madri, più terrorizzate di loro.
Sirius, appoggiato al muro della villa, rideva silenziosamente e James, sotto il tavolo, cercava di soffocare le risate, o lo avrebbero scoperto.
D’un tratto qualcun altro inciampò, portandosi via la tovaglia sul tavolo sotto il quale lui era nascosto. E in tutta quella ressa proprio suo padre lo scoprì.
Vide la rabbia sul suo volto e non ci pensò due volte ad uscire da sotto il tavolo e correre via. Il mago lo inseguì.
 - James! Vieni immediatamente qui! Te le do di santa ragione questa volta! – fece il conte rincorrendolo.
Ma James non si fermò affatto. Raggiunse Sirius e lo afferrò per i vestiti – Mio padre mi ha visto!
 - Oh accidenti! Ora lo dirà a mio padre! – gemette lui mentre correvano a nascondersi chissà dove.
All’improvviso James si sentì afferrare per il colletto della camicia. Si voltò e incrociò lo sguardo furioso del padre.
 - Emh… mi dispiace, papà… - riuscì a pigolare.

Lily era furiosa. Il suo compleanno era stato rovinato da quei due imbecilli! ROVINATO! Maledetti demoni! Ecco cos’erano! Demoni!
La ragazzina sedeva in giardino. Tutti gli invitati se ne erano andati. Ora i suoi genitori erano in casa a parlare con i genitori di James e quelli di Sirius.
I quattro si stavano scusando per quanto era accaduto. Erano davvero mortificati.
Sirius sedeva sull’erba con aria annoiata. Per lui il divertimento era finito troppo presto.
James invece, in piedi vicino a lui, se ne stava con le braccia incrociate e le lacrime agli occhi, ma un espressione furente. Non riusciva nemmeno a sedersi per quanto gli faceva male il fondoschiena.
Suo padre gliele aveva davvero date.
Lola si sedette accanto a Lily – Mi dispiace per la tua festa – le disse – Ma io mi sono divertita! Davvero!
Lily le fece un sorriso – Grazie, piccolina… - le disse.
Poi vide James e Sirius avvicinarsi furtivamente alla finestra del salotto. James aveva riacquistato la sua aria spavalda.
 - Che cosa fate? – fece Lily.
 - Vogliamo sentire che dicono, racchia – replicò James.
Lei li seguì – Non chiamarmi più racchia, deficiente! – sibilò.
 - Sei una racchia, invece e per questo rimarrai zitella a vita! – borbottò James.
I tre si accucciarono sotto la finestra e rimasero in ascolto.
 - Non posso credere che James e Lily si odino così… - stava dicendo la contessa Potter.
 - E pensare che tra dieci anni si dovranno sposare… -  aggiunse la baronessa Evans.
James e Lily si guardarono, sgranando gli occhi – Io? Tua moglie?
 - Merlino! Che schifo! – replicò James – Non ti sposo nemmeno per sogno, Evans!
 - Puah! Matrimonio! Che cosa disgustosa… - fece Sirius, disgustato.
 - Io non posso sposarti! – fece Lily – Non voglio!
 - Pensi che io voglia? – borbottò James.
 - Bambini, cosa diavolo ci fate qui sotto?!
I tre alzarono gli occhi. Erano stati scoperti.
Confessarono di aver sentito tutto e di non volersi affatto sposare. Ma i genitori dissero loro che non avevano altra scelta perché il loro matrimonio era già stato deciso da quando erano neonati.

Quella sera James non riusciva a dormire. Pensava e ripensava al fatto che dovesse sposare Lily una volta cresciuti. Lui non voleva sposarla! La detestava! Era solo una stupida femmina! Saputella e insopportabile, tra l’altro.
Era decisamente tardi quando suonarono al massiccio portone di mogano. Il conte, assonnato, andò ad aprire di persona, giacché nessuno dei servi aveva sentito il campanello.
James uscì dalla sua stanza e si fermò in cima alle scale ad origliare.
Scoprì così che Sirius era sparito da casa. Si sospettava che fosse stato rapito.
Il conte Potter si offrì di mandare tutti i suoi servi per aiutare nella ricerca del bambino e si offrì di andare anche lui stesso.
E così si vestì, avvertendo la moglie, e lasciò la tenuta.
James tornò in camera. Sapeva benissimo che Sirius non era stato affatto rapito. Se n’era semplicemente andato. Lo diceva sempre che prima o poi lo avrebbe fatto… e alla fine lo aveva fatto davvero…
James si rimise sotto le coperte e fissò il soffitto. Non poteva credere che fosse davvero scappato.
Come aveva potuto andarsene così? Lasciandolo in quel modo? Si sentiva tradito dal proprio amico.
Avrebbe anche potuto avvertirlo e portarlo con lui, no?
No…
James si girò sul fianco. Lui non avrebbe mai avuto il coraggio di scappare e far star male sua madre o suo padre…

E così passarono altri quattro anni…
… duranti i quali James si fece decisamente più bello e Lily non mutò di molto. Ora tutte le sue coetanee cominciavano ad avere il seno e lei invece era ancora piatta. Passava le ore a guardarsi allo specchio, di profilo. Ma non vedeva cambiamenti. La frangia che tanto odiava c’era ancora e quasi che le nascondeva i bei occhi verdi. Persino quelli erano privati della loro bellezza.
Per questo James preferiva passare il tempo con le altre ragazze piuttosto che con lei.
E durante feste, ricevimenti e cene, Lily non poteva fare altro che starsene seduta da una parte, annoiata, mentre il suo fidanzato, che tra l’altro non voleva, se la spassava con le altre ragazze. Be’, era contenta che la ignorasse perché lei lo…
No… non riusciva più a dire di odiarlo.
Certo, lei non gli piaceva. Lui continuava a non vederla carina. Ma non era più antipatico come una volta.
Aveva smesso di prenderla in giro e a volte riusciva a parlarci bene. Altre era ancora un po’ ragazzino.
Non lo odiava, ma nemmeno lo amava. Gli era indifferente, ecco.
Quindi se proprio era costretta a sposare qualcuno, meglio lui, invece di qualche altro stupido damerino.
Almeno James era diverso.
Lily guardò Lola, ormai undicenne, che scherzava e rideva con dei suoi coetanei. Si trovavano ad una cena e la ragazzina era a dir poco carina.
Con un pizzico di invidia Lily si chiese come fosse possibile, dato che lei all’età di Lola non era affatto carina. Anzi, non lo era nemmeno al momento.
Si consolava però vedendo che anche Petunia non era carina.
Lily si stava annoiando seduta lì, in quell’angoletto. Avrebbe tanto voluto andarsene, ma i suoi genitori le avevano insegnato le buone maniere. E lei sarebbe stata educata fino in fondo.
Lola le si andò a sedere vicino – Ciao, sorellina. Ti annoi? – chiese.
Lily alzò le spalle – Molto. – ammise.
Lola balzò in piedi – Vieni! Usciamo in giardino! Le stelle sono stupende questa sera!
 - Ma… ma è educazione lasciare così la festa…
Lola rise educatamente – Finiscila, Lily! Andiamo!

Finalmente fuori…
Lily alzò gli occhi al cielo.
Aveva ragione Lola. Quella sera le stelle erano splendide. Luminose come non mai… era fantastico perdersi in quel firmamento splendente.
La magia di quella quiete fu interrotta da delle risatine. Incuriosita si guardò attorno e vide James e una ragazza seduti sull’erba. Lui le stava dicendo qualcosa che la fece ridere.
Lily li fissò per un attimo. Poi tornò a guardare il cielo. Chissà se un giorno avrebbe trattato così anche lei.

Era tutto pronto. Lanciò un’ultima occhiata alla sua stanza. Lo stava facendo davvero?
Sì… non voleva affatto diventare conte. Ne tanto meno marito di Lily. Era per questo che finalmente se ne andava da quella villa e quelle responsabilità che lo soffocavano. Non ce la faceva più a vivere così.
Quella non era la vita che desiderava. Voleva essere libero e, perché no, selvaggio!
Il suo piano era fuggire e raggiungere il grosso bosco. Era lì che vivevano i Ribelli.
Erano così chiamati coloro che andavano contro la nobiltà e il re. Si rifiutavano di pagare le tasse e quindi vivevano nascosti, come reietti. Voleva trovarli e vivere con loro.
Uscì dalla finestra, portando in una borsa solo le cose essenziali. Poi, silenzioso, raggiunse le mura e agile le scavalcò.
Era fuori, finalmente libero…
Si fermò per un attimo dopo di che iniziò a correre, assaporando quella nuova libertà.

 - Lily, vieni, dobbiamo parlarti…
Lily raggiunse i genitori in salotto e si sedette su uno dei divani.
 - Ecco… Lily, James è scappato questa notte… - disse suo padre.
 - Come? – fece Lily sorpresa – Scappato?!
 - Proprio così. Se ne è andato. Nessuno riesce più a trovarlo da nessuna parte. Non si sa che fine abbia fatto, nemmeno se sia vivo…
 - Oh… - fece Lily. Non sapeva come sentirsi. Se sollevata per non doverlo più sposare, o se preoccupata per lui.
In fondo il figlio del re era sparito quattro anni prima e non era più tornato. Poteva benissimo essere morto e la stessa fine poteva averla fatta James.
 - Per questo dovrai sposare qualcun altro.
 - Ah, sì? E chi, padre, se posso saperlo?
 - Il figlio dei Malfoy, Lucius.
Lily sgranò gli occhi. Conosceva bene i Malfoy. Erano maghi purosangue e si vantavano di ciò. Erano insopportabilmente odiosi, convinti di essere i migliori, e tutti con la puzza sotto il naso. Il loro primogenito, Lucius, era il più insopportabile di tutti.
Solo perché era molto affascinante era convinto di poter aver per se tutte le ragazze che voleva.
Molte cascavano ai suoi piedi. Ma Lily lo detestava. Non poteva sposare una tale persona!
Preferiva di gran lunga James! Lui poteva anche essere arrogante, ma non andava in giro a prendersela con i più deboli o a deridere le persone prive di poteri magici, i Babbani.
 - Lily? – fece suo padre.
Lily annuì debolmente – Certo, padre… - sussurrò – Sposerò Lucius Malfoy se è questo che desiderate… - deglutì, cercando di ingoiare le lacrime.
 - Il matrimonio avverrà al compimento del tuo ventesimo compleanno. Nel frattempo avrete modo di conoscervi e frequentarvi…
Lily assentì nuovamente, poi con una scusa si congedò e corse in camera sua.
Maledetto James! Maledetto! Come aveva potuto andarsene! Anche se non lo sopportava avrebbe di gran lunga preferito sposare lui piuttosto che Lucius Malfoy!
Chissà ora dov’era quel maledetto di James Potter?!

James incespicò in una radice, ma riuscì a mantenere l’equilibrio. Si guardò attorno. Il bosco era troppo grande. Come avrebbe fatto a trovare l’accampamento dei Ribelli? Neppure le migliori guardie reali erano mai riusciti a trovarli. Perché lui avrebbe dovuto riuscirci?
Si rimise in cammino e all’improvviso si ritrovò circondato da una rete che scattò verso l’alto, sollevandolo.
Perfetto, era finito in una trappola… ma si poteva essere più stupidi di così? Con un sospiro guardò verso il basso. Era a diversi metri da terra. E non aveva nulla con se per tagliare le funi. A parte la sua bacchetta che si trovava nella borsa, rimasta a terra.
Perfetto, di male in peggio.
D’un tratto sentì delle voci.
 - Qualcuno è caduto nella trappola…
 - Allora l’abbiamo costruita proprio bene… tuo padre sarà fiero di noi…
Da mezzo i cespugli uscirono due ragazzi che dovevano avere l’età di James. Uno aveva occhi dorati e capelli castani. L’altro era alto e fascinoso con occhi azzurri e capelli neri.
Indossavano vestiti che James non avrebbe definito proprio… civili…
I due lo guardarono.
 - Ehi! – esclamò lui arrabbiato – Fatemi scendere immediatamente!
I due ragazzi si guardarono e quello con i capelli scuri scoppiò a ridere. James ci trovò qualcosa di famigliare nella sua risata.
 - Mi sa che questo ancora non ha capito di essere nostro prigioniero, Remus! – fece il ragazzo dai capelli corvini, senza smettere di ridere.
Anche Remus rise, ma in modo meno sguaiato e più tranquillo. Incrociò le braccia e guardò James, divertito.
 - Prigioniero di chi, scusate? – chiese quest’ultimo.
 - Dei Ribelli, è ovvio!
CONTINUA
  
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