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Autore: _Lollipop_    31/05/2015    1 recensioni
Vampiri e lupi. Due mondi diversi, opposti. Due specie in lotta. Una guerra. Ma due di loro, no. Due di loro combatteranno la loro guerra personale. Due persone destinate a combattere fra loro, possono amarsi? Combatteranno contro tutti pur di proteggere il loro amore. Un amore... Maledetto.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: The Alpha

 

Il silenzio la avvolgeva come una bolla. Il freddo le accarezzava la pelle accaldata, mentre il sole si rifletteva sulla superficie trasparente, illuminandola. La tranquillità che provava in quel momento era ciò che amava di più. Chiuse gli occhi, captando i rumori ovattati intorno a sé. Lasciò fuoriuscire un soffio di aria dalla bocca, riemergendo finalmente dall’acqua e lanciando la testa all’indietro, avvertendo i lunghissimi capelli scuri appiccicarsi alla sua schiena. Prese una rapida boccata di ossigeno e finalmente riaprì gli occhi. Il sole le colpì il viso, facendola sospirare di piacere. Si beò del torpore provocatole dai raggi solari e poi raggiunse con calma la riva, sdraiandosi sull’erba verde accanto al ruscello. Nuotare al tramonto era qualcosa di sovrannaturale.

-Hai finito di dare spettacolo?- Eve alzò gli occhi al cielo, sorridendo. Voltò lo sguardo alle sue spalle, riprendendo i suoi indumenti ripiegati di fianco per infilarseli e coprire il suo corpo vestito di solo intimo. Axel si sedette accanto a lei, ridacchiando.

-Ora non si può nemmeno fare una nuotata in pace?- si sdraiò nuovamente, richiudendo gli occhi cristallini con le braccia incrociate dietro alla nuca.

-Sai che ti devo controllare. Ordini degli anziani- sentenziò il fratello, con un sorrisetto sarcastico. Eve sbuffò, con lo sguardo perso sulle deboli onde che increspavano la superficie del ruscello.

-Hanno paura che mi suicidi?- Axel rise, strappando a sua volta una risatina alla lupa. Ci fu qualche secondo di silenzio, interrotto solo dalla danza del vento che accarezzava le foglie e l’erba verde.

-Non credo di farcela- confessò la ragazza, rigirandosi una ciocca di capelli scuri e bagnati intorno al dito indice. Axel sorrise nel vederla così piccola e indifesa. Evelyn era sempre stata forte -o meglio, aveva dovuto diventarlo- fin da piccola. I momenti dove gli era concesso vedere la sua vera natura erano molto rari. Stavolta, era uno di quelli. D’altronde, era sempre la sua sorellina.

-Voglio dire, sono troppe responsabilità. Io sono giovane. Non si è mai visto un capo della mia età. L’ultimo Alfa donna, aveva l’età del nonno. Come posso essere un buon Capobranco? So così poche cose di questo mondo, di questa Terra…- sospirò, affranta. Il volto di Axel si piegò in un’espressione intenerita. Fermò la mano della sorella, che aveva cominciato ad attorcigliare i capelli convulsamente, e la strinse tra le proprie.

-Credi che ti concederebbero questo ruolo così importante, se non sapessero che sei in grado?- domandò retoricamente, mentre Eve abbassava lo sguardo; -Hai ventitré anni, sorella. Ma sei forte, veloce, intelligente, furba, conosci la natura come fosse parte di te. E inoltre, sei più saggia di tutti i pretendenti al trono. Sarai un fantastico Alfa. Leale, coraggioso, combattivo. Ma, soprattutto, sarai una fantastica donna.- la lupa si lasciò uscire un singhiozzo di commozione, ma fece tutto il possibile per nasconderlo. Si asciugò rapidamente un’unica lacrima che le solcava la guancia pallida. Axel sorrise. Le accarezzò velocemente il volto e la accompagnò al suo petto, per poterla stringere in un abbraccio fraterno. Amava la sua sorellina e la conosceva bene, sapeva quanto tenesse a risultare sempre una fiera lupa. Ma a volte, aveva anche lei bisogno di piangere.

***

-Più a destra… Ancora un po’. Ancora. No, no, no, più a sinistra…-

-Bill, mi hai rotto- esclamò il moro, abbandonando il macabro dipinto nell’ultima posizione; -Se non ti va bene, mettilo a posto tu. Io vado a farmi un giro-

-Non puoi lasciarmi qui da solo a sistemare casa!- urlò il minore dei gemelli. Ma l’altro aveva già chiuso la porta dietro di sé, scomparendo.

-Vampiri- mormorò Bill tra sé e sé, scuotendo la testa.

 

Tom camminava per le vie affollate della città da quasi un’ora. Avrebbe voluto nutrirsi di qualche bella ragazza, ma a quell’ora il rischio di essere visti era troppo alto e lui già sentiva nella testa le raccomandazioni di Bill a proposito del non farsi notare. Si bloccò all’entrata di un vicolo stretto, avvertendo un odore familiare. Seguì la scia olfattiva all’interno della stradina, sorpassando porte e finestre di alcune vecchie abitazioni in pietra, appoggiandosi a un cassonetto della spazzatura. Osservò l’uomo, a pochi metri da lui, appoggiato con la schiena al muro che teneva stretti in pugno gli scuri capelli di una ragazza molto più giovane di lui. Questa aveva un occhio viola e il labbro spaccato. Tom scosse il capo.

-Ehi, amico- chiamò, facendo immobilizzare i due. La ragazza gemeva mentre il trucco nero le colava, macchiandole le guance; -Lasciala andare- l’uomo scoppiò in una fragorosa risata, tirando maggiormente la chioma della ragazza e alzando la mano per colpirla di nuovo.

-Beh, io ti ho avvertito- prima che questo potesse fare altro, il vampiro gli fu addosso, gli afferrò la mano che teneva stretta i capelli e la aprì a forza, facendo urlare l’uomo accompagnato dal rumore di ossa che si spezzano. Guardò intensamente negli occhi della ragazza, mentre le proprie pupille si allargavano.

-Scappa- disse. Questa obbedì immediatamente e corse al di fuori del vicolo, piangendo e inciampando nelle scarpe alte. Questo era ciò che amava di più dell’essere un vampiro: poter costringere le persone a fare ciò che voleva, soggiogandole. Inoltre, essendo un Originale, poteva usare la soggiogazione anche con i vampiri.

-Amico, dai, non le ho fatto nulla- Tom sorrise, tenendo ancora stretta la mano di lui.

-Tranquillo, anche io non ti farò nulla. O quasi- e con la mano libera gli afferrò la nuca, portandosi il collo alla bocca. L’uomo urlò di nuovo, ma non per molto. Alla fine, mentre le forze mancavano, Tom sentiva che aveva smesso di lottare mentre la vita lo abbandonava.

-Le vecchie abitudini non cambiano- il ragazzo continuò a nutrirsi fino a dissanguare il corpo, che lasciò ricadere esanime, per poi voltarsi verso il suono di quella voce. Osservò la ragazza dalla lunga chioma bionda, ferma di fronte a lui, con la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate davanti al petto. Tom la scrutò, con un sopracciglio alzato.

-Rebekka Mikaelson. Quale onore- la bionda sorrise, sarcastica.

-Ciao, fratellino-

***

Il loro momento fu interrotto da un ululato lontano. In pochi secondi avevano sciolto l’abbraccio e stavano correndo nella foresta, ululando a loro volta. Il suo olfatto da lupa captava un odore particolare, odore di lupi, ma non i suoi. Quando arrivarono all’accampamento, i volti del suo branco si mescolavano a volti sconosciuti.

Evelyn si ritrovò a ringraziare mentalmente le streghe, per aver forgiato loro dei vestiti in grado di scomparire al momento della trasformazione in lupi e di ricomparire al momento del ritorno a forma umana.

Mentre tornava sé stessa e si avvicinava agli sconosciuti, continuava a pensare che, d’ora in poi, sarebbe toccato a lei intrattenere accordi con le fazioni vicine. Sarebbe toccato a lei scegliere gli amici e i nemici. Quelle scelte avrebbero fatto la differenza tra la vita e la morte.

Sorpassò alcuni componenti del suo branco, affiancando suo nonno, seduto su un tronco d’albero tagliato.

-Piccola mia, ti presento i Kiba. Jonathan, ti presento mia nipote Evelyn: la futura Alpha dei Mezzaluna- il capobranco dei Kiba la osservò scettico, incrociando le braccia al petto. Fissò la ragazza da capo a piedi e poi scoppiò a ridere.

-Lei?- Evelyn inarcò le sopracciglia, incrociando a sua volta le braccia al petto. Fissò suo nonno che le raccomandò con lo sguardo di stare tranquilla.

-Andiamo, vecchio Chayton, è una ragazzina. Non può proteggere il branco. Abbiamo bisogno di uomini forti, dobbiamo batterci con gli Originali. Non con dei vampiri appena trasformati-

-Batterci? Volete iniziare una guerra con dei vampiri Originali, un nemico che nemmeno conosciamo?!- esclamò la ragazza, estremamente scettica e sorpresa. L’uomo la osservava con un sorrisetto ironico che mandava in bestia la giovane lupa.

-Hai altre idee, piccola lupetta?- Eve strinse i pugni fino a farsi diventare bianche le nocche. Non aveva ancora accettato il ruolo di Alpha, ma non per questo si meritava di essere trattata come una stupida, piccola lupetta.

-Prima di attaccare un nuovo nemico, dovremmo conoscere i suoi punti deboli- l’anziano nonno alzò lo sguardo stupito verso la nipote, per poi dedicarle un sorriso di ammirazione. L’Alpha Kiba la osservò con le sopracciglia inarcate, indeciso sulla risposta. Si voltò verso sua moglie, anch’essa capo Alpha, per decidere. Dunque, entrambi si voltarono nuovamente e Eve credette di vedere la donna farle l’occhiolino.

-A quanto pare, tu e mia moglie ragionate nello stesso modo- la giovane lupa fece un sorriso soddisfatto, accennando un grazie alla donna che l’aveva sostenuta; -Tuttavia…- Eve tornò a guardare l’uomo che stava ricominciando a parlare, -Sarà qualcuno del nostro branco ad avvicinarsi a loro-

-Assolutamente no- esclamò il vecchio Chayton, con il tono di chi non ammette alcuna replica; -Deve avvicinarsi qualcuno in grado di combatterli e tener loro testa anche da solo-

-E chi vorresti mandare? Tua nipote?- disse, sarcastico, il capo Kiba.

-Esattamente- quest’ultimo si voltò verso l’anziano, con espressione sorpresa.

-Spero tu stia scherzando. Ti sembra in grado di combatterli?- urlò, sconvolto, indicando la figura della ragazza.

-Ehi, credo proprio che tu la stia sottovalutando- intervenne Axel, affianco sua sorella e mettendole una mano sulla spalla per incoraggiarla. Jonathan scoppiò in una rumorosa risata.

-Combattiamo- asserì la ragazza. L’uomo smise di ridere e si bloccò a fissarla con serietà. Si voltò verso il suo branco, chiamando a gran voce il nome di un ragazzo alto e muscoloso. Questo, spuntò dal gruppo, affiancando il suo capo.

-L’hai voluto tu, “lupetta”- rispose, con fastidiosa ironia. Eve fece una smorfia e con sguardo di sfida si incamminò al centro di uno spiazzo di terra per combattere. Quello si avvicinò a lei, assumendo la classica posa da battaglia. Evelyn gli dedicò un sorriso ammiccante: -In bocca al lupo-

***

-Che diavolo ci fai tu qui?- Bill era davanti alla porta aperta e fissava con sguardo sconvolto la ragazza bionda di fronte a lui.

-Ehilà, Billy- rispose questa, sorpassandolo ed entrando in casa come se fosse da sempre sua. Il rumore dei suoi tacchi a spillo risuonava nella grossa sala in legno. Si fermò nel mezzo di questa, per osservare l’arredamento con aria pensierosa. Si illuminò improvvisamente, individuando il ripiano bar –anch’esso in legno- e si incamminò a grandi falcate verso di esso. Si abbassò per cercare tra le bottiglie, sorrise prendendo quella che preferiva insieme a un bicchiere in vetro ricamato.

-A cosa dobbiamo questo onore, mia cara Bekka?- domandò il maggiore dei gemelli, raggiungendo la sorella con la velocità da vampiro per prenderle la bottiglia dalle mani e versandole il liquido.

-Amore fraterno?!- rispose la bionda, cominciando a sorseggiare la bevanda scura sedendosi sul divano in pelle bordeaux. Bill scoppiò a ridere, con sarcasmo.

-Dai Bekka, riprova. Cosa c’è qui a Woodstock che ha catturato il tuo interesse?- Rebekka abbassò lo sguardo sull’alcolico.

-La famiglia- sussurrò. Bill e Tom si scambiarono uno sguardo. Sapevano benissimo cosa significasse avere tutta la famiglia nella stessa città.

-Sempre e per sempre-

***

Sollevò il labbro superiore mostrando i denti affilati, con un ringhio feroce, ad un palmo dal viso del ragazzo lupo.

-Ok, Evelyn. Può bastare- le disse suo nonno. La voce dell’uomo tradiva un certo entusiasmo nel vedere la giovane nipote battere un ragazzo possente. La ragazza sollevò le zampe dal busto del lupo, tornando velocemente umana. Con aria fiera di chi aveva appena vinto, contro ogni aspettativa, voltò le spalle al branco dei Kiba e si incamminò verso il suo. Alcuni lupi cominciarono a mormorare qualcosa riguardo alla velocità con cui la ragazza si era trasformata e con cui si muoveva. Il vecchio Chayton era orgoglioso della lupa. La accolse con un abbraccio, aspettando che l’altro Alpha parlasse. Ma la moglie lo fece per prima.

-Beh cara, sarò onorata di prendere decisioni con la nuova Alpha dei Mezzaluna- Evelyn le dedicò un sorriso di gratitudine.

Chayton osservò sua nipote, dunque slacciò dal suo collo il laccio di corda che aveva come ciondolo una pietra a forma di mezzaluna, nera e lucida. La porse alla ragazza.

-Questa pietra è Ematite: è la pietra dei guerrieri, dei coraggiosi. Appartiene alla nostra famiglia da generazioni. Ora è tua. Ora…- fece una pausa per allacciare la collana alla nipote; -Sei tu il nostro Alpha-

Mentre il branco dei Mezzaluna si inchinava al nuovo Capobranco, Evelyn alzò il viso alla Luna piena. Con il cuore pieno di emozione e orgoglio, subito tornò una grossa lupa dal manto candido che correva nella foresta ululando all’inizio di una nuova Era.

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Angolo autrice:

Ehilà, bella gente. Sono tornata con il secondo capitolo che in realtà è il primo. Come ho già detto nel prologo, nella storia ci sono moltissime similitudini con le due serie tv: The vampire diares e The Originals. Ora cercherò di spiegare alcuni particolari.

Kiba, è il nome che ho dato al branco amico e significa “Zanna”; Mezzaluna è invece il nome del branco di Evelyn.

 Il nome Chayton che ho dato al nonno, significa “Falco” ed è un nome degli indiani d’America.

Ho cercato di spiegare la Soggiogazione, che ho visto aveva creato fraintendimenti. Se qualcuno non avesse capito me lo richieda :)

Poi, parlando di similitudini, i fan delle serie tv nominate avranno di certo notato il cognome che ho dato ai gemelli: Mikaelson. Per chi non fosse fan, questo è il cognome della vera famiglia Originale di The Originals. Eh sì, ho fatto spuntare una sorella ai nostri gemelli! La sorella si chiama Rebekka. Questo è anche il nome della vera sorella degli Originali nella serie tv, anche se in realtà sarebbe scritto “Rebekah”. Inoltre, io la immagino proprio come l’attrice che interpreta Rebekah, ovvero Claire Holt, che io adoro! Ultima cosa (spero di non aver dimenticato nulla, in caso contrario chiedete tranquillamente) quel “Sempre e per sempre” che dicono i gemelli, è il motto della famiglia Mikaelson in The Originals e ho voluto mantenerlo :)

Ovviamente, la mia esagerazione con la nostra protagonista, Evelyn, per quanto riguarda olfatto, udito, forza, velocità e tutto il resto, non sono messi a caso. Più avanti capirete :)

Ultima precisazione poi vi lascio in pace, forse, il fatto che gli Alpha dei Kiba siano due, è una scelta biologica dovuta alla natura del lupo. In un branco di lupi la gerarchia è molto importante, al primo posto abbiamo due Alpha, poi due Beta e così via. I due Alpha sono appunto maschio e femmina, una coppia. Ho voluto mantenere questa affascinante regola anche nella storia :)

Spero, ripeto, che sia tutto chiaro e in caso contrario, ripeto di nuovo, chiedete pure. In una recensione o messaggio privato, come preferite!

Finalmente ho finito e, sì, vi lascio andare :)

Un grazie di cuore alle ragazze che hanno recensito, alla ragazza che ha messo la storia tra le seguite e anche a chi legge silenziosamente. Spero vi sia piaciuto e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!

Grazie di nuovo, alla prossima.

Sara.

  
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