Capitolo
1: The Alpha
Il silenzio la avvolgeva come una
bolla. Il freddo le
accarezzava la pelle accaldata, mentre il sole si rifletteva sulla
superficie
trasparente, illuminandola. La tranquillità che provava in
quel momento era ciò
che amava di più. Chiuse gli occhi, captando i rumori
ovattati intorno a sé.
Lasciò fuoriuscire un soffio di aria dalla bocca,
riemergendo finalmente
dall’acqua e lanciando la testa all’indietro,
avvertendo i lunghissimi capelli
scuri appiccicarsi alla sua schiena. Prese una rapida boccata di
ossigeno e
finalmente riaprì gli occhi. Il sole le colpì il
viso, facendola sospirare di
piacere. Si beò del torpore provocatole dai raggi solari e
poi raggiunse con
calma la riva, sdraiandosi sull’erba verde accanto al
ruscello. Nuotare al
tramonto era qualcosa di sovrannaturale.
-Hai finito di dare spettacolo?- Eve
alzò gli occhi al
cielo, sorridendo. Voltò lo sguardo alle sue spalle,
riprendendo i suoi
indumenti ripiegati di fianco per infilarseli e coprire il suo corpo
vestito di
solo intimo. Axel si sedette accanto a lei, ridacchiando.
-Ora non si può nemmeno
fare una nuotata in pace?- si sdraiò
nuovamente, richiudendo gli occhi cristallini con le braccia incrociate
dietro
alla nuca.
-Sai che ti devo controllare. Ordini
degli anziani- sentenziò
il fratello, con un sorrisetto sarcastico. Eve sbuffò, con
lo sguardo perso
sulle deboli onde che increspavano la superficie del ruscello.
-Hanno paura che mi suicidi?- Axel
rise, strappando a sua
volta una risatina alla lupa. Ci fu qualche secondo di silenzio,
interrotto
solo dalla danza del vento che accarezzava le foglie e l’erba
verde.
-Non credo di farcela-
confessò la ragazza, rigirandosi una
ciocca di capelli scuri e bagnati intorno al dito indice. Axel sorrise
nel
vederla così piccola e indifesa. Evelyn era sempre stata
forte -o meglio, aveva
dovuto diventarlo- fin da piccola. I momenti dove gli era concesso
vedere la
sua vera natura erano molto rari. Stavolta, era uno di quelli.
D’altronde, era
sempre la sua sorellina.
-Voglio dire, sono troppe
responsabilità. Io sono giovane.
Non si è mai visto un capo della mia età.
L’ultimo Alfa donna, aveva l’età del
nonno. Come posso essere un buon Capobranco? So così poche
cose di questo
mondo, di questa Terra…- sospirò, affranta. Il
volto di Axel si piegò in un’espressione
intenerita. Fermò la mano della sorella, che aveva
cominciato ad attorcigliare
i capelli convulsamente, e la strinse tra le proprie.
-Credi che ti concederebbero questo
ruolo così importante,
se non sapessero che sei in grado?- domandò retoricamente,
mentre Eve abbassava
lo sguardo; -Hai ventitré anni, sorella. Ma sei forte,
veloce, intelligente,
furba, conosci la natura come fosse parte di te. E inoltre, sei
più saggia di
tutti i pretendenti al trono. Sarai un fantastico Alfa. Leale,
coraggioso,
combattivo. Ma, soprattutto, sarai una fantastica donna.- la lupa si
lasciò
uscire un singhiozzo di commozione, ma fece tutto il possibile per
nasconderlo.
Si asciugò rapidamente un’unica lacrima che le
solcava la guancia pallida. Axel
sorrise. Le accarezzò velocemente il volto e la
accompagnò al suo petto, per
poterla stringere in un abbraccio fraterno. Amava la sua sorellina e la
conosceva bene, sapeva quanto tenesse a risultare sempre una fiera
lupa. Ma a
volte, aveva anche lei bisogno di piangere.
***
-Più
a destra… Ancora un po’.
Ancora. No, no, no, più a sinistra…-
-Bill,
mi hai rotto- esclamò il
moro, abbandonando il macabro dipinto nell’ultima posizione;
-Se non ti va
bene, mettilo a posto tu. Io vado a farmi un giro-
-Non
puoi lasciarmi qui da solo a
sistemare casa!- urlò il minore dei gemelli. Ma
l’altro aveva già chiuso la
porta dietro di sé, scomparendo.
-Vampiri-
mormorò Bill tra sé e
sé, scuotendo la testa.
Tom
camminava per le vie
affollate della città da quasi un’ora. Avrebbe
voluto nutrirsi di qualche bella
ragazza, ma a quell’ora il rischio di essere visti era troppo
alto e lui già
sentiva nella testa le raccomandazioni di Bill a proposito del non
farsi
notare. Si bloccò all’entrata di un vicolo
stretto, avvertendo un odore
familiare. Seguì la scia olfattiva all’interno
della stradina, sorpassando
porte e finestre di alcune vecchie abitazioni in pietra, appoggiandosi
a un
cassonetto della spazzatura. Osservò l’uomo, a
pochi metri da lui, appoggiato
con la schiena al muro che teneva stretti in pugno gli scuri capelli di
una
ragazza molto più giovane di lui. Questa aveva un occhio
viola e il labbro
spaccato. Tom scosse il capo.
-Ehi,
amico- chiamò, facendo
immobilizzare i due. La ragazza gemeva mentre il trucco nero le colava,
macchiandole le guance; -Lasciala andare- l’uomo
scoppiò in una fragorosa
risata, tirando maggiormente la chioma della ragazza e alzando la mano
per
colpirla di nuovo.
-Beh,
io ti ho avvertito- prima
che questo potesse fare altro, il vampiro gli fu addosso, gli
afferrò la mano
che teneva stretta i capelli e la aprì a forza, facendo
urlare l’uomo
accompagnato dal rumore di ossa che si spezzano. Guardò
intensamente negli
occhi della ragazza, mentre le proprie pupille si allargavano.
-Scappa-
disse. Questa obbedì
immediatamente e corse al di fuori del vicolo, piangendo e inciampando
nelle
scarpe alte. Questo era ciò che amava di più
dell’essere un vampiro: poter
costringere le persone a fare ciò che voleva, soggiogandole.
Inoltre, essendo
un Originale, poteva usare la soggiogazione anche con i vampiri.
-Amico,
dai, non le ho fatto
nulla- Tom sorrise, tenendo ancora stretta la mano di lui.
-Tranquillo,
anche io non ti farò
nulla. O quasi- e con la mano libera gli afferrò la nuca,
portandosi il collo
alla bocca. L’uomo urlò di nuovo, ma non per
molto. Alla fine, mentre le forze
mancavano, Tom sentiva che aveva smesso di lottare mentre la vita lo
abbandonava.
-Le
vecchie abitudini non
cambiano- il ragazzo continuò a nutrirsi fino a dissanguare
il corpo, che
lasciò ricadere esanime, per poi voltarsi verso il suono di
quella voce.
Osservò la ragazza dalla lunga chioma bionda, ferma di
fronte a lui, con la
schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate davanti al petto.
Tom la
scrutò, con un sopracciglio alzato.
-Rebekka
Mikaelson. Quale onore-
la bionda sorrise, sarcastica.
-Ciao,
fratellino-
***
Il loro momento fu interrotto da un
ululato lontano. In
pochi secondi avevano sciolto l’abbraccio e stavano correndo
nella foresta,
ululando a loro volta. Il suo olfatto da lupa captava un odore
particolare,
odore di lupi, ma non i suoi. Quando arrivarono
all’accampamento, i volti del
suo branco si mescolavano a volti sconosciuti.
Evelyn si ritrovò a
ringraziare mentalmente le streghe, per
aver forgiato loro dei vestiti in grado di scomparire al momento della
trasformazione in lupi e di ricomparire al momento del ritorno a forma
umana.
Mentre tornava sé stessa e
si avvicinava agli sconosciuti,
continuava a pensare che, d’ora in poi, sarebbe toccato a lei
intrattenere
accordi con le fazioni vicine. Sarebbe toccato a lei scegliere gli
amici e i
nemici. Quelle scelte avrebbero fatto la differenza tra la vita e la
morte.
Sorpassò alcuni componenti
del suo branco, affiancando suo
nonno, seduto su un tronco d’albero tagliato.
-Piccola mia, ti presento i Kiba.
Jonathan, ti presento mia
nipote Evelyn: la futura Alpha dei Mezzaluna-
il capobranco dei Kiba la osservò scettico, incrociando le
braccia al petto.
Fissò la ragazza da capo a piedi e poi scoppiò a
ridere.
-Lei?- Evelyn inarcò le
sopracciglia, incrociando a sua
volta le braccia al petto. Fissò suo nonno che le
raccomandò con lo sguardo di
stare tranquilla.
-Andiamo, vecchio Chayton,
è una ragazzina. Non può
proteggere il branco. Abbiamo bisogno di uomini forti, dobbiamo
batterci con gli
Originali. Non con dei vampiri appena trasformati-
-Batterci? Volete iniziare una guerra
con dei vampiri
Originali, un nemico che nemmeno conosciamo?!- esclamò la
ragazza, estremamente
scettica e sorpresa. L’uomo la osservava con un sorrisetto
ironico che mandava
in bestia la giovane lupa.
-Hai altre idee, piccola lupetta?-
Eve strinse i pugni fino
a farsi diventare bianche le nocche. Non aveva ancora accettato il
ruolo di
Alpha, ma non per questo si meritava di essere trattata come una
stupida,
piccola lupetta.
-Prima di attaccare un nuovo nemico,
dovremmo conoscere i
suoi punti deboli- l’anziano nonno alzò lo sguardo
stupito verso la nipote, per
poi dedicarle un sorriso di ammirazione. L’Alpha Kiba la
osservò con le
sopracciglia inarcate, indeciso sulla risposta. Si voltò
verso sua moglie,
anch’essa capo Alpha, per decidere. Dunque, entrambi si
voltarono nuovamente e
Eve credette di vedere la donna farle l’occhiolino.
-A quanto pare, tu e mia moglie
ragionate nello stesso modo-
la giovane lupa fece un sorriso soddisfatto, accennando un grazie alla
donna
che l’aveva sostenuta; -Tuttavia…- Eve
tornò a guardare l’uomo che stava
ricominciando a parlare, -Sarà qualcuno del nostro branco ad
avvicinarsi a
loro-
-Assolutamente no- esclamò
il vecchio Chayton, con il tono
di chi non ammette alcuna replica; -Deve avvicinarsi qualcuno in grado
di
combatterli e tener loro testa anche da solo-
-E chi vorresti mandare? Tua nipote?-
disse, sarcastico, il
capo Kiba.
-Esattamente- quest’ultimo
si voltò verso l’anziano, con
espressione sorpresa.
-Spero tu stia scherzando. Ti sembra
in grado di
combatterli?- urlò, sconvolto, indicando la figura della
ragazza.
-Ehi, credo proprio che tu la stia
sottovalutando-
intervenne Axel, affianco sua sorella e mettendole una mano sulla
spalla per incoraggiarla.
Jonathan scoppiò in una rumorosa risata.
-Combattiamo- asserì la
ragazza. L’uomo smise di ridere e si
bloccò a fissarla con serietà. Si
voltò verso il suo branco, chiamando a gran
voce il nome di un ragazzo alto e muscoloso. Questo, spuntò
dal gruppo, affiancando
il suo capo.
-L’hai voluto tu,
“lupetta”- rispose, con fastidiosa ironia.
Eve fece una smorfia e con sguardo di sfida si incamminò al
centro di uno
spiazzo di terra per combattere. Quello si avvicinò a lei,
assumendo la classica
posa da battaglia. Evelyn gli dedicò un sorriso ammiccante: -In bocca al lupo-
***
-Che diavolo ci fai tu qui?- Bill era
davanti alla porta
aperta e fissava con sguardo sconvolto la ragazza bionda di fronte a
lui.
-Ehilà, Billy- rispose
questa, sorpassandolo ed entrando in
casa come se fosse da sempre sua. Il rumore dei suoi tacchi a spillo
risuonava nella
grossa sala in legno. Si fermò nel mezzo di questa, per
osservare l’arredamento
con aria pensierosa. Si illuminò improvvisamente,
individuando il ripiano bar
–anch’esso in legno- e si incamminò a
grandi falcate verso di esso. Si abbassò
per cercare tra le bottiglie, sorrise prendendo quella che preferiva
insieme a
un bicchiere in vetro ricamato.
-A cosa dobbiamo questo onore, mia
cara Bekka?- domandò il
maggiore dei gemelli, raggiungendo la sorella con la
velocità da vampiro per
prenderle la bottiglia dalle mani e versandole il liquido.
-Amore fraterno?!- rispose la bionda,
cominciando a
sorseggiare la bevanda scura sedendosi sul divano in pelle bordeaux.
Bill
scoppiò a ridere, con sarcasmo.
-Dai Bekka, riprova. Cosa
c’è qui a Woodstock che ha
catturato il tuo interesse?- Rebekka abbassò lo sguardo
sull’alcolico.
-La famiglia- sussurrò.
Bill e Tom si scambiarono uno
sguardo. Sapevano benissimo cosa significasse avere tutta la famiglia
nella
stessa città.
-Sempre e
per sempre-
***
Sollevò il labbro
superiore mostrando i denti affilati, con
un ringhio feroce, ad un palmo dal viso del ragazzo lupo.
-Ok, Evelyn. Può bastare-
le disse suo nonno. La voce
dell’uomo tradiva un certo entusiasmo nel vedere la giovane
nipote battere un
ragazzo possente. La ragazza sollevò le zampe dal busto del
lupo, tornando
velocemente umana. Con aria fiera di chi aveva appena vinto, contro
ogni
aspettativa, voltò le spalle al branco dei Kiba e si
incamminò verso il suo.
Alcuni lupi cominciarono a mormorare qualcosa riguardo alla
velocità con cui la
ragazza si era trasformata e con cui si muoveva. Il vecchio Chayton era
orgoglioso
della lupa. La accolse con un abbraccio, aspettando che
l’altro Alpha parlasse.
Ma la moglie lo fece per prima.
-Beh cara, sarò onorata di
prendere decisioni con la nuova
Alpha dei Mezzaluna- Evelyn le dedicò un sorriso di
gratitudine.
Chayton osservò sua
nipote, dunque slacciò dal suo collo il
laccio di corda che aveva come ciondolo una pietra a forma di
mezzaluna, nera e
lucida. La porse alla ragazza.
-Questa pietra è Ematite:
è la pietra dei guerrieri, dei
coraggiosi. Appartiene alla nostra famiglia da generazioni. Ora
è tua. Ora…-
fece una pausa per allacciare la collana alla nipote; -Sei tu il nostro
Alpha-
Mentre il branco dei Mezzaluna si
inchinava al nuovo
Capobranco, Evelyn alzò il viso alla Luna piena. Con il
cuore pieno di emozione
e orgoglio, subito tornò una grossa lupa dal manto candido
che correva nella
foresta ululando all’inizio di una nuova Era.
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Angolo
autrice:
Ehilà, bella gente. Sono
tornata con il secondo capitolo che
in realtà è il primo. Come ho già
detto nel prologo, nella storia ci sono
moltissime similitudini con le due serie tv: The vampire diares e The
Originals. Ora cercherò di spiegare alcuni particolari.
Kiba, è il nome che ho
dato al branco amico e significa “Zanna”;
Mezzaluna è invece il nome del branco di Evelyn.
Il
nome Chayton che
ho dato al nonno, significa “Falco” ed è
un nome degli indiani d’America.
Ho cercato di spiegare la Soggiogazione, che ho visto aveva creato
fraintendimenti. Se
qualcuno non avesse capito me lo richieda :)
Poi, parlando di similitudini, i fan
delle serie tv nominate
avranno di certo notato il cognome che ho dato ai gemelli: Mikaelson.
Per chi
non fosse fan, questo è il cognome della vera famiglia
Originale di The
Originals. Eh sì, ho fatto spuntare una sorella ai nostri
gemelli! La sorella
si chiama Rebekka. Questo è anche il nome della vera sorella
degli Originali
nella serie tv, anche se in realtà sarebbe scritto
“Rebekah”. Inoltre, io la
immagino proprio come l’attrice che interpreta Rebekah,
ovvero Claire Holt, che
io adoro! Ultima cosa (spero di non aver dimenticato nulla, in caso
contrario
chiedete tranquillamente) quel “Sempre e per
sempre” che dicono i gemelli, è il
motto della famiglia Mikaelson in The Originals e ho voluto mantenerlo
:)
Ovviamente, la mia esagerazione con
la nostra protagonista,
Evelyn, per quanto riguarda olfatto, udito, forza, velocità
e tutto il resto,
non sono messi a caso. Più avanti capirete :)
Ultima precisazione poi vi lascio in
pace, forse, il fatto che gli Alpha
dei Kiba
siano due, è una scelta biologica dovuta alla natura del
lupo. In un branco di
lupi la gerarchia è molto importante, al primo posto abbiamo
due Alpha, poi due
Beta e così via. I due Alpha sono appunto maschio e femmina,
una coppia. Ho voluto
mantenere questa affascinante regola anche nella storia :)
Spero, ripeto, che sia tutto chiaro e
in caso contrario,
ripeto di nuovo, chiedete pure. In una recensione o messaggio privato,
come
preferite!
Finalmente ho finito e,
sì, vi lascio andare :)
Un grazie di cuore alle ragazze che
hanno recensito, alla
ragazza che ha messo la storia tra le seguite e anche a chi legge
silenziosamente. Spero vi sia piaciuto e mi piacerebbe sapere cosa ne
pensate!
Grazie di nuovo, alla prossima.
Sara.