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Autore: blackytte    01/06/2015    1 recensioni
Ellen Malley è una piratessa, nonchè Vice Capitano dei pirati Heart. E' nata in una piccola isola chiama Stella Marina, situata nel Mare Meridionale. Lei è entrata a far parte della Peggior Generazione diventando così la dodicesima supernova. La sua storia, tuttavia inizia da un tragico passato pieno di tristezza e rancore verso colui che sterminò la sua famiglia e distrusse il suo villaggio.
Ellen partirà per un viaggio incredibile insieme a Trafalgar Law e alla ciurma dei Pirati Heart intenta ad annientare i demoni del suo passato che l'affliggono da tempo e decisa a mantenere una promessa a costo della sua stessa vita.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Supernova, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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HOPE ;;
La piccola stellina speranzosa;

«Cosa dovrei fare adesso?» La piccola moretta ricoperta di sangue e fango guardò il cielo che si era aperto, mostrando all'orizzonte un alba che toglieva il respiro, tuttavia, per Ellen, quell'alba o, qualsiasi cosa bellissima e magica che la natura poteva offrirle, non significava più nulla. «Mamma e Papà avevano detto che alla baia EST avremmo avuto qualche possibilità di fuga. Inoltre credo che ormai non ci sia più nessun nemico in zona.» La bambina inalando tutta l'aria presente nel suo piccolo spazio e chiudendo per qualche secondo gli occhi cercò di rasserenarsi, mostrando un lato di forza e, in qualche modo di positività. Riaprendo gli occhi e liberando l'aria tenuta dai suoi polmoni avanzò lentamente, mentre con la manica della pigiama ormai ridotto ad uno straccio sporco, cercò di pulirsi il nasino, scuotendo leggermente la testa e cantilenando un Coraggio Ellen, Coraggio Ellen nella sua piccola testolina.

«Spero soltanto di trovare una barca in buone condizioni....» Disse tra se e se mentre camminava in mezzo alla vegetazione, percorrendo un sentiero che, probabilmente avrà avuto più di 50 anni date le sue condizioni che, a tratti lo rendevano addirittura inagibile. «Questo sentiero è più fitto di quel che pe---» «Devo ammettere che questa volta quel tizio ha fatto davvero una carneficina.» «Già, di solito quando saccheggia un'isola lascia in vita qualche persona.» «Purtroppo questa volta ha fatto fuori tutti quanti, che disdetta.» Sentendo quelle voci Ellen si irrigidì sul posto, un brivido le percorse la schiena, la possibilità che quelle persone potessero essere buone era pari a 0 e lei lo sapeva perfettamente, del resto, dopo quello che era successo, lei aveva perso la sua fiducia verso le chiunque. «Be non ci possiamo fare niente. E poi meglio loro che noi non ti pare?» «Concordo appieno, sempre meglio di essere fatti a fettine di quel mostro.» «Ora dovremo tornare dal nostro Capitano prima che salpi e ci lasci in quest'isola deserta.» I passi pesanti che si avvicinavano sempre di più alla figura minuta che, respirando a fatica riuscì a riprendere il controllo di se stessa, nascondendosi in mezzo alla vegetazione, accucciandosi mentre quei tre uomini passavano tranquillamente e ridendo uno di fianco all'altro. Ellen cercò di stare zitta, addirittura trattenendo il respiro e mettendosi una mano davanti alla bocca mentre le sue mani tremavano e i battiti del suo cuore acceleravano sempre di più. Devo andarmene di qui pensò cercando di allontanarsi camminando all'indietro e mantenendo lo sguardo puntato suoi nemici, cercando di non perderli di vista, ma nel fare ciò la piccola involontariamente pestò con il piede sinistro alcune foglie essiccate che allarmarono quasi subito i 3 uomini, piuttosto corpulenti e dall'aspetto minaccioso. «Avete sentito?» «Cosa?» Disse il secondo voltandosi verso il terzo che, voltatosi rimase immobile a guardare un punto indefinito della vegetazione. Ellen iniziò a respirare a fatica, gettandosi completamente a terra e portando anche l'altra mano sulla sua bocca cercando di non respirare mentre una parte di lei, lottava per trattenere le lacrime di paura. «Probabilmente sarà stato un animale selvatico.» Disse infine il primo dei tre che stava a capo del gruppo. «Voglio un attimo controllare, magari è un cerbiatto. Pensateci potremmo farci una bella colazione.» «Sei sempre il solito.» Nella testa di Ellen mille pensieri orribili apparirono, se l'avessero presa chissà cosa le avrebbero fatto, no, lei doveva vivere, doveva scappare, doveva mantenere la promessa fatta alla madre e a sua sorella, non poteva morire qui. Ma ogni piccola speranza veniva con forza calpestava dai passi di quell'uomo dalla cicatrice sull'occhio destro che si avvicinavano sempre di più alla sua esile figura. Il cuore che batteva all'impazzata mentre il suo piccolo corpicino tremava di paura, chiuse gli occhi gridando nella sua testa: Aiutatemi, qualcuno mi aiuti mentre quella figura ormai a pochi centimetri da lei la stava per scovare. «Puru, Puru, Puru, Puru, Puru, Puru.» «E' il tuo Den Den Mushi?» Disse il secondo che, tirando fuori il lumacofono si preparò a rispondere. «Hey ragazzi, avete avuto fortuna?» «Purtroppo no, sembra che lui abbia fatto fuori tutti, è davvero un peccato.» «Già lo puoi proprio dire, il Capitano non sarà contento.» «Non è nemmeno colpa nostra però!» «Sai com'è fatto no, quello li venderebbe anche gli scheletri se valessero qualcosa.» Il primo ed il secondo sospirarono copiosamente mentre il terzo che si era bloccato sul posto aveva rivolto lo sguardo verso i suoi compagni. «Comunque vi ho chiamato per avvisarvi che tra qualche minuto partiamo, quindi sbrigatevi se non volete rimanere qui.» E detto ciò la comunicazione venne interrotta. «Bene direi che possiamo andarcene.» Disse il primo mentre il secondo, rivolgendo un occhiata non proprio amica al terzo disse: «Se non vuoi rimanere qui, ti consiglio di sbrigarti.» Il terzo senza pensarci due volte si incamminò verso gli altri, avanzando per andarsene dall'isola. Ellen intanto respirando con gran fatica e sedendosi sul posto si portò una mano sulla fronte, asciugandosi il sudore e rivolgendo lo sguardo verso l'alto, felice di aver scampato il pericolo. Tuttavia nella sua testolina un pensiero si era fatto spazio, un pensiero pericolo, ma che aveva una logica. Probabilmente loro hanno una nave con cui andare via dall'isola e, francamente, anche se ci fosse una barca ormeggiata alla baia EST, non sarei in grado di usarla. In un certo senso sarei più al sicuro con quei pirati, o almeno credo siano pirati dal momento che hanno nominato un certo Capitano. Alzandosi dal nascondiglio e tenendo stretti i pugni, rivolgendo lo sguardo verso la direzione presa dai pirati fece un lieve cenno a se stessa. Quella è l'unica possibilità che ho di fuggire da quest'isola. 

Certo l'idea di dover avvicinarsi di nuovo a quelle persone non era delle migliori, inoltre era decisamente un controsenso per la piccola Ellen. Tuttavia questa era la sua unica via di fuga e lei doveva scappare da qui prima che quei demoni e quei rimpianti la soffocassero completamente, rendendola inerme e senza nessuna via d'uscita. «Sembra che il mare sia calmo.» «Già è davvero un ottimo tempo per salpare.» Due pirati allegri con delle botti sulle spalle, percorsero la spiaggia della baia SUD-EST mentre altri erano intenti a caricare sacchi pesanti, probabilmente pieni di cibo. Ellen intanto, nascosta tra la vegetazione osservava quei pirati allegri e spensierati, finché i suoi occhi non incontrarono l'immensa e maestosa nave pirata con la famosa bandiera nera ed il teschio bianco. Si lasciò sfuggire un sussulto di meraviglia, del resto, non aveva mai visto una nave pirata se non nei libri di fiabe o nei giornali. «E' gigantesca.» Sussurrò dando un calcio prepotente a quel sentimento di paura che pochi minuti fa l'aveva resa immune a qualche sorta di felicità o speranza. «Allora quanto vi manca per finire?» Sbraitò uno dei pirati con uno spadone molto grande lungo dietro la schiena. «Ci mancano ancora 2 carichi ma tra qualche minuto dovremo essere in grado di salpare.» Disse un altro pirata che portava sulle spalle una cassa di legno piuttosto pesante. «Ottimo, non fate tardare il nostro Capitano, prepararsi a salpare gente!» La folla gridò un sonoro SI che fece quasi tremare Ellen, riportandola alla realtà. Devo assolutamente salire su quella nave, però con tutti questi pirati.....Devo trovare una soluzione... Ellen guardandosi intorno notò qualche cassa di legno, vicino alla vegetazione, a pochi passi da lei. L'idea arrivò in un battibaleno e con determinazione lei si precipitò su di essa, da prima nascondendosi dietro ad alcuni alberi, per poi notare della distrazione dei pirati per infilarvici dentro. Fortunatamente quest'ultima era stata aperta quindi ad Ellen non servì nemmeno forzarla per entrarvici. L'unica nota negativa era il carico al suo interno. C'era un nauseante odore di pesce morto ed Ellen dovette cercare con tutte le sue forze di non vomitare dato che il pesce era un piatto che detestava. «Eh?» «Che c'è?» Disse un pirata ad un suo compagno che, grattandosi lo scalpo fece una faccia stupita. «Mi sembrava che quella cassa fosse aperta...» «E' appena mattina e tu hai già le allucinazioni da sbronza? Muoviti prima che il Vice Capitano ti faccia a fettine.» Quest'ultimo senza battere ciglio si apprestò ad alzare la cassa facendola dondolare a destra e a sinistra ponendo Ellen nella condizione di essere sommersa da quel pesce morto. «E' l'ultimo carico?» Disse il Vice Capitano all'uomo che subito fece un cenno sicuro. «PIRATI! SI SALPA!» Il gruppo di pirati gridò di nuovo un sonoro SI ed Ellen fu finalmente capace di sorridere speranzosa.

Angolo Autrice:
Salve a tutti! Mi scuso tantissimo per il ritardo di questo capitolo, attualmente sto lavorando anche al successivo quindi entro stasera o domani dovrebbe essere online. Volevo ringraziare tutti quelli che stanno seguendo la storia e c'è chi l'ha aggiunta tra i preferiti! Questo mi rende ancora più felice! Spero che la storia, andando avanti con i capitoli vi possa piacere ancora di più, un bacio Red19.
  
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