Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lullaby1992    01/06/2015    1 recensioni
Una misteriosa donna, vestita con gli abiti della gendarmeria, arriva nell'ufficio di Erwin, citando una vecchio patto che ci sarebbe stato tra i due, e incitandolo a mantenere la parola data, pena, la sua vendetta.
Inoltre, tra lei, una bellissima e affascinante donna, di nome Astrid e il Capitano Levi sembra esserci una certa conoscenza, nonchè forse, vecchi rancori. è forse un amore andato a male, o solo incomprensioni dovute alla separazione delle scelte di vita?
I membri del corpo ricognitivo non conoscono per niente questo nuovo personaggio, eppure il capitano sembra conoscerla piuttosto bene. E il suo improvviso trasferimento dalla gendarmeria al corpo ricognitivo solleva alcuni sospetti, eppure il comandante sembra fidarsi di lei...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irvin Smith, Nuovo personaggio, Rivaille, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mentre Erwin discuteva con i capoccia per evitare che la legione venisse direttamente sciolta nel giro di un paio di giorni, Levi passò il tempo a riflettere.

I feriti erano stati soccorsi e sistemati in una base presa in prestito. Le reclute non ferite -salvo Eren, Armin e Mikasa- erano state mandate in un'altra zona del wall Rose.

Lui era stato messo a fare da balia a Eren, e di secondo compito, ai feriti.

Si annoiava, e peggio ancora, la sua mente non riusciva a stare ferma, volando da un pensiero all'altro.

Qualcosa non gli tornava nei suoi conti.

Cosa voleva dire “ci ho messo dieci anni tornare da te”?

Non aveva senso. Non combaciava con quello che sapeva. Non collideva con gli avvenimenti. Non aveva senso.

Doveva esserci qualcosa. Qualcosa che gli era stato occultato. Un evento di cui lui era all'oscuro. Questa era l'unica possibilità plausibile.

Si sforzò di ricostruire gli eventi. Ma era difficile andare a ripescare ricordi che si era sforzato in tutti i modi di dimenticare.

Eren, invece, seduto al tavolo con il capitano che sorseggiava il the fissando il muro, si domandava a cosa stesse pensando il capitano per avere uno sguardo così truce, sussultando a ogni ticchettio della tazzina sul piattino. Si ricordava ancora troppo bene il sapore degli stivali di Levi in bocca per volerli riassaggiare.

Ed era evidente che l'uomo non era nei suoi migliori stati d'animo, anche se il viso era così gelido da non poterne decifrare nulla.

Ad un certo punto Levi abbassò di scatto la tazzina sul piattino.

Eren quasi schizzò via dalla sedia, da come fu preso di sorpresa.

Bastardo di Erwin!” sibilò Levi.

Co-come?” ebbe il coraggio di chiedere.

Lanciò un occhiata al ragazzo, facendolo deglutire. “Mi sta facendo aspettare, tra un po' sarà qui la gendarmeria se non si spiccia” mentì.

Si-signore, mi dispiace per il suo braccio” mormorò lui.

Si toccò la parte, lesa, sovrappensiero. Sarebbe potuta andare decisamente peggio.

Se non fosse stato per le mie scelte forse...” Eren sembrava davvero contrito.

Finalmente Levi lo degnò di un vero sguardo.

Nessuno può sapere cosa comportano le nostre scelte. Possiamo solo seguire la via che ci sembra migliore, e quella che ci sembra implicare meno rimpianti” ripose pacatamente.

Sembrate molto pensieroso oggi, capitano”

Lo sono infatti” si limitò a rispondere lui.

Eren rimase a languire, non sapendo quanto fosse saggio fare altre domande. Venne sollevato dall'indecisione dall'entrata nella sala di Erwin, accompagnato da altri, tra cui Armin, Mikasa e altri membri più anziani del corpo di ricognizione.

Levi sorseggiò il the, con aria indifferente.

Erwin. Dopo gradirei parlarti”

Erwin annuì, prendendo a esporre il piano ai presenti.

Mentre lo faceva però, notò lo sguardo cupo del suo capitano. Lo conosceva abbastanza da riconoscerne almeno un po' gli umori, e lo teneva abbastanza d'occhio.

Era stato con la sua lama puntata alla gola, in passato.

Levi era un soldato eccezionale quanto letale. Sapeva che gli era fedele, ma se qualcosa gli avesse fatto pensare che lui, Erwin, lo stesse prendendo in giro, sapeva che Levi non era tipo da girarci troppo intorno prima di ammazzare anche lui.

La gente come Levi e Astrid erano lame a doppio taglio. Efficienti e letali, bisognava stare attenti a impugnarle con cautela, o avrebbero ferito anche il padrone.

Una volta esposto il piano, verificato che tutti avessero ben compreso, e che non ci fossero ulteriori dubbi, si ritirò in uno studio appartato, seguito da Levi.

Dunque? Di cosa volevi parlarmi?”

Astrid”

Oh. E come mai?” chiese sedendosi. L'argomento spinoso.

Diamine. Proprio ora doveva chiederglielo? Tanto più che c'erano cose che Levi non sapeva, e se le avesse scoperte in malo modo... beh suppongo che anche un uomo controllato come lui potesse sbroccare se troppo sollecitato.

Mentre rientravamo, sul carro, dato che era mezza stordita dagli antidolorifici, credo si sia lasciata scappare un qualcosa che non voleva dire”

Sentiamo...” disse Erwin. Che la sospettasse di essere una spia?

L'ho ringraziata per avermi salvato la pelle, e lei ha risposto 'Ho impiegato dieci anni per tornare da te. Non posso lasciarti morire ora'”

Le parole rimasero in sospeso. Levi era troppo arrabbiato per sentirsi in imbarazzo a una dichiarazione simile.

E quindi? Sapevo che c'era un forte legame tra te e il tuo gruppetto quando...”

No. Lascia perdere ste stronzate. È tutto il giorno che ci penso. Non avevano senso quelle parole dopo tutto il casino successo e... no. Erano senza senso.

Finchè mi è venuto in mente. Erwin, fosti tu a dirmi di smetterla di cercarla, dopo la sua entrata nella gendarmeria.

All'epoca non ci diedi peso.

Ma ora, dopo che l'hai fatta rientrare, e mi sembra che ti fidi anche troppo di lei per essere una che potrebbe benissimo essere la spia che stiamo cercando...”

Levi si sedette, puntando i gelidi occhi grigi nelle iridi azzurre di Erwin.
“Cosa sai che io non so?”

Erwin rimase un lungo momento in silenzio. Riflettendo su cosa rispondere, con Levi che attendeva paziente.

Credo che non sia giusto da parte mia raccontarti questa storia, Levi. Dovrai chiederla a lei” rispose semplicemente. Rispettava troppo Astrid per negargli questo favore. La possibilità di parlare a tu per tu con Levi.

Si erano trattati come sconosciuti tutto il tempo, i rapporti raffreddati e incrinati da eventi e il tempo che era passato.

A dispetto delle apparenze, aveva capito già anni addietro quello che provava Astrid. Aveva fatto finta di nulla con Levi, ma dopo tutto quello che era successo, gli doveva almeno questo alla donna.

Prima che tu possa arrabbiarti, ti dirò che è stata lei a chiedermi di non parlartene, per motivi che capirai da solo. Ma nel frattempo, ti garantisco che è dalla nostra parte”

Quindi dovrò fidarmi della tua parola” Levi sbuffò. “D'accordo. Glie lo chiederò”

In fin dei conti non poteva ammettere che sin ora tutto quello che Erwin aveva fatto era stato per il bene collettivo della legione e dei suoi sottoposti.


Hanji andò a trovare Astrid, chiedendogli come stava, e lei, annoiata dal tempo passato a letto, finì con il chiacchierare con la stravaganze rossa, parlando del più e del meno.

Venne aggiornata a riguardo alla missione che stavano per compiere nel wall sina, e Hanji notò con piacere che la mora guariva in fretta.

Già, ho la pellaccia dura..” commentò ridacchiando.

Lo so di essere invadente, ma non so resistere un secondo di più senza chiedertelo... cosa c'è tra il capitano Levi e te?”

Astrid sussultò, più sorpresa che imbarazzata “Niente, perché?”

Forse ho fatto la domanda sbagliata allora. Forse dovevo dire cosa c'è stato? Al passato? No, perché è qualche anno che lavoro con quello scorbutico e non l'ho mai visto così... teso? Nervoso? Suscettibile?” non sapeva neppure lei come definirlo.

Astrid ridacchiò, ma questa volta un leggerissimo velo di rossore comparve sulle guance, appena accennato.

Nulla, davvero Hanji”

Guarda che io sono solo curiosa, non pettegola. D'altra parte sono una ricercatrice, è mio compito essere curiosa. E più mi vengono negate le risposte più divento morbosa. Ti avverto!”

Sembra una minaccia, la tua!”

Lo è!”

Le due si guardarono fisso un secondo prima di scoppiare a ridere. Astrid decise di potersi fidare.

Credo di poter dire che ci siamo salvati la pelle diverse volte a vicenda. Prima. Prima della legione, prima di essere soldati.

Ho vissuto per la strada, nella città oscura. Un posto crudele, anche senza bisogno di titani. Ero solo una ragazzina. Mi andarono male un paio di zuffe e mi ritrovai a essere così debole da non riuscire ad avere la forza neppure di cercare una pozzanghera per bere. La fame è un circolo vizioso. Ti indebolisci e hai sempre meno energia per cercare qualcos'altro. Levi, con Farlan e Isabel mi salvarono la vita, e da allora divenimmo un gruppo unito.

Quando vivi in un ambiente simile, avere qualcuno a cui affidarti fa diventare i legami molto stretti. Sapevamo di poter contare l'uno sull'altro per ogni evenienza. Ci aiutavamo a vicenda, per sopravvivere.

Però le cose, quando Erwin ci ha reclutato, non sono andate proprio come previsto. Dopo l'addestramento ci siamo divisi, e non ci siamo più visti fino a quando sono entrata nel corpo di ricerca. Credo che l'abbia visto come un tradimento al nostro gruppo. Tutto qui”

Dunque non siete stati amanti?”

Ti ha mai detto nessuno che è la curiosità ad avere ammazzato il gatto?” ridacchiò Astrid alla domanda così diretta e priva di vergogna della rossa.

Non hai risposto però. Lo sai che si dice che il silenzio è un altro modo per dire di si?”

Ficcanaso. Comunque no, mai”

Però ti sarebbe piaciuto...” ghignò Hanji sistemandosi gli occhiali con un ghigno quasi perverso.

Ora stai diventando davvero troppo invadente Hanji Zoe!” disse senza però non riuscire a non ridere alle buffe espressioni della rossa. In fondo, era dalla morte di Isabel che non aveva una vera e propria amica. E Hanji, nonostante le domande irriverenti e ficcanaso, era lì evidentemente con l'intenzione di farle compagnia e risollevarle il morale, cosa di cui lei le era grata.

Fuori dalla porta, con la mano ancora alzata per girare la maniglia, c'era Levi.

L'abbassò senza toccarla. Sarebbe ripassato in un secondo momento


Angolo d'autore.


Chiedo scusa per i ritardi e tutto, ma oltre a problemi personali, ho anche ripreso un po' in mano la storia di Fairy Tail che avevo lasciato a languire decisamente per troppo tempo.

Spero mi perdonerete!

Al prossimo capitolo (che spero di pubblicare il più presto possibile...)

  
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