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Autore: LadySissi    02/06/2015    2 recensioni
Al bordo di una piccola piscina, su una sedia a sdraio a righe bianche e blu, una ragazza con un caschetto di capelli bruni, un costume vintage e grandi occhiali da sole leggeva con aria svogliata. Pansy Parkinson sbuffava, scorrendo rapida le notizie del Profeta e sorseggiando il suo the al limone.
Era già la fine di agosto: mancavano quattro giorni all'inizio di settembre, alla riapertura della scuola ed al suo quinto anno.
(George/Pansy)
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cho Chang, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, George Weasley, Pansy Parkinson | Coppie: Cho/Harry, Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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(Da: “Lasciala andare”, di Irene Grandi)

In mezzo alle pagine di questo mio libro ci sei tu

davvero difficile lasciare i ricordi andare giù

quasi sicuramente tu mi dirai di no

ti chiedo solo un istante, ancora un po'...!

 

Gennaio era diventato febbraio, e, in un attimo, San Valentino era passato. E, con grande stupore di tutti, George e Pansy erano ancora insieme. Certo, non è che il loro modo di festeggiare quell'occasione fosse stato romantico. Per la verità, Pansy aveva posto il veto, dal momento che era allergica a cuoricini e cupidi, ed aveva espressamente vietato al ragazzo di portarla da Madama Piediburro o in altri posti simili. Quanto a George, non si era certo fatto pregare, ed aveva preferito portarla in giro per negozi (prima quelli che piacevano a lei, poi quelli dove andava sempre lui, per non far torto a nessuno). Le aveva sorprendentemente regalato delle rose, e Pansy si era domandata che cosa si fosse bevuto il suo ragazzo. Poi, le rose si erano trasfigurate in uno Spara gavettoni modificato che aveva cominciato a macchiare tutti con palloncini pieni di vernice rosa, e Pansy si era tranquillizzata, vedendo che era perfettamente in sé. E questo era stato tutto il loro festeggiare.

 

Per altri, però, la festa era stata molto meno spensierata. Era il caso di Cho, che continuava ad avvicinarsi ed allontanarsi nervosamente dalla finestra del suo Dormitorio. Dalla Torre di di Corvonero si poteva vedere buona parte dei cortili del castello, ma non era ancora riuscita ad individuare Harry. Per quale motivo, poi, avrebbe dovuto trovarlo? Ci sarebbe stato ancora un dialogo sereno, tra loro due, dopo quella disastrosa uscita a Hogsmeade? E perché lei si ostinava a cercarlo ancora, almeno con lo sguardo?

La verità è che Cho si sentiva triste, ed anche piuttosto fallita. Le sembrava, in quel momento, di avere soltanto frainteso Harry. Forse vedeva in lui semplicemente un legame, per quanto labile, con Cedric, e con quei ricordi che lei si sforzava, con le unghie e con i denti, di trattenere. Pensava che fosse lo stesso anche per lui.

Ma quando, in quel caffé che a lei era sembrato tanto carino, egli aveva fatto di tutto tranne che tranquillizzarsi e mettere a proprio agio entrambi, lei stessa si era sentita improvvisamente fuori posto. Aveva addirittura cominciato a buttare un occhio sugli altri ragazzi presenti in sala, non perché le interessassero realmente, ma perché sperava di suscitare in lui una reazione, una qualunque. Ma, ancora una volta, si era sbagliata. Nemmeno il nome di Cedric aveva contribuito a farli sentire sulla stessa lunghezza d'onda, tutt'altro. E, ciliegina sulla torta, lui se n'era andato per raggiungere la sua amichetta, che vedeva già tutti i giorni! Ma che stesse con lei, allora!

Forse è soltanto troppo presto, si disse. Dopo Cedric, per quanto avesse esitato, aveva cercato un nuovo amore, ed aveva scelto la persona che le era più vicina in quel frangente. E, dopotutto, era anche naturale, dopo un lutto, avvertire di più la vicinanza delle persone che l'hanno subito con noi. Lei si era, forse, fatta trasportare da quei sentimenti, e li aveva sopravvalutati.

Quello che aveva provato per Cedric era stato profondo, e si ricordava bene, quasi attimo per attimo, come si era sentita durante la loro storia. Quanto a Harry, invece? Non era nemmeno così sicura di conoscerlo bene, di poter apprezzare i suoi amici (e che lui avrebbe apprezzato le sue amiche), e facevano una certa fatica anche solo a trovare argomenti di cui poter parlare. A conti fatti, il suo si era rivelato più un sogno, un progetto velleitario, che un reale desiderio di costruzione.

E un'ulteriore conferma di questo le era dato da come si sentiva ora: come ad un bivio. Una persona davvero presa, coinvolta, avrebbe rincorso Harry: lei non lo stava facendo, si stava limitando a guardarlo da lontano, dietro un vetro, come se già facesse parte di una realtà che non la riguardava più. Eppure, almeno per il momento, non ce la faceva ad accettare che anche quella porta si fosse chiusa. Aveva ancora bisogno di un po' di tempo, o almeno, di qualche istante per poter capire.

 

Sarà l'abitudine

sarà che ogni giorno eri con me

indimenticabile...ancora mi vieni in mente

così incessantemente

come una goccia che

cade leggera, ma stava dentro me

 

Un paio di settimane dopo, Pansy se ne stava tranquilla in Sala Comune, per la verità annoiandosi a morte. Aveva già finito i compiti prima di cena, Daphne e Blaise erano usciti per non si sa che passeggiata romantica, e nella Sala c'erano soltanto alunni di prima che se ne stavano comodi davanti al caminetto.

Non poteva raggiungere George perché sapeva che quella sera ci sarebbe stata una riunione dell'ES e non voleva intralciarlo, né destare sospetti. Stava già meditando di tornare in Dormitorio, così almeno avrebbe potuto fare qualcosa di lievemente più costruttivo, tipo rimettere a posto il casino che Daphne aveva piantato con nonchalance sul suo letto, quando un rumore tremendo la fece sobbalzare. Alzando gli occhi, vide che la porta della Sala era stata spalancata con forza, e vi era entrato Draco con i suoi due scagnozzi, sudato come se avesse corso per tutto il castello, e trionfante come Pansy forse non l'aveva mai visto.

“Pansy, dai, corri, sbrigati! Dobbiamo andare a caccia di Potter e dei suoi amichetti!”

Le si raggelò il sangue nelle vene. Possibile...? No, no. Bisognava stare calme e dissimulare, con freddezza. Anche se stava quasi tremando.

“Di cosa stai parlando?” rispose, con il tono più glaciale che le era possibile usare.

“La Umbridge ha scoperto un'associazione segreta guidata da Potty, o qualcosa del genere! Sta andando ora nella Stanza delle Necessità per fermare tutto!! Noi dobbiamo aiutarla e catturare quegli idioti! Dai, che magari ci dà anche dei punti in più per il GUFO!”
“Noi dobbiamo aiutarla?” fu l'irritata risposta di Pansy. “Oh, io non ci penso minimamente.”
“Che cosa?” Draco la guardò come se non la riconoscesse.

“Hai capito bene. Se per te il massimo del divertimento e della gratificazione sta nell'inseguire delle persone, che non sai neanche bene cosa stanno facendo, per ottenere non si sa quale premio, vai. Io lo trovo patetico.”
“Ma...ma...fai parte della Squadra d'Inquisizione!”
“Oh no, non mi interessa. Non più, almeno.”

“Ah davvero?!? dopo, io e te parliamo, chiaro?” e, furibondo, il ragazzo uscì lasciando Pansy di nuovo sola. Lei aspettò un attimo che non si sentissero più brusii né in Sala Comune, né in Dormitorio; quindi, oltrepassò il portone e si diresse in Sala Grande, decisa ad avere notizie.

 

Man mano si avvicinava al centro del castello, sentiva la confusione fatta dagli studenti crescere d'intensità. Una volta giunta al centro del Salone, però, non trovò nessuno a cui poter chiedere. Riusciva solo ad udire alcuni spezzoni di frasi, che non erano di nessuna utilità. Soprattutto, non vedeva nessun Grifondoro, e ciò contribuiva ad aumentare la sua preoccupazione. Ad un tratto, però, si sentì chiamare: “Pansy!”
Si trovò e vide davanti a sé Susan Bones, una Tassorosso con cui era sempre andata abbastanza d'accordo e che faceva parte dell'ES. “Pansy, vieni un attimo qua”, le fece segno, invitandola ad uscire dalla folla. “Immagino che vorrai sapere dov'è il tuo ragazzo, e tutti gli altri, no?” “Sì, e sono agitata, credimi!” “Lo so, posso immaginare, ma non ne hai motivo. George mi ha detto di tranquillizzarti, se ti avessi visto. Siamo riusciti a fuggire quasi tutti, a parte Harry, purtroppo. L'ha preso Malfoy...”

“...me la paga questa!” disse Pansy a mezza voce. “...E comunque” proseguì Susan “i ragazzi Grifondoro sono rimasti tutti nei Dormitori, anche se la loro idea era tutt'altro. Li abbiamo convinti noi, perché fanno parte della Casa di Harry e rischiano di essere più coinvolti.”
“Ok, fin qui ci sono. Ma cos'è successo prima, esattamente?” “Oh, non ne sono sicura. Ma leggende non confermate dicono che Marietta, una ragazza del sesto di Corvonero, sia andata a spifferare tutto alla megera.”
“...capito. Va bene, grazie Susan. Torno in Dormitorio.”

Mentre faceva dietrofront, si augurò, per la prima volta nella sua vita, che Potter non facesse cazzate e che non venissero fuori tutti i nomi. Se solo il professor Piton avesse potuto, in qualche modo, intervenire! Ma odiava Harry, Pansy non era sicura che l'avrebbe difeso. La situazione era spiacevolmente sospesa.

 

Appena arrivata in Sala Comune, che ormai era quasi del tutto deserta, Pansy fu aggredita da un Draco Malfoy ancora nero di rabbia.

“Non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere!” furono le sue prime parole.

“Ma che hai? Cosa c'è che non va? Non sei contento di aver fatto catturare Potter? Pensavo che fosse lo scopo della tua vita!” rispose lei con sarcasmo.

“Sarei stato più felice se ci fossi stata anche tu ad aiutarmi.”
“Ah sì? Non potevi chiamare la tua barbie preadolescente? Dov'è, adesso? A pettinare le bambole?!?”
“Lascia la mia ragazza fuori da questa storia. Stiamo parlando di te!”
“e va bene! E allora parla! Di' quello che pensi da tanto tempo! Oh sì, lo so che ci stai pensando, ti conosco da tanto ormai, non credere!!”
“Vorrei solo capire che ti è successo. Frequenti gente pessima sotto ogni punto di vista, hai come ragazzo un Grifondoro pezzente... e ti rifiuti pure di stare con chi ti è sempre stato vicino!”
Questo era troppo. Aveva taciuto, sopportato. Aveva cercato di mostrarsi superiore. Ma cazzo, se adesso lui pretendeva di starsene lì bello comodo, dopo averla fatta soffrire, a farle la predica come se fosse il paparino premuroso, si sbagliava di grosso.

“Senti un po'...”
“Ma...”
“Ma tu adesso mi ascolti!! Che cosa pretendevi, eh?? Che sarei rimasta la piccola, buona amichetta della porta accanto, sempre pronta a correre ad uno schiocco di dita? Queste cose le puoi chiedere alla tua ragazzina. Io mi sono ufficialmente stufata. Punto primo! Poi, non me ne frega un cazzo se tuo padre e quello di George hanno fatto a pugni in quella libreria, se tu odi la sua famiglia e se c'è qualcuno che secondo te sarebbe più adatto a me. C'è stato un tempo in cui il tuo giudizio per me era sacro, ma adesso basta. Sai qual è la verità? Odio il tuo stile di vita e la gente che ti ruota intorno. E non cercherò più di farmi piacere tutto questo. Non so cosa può essere stato: forse la tua presenza, il fatto che hai fatto tanti passi importanti insieme a me. Ma non importa, mi sono liberata da tutto questo, e ciò mi fa felice, perché pensavo tu fossi indimenticabile...pensa te che sciocca!

E, alla fine, non tirare in ballo nessun discorso di amicizia, perché io so quali sono i miei veri amici, e speravo che lo fossi anche tu, ma mi hai deluso! Quindi non osare mai più farmi la predica, chiaro?!?”

Non aspettò neanche che il ragazzo si riprendesse dal suo improvviso mutismo. Non voleva sentire nessuna risposta. Non le importava più.

 

Lasciala andare come va, come deve andare

è una cometa che sa già dove illuminare...

 

La mattina dopo, gli studenti si svegliarono con una serie di cattive notizie. A quanto pareva, non erano trapelati i nomi dei partecipanti all'ES, ma Silente era fuggito dalla scuola in modo non del tutto chiaro (nel corso della mattinata si erano già diffuse moltissime versioni, una più improbabile dell'altra) e la Umbridge lo avrebbe sostituito come Preside. Cominciavano seriamente i guai.

 

“Tu che ne pensi?” chiese a Pansy, seduta in Sala Grande insieme a George. La maggior parte degli studenti se n'erano già andati per seguire le lezioni del pomeriggio, mentre lei aveva finto con la megera di volerlo trattenere, in qualità di Prefetto.

“Voglio dire” ripeté “quale pensi che sarà la situazione ora che c'è stato questo passaggio di potere?”
“Pansyna! La domanda esatta è: che cosa pensiamo di fare io e Fred?”
“Perché? Che cosa pensate di fare?!?” gli fece eco lei, allarmata.
“Beh, tu sai che siamo sempre stati, come dire, un po' vivaci. Ma a Silente abbiamo sempre portato rispetto. Ora però...”

“Però cosa? Volete farvi espellere? Volete andarvene dalla scuola? Vuoi lasciarmi qui, sola?”
“Ma guarda un po'...” le rispose lui, ridendo. “Sei mesi fa non mi avresti mai parlato così.”
“C'è poco da ridere!!”
“Dai, calmati. Prima di tutto, non è detto che la Umbridge ci becchi...e che gli altri prof non ci coprano, anche se il solo pensiero mi fa morire dal ridere.

Poi, sarebbe un modo per continuare la ribellione anche senza l'ES, non credi?

E infine, non vorremmo per nessun motivo, comunque, lasciare sole le persone a cui teniamo. Se qualcosa andrà storto, che ci avremo rimesso? Un diploma che non vogliamo e pochi mesi con persone che rivedremo. E poi, non dimenticare che anche Fred avrebbe una ragazza da affrontare!”
“Bah, la Johnson. Quella è già tanto se scende dalla scopa e molla la Pluffa per occuparsi del mondo reale. Con quel dolce temperamento, poi.”

“Perché dici così? Non ti piace Angelina?”
“Sinceramente, credo che sia quasi peggio lei della Granger, che almeno compensa il caratteraccio con il cervello.”
“Uh-uh! Il caratteraccio, eh? I nostri difetti, visti negli altri, ci fanno impazzire, eh?!?”

“Ma come ti permetti?!? Io...” ma Pansy stava già ridendo a sua volta. “Sì, direi proprio di sì!” ammise infine.

“Dai, Pansy. Lascia andare le cose come vanno!”

Già, forse era quella la strada da percorrere. Ed anche quello era qualcosa che lei non aveva mai fatto.

 

NOTA AUTORE: aggiornamento festivo! Eccovi l'undicesimo capitolo! Come previsto, Cho ed Harry non sono riusciti a far decollare la loro relazione. Cho è, secondo me, un personaggio sottovalutato, e spero di averlo reso al meglio. Ho amato il fatto che Pansy si sia finalmente ribellata a Draco, alla sua presunzione ed ai suoi tentativi di controllarla. Quanto alla fuga di Silente ed all'inizio della Presidenza della Umbridge... come accade nei libri, ne vedremo delle belle! Grazie mille a tutti coloro che continuano a leggere la mia storia, sono davvero felice che stia piacendo!
Naturalmente...buona festa della Repubblica a tutti quanti, e godetevi la giornata di festa!! :-)
  
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