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Autore: mayluke    02/06/2015    4 recensioni
"Non rispondeva mai in modo diretto alle mie domande, cercava di sviare, di raccontarmi sempre la parte positiva delle storie di quel mondo, e se non c'era, la inventava. Voleva proteggermi, salvarmi. E chiunque avesse detto che non eravamo compatibili, sarebbe andato contro il destino."
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salate lacrime scivolavano lungo il mio volto per poi cadere e scontrarsi con un mattone del ruvido pavimento del giardino. Le mie ginocchia tremavano al petto e la testa era nascosta nell'abbraccio con cui avvolgevo me stessa.
Quando udii delle voci aumentare di volume, sbirciai attraverso le fessure che i miei capelli formavano. 
Il corpo di Luke torreggiava in modo protettivo sulla mia figura, ma il suo sguardo era rivolto verso il ragazzo dai tratti asiatici.

"Mi rispondi?! Che diavolo credevi di fare?!" urlò il biondo, mentre afferrò con forza il colletto della giacca di Shin.

Quest'ultimo era immobile, con i piedi saldi nel terreno e un senso di profondo disorientamento negli occhi.
La mascella di Luke era serrata, ma ogni tanto veniva aperta per torturare aggressivamente il labbro inferiore. La mano libera era chiusa in un pugno, evidenziando così una vena che correva verticalmente sul polso.
Prima che le sue dita urtassero la pelle ambrata del ragazzo asiatico, Amir si catapultò contro il biondo, afferrandolo e incatenando le mani in una stretta ferrea dietro alla sua schiena. 
Nathan prese il braccio di Shin, il quale, senza impiegare alcuna resistenza, si fece trasportare facilmente all'interno dell'abitazione.
Gli occhi del mio Beschermer, precedentemente fissi nel vuoto, incontrarono quelli scuri di Amir. I due si scambiarono intensi sguardi, prima che il ragazzo dalla pelle color caffè liberasse le mani del suo amico e seguisse le orme di Shin e Nathan. 
Luke finalmente si girò e mi guardò attentamente. 
Le lacrime scivolavano ancora con leggerezza sulle mie guance, bagnandole e lasciandole con un lieve senso di bruciore. 

"May" sussurrò disperatamente prima di avvicinarsi con delicatezza.

Il mio corpo si spinse maggiormente verso il muro, come se quest'ultimo avesse potuto proteggermi.

"No ti prego, non ancora" continuò. 

Luke si inginocchiò di fronte a me, raggiungendo così la stessa altezza. I suoi occhi si coprirono di un velo di lacrime e nel suo sguardo leggevo sentimenti che avrebbero voluto trasformarsi in parole: per favore, fidati. 
Perché teneva così tanto a me? Ci conoscevamo soltanto da più che una settimana. 
Eppure lui sembrava capire ogni mio stato d'animo, sembrava essere al corrente di qualsiasi mia paura o esperienza negativa avessi attraversato in passato.
Mi proteggeva, ma sapeva che custodivo nella mia anima una notevole forza interiore. 
Conosceva ogni mia insicurezza, ogni mia sfumatura.
Lentamente mi spostai dalla ruvida parete e mi avvicinai con insicurezza verso Luke. 
Il vuoto che provavo al petto venne colmato quando due forti braccia circondarono il mio corpo e mi portarono su resistenti ginocchia. Affondai il mio viso sul suo petto e la sua maglietta impregnò le lacrime che continuavano imperterrite a scappare dai miei occhi.

"Mi dispiace così tanto, piccola. Non avrei dovuto permettere tutto ciò" balbettò, mentre posò un leggero bacio sui miei capelli.

Ogni mia paura, ansia e insicurezza si trasformò in un pianto rumoroso, intervallato da singhiozzi che bloccavano sistematicamente il mio respiro.
Luke non tentò di asciugare le mie lacrime, ma le lasciò scorrere sulla sua camicia scura, rendendola umida. 
Restammo in quella posizione per un tempo che sembrò infinito: io aggrappata al suo corpo, lui che mi sorreggeva come se potessi scivolare dalle sue braccia da un momento all'altro. 
Non mi ero mai sentita così al sicuro, protetta da un semplice sconosciuto. 
Fu in quegli istanti che compresi che avrei potuto raccontargli qualsiasi segreto con la consapevolezza che il ragazzo li avrebbe custoditi come gemme preziose in una cassaforte blindata. 

"Luke, ho bisogno di raccontarti una storia" biascicai allontanandomi dal suo corpo e guardandolo nei suoi occhi.

Il Beschermer scosse il capo leggermente, prima di catturare una ciocca castana che era finita sul mio volto e rimetterla con dolcezza dietro l'orecchio. 

"No May, io posso aspettare, non c'è fretta" mi rassicurò.

"Sono pronta" ribattei. 

Luke si morse insistentemente il labbro inferiore e spostò il suo sguardo verso un cespuglio di bacche rossicce dall'altra parte del giardino. Successivamente riposò i suoi smeraldi sul mio viso e annuì.

"Non qui, però. Tieniti forte"

Improvvisamente il cielo emanò un bagliore biancastro che presto si espanse nell'intero spazio, aumentando sempre di più la sua gradazione.
Gli occhi di Luke erano serrati e la sua bocca era contratta in una smorfia di concentrazione. 
Quando la luce si fece troppo intensa, fui costretta a nascondere il mio sguardo tra i capelli del Beschermer e a stringermi con forza al suo petto. Una sensazione simile alle vertigini invase il mio corpo e lentamente il bagliore si affievolì, cedendo il posto ad una totale oscurità.
Quando aprii gli occhi, mi accorsi che eravamo al centro della soffitta della villa ed ero circondata dagli oggetti più preziosi che esistessero al mondo: i libri. 
Sorrisi lievemente mentre guardai ogni volume, dal più sottile al più spesso, dal più colorato al più monotono, regalando a ciascuno di essi la stessa attenzione e cura nel cercare dettagli nascosti, come una piega della copertina o uno strato di polvere più evidente. 

"Com'è stato?" mi domandò il ragazzo tenendomi ancora tra le sue braccia.

"Strano" commentai sapendo che si riferiva a quelle specie di teletrasporto avvenuto in precedenza. 

Ormai nulla mi sorprendeva. 

Sospirai quando mi accorsi che era giunto il momento di raccontare la mia storia. Mi sollevai dal corpo del Beschermer e mi accomodai sullo stesso cuscino color verde mela su cui mi ero seduta l'ultima volta. La mia voce non sarebbe stata soave e affascinante come quella di Luke quando mi aveva spiegato l'origine del suo popolo, ma esitante e dimessa.  

"Avevo quattordici anni quando andai a Liverpool per una gita scolastica con la mia professoressa di disegno, la signorina Matthews. Una sera ci recammo il Walker Art Gallery, un ricchissimo museo d'arte moderna, ma appena la nostra visita fu conclusa, l'insegnante decise di lasciarci qualche minuto di libertà e di ritrovarci direttamente al nostro albergo. La guardai mentre chiedeva ai passanti informazioni sulla St Peter's Church Hall, dove John Lennon e Paul McCartney si erano conosciuti. Risi, la signorina Matthews aveva manifestato più volte un debole per i Beatles. La mia migliore amica, Lana Davis, era restata in camera a causa di un forte mal di stomaco, così decisi di non aggregarmi a nessun gruppo, ma di passeggiare da sola per le vie di Liverpool. Fu in quel periodo che iniziai a scrivere poesie, così mi sembrò un' ottima idea cercare ispirazione tra le stradine meno visitate senza essere disturbata. Avevo già visitato quella città quattro volte con i miei genitori, quindi pensai che non sarebbe stato un problema. 
Poco a poco però mi accorsi di essere troppo lontana dal centro per riuscire a rispettare l'orario fissato dalla mia professoressa, così iniziai a correre velocemente, attraversando giardinetti e strade poco trafficate. Per un momento mi dimenticai dei miei problemi di pressione, ma quest'ultimi si fecero sentire quando le mie gambe diventarono più deboli e il respiro sempre più corto. Mi dovetti sedere in un vicolo, accovacciandomi con le ginocchia al petto. Fu in quell'istante che percepii la presenza di qualcuno a pochi metri da me"
 

Luke si accorse immediatamente dei piccoli brividi che disturbavano la mia pelle al ricordo di quell'esperienza, e così posò una mano sulla mia gamba, cercando di tranquillizzarmi.

"Era un uomo molto alto e muscoloso con una bottiglia di qualche strana bevanda alcolica in mano. Mi chiese se avessi bisogno di aiuto, io scossi più volte la testa, rifiutando la sua richiesta. Mi sollevai da terra con l'intenzione di andarmene, ma la sua mano mi afferrò con forza i polsi e mi sbatté al muro con violenza. Le successive scene non le ricordo precisamente, ma percepisco ancora la paura, la nausea e l'intensa voglia che avevo di addormentarmi e di non risvegliarmi mai più. Le sue mani mi toccavano con insistenza e, anche se tentai di divincolarmi con tutte le mie forze, riuscì a strapparmi la camicetta viola. Urlavo e piangevo, ma ciò non lo bloccò da sbottonare violentemente i miei jeans. Sapevo ancora poco di quell'argomento, ero una bambina, ma pensai che non doveva avvenire così. Non a quell'età, non in quel modo. Proprio quando ormai pensai fosse finita..." 

Fui obbligata a fermarmi e a mantenere il respiro controllato: era così difficile continuare il discorso. Il ragazzo di fronte a me prese le mie mani, mi guardò intensamente negli occhi e fece uscire dalle sue labbra lievi respiri che mi aiutarono a ritmare i miei. 

"Arrivò una figura interamente vestita di abiti neri che tolse dal mio piccolo corpo quel mostro schifoso. Lo buttò a terra e lo colpì più volte, senza dargli il tempo di reagire. Era veloce, con una forza fuori dal comune. Io mi accasciai a terra e piansi, facendo spezzare il cuore del ragazzo che mi stava aiutando. Successivamente si sollevò da terra e notai che l'uomo , disteso sul cemento umido, oramai era privo di sensi. Il ragazzo dai vestiti color nero pece, il quale indossava un passamontagna per non far riconoscere il suo volto, mi guardò attentamente e si tolse la sua maglietta per poi cedermela, restando a torso nudo. Io mi aggrappai alla parete dello sporco vicolo, terrorizzata da ciò che era appena successo e con la paura che potesse accadere nuovamente. Ma mi sentivo così infreddolita e nuda, così fui costretta ad afferrare la sua camicia e indossarla velocemente. Anche se era cosciente del fatto che ero traumatizzata e impaurita, si inginocchiò di fronte al mio corpo, sfilò dal suo collo una catenina con una sottile incisione in una strana lingua e me la regalò. Successivamente caricò sulle sue spalle il corpo dell'uomo svenuto e si dileguò senza rivolgermi una parola".

Non fui io a concludere la mia storia, fu Luke. 

Sembrò come se il mio cervello si fosse spento, rifiutandosi categoricamente di attivarsi e di formulare qualsiasi ragionamento logico. 
I miei occhi erano strabuzzati e le palpebre non tentarono di chiudersi, ma continuarono a restare sollevate. Le mie mani scapparono dalle sue e si posarono sulle mie labbra, manifestando ancora di più il mio vivo sconcerto. 

"T-tu mi hai s-salvata? Eri t-tu?" balbettai non riuscendo a credere a ciò che aveva detto. 

Il ragazzo sorrise dolcemente e annuì. "Sì, May"

Immediatamente provai un' incontrollabile sensazione di stringermi con forza al suo corpo. Come se avesse avuto la capacità di leggere i miei pensieri, Luke mi attirò con dolcezza tra le sue braccia e mi permise di sfogarmi ancora una volta.  
Per anni avevo immaginato come sarebbe stato incontrare il mio salvatore, colui che mi aveva strappata da un destino oramai scritto. 

"Grazie, grazie davvero" soffiai sulla sua pelle. 

Lentamente mi allontanai dal suo petto e cercai i suoi meravigliosi occhi verde acqua.

"Avrei voluto soltanto arrivare un po' prima, ma è stato così difficile per Amir rintracciare la tua posizione." si scusò.

"No, Luke, non sai quanto tu mi abbia salvata" scossi la testa.

"Semplicemente non potevo permettere che ti accadesse qualcosa del genere. Una delle nostre principali regole è quella di non farsi vedere agli occhi del Lightsource prima che questo non abbia raggiunto l'età in cui manifesta i suoi poteri, quindi questo segreto deve restare tra noi"

Era davvero andato contro la sua legge per me?

"Come hai fatto a capire che ero in pericolo?" domandai incuriosita.

"E' da quando avevo diciassette anni che ti controllo da lontano, May. Diciamo che tra il Lightsource e il Beschermer si crea una certa intesa, un filo invisibile che li lega" mi raccontò con voce soave. 

Annuì debolmente. Per il momento mi sarei accontentata di quella breve spiegazione, senza insistere su argomenti che sapevo avrebbe approfondito quando sarei stata più rilassata. 
Accarezzai d'istinto il mio collo, attorcigliando tra le dita una catenina d'argento nascosta dalla canottiera bianca che stavo indossando. Era sempre stata a contatto con la mia pelle da quel giorno e io avevo deciso di non scoprire il significato di quelle articolate e strane lettere. 
E anche il quel momento scelsi di aspettare.
Lentamente iniziai a percepire la stanchezza in ogni parte del mio corpo e le mie palpebre faticavano a restare sollevate. Mi stropicciai diverse volte gli occhi, pregandoli di resistere ancora per qualche minuto.

"Dovresti dormire, May" mi incoraggiò il ragazzo accarezzando con l'indice la mia guancia. 

"Non voglio ritornare nella mia stanza. Non voglio stare da sola" ammisi.

"Starò qui con te, allora" sussurrò, mentre iniziò a cullarmi con dolcezza.

Posai la mia guancia sul suo petto e permisi alle mie palpebre di chiudersi. Mi sentivo come se fossi su una piccola barca di legno, dondolata dalle tranquille onde di un oceano lontano e sconosciuto. Nella mia mente iniziarono ad apparire nitide immagini di prati arricchiti da splendide orchidee bianche. Lentamente nacque anche un piccolo corso d'acqua, sormontato da un incantevole ponte di legno chiaro. 

"No Luke, voglio semplicemente la tua presenza, non i tuoi poteri" biascicai, interrompendo così le sue rappresentazioni.

Udii una timida risata uscire dalle sue bocca. 

"Buonanotte, piccola May" sussurrò al mio orecchio, prima di posare le sue morbide labbra sulle mie in un delicato bacio nell'oscurità della notte.







Eccomi di nuovo qui! Inizio col dirvi che mi dispiace di avervi fatto aspettare un po', ma in queste ultime settimane dovevo assolutamente concentrarmi sulla scuola. Penso proprio che con l'inizio delle vacanze estive, sarò molto più veloce nel pubblicare i capitoli!
Bene, passiamo alla storia... Abbiamo scoperto una parte parecchio importante e oscura del passato di May! Cosa ne pensate? Spero non vi abbia impressionati troppo... So che probabilmente adesso avete il desiderio di conoscere la motivazione per la quale Shin si è comportato in quel modo con la protagonista, ma non preoccupatevi, nel prossimo capitolo scoprirete tutto! E inoltre conosceremo meglio Keaton e Lana!
Okay, ho detto troppo.
Vorrei ringraziare tutti i lettori che hanno recensito la storia, siete così gentili! Spero che anche questo capitolo vi abbia soddisfatti.
Vi lascio il mio nick di twitter nel caso vogliate contattarmi: @alliwantisharry

Un abbraccio fortissimo e che la fantasia sia sempre con voi!
  
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