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Autore: Maggie05081988    08/01/2009    1 recensioni
"Se non si è mai stati attratti dal male, allora è il caso di dubitare della propria intelligenza." Non troverete questa frase in alcun libro; nessuno vi insegnerà che il lato oscuro delle cose spesso non solo appare ma è la strada più intelligente e sensata da percorrere. Una via razionale per la felicità. La verità è che bene e male non esistono, esiste il potere e le persone troppo deboli per averlo. Questa è una storia che parla di corruzione in modo schietto, senza pregiudizi, mostrando quanto sia picevole la via verso il male in modo sarcastico ed ironico. Per scoprire che anche i cattivi non disdegnano il lieto fine.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Etciù!


Erano trascorsi alcuni mesi dall'inizio dell'anno scolastico ed anche ad Hogwarts era giunto l'inverno.
Gli studenti rabbrividivano quella mattina nel percorrere il parco, diretti alle serre.
Margaret cercò di non lasciare alcuna parte del suo corpo esposta alle intemperie ma inevitabilmente la neve che cadeva fitta le offuscava la vista e lei inciampò nei suoi stessi piedi; finì lunga distesa ricoprendosi di uno strato di ghiaccio che presto si sciolse, bagnandola.
Non si aspettava che qualcuno la aiutasse a rialzarsi.
Così, cercando di non scivolare di nuovo, si rimise in piedi e continuò cauta il percorso verso la serra n.2.
Entrò e si sistemò di fronte all'unica pianta rimasta libera.
Si tolse il mantello, tremando; aveva i capelli bagnati e si sarebbe beccata un bel raffreddore.


Difatti quel pomeriggio anche se aveva tentato di asciugarsi più alla svelta possibile, cominciò a starnutire e gli occhi le lacrimavano in continuazione.
Ma non era per quella mezza indispoizione, il vero problema.
Il vero problema era affrontare certe situazioni quotidiane, senza nessuno al proprio fianco.
Tom non era portato per la quotidianità, per le faccende pratiche, era privo di certe viste.
Sempre impegnato in grandi discorsi, studiava e costruiva il suo futuro.
Poteva forse essere di qualche rilevanza per lui il suo raffreddore? No, certo che no.
Margaret l'aveva capito.
Aveva ormai compreso che Tom non era un tipo altruista, anzi piuttosto indifferente verso il prossimo, anche se si trattava delle sue conoscenze più strette.
Spesso provava orrore per questo aspetto del carattere di lui, ma il più delle volte ne era attratta.
Ad osservarlo attentamente si comprendeva la reticenza di Tom verso qualsiasi forma di sentimento umano.
Assomigliava ad una macchina.
E Margaret si illudeva. Si illudeva di amarlo così com'era, di non desiderare che cambiasse.
Ed erano solo menzogne.

Le lezoni per quel giorno si erano appena concluse.
Margaret si trascinò in biblioteca, per studiare.
Trovò Tom seduto al solito posto, sotto la finestra, di fianco al fuoco.
Si sedette di fronte a lui ma non lo salutò perchè si era accorta che Tom era assorto dai suoi pensiei.
Meglio non interromperlo, si ammonì.
Così si mise a lavorare ai compiti di pozioni.
Ad un certo punto un estraneo le comparve di fianco.
Era abbastanza alto, dai capelli color miele e gli occhi nocciola.
Sarebbe stato il prototipo del bravo ragazzo, onesto, dolce se un ghigno ironico non avesse rovinato la sua aria da cucciolo obbediente.
"Tu sei Margaret Gladis, giusto? L'amica di Tom. Io sono Avery ed anch'io sono suo amico, siamo compagni di casa e dividiamo la stessa camera" pronunciò quelle parole con evidente orgoglio, come se da quel momento avesse voluto essere soltanto Avery, l'amico di Tom.
'Allora abbiamo qualcosa in comune' pensò Margaret.
"Piacere, Avery" sussurrò.
In quel momento Tom sollevò il capo dai libri e li osservò seccato.
"Potreste fare meno chiasso? Avery, non disturbare Margaret, deve studiare. Oggi a pozioni ha fatto sciogliere il calderone".
Margaret arrossì.
"Non è stata colpa mia! Quelle arpie delle mie compagne di casa hanno aggiunto l'ingrediente sbagliato mentre io non ero attenta" ribattè indignata.
"Chissà cosa teneva tanto impegnata la tua attenzione" bisbigliò sarcastico Tom.
La ragazza ammutolì.
"Avery! Sei ancora qui?!"
Avery si agitò sulla sedia e si alzò "Vado, vado Tom, ci vediamo più tardi".
Prima di andarsene sussurrò qualcosa all'orecchio di Margaret.
"Non ti preoccupare cara, si comporta così ma in realtà sono solo le sue maniere ad essere un poco gentili.
Siamo molto fortunati ad essere suoi amici, è così ammirato!"
Detto questo Avery si allontanò salutandola con la mano.
Margaret gli sorrise.
Dopo due lunghi solitari mesi aveva conosciuto qualcuno con cui condividere la sua ossessione, qualcuno a cui sicuramente sarebbe importato del suo raffreddore.



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