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Autore: DanieldervUniverse    06/06/2015    1 recensioni
Squall e Cloud sono due rivali giurati dal primo giorno di scuola, e al terzo anno ancora non si quietano. Purtroppo il tempo non attenderà, e sotto la guida di Xemnas l'Organizzazione e i suoi alleati trameranno nell'ombra per loschi propositi. Gidan, Tidus, Lightning, Ashe, Yuna, Terra, Bartz, Aerith, Kain, Sephiroth, Jecht, Artemisia, Guerriero di Luce, Axel, Saix, i più grandi personaggi della saga incroceranno i propri destini in questa lotta, tra odio, morte, amore, intrighi e inarrestabili scherzi e gag. Ridete in allegria.
Coppie non canon: Rydia x Zexion; Artemisia x Sephiroth, Ashe x Lightning
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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A\N: *zzzzz*.

Y\N: Khi-khi-khi-khi, dormi dormi pupetto, intanto la zia Yuffie fa i suoi compiti. *si siede davanti al computer e inizia a sistemare un paio di cose quando...*

DII\N: La zia Yuffie fa cosa? *si stacca dallo sfondo come una silhouette nera, appoggiando le mani sullo schienale della sedia e portando la testa affianco a quella di Yuffie parlando con il tono di chi sta per trucidarti in maniera poco cortese*.


DII\N: Sveglia campione...

A\N: Ahh....Yawn...che ore sono?

DII\N: Qualcosa tipo le quattro di notte.

A\N: E mi hai svegliato perché..?

DII\N: Ho un pacco per te.

A\N: Un cosa...? *vedo Yuffie legata come un salame gentilmente appesa alla mano di Daniele II* Oh...Cosa faceva?

DII\N: Niente, stava scribacchiando a proposito di sirene e cose varie.

A\N: DamMI QUÀ!

*trenta secondi dopo*...

A\N: Perfetto.

DII\N: Cosa?

A\N: Ora vedrai.


Scena 1: Il relitto

 

Il battito delle pinne era regolare e ma impaziente.

Scivolava tra gli speroni e nella loro ombra, in cerca del luogo.

Era sempre stato così, aveva sempre avvertito il richiamo di qualcosa di nuovo, ed era sempre lì a rincorrere quella sensazione.

E sarebbe stato molto meglio senza i pesi morti.

-Piano...! Uff... Aspettaci!

Squall sbuffò sonoramente all'ennesimo richiamo, prima di appoggiarsi ad un vecchio albero maestro affondato chissà quanti anni prima.

-Voi due...- mormorò il bruno -Perché siete così lenti maledizione?

Zell e Selphie alla fine lo raggiunsero, non propriamente stremati ma con il fiatone.

-Oh per i sette mari, Squall come fai ad andare così veloce?- gli chiese Selphie, guardandolo con gli occhi supplicanti per un po' di pausa.

-Ah. Voglio un panino alle alghe!- esclamò Zell, frustrato, mentre lo stomaco emetteva un brontolio molto triste.

-Ne hai mangiati già venti da stamattina- rispose sconsolato Squall mimando il gesto di Scar “Sono circondato da un branco di idioti”.

-IO MANGIO I PANINI!- urlò il biondo secondi prima che una codata della bella e limpida coda nera di Squall gli tappasse la bocca e gli facesse abbassare per la tremiliardesima volta il ciuffo di cui andava tanto fiero (Zell non è Cloud quindi...).

-Santo cielo fare queste cose con voi è come farle con mio padre- si lamentò di nuovo il moro prima di volgersi sinuoso e ricominciare a nuotare.

Selphie, che ovviamente non era occupata a rifarsi l'acconciatura gli si fece dietro dietro di corsa riuscendo ad aggrapparglisi alle pinne per un pelo.

-Aspetta! Aspetta! Quanto mancaugh!- Selphie venne zittita quando Squall impresse una brusca frenata spedendola dritta contro la sua schiena.

-Siamo arrivati- rispose il moro.

Selphie ai aporae oltre la spalla dell'amico, reggendosi il naso, e appena vide l'ombra che circondava la...gigantesca cosa degli umani che era arrivata chissà quando, le venne un brivido.

“Dannazione Squall, dannazione la sua coda e dannazione il suo sonar cerca-guai” pensò la sirena in giallo.

E intendo monocromaticamente, coda e reggiseno di conchiglie.

Zell e la sua tamarrissima coda blu piena di “tatuaggi” un poco più larga di quella di Squall li raggiunsero pian piano mentre la parte umana stava ancora intenta a risistemarsi i capelli.

-Dobbiamo...andare?- chiese Selphie incerta mentre anche Zell riportava la sua attenzione sul relitto oscuro, facendosi passare la voglia di pensare ai capelli.

-Certo- rispose Squall stizzito, schizzando in avanti a razzo lasciando i due a rimirare con sguardi sconvolti la cosa in cui erano appena stati costretti ad andare.

-Selphie, io me ne va...- stava dicendo Zell voltandosi quando -SQUALL! ASPETTAMI HO PAURA!- gridò lei lanciandosi dietro alla scia di schiuma.

Zell rimase per istante a rimirare il missile giallo che sfrecciava dietro al siluro nero, prima di realizzare una cosa -Ehi, ma che mi lasciate solo?

Squall arrivò all'oblò per controllare che la via fosse spianata, poi fece un rapido giro attorno al relitto cercando ulteriori punti d'uscita o entrata prima di ritornare davanti allo stesso oblò, trovandovi Selphie e Zell in fremente attesa.

-Avete cambiato idea così in fretta...- mormorò il moro lasciando i puntini di sospensione.

-Non credere che sia per...- cercò di dissimulare Zell ma Selphie gli troncò la frase -S-Squall...io...- cominciò a mormorare, rossa in faccia -H-ho paura...p-p-potrei-i...i...venire con te?- intrecciò le braccia dietro la schiena è chinò lo sguardo.

Zell arrossì fino alla punta della coda con la facilità con cui si sgranocchia un grissino.

Invece -Comunque...- Squall le passò oltre andando ad infilarsi sinuosamente dentro l'oblò, con Zell e Selphie impietriti al loro posto talmente rossi da far sembrare un pomodoro arancione.

-Mi...ha snobbato- realizzò la ragazza mentre un fantasma bianco si dilungava dalla sua bocca e i suoi occhi diventavano lunghi, ovali e bianchi.

Zell fece diluire rapidamente il rossore tornando al colorito naturale e infilò la testa nell'oblò -Ah, Squall? Senti siamo sicuri di doverlo fare? Perché vedi non sono sicuro che mi faccia bene, è un...acqua molto densa qua intorno...

-Zell- lo interruppe Squall tornando indietro con rapidità stupefacente -Senti bene, se tu e Selphie non volete entrare potete benissimo stare la fuori per quanto mi riguarda. Solo rendetevi utili, tipo fatemi un fischio se passa uno squalo...

-Certo certo tu vai pure, io resto qui e...SQUALO!- Zell si infilò rapidamente dentro all'oblò nascondendosi dietro all'amico -Ma che sei pazzo!?

-Lo sapevo- mormorò Squall chiudendo gli occhi rassegnato.

Poi afferrò Selphie con una mano è cercò di tirarla dentro ma il bacino della sirena rimase incastrato nel oblò, nonostante le spalle di Squall e Zell fossero passate benissimo.

Dopo un paio di tentativi i due tritoni finalmente riuscirono a tirare l'amica all'interno, andando a sbattere contro una parete marcia d'umidità e causando un crollo che spinse i due ragazzi più giovani a stritolare l'amico di mezzo.

Squall, prima di farsi soffocare dai due, scivolo fuori dall'abbraccio e tirò un lieve sospiro -State bene?

-C-c-c-c-certo nnnnn-nn-n-n-n-nnon preoccuparti-i-i-ihihh-i- risposero gli altri due ancora abbracciati.

-Finitela di fare i pesci rossi e metteteci un po' d'impegno.


Scena 2: Il fantasma

 

Su un piccolo scoglio, disperso in mezzo all'oceano, con miglia e miglia di mare aperto attorno, un solitario essere stava con gaiezza suprema sdraiato comodamente su un cumulo di detriti fungenti da sdraio canticchiando un motivetto senza senso.

Per giorni e giorni stava lì, solo, con gli abiti stracciati e un cannocchiale che visibilmente non sapeva usare, dato che lo agitava in aria e basta.

Lunghi capelli castani e un cappello alla “Indiana Jones” coronava un volto estraneo alle difficoltà della vita e immacolato in ogni modo, in ogni salsa e in ogni evenienza.

Non sembrava nemmeno sporco, abbronzato o ferito dalla sua permanenza sullo scoglio.

Quel giorno stava tranquillamente pensando agli affari suoi quando un richiamo alquanto potente lo fece rizzare di colpo, e volgendo il suo sguardo verso la fonte del rumore scorse Squall, Zell e Selphie sbucare a due passi dal suo piccolo angolo di mondo.

-Guarda guarda, siete voi. Che bello incontrarvi ancora una volta miei piccoli fanciullini- fece Irvine secondi prima di scivolare e andare sonoramente a cadere di faccia.

-È un piacere anche per noi- rispose Squall con sarcasmo mentre Zell si copriva la bocca per trattenere le risate.

Selphie, dall'alto della sua compassione femminile si fece avanti sul terreno tagliente quanto bastava per raggiungere il volto di Irvine con il proprio e chiedergli -Stai bene?

Il tizio sollevò lo sguardo verso di lei, arrossendo violentemente prima di rispondere -Come sempre zuccherino- e poi spinse il suo muso da belloccio divinizzato verso la sirena.

-Tutto bene allora- rispose Selphie che chiuse gli occhi sorridendo da una guancia all'altra, prima di farsi indietro tornando in acqua fino al collo e pertanto lasciando Irvine con un due di picche magari non proprio intenzionale.

-Irvine ma che schifo! Piantala- lo rimbeccò Squall dopo che il “Don Giovanni” era rimasto per almeno una ventina di secondi proteso con le labbra pronte per scambiare il bacio con la ragazza dei suoi sogni.

Irvine divenne ancora più rosso, e si raddrizzò andando a sedersi con le gambe incrociate cercando di coprire la vergogna e la delusione, ma Selphie cominciò a ridere, seguita a ruota da Zell.

Ad Irvine la risata di Selphie, fosse sguaiata, gioiosa, fangirlosa, accorata, sarcastica o finta, faceva sempre un bel effetto, e il nostro spasimante malato di pervertite si perse nel suo mondo di luce gialla\arancio e di bolle rosa brillanti.

Squall, che aveva usato lo strano oggetto (ancora sporco del sangue dello squalo) trovato nel relitto per zittire Zell con una sonora mazzata in testa, si volse a quel punto verso Irvine e proferendo -Ehi! Sveglia!- tentò di fare lo stesso con l'altro idiota, ma come solito l'oggetto attraversò il corpo del ragazzo e andò ad impattare con il suolo.

“Uff, dimenticavo...” pensò il moro portandosi una mano agli occhi.

-Si sono qui- rispose il fantasma dai capelli bruni, ritornando alla realtà e cercando di assumere un certo contegno.

-Mi spieghi perché sei così fissato con Selphie? Cosa pensi di sentire se lei per una volta ti baciasse?- chiese infastidito Squall.

Irvine parve rifletterci un attimo prima di rispondere -Niente.

A quel puntò realizzò la realtà delle sue parole e cadde nella depressione più nera -Non posso sentire niente. Non posso più sentire una donna in vita mia...

-Squall sei cattivo!- Selphie rimbeccò il moro che rispose -Che ho fatto?- con la naturalezza con cui noi diremo ai nostri genitori che abbiamo finito i compiti e che non stiamo giocando a Final Fantasy sul divano perché non ci va di farli.

Zell intanto si riprese i sensi e si mise al fianco di Squall cercando di imitare la sua espressione seria e annoiata riuscendo solo a farsi dare un'altra mazzata in testa.

-Oh Irvine, guarda che cosa abbiamo trovato!- esclamò a quel punto Selphie, afferrando lo strano oggetto per la sottospecie di manico ricurvo che aveva e lo allungò ad Irvine, a cui passò la depressione di colpo.

-WOWOWOWOOOWOOWOWW!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Dammi qua! Fantastico! Incredibile!- cominciò a cercare inutilmente di afferrarlo scatenando chissà quante inutili espressioni di gioia sul suo volto.

Selphie rimase a guardarlo con la tipica faccia dagli occhi ovali giganti e il gocciolone dell'imbarazzo, finché Squall non le mise la mano sulla spalla dicendo -È un fantasma.

A quel punto la ragazza dovette ritrarre l'oggetto e riconsegnarlo al moro, lasciando Irvine a fissarlo come un cagnolino.

-Cos'è?- chiese Squall in tono tetro.

Irvine continuò a fissare l'oggetto -Non lo so- rispose dopo un po' di esitazione.

-Allora perché facevi tutte quelle facce divertenti prima?- chiese Selphie confusa mentre Zell rinveniva di nuovo.

-Perché non ho mai visto niente del genere in vita mia.

-Sul serio?- chiese la ragazza di rimando, mentre Squall alzava il sopracciglio.

-Già. Avete un pezzo unico per le mani, complimenti. Neanche nel mondo degli uomini ci sono tanti oggetti come questo. Se volete il mio consiglio nascondetelo per bene e non fatelo arrugginire.

-Falla facile. Hai detto che tutti gli oggetti di metallo lo fanno a contatto con l'acqua- rispose Zell scocciato, anche se non aveva capito niente del discorso fino a quel momento.

Poi dal nulla una frusta di alghe spuntò dall'acqua e si avvinghiò al collo di Squall, facendo prendere un gran colpo a tutti.

-Sapevo che vi avrei trovati qui- disse minacciosa Quistis mentre emergeva dalle acque, stringendo forte la frusta nelle sue mani -Mi spiegate la ragione per cui non trovate altro da fare se non scappare dalla corte ogni sacrosantissima volta che vi capita?

“Oh, no. Seccatrice N#01 no!” pensò Squall stringendo gli occhi per la disperazione.

-Devo tenervi al guinzaglio?- incalzò la sirena, sempre più infuriata.

Selphie e Zell iniziarono a fischiettare allegramente guardando dall'altra parte come loro solito per risparmiarsi la scena classica che si presentava subito dopo.

-Quistis per favore starei facendo una cosa...- rispose Squall con una certa seccatura che trapelava dal tono brusco.

-Eh no caro! Tu adesso torni con me ad Atlantica, da tuo padre, dove gli chiederai scusa e farai il bravo ragazzo per tutto il giorno- insisté lei, cominciando a strattonarlo.

-Quist...mi stai strangolando...- iniziò a rantolare lui, a corto di fiato.


Scena 3: La barca

 

Squall nuotò via furioso e frustrato, ignorando i richiami di Zell e Selphie seminandoli nel giro di pochi istanti.

Non gli piaceva avere troppa gente attorno quando era così.

Gli serviva un po' di tempo per schiarirsi le idee.

Non era arrabbiato con gli amici o suo padre, era solo stufo che loro si preoccupassero tanto per lui.

Non gli voleva a male perché gli volevano bene, solo non sempre la sua pazienza sapeva come accettare i la loro presenza.

Alla fine optò per puntare in superficie, mirando ad uno scoglio solitario che faceva un ottimo punto per distendersi al caldo sole.

Ma una volta emerso, giusto il tempo di togliersi l'acqua dalle orecchie, sentì una voce.

Normalmente si sarebbe nascosto subito, ma per qualche scherzo del destino rimase fulminato al suo posto.

Era una voce femminile, non vi erano dubbi, ma era così...diversa.

In fondo al mare, le sirene cantavano con le più belle voci che si conoscessero, a detta di tutti i saggi.

Un paio l'avevano anche incantato, ma mai come questa.

Si spinse sopra lo scoglio per scorgere la creatura, e vide un umana.

Aveva lunghi capelli neri, che il vento leggero del giorno scompigliava lieve, è un viso delicato.

L'espressione era beata, ma la tempo stesso...triste, malinconica, come il canto.

Gli occhi erano chiusi, tutta assorbita com'era dal suo cantare soave.

Come tutti gli umani portava degli abiti, in questo caso bianchi come la luna riflessa sul mare, lasciando scoperte le estremità delle “pinne”, che se non si sbagliava Irvine aveva definito “P...p-p-ped...pie...Pedi”.

Stava su uno di quei così di legno detti “navi”, e muoveva in acqua due aste sempre di legno, avanzando piano piano.

Ad un certo punto smise di muoversi e si arrestò anche il canto.

Recuperato il buonsenso Squall subito scivolò dietro allo scoglio, per non farsi scorgere, ma tanta era la curiosità che gli destava quella femmina umana che dovette sporgersi nuovamente dallo stesso punto, tenendosi il più basso possibile.

Lei adesso era in piedi, e guardava nella direzione opposta a lui.

Mentre il vento soffiava con rinnovato vigore, i capelli si abbandonarono ad esso e sembrò che lo sguardo di lei si allontanasse per miglia e miglia, disperdendosi sulla superficie del mare.

Vittima di quel momento magico Squall ebbe una stretta al cuore, sentendosi parte di quella malinconia che sembrava dimorare nell'animo di colei su cui aveva posato gli occhi.

La ragazza si chinò nella “nave”, risollevandosi poco dopo stringendo nella mano degli strani piccoli...piccole cose rosa, che disperse in aria con un soffio.

La forza magnetica di quel gesto spinse Squall a sollevarsi e protendersi verso quella figura, sentendo il bisogno di parlarle, quando un improvvisa forza irrefrenabile gli afferrò la coda e lo ritrascinò sott'acqua di colpo con un grande *plomf*.

Ivi si rese conto che la forza irrefrenabile erano le tre paia di braccia di Selphie, Zell e Quistis.

I tre subito gli tapparono la bocca cercando nel contempo di spingerlo sempre più a fondo.

-Dannazione Squall!- esplose Zell dopo aver ricevuto una codata dal suddetto -Sei un pericolo pubblico cazzo!

-Modera i toni Zell- gli ringhiò d'improvviso Quistis, minacciosa.

Con una rapida mossa Squall ribaltò la situazione liberandosi e stendendo tutti con un sano sinistro, per poi rilanciarsi alla superficie, smanioso come non mia.

Era un sentimento nuovo.

Non lo comprendeva e non lo controllava, era come se qualcos'altro stesse decidendo per lui.

Emerso con uno scroscio d'acqua e subito si congelò sul posto, ritrovandosi col volto a due palmi da quello della ragazza.

Lei aveva udito chiaramente il tonfo, e così si era rapidamente avvicinata salendo sullo scoglio, prima che Squall riemergesse.

Rimasero entrambi immobili, gli occhi che non si staccavano mai gli uni dagli altri.

Quelli di lei erano castani, ma di un magnetismo profondo: erano più che occhi, erano due pozzi, erano due universi sconfinati da esplorare.

Squall non arrossì solo perché il suo corpo e la sua mente non erano più in grado di comunicare.

Dal canto suo la ragazza...probabilmente si, era nella stessa situazione.

Poi Quistis sbucò dall'acqua, tirando fuori anche la coda e abbattendola sulla capoccia di Squall -Dannato ragazzino viziato!

E la ragazza svenne cadendo in acqua.

*Pluf*.


A\N: Fine prima parte.

DII\N: Fine prima parte cosa, che non si è capito niente.

A\N: Va che non è facile farla per intero la storia.

DII\N: Si certo. Senti con Yuffie che ci devo fare?

A\N: Niente, la spedisci a casa con un espresso.

DII\N: Certo. Mo do hai lasciato il caffè?

A\N: Sai che non mi piace.

DII\N: Ti prendevo per il culo.

  
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