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Autore: lithium    07/06/2015    2 recensioni
Prequel, Sequel, Missing Moments dalla mia fiction su Harry Potter "Il caso Mackenzie", una raccolta di one shots che raccontano momenti o eventi che ho solo sfiorato nel racconto principale e volevo raccontare. Si accettano volentieri suggerimenti per il tema dei capitoli successivi. Non è in alcun modo necessario aver letto la storia principale per comprendere il contenuto di questi piccoli racconti. Se fosse necessario un breve riassunto per seguire meglio la storia lo metterò nell'introduzione del capitolo. Le mie storie seguono quanto più fedelmente possibile il canon di JKR e i libri.
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hannah Abbott, Hermione Granger, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Audrey/Percy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Il caso Mackenzie serie'
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Una breve vignetta in un pomeriggio estivo. Agrodolce.

CAPITOLO II

** * **

ESTATE

** * **

Il caldo di luglio era quasi soffocante nella casa cresciuta alla rinfusa in cima alla collina di Ottery Saint Catchpole e le voci che provenivano dalle finestre aperte suggerivano che la famiglia Weasley aveva saggiamente deciso di spostare il tradizionale pranzo comune della domenica in una zona più fresca del salotto della Tana.

Stare in famiglia era meraviglioso. Era una di quelle verità che il procuratore Weasley aveva dovuto imparare con l’esperienza, nel tempo, le lezioni che la vita gli aveva riservato fin troppo dure per trasformare il piccolo prefetto pomposo in un uomo capace di sbagliare ed ammettere i propri errori. Erano serviti una guerra magica ed un lutto così straziante che si leggeva ancora in ogni occasione sui volti dei suoi genitori, come un velo di tristezza al margine di ogni pensiero anche il più gioioso. Se la seconda venuta di Voldemort non fosse stata una lezione sufficiente, la breve, ma sanguinaria parabola di Diodora Mackenzie la primavera dell’anno precedente aveva aggiunto altra esperienza ed altro dolore al fardello del terzo dei figli Weasley.

Tuttavia certe abitudini muoiono difficilmente e c’erano momenti in cui Percy Weasley aveva bisogno di ritagliarsi un momento di solitudine, lontano dalla sua chiassosa e numerosissima famiglia. Era questo il motivo per cui, sfidando il caldo asfissiante, egli si era allontanato dai fratelli e dai genitori per rifugiarsi a pensare nel salotto della Tana: era bellissimo vedere che la sua famiglia aveva ritrovato un proprio equilibrio e una certa serenità e Percy non era del tutto privo di un certo gusto perverso che lo spingeva ad osservare incantato il Salvatore del Mondo magico, l’Auror straordinario, Harry Potter, inseguire inutilmente un mocciosetto di tre anni che aveva tutta l’intenzione di far ammattire i suoi genitori. Eppure era in quei momenti che il sordo dolore che egli percepiva sempre per l’assenza di Audrey si faceva più acuto.

Per lungo tempo egli aveva sperato che le condizioni della ragazza potessero migliorare e che l’Auror si riprendesse dallo stato di coma in cui era piombata a seguito del duello finale tra il Ministero e Diodora Mackenzie. Purtroppo per quanto la speranza di Percy fosse stata forte, ultimamente anche lui stava cominciando a rassegnarsi all’eventualità di non poter più riabbracciare la donna che amava.

Cercando di non indugiare troppo su quel terribile pensiero, l’uomo attraversò il salotto dirigendosi verso la cucina della Tana. Il caldo era veramente intenso e, se conosceva bene sua madre, ci sarebbe sicuramente stata una caraffa di limonata preservata da un incantesimo refrigerante da qualche parte in cucina.

Varcando la soglia, Percy si stupì grandemente di trovare sua cognata, accoccolata su una sedia intenta ad allattare la piccola Rosie.

“Oh Hermione, scusami, pensavo fossi … Me ne vado subito!” disse arrossendo un poco.

Alzando gli occhi dalla bimba, lunghi ciuffi cespugliosi che scappavano alla coda nel quale li aveva costretti, Hermione sorrise con aria stanca “Figurati, non è affatto necessario. Volevo solo tentare di far dormire un po’ Rosie, dopo la poppata, e là fuori c’è un po’ troppo rumore. E’ proprio una Weasley, il caos la eccita da morire e farle fare un riposino pomeridiano diventa un’impresa. Resta pure, checché ne pensi tuo fratello, non c’è nulla di allettante o sensuale in me in questo periodo, mi sento piuttosto una latteria ambulante.”

Percy tossicchiò, guardando il pavimento. No,  non c’era nulla di erotico in una donna carina e improvvisamente prosperosa, seduta mezza nuda in cucina, infatti, specie per un uomo che non faceva sesso da più di un anno. Avrebbe dovuto ricordarselo, specie se il predetto fratello avesse deciso di avventurarsi in cucina.

“Cercavo la … Ah eccola!” Finì lui, afferrando la brocca della limonata e versandosene un bicchiere. “Ne vuoi un po’?” domandò.

“Sì, ma più tardi, ho le mani un po’ impegnate ora.” Rispose Hermione sorridendo magnanima alla sua domanda.

Sua nipote era un vero spettacolo, così meravigliosamente rosa e paffuta e con quei piccoli capelli così morbidi e fini. Il colore, una sorta di biondo fragola, che con il tempo si sarebbe scurito, non deponeva bene per la povera piccola: rosso Weasley. Percy ricordava chiaramente quando i capelli di Ginny avevano quella sfumatura, su una donna potevano essere meravigliosi, ma su un uomo … Ci voleva personalità per saperli portare e con Audrey che era una rossa, i loro di bambini non avrebbero avuto …

Sorpreso dalla piega che avevano preso i suoi pensieri, Percy focalizzò nuovamente la sua attenzione sul bicchiere di limonata che stava riempiendo, ma non abbastanza velocemente perché Hermione non lo notasse.

“Novità dal San Mungo?” chiese lei.

Scosse la testa, sospirando.

“Non devi arrenderti, Percy. Le cose miglioreranno, ne sono certa. Guarda cosa è successo a Rose e me quando l’aspettavo ed ora, guardala, non è il ritratto della salute?”

L’uomo guardò gli occhi scuri della cognata pieni di certezza e determinazione. Era stanca. La bambina non dormiva molto e lei e Ron passavano in bianco molte notti, lo sapevano tutti in famiglia. Eppure in quel momento stava cercando di consolare lui. Il suo fratellino aveva scelto davvero una gran donna. Forse non esattamente una bellezza convenzionale, ma qualcuno con un cuore d’oro, oltre che un talento ed un intelletto straordinario.

Annuì.

La porta della cucina si aprì rumorosamente

“Hermione, cara, vuoi che … Ah Percy ecco dov’eri finito. I tuoi fratelli stanno andando a giocare a Marco Polo giù alla Pozza e George si stava giusto chiedendo dov’eri. Penso che non possa divertirsi a sufficienza se lui e uno dei piccoli non cercano di affogarti…”

Percy sorrise.

“Sembra che io abbia un invito che non posso rifiutare. Hermione … Grazie.” Disse avviandosi verso la porta.

“Sta attento, caro.” Aggiunse sua madre, mentre Hermione lo salutava.

Percy sorrise. “Certo, mamma, mi farò annegare con giudizio.”

 

   
 
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