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Autore: Chekkumeto    07/06/2015    5 recensioni
Iron Man ha superato le sue crisi di panico e ora è senza armature, Barton sta superando i postumi del controllo mentale con (più o meno) l'aiuto di Natasha, Thor è impegnato altrove e a Rogers tocca l'arduo compito di tenere unita la squadra.
Una nuova missione chiama a raccolta i nostri eroi, un nemico dagli strani poteri trama nell'ombra e tesse intrighi. Niente battaglie epiche questa volta, solo una caccia all'uomo. E qualcuno emergerà dalle sabbie del tempo, per portare scompiglio nella vita di uno dei nostri eroi.
Il male vincerà? O i suoi intrighi saranno smascherati?
Parecchio Clintasha. Accenni alle altre coppie canoniche.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ci scusiamo tantissimo per il ritardo di ben una settimana, ma sono entrate in gioco quelle belle cose chiamate “esami di stato” e che riducono il tempo che il mio collega Lawrence può dedicare alla scrittura, lasciando me da sola a lavorare con solo le sue correzioni.

Per questo motivo purtroppo anche il prossimo capitolo sarà domenica 21, a meno che io non riesca a fare un miracolo e a farlo prima. In ogni caso ci sarà una sorpresa un po' diversa dall'ultima, per allora.

Spostiamo la pubblicazione dal sabato alla domenica perché il sabato è il giorno in cui abbiamo più tempo per scrivere.

Abbiamo vagamente (XD) inteso che vi attira l’idea del piccolo “concorso” quindi nel prossimo futuro sarà sfruttata.

Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, perché scriverlo è stato un parto.

Buona lettura

Chekkumeto&Lawrence_Victory


CAPITOLO 4

In cui cambiano i piani e squillano i telefoni



Stark stava ancora lavorando quando Fury fece irruzione nel laboratorio, seguito dagli altri Avenger.

-Ehi, che succede? E’  già ora di partire?-chiese il miliardario padrone di casa.

-Sì ma non per il Triskelion, ci sono novità Stark-rispose rapidamente il direttore, collegando una chiavetta USB al computer.

Sul maxi schermo apparve un’immagine della Statua della Libertà. Era stata perimetrata e circondata di poliziotti.

-Venti minuti fa una telecamera di sorveglianza della statua si è oscurata per trenta secondi. Quando hanno ripreso a filmare, questa era la scena-spiegò Fury, cambiando immagine.

Sullo schermo comparve quella che a giudicare dalla quantità di contatori elettrici era la stanza che controllava tutto l’impianto di illuminazione del monumento, al suo interno tre uomini e due donne, tutti con la stessa tuta blu scuro, legati con quelli che sembravano cavi elettrici a una valigetta nera. La valigetta aveva un timer sul lato visibile e sotto era stata disegnata una grande A rossa cerchiata. Tutti gli Avengers trattennero il fiato.

-Dobbiamo intervenire subito!-esclamò il Capitano.

-Aspetta Rogers, qui c’è qualcosa di strano. Perché New York? Le altre città erano tutte capitali-osservò Stark.

-Non possiamo dare per scontato che sia il nostro attentatore, nessuno al di fuori dello SHIELD sa che vi ho coinvolti, potrebbe anche essere opera di qualcun’altro- rispose il direttore.

-Che importa? Lì ci sono dei civili legati ad una bomba!-ribattè Banner, alquanto nervoso.

-Quanto tempo ci rimane? Qualcuno sta cercando di disinnescarla?- chiese subito Natasha.

-Quando è comparsa la valigetta il timer segnava 60 miuti, ora rimane poco più di mezz’ora…-rispose Nick.

-Coincide con l’ora dell’attentato, ma c’è qualcosa che non torna! Ho riletto i precedenti indizi e…- lo interruppe Tony con fare pensieroso.

-Per ora concentriamoci su QUESTA bomba, Stark. Ho mandato il tuo decriptatore alla base, una volta decifrato l’indizio sguinzaglierò tutti gli agenti disponibili alla ricerca dell’attentatore. Per rispondere alla tua domanda, Romanoff, no, gli artificieri stanno ancora cercando di entrare, le porta sono bloccate elettronicamente-rispose Nick.

-Digli di fermarsi-rispose Nat.

Il direttore inarcò un sopracciglio e le chiese per quale motivo.

-Chiunque sia questo tizio è chiaro che ci vuole in quella stanza. Se riesce a controllare porte e telecamere è probabile che stia sorvegliando l’ingresso: se vede entrare degli estranei forse può far esplodere la bomba a distanza-spiegò l’assassina che aveva già incontrato stratagemmi simili in passato.

-Un punto per la vedova, muoviamoci allora. Direttore, portaci alla statua e avvisa anche noi non appena scopri qualcosa sull’indizio-ordinò Stark scattando in piedi.

Nick annuì e si diresse alla piattaforma

Gli Avengers si diressero verso l’ascensore per raggiungere la pista di atterraggio dove li attendeva il Quinjet di Fury, ma quando le porte si aprirono si trovarono davanti Pepper, rossa in viso e con uno scatolone tra le braccia.

-Pepper, che c’è lì dentro?-chiese Stark incuriosito.

-Niente, tranquillo. Scartoffie-disse lei, chiedendo aiuto mentalmente ai suoi “complici”.

Fortunatamente Nat sembrava aver capito cosa contenesse potesse contenere quello scatolone.

-Vieni Stark, hai un appuntamento con una bomba-disse l’assassina trascinandolo dentro l’ascensore.

-C’è una bomba nella statua della libertà: vado, risolvo la situazione e torno- fece Tony, ammiccando alla fidanzata.

-Fate con calma va bene?-disse Pepper ai Vendicatori, ma solo Nat e Banner capirono che era iniziata l’operazione “matrimonio a sorpresa”

Le porte dell’ascensore si chiusero su un ignaro Stark che stava ancora elaborando teorie sul modus operandi del loro attentatore.


---


Il quinjet atterrò rumorosamente sulla strada poco lontano dalla statua.

Gli agenti dello SHIELD trattenevano la folla, ansiosa di avvicinarsi al gruppo di supereroi per una foto o un autografo.

-Non sarà pericoloso lasciare qui tutta questa gente?-chiese Banner, sempre più nervoso.

-Non se ne andrebbero nemmeno se gli piombasse addosso Hulk in persona-gli fece notare Stark.

Senza ulteriori esitazioni entrarono nella statua, diretti verso la stanza della valigetta mentre Fury ripartiva alla volta del Triskelion.

-Dietro questa porta c’è la bomba. Ora io la apro e poi starò di guardia al corridoio-cominciò a ordinare Rogers- Barton, pensaci tu alla bomba; Romanoff, vai alla console di controllo e prendi tutti i video di sorveglianza; Stark e Banner, voi controllate gli ostaggi e cercate di liberarli. Salviamo un po’ di vite-.

-Agli ordini, capitano mio capitano-rispose Stark, scattando sull’attenti.

Steve lo ignorò e scardinò completamente la porta.

I cinque ostaggi iniziarono ad agitarsi, al loro ingresso, e Banner cercò subito di calmarli.

Clint corse alla valigetta  e iniziò ad esaminarla mentre Stark cercava di capire se poteva liberarli.

Il timer segnava ormai dieci minuti.

-Ci vorrà molto?-chiese Steve.

-Sto controllando se ci sono meccanismi che innescano la bomba e la valigetta viene aperta. Ci sono quasi-rispose Barton.

-Stark, quei cavi?-chiese ancora Rogers.

-Potrei spezzarli a mani nude, ma potrebbero essere collegati al detonatore-rispose il miliardario.

Banner notò che Clint era ancora impegnato e che il tempo era agli sgoccioli, c’era bisogno di un piano di riserva e in quel momento ebbe un idea.

-Taglia quei fili Stark, io mi trasformo e vi faccio da scudo dall’esplosione- disse subito.

-Dottore, se la bomba è come quella degli altri attentati anche Hulk potrebbe non resistere, perfino le mie armature finirebbero disinegrate- rispose in fretta Stark.

-Hai ragione-disse Captain America entrando nella stanza-ma il mio scudo no-.

-Cos’hai in mente?- chiese il milliardario che stava ancora trafficando con le cavigliere che inprigionavano gli ostaggi.

-Portiamola in cima alla statua, mi butto dalla testa con la bomba mentre nello stesso istante tagliate i fili. Con una buona rincorsa posso allontanare la valigetta quanto basta-

-Steve! Il mondo ha bisogno di te, non sappiamo con cosa abbiamo a che fare e il vibranio potrebbe non resistere. Lascia che lo faccia io!-ribattè il medico.

-Io sono il leader di questa squadra, devo essere io a farlo-disse ancora Steve.

-Esatto! tu devi restare per guidare la squadra, io sono un mostro!-commentò il dottore.

In quel momento uno squillo fastidioso iniziò a risuonare nella stanza.

-Non è il mio-disse subito Stark.

Gli altri iniziarono si guardarono sbigottiti, poi rivolsero lo sguardo alla valigetta che teneva in mano Clint.

Con un sospiro il super soldato la aprì con un violento strattone. Gli ostaggi sobbalzarono all’unisono.

qualcosa cadde per terra e quel qualcosa porduceva una snervante musichetta polifonica.

-Toh! Un cellulare! Tenete lo spirito di sacrificio in caldo per la prossima volta!- disse Tony sostenendo gli sguardi omicidi di Banner e Rogers.

Quest’ultimo liberò gli ostaggi che corsero fuori dalla stanza mentre il cellulare continuava insistentemente a squillare.

I cinque eroi si guardarono, senza toccarlo, come se potesse mordere.

Fu il Capitano, stufo, a prendere il dispositivo e pigiare, come aveva imparato da poco, il tasto verde sullo schermo e subito dopo quello del vivavoce.

-Salve Avengers. Non vedevo l’ora di parlare con voi-disse una voce modificata, proveniente dall'apparecchio.

-Non è necessario mettere in pericolo degli innocenti per parlare con noi-disse Steve con calma.

-Pericolo? come avete potuto vedere nessuno era in pericolo. E’ stato uno spasso osservare il vostro teatrino-.

Automaticamente i quattro si voltarono verso la porta dove la videocamera di sicurezza lampeggiava di rosso ad intermittenza.

-Chi sei?-chiese invece Banner.

-Sono il game master, l’organizzatore della piccola sfida tra me e Nick Fury, potete chiamarmi… Thunderwhite- rispose il misterioso interlocutore.

-Perché hai organizzato questa pagliacciata?-chiese Clint.

-Volevo solo avvertirvi di persona-

-Avvertirci riguardo a cosa?-chiese lì’arciere.

-Alle conseguenze. Fury non avrebbe dovuto chiedervi aiuto nel nostro gioco. Ha barato… e ora dovrò barare anch’io-.

Tutti si guardarono inquieti.

-Chi ti ha detto che il direttore ci ha coinvolti? Hai un'informatore all'interno?-sbottò Clint furioso.

-Vi basti sapere che qualsiasi cosa farete d’ora in poi, io lo saprò- rispose Tunderwhite.

-Che c’è? il nostro amico tanto sicuro di se ha paura di perdere?- lo canzonò Tony.

-curioso che proprio lei dica una cosa del genere, signor Stark. Sappiate che state scherzano con forze al di sopra di voi, e quando l'avrete capito sarà troppo tardi- Minaccò la voce.

-Perché non ci spieghi? Adesso sono curioso-rispose il miliardario.

-Ma così il gioco finisce subito e voi siete appena arrivati- rise Thunderwhite -E a proposito. E’ il momento che il gioco continui. Ti conviene rispondere al telefono, sigor Stark-.

La chiamata si chiuse e un istante dopo il cellulare di Tony cominciò a suonare. era Fury.

Il milliardario esitò un momento prima di rispondere.

-Avengers, ci siamo, grazie al decriptatore di Stark abbiamo scoperto l’indizio-annunciò la voce del direttore.

-Benissimo, qual’è l’indizio?-chiese subito Stark.

-”Il nuovo colosso di New York”-citò Fury.

-Che vuol dire?-chiese Barton perplesso.

Tutti si guardarono perplessi. Rogers prese il telefono dalle mani di Stark.

-Quindi sappiamo che è a New York, qual’è la situazione?- chiese.

-Resta poco tempo- tuonò la voce del direttore proveniente dal dispositivo,  -stiamo facendo evacuare grattaceli, centri commerciali e tuto gli edifici affollati che possono essere definiti un “nuovo colosso”. Voi a che punto siete?- domandò.

-Falso allarme, ma a dopo le spiegazioni. Veniamo a darvi una mano. passo e chiudo- disse il capitano chiudendo la chiamata.

-Noi non ci muoviamo di qui!- dichiarò Tony.

-Cosa?- chiesero all’unisono gli altri tre.

-Ho capito cosa voleva dire quel bastardo! i precedenti indizi erano citazioni, parti di canzoni, l’ultimo era un’intera poesia: “...sentite questo rumore nelle foglie d'acero? E' il soffio del mondo nuovo che arriva." "... l' uragano si prepara tutto il mondo si allinea. Tenete alta la testa e non abbiate dubbi, un passo a sinistra, un passo a destra è così che si prosegue diritti.”- esclamò Tony.

Il milliardario continuò vedendo le facce attonite dei suoi amici.

-E’ una poesia di Georges Oshawa. L’ultima volta la bomba è scoppiata sulla collina del parlamento ad Ottawa, che si trova su un isola dell’omonimo fiume. Pensateci: la foglia d’acero è il simbolo del Canada, l’uragano è presente sullo stemma della capitale, “il mondo si allinea, un passo a sinistra, un passo a destra…” il fiume Ottawa è la linea che divide il Quebec dall’Ontario e il parlamento si trova su una collina, in alto...-

-D’accordo, abbiamo capito Stark, ma questo cosa significa?- chiese il capitano.

-Il nuovo colosso! è il titolo della poesia…sulla base di questa statua!- esclamò esasperato Stark, stupendosi della mancanza di cultura dei suoi amici.

-La statua è stata evacuata e, a parte la valigetta, non c’è nulla di strano- rispose Rogers.

-E se la bomba fosse nelle fondamenta? Se Thnderwhite volesse far crollare la statua su quella folla di curiosi qui fuori?-

-Stark, non torna. La statua è politicamente nel New Jersey, non a New York!- spiegò Banner.

-Sta barando! Lo ha detto che avrebbe barato! cerca di fregarci, ci manda a cercare una bomba a New York e invece fa esplodere la statua, vuole coprirci di ridicolo! Per questo ci ha fatti venire qui! vuole…-

-NON TI MUOVERE!-

Una voce proveniente dal corridoio attirò l’attenzione dei vendicatori che corsero fuori dalla stanza. Nat stava puntando la pistola contro una figura incappucciata, bassina, dal corpo slanciato, si riuscivano ad intravedere dei lunghi capelli castani.

Vi stava spiando! l’ho vista arrivare dalle telecamere di sorveglianza poco fa, quando gli ostaggi sono scappati!- esclamò Nat, furiosa.

-Sei con Thunderwhite? hai nascosto qui una bomba?- chiese il capitano.

La figura rimase immobile.

-Tony!- esclamò una voce femminile sotto il cappuccio. -La torre Tony! corri, non pensare a me!- continuò.

i presenti si guardarono, straniti.

la ragazza approfittò di quell’attimo di confusione per voltarsi e far volare via la pistola di Nat. l’assassina, ancora prima di accorgersene, si ritrovò per terra mentre la figura misteriosa lasciava il corridoio.

-Fermati!- Le ringhiò Nat rimettendosi in piedi, pronta all’inseguimento.

Clint la fermò. -Lasciala andare, se ne occuperano gli agenti fuori dalla statua- disse.

-Gli stessi che non si sono accorti che fosse entrata?- rispose lei.

Stark interruppe il litigio, -dobbiamo scoprire dove ha nascosto la bomba, mancano pochi minuti!- ordinò.

-Ragazzi, la torre…-ripetè il Capitano un po’ più forte.

-La torre cosa Rogers?-esclamò il miliardario spazientito.

-E’ quello l’obbiettivo. Quel tipo ha detto che ci sarebbero state delle ritorsioni contro di noi!-esclamò finalmente il super soldato.

-Ma la poesia…-attaccò Tony.

-Dimentica la poesia Stark! Ha barato, è questo che intendeva!! Siamo noi il suo obbiettivo!!- gli tuonò contro Rogers.

Tony rimase paralizzto.

Natasha cercò di dire qualcosa, -ma… Pepper…-.

-Signore-

esclamò JARVIS nel comunicatore di Tony

-C’è un intruso nella to…-

La trasmissione si interruppe.

Una forte esplosione eccheggiò a chilometri di distanza.


Salve ancora,

speriamo che vi sia piaciuto questo capitolo e se volete lasciare un’opinione ci fa sempre molto piacere.

A presto

Chekkumeto&Lawrence_Victory





   
 
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