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Autore: katerina_21    08/01/2009    2 recensioni
Le sorelle Gautier abitano nella campagna parigina. Sono ricche di sorprese, hanno caratteri molto diversi e forza da vendere ma sono molto unite. Danielle è un'appassionata del teatro ed è eternamente innamorata, Evelyne è intelligente e dolce mentre Clarisse adora il rischio e gli sport estremi. Se queste tre ragazze così particolari incontrassero i Jonas Brothers...cosa succederebbe?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qui la mia nuova FF sui Jonas Brothers, come promesso. L'ho scritta di getto e spero vi piaccia quanto a me è piaciuto scriverla! In questo primo capitolo si capisce un pò il carattere dei personaggi da me inventati (le sorelle Gautier) e mi piacerebbe sapere chi preferite di più tra le tre, anche se forse è un pò presto per dirlo visto che stiamo solo al primo capitolo. Poi, poi... vi dico subito che nel prossimo capitolo due delle sorelle e due dei fratelli Jonas si incontreranno... E ho già in mente un pò di cose.
Per questa storia ho preso un pò spunto dal libro che sto leggendo: "Segreti d'amore" di Rosie Rushton. Infatti tratta proprio di tre sorelle ed i caratteri sono un pò simili a quelli dei personaggi da me inventati ma la storia del libro non avviene a Parigi e naturalmente non ci sono certo i Jonas Brothers!
I Jonas Brothers non mi appartengono e non voglio assolutamente rappresentare la loro vita o il loro carattere.
Un bacio a tutte. Spero che vi piaccia come inizio! Recensite.

-Capitolo Uno-
Campagna parigina

Portami dove mi devi portare
Africa, Asia o nel primo locale
fammi vedere che cosa vuol dire partire davvero
Portami dove non posso arrivare
dove si smette qualsiasi pudore
fammi sentire che cosa vuol dire viaggiare leggeri
Sei sempre così il centro del mondo
il viaggio potente nel cuore del tempo andata e ritorno...
[Ligabue - Il centro del mondo]

Ciao, è deciso per stasera: tutti al Club X alle ore nove. Fatti vedere.
Danielle Gautier squittì deliziata e inizò a ballare per la stanza a piedi nudi.
- E' fatta - annunciò a Blanche, la gatta bianca decisamente sovrappeso che, insonnolita la osservava appisolata sul letto. La ragazza tornò a digitare i tasti del suo cellullare freneticamente.
Ci sarò. Un bacio.
Forse era meglio cancellare l'ultima parola, altrimenti avrebbe dato l'impressione di una ragazza senza un minimo di contegno. Dopo un momento di esitazione Danielle alzò le spalle e schiacciò su INVIA. Poi alzò il materasso del suo letto, disturbando Blanche che saltò a terra miagolando infastidita, e afferrò il suo diario dalla copertina scarlatta.
- Scusami Blanche... - mormorò divertita. Sfogliò velocemente le pagine del quadernino e sorrise assorta. A volte le veniva voglia di strappare tutta quella carta e bruciarla...si sentiva così stupida quando rileggeva ciò che aveva scritto con tanto ardore...ma poi pensava a quanto sarebbe stato spassoso rileggere quel diario tra qualche anno e si tratteneva.
Giovedì 14
Benjamin Laurent finalmente mi ha invitato ad uscire insieme! E stasera succederà qualcosa, me lo sento.
Prima che potesse aggiungere altro la voce acuta della madre si fece strada per le scale.
- Sbrigati Danielle, tua sorella aspetta!
Danielle sbuffò contrariata. Clarisse quel giorno compieva sedici anni e avrebbero festeggiato tutte insieme al suo ristorante preferito, Magnifique.
- Si mamma arrivo, arrivo...-  urlò di rimando. In realtà non aveva nessuna voglia di trascorrere quel pomeriggio con le sorelle e la madre...ma era costretta, purtroppo. A diciotto anni si hanno ben altri pensieri per la testa che il compleanno della propria sorellina. E poi lei si sarebbe dovuta preparare per quella sera. Ancora non riusciva a crederci: Benjamin Laurent sarebbe finalmente caduto ai suoi piedi. Iniflò le zeppe dorate e si lanciò un'occhiata allo specchio. Naturalmente non avrebbe detto niente alla madre, sarebbe morta di crepacuore se avesse saputo che la figlia diciottenne frequentava locali notturni come il Club X, non era certo un posto tranquillo...ma non ci sarebbero stati problemi perchè avrebbe tenuto nascosto il suo appuntamento perfino alle sue sorelle. Danielle passò una mano tra i capelli rossi come il fuoco e lanciò un bacio alla propria immagine riflessa. Benjamin non avrebbe resistito al suo fascino, no di certo. Tirò fuori una maglietta dall'armadio strapieno e la infilò velocemente. Per un attimo desiderò ardentemente di avere un fisico a manico di scopa come quello di Evelyne.
- Danielle vuoi scendere per l'amor di Dio? - la voce arrabbiata della madre le fece venire la pelle d'oca. - Eve è già dentro l'auto e stiamo aspettando solo te! Sbrigati!-

Clarisse corse entusiasta verso la madre, che, appoggiata all'auto, tamburellava nervosa le dita sul tetto della vettura..
- Mamma, mamma! Guarda qui! - porse un volantino a Julie, che lo osservò attentamente.
- Che roba è questo Zorbing? - domandò confusa - Rotolare giù da una rupe...rinchiusi in una sfera?!- lesse ad alta voce sbalordita. - Clarisse, non credo proprio che tu possa fare certe cose. Già quando vai in giro con quello skateboard sono un pò preoccupata...ma questo mi sembra davvero troppo! -
- Ma...mamma! E' la cosa più strepitosa che esista! E poi è sicurissimo al cento per cento! - ribattè Clarisse sicura.
Julie sbuffò stancamente e borbottò un "ne riparleremo".
Clarisse salì in macchina spazientita e lanciò un'occhiata a Evelyne, che, tranquilla, sedeva sul sedile con le mani strette sul volante.
- Mamma, chiama di nuovo Danielle...arriveremo domani al Magnifique...- borbottò scocciata. - Eve va così piano...-
- Lo spero bene! E' solo una principiante.
- Ancora per poco...-  sogghignò Eve sfilandosi il cappello di lana e buttandolo sui sedili posteriori. Scrollò i lunghi capelli biondi e sorrise. - Non temete tra un pò vi stupirò a tutte con il mio talento nel guidare e...-
- Eccola! - la interruppe Clarisse indicando la sorella di mezzo. - Forza Danielle! Quanto ci hai messo! Non stiamo mica andando a una sfilata di moda! -
- E allora? - ribattè Danielle sbattendo la portiera dell'auto. - Voglio sempre essere al top. Anche se si tratta del compleanno della mia sorellina. - aggiunse sorridendo.
- Anche se la sorellina sembra che debba andare a un addestramento militare... - intervenne Julia lanciando un'occhiata alla figlia più piccola dallo specchietto retrovisore. - Clarisse, non potresti vestire un pò più carina? Le tue sorelle sono sempre attente a queste cose e... -
- E' una guerra persa, mamma - la interruppe Clarisse ostinata. - E poi è anche il mio compleanno, che diamine. - aggiunse calandosi il cappellino da baseball sui capelli biondi come il miele.
- E' un peccato che ti conci in uesto modo, sai? - prese tra le dita una ciocca dei capelli secchi della sorella. - Non sai cosa darei per i capelli tuoi e di Evelyne...- continuò Danielle malinconica.
- Danielle smettila, i tuoi capelli sono splendidi...- la rimproverò Julia. Forse proprio perchè la chioma ramata di Danielle era uguale alla sua.- Eve! - urlò Julie Gautier aggrappandosi saldamente al cruscotto dell'auto. - Piano con la frizione! -
- Ops.. .- bisbigliò Evelyne dispiaciuta.

Joe Jonas ammirò con attenzione la casa che si erigeva davanti a lui come un castello.
- Non è una meraviglia la campagna parigina? - domandò Denise avvicinandosi al figlio con una spessa valigia rossa in mano. - Questa vacanza proprio ci voleva. - aggiunse la donna sospirando. Dopo mesi e mesi di stress aveva prenotato il primo volo per Parigi. Sebbene all'inizio i ragazzi erano un pò incerti, alla fine si erano convinti e qualche giorno dopo erano partiti. Strinse la mano del marito e gli sorrise.
Kevin si avvicinò lentamente, con Frankie sulle spalle. - Di chi hai detto che è la casa? - domandò.
- Una vecchia amica. Lei è partita e proprio per questo mi ha proposto di stare qui quest'estate - rispose la donna serena. - Mi ha anche detto che abbiamo dei vicini molto simpatici e non siamo troppo isolati dalla città. Con la metro è facile arrivare al centro di Parigi.-

Danielle lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parete. Erano passate tre ore e ancora erano lì in quel cavolo di ristorante. Sbuffò. Quanto ci voleva per scartare qualche regalo e mangiare una stupidissima torta? Guardò Clarisse che, entusiasta, alzava in alto il nuovo skateboard come se fosse una collana di diamanti. Lanciò un'ultima occhiata al cellullare che se ne stava lì immobile senza squillare. Sbuffò per l'ennesima volta e mandò un veloce sms a Colette.
Diamine, Clarisse non si muove. E sono già le diciannove.
Doveva escogitare un piano. Non poteva perdere quell'occasione d'oro. Proprio non poteva. Benjamin era il ragazzo più bello della scuola e ora che era iniziata l'estate le aveva domandato di andare con lui al Club X. Bhe non esattamente con lui ma comunque Benjamin ci sarebbe stato. Insieme a più o meno mezza Parigi.
- Danielle, che cos'hai? -  le domandò Eve sorridendo.
Evelyne Gautier era una diciannovenne tranquilla, la classica ragazza modello. E a volte Danielle la guardava con invidia, pensando a quanto fosse fortunata. Lei non aveva crisi isteriche. Mai. E non piangeva. Non aveva pianto nemmeno quando era morto il loro caro papà, molti anni prima. In quel periodo Julie aveva trascorso le giornate singhiozzando, distesa sul divano come se fosse morta, Clarisse era ingrassata di quattro chili in una settimana ingozzandosi di patatine e gelato e lei era rimasta chiusa in camera sua per giorni e giorni senza toccare cibo, consumando tutte le lacrime che aveva in corpo. Evelyne invece si era limitata a sedersi un istante con le mani tra i capelli e gli occhi un pò lucidi. Poi aveva preso in mano la situazione e visto che Julie non svolgeva nessun lavoro domestico si era rimboccata le maniche e aveva iniziato lei a lavare e stendere i panni, pulire casa, rifare i letti e cucinare. Fortunamente la cucina di Eve era così terribile che nemmeno la madre era riuscita a mandare giù un boccone di quei piatti disgustosi e piano piano si erano tutte riprese dal lutto.
- Niente. Non ho niente. - rispose. Non poteva raccontare tutto a Eve, non voleva rischiare. Magari domani mattina si sarebbe infilata sotto il suo letto e l' avrebbe svegliata per poi rivelargli ogni cosa, non tralasciando naturalmente i particolari. Se ce ne sarebbero stati.
Ad un tratto ebbe un' idea magnifica. Sorrise e fece finta di niente, mandando giù l'ultimo boccone di torta alla panna e applaudendo all'ennesimo regalo scartato dalla sorella minore.

Nick si buttò sul divano fissando il soffitto. In realtà non era molto contento di trascorrere le vacanze in quella casa sperduta nella campagna francese. Anzi, quando Denise aveva annunciato la bella notizia per poco non gli veniva un colpo. Voleva starsene a Los Angeles, in California. Non a Parigi.
Invece Kevin era entusiasta del viaggio e Joe era ansioso di conquistare le ragazze parigine.
Insomma lui era l'unico ad essere scocciato. L'unico normale in quella famiglia. Sbuffò e affondò la testa sul cuscino.
Quella casa era anche un pò inquietante...ogni volta le travi di legno scricchiolavano pericolosamente ed aveva una paura boia che gli crollasse il soffitto addosso. Oppure c'erano i topi! Si lagnò sotto voce e pensò a come avrebbe trascorso la notte in una casa così. Per fortuna dormiva con Joe...
Si alzò e lentamente si affacciò dalla finestra. Si estendeva da subito una distesa di prato verdognolo e degli alberi alti e rigogliosi circondavano la casa. Però, si notava in lontananza un'altra casetta, un pò più piccola della loro. Nick aguzzò la vista e notò che le serrande erano abbassate. Forse anche i loro vicini erano partiti, stufi della campagna francese. Lo poteva ben capire...era lì da due ore e già si annoiava. Joe, Kevin e Frankie invece erano in giro per prati a fare chissà cosa...ma a lui proprio non andava di fingere di divertirsi perciò era rimasto a casa. Denise invece era impegnarsi ai fornelli. A quanto pare voleva cucina una bella cena per festeggiare.
"Ma festeggiare cosa?" Si chiedeva lui.
Poprio non riusciva a non tenere il broncio...Perciò tutti si sarebbero dovuti adeguare e sopportare in silenzio il suo cattivo umore e la sua faccia offesa.

- Pronto? Come? Oddio...certo vengo subito - Danielle attaccò il telefono e sfruttando le sue doti da attrice, guardò la madre con gli occhi lucidi. - Oh mamma...non puoi capire! Matthew è ha avuto un incidente...mi ha chiamato l'ospedale proprio ora! Mi dispiace ma...devo proprio andare! - esclamò soffocando un finto singhiozzo.
- Oddio tesoro, certo. Ma Matthew non è il tuo ex-ragazzo? Perchè hanno chiamato te? -
Sgranò gli occhi sorpresa. Ops... aveva dimenticato un piccolo particolare.- Si, ma...vedi...chiede di me e perciò hanno chiamato me perchè sua madre è partita - improvvisò.
- Oh, va bene tesoro. Allora vai...se vuoi ti accompagno... -
- No, no! - si bloccò, accorgendosi di aver alzato un pò troppo la voce. - Cioè... non devi. Voglio andarci da sola. -
Julie annuì seria e Danielle sospirò sollevata. Aveva inscenato una telefonata con la sua amica, Colette. Era stato proprio un colpo di genio quello e si vedeva lontano un miglio che era un' attrice nata. Altrimenti perchè il teatro era la sua passione da quando era alta un metro e un tappo?
Sorrise soddisfatta e chiamò il primo taxi che vide. Si, si sarebbe andato tutto per il meglio. Liscio come l'olio.

  
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