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Autore: kanejvibes    08/06/2015    4 recensioni
Non disse niente, nemmeno una parola, e non perse tempo: mi spinse contro gli armadietti e mi baciò, con passione, con forza, con sentimento.
[...]
Il mondo si era spento nell'istante in cui mi aveva guardato e avrei continuato a baciarlo per sempre.
Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di lui e del suo contatto.
Dopo minuti, che mi sembrarono millesimi di secondo, si allontanò, per riprendere fiato, ma di poco, rimase comunque vicinissimo a me.
"Il tuo amichetto potrà anche conoscere tutto di te, ma sa che era questo il tipo di bacio che hai sempre sognato e non uno dolce e smielato da film? Sa che saresti così pazza da abbandonare tutto e andartene, se solo lo volessi? Sa che tieni più ai tuoi stupidi amici che a te stessa, mmh? Lo sa? ", mormorò, con il fiato corto, fissandomi intensamente negli occhi, mentre mi teneva stretto il viso tra le mani.
"Sa che mi hai quasi visto nudo?", fece poi, rompendo quell'atmosfera fin troppo seria che si era creata.
Risi di gusto, portandomi una mano alla bocca, e lui sorrise, lasciandomi andare il viso.
"Sa che mi fai impazzire?", sussurrò, più piano, sfiorandomi dolcemente la guancia.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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L'errore curatore

"Oddio, oddio! Sarebbe potuto succederle qualcosa! Sarebbe potuta essere in prigione o, peggio, in ospedale!", sentii gridare mia madre dall'altra stanza. A dirla tutta, era più o meno mezz'ora che non smetteva di urlare le solite cose con Penelope.
Mio padre, immobile sulla poltrona davanti a me da altrettanto tempo, mi osservò con un'espressione indecifrabile.
Roteai gli occhi e sbuffai, rigirandomi sul divano perché non potesse più vedermi in viso.
"Senti in che modo hai ridotto tua madre?", sbottò, facendomi sbuffare più forte.
"Quale delle due?", ribattei, acida, facendogli pesare per la prima volta la storia dell'adozione.
Di solito, li avevo sempre trattati come se fossero stati realmente i miei genitori e- in un certo senso- lo erano, ma quel giorno ero così fuori di me da non vederla così.
Improvvisamente, prima che mio padre potesse anche solo iniziare un discorso, la porta si spalancò, lasciando passare Harry e Niall- e forse anche qualcun altro, ma riconobbi soltanto le loro voci, che si unirono in un coro confuso così pieno di rabbia, che non capii una parola.
"Ecco mamma numero tre e quattro!", esclamai, sarcastica, voltandomi velocemente per ridere in faccia a chiunque fosse appena entrato.
Per poco, non caddi dal divano quando, dietro Niall, Harry, Amanda e Layla- sì, perfino lei era venuta- spuntò Zayn Malik.
Superò tutti i ragazzi con una lentezza per me devastante e si fermò, in piedi, a fissarmi.
Aveva un'espressione spaventosa sul volto, seppure non riuscissi a capire a cosa stesse pensando e i suoi occhi sembravano di ghiaccio, nonostante fossero due chiazze scure.
I suoi pugni erano così stretti che per un attimo pensai che le unghie avrebbero potuto tagliargli la carne e farne uscire delle gocce di sangue.
Nessuno parlò più- o, almeno, a me sembrò così.
Abbassai lo sguardo, non in grado di sostenere il suo, così freddo.
Poi, tutto si annebbiò, perfino quell'immagine così severa del suo volto, ormai impressa nella mia mente, e svenni.

*

Quando aprii gli occhi ero così confusa che credetti di aver sognato, ma appena alzai la testa, con grande fatica, vidi Zayn girato di spalle, che guardava fuori da una delle finestre in camera mia- dove qualcuno mi aveva portata mentre non ero cosciente.
Rimasi immobile e in silenzio, con la paura di ciò che avrebbe potuto dire se si fosse reso conto del mio risveglio e lo osservai.
Era così bello, perfino di spalle.
I suoi lineamenti erano perfetti, come quelli di un dio.
Una lacrima mi attraversò la guancia e la cacciai subito via con una mano.
Probabilmente lui si accorse di quel movimento perché si voltò e i suoi occhi incontrarono di nuovo i miei, seppure per pochissimo, dato che abbassai subito lo sguardo.
"Sei...impazzita?", furono le sue prime parole, che uscirono dalle sue labbra carnose come un lieve sussurro. Feci una smorfia perché a me arrivarono forti come un colpo di frusta.
"Cosa cazzo ti è passato per quella maledetta testa, Greer?".
Questa volta, gridò.
"Erano delle fottute attenzioni che volevi? Bene, le hai ottenute!", esclamò, avvicinandosi così velocemente che ebbi paura di quello che stava per fare.
"Volevi farmi sentire in colpa? Era questo che volevi? Che io mi sentissi responsabile se ti fosse accaduto qualcosa?", urlò ancora più forte, ma io non risposi, né lo guardai.
"Volevi fare del male a te stessa? Beh, sappi che hai fatto più male alle persone che ti vogliono bene".
Deglutii a fatica, immobile come una statua.
Lui...mi voleva bene? Si era incluso tra quelle persone o parlava soltanto per loro?
"Maledizione, Greer, rispondi!", riprese, furioso.
Ma io non dissi una parola.
"Sei soltanto una bambina...", continuò, prendendo un lungo respiro, tornando a darmi le spalle e appoggiandosi alla finestra.
"Quando ho visto Styles davanti a casa mia...ho pensato subito a te, ho pensato al peggio...ho pensato che avessi avuto un incidente o...che fossi...", si bloccò, per un attimo, facendo schioccare la lingua.
"Ho pensato che fossi morta. Io...ho avuto bisogno che ripetesse almeno tre volte quello che era successo, prima che riuscissi a scacciare quei pensieri dalla testa e riuscissi a capire ciò che fosse realmente accaduto. Credo di averlo perfino abbracciato quando mi ha detto che stavi bene...".
Si voltò verso di me e si avvicinò.
"Non hai idea di quanto male tu mi abbia fatto stare", disse, a pochi centimetri dal mio viso.
"E adesso non hai nemmeno il coraggio di guardami negli occhi. Non ti sei scusata, non hai nemmeno pronunciato una parola. Guardami, cazzo!", gridò, prendendomi il volto tra le mani e costringendomi a guardarlo.
"Come credi che mi sia sentita io quando ti ho visto baciare quella ragazza?", ribattei, appena i miei occhi incontrarono i suoi.
Zayn cambiò espressione e mi lasciò andare, indietreggiando appena. Non si aspettava che l'avessi visto.
"Mi sono sentita morire, se ti interessa saperlo", risposi da sola alla mia domanda.
"Non...è la stessa cosa", si limitò a dire e questa volta fu lui ad evitare il mio sguardo.
"Ah, no?", sbottai, tirando su col naso.
"Io non ho fatto del male a me stesso, né ho cercato di attirare la tua attenzione".
"Oh, quindi l'hai fatto perché la ami", mormorai, acida, alzandomi dal letto.
Non rispose, ma si voltò verso la finestra ancora una volta.
"Se la ami, allora dovresti preoccuparti di lei, non di me. Come puoi vedere io sto benissimo", continuai quella recita, sapendo di aver colpito nel segno.
Lui sbuffò, scuotendo la testa.
"Sei davvero...".
"Cosa? Una cretina, un'idiota? Una stupida per essere ancora follemente innamorata di un coglione che non capisce quanto io tenga a lui?", sibilai, digrignando i denti, mentre lui si voltava, stupito, a guardarmi.
"Sì, Zayn, io ti amo ancora. Ti amo con tutta me stessa, ma non ce la faccio più a stare male per te. Quindi...se davvero credi che tra di noi sia finita...allora vattene. Vattene e smetti di impicciarti della mia vita, perché se questo è quello che credi...allora io non sono più tua".
Queste parole fecero male anche a me. Dirgli di andarsene era stata una delle cose più difficili che avessi fatto in tutta la vita, ma ne avevo avuto bisogno.
Per qualche secondo non si sentì altro che il ticchettio dell'orologio, poi la sua risata amara risuonò per la stanza.
"Tu non hai alcun diritto di dirmi quello che devo o non devo fare, Greer! Sei stata la cosa più bella che mi fosse successa dopo tanto tempo, ma alla fine ti sei rivelata la peggiore. Mi hai fatto sentire per la prima volta libero da quella prigione di rabbia in cui io stesso mi ero rinchiuso e poi mi ci hai fatto tornare a forza. E non hai idea di quanto ti odi per questo", disse, scuotendo la testa più volte, poi fece per andarsene.
"Quindi te ne vai? Di nuovo?", dissi, delusa, facendolo bloccare sulla porta.
"Non è questo che mi hai chiesto?", mormorò, voltando appena la testa.
"Ti ho detto di andartene se non provi più niente per me, ma...".
"Cosa? Provo ancora qualcosa per te?", disse, sorridendo amaramente.
"Sì! O non saresti qui", quasi gridai, avvicinandomi a lui.
"Vuoi sapere cosa provo?", scattò, venendomi vicinissimo.
"No, perché so già quello che provi...è la stessa cosa che provo io", sussurrai, appoggiandogli una mano sul petto, sperando di sentire il dolce battito del suo cuore.
"Riproviamoci", dissi, dato che non aveva mosso un muscolo.
Scosse la testa e si passò una mano sul volto, spostando la mia mano.
"Ti prego, Zayn. Riproviamoci. Sai benissimo che tra me e Harry non c'è niente oltre l'amicizia".
Zayn sbuffò e mi guardò. Sapevo che ci stava pensando.
"Non mi importa niente di Styles...siamo un casino insieme...non funzionerebbe".
"La mia vita è già abbastanza incasinata di suo, non mi dispiace un altro po' di casino", ribattei, avvicinandomi di nuovo.
"Voglio solo stare con te".
Non disse niente e io roteai gli occhi.
"Quanto ancora ti farai corteggiare prima di darmi una risposta?", bofonchiai, facendolo sorridere appena.
"Ah, ecco...questo sorriso. Ecco cosa riesce a farmi perdere la testa ogni volta", ammisi, abbassando gli occhi e stringendoli forte.
"Ti prego, dimmi subito cosa intendi fare. Ora, veloce, come togliere un cerotto".
Sentii la sua mano calda sulla guancia e schiusi appena gli occhi.
"Guardami", sussurrò, serio.
Obbedii e mi persi nel suo sguardo.
"Voglio sapere come tu ci riesca...", mormorò, corrugando la fronte.
"A fare cosa?", chiesi.
"A imprigionarmi sempre nella tua rete", rispose, socchiudendo gli occhi.
"Beh...immagino sia più comoda della prigione in cui ti sei rinchiuso da solo", sussurrai, prendendolo in giro, per poi ridacchiare.
Lui sorrise.
"Ok, lo ammetto, era pessima come metafora".
Annuii con la testa e scoppiammo entrambi a ridere di gusto.
"Sì, era davvero pessima...ma hai ragione...io ti ho fatto soffrire e non volevo".
"Beh, anche io ti ho fatto soffrire, quindi siamo pari, immagino", disse, senza togliere la mano dalla mia guancia.
Ci scambiammo un paio di sguardi imbarazzati.
"Adesso puoi anche...baciarmi", mormorai.
"Immagino di sì...", ribatté lui per poi avvicinarsi e lasciarmi un leggerissimo bacio sulle labbra.
Chiusi gli occhi, poi li riaprii quando si allontanò.
"Spero tu stia scherzando...", sussurrai, per poi fiondarmi su di lui per togliergli il respiro con un bacio completamente diverso dal suo.
"Questo è un bacio, signor Malik".
Lui rise e mi baciò di nuovo e ci perdemmo in una scia infinita di baci meravigliosi.




 
Ehilà
Mi scuso per l'immensissimo ritardo, ma con la scuola ero un po' incasinata. Ora che è finita finalmente ho più tempo per me.
Vi informo che questo era l'ultimo capitolo e quindi manca soltanto il prologo. 
Nel frattempo, mi dedicherò anche alla prima stesura di un'altra ff (credo).
Comunque, grazie a tutti per le recensioni e per aver seguito la storia fino a qui. Lo sapete che vi amo!
Baci,
Vale. :)




  
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