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Autore: runami_ lu99    08/06/2015    5 recensioni
salve a tutti eccomi qui come promesso con la seconda long RuuuuuuNamiii!! con accenni ZoRobin
questa storia è dedicata alla carissima NamyMoon XD
Per salvare la loro navigatrice i mugiwara dovranno trovare quattro gemme molto preziose in quattro isole diverse, coinvolti in gioco mortale: il "Death Game" dovranno superare prove difficili e combattere contro vecchi e nuovi nemici, ma... chi c'è dietro a tutto questo? e soprattutto... perche?
[Dal 3° capitolo]
*Sanji aveva bussato, ma a quanto pare la porta era aperta ed essa si spalancò sinistramente illuminando la buia stanza interna con una fievole luce grigia, i tre compagni però riuscirono comunque a distiguere gli oggetti presenti all'interno, soprattutto, la poltrona girata sopra il quale uno strano soggetto sorseggiava dentro un calice dorato, un vischioso liquido rosso.*
[dal 15° capitolo]
*"Cosa mi spinge..." cominciò a camminare lentamente verso di lui.
"... A rialzarmi?" Chiese scrutandolo da sotto le sopracciglia.
"I miei compagni... per colpa di questa stupida storia sono tutti in pericolo, e tu..." lo indicò.
"Tu... mi stai intralciando impedendomi di portarli al sicuro"*
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Z | Coppie: Rufy/Nami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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RIPRENDIAMO IL MARE






"Accidenti Rufy ma quanto pesi?" Chiese Usopp mentre trasportava verso la nave il suo capitano piuttosto malconcio dopo lo scontro che aveva avuto con Raji.
"Come fai a lamentarti che non hai fatto un bel niente?" Intervenne Franky mentre portava in spalla Robin e Nami sfinite e piene di ferite ovunque.
"Come niente? E il gigante? Sono stato io ad abbatterlo certo non qualcun'altro e questa ne è la prova certa" indicò la sua guancia in cui era abbastanza evidente una piccola cicatrice creata da un taglio non profondo, e se ne vantava come se fosse una ferita di guerra, intanto Chopper accanto a lui lo guardava con due occhi che brillavano dall'emozione. In silenzio, uno dei membri della ciurma di Cappello di Paglia osservava la navigatrice dormiente, o piú che altro la macchia nera che aveva sulla mano, chiedendosi se avrebbero fatto in tempo a salvarla. In effetti, adesso sapevano come rallentarla, ma il problema era se lei ne sarebbe stata capace: sarebbe riuscita a controllare le sue emozioni? Sarebbe riuscita a far prevalere i pensieri belli a quelli brutti? Per il momento ce la stava facendo, ma sarebbe durata ancora per molto? L'unica soluzione era sperare e credere in lei.
"Siamo arrivati eccola!" Esclamò il cyborg riferendosi alla Sunny risvegliando Robin dai suoi pensieri.
"Perfetto portate i feriti in infermeria" ordinò Chopper mentre Franky e Usopp accompagnavano i compagni nella stanza indicata e Zoro li seguiva.
"Questo vale anche per te Sanji" disse il medico notando che il biondo si stava dirigendo dalla parte opposta.
"Io? E per cosa? Ho solo qualche graffietto niente di piú" replicò lui mentendo.
"Quelli non sono graffietti da niente, puoi ingannare qualcun'altro ma non me, e tu lo sai bene" ribattè la renna.
"No, non posso, sono tutti stanchi e io devo preparare loro del cibo per rimetterli in forze, è il mio dovere" commentò il cuoco intestardito cercando di nascondere il dolore che provava dappertutto ma in particolare dietro alla testa.
"Lascia stare la cucina ora, per quello possiamo provare ad arrangiarci noi, tu vai" ordinò Chopper nuovamente, ma il biondo non fece in tempo a dare una risposta che una richiesta dall'infermeria dovette costringere la renna ad andare a controllare cosa stava accademdo. Appena entrato vide Nami che dormiva distesa sul lettino, così come Rufy; mentre Robin e Zoro svegli che stavano discutendo col resto della ciurma, piú Arjey e Coji
"Cosa succede?" Domandò il medico.
"Dobbiamo trovare un modo per salpare da quest'isola" affermò il cyborg indeciso sul da farsi. L'archeologa capì e radunò tutti fuori per non disturbare i due compagni che dormivano.
"Ma scusate ragazzi se su quest'isola le propietà dell'acqua e dell'aria sono invertite perchè non spiegare le vele e andare" propose Usopp semplicemente.
"Non si può" intervenne Robin.
"Come non si può?" Chopper era già andato nel panico piú assoluto.
"Non so, ma da quando abbiamo rimosso la gemma dalla statua di Nettuno quest'isola sembra diventata una comunissima isola, come tutte le altre" spiegò.
"In pratica, è come se la gemma desse all'isola le sue caratteristiche?" Ipotizzò Zoro.
"Esatto" confermò la mora annuendo.
"Ma è impossibile..." tutti si voltarono verso Chopper.
"... Se tutto è tornato normale com'è possibile che l'acqua che c'è in cielo non cada?" Chiese prima che una goccia di pioggia si schiantasse sul suo naso blu. Poi un altra, e un altra ancora e infine una tempesta in piena regola si abbattè sul ponte della nave. Intanto il livello di acqua in cielo diminuiva tanto quanto aumentava quello sul terreno.
"Abbiamo trovato la risposta, dobbiamo solo aspettare e tra un pò potremmo salpare" esordì Robin sorridendo mentre tutti si rifugiavano nuovamente in infermeria. Tutti tranne uno, tranne Sanji che non demordeva e che era già in cucina che mischiava ingredienti su ingredienti. Impugnava saldamente il coltello e tagliava una carota con precisione, ma le mani gli tremavano; se ne accorse quando fece una fetta piú grande di quelle precedenti. Si fermò un istante e si fissò i palmi che non riuscivano a rimanere fermi. All'improvviso una fitta allucinante gli strinse la testa in una morsa d'acciaio, strizzò gli occhi dal dolore aspettando e pregando che passasse il piú presto possibile, quando invece di alleviare il dolore, questo aumentava sempre piú a causa di un forte giramento di testa e ad un brivido di freddo improvviso.
Dall'infermeria, nel frattempo, si sentivano chiacchiere mescolate tra loro.
"Zoro stai fermo, non riesco a bendarti se continui a muoverti" esclamò Chopper mentre cercava di curare le ferite allo spadaccino.
"Sono troppe, i tagli non sono così gravi e io sto benissimo" ribattè sbuffando.
"Sono io il medico di bordo perciò smettila di lamentarti e fai quello che ti dico" lo riprese nuovamente, il tutto sotto gli occhi del resto della ciurma che rideva divertita. Inutile dire che quando ebbe finito il verde non ci pensò due volte ad andare ad allenarsi bloccato dai rimproveri della renna. Un rumore secco seguito da una serie di vari oggetti, che, cadendo, si frantumavano al suolo attirò l'attenzione di tutti, Chopper si precipitò in cucina seguito da tutti gli altri. La scena che gli si presentò davanti era terribile: Sanji disteso al suolo con pezzi di vetro e utensili da cucina sparsi attorno a lui, rosso in viso, segno evidente che la sua temperatura corporea era troppo alta. Aveva il fiato corto, sudava e molte ferite si erano riaperte facendo fuoriuscire quel liquido vitale rosso.
"Sanji!" Gridarono i compagni soccorrendo l'amico. La renna gli prese la testa fra le braccia e constatò la gravità della situazione.
"Cos'ha?" Chiese Coji preoccupata.
"Mio dio... come hai fatto a resistere tutto questo tempo con ferite del genere? Normalmente una persona muore al primo impatto" disse il medico, poi portò una zampa dietro la sua nuca e sentì altro sangue.
"M-ma... la tua testa Sanji! È un miracolo che tu sia ancora vivo!" Esclamò notando il lungo taglio molto profondo che imbrattava di rosso i capelli del biondo.
"Quanta resistenza ha questo ragazzo?" Si chiese Arjey stupito e in pensiero allo stesso tempo.
"Sei il caso piú grave, devo curarti immediatamente o sarà troppo tardi" lo prese e lo portò in infermeria mettendosi subito al lavoro.
"Che testardo, sei sempre il solito" commentò chiudendosi la porta alle spalle.
"Incredibile, quel biondino ha fatto finta di star bene solo per il bene dei suoi compagni, e adesso è a rischio di vita" pensò la scimmia stupita dal buon cuore di quella ciurma: non erano come lui, lui che li stava ingannando tutti solo per i suoi scopi, si sentiva un vigliacco ad approfittare della loro gentilezza. Dei veri sensi di colpa si stavano impadronendo di lui facendolo star male, ma non poteva mollare propio adesso: adesso che aveva trovato dopo millecinquecento anni delle persone forti che, forse, avrebbero potuto sconfiggere Lei e renderlo finalmente libero.
"Tutti ai posti, il livello dell'acqua si sta alzando e presto ci ritroveremo nuovamente in superficie" disse Robin prendendo il posto della navigatrice, dato che era già stata curata e non rischiava qualche ricaduta, Arjey si riscosse dai suoi pensieri.
"Fratello Arjy non stare li impalato, vieni ad aiutarci" esclamò Franky che stava tirando da solo ben cinque corde.
"Eh... ah, s-si arrivo" rispose l'altro correndo nella sua direzione per dare una mano.
Nel frattempo Rufy continuava a rigirarsi nel suo lettino turbato da qualche strano sogno.
"Cosa mi spinge a rialzarmi? I miei compagni! Per colpa di questa stupida storia sono tutti in pericolo e tu... tu mi stai intralciando impedendomi di portarli al sicuro" stava rivivendo esattamente ciò che era successo qualche ora prima, l'unica differenza era che in quel momento lui era come una specie di fantasma in cui vedeva se stesso combattere contro Raji.
"Perchè mi trovo qui?" Si chiese guardandosi attorno notando una chioma arancione.
"Nami? Cosa ci fai tu qui?" Domandò sbalordito andandole in contro, allungò una mano per chiamarla ma essa la trapassò.
"Rufy..." Sussurrò lei vedendo il capitano combattere con tanta foga, mentre il corvino dietro di lei si sentiva totalmente ignorato, e tutto ciò gli faceva male: faceva male vedere la sua navigatrice guardare un altra persona in quel modo, anche se era lui stesso, ma non si spiegava il motivo.
L'ultimo disperato attacco da parte del moro contro Raji era devastante.
"Nami vai via è pericoloso qui!" Rufy tentava di allontanare la rossa ma lei non riusciva a sentirlo. Avrebbe voluto gridare, urlarle che lui era li dietro per proteggerla, per far si che nessuno mai le facesse del male, ma allora perchè si trovavano in quella situazione? Lei era a rischio di vita, e lui non era riuscito ad impedire che fosse maledetta. Quei due anni passati ad allenarsi non erano serviti a niente? Se non riusciva a proteggere la sua navigatrice come pensava di poterlo fare con gli altri suoi compagni? Stava perdendo tempo, stava sprecando la sua vita a rincorrere un sogno che andava piú veloce di lui.
A volte pensava, pensava che la causa delle sofferenze dei suoi amici era lui, lui e la sua stupida determinazione nel voler diventare il Re dei Pirati. Se non fosse partito per quel viaggio i suoi compagni non avrebbero dovuto combattere quelle battaglie, non avrebbero sofferto e sarebbe stato meglio per tutti loro.
"Rufy..." il ragazzo sentì qualcosa appoggiarsi su una guancia delicatamente, ma quando se la toccò non vi trovò niente.
"Rufy..." si guardò intorno cercando di individuare da dove provenisse quella voce.
"Rufy, non ti agitare: sono io..." un suono lontano e melodioso, gentile come di una carezza dolce che riusciva sempre a rassicurarlo.

Aprì gli occhi di scatto ritrovandoseli puntati su quelli nocciola della navigatrice, così vicini, così belli e così caldi che lo rassicurarono immediatamente.
Si mise seduto sul lettino con qualche smorfia a causa delle ferite sotto lo sguardo preoccupato della rossa.
"Rufy è tutto okey?" Chiese in un sussurro, quasi avesse paura della sua reazione, lui la guardò girando la testa, si alzò in piedi e stringendo i pugni si avvicinò a Nami seduta sul lettino accanto a lui.
"Non voglio perdervi un altra volta, è per questo che mi sono allenato per due anni, siete il mio equipaggio, i miei compagni e in dovere di capitano e amico ho il compito di proteggervi anche a costo di perdere la vita" la ragazza rimase immobile, stupita da quelle parole: non perchè non credesse vero ciò che aveva appena detto, ma perchè non si aspettava una frase del genere appena svegliato.
"Rufy cosa dici? Noi non ci siamo mai persi: perso vuol dire non trovare piú qualcosa, noi invece eravamo solo lontani; e poi anche se fosse... ora siamo insieme noh?" Sorrise tenendo lo sguardo fisso in quello del capitano che ne rimase incantato.
Il ragazzo abbassò la testa puntando gli occhi sulle assi del pavimento sorridendo.
"Hai ragione... si hai ragione, scusami"
"Adesso riposiamo ne abbiamo bisogno" gli mise una mano sulla spalla e solo allora si accorse che la macchia nera era arrivata poco piú avanti del polso, e aumentava sempre piú, lentamente.





ANGOLO AUTRICE:

scusate scusate scusate scusateeeeeeeeeeee!! oddio ma sono 3 mesi e mezzo che non aggiorno sono un disastro
scusate ancora ma la scuola mi ha portato via un sacco di tempo e con verifiche di recupero ho dovuto studiare tutto il giorno.
in teoria questo lo dovevo postare durante le vacanze di pasqua ma poi c'è stato un contrattempo e non sono ruscita, sono davvero dispiaciuta per avervi fatto aspettare tanto per un capitolo di passaggio e pure corto... cercherò di aggioranre il prima possibile, se non vengo rimandata, perchè se lo sono allora aggiornerò a settembre dato che i miei mi terrano chiusa in casa per 3 mesi senza telefono e mezzi di comunicazione T.T
scusandomi ancor ringrazio le magnifiche persone che hanno messo la storia tra le preferite, ricordate, seguite e a chi solo legge.
poi anche a loro:

alice2131

ZoRobin_2000

NamyMoon


che hanno recensito lo scorso capitolo *.* <3

spero di vderci tra poco tempo e non a settembre T.T
ciaoooooo
hola
la pazza sclerata
Lu XD

  
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