Nessuno ha mai detto
che sarebbe stato facile
CAPITOLO
UNO
Cambiamenti improvvisi e situazioni inaspettate
"Le teste sono in una scienza a parte"
Leonard
tornò a casa più raggiante che mai. Meno di ventiquattro ore prima si trovava a
Las Vegas con la sua promessa sposa intenti a dire il fatidico sì davanti ad un
Elvis Presley troppo magro e basso per riuscire a passare per una sua copia
spiaccicata e con due testimoni improvvisati.
Erano semplicemente due ragazzi, anche loro fidanzati e dove lei era
incinta, conosciuti nel bar dell'hotel e che scoprirono soltanto in seguito
avevano voluto partire alla volta della città del peccato per potersi
finalmente sposare ed andando così contro ai pareri contrari della famiglia
dello sposo.
Solo
quando erano in viaggio per il ritorno Leonard si accorse che nemmeno sapeva il
nome dei due ragazzi. Ma cosa gliene importava adesso? Era finalmente riuscito
a mettere l'anello al dito all'ormai storica donna che da ben otto lunghissimi
anni si era appropriata del suo cuore e che mai era riuscita ad uscirne
nonostante entrambi avessero provato di tutto pur di dimenticarsi.
«
Ancora non ci credo che abbiamo fatto questa pazzia! » esultò Penny mentre si
guardava l'anello che luccicava sotto la luce del sole.
«
Intendi il viaggio o il fatto che ci siamo sposati? » chiese distogliendo per
un breve secondo la vista dalla strada e con una leggera preoccupazione negli
occhi che fece sorridere la ragazza.
«
Il viaggio, Leonard, il viaggio » disse appoggiando la mano sul suo braccio con
un gesto affettuoso.
«O-okay...sai
era per essere sicuro » balbettò cercando di sorriderle in modo rassicurante,
ma ne uscì una smorfia imbarazzata. « E per la storia di quella ragazza...»
«
Leonard non ne voglio più sapere. È successo e basta, ormai è inutile tirare
fuori la questione. Se ho deciso di sposarti lo stesso è perché ti amo e voglio
passare il resto della mia vita con te. E poi sono decisamente più gnocca di
lei »
Leonard
rise. « Come fai a saperlo? Non l'hai mai vista »
«
Oh, andiamo Leonard. Ti sfido a farti qualcuna più gnocca di me » disse
scettica lasciando il ragazzo un po' perplesso.
«
Comunque, nonostante non sia la prima volta che mi sposo a Las Vegas, devo dire
che mantiene sempre un certo fascino. Non so, sarà che questa volta Elvis mi
sembrava decisamente meglio »
Leonard
strinse le labbra quando Penny accennò nel primo matrimonio a Las Vegas poiché
gli ricordò tutta la disavventura avuta con Zack il giorno del ringraziamento
dell'anno precedente. Per fortuna tutto si era risolto e adesso era lui il
marito non Zack perciò decise di non rovinare il momento con inutili
discussioni.
«
Decisamente meglio? Non oso immaginare com'era l'Elvis che ti ha sposato la
prima volta! » rise mentre dava brevi occhiate alla moglie che intanto anche
lei si era lasciata andare in una risata cristallina.
«
Vuoi proprio saperlo? Era grasso e portava una parrucca perché sotto si
vedevano i suoi capelli biondi. Almeno questo qui aveva i suoi veri capelli »
«
Per fortuna non c'ero allora » disse avvicinando il viso al suo per darle un
bacio visto che erano fermi al semaforo.
«
Già, una vera fortuna. Ma se ci fossi stato saremmo sposati da...uhm...»
«
Un anno, quattro mesi e dodici giorni » venne in soccorso il marito prendendole
la mano sinistra e guardando ancora una volta la fede, quasi volesse essere
sicuro che ci fosse ancora e non fosse un sogno.
Penny
sorrise e si avvicinò al suo orecchio mentre Leonard cercava di mantenere la
concentrazione per non rischiare di finire nella corsia opposta. Impresa molto
difficile dato che sentiva il fiato della ragazza accarezzargli il lobo. «
Quando fai così mi sembri Sheldon sai? »
«
Hai ragione. Cercherò di non farlo più » disse ricambiando il sorriso.
Penny
ritornò al suo posto e guardò fuori dal finestrino per un po' poi con il mento
appoggiato al palmo della mano si rivolse a suo marito.
«
A proposito dello stramboide, sai per caso perché ha insistito così tanto per
farci scegliere una data? »
Leonard
scrollò le spalle. « Chi lo sa cosa ha partorito questa volta la sua mente
malata. Credo che finché non sarà proprio lui a dircelo non lo sapremo mai »
«
Il fatto è che fino a qualche mese fa era in piena crisi perché sapeva che
prima o poi te ne saresti andato e adesso tutto d'un tratto vuole mandarti via
a tutti i costi per chissà quale ragione. Non pensi sia strano? »
Leonard
arricciò le labbra e sospirò leggermente. Se lo era chiesto, certo, ma ad
essere onesti in questo momento non gli importava molto. Si era appena sposato
e nel giro di un paio di giorni si sarebbe definitivamente trasferito da Penny.
Cosa voleva di più dalla vita?
«
Non lo so Penny, avrà le sue ragioni. Ma che ti importa alla fine? »
«
Pensavo te lo avesse detto o che ne avesse parlato con qualcuno »
«
Con me no di certo. Con gli altri nemmeno altrimenti lo avrei saputo »
Penny
si mordicchiò il labbro pensierosa. Erano anche due giorni che non sentiva Amy.
Forse era successo qualcosa. Forse c'era qualcosa che non volevano dire.
Leonard
osservò la moglie assumere un'aria di chi sta immaginando mille ipotesi per
riuscire a giungere alla corretta soluzione dell'enigma.
«
Tu pensi sia successo qualcosa? »
Alzò
le spalle. « No, però credo ci sia un motivo se un uomo vuole avere una casa
tutta per sé, ma è un'ipotesi troppo assurda e azzardata per uno come Sheldon »
«
Davvero? E cosa sarebbe? » chiese curioso sistemandosi gli occhiali.
Penny
ci pensò su qualche secondo, incerta se rivelargli o meno il suo scenario
appena immaginato, ma si limitò invece a fare un gesto evasivo con la mano. «
Nah, lascia stare. È un'ipotesi davvero assurda, Leonard » disse con un mezzo sorriso poi
tornò a guardare davanti a sé.
Forse
però così assurdo poteva benissimo non esserlo.
Leonard
entrò nel suo- ormai- vecchio appartamento con un grosso sorriso sulle labbra.
Chiuse la porta un leggero calcio e cercò immediatamente l'amico con lo
sguardo. Voleva fargli vedere la fede, dirgli che tutte le ipotesi, le
congetture e le scommesse che aveva fatto insieme a Raj e Howard sul loro
futuro insieme si erano appena dimostrate infondate. Voleva anche dirgli che se
ne sarebbe andato entro due giorni così poteva avere casa libera. Era convinto
di trovarlo davanti al computer con tanto di cuffiette mentre giocava ad un
gioco di ruolo insieme ad altri giocatori sparsi per il globo, oppure a
guardare un episodio di Game Of Thrones così poteva in seguito fargli spoiler
sulle prossime morti il tutto accompagnato da un sorrisetto compiaciuto di
fronte alla faccia imbronciata di Leonard per essersi rovinato interi episodi.
Invece
con suo grande stupore Sheldon era seduto sul divano, al suo solito posto
ovviamente, mentre osservava con aria assente un punto non ben precisato della
cucina. Il braccio sinistro appoggiato su una gamba dove faceva rigirare
qualcosa di piccolo tra le dita della mano mentre il gomito destro era
abbandonato sopra il bracciolo e con due dita appoggiate alla tempia e altre
due alle labbra.
Leonard
provò a chiamarlo, ma lui non rispose, troppo assorto dai suoi pensieri per
accorgersi di una persona che pronunciava il suo nome. Dovette schioccargli le
dita davanti al viso un paio di volte prima che quest'ultimo sbattesse gli
occhi e inclinasse leggermente la testa verso di lui.
«
Ehi, che succede? Ti senti bene? »
«
A meraviglia » borbottò e Leonard sarebbe rimasto sorpreso dalla sua improvvisa
capacità di usare il sarcasmo nel momento opportuno, se non fosse per
quell'espressione da funerale che ricopriva il suo volto.
«
Non capisco...quando siamo partiti andava tutto bene » domandò perplesso. Erano
passate una ventina di ore, cosa potrebbe mai essere accaduto di tanto tragico
da costringerlo ad abbandonarsi in quello stato di chi sembrava gli fosse
crollato il mondo addosso?
Forse
centrava qualcosa l'aver voluto di punto in bianco restare da solo in
quell'appartamento. Aspettò qualche
secondo, ma l'unica cosa che provenne da Sheldon fu un lungo sospiro di
sconforto.
«
Vuoi parlarne? »
Sheldon
gli schioccò un'occhiataccia.
Non
voleva parlare, ma aveva bisogno di uno sfogo glielo leggeva negli occhi per
cui ignorò quello sguardo severo e si sedette sulla poltrona in parte.
«
Sappi che non ho nessuna intenzione di muovermi da qui finché non mi dirai che
cos'è successo »
«
Allora mi sa che rimarrai lì per sempre » ribatté con tono glaciale.
Leonard
però non si arrese ed incrociando le braccia al petto pensò velocemente ad un
modo per far sputare il rospo a quel testone. Proprio mentre era nel bel mezzo
di un suo pensiero notò che la mano di Sheldon per tutto il tempo non aveva
smesso di rigirare tra le dita un piccolo oggetto che però ancora non era ben
riuscito ad identificare. Forse se Sheldon non fosse stato così preso dagli
ultimi eventi avrebbe mostrato più discrezione nel tenere quella cosa così
preziosa in mano per non farla vedere a nessuno se non alla persona
interessata.
Leonard
aguzzò la vista e quando finalmente riuscì a capire cosa fosse rimase senza
parole.
Un
anello.
Sheldon
teneva tra le mani un anello. E non uno appartenente al mondo del Signore degli
Anelli, ma uno di quelli che si vedono in gioielleria con un piccolo diamante
sopra e che ogni donna sogna di poter indossare almeno una volta nella vita.
Improvvisamente,
come un flash, tutte le cose si collegarono in un puzzle che dava finalmente
un'immagine nitida.
Aver
insistito tanto per avere casa libera, l'aver visto Sheldon parlare a lungo con
sua madre quando era venuta a trovarlo pochi giorni fa, l'anello...
Ora
tutto aveva un senso.
Leonard
non ci poteva credere. Era tutto così assurdo, così strano, così...perfetto. Se aveva ragione quello sarebbe
stato uno dei momenti più felici della sua intera vita tra il suo matrimonio e con un
altro imminente.
«
Sheldon hai...hai un anello...» fu tutto quello che riuscì ad articolare e il
fisico teorico chiuse immediatamente la mano a pugno e la nascose dietro la
schiena.
«
No, non è vero » disse con una leggera punta di panico per essere stato
scoperto.
«
Sì invece, l'ho visto! » esclamò mettendosi sul bordo della poltrona per
avvicinarsi di più. « Hai un anello in mano e sono piuttosto sicuro che non si
tratta dell'anello che Frodo doveva gettare nel monte Fato »
Sheldon
ormai non poteva più ribattere in alcun modo perciò si limito semplicemente a
riportare la mano sulla gamba e rilassare i muscoli finché non schiuse le dita
mostrando così l'anello con un piccolo diamante brillare sotto la luce.
«
Oh mio Dio » Leonard si alzò di scatto e si portò entrambe le mani sulla bocca,
incredulo. « Ecco perché volevi farci sposare a tutti i costi, ecco perché hai
insistito tanto...»
«
Leonard...» cercò di interromperlo, ma il fisico sperimentale nemmeno lo stava
a sentire.
«
Quando lo hai preso? Con chi...? Ma no sei andato da solo, altrimenti a
quest'ora lo avremmo già saputo tutti...»
«
Leonard » provò di nuovo, indurendo il tono, ma non fu sufficiente.
«
Amy come ha reagito? Com'è stata la proposta? Sarà stata felicissima, non
vedeva l'ora di—»
«
Leonard! » sbottò infastidito e l'amico finalmente decise di prestargli
attenzione.
«
Cosa? Cosa c'è che non va? »
«
Se l'anello è ancora qui significa che Amy ancora non lo sa » disse con ovvietà
mostrandogli l'oggetto.
«
Giusto...allora cosa aspetti? » disse visibilmente emozionato e risedendosi di
nuovo sulla poltrona. « Possiamo aiutarti noi se vuoi. Anzi no, è meglio se fai
tutto tu così sarà più personale...Però è anche vero che combineresti un
disastro, ne sono sicuro...» si massaggiò il mento con aria pensierosa.
«
Non ci sarà bisogno » mormorò freddo mentre stringeva con forza il bracciolo
del divano.
«
Hai già pensato a tutto? Ti prego, prima di fare qualunque cosa dimmi cos'hai
in mente » disse preoccupato.
«
Niente, io non—» non riuscì a finire la frase che Leonard lo invase di domande
nuovamente.
«
Ti conviene inventarti qualcosa, amico, ormai la decisione l'hai presa. Tanto
sei già sicuro al cento per cento che Amy ti dirà di sì, per cui non c'è alcun
problema » disse con un grande sorriso.
Sheldon
sentì un brivido lungo la schiena e la dura, terribile consapevolezza che solo
lui era a conoscenza di come erano esattamente le cose tra di loro adesso. Dopo
qualche secondo scosse la testa.
«
Non posso farle nessuna proposta, Leonard...» sussurrò con un filo di voce
abbassando lo sguardo.
«
Ma come? Sheldon ormai hai deciso, non tirarti indietro adesso! Non—»
«...perché
Amy mi ha lasciato » alzò finalmente lo sguardo su di lui e Leonard rimase
senza fiato vedendo quegli occhi azzurri lucidi.
Leonard
ci mise un minuto intero per riprendersi da quella notizia. Un intero minuto in
cui fissava incredulo il suo migliore amico il quale cercava in tutti i modi di
evitare il suo sguardo pungente.
«
C-c-come sarebbe a dire che ti ha lasciato? Sheldon, cosa le hai fatto!? »
disse istintivamente, dando per scontato che fosse lui la causa di tutto anche
se non poteva affatto saperlo.
«
Cosa le ho fatto? » ripeté alzandosi in piedi e assottigliando lo sguardo per
la rabbia. « Io non le ho fatto proprio un bel niente! Non so perché abbia
preso questa decisione, va bene? » gridò incrociando poi le braccia e
indietreggiando un po'. Non se lo aspettava nemmeno lui di alzare la voce in
quel modo.
«
D'accordo. Ripetimi esattamente quello che ha detto » disse calmo portando
entrambe le mani in avanti.
Sheldon
sospirò, ma decise lo stesso di parlare. « Ha parlato sul fatto che voleva
pensare alla nostra relazione, al nostro futuro...»
«
Voglio le parole esatte » lo interruppe bruscamente. Con la memoria eidetica
che si ritrovava la sua non era una richiesta tanto assurda.
Il
fisico schioccò la lingua prima di riprendere. « 'È difficile dirti queste cose
perché ti amo, ma ho bisogno di pensare alla nostra relazione e voglio fare un
passo indietro. Spero che tu capisca' »
Leonard
si sfregò il mento. « Non sono un esperto, ma non credo che ti abbia lasciato.
Semplicemente ha voluto prendersi una pausa »
«
E cosa significa? » chiese timoroso e curioso allo stesso momento. Forse non
era una cosa così negativa come pensava. Se Leonard aveva ragione, non si erano
nemmeno lasciati per cui questa era una cosa positiva, no?
«
Capita a quasi tutte le coppie un momento in cui entrambi vogliono fermarsi un
attimo per vedere a che punto è la propria relazione e per essere sicuri di
voler davvero, sì insomma...»
«
Di voler stare con il rispettivo compagno » concluse al suo posto.
«
Mi dispiace, non volevo essere così diretto » mormorò profondamente addolorato.
Sapeva molto bene come stesse l'amico in questo momento, quali emozioni lo
stavano sconvolgendo silenziosamente all'interno. Rabbia, dolore, paura,
confusione, incredulità. Erano davvero tante e tutte combattevano una contro
l'altra per predominare, ma lasciare che una di queste emozioni prevalga
sull'altra sarebbe stato disastroso per una persona normale, figurarsi per uno
come Sheldon Cooper. Solo Dio avrebbe potuto sapere come avrebbe reagito e come
sarebbero state le conseguenze.
«
Ma io sono già sicuro, Leonard » disse guardandolo dopo un lungo momento di
riflessione. « Io sono sicuro di voler stare con lei, non ho più alcun dubbio »
«
Lo so. Amy ha solo bisogno di riflettere un po'. Dalle tempo » gli mostrò un
sorriso abbozzato per incoraggiarlo un po', ma Sheldon si incupì ancora di più.
«
D'accordo » disse dopo un lungo sospiro in cui sperò che anche tutto il suo
dolore fuoriuscisse dal suo corpo. Non aveva mai nemmeno preso in
considerazione, in tutto questo tempo, che Amy non fosse felice di stare con
lui. Vedeva che era felice, i suoi sorrisi erano sinceri e cercava sempre con
molto piacere e molta insistenza la sua compagnia. Tranne nell'ultimo periodo,
che occupava circa un paio di mesi, in cui gli sembrava che Amy fosse diversa
rispetto alle altre volte. Sembrava assente, con la mente rivolta ad altro e
più di una volta si era dimenticata di chiamarlo durante i loro momenti della
giornata in cui il Contratto tra Fidanzati enunciava espressamente la
possibilità di parlarsi al telefono.
Che
cosa era andato storto, allora?
«
Le darò un po' di tempo se è questo che le convenzioni sociali impongono »
disse aspramente e lentamente si girò fino a dare le spalle a Leonard. Osservò
per un paio di secondi l'anello che aveva tra l'indice e il pollice e con un
altro sospiro lo posò sulla sua scrivania, accanto al Gollum che amava tenere
lì sopra accanto al computer.
Leonard
rimase immobile nel centro della stanza con due dita che massaggiavano
l'attaccatura del naso e l'orecchio teso per sentire quando Sheldon avrebbe
chiuso la porta della camera così avrebbe potuto fiondarsi da Penny e
raccontarle tutto, sperando che potesse darle un dannatissimo consiglio. Non si
era mai ritrovato nella situazione di dover affrontare uno Sheldon in una crisi
di coppia con tanto di problemi di cuore annessi, era tutto così nuovo e a
tratti inverosimile che non ci aveva mai nemmeno pensato. Di solito era lui ad affrontare problemi su
problemi con la sua donna, non Sheldon.
Prima
di vederlo sparire dietro l'angolo del corridoio che lo portava in camera
Sheldon si fermò.
«
Per favore non dire a nessuno di questa cosa »
«
Di Amy? »
«
No, del fatto che stavo per...darle l'anello. Farei solo la figura dell'idiota
con gli altri. Inoltre non voglio che Amy lo venga a sapere adesso »
«
Va bene non lo dirò a nessuno. Te lo prometto »
Sheldon
annuì appena in un muto gesto di ringraziamento e poi sparì lungo il corridoio.
Quattro secondi dopo sentì la porta chiudersi e la casa cadde in un silenzio
tombale.
«
Sheldon non c'è oggi? » disse Raj dopo essersi seduto al tavolo della mensa e
guardando il posto vuoto accanto a sé.
«
No. Ha deciso di prendersi le ferie » spiegò Leonard mentre rigirava pensieroso
la pasta nel piatto. Se lo sarebbe aspettato dopotutto che Sheldon avrebbe preferito
rimanere lontano dal lavoro per un po', infondo era stato tutto improvviso e
quella decisione l'aveva profondamente turbato. Ma era comunque strano non
vederlo lì in mensa e da tutta mattina non faceva altro che chiedersi come
stava e cosa stesse facendo.
«
Davvero? Ma lui odia le ferie! » intervenne Howard guardando sorpreso Leonard e
ricordandosi tutti i dramma e le lamentele che propinava ogni volta che il rettore
dell'università lo costringeva a prendersi una settimana di vacanza forzata.
«
È vero, non è da Sheldon decidere di stare a casa dal lavoro di sua spontanea
volontà » si aggiunse Raj e assunse
un'espressione decisamente seria. « Di' la verità: gli hai detto come finisce
la quarta stagione di Game Of Thrones e adesso sta piangendo disperato perché
gli mancavano solo due episodi per sapere il finale. Amico, sei un mostro senza
cuore lasciatelo dire »
«
Cos—no! Non gli ho detto come finisce Game Of Thrones! » sbottò appoggiando con
gesto stizzito la forchetta nel piatto. « E poi è lui che mi fa sempre spoiler
» disse con tono sommesso.
«
Beh, se fosse stato una persona come tutti gli altri avrei pensato che avesse
deciso di prendersi qualche giorno per far passare ad Amy un week-end di
passione e follie, ma sappiamo che è più probabile vedere un Big Foot che
cavalca un unicorno nella Terra di Mezzo che questo » disse e Howard ridacchiò
per il paragone fatto dall'amico. « Non è il loro quinto anniversario questo? »
«
Già, è il loro quinto anniversario...» prese ad osservare il piatto davanti a
sé. «...e forse anche l'ultimo » mormorò tra sé e sé, ma si accorse di non aver
abbassato a sufficienza la voce poiché appena rialzò lo sguardo vide i due
amici fissarlo ad occhi spalancati e con il cibo che lentamente scivolava giù
dalla forchetta sospesa a mezz'aria.
«
C-cosa hai detto? » Howard si avvicinò un po' di più giusto per essere sicuro
di aver capito quello che l'amico aveva appena detto.
Leonard
guardò prima uno e poi l'altro, poi alzò le spalle con un gesto rassegnato e
sospirò. « A quanto pare si sono lasciati »
Raj
boccheggiò. « Non dire cazzate! »
«
Già! È impossibile che si siano lasciati! Odio ammetterlo, ma erano sicuramente
quelli più uniti e che andavano più d'accordo tra tutti! » proruppe
l'ingegnere.
Raj
annuì più volte. « Ed erano anche quelli che stavano insieme da più tempo...»
«...e
che non sono mai stati in crisi o si sono lasciati in tutti questi anni! »
«
Non si sono proprio lasciati, diciamo che si sono presi una pausa » disse
Leonard guardando prima uno poi l'altro.
Tutti
e tre si appoggiarono allo schienale e si scambiavano sguardi perplessi e
preoccupati per quella notizia che era stata una doccia fredda per tutti.
«
Amy ha voluto prendersi del tempo per pensare » aggiunse Leonard prima che uno
dei due chiedesse chi era il responsabile e quale fosse la ragione.
«
Se avessi pensato a chi avrebbe lasciato chi
avrei scommesso mille volte su Sheldon » mormorò Raj dopo essersi parzialmente
ripreso dallo shock. « Amy praticamente lo ha sempre adorato! »
«
Quindi è per questo che ha voluto rimanere a casa per un po' » Howard strinse
le labbra e Leonard annuì.
«
Sheldon che soffre per amore. Alla fine ci passano davvero tutti » aggiunse Raj
malinconico.
«
È la prima volta che lo vediamo in questa situazione, chissà come reagirà. C'è
per caso un manuale che spieghi come ripararlo nel caso si guasti? » disse
Howard con un mezzo sorriso cercando di smorzare un po' la tensione senza
sortire alcun effetto però.
«
Secondo te come vuoi che reagisca? » lo rimbeccò l'indiano squadrandolo. « Si
starà struggendo per il suo amore perduto mentre ripensa ai bei momenti passati
insieme accompagnato da una colonna sonora triste e deprimente. Ovviamente
mentre si strafoga di dolci per sopperire il vuoto lasciato da Amy »
«
Sì, e poi chiama le sue amichette del cuore. Stiamo parlando di Sheldon, non di
una ragazzina delle superiori! » disse sarcastico Howard guardando male
l'amico.
«
Io ho reagito così quando sono stato lasciato da Lucy! »
«
Sappiamo tutti come hai reagito quando Lucy ti ha lasciato e ti ripeto che, per
quanto ognuno affronti a modo suo il dolore, tu lo hai fatto in modo ridicolo
ed inquietante per essere un uomo di trent'anni » disse cercando di mostrarsi
calmo mentre portava le mani in avanti per dare la sua spiegazione.
«
Avevo torto prima, sei tu il mostro senza cuore non Leonard! »
Howard
sbuffò ed alzò gli occhi al cielo, ma prima di ribattere Leonard gli toccò il
braccio per attirare la sua attenzione ed indicò un punto alle sue spalle.
L'ingegnere perplesso si girò appena e quello che vide lo lasciò senza parole.
«
È Amy quella? » disse Raj allungando il collo per vedere meglio.
«
Già, e chi è il tizio con cui sta parlando? » continuò Leonard assottigliando
lo sguardo.
«
Quello è Ryan Green il nuovo chimico farmaceutico » mormorò Howard guardando da
sopra la sua spalla.
Raj
incrociò le braccia e fissò attentamente i due ragazzi. « Non mi sembra così
abbattuta, o sbaglio? » puntualizzò quando vide Amy ridere e mettersi
nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«
No, nemmeno a me » sibilò Leonard stringendo il bordo del tavolo. Sheldon era a
casa in uno stato di mezza depressione e Amy invece aveva l'aria tranquilla,
rideva per giunta in compagnia di quel Ryan. Più guardava quella scena più si
sentiva scioccato e nauseato allo stesso tempo.
Non si sarebbe mai aspettato un comportamento del genere da parte di
Amy.
Howard
si rigirò con un sospiro. « Signori, ecco a voi mister "Pausa di
riflessione" »
Eccomi di nuovo qui ad intasare questa sezione con i miei deliri. Non potevo non scrivere qualcosa dopo il traumatico inaspettato finale di stagione! Chi non è rimasto con quest'espressione dopo gli ultimi trenta sencondi? --> D:
Dato
che gli autori sono esseri crudeli e malvagi perché, insomma, non si
può far finire una stagione in questo modo quando ci sono quattro mesi
di pausa, accidenti <.< ho deciso di cimentarmi in quest'impresa
e immaginare un mio personalissimo continuo della 8x24. Forse alcune
situazioni non accadranno mai nella serie e forse Sheldon è OOC anzi sicuramente, ma sinceramente non mi interessa molto xD
Il
titolo, così come le frasi a inizio capitoli, sono pezzi di una
famosissima canzone dei Coldplay 'The Scientist', canzone che adoro e a
cui mi sono ispirata per questa fanfiction <3 Ho visto che la
traduzione varia da sito a sito perciò mi sono presa la libertà di
scegliere le versioni che più mi aggradano.
Ringrazio intanto chiunque sia giunto fino a qui e chi avrà voglia di seguirmi anche in questa nuova fanfic.
Dico
solo che è già finita e che avrà sette capitoli, ma per un paio di
settimane non so quando avrò il computer libero e perciò non potrò
essere regolare con gli aggiornamenti <.<
Piccola anticipazione del prossimo capitolo!
'Arrivato
davanti all'ingresso del laboratorio di biologia sentì due voci provenire
dall'interno. Una era chiaramente di Amy mente l'altra era indubbiamente di
Ryan.
Iniziò
a sudare freddo.
Si
avvicinò con circospezione e rimase mezzo nascosto dietro al muro. Si affacciò
quel tanto che gli bastava per distinguere le frasi.
Ryan
si sistemò sulla sedia un po' incerto. « Ti va se stasera usciamo a mangiare qualcosa
insieme? »'
Amy cosa farà? Accetterà oppure no?
Spero di riuscire ad aggiornare per settimana prossima, altrimenti slitta a quella dopo ancora.
A presto!