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Autore: Love_in_London_night    08/06/2015    5 recensioni
Jared, Jade, Jamaica. L’iniziale è la stessa, è la combinazione a essere disastrosa.
Perché?
Perché in realtà oltre a loro due ci sono altre 18 persone, un presentatore e una crew con le telecamere pronte a seguirli durante il loro soggiorno.
Già, perché Jared, a causa dell’insistenza di Constance, si è trovato a partecipare al programma di MTV “Are you the one?”. Un reality dove i concorrenti devono cercare la loro anima gemella: se formeranno le 10 coppie esatte si porteranno a casa un milione di dollari da dividere tra loro. Non è un reality rose e fiori però, perché per trovare i match giusti si sacrificano i sentimenti nati tra le persone sbagliate. Tutto pur di trovare le coppie perfette.
E in un simile scenario cosa succederà a Jared, Jade e gli altri?
E poi c’è l’America: Tomo e Vicki seguono le puntate settimanali, lo stesso fanno Constance e Shannon, anche se quest’ultimo vorrebbe che al gruppo intimo si aggiungesse la sua ragazza Kirstina, detestata dalla madre.
Dieci settimane per capire chi possa essere l’anima gemella e non innamorarsi della persona sbagliata, due mesi e mezzo per seguire il resto dei Mars accomodati sul divano davanti alla TV.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8


Ottava puntata


 

«Siete così imbecilli che vi lasciate manovrare da delle pedine!» Tuonò Haylee una volta in casa, assicuratasi che tutti fossero entrati e non si perdessero una sola parola della sua esplosione di rabbia. No, non aveva intenzione di risparmiare nessuno.
«Haylee, sei impazzita?» Taylor era sconvolta, non capiva le accuse né tantomeno la rabbia con cui le esprimeva.
«No, siete voi che siete idioti, è diverso». Proseguì Haylee sempre più inviperita. Non riusciva a trattenersi, si sentiva in dovere di intervenire perché non riteneva giusto che lei e gli altri venissero presi in giro e, soprattutto, che Olivia la passasse liscia.
Erano due mesi che continuava a comportarsi in modo arrogante, come se Ols fosse stata migliore degli altri, e non aveva intenzione di sopportare oltre la cosa, dato che la stylist aveva dimostrato di non meritare un briciolo di pietà, non dopo tutti i suoi atteggiamenti e il piano che le stava andando fin troppo bene.
«Però, in vena di complimenti, eh?» Mia, colpita da quanto fosse dura con gli altri concorrenti, cercò comunque di spezzare la tensione che si era venuta a creare. Se Haylee era così turbata qualcosa doveva essere successo, ma non capiva cosa potessero c’entrare tutti loro.
«Forse è meglio se spieghi perché sei così agitata. Altrimenti potresti sembrare un tantino pazza». Dylan la invitò a sedersi per cercare di assumere un minimo controllo, ma riuscì solo a sfiorarle la gamba mentre lei gli passava davanti per guadagnare una posizione in cui tutti avrebbero potuto vederla e ascoltarla. Non aveva la minima intenzione di fuggire.
«Giusto un po’». La prese in giro Larissa, non capendo quanto la sua posizione fosse in bilico in quel momento.
«Tu zitta». Tuonò la parrucchiera con un indice puntato verso l’altra, un rancore tale da farla sobbalzare e vedere gli occhi spalancarsi, timorosi.
«Ok, mettiamo le carte in tavola». Continuò Haylee. «Settimana scorsa ho sentito Olivia parlare con Larissa e dirle di convincere gli altri della casa, noi, a non votare per lei e per Jared, ma per un’altra coppia».
Avrebbe voluto essere più incisiva, vedeva quanto gli altri fossero scettici dopo aver sentito quelle parole.
«Ma non avrebbe senso». Liam, sensibile nei confronti di Larissa, voleva provare a ragionare e a vedere il lato positivo delle persone. Magari si era sbagliata, oppure non stava dicendo la verità.
«O sì che ce l’ha se vuole che Jared continui a pensare che siano un match perfetto, e questo era lo scopo. Se fossero entrati nella cabina della verità e avessero scoperto di non essere una coppia perfetta, Olivia era ben conscia che Jared l’avrebbe lasciata perdere. Non entrando si è garantita di rimanere nell’incertezza affinché lui continuasse ad avere un rapporto e si innamorasse di lei. Non vi è sembrato strano che proprio la sua amica remasse contro di loro, anzi, vi incentivasse a votare per altri?»
Haylee aveva mimato il segno delle virgolette quando aveva riportato la parte dell’innamoramento, e si accorse che alcune facce, dopo la sua ultima domanda, avevano iniziato a dare qualche segno di cedimento davanti al suo discorso, segno che stava ottenendo ciò che voleva, stavano iniziando ad aprire gli occhi sulla faccenda.
«E vissero per sempre felici e contenti». Si intromise Olivia dopo aver finito di sistemarsi un’unghia, limandola sui pantaloni ultra aderenti. «Sei brava a raccontare le favole, sai?»
La schernì con uno sguardo altezzoso. Era convinta di essere stata cauta quel giorno, ma Haylee non aveva prove a riguardo, non l’avrebbe incastrata in alcun modo.
«E tu a fingere. Cos’è, hai simulato troppi orgasmi nella tua vita?» Haylee fu felice di poterle rispondere a tono senza sembrare la cattiva della situazione, nessuno l’avrebbe giudicata per la risposta a tono che aveva dato.
«Sei sicura di quello che dici?» Dakota sembrava turbata, come se si aspettasse di tutto da Olivia, ma non di arrivare a tanto. Eppure, a posteriori, il comportamento di Larissa riguardo al voto per la cabina della verità sembrava strano.
«Sono accuse gravi». Intervenne Nick, attento a capire quanto di vero ci fosse nella questione e arginare i danni. L’ultima cosa di cui avevano bisogno in quel momento era di un simile problema che avrebbe potuto separarli dalla vincita e dal trovare l’anima gemella. Il rancore e la diffidenza non erano le migliori compagnie per l’amore.
«Appunto, e non hai nemmeno le prove». Incalzò Olivia con un sopracciglio alzato che doveva esprimere tutto il suo scetticismo. In realtà era un modo per sondare il terreno e capire fino a che punto Haylee avesse i mezzi per metterla nei guai. «O sbaglio?»
«Lo sanno anche Dylan e Jade» rispose Haylee poco convinta. Sapeva che sarebbe arrivato il momento di fornire delle prove, ed era conscia di non avere nulla in mano per schiacciarla.
«Oh, la Mistery Inc… dove avete lasciato Scooby-Doo?» Olivia rilassò le spalle, capendo quanto le parole di Haylee, seppur vere, fossero innocue. «Vi divertite a svelare interessanti misteri, immagino»
«Beh, perché non chiediamo a Larissa, allora». Propose l’altra nella speranza di mettere la complice alle strette e ritrovare il vantaggio avuto all’inizio della conversazione. «O aspettiamo di tornare a casa e guardare le registrazioni del programma, così il tuo piano andrà a puttane nel momento in cui hai appena raggiunto tutto ciò che hai sempre desiderato?» 
Alzò le sopracciglia, soddisfatta. 
Haylee aveva capito che Ols non aveva considerato un dopo, né tantomeno le registrazioni del programma. Era convinta che adescare Jared sarebbe stata la parte più dura, invece la vera difficoltà stava nel non perderlo, soprattutto se alcune bugie potevano mettersi tra loro, come quella.
Olivia si agitò e irrigidì, ma si rilassò subito per non darlo a vedere, pensando che Larissa avrebbe tenuto il segreto, le sarebbe convenuto perché cedere davanti alle pressioni degli altri l’avrebbe fatta passare per una bugiarda e per una persona meschina che aiutava l’amica con i piani diabolici.
«Dunque? Neghi che sia vero e che quindi mi sia inventata tutto?» Haylee si rivolse a Larissa nel tentativo di smuovere la situazione, ma in cambio non ottenne risposta, se non uno sguardo confuso e colpevole che non convinse gli altri. «Dimmi che motivi avrei!»
«Per avere attenzione» rispose Olivia per metterla in difficoltà agli occhi del gruppo che, silenzioso, seguiva lo scambio per capire quali conclusioni trarre.
«Mi dispiace, non mi chiamo Olivia, io. Sono entrata per trovare l’amore, non uno sponsor». La rimbeccò Haylee, pronta a riportare l’attenzione sull’altra. «Ma torniamo su Larissa, la persona che può chiarire la situazione».
La diretta interessata non sapeva come comportarsi. Non aveva preventivato di finire al centro di un tale problema, né di diventare la chiave di lettura della sua ipotetica risoluzione.
«Beh, ecco…» Non sapeva cosa rispondere. Aveva paura della reazione di Olivia e temeva soprattutto i giudizi del gruppo, in particolare modo di delle persone con cui aveva legato di più.
«Racconta la verità. Insomma… Spiega la tua versione dei fatti». Liam tentò di convincerla a dire qualcosa, una qualsiasi cosa che avrebbe potuto fare chiarezza e l’avrebbe aiutata a tirarsi fuori dai guai. «Ti perdoneremmo. Capita a tutti di sbagliare».
Nick, davanti a tanta titubanza, si innervosì, così decise di intervenire per spronarla a parlare. «Ma se perseveri non avrai una seconda possibilità».
Forse era stato troppo duro, ma voleva davvero arrivare a capo della questione ed era sicuro di non essere il solo. Se Larissa avesse potuto aiutarli avrebbe dovuto farlo a ogni costo.
«È andata così?» Dakota, con cui Larissa aveva legato, le aveva messo una mano sulla spalla per indurla a fare qualcosa e per farle sentire che, nonostante tutto l’accaduto, non era sola.
Infine annuì arresa. A convincerla erano stati gli atteggiamenti dei compagni che sembravano pronti a darle un’altra chance se avesse ammesso la propria parte di colpa, e soprattutto il tono preoccupato di Liam. La paura di perderlo ebbe la meglio e la costrinse a confessare.
«Ma è mia amica, e ha detto che non avrebbe interferito con la nostra vincita. Doveva solo rimandare la scelta del match perfetto di Jared per agevolare lei».
«Perché l’hai fatto?» Liam, sconvolto, voleva capire le motivazioni dietro il gesto di Larissa, perché sapeva che per accettare un simile compromesso Olivia doveva aver lavorato bene sulle conseguenze in modo da non impensierirla troppo.
«Ho pensato che non ci fosse nulla di poi così osceno. Un po’ di strategia personale… è mia amica, non pensavo potesse ledere a qualcuno la cosa». Confermò Larissa davanti alle premure del ragazzo che le piaceva, e se ne rese conto proprio in quel momento.
«Tanto amica che spiattelli subito ai quattro venti la cosa pur di discolparti». La accusò Olivia con tono velenoso.
«Allora non neghi!» Drew alzò la voce, e da quel momento si scatenò il putiferio.
Un vociare irritato si alzò tanto da confondere ogni frase senza capire a chi fosse rivolta, anche se non era difficile da immaginare che la maggior parte delle recriminazioni fossero rivolte a Olivia.
«Tu con me hai chiuso» disse astioso Jared. «Tu e io, invece, dobbiamo parlare».
Olivia era una faccenda passata, per quanto trovasse in lei più punti in comune in quel momento rispetto a prima. Erano entrambi calcolatori, manipolatori e audaci, ma nemmeno Jared sarebbe arrivato a tanto. Era troppo pure per lui. A ferirlo, però, era stata Jade con il suo silenzio. Lei sapeva e non gli aveva detto nulla, e da un’amica non si aspettava un simile atteggiamento.
«L’ho fatto per noi. Lo sai anche tu che siamo più simili di quello che sembra… meritiamo il meglio!» Cercò di giustificarsi Olivia, alzando la voce per farsi sentire sopra il frastuono che lei stessa aveva generato.
Jared non le diede importanza, concentrato sul da farsi. Fu però bruscamente riportato alla realtà di quel campo di battaglia da Drew.
«Certo, qui scatta il putiferio e tu pensi a liquidarne una e a parlare con l’amica, ma i problemi li dobbiamo affrontare noi. Fai con comodo, mi pare giusto, tu sei un vip che può permettersi di usare le donne a proprio piacimento e poi abbandonarle come uno straccio usurato». Gli si era rivolto con un tono esasperato e cattivo che sovrastò le altre urla e fece fermare tutti, i quali smisero di questionare tra loro per seguire quel nuovo litigio, molto più interessante.
«Fino a prova contraria quello usato qui sono stato io». Si indicò prima di puntare il dito contro Olivia. «Da lei».
Ovvio, lui era la celebrità che vantava ex come Cameron Diaz e Scarlett Johansson e si aggirava per il mondo con a fianco modelle al limite della maggiore età. Peccato che la gente non si rendesse conto di quanto fosse uguale a loro, dato che si trovava li dentro allo stesso modo dei presenti. 
Anzi, a dire il vero invidiava le persone attorno a lui, in quel momento più che mai. Erano sul punto di compiere una scelta, erano sì timorosi di attuarla, ma abbastanza convinti della persona con cui buttarsi in quell’avventura, nonostante non avessero la conferma che quello fosse il match perfetto, anche se i vari tentativi falliti alle spalle li avevano condotti nella giusta direzione. Invece lui era rimasto di colpo senza certezze, ma nessuno sembrava essersene accorto. La ragazza in cui aveva risposto ogni sua aspettativa l’aveva usato e pugnalato alle spalle, l’altra donna – quella ideale sulla carta – aveva un qualcosa che non riusciva a convincerlo fino in fondo a causa della scarsa conoscenza, tanto che si era interessata anche a un altro e, infine, rimaneva con la propria amica, altra persona su cui aveva dei dubbi riguardo la sua sincerità. Non era nella posizione privilegiata in cui molti lo credevano, ma non avevano l’accortezza di notarlo, perché non erano problemi loro e vederlo come un semplice essere umano sembrava un’impresa titanica.
Drew, incurante dei pensieri di Jared e di ciò che gli aveva detto, continuò con la sua invettiva.
«Ma perché sei qui? Tutti i problemi nascono dalla tua presenza. Se non ci fossi tu tutto questo non sarebbe successo!» Si alzò dal divano, sempre più rabbioso. «Non hai nemmeno bisogno dei soldi! Cinquantamila dollari per te sono briciole, avresti potuto lasciare il posto a qualcuno che ne aveva davvero bisogno. L’unica persona senza scrupoli, qui, sei tu!»
Era da mesi che si teneva dentro quella rabbia repressa sviluppata nei suoi confronti, ma Drew non aveva mai digerito la sua presenza nel programma. Jared ai suoi occhi non aveva bisogno né di soldi né di tali mezzi per trovare una donna, se davvero l’avesse voluto.
C’era solo una cosa che non aveva considerato, ovvero il fatto che siccome era lì con loro, era proprio perché nel mondo che frequentava Jared non era facile trovare qualcuno interessato a lui per come era, e quell’episodio poteva esserne l’ennesima dimostrazione.
Il fatto che fosse circondato da donne belle non voleva dire che avessero qualcosa da dargli o che fosse facile trovare qualcuno da amare. Le cose a Hollywood non funzionavano così, affatto. Non era l’ambiente sfavillante formato da soli pregi che la gente comune riusciva a figurarsi, quella era la patina per chi guardava, la nebbia per distrarre i curiosi. Era un mondo formato da sottostrati che assomigliavano ai diversi gironi dell’inferno, e ognuno poteva solo scegliere di quale peccato macchiarsi.
«Beh, caro il mio professore che si permette di sputare sentenze senza sapere di cosa stia parlando… la vuoi sapere la verità? Eccola». Aveva esordito rabbioso allo stesso modo, Jared. Odiava esprimersi in quel modo e dover giocare a carte scoperte, ma era arrivato il momento di mettere le cose in chiaro, perché per quanto non fosse un esibizionista capriccioso non era nemmeno uno che si faceva mettere i piedi in testa dal primo presuntuoso che gli capitava a tiro. «I miei cinquantamila dollari vengono devoluti interamente in beneficienza, divisi tra associazioni per la cura per l’AIDS, i tumori, Haiti e il WWF».
Tutti temi per cui aveva speso del tempo, sia personale sia lavorativo, e sperava sempre di poter sensibilizzare altre persone a riguardo, soprattutto fuori dal programma.
Drew sbatté gli occhi, impreparato e stupito. Non si era aspettato una simile reazione, né pensava che Jared potesse farlo sentire così stupido con la sola verità dei fatti.
«Io non ne sapevo nul…»
«Già, sono stato troppo discreto per i tuoi gusti, vero? Non rientrano nell’idea della star pretenziosa che ti sei costruito. Non credevo di dover rivelare la cosa, né pensavo di dover ostentare le mie buone intenzioni. Quindi, qua dentro, sono forse l’unico che è entrato unicamente per cercare l’amore».
Jared aveva perso tutta la rabbia, ma era esausto per essersi esposto a quel modo.
Rimasero tutti di sasso davanti a quelle dichiarazioni, tanto che dopo la fine del discorso del cantante nessuno si azzardò a dire qualcosa, così fu Jared a concludere il proprio monologo.
«E se proprio vogliamo dirla tutta… la colpa di questo casino non è mia, del perché io sia ricco, famoso o di bell’aspetto, ma vostra» e, nel dirlo, indicò i vari ragazzi della casa senza accanirsi su qualcuno in particolare. «Perché se vi foste preoccupati meno della mia presenza e più di rendervi interessanti e piacere alle ragazze, queste ultime non avrebbero provato a incastrarmi in alcun modo».
Si avviò verso le scale nel silenzio generale, gli occhi di tutti puntati addosso.
«Detto ciò io saluto tutti e vado a dormire. Oppure ho bisogno della vostra approvazione anche per questo?»
Parlò con rabbia strascicata e orgoglio ferito, ma non si fece fermare da nessuno, né qualcuno si azzardò a mettersi contro di lui, aveva dimostrato di essere sempre stato il più limpido di tutti loro.


«Dove pensi di andare?» Jade si mise davanti alla rampa di scale e appoggiò una mano al muro per evitarle il passaggio.
Dopo che Jared se ne fu andato, in salotto scoppiò di nuovo il caos. C’erano ragazzi pronti ad accusare Olivia, altri Jared e altri a difendere entrambi, ma ciò che si percepiva era l’elettricità carica di rabbia di ogni presente pronto ad accanirsi su chiunque pur di difendere le proprie idee, e pure Jade non era da meno.
«Voglio parlare con lui, devo chiarire». Olivia tentò di mettere piede sul primo gradino, ma l’altra la fece indietreggiare senza spostarsi di un millimetro.
«Non mi sembri nella posizione per avanzare pretese». Jade aveva sibilato la frase tra i denti. Non avrebbe voluto essere minacciosa, ma di sicuro il risultato era assomigliato in modo pauroso a un’intimidazione, peccato che Olivia fosse pronta a tutto pur di cercare di sistemare la situazione, così mise da parte i timori e la sfidò al suo stesso gioco.
«E chi saresti tu per impedirmi la cosa?»
«Sono sua amica, una delle poche qui dentro. L’unica persona con cui ha detto chiaramente di voler parlare» rispose convinta facendo un passo indietro, una dimostrazione cristallina del fatto che lei sarebbe stata l’unica a salire le scale per raggiungere Jared. Jade a riguardo era irremovibile, ferma sulle sue posizioni e  così decisa da non vacillare nemmeno per un secondo durante quello scontro, cosa che in casa non le era mai successa. «Evita di renderti ulteriormente ridicola, mi sembra tu abbia già fatto abbastanza».
Gli altri aspettavano lo scontro sin da quando il piano di Olivia era venuto allo scoperto, ma mai avrebbero immaginato che potesse essere così fiera nell’incontrarla, al punto che Jade riuscisse a fare sentire l’altra piccola, indifesa e del tutto fuori posto, tanto che la videro fare marcia indietro con uno sguardo inceneritore e buttarsi in pasto agli altri coinquilini, pronti a parlare di cosa avrebbero dovuto fare con lei.
Jade, una volta sicura che Ols fosse innocua e non salisse le scale, intenta a intrattenersi con gli altri e a difendersi dalle loro accuse, percorse rapidamente la rampa e, con la solita grazia, raggiunse l’immensa camera da letto.
«Toc toc… si può?» Bussò sullo stipite per annunciarsi dato il passo leggero.
Jared era seduto sul proprio letto, rivolto verso la finestra con le spalle alla porta, un segno del suo voler essere lasciato in pace. Ecco perché Jade si era annunciata, il secondo motivo era che, per la prima volta, non avrebbe assecondato il volere di Jared.
«Vedo che in certe occasioni riesci a farti sentire in modo alquanto deciso» rispose lui girando appena la testa e accennando a quello che era appena successo di sotto con Olivia. Per quanto avessero cercato di controllare la situazione era sfuggita loro di mano, tanto che avevano urlato e permesso al cantante di ascoltare ogni frase.
Una frecciata riguardo al fatto che, quando voleva, Jade sapeva farsi sentire benissimo, quindi quell’omissione era voluta e non gradita dal diretto interessato, che si sentiva preso in giro e stupido come non mai. Un rimproverò che non le sfuggì.
«A proposito di questo…» Si passò l’indice sul contorno delle labbra per cercare un po’ di conforto, quel gesto riusciva sempre a tranquillizzarla, ma Jared frenò ogni buon proposito.
«Ho detto che dovevamo parlare, ma non ho detto quando. Né, soprattutto, ho accennato a ora». 
Non era dell’umore per sentire un’altra persona deluderlo e prenderlo in giro. Non era abituato e anche lui aveva bisogno di leccarsi le ferite.
«Jared…» Lo riprese lei con fare materno e dolce, quasi stesse per spiegare a un bambino che a breve avrebbe avuto un fratellino o una sorellina. Si sedette su letto di lui dandogli le spalle, nella speranza che non percepisse la cosa come una violazione della sua riservatezza e lo rendesse ancora più scontroso. «È proprio per questo che sono qui, ci tengo a dirtelo ora perché tu lo capisca il prima possibile e possa comprendere perché non ti ho detto nulla».
Fissava le spalle di lui per cercare una qualsiasi reazione, cosa che non arrivò, quindi continuò perché quel silenzio doveva essere la cosa più vicina a un permesso che Jared le potesse concedere per parlare.
«In primo luogo io non ho assistito personalmente alla cosa, me lo ha riferito Haylee, quindi non ho certezza di quello che è stato detto, non mi sembrava il caso di riportarti affermazioni di cui io stessa non ero sicura» cominciò accarezzando le increspature del lenzuolo che si formavano a causa del loro peso lì sopra.
«Poi, cosa molto importante, sei un uomo adulto e ti considero in grado di ponderare le tue scelte. Sei grande e vaccinato e ho fiducia in te. Mettermi tra te e Olivia su basi nemmeno certe mi sembrava una mancanza di rispetto verso di te e la tua intelligenza. Inoltre ho pensato che la cosa potesse infastidirti. A me una simile intromissione avrebbe infastidito. Sentirsi dire che si sta sbagliando con una persona a cui si è interessati non è mai bello».
Jade aveva continuato con più sicurezza, convinta dal rilassamento delle spalle di lui e dal riflesso che poteva scorgere nel vetro della finestra, nel quale lo aveva visto sgranare gli occhi, colpito.
E Jared, colpito, lo era davvero.
Era la prima volta che una donna lo considerava in grado di prendere decisioni assennate e gli diceva di avere fiducia in lui e nelle sue scelte, per Jared era una cosa importantissima. Un simile atto di fede l’aveva vissuto solo con poche persone, e l’unica donna a dimostrare davvero di dare peso a quelle parole era stata Cameron, la persona che aveva cambiato per sempre il suo modo di percepire l’amore e ogni relazione che lo coinvolgeva.
Jade, spinta dal suo silenzio, si decise a concludere il discorso esternando le ultime motivazioni che le erano rimaste.
«Infine, ma è stata la cosa fondamentale che mi ha fermata, ho pensato a cosa vuoi, Jared. Tu volevi Olivia e vuoi scegliere. Tu con lei avevi deciso di darti una possibilità, non volevo togliertela né sembrare l’amica gelosa che voleva decidere al posto tuo. Tu vuoi scegliere, ho voluto permettertelo». Il cantante si girò contrariato per quell’ultima affermazione, ma Jade non gli diede modo di aprir bocca, sentendo il bisogno di precisare il concetto. «Non pensare a un discorso presuntuoso, ho solo voluto tutelare la tua libertà di azione».
Jared si girò a guardarla in modo indecifrabile, spostando tutto il peso sul letto e incrociando le gambe sopra esso, come era abituato a fare negli hotel di tutto il mondo quando era in fase creativa e si ritrovava con mille spartiti sparsi sulle lenzuola e una chitarra tra le braccia. Di solito in quei momenti si sentiva stranito da ciò che gli passava per la testa, sopraffatto da ciò che la musica – ancora in uno stato embrionale – gli faceva provare. Era la prima volta che si sentiva così con una donna, e ne era spaventato.
Senza alcun controllo o alcuna via di fuga per una situazione che per la prima volta gli sembrava più grande di lui.
Jade, davanti a quel muro di indecifrabile silenzio, decise di non aggiungere altro per provare a convincerlo a perdonarla. «Forse è il caso che ti lasci dormire e torni di sotto. Ho paura che gli altri possano legare Olivia a un albero e la lascino lì a sopravvivere di stenti fino alla puntata di domenica prossima».
Per quanto Olivia si fosse comportata male non era giusto che venisse presa di mira dal gruppo e lapidata per le proprie colpe, faceva comunque parte del gioco e tra di loro c’era la sua anima gemella. E, a malincuore, sapeva che Jared non era da escludere.
«No, aspetta». La fermò prima che potesse alzarsi. 
Al diavolo Olivia. Lei non era stata clemente con lui e lui non aveva intenzione di esserlo con lei. L’importante in quel momento era Jade.
Si sentiva uno stronzo. Era giunto alle conclusioni sbagliate solo perché aveva pensato a sé, mentre Jade, con le migliori intenzioni, aveva pensato prima al suo bene piuttosto che a tutelare se stessa sapendo di essere in una posizione scomoda.
Era una persona preziosa, e per quanto si sentisse fortunato ad averla al proprio fianco, si sentiva anche in colpa per non aver visto appieno il suo valore.
«Rimani, mi fa piacere». Si sentiva sciocco e stucchevole, ma era arrivato il momento anche per lui di rendersi ridicolo. E farlo per Jade gli sembrava una buona occasione, ne valeva la pena. «Scusa, sono stato frettoloso nel giudicare la tua scelta, non ho preso in considerazione le implicazioni che la cosa avrebbe potuto avere. Mi sono sentito ferito al momento, ora mi sento stupido».
Jade si morse un labbro per evitare di ridere e urtare la sua sensibilità, ma in quel momento Jared sembrava davvero un bambino e il fatto suscitava una grande tenerezza. Evitò di dirglielo perché era convinta che una simile cosa non gliel’avrebbe mai perdonata.
«L’avrebbe fatto chiunque al tuo posto, non preoccuparti. Penso sia normale». Lo rassicurò lei con un sorriso sereno per dimostrargli che non era risentita delle sue accuse precedenti. «È questo il motivo che mi ha spinta a parlarti subito e a ogni costo».
Jared le scompigliò i capelli con affetto, grato che qualcuno avesse deciso di rendere Jade l’anima gemella di uno dei ragazzi in casa e l’avesse messa sul suo cammino.
«Sono felice che tu abbia insistito» disse all’amica mentre si stendeva a letto con lei ancora seduta sul bordo. «E ho capito di essere fortunato ad avere accanto una persona come te».
Si sistemò sul cuscino scostando i capelli lunghi e guardandola con ammirazione e interesse, quasi l’avesse vista per la prima volta sotto una luce diversa.
«Buonanotte Jared, vedrai che domani questa sensazione sarà passata». Lo prese in giro accarezzandogli i capelli e spostandoli dietro il suo orecchio. «Tornerò a essere la solita Jade ai tuoi occhi, non ti preoccupare».
Era rassicurante per lei credere una cosa simile, soprattutto perché tutto sarebbe stato più facile per entrambi.
Gli diede un bacio sulla fronte e tornò di sotto senza dargli il tempo di replicare o fare qualcosa di cui poi si sarebbe pentito.
Jared si ritrovò a sospirare da solo, con il dubbio che per la prima volta in vita sua non c’era una preda da cacciare, ma un suo pari a cui accompagnarsi.


Un paio di giorni dopo la situazione si era ridimensionata: i ragazzi avevano capito che Olivia era comunque parte del gruppo e del programma come tutti loro, dato che era l’anima gemella di qualcuno, però potevano escluderla dai rapporti e dalle dinamiche che li coinvolgevano, e così fecero, riducendo all’osso ogni contatto con lei.
La cosa aveva intenerito Drew che, solo a causa della mancanza di Daisy nella casa e del fatto che adducesse il comportamento di Ols alla presenza di Jared, aveva iniziato a farle compagnia, conscio che lo scontro avuto con il cantante – e le conseguenti rivelazioni di quell’ultimo – l’avevano allontanato dal gruppo tanto quanto Olivia.
In quei giorni alcune coppie, tramite calcoli, confronti tra le varie puntate, osservazioni e un progressivo conoscersi, erano giunte alla conclusione abbastanza certa di essere match perfetti.
Non ne avevano la sicurezza, ma erano convinti di essere sulla strada giusta, come se i pezzi a loro disposizione avessero iniziato a combaciare a meraviglia.
Mark aveva abbandonato il proprio interesse verso Larissa per conoscere meglio Taylor, l’altra aveva dichiarato il suo coinvolgimento convinto per Liam e, infine, Simon e Dakota avevano compreso di essere anime affini. Ne capirono il motivo dopo la rispettiva conoscenza, ma avevano percepito che tra loro non avrebbe potuto esserci altro se non un’ottima amicizia che si accentuava durante le sfide con un gioco di squadra che li vedeva davvero affiatati.
C’erano ancora persone ben lontane dall’avere le idee chiare nonostante fossero a due settimane e mezzo dalla fine del gioco, e se Scott e Leighton erano indecisi tra due persone interessanti, Jade e Jared erano abbastanza convinti di chi fossero le loro anime gemelle, anche se a volte percepivano la scelta come forzata, quasi sfuggisse loro qualcosa.
Inoltre c’era il discorso Olivia, che al momento era la variabile impazzita per molte coppie, perché se Scott era sicuro di non essere il suo match, lo stesso non poteva dire Jared, anche se a riguardo aveva ormai le idee chiare.
Il gruppo aveva capito che trovare l’anima gemella di Ols era la loro priorità affinché lei si mettesse il cuore in pace riguardo Jared e perché loro riuscissero a tornare tranquilli senza avere la sensazione di essere in presenza di qualcuno pronto a tramare alle loro spalle.
Era percepita come una minaccia, e l’unico modo per neutralizzarla era trovare la sua metà, e tutti in quel gioco erano sacrificabili.
Jared sembrava aver raggiunto una nuova complicità con Leighton, più tranquillo e a suo agio quando lei era nei paraggi, e i momenti che di solito dedicava a Olivia era diviso tra lei e Jade, con il quale passava sempre più tempo nel loro piccolo angolo di normalità al riparo da sguardi indiscreti.
Ed era stato così anche quella volta. Uno dei due si era grattato l’occhio con l’indice e si erano ritrovati seduti sotto l’ombra di un albero a parlare per un tempo indefinito. Anche la troupe delle riprese aveva perso le speranze con i propri richiami e non aveva ottenuto risultati quando aveva provato a cercarli, Jade aveva trovato un posto in cui non erano facilmente rintracciabili e si divertivano a spese della crew quando li cercavano e se ne andavano poi con un nulla di fatto, nonostante fossero vicini.
Era una giornata come tante quella, in cui qualcuno stava usando la griglia per cuocere la carne mentre Taylor pensava a piatti vegani per Jared e gli altri si rilassavano in piscina, con gli ultimi rimasti che si dedicavano alla palestra per non perdere la tonicità acquisita prima di entrare nel programma.
Jade irruppe dalla vegetazione attorno alla casa con fare deciso, convinta a dirigersi verso la casa.
Era pallida e lo sguardo era allucinato. Continuava a passarsi le dita come suo solito sul contorno delle labbra nel tentativo di calmarsi. Chi si era soffermato a guardarla aveva trovato il suo atteggiamento strano, ma quel concetto non riusciva più ad assumere il significato canonico se associato a Jade.
Passò accanto a Haylee, vicina alla griglia dove Dylan stava controllando la cottura della carne, senza davvero accorgersene.
«Non ci posso credere…» Mormorò tra sé con fare poco convinto. Aveva rallentato il passo, ma non aveva smesso di camminare, né tantomeno aveva prestato attenzione alla domanda di Haylee se si sentisse bene o meno.
Sembrava incredula e un po’ sconvolta, ma niente che non potesse essere risolto con un po’ di pace, cosa che la casa in quel giorno offriva. 
Haylee e Dylan si scambiarono uno sguardo stranito che però non conteneva preoccupazione, si dissero che probabilmente aveva incontrato qualche animale nel tornare dalla piccola giungla lì attorno e non gli diedero peso.
Poco dopo videro spuntare Jared dalla stessa direzione in cui era sbucata Jade. Sembrava distratto e meditabondo. Continuava a muovere le labbra come se stesse parlando tra sé, ma non riuscivano a capire cosa stesse dicendo.
Jared, dal canto suo, si chiedeva come potesse essere successo e quando tutto quello gli fosse sfuggito di mano. Era confuso e glielo si poteva leggere in faccia, non credeva di poter aver commesso un simile errore di valutazione e di essersi sbagliato, non era da lui. Riteneva inammissibile dimostrarsi fallibile e detestava doversi ricredere, lo rendeva umano e detestava la sensazione che la cosa gli conferiva.
Come in quel momento.
Eppure Jared era segretamente felice. Aveva dimenticato da troppo tempo la sensazione di leggerezza data dall’avere qualcuno con cui condividere il peso di quello che lui era senza farglielo nemmeno notare. Si sentiva di poter essere se stesso senza essere giudicato eccessivo.
Si sentiva bene. Ed era merito di Jade.
«Impossibile». Lo videro i due mormorare tra sé. «Non riesco a capire come possa essere successo».
Sembrò loro di vederlo articolare prima di averlo nei paraggi.
«Jared, stai bene?»
Si fermò e parve risvegliarsi dai propri pensieri. Sbatté le palpebre e li fissò confuso un attimo, poi sorrise più padrone di se stesso, anche se sembrava una sicurezza forzata.
«Sì, io… sto cercando qualcuno. Ah ecco» disse adocchiando la persona di suo interesse. «Scusate, con permesso».
Non aspettò risposta, li sorpassò e si diresse verso il ragazzo.
«Scott» esordì per farlo girare. «Ti va se riprendiamo la discussione di settimana scorsa?»
Mai come in quel momento Jared sentiva il bisogno di conoscere la verità a riguardo, la cosa si dimostrava fondamentale dopo i recenti sviluppi di cui non riusciva a capacitarsi.
«Ehm… certo». Si girò per vedere se il cantante si era accorto della presenza di Leighton nei paraggi, era da un po’ che si scambiavano qualche bacio innocente e aveva paura della reazione di Jared se l’avesse scoperto, ma non sembrava arrabbiato o pronto ad aggredirlo, quindi si tolse l’espressione colpevole dalla faccia e gli sorrise più rilassato, pronto per ascoltare ciò che Jared aveva da dirgli.
L’altro lo guidò in un posto tranquillo della casa, ben lontano dal terrazzino della camera dove Jade avrebbe potuto rifugiarsi. Voleva evitare che qualcuno li interrompesse anche quella volta e decise di sedersi vicino all’ingresso, dove aveva affrontato la discussione incriminata di cui voleva conoscere la verità.
Non poteva più aspettare, doveva sapere, specialmente dopo quella giornata.
Forse non era corretto ricorrere a Scott, ma era l’unico che gli avrebbe garantito la verità senza tentare di spiegare le ragioni del proprio gesto, come aveva fatto Jade giusto un paio di giorni prima riguardo la scelta di tacere la storia di Olivia. Aveva capito le sue decisioni e le aveva apprezzate, ma non c’era molto da giustificare se avesse scoperto che aveva cambiato risposta, quindi voleva sapere quello che cercava da qualcuno esterno alla vicenda e che non gli avrebbe posto domande a riguardo, né avrebbe tentato di portare acqua al proprio mulino.
Era troppo confuso riguardo Jade e in quel momento aveva soltanto bisogno di più chiarezza possibile, e aveva deciso di prendersela in qualunque modo.
Stava iniziando a cedere e ad aprire gli occhi, e non voleva rimanere di nuovo scottato da una scintilla di speranza che gli sembrava di scorgere in una persona, era stufo di osservare le cicatrici che ogni passaggio nella sua vita lasciava.
«Di cosa volevi parlarmi?» Scott, curioso di sapere cosa Jared potesse volere da lui, aveva deciso di mostrarsi intraprendente e dare il via a quel dialogo.
«Prima di iniziare devo porti due condizioni imprescindibili: discrezione e sincerità. Sei l’unica persona che può chiarirmi un dubbio e, per quanto mi dispiaccia non chiedere alla diretta interessata, preferisco affidarmi a te e alla tua imparzialità».
Jared era stato deciso ma non rude, mettendo Scott a proprio agio nonostante quel riferimento femminile non gli facesse presagire nulla di buono. Ancora una volta la mente corse a Leighton e si mise sulla difensiva, perché non era pronto ad affrontare l’argomento con lui, né tantomeno a lasciargli campo libero.
Sospirò sconfitto, perché si era appena ripromesso di essere sincero, e quindi la conversazione avrebbe potuto prendere una piega tutt’altro che pacifica, ma era pronto ad assumersi le proprie responsabilità e a dire le cose come stavano per lui.
«Ok, per me non c’è problema». Si rilassò sul divano accanto a quello di Jared, aveva preferito sedersi in modo da osservarlo in faccia, non voleva fuggire da un contatto diretto, soprattutto visivo. «Di cosa si tratta?»
«Ho parlato con l’ex di Jade settimana scorsa…» Jared non sapeva da dove partire, così decise di affrontare l’argomento dall’inizio e con la dovuta calma, non voleva essere travisato.
«Quel tizio? Ma è un decerebrato!»
Jared rise divertito.
«Non posso che darti ragione». L’espressione di Scott l’aveva divertito e gli aveva fatto piacere sapere che per un momento potevano essere dalla stessa parte, sperava di trovare in lui la collaborazione che andava cercando. «Però mi ha detto una cosa, e devo scoprire se è vera. Tu, in tutto questo, sei l’unico che può aiutarmi».
Gli diede il tempo di assorbire la richiesta e attese una sua reazione, che non tardò ad arrivare. 
«Spara, lo faccio volentieri».
Sapere che l’argomento era Jade non era facile, ma forse era un terreno più neutro rispetto a Leighton, soprattutto per lui. Era quella convinzione a spingere Scott a essere collaborativo e affabile.
«So che più di un paio di settimane fa tu e Jade avete affrontato una discussione delicata… un discorso che poi ha affrontato con me».
Non si stupì di quella confessione, lei e Jared erano amici, era normale che si confrontassero su questioni che discutevano con altri. Anzi, era felice che Jade gli avesse riservato una sorta di priorità, quasi fosse stata più curiosa di conoscere il suo parere e non quello dell’amico.
«Ah sì, e quale?» Era interessato.
«Quello in cui si parlava di cosa si voleva da una relazione».
Scott alzò un sopracciglio, stupito. Ok, doveva ammettere che l’idea che si era fatto poco prima era sbagliata, perché era stato lui stesso a sollevare la questione, ma Jade l’aveva trovata così interessante da volerla affrontare con qualcun altro, e la cosa doveva tornare a suo favore, perché probabilmente lei lo considerava un tipo con un cervello e la cosa lo lusingava molto.
«Certo, ricordo» sorrise al pensiero, parlare con Jade era sempre piacevole e naturale. «Cosa vorresti sapere?»
Jared si prese del tempo per pensare a cosa dire e come dirlo, non voleva dilungarsi troppo o rivelare più di quanto fosse necessario. Inoltre l’idea di ricorrere a Scott non gli piaceva per nulla, ma sapeva che era l’unico modo per arrivare dove voleva.
Era un uomo, quindi avrebbe risposto come si aspettava: senza fronzoli e rispondendo soltanto alla sua domanda.
Si stava odiando, ma sentiva il bisogno viscerale di conoscere la verità su Jade, quel giorno più degli altri. Non poteva commettere altri errori di valutazione, non poteva lasciarsi andare con la persona sbagliata, di nuovo.
«Beh… Travis mi ha detto che a te ha risposto in un modo, a me in un altro. Vorrei capire se è vero e, in caso, comprendere il perché di un simile cambiamento».
Stava arrivando al punto della questione con timore e pieno di sensi di colpa, e non era da lui. Jade, con i suoi modi di fare, gli stava incasinando la vita.
«Perché non chiederlo a Jade?» Scott aveva ragione e, anche se gli aveva spiegato il perché poco prima, sapeva che quella domanda era naturale, quindi Jared non se la prese, anzi rispose con sincerità e una calma che non pensava di avere in un momento smile.
«Perché lei, se fosse vero ciò che Travis mi ha riportato, mi avrebbe già mentito una volta, e non è detto che sarebbe disposta a rivelarmi la verità, inoltre tenterebbe di giustificare la propria scelta, ma al momento ho solo bisogno di conoscere la risposta» disse risoluto ma pacato. «Al resto ci penserò dopo».
Scott non riusciva a capire tutta quella pressione per una risposta, ma era sicuro che se Jared voleva sapere quella cosa c’era un motivo importante a riguardo, era felice di poterlo aiutare.
«Ok, come vuoi» espirò pronto ad arrivare al punto. «Dimmi quello che vuoi sapere e te lo dirò»
«Come ha risposto a quella domanda?»
Il tatuatore non ci pensò molto tempo, ricordava la risposta di Jade come se fosse successo ieri. Aveva adorato il suo modo di aprirsi con lui, il suo raccontarsi così spontaneo e sentito, non poteva dimenticare una sola parola, non sarebbe stato corretto. Gli piaceva Jade e gli piaceva ascoltarla, era interessante e mai banale.
«Ha detto che vuole essere scelta, perché con i suoi ex non è mai successo. Non vuole essere la priorità, ma vuole essere scelta ed essere considerata importante al pari delle altre cose fondamentali per la persona che la ama. Desidera che una persona abbia il coraggio di sceglierla e la accetti per come è, compresi i difetti. Soprattutto quelli».
Gli era dispiaciuto rivelare quei dettagli, ma sentiva che Jared ne aveva davvero bisogno, e la sua faccia non smentiva l’urgenza che aveva dimostrato fino a quel momento. Aveva optato per una sintesi chiara e ridotta, giusto per non tradire ogni particolare che Jade gli aveva rivelato.
«Capisco». Sorrise debolmente il cantante. «Grazie».
Lo aveva ringraziato per averlo annientato.
No, lo aveva ringraziato per avergli detto la verità e aver rispettato la promessa di essere sincero.
Era stata Jade a mentirgli.
Non solo, aveva omesso una risposta così… complementare alla sua.
C’era qualcosa di spaventoso nelle risposte. 
Aveva capito da poco di poter lasciarsi andare a quella sensazione familiare che solo lei gli trasmetteva, che aveva paura ma che provarla era normale, e tutto se ne era andato nel giro di poco tempo.
Jade sapeva ma non aveva rischiato, così gli aveva mentito. Jade non lo considerava molto importante, o comunque pensava di poterlo prendere in giro.
Aveva preso le sue parti con Olivia, ma lei l’aveva pugnalato allo stesso modo. Anzi, era stato peggio, perché di Jade si fidava ciecamente.
«A te cosa ha detto?» Scott era curioso di capire perché Jared si fosse irrigidito tanto.
«Che voleva essere amata».
L’altro strabuzzò gli occhi, colto di sorpresa.
«È stata la risposta che le ho dato io». Jade aveva attinto parecchio alla loro conversazione, e Scott ne fu lusingato, anche se non riusciva a capire il perché di quel gesto. «Non ha giustificato la cosa?»
«No, sembrava che pure quella semplice risposta fosse di troppo». Ora capiva il perché. Non era una risposta sua. Era stato il senso di colpa a impedirle di continuare.
Jared si domandò come avesse potuto anche solo iniziare a dire una cosa simile.
Lui, doveva ammetterlo, era stato stupido. Non era una risposta da Jade quella, non senza un’argomentazione valida, ma lui si era accontentato, come aveva sempre fatto con lei. Sbagliando.
«Magari aveva paura del tuo giudizio, o di esporsi troppo con te». Scott lo consolò perché gli sembrava che Jared ne avesse bisogno, inoltre sapere che Jade aveva mentito al suo più grande amico lì dentro lo fece sentire potente, come se avesse avuto un vantaggio su Jared che prima non pensava di avere.
«Posso andare ora? Avevo promesso a Dylan di aiutarlo con il pranzo». Gli dispiaceva farlo attendere oltre, si era preso le proprie responsabilità e non voleva passare per lo scansafatiche di turno, non era da lui.
«Certo, certo. Anzi scusa se ti ho trattenuto e grazie» rispose Jared, sempre più assorto nei suoi pensieri.
Scott si alzò e si fecero un cenno di intesa per dire che tra loro era tutto ok.
«Mi raccomando Scott, non dirle nulla».
L’interessato annuì sollevato e se ne andò.
Ma quello che non aveva nulla da dire, a riguardo, era proprio Jared.
Si sentiva tradito, vuoto.
Come se avesse appena perso qualcosa di importante, o come se si fosse accorto che la cosa che considerava di inestimabile valore l’avesse perso tutto, rivelandosi un falso.


Aveva mangiato poco e male, era stato taciturno e quando Jade l’aveva guardato e gli aveva rivolto il sorriso più estasiato che riuscisse a fare, Jared si era sentito preso in giro e arrabbiato.
Le loro risposte combaciavano come se fossero state studiate a tavolino, e ogni motivazione per quel cambio in corsa era assurdo ai suoi occhi.
C’era la soluzione che Jade avesse cambiato per paura di una sua reazione, ma non ne vedeva il senso, dato che di carattere e coraggio ne aveva da vendere, quindi doveva pensare che Jared non ne valesse la pena, oppure c’era l’idea che per lei non avesse importato poi molto e volesse minimizzare la questione. In entrambi i casi usciva un quadro poco lusinghiero del loro rapporto, tanto che Jared non riusciva a spiegarsi il comportamento di quella mattina, né tutta la gioia che sprizzava in quel momento.
Jade era riuscita a confonderlo sia per le cose che faceva, sia per quelle che non diceva. E la poca chiarezza non portava mai a cose buone.
In pochi giorni i punti fermi che aveva nella casa erano crollati come castelli di sabbia sul bagnasciuga, travolti da un’onda di misere dimensioni, e l’unica certezza che aveva era quella di essere rimasto solo, tradito da una delle persone da cui non pensava di subire un simile trattamento.
Furono chiamati per la prova e Jared decise di improvvisare, dato che di solito gli usciva bene. Pensava che Jade avesse bisogno di capire come ci si sentisse a essere traditi, perché vedeva quanto smaniava per essere scelta per la prova, lo poteva sentire dall’elettricità che emanava il suo corpo.
Invece per la sfida scelse Leighton, provocando nell’amica uno sguardo spaesato mentre Scott la raggiungeva e la abbracciava per tranquillizzarla, il tremito del suo corpo sembrava aver bisogno di una presa salda per smettere di agitarla.
Jared avrebbe scelto Leighton a prescindere dalla scoperta, ma era la motivazione a essere diversa: prima sarebbe stata una scelta dettata dalla paura e dal bisogno di prendere del tempo per pensare a come agire, perché negli ultimi tempi Jade l’aveva portato a porsi delle domande riguardo lei e il loro rapporto, in quel momento la scelta invece era dettata dalla rabbia e dalla voglia di far male.
Le ragazze si misero su delle piattaforme fissate nella sabbia sotto l’acqua leggermente increspata mentre i ragazzi dovevano costruire delle zattere per salvarle, ognuno andando dalla ragazza che si era scelto. Ryan continuò a spiegare che i tre ragazzi più veloci avrebbero conquistato la fuga d’amore per vincere l’opportunità di entrare nella cabina della verità.
Poco dopo diede il via e scoppiò l’inferno.
I ragazzi corsero alle assi che dovevano assemblare mentre le ragazze, placide, dovevano aspettare di essere raggiunte dalla propria metà, essere tratte in salvo sulla zattera che avevano costruito e tornare a riva sani e salvi.
Ma Jade, al posto di controllare i progressi di Scott, osservava ferita la solerzia con cui Jared assemblava i pezzi, una frenesia rabbiosa che la spaventava a morte e la feriva. Tutta quella voglia di correre da Leighton la straziava, perché mai aveva visto Jared prodigarsi per lei in quel modo, ed era convinta che dopo quella giornata fosse giunto il suo turno, ma ogni movimento le ricordava che, ancora una volta, si era illusa.
E quella volta faceva davvero male, perché ci aveva creduto davvero a quello spiraglio di cambiamento tra loro.
La prova non era risultata difficile e vinsero Nick e Mia, Jared e Leighton e, infine, Simon e Dakota.
«Vi siete meritati un giro in kayak lungo i ruscelli della riserva naturale e un pranzo molto romantico in riva al fiume… godetevi la giornata!» Li salutò Ryan, sorpreso dai risvolti di quella prova, dando loro appuntamento a sabato sera per la cabina della verità.
Le ore tra mercoledì pomeriggio e il venerdì mattina trascorsero in un limbo indefinito per Jade e Jared.
Il cantante sembrava essersi dimenticato dell’assenza dell’amica per dedicarsi totalmente a Leigh, non perdendo la minima occasione per dire di essere felice che il percorso in casa l’avesse portato fino a lei e che era felice di uscire con una simile ragazza perché si sentiva onorato.
Jade, osservando la sincerità con cui esternava quei pensieri, si sentiva morire dentro ogni volta, perché fino a due giorni prima era lei la persona che fissava a quel modo – con naturalezza e fiducia – e vedere che Jared si era allontanato di colpo a una distanza siderale la feriva a morte, uno squarcio che a ogni sguardo complice tra i due si allargava e sanguinava sempre più.
Tra loro la questione era irrisolta e non capiva l’indifferenza di Jared. Era convinta che dopo la prova avrebbero parlato, quantomeno chiarito le rispettive posizioni, invece aveva smesso di calcolare la sua esistenza.
Puff, sparita.
Era tornata la Jade della prima settimana, quella che lui non aveva nemmeno visto, figurarsi notato.
Aveva più volte fregato l’occhio con l’indice sinistro per chiedere uno dei loro incontri senza telecamere intorno, pur sapendo quanto la cosa potesse essere rischiosa, ma Jared sembrava non aver mai intercettato il segnale. Sembrava, perché entrambi sapevano che la verità era un’altra, e che Jared ignorava o evitava volutamente di cogliere il gesto di intesa stabilito.
Jade si ritrovava a passare il tempo con Haylee, Dylan e Scott, ma la rabbia e l’insoddisfazione sembravano cresce a dismisura ogni volta in cui Jared sfiorava Leighton.
Era gelosa. Erano belli insieme, e a vederli dall’esterno si domandava se anche loro due durante quelle settimane fossero apparsi così: spensierati, complici e sereni, quasi fossero stati all’interno di una pubblicità patinata di qualche brand di lusso.
Si sentiva Olivia e il solo pensiero le faceva venire la nausea.
Gli abbracci di Scott, i baci fin troppo casti sulle guance che non oltrepassavano confini passionali per via della ritrosia di Jade, erano un blando palliativo per la ferita di lei, non riuscivano a farle dimenticare che Leighton era tra loro tanto quanto si era intromessa tra lei e Jared. Odiava vederla come una specie di nemica, perché quando non c’erano ragazzi di mezzo andavano d’amore e d’accordo.
Si sentiva cattiva e non era da lei.
Tirò un sospiro di sollievo quando li vide uscire per la fuga d’amore, ma la sensazione positiva durò poco. Si accorse che Jared non solo non l’aveva salutata, ma non l’aveva cercata, quasi lei non fosse esistita.
La tristezza lasciò il posto alla rabbia, che aumentò tutta la giornata.
Non sapere perché veniva punita la irritava nel profondo, detestava che Jared sapesse ferire così bene e, soprattutto, che sapesse ferire lei – conoscendo quali punti toccare – con tanta facilità e precisione.
Voleva meritarselo quell’odio, voleva leggergliela in faccia la rabbia, non voleva un sorriso vuoto che tentasse di blandire la sua irrequietezza per farla navigare nell’indecisione.
Era stufa di aspettare che Jared aprisse gli occhi e si accorgesse di tutto quello che lei era, perché era molto più di una echelon. Era stanca di rispettare le sue volontà quando lui non rispettava lei e la sua amicizia, quindi se avesse voluto odiarla, Jade gli avrebbe dato un motivo per farlo. O uno per sputare la verità.
Trovò la persona che stava cercando ed era piena di determinazione, rabbia e lacrime.
«Prendi le forbici» disse a Haylee.
«E perché?» Era così intenta ad accarezzare il volto a Dylan che non diede peso a ciò che Jade le stava dicendo, o al modo in cui lo pronunciò.
«Perché hai vinto, mi tagli i capelli».
Vide l’amica far scattare la testa verso l’alto, di colpo interessata e, senza aspettarla, si diresse verso il bagno.
Era da mesi che Haylee si era offerta di mettere mano a quella chioma ormai senza forma che Jade si ostinava a portare in testa sempre allo stesso modo, ma la diretta interessata si era mostrata restia, dicendo che le piacevano i suoi capelli.
Haylee aveva sempre notato il rossore che le colorava le lentiggini, ma non aveva mai capito a cosa fosse legato.
«Come li vorresti?» Esordì entrando in bagno e trovandola seduta sulla tazza del gabinetto come se fosse pronta per la crocifissione. «Ma sei sicura?»
Jade, stravolta e spossata, annuì con gli occhi lucidi e poi spiegò cosa l’amica doveva fare.
Haylee iniziò a tagliare e Jade a piangere, ma la parrucchiera capì che le lacrime non erano legate al taglio, ne aveva viste troppe di quelle per non riconoscerle.
Quello era il pianto di un cuore spezzato, il famoso cambio di aspetto che una donna legava alla perdita di un uomo.
«Vuoi parlarne?»
Jade scosse la testa tra i singhiozzi delicati che quasi non emetteva. Era una scena silenziosa e triste che tolse anche a Haylee la gioia di poter fare quello che più le piaceva.
«Continua a tagliare».
Non un ordine, ma la disperata richiesta di aiuto di un’amica per lasciarsi alle spalle il motivo di quelle lacrime.
Un motivo che di lì a poco, lo sapevano entrambe, sarebbe rientrato in casa.


Jared non era riuscito a dimenticarsi di Jade, ma aveva passato una bellissima giornata e Leighton gli piaceva davvero, era seriamente felice di aver trascorso con lei quei momenti. Aveva però deciso di affrontare Jade, perché come lei meritava risposte, lui voleva spiegazioni a riguardo.
Non era disposto a lasciar correre e a lasciare qualcosa di sospeso tra loro, doveva mettere un punto alla questione.
Si era armato delle migliori intenzioni, tanto che chiamò a gran voce Jade, rigenerato da quel giorno passato fuori dalla casa. 
Salì di corsa le scale e, una volta arrivato nei pressi della camera, Jade uscì da essa mentre con l’indice e il medio si torturava il contorno del labbro inferiore, ormai arrossato, il tutto accompagnato dallo sguardo colpevole per ciò che aveva fatto.
Si era presentata a lui indifesa e insicura, proprio come quando aveva scoperto in lei una echelon colta in flagrante.
Era diversa, così tanto che Jared strizzò gli occhi per carpire ogni particolare.
Non era Jade, non di sicuro la sua Jade.
Aveva i capelli che arrivavano a sfiorare le clavicole, ma dietro erano un po’ più corti. La riga non era più al centro ma spostata a destra, formando così un ciuffo che le riempiva il viso tondo, i capelli erano mossi al posto di essere lisci e le punte dai riflessi biondi erano completamente sparite.
Stava bene, ma non era lei. Non c’era più traccia di quel legame che Jared vedeva in quella sua caratteristica.
Studiò ogni piccolo particolare e, dopo aver osservato l’insieme, qualcosa si spezzò.
In lui, in lei… in loro.
Non c’era più quel collante a tenerli insieme, quel qualcosa a legarli, la particolarità che li univa.
Jade aveva dimostrato a Jared di avere il coraggio che secondo lui le era mancato nel momento in cui aveva bisogno che lei lo dimostrasse, e che a quel che c’era stato tra loro era stato dato un taglio netto.
Sparito.
Come loro.
Come la mattina di due giorni prima.
Come otto settimane buttate al vento con una leggerezza immane.
Come un solo errore di valutazione che aveva viziato tutto.
E Jade, con quel gesto, aveva dimostrato di poterlo ferire e di volerlo fare volontariamente, perché Jared, in quel frangente, si sentiva tradito da lei ancora una volta. Quella sensazione sgradevole che aveva provato fin troppe volte in quei giorni.
Jade aveva infranto la promessa fatta a Jared quasi non fosse stata importante.
Era arrivato lì con l’intenzione di chiarire con pacatezza la questione del discorso di qualche settimana prima, perché gli premeva, ma adesso era così arrabbiato che non aveva la minima intenzione di risolvere la questione, voleva solo vomitarle addosso tutto il proprio risentimento, e l’avrebbe fatto senza darle una minima motivazione a riguardo.
Non se la meritava, non dopo l’ennesimo tradimento gratuito nei suoi confronti.
«Cosa hai fatto?» Si era avvicinato per toccarli. Erano gli stessi capelli morbidi in cui aveva affondato le dita tante volte, in cui aveva trovato svago e ristoro, un punto di contatto tra due persone opposte ma terribilmente simili, unite nella loro strana solitudine, eppure ora finivano prima, come se non avessero mai testimoniato a ciò che fino a poco prima era stato creato e poi distrutto, quasi tutto quello non fosse avvenuto davvero. Erano la prova che qualcosa c’era stato, ma ora non c’era più.
«Li ho tagliati, ma non sono affari tuoi». Jade avrebbe voluto essere più dura, ma aveva ancora la voce corrotta dal pianto, il nodo alla gola era l’unica cosa a cui Haylee non era riuscita a dare un taglio.
«Ma, i capelli…» Li aveva lasciati andare all’improvviso come se si fosse scottato, e lo sguardo azzurro divenne freddo di collera, un tocco così gelido che riusciva a scottare.
«Solo perché per te erano importanti non vuol dire che lo fossero anche per me. Ero stufa». Non era stanca dei suoi capelli, le piacevano. Era stufa di non essere mai la sua priorità, di vedersi sorpassata da tutte le altre quando era lei a dargli tutta se stessa, senza esitazioni o remore. Amava i suoi capelli lunghi, ma rappresentavano un collegamento con Jared e voleva liberarsene: come lui era andato avanti e senza prenderla in considerazione, anche lei doveva continuare senza di lui.
«Vuoi dirmi perché ce l’hai con me?» Jared sapeva perché Jade era ferita, ma voleva farle capire come ci si sentiva a essere traditi dalla persona a cui si voleva bene e di cui ci si fidava senza avere un perché in cambio. Voleva che lei glielo dicesse affinché diventasse reale e non si sentisse solo in quella sensazione orrenda.
Nonostante tutto, nonostante lo schifo, la voleva lì con lui.
«Non ce l’ho con te. Forse sei tu che ce l’hai con me per qualcosa». Lo accusò lei, sapendo che quel taglio lo faceva stare male almeno quanto lui aveva fatto sentire male lei, ed era contenta di vederlo con lo sguardo perso e confuso, perché era lo specchio di come Jade era dentro.
«Rivolgimi di nuovo la parola quando ti sarà passata». Jared le diede le spalle, pronto ad andarsene. In quel momento erano arrabbiati e avevano dimostrato entrambi di sapere dove colpire per fare più male, era meglio porre fine a quello scempio e smetterla di dare spettacolo davanti agli altri coinquilini, dato che erano tutti in silenzio per capire come si sarebbe sviluppata la situazione tra loro.
«Sei tu quello a cui deve passare, sono solo stupidi capelli!» Urlò Jade vedendolo allontanarsi. 
E allora perché anche lei sentiva la loro mancanza, e si era pentita di averli tagliati nel momento in cui Haylee aveva dato la prima sforbiciata?
«Se non ti rendi conto di quello che hai fatto non meriti nemmeno risposta». Si girò con gli occhi luccicanti di delusione. «Non ho voglia di parlare con te, non più».
E affondò la lama ancora una volta, sapendo di ferire entrambi, perché colpire uno voleva dire veder sanguinare l’altra e viceversa.


Come era successo durante la quarta settimana con Haylee e Dylan, anche il diverbio tra Jade e Jared aveva destabilizzato tutti, in casa. Siccome il cantante l’aveva invitata a rivolgergli la parola una volta che le fosse passato l’astio, Jade si era ben guardata dal parlargli, anche perché era convinta che fosse lui a doversi scusare per tutta la cattiveria gratuita che le aveva rivolto da mercoledì pomeriggio dalla prova.
Arrivarono così a sabato sera alquanto spaesati, pronti per scoprire chi sarebbe dovuto entrare nella cabina della verità.
«Mia e Nick». Annunciò Ryan con una certa soddisfazione. Aveva seguito la vicenda dall’esterno, e sapeva che la maggior parte dei ragazzi trovava giusto dare la precedenza a loro come coppia dato che era da settimane che continuavano a scegliersi e ad accrescere il loro coinvolgimento.
Regalarono un sorriso timido agli amici che sarebbero rimasti nel salotto e poi si diressero nella piccola stanza isolata ai margini della vegetazione.
Le luci si abbassarono e i laser verdi finsero di scannerizzarli per rendere l’attesa più accattivante.
Sembravano passate ore e non minuti quando sullo schermo comparve la scritta PERFECT MATCH.
Mia versò lacrime di gioia e si lasciò abbracciare da Nick, contento di aver trovato la persona adatta a lui. Era una sensazione unica avere la certezza di trovare il partner ipoteticamente perfetto che rispondeva alle esigenze dell’altro, superava ogni immaginazione a riguardo.
La casa esplose di felicità per aver trovato il terzo match perfetto. Jade si era messa a ballare sul posto prima di baciare la guancia di Scott con impeto, allegra dopo i momenti che Jared le aveva fatto passare, mentre il cantante coccolò Leighton con fare delicato, perché lei era riservata. Apprezzava le effusioni contenute, era bello condividere con lui parte di quello che si scambiavano in privato, iniziava a instaurarsi una certa fiducia e complicità.
Il clima disteso si protrasse fino alla sera dopo, quella della cerimonia di accoppiamento.
«Vi vedo pronti per fare le vostre scelte» esordì Ryan con un sorriso. «Ma è giusto che il nuovo match perfetto si accomodi sui divani, quindi prego, Nick e Mia, andate a fare compagnia alle altre coppie».
Li invitò a prendere posto con un gesto ampio della mano tra gli applausi generali e le espressioni sorprese dei quattro che ormai vivevano in un resort separato. Era bello pensare che i loro compagni iniziavano a far combaciare la situazione, e sapere di avere nuova compagnia era inebriante, avevano la sensazione di ricreare il vecchio gruppo ed essere meno soli.
«Jade, prego, è il tuo turno». Ryan la chiamò davanti a sé. «Sarai tu la prima a iniziare questa cerimonia».
Si persero in convenevoli – dove le fece i complimenti per il nuovo taglio – finché non scelse Scott come anima gemella e, alla domanda del presentatore, ovvero se fosse convinta che fosse la sua metà, Jade rispose che di certezze non ne avevano purtroppo, ma era convinta di essere sulla buona strada per trovare una persona speciale.
Nessun accenno a Jared, quella volta, nemmeno da parte di Ryan, così andò a sedersi soddisfatta, anche se il sorriso sembrava più che altro triste e stanco. Scott le cinse le spalle con un braccio e le accarezzò la pelle per cercare di tranquillizzarla, era un fascio di nervi e non se ne era accorta.
Dopo toccò a Dakota scegliere, e chiamò Simon. Spiegarono a Ryan di avere la certezza di essere una coppia, ma tra loro non era scoccata nessuna scintilla o alchimia. Avevano imparato ad apprezzarsi, ma solo come confidenti o come squadra, nulla più.
Larissa, dopo, pronunciò il nome di Liam con sicurezza. Il discorso Mark era stato archiviato, ma non era finito in rapporti idilliaci, e quella settimana era la dimostrazione di quanto i rapporti tra loro si stessero facendo tesi.
Fu il turno di Olivia che, incurante di quello che era successo, scelse Jared.
Il cantante contrasse i lineamenti e lo sguardo si fece tagliente mentre la stylist si scusava per il comportamento, sapeva di aver sbagliato e sperava di poter rimettere le cose a posto, perché quell’errore non escludeva che fossero anime gemelle, per quanto Jared avesse scartato la possibilità a priori dopo aver scoperto il piano a suo danno.
Taylor scelse Mark con un sorriso dolce che prometteva una sintonia da scoprire, mentre Leighton, arresa, scelse Drew dato che l’alternativa era Dylan, ma non aveva senso separarlo da Haylee.
Le coppie erano formate e, quando le luci dello studio si spensero, i fasci puntati nella notte erano tre.
Ryan contò con loro quanto altri si illuminassero.
«Quattro» disse cercando di sovrastarli.
«Cinque». Si fece coinvolgere dall’entusiasmo alzando la voce.
«Sei» urlarono più forte dopo aver superato il loro record.
«Sette!» Saltarono sul posto, sempre più eccitati.
Poi le luci si riaccesero e con esse sparì la possibilità dei ragazzi di vedere nuovi fasci di luce.
«Sette coppie esatte». Batté le mani Ryan, soddisfatto. «Il vostro più alto traguardo. Siete a buon punto. Avete ancora due occasioni per farcela, ma vi basta aggiustare il tiro per vincere i soldi e trovare la vostra anima gemella. Sono convinto ce la farete. Riflettete su chi possano essere le coppie sbagliate e trovate quelle giuste».
Lì salutò così, con l’invito ad arginare il danno prima di fare qualche passo indietro. Ricordò loro che si sarebbero visti in settimana e li lasciò liberi di tornare in casa, più contenti che mai. Almeno, quasi tutti.
Jared si avvicinò a Haylee per sussurrarle all’orecchio, più duro di quel che volesse risultare: «Tu ora mi tagli i capelli».
Se Jade poteva prendere le distanze da lui, Jared avrebbe fatto lo stesso cancellando per sempre il legame concreto che lui aveva sempre visto tra loro.



*

 

«Sei sicuro di aver messo su MTV e non sull’ultimo episodio di Game of thrones?!» Vicki si stropicciò la faccia dopo aver tenuto gli occhi incollati alla televisione. Si aspettava un simile putiferio da parte di Haylee e Jade, ma non credeva che il rapporto tra la ragazza e Jared potesse subire una simile svolta negativa, soprattutto dopo il chiarimento avvenuto a inizio settimana.
«Certo, perché? Fino a prova contraria Jared non ha mai recitato nella serie TV di recente. Anche se, devo ammetterlo, ce lo vedrei bene a fare un Lannister. Sadico, pazzo, totalmente instabile e morto entro la fine della serie, come piace a lui» rispose Tomo pacato, a metà tra la serietà e la voglia di prenderla in giro.
«Perché non è stato un episodio, ma una carneficina!» Riprese la moglie, ovvia. «E il finale non promette niente di meglio». 
Incrociò le braccia al petto, quasi potesse tenere la brutta sensazione che provava solo per sé. Era preoccupata per Jared: le sembrava fosse ancora in alto mare, ed era un peccato perché aveva una bella opportunità a disposizione. Sapeva che poteva conoscere al di fuori del programma l’anima gemella, ma conoscendolo difficilmente si sarebbe lasciato coinvolgere da simili dinamiche fuori dal gioco, non sarebbe stato da lui. Sprecare il tempo all’interno della villa che avrebbe potuto utilizzare per costruire bei ricordi con una persona interessante non era un buon modo per iniziare la cosa.
«Già, hai presente cosa succederà?!» Tomo, che si era portato i pop corn, stava raccogliendo gli ultimi residui dalla ciotola in cui li aveva versati ancora caldi un’ora prima. I pezzi più piccoli sul fondo erano salatissimi e lui adorava dedicarsi alla minuziosa ricerca delle ultime parti.
«Anche tu hai pensato al peggio, vero? Liti, ripicche e quant’altro». La moglie smise di mangiarsi l’unghia. Non c’era solo Jared a cui pensare, ma anche a Jade e Leighton.
Se la prima reagiva senza nemmeno accorgersene a ogni azione di Jared, Leigh era in balìa degli eventi: ogni giorno che passava trovava maggior complicità con Jared e con Scott, e si era aperta con entrambi al punto da non saper cosa pensare su chi. Era chiaro che credesse che entrambi potessero essere le sue anime gemelle, e sembrava non uscire da quell’impasse.
«A dire il vero mi riferivo al fatto che Jared dovrà trovarsi un nuovo parrucchiere una volta fuori dal programma» disse lui poggiando sul tavolino la ciotola ormai vuota, soddisfatto del lavoro certosino appena compiuto. «Chase non gli perdonerà questo tradimento avvenuto in mondovisione».
Jared si fidava solo di Chase, e Chase era così orgoglioso del lavoro che aveva con Jared… non riusciva a immaginare come potesse reagire il suo parrucchiere di fiducia dopo un colpo basso simile. Il suo amico, fuori dal programma, avrebbe dovuto dargli una valida motivazione per quella scelta, anche se Tomo era convinto che Jared fosse ricorso a Haylee per necessità ed emergenza.
«Tomo, ero seria!» Lo rimbeccò lei.
«Anche io!»
Vicki decise di cambiare tono e discorso, perché aveva capito che il marito non voleva rendersi conto della gravità della situazione.
«Secondo te cosa è successo tra Jade e Jared?» Non riusciva a comprendere cosa fosse accaduto per far reagire Jared in quel modo prima della sfida. «Ok, lui ha saputo della bugia di Jade, ma qualcosa è cambiato prima»
«A non sembra». Tomo rifletté su ciò che aveva visto, e non gli sembrava di aver notato nulla di così strano da indurre l’amico a comportarsi di conseguenza. Era stato il discorso con Scott a fargli cambiare il proprio comportamento nei confronti di Jade… e poteva capire il perché di un simile atteggiamento, soprattutto se non si conoscevano le ragioni di lei dietro quella scelta.
«Oh sì, invece». Lo corresse Vicki, conscia di aver pensato a tutte le soluzioni possibili mentre il marito, ovviamente, no. «Avrebbe potuto chiedere mille volte a Scott delucidazioni a riguardo, invece l’unica volta in cui ci ha provato ha desistito, poco convinto. Da quando è tornato da quel maledetto posto in cui vanno a confidarsi – mannaggia a loro e a chi non si può allontanare dalla casa per seguirli – è sembrato subito interessato a sapere la verità da Scott, quasi fosse diventata una cosa di vitale importanza».
Fissò lo schermo della televisione senza davvero prestare attenzione a ciò che trasmetteva, stava cercando una soluzione possibile a quell’atteggiamento così strano.
«Che sia successo qualcosa?» Intervenne Tomo poco convinto.
«Probabile». Convenne la moglie annuendo per dargli ragione. «Ma cosa?»
Era quello il punto focale della questione: non riusciva a trovare uno sbocco per la situazione che si era delineata quel giorno.
«Possibile che… si sia dichiarata?» Fu Tomo a parlare dopo qualche minuto passato in silenzio a vagliare ogni opzione.
Vicki si mise le mani sulla bocca, stupita per non averci pensato prima.
«Oh mio Dio. È possibilissimo».



*

 

«Lo sapevo! Nick e Mia sono una coppia». Shannon incrociò le braccia al petto, soddisfatto. Era da un paio di settimane che sosteneva che quei due fossero un match perfetto. Era bravo in quelle cose, aveva occhio.
Ecco perché lui era single: sapeva intercettare le ragazze che potevano sconvolgergli la vita e se ne teneva alla larga, così aveva il divertimento senza nessuna complicazione sentimentale.
«E in tutto quel caos tu ti preoccupi di un match perfetto?» Constance non poteva credere che, con tutto quello che era successo durante quella settimana, il figlio potesse focalizzarsi sull’evento che meno riguardava Jared e Jade.
«Sì, ovvio». Shannon allungò il braccio sullo schienale del divano e batté con delicatezza la mano sul cuscino, era rilassato e pronto a esporre ciò che aveva capito di quella puntata. «È tutto incasinato: Olivia si è rivelata una stronza psicopatica, Jade ha taciuto la cosa a Jared ma tutto si è risolto per il meglio. Per ammazzare il tempo sono andati a farsi un giro di confessioni – manco fossero in chiesa – e al ritorno sembravano due che hanno assistito a un esorcismo. Siccome non so cosa sia successo per renderli così e far schizzare Jared da Scott per avere l’illuminazione divina, non posso preoccuparmi dell’accaduto, perché non posso quantificare il danno».
Alzò le spalle, contento delle proprie osservazioni così sagaci.
Insomma, era lui quello conosciuto per il “fottesega” come stile di vita, e poteva dire con certezza che c’era più di una punta di verità in quello che traspariva. Perché preoccuparsi quando non sapeva cosa ci fosse dietro?
Ok, poteva dire che il fatto che Jared avesse saputo della piccola bugia di Jade potesse preoccuparlo, ma era una cosa a cui erano pronti tutti, era solo questione di tempo prima che lui venisse a scoprirlo. Non era un colpo di scena come sua madre voleva farlo passare.
Sì, era un uomo molto pratico.
Constance alzò il sopracciglio, stupita e incredula dai pensieri del figlio maggiore.
Il suo silenzio sconcertato convinse Shannon a continuare, ormai perso nei propri pensieri.
«Certo, se non consideriamo il taglio di capelli di Jade. Sta bene, le dà carattere. Però lei ha voluto punire Jared in questo modo, mentre lui l’ha maltrattata perché ha scoperto che lei l’ha tradito. Quindi no, non mi preoccupo, perché questo era solo il primo round e il peggio deve ancora venire».
La madre lo guardò sorpresa, non aveva pensato che la cosa potesse continuare, era convinta che se si fossero lasciati in pace qualche giorno per sbollire la rabbia, poi avrebbero fatto pace.
«Dici?»
«Dico. Conosco abbastanza mio fratello da poter dire che sta già pensando a come affrontarla davvero».
Shannon non aveva dubbi a riguardo. Se Jared aveva insistito per andare da Haylee e tagliarsi i capelli era perché pensava che quella potesse essere una contromossa che avrebbe potuto portare Jade a uno scontro serio. E, sinceramente, dubitava che il metodo di Jared fallisse, perché erano entrambi arrabbiati e pronti a buttarsi sull’altro per recriminare un atteggiamento sbagliato che li avevano feriti.
«Da quando sei diventato psicologo?» Constance era affascinata da come il figlio ragionasse, era sempre felice di vedere quanto complessi potessero essere i suoi ragazzi e quanto fossero in grado di pensare con la propria testa, voleva dire che l’ambiente in cui lavoravano non era riuscito a cambiarli.
«Da quando passo troppo tempo con te e con altre donne a parlare: Shayla, Emma, Erin». La sua assistente personale. «Sì, sulla strada verso casa chiamo Travis, ho bisogno di compagnia maschile, discorsi volgari e una birra».
Doveva riconquistare la propria virilità perduta. Dal momento in cui aveva lasciato Kirstina non si era preoccupato di intessere relazioni con il sesso femminile, ma aveva aumentato il tempo trascorso con la madre, e ora parlava come una donna.
Si persero entrambi nei propri pensieri, lasciando che il silenzio facesse loro compagnia per qualche tempo.
«Secondo te cosa è successo? Deve esserci stato qualcosa che ha spinto Jared a cercare la verità». Constance si era concentrata su Jared, perché al momento le sembrava fosse il figlio più in difficoltà tra i due. Shannon, per quanto incasinato, da quando aveva lasciato Kirstina le sembrava in pace con se stesso, e la cosa la confortava.
«Boh» rispose il batterista sovrappensiero, senza avere un’idea precisa a riguardo. «Magari lei ha detto qualcosa di compromettente che gli ha fatto pensare non potesse essere sincera su più cose, oppure lui si è confessato».
Scrollò le spalle come per levarsi la responsabilità della cosa e minimizzare ciò che aveva detto.
«Stavo parlando di cose che possono succedere prima dell’avvento dei Transformers». Aveva un debole per quei film, cosa poteva farci? Non l’aveva detto a nessuno, ma la sua auto era stata ribattezzata Bumble Bee. «Un incontro con qualche animale strano, magari?!»
«Penso che sarebbero spuntati spaventati, non traumatizzati, e l’avrebbero detto a tutti» rispose pronto Shannon, però subito dopo rise. «Però dipende da che animale può aver visto Jade»
«Del tipo?» La madre non capiva tutta la sua ilarità.
«Può darsi abbia visto un pitone» le disse Shannon cercando di trattenere le risate. Vedendo che la madre non capiva cercava di gesticolare per farle comprendere a cosa si riferisse senza essere troppo esplicito. «Albino. Grosso. Sai, di così grandi non se ne vedono tutti i giorni. Non è tipico della zona…»
«Oddio, Shannon!» Constance si coprì gli occhi con le mani, quasi potesse impedirsi di figurare nella mente ciò che le parole del figlio le inducevano a pensare. «Perché devi essere così sboccato?»
«Perché me le servi su un piatto d’argento» rispose divertito lui. «E perché si sa: tra pitone e anaconda, l’ultima è la più grande, quindi Jade può sempre cacciare in famiglia se non è rimasta traumatizzata e ha gradito».
Chi era lui per negarsi a una ragazza così carina e interessante? Doveva pur ripartire da qualche parte per rimettersi in gioco, e il programma sarebbe finito di lì a poco, poteva aspettarla e vedere il da farsi, non c’erano problemi.
«Basta!» La madre gli schiaffeggiò la mano appoggiata sullo schienale per redarguirlo. «Non voglio sentire altro. Chiama Travis e falli con lui certi discorsi. Ci sono cose che una madre non deve sapere dopo i dieci anni di vita dei figli».
Shannon rise, poi le baciò i capelli e la salutò.
L’ultima cosa che vide Constance fu il figlio con il cellulare in mano mentre avviava la chiamata, lo sentì salutare l’amico prima di accostare la porta con delicatezza e uscire di casa.




 

Buonasera!
Scusate se arrivo solo ora ma sono rimasta un giorno e mezzo senza wi-fi, il che equivale a un'era geologica per la sottoscritta, soprattutto quando c'è la 5x09 di game of thrones da vedere e un capitolo da aggiornare. Il problema, però, non dipendeva da me, bensì dalla Telecom, quindi prendetevela con lei.
Forse sarà a causa del famoso nascondiglio di cui vi ho parlato settimana scorsa in cui mi sono trincerata? Per lunedì prossimo giuro che sistemo internet PRIMA di traferirmi nel famigerato bunker, così non ci saranno problemi di sorta.
Allora? Cosa mi dite?
Vi aspettavate... Questo?
Jared farà o meno ciò che ha chiesto a fine capitolo? Ve lo aspettavate?
Olivia, al momento, è il problema minore, ma senza di lei niente di tutto questo avrebbe avuto inizio.
Secondo voi cosa è successo tra i due per farli sentire feriti dai comportamenti dell'altro? 
Vi dico che se Jared è andato a fondo nella questione in sospeso è stato perchè aveva bisogno di sapere determinate cose... MA PERCHÈ? Idee?
Vi dico che lo scoprirete SOON che, linea permettendo, non è quello di Jared nostro.
Nascondete i coltelli, le armi contundenti e quelle da sparo. Non sono citate nel regolamento ma penso proprio siano vietate.
In caso di scleri a causa del wi-fi e disavventure varie mi trovate qui: Love Doses.
A lunedì, XO, Cris.
   
 
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