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Autore: pineapplemoustached    08/06/2015    1 recensioni
Steve Rogers/OC
Una giovane ragazza, sola e amante delle feste, costretta a lavorare per mantenersi, si ritrova faccia a faccia con gli Avengers durante l'attacco dei Chitauri.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo un rumore da lontano. Un bip incessante, ma era come se fosse ovattato. Cercai di aprire gli occhi, ma le mie palpebre erano pesanti. Cercai di muovermi, ma tutto il mio corpo era troppo pesante.
Concentrai le forze e spalancai gli occhi. La luce bianca penetrò istantaneamente nelle mie pupille, costringendomi a richiudere le palpebre e ad emettere un gemito di dolore, o almeno, quello che ne uscì. Sentii un rumore di fianco a me, come se una sedia avesse strusciato velocemente per terra; ma anche quello era come se provenisse da lontano.
Riprovai ad aprire gli occhi, questa volta lo feci lentamente, lasciando entrare pian piano la luce e permettendo ai miei occhi di abituarsi alla luce.
Mi trovavo in un letto, era tutto bianco. Alla mia sinistra c’erano diversi macchinari dai quali partivano diversi fili, tutti collegati al mio corpo. Devo trovarmi in ospedale, pensai. Alla mia destra, invece, si trovava un’enorme finestra dalla quale entrava un sacco di luce; da lì si riuscivano solo a vedere le punte deli altri palazzi. In piedi davanti alla finestra c’era una figura, un uomo molto alto e molto muscoloso, ma non riuscivo a vederne la faccia, sia a causa della mia vista ancora sfocata, sia a causa della troppa luce che entrava dalla finestra. La figura si avvicinò a me “Come ti senti?” disse in tono preoccupato.
Riconobbi subito quella voce. Capitan America. Nulla uscì dalla mia bocca. Alzai una mano e la portai sulla mascherina che si trovava sopra la mia bocca. La tolsi e tentai di parlare nuovamente. Solo un soffio lasciò le mie labbra. Steve si avvicinò, prese la mia faccia tra le sue mani e parlò nuovamente “Ti prego dimmi che stai bene”.
I nostri nasi quasi si sfiorarono, i suoi occhi guardavano fissi i miei, erano in cerca di una risposta, il suo respiro era leggero e veloce. La sua faccia è decisamente vicina alla mia. Mio dio… i suoi occhi… non avevo mai visto nulla di così azzurro… Il mio cuore iniziò a battere fortissimo, uno dei macchinari alla mia sinistra iniziò ad emettere dei ‘bip’ frenetici. Il capitano mi lasciò andare immediatamente “Scusa non volevo spaventarti” disse ancora più preoccupato.
Non mi hai spaventata…
“Amy, ti prego, dimmi che stai bene…”
“Sto… bene…. Credo…” balbettai “Come fai a sapere… il mio nome?” dissi con un filo di voce.
La risposta fu semplice “Stark”
“Cos’è successo?” chiesi ancora intontita
Il capitano sospirò profondamente “Non ricordi nulla?”
Cercai di ricordare qualcosa, ma era tutto sfocato nella mia testa. Scossi il capo.
“Beh per farla breve, mi hai salvato la vita”
Spalancai gli occhi. COSA?! Iniziai a tossire, Steve mi aiutò a tirarmi su e mi aiutò a bere dell’acqua. Mi spiegò che mi ero messa in mezzo e per fortuna ero stata colpita su un fianco. Come mi fossi rotta un polso e i diversi tagli che avevo in faccia rimanevano ancora un mistero.
Con l’aiuto di Steve riuscii a ricordare tutto.
Rimasi un attimo in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto, poi l’eroe disse caldamente “In un paio di giorni sarai fuori di qui”
“Oh spero proprio di no…” dissi amaramente “La mia casa è andata distrutta e… e il mio lavoro… non ho più una casa, né un posto in cui lavorare” il mio respiro si fece rapido e pesante
“Hey calma” prese la mia mano tra le sue, il suo gesto ebbe tutt’altro effetto che quello di calmarmi. Proprio in quel momento la porta si spalancò e entrò il miliardario “Cosa state facendo?”
Diventai rossa in viso e liberai la mia mano da quelle del capitano. Oltre che essere nel panico ora ero in imbarazzo. Steve si voltò verso Tony e in un attimo il suo voltò si illuminò, poi si voltò verso di me e riprese il suo discorso “Vedi, lui è ricco” fece un cenno con il capo verso il miliardario
“Vero” confermò Tony
“E possiede un palazzo”
“Vero” rispose Tony sempre più fiero
“Ed è molto grande”
“Vero”
“E c’è una stanza per te”
“Ve—“ il genio aggrottò le sopracciglia “Davvero?”
Il capitano si voltò verso Tony e prima che potessero iniziare a discutere parlai “Grazie davvero Steve, ma non voglio essere mantenuta… non mi piace avere debiti con qualcuno”
“Nella Stark Tower c’è un sacco di lavoro da fare, se è questo quello che ti preoccupa”
“Così potresti ridarmi i soldi che hai usato per pagare il taxi a mio nome, visto che non ti piace avere debiti” disse in tono sarcastico il miliardario. Il capitano ci guardò entrambi con aria interrogativa, ma nessuno diede spiegazioni. Dopo circa un minuto di silenzio mi guardo con due occhioni da cucciolo “Allora, verrai con noi?”
L’idea di vivere nella Stark Tower era davvero allettante, anche se io e Stark non andavamo molto d’accordo; non volevo accettare e dipendere da qualcuno, ma d’altra parte non avevo tanta scelta…
“Beh ecco… è un’offerta davvero gentile…”
“Ottimo, appena sarai pronta per uscire da qui ti porteremo al palazzo”
“Ora riposa” tagliò corto Stark “E la prossima volta lascia a noi il compito di proteggere la terra”
Ma chi protegge voi?
Il miliardario fece segno al capitano di uscire.
 
Non appena la porta della mia stanza fosse chiusa Tony mise una mano sulla spalla di Steve, facendolo girare e costringendolo a guardalo “Sarebbe carino se la prossima volta che decidi di invitare qualcuno a casa mia chiedessi prima a me”
“Non aveva alcun posto in cui andare, è—“
“Non sto dicendo che dovevi lasciarla in mezzo alla strada, la prossima volta chiedi”
Il Capitano si voltò e iniziò a camminare “Ho visto come la guardi, Rogers” esitò un secondo, si morse il labbro e riprese subito a camminare “Smettila di fare Capitan Ghiacciolo e chiedile di uscire!” urlò il playboy in mezzo al corridoio silenzioso dell’ospedale.
 
La mattina seguente fui svegliata da un’infermiera che mi disse che ero stata dimessa e che dovevo prendere le mie cose e lasciare la stanza. In realtà non avevo niente da prendere, i miei vecchi vestiti erano da buttare e non avevo niente da mettere addosso. Scesi dal letto, non ero molto stabile e non riuscivo a camminare bene. La gamba sinistra mi faceva molto male, solo in quel momento notai che era fasciata. Riuscii a raggiungere la stampella appoggiata vicino alla finestra. Iniziai a camminare verso il bagno, quando la mia porta si spalancò e Steve entrò. Dalla sua espressione direi che fu molto sorpreso di vedermi in piedi.
Mi porse un sacchettino “Purtroppo tutti i negozi nella zona sono andati distrutti e non siamo riusciti a trovare un posto in cui comprare dei vestiti, spero che questi vadano bene…” disse passandosi una mano tra i suoi capelli dorati
“Oh… grazie mille” dissi prendendo il sacchetto, poi entrai il più velocemente possibile in bagno.
Cercai di lavarmi e di cambiarmi, ma era davvero difficile. Avevo una fasciatura che ricopriva tutto l’addome, non potevo muovere troppo il braccio altrimenti i punti sul fianco sarebbero saltati; come se non bastasse quello stesso braccio era ingessato. Per fortuna i vestiti nel sacchetto erano larghi, beh per la mia statura erano enormi. La maglietta era bianca, a mezze maniche, con uno stemma dello SHIELD al centro; i pantaloni erano neri e corti. Trovai anche una felpa, era grigia scura con il cappuccio. La portai vicino al mio naso e inspirai profondamente. Aveva un profumo buonissimo.
Quando fui finalmente pronta uscii dal bagno. Non appena Steve mise gli occhi su di me cerco di trattenere una risata, ma fallì miseramente. Il suo viso è adorabile… Sorrisi con lui “Cosa c’è?”
“Dobbiamo assolutamente trovarti dei vestiti della tua taglia, i miei sono decisamente troppo grandi”
 
Da vero gentiluomo mi aiutò ad arrivare fino al posteggio dell’ospedale, dove c’era Tony nella sua costosissima macchina bianca ad aspettarci.
Mi aprì la portiera e mi aiutò delicatamente a sedermi, poi la richiuse e fece segno al miliardario, che schiacciando a fondo l’acceleratore partì velocissimo. Steve salì sulla sua Harley posteggiata dietro la macchina e subito ci seguì.
Avevo parecchia paura in macchina con Stark, per fortuna ben presto arrivammo alla Stark Tower. 
   
 
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