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Autore: frivolippa    09/06/2015    6 recensioni
Ciao a tutti, sono tornata con una nuova storia sempre sulle nostre due amate Callie e Arizona..
Di solito le mie storie iniziano sempre con una tragedia perché penso che è proprio dopo la tempesta che ti accorgi che la vita forse ti sta dando una seconda possibilità e sta a noi saperla sfruttare al massimo. Spero vi piaccia 😊
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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Io e Callie orami non eravamo più nulla, ci avevamo provato in tutti i modi a rimettere in piedi la nostra famiglia, ma purtroppo non ci siamo riuscite, lei ha deciso con mio grande dispiacere che era meglio finirla lì, ognuno per la sua strada e così ormai da un anno era.
Vivo costantemente con il rimorso di quella maledettissima notte in cui l’ho tradita, in cui io non ho avuto rispetto per mia moglie, mi faccio schifo da sola al solo pensiero, è successo ed ho provato a rimediare, ma non è bastato, Callie, la mia Calliope non è riuscita a passarci sopra e se ora siamo così è colpa mia. 
Non posso biasimarla, anzi, lei è stata fin troppo brava perché ci ha provato a perdonarmi, io penso che non ci sarei mai riuscita al suo posto.
È stata la mia ancora di salvezza in mezzo ad un oceano, mi sono aggrappata a lei e non mi ha mai fatto affondare, mentre io anche se porto il nome di una nave, non potrò mai e poi mai fare da ancora a nessuno, non sono stata buona nemmeno a difendere la mia famiglia.
A fanculo Arizona Robbins e il mio carattere di merda, perché è quello che ho, un carattere di merda. 
Solo ora, quando l’ho persa mi rendo conto di come lei sia il mio tutto, di come la mia vita è inutile senza lei, mi manca da morire, mi mancano i suoi occhi, il suo sorriso, le sue labbra, le sue paranoie su tutto, mi manca come l’aria e non posso fare nulla perché devo rispettare la sua decisione.
Rimarrà per sempre il centro dei miei pensieri, sarà sempre la mia priorità, se solo Mark fosse stato qui, lui saprebbe cosa fare e cosa dire, lui era il nostro sole durante le tempeste e ora più che mai mi mancava da morire.

Ero nel mio ufficio a riempire una montagna di cartelle, ero rimasta indietro e dovevo per forza finirle di compilare entro oggi quando sentii bussare e vidi Olivia entrare, conoscevo la sua faccia e sapevo quando doveva darmi delle cattive notizie, così la guardai e alzai la penna dal foglio:
-Dottoressa Robbins io – il suo tono non prometteva nulla di buono, così la guardai;
-Olivia, conosco la tua faccia e so quando devi dirmi qualcosa di brutto quindi per favore fallo in fretta – 
-Sua moglie, mi scusi la sua ex moglie e sua figlia hanno avuto un incidente e stanno arrivando ora in ambulanza – 
La penna mi cadde dalle mani, mi alzai e feci cadere la sedia, uscii fuori dalla porta come una furia, presi le scale per fare prima, quanto cazzo era distante il pronto soccorso, corsi il più veloce che potevo, ma quando entrai mi paralizzai. La mia mente tornò indietro di quattro anni, quando io e Callie facemmo l’incidente, vidi la barella con mia moglie sopra passarmi davanti seguita da quella su cui era mia figlia.
Le mie gambe non si muovevano, si rifiutavano di seguire i miei ordini, sentivo tutto ovattato intorno a me, vedevo tutti correre da una parte all’altra, Karev passando mi urtò, mi guardò e poi tornò nella sala visite dov’era mia figlia. 
Fui riportata alla realtà dal pianto disperato di Sofia che piangendo chiamava mamma, cosi respirai e entrai nella sala, Karev la stava visitando, aveva tutto il volto insanguinato, mi gelai e lui appena vide la mia faccia mi rassicurò:
-Ha solo un brutto taglio sulla fronte, gli facciamo una tac per sicurezza, nel frattempo mi occuperò personalmente di metterle i punti – 
Non capivo nulla in quel momento, avevo la testa vuota, completamente vuota, poi sentii la sua vocina disperata:
-Mammina – 
Guardai mia figlia, i suoi occhioni neri ormai lucidi per le lacrime e senza pensarci altro tempo mi avvicinai, lei allungò le sue braccine  e io la presi fra le mie braccia, si strinse a me come un koala e pianse ancora disperata, così cercai di rassicurarla:
-Amore shhhhssh non piangere, la mamma è qui con te ora, shhhhh – 
-Dottoressa Robbins si sta sporcando tutto il camice con il sangue – mi fece notare Jo;
io la guardai dritta negli occhi:
-Ti sembra che mi possa fregare qualcosa del mio camicie in questo momento? È mia figlia e ha bisogno di me e non mi frega un cazzo del camice – 
Mi resi subito conto che avevo dato una risposta un pò brusca, ma poco mi importava, con Sofia ancora tra le braccia mi sedetti su una sedia e cercai di vedere personalmente il taglio che aveva sulla fronte, quando sentii una voce provenire da fuori che mi gelò il sangue:
-Cazzo fatemi passare, sono Dan il fidanzato della dottoressa Torres dov’è ?!?!?!? – 
Callie ormai frequentava Dan da un pò, lui era stato un suo paziente e poi da lì piano piano erano diventati amici e infine fidanzati. 
Su di lui lei era riuscita a portare avanti la ricerca della gamba robotica con i sensori che aveva incominciato con Derek e che ora continuava con Amelia, lui era stato quello che l’aveva ringraziata per avergli restituito una gamba anche se non era la sua, si era comportato esattamente all’opposto di come aveva fatto lei, esattamente all’opposto. 
-Mamma lui è cattivo – 
Guardai Sofia, ero incredula, alzai gli occhi e incrociai quelli di Alex, poi tornai su mia figlia:
-Che significa che lui è cattivo amore? – 
-Lui questa mattina è venuto a casa e ha litigato con la mamma e la mamma poi era arrabbiata e correva con la macchina e mi gridava di stare zitta anche quando cantavo nella macchina – 
Non sapevo se avevo capito bene così alzai di nuovo lo sguardo per cercare gli occhi di Alex che guardava spaurito verso la mia direzione, così mi alzai e consegnai Sofia tra le sue braccia e uscii fuori dalla stanza come una furia lasciandomi alle spalle Karev che mi gridava di fermarmi e Sofia che piangeva.
Lo vidi fuori dalla porte dove era mia moglie, gli andai incontro come una furia, io ero meno della metà di lui ma mi sentivo Hulk in quel momento, si girò e mi vide, quando ero dritta davanti a lui gli mollai un destro dritto sul naso:
-Pezzo di merda io ti ammazzzoooooo- urlai;
Vidi Owen correre verso di me seguito da Richard, Dan si teneva la mano sul naso che grondava sangue e io continuai:
-Vattene immediatamente da qui e non tornare mai più, ti avviso se le succede qualcosa ti ammazzo con le mie maniiiii – urlai come un cane rabbioso, stavo per scagliarmi di nuovo contro di lui quando sentii due mani afferrarmi da dietro e trattenermi, cercai di divincolarmi ma non ci riuscivo.
-Calmati Arizona, calmatiiii- Owen mi teneva stretta fra le sue braccia mentre Dan si allontanava scortato dalla sicurezza che ci aveva raggiunto.
-È colpa sua se mia moglie e mia figlia hanno avuto l’incidente – gridai nuovamente ma questa volta non potetti trattenere le lacrime però, il dolore che provavo dentro mi stava distruggendo, Owen mi abbracciò e io mi lasciai andare ad un pianto disperato fin quando Amelia non uscì fuori dalla stanza visite dove era Callie e guardandomi mi disse
-La devo operare, ha una brutta emorragia e se non lo faccio subito morirà – 
Quelle parole furono taglienti come una spada che ti trafigge in pieno petto, poi mi guardò e continuò:
-Ho bisogno che tu mi firmi il consenso, sei ancora sua moglie per la legge – 
Già, io ero ancora sua moglie, ma solo per la legge, perché nella realtà per lei ero solo Arizona la stronza traditrice. 
   
 
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